Consacrazione alla Salus Populi Romani, degli aderenti alla Fraternitas Mater Dei et Ecclesiæ: 5 maggio 2019. Questa mattina in Santa Maria Maggiore, in Roma, il cardinale Stanisław Ryłko cardinale arciprete della medesima Basilica, nel corso di una cerimonia assai sobria ha inaugurato con un breve intervento di saluto quello che dovrebbe costituire il primo atto della “seconda vita” della Fraternitas Mater Dei et Ecclesiae. Che da qualche tempo infatti, aveva “momentaneamente” sospeso la sua attività, iniziata peraltro oltre quarant’anni addietro. “Si tratta di interrompere una pausa troppo lunga” – ha dichiarato mons Ryłko che ricopre la carica di arciprete della Basilica da circa tre anni. Da quando, sul finire del 2016, lo stesso è stato chiamato a succedere allo spagnolo Santos Abril y Castello. Mons Ryłko del resto ha una lunghissima esperienza nella Pastorale dei laici, essendo stato a lungo segretario del Pontificio Consiglio per i laici (1995). E di laici in gran parte, ma non solo – e circa una ventina, ma non tutti alla prima Consacrazione alla Salus Populi Romani - si trattava per lo più, tra quanti pronunciavano nella omonima cappella, il proprio impegno di consacrazione a Maria, nel giorno stesso della Visitazione della Vergine, 31 di maggio. Il che avveniva al termine della Messa celebrata da mons. Vittorio Formenti, Prefetto, e don Elio Lops, Camerlengo della Fraternità. La stessa oltretutto prevede diverse modalità di adesione: iscritti ordinari, straordinari e affiliati. A seconda dell’impegno che si intende assumere, essendo la stessa aperta anche a chi dovesse risiedere lontano dalla Città Eterna. Tanto che è auspicio degli stessi responsabili che il numero degli aderenti cresca in ogni caso, anche grazie all’impegno assunto a questo scopo da ciascuno di coloro che aderiscono all’atto della consacrazione. Se c’è un motto ed una via che sottende la vita della Fraternità è quel Ad Jesum per Mariam, che si traduce nell’aderire ad un apostolato che potremmo chiamare “mariano”, fatto di imitazione della materna tenerezza e sollecitudine della Madonna verso il prossimo. Dopotutto, al di là della partecipazione alla Liturgia della Basilica, prevista per gli Ordinari, e della recita del Rosario; la Fraternità invita tutti gli aderenti a visitare possibilmente infermi, ammalati, poveri, abbandonati, portando conforto materiale e spirituale; per esempio recitando con loro qualche preghiera in onore della Madonna oppure leggendo qualche brano adatto della Sacra Scrittura. Nel corso dell’anno sono poi previsti ritiri spirituali ed incontri, attività in Comunione di preghiere e di opere buone. La vita della Fraternità infine si inscrive appieno nella vita spirituale e pastorale della Basilica di Santa Maria Maggiore, affidata in modo speciale al Capitolo Liberiano. Cilento Vincenzo Maria |