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Comunicato Stampa della Commissione Teologica Internazionale, 03.04.2025


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Testo in lingua italiana

Pubblicazione del documento

Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore.

1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025)

3 aprile 2025

Il 20 maggio prossimo – a 1700 anni di distanza – il mondo cristiano fa memoria dell’apertura del Concilio di Nicea, in Asia Minore, celebrato nel 325. È il primo Concilio ecumenico della storia. Da esso è venuto il Credo che, completato dal Concilio di Costantinopoli del 381, è diventato la carta d’identità della fede in Gesù Cristo professata dalla Chiesa. L’anniversario ricorre in quest’anno giubilare, incentrato su “Cristo nostra speranza”, e in concomitanza con la coincidenza della data di Pasqua per tutti i cristiani, in Oriente e in Occidente. Del resto – come ha sottolineato Papa Francesco –, in un momento storico come quello che viviamo, segnato dalla tragedia della guerra e da innumerevoli inquietudini e incertezze, l’essenziale per i cristiani, la cosa più bella, la più attraente e a un tempo la più necessaria, è proprio la fede in Gesù Cristo proclamata a Nicea: è questo «il compito fondamentale della Chiesa» (Discorso ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, 26 gennaio 2024).

La Commissione Teologica Internazionale (CTI) rende pubblico un importante e articolato documento dal titolo: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea”. L’obiettivo non è soltanto quello di rievocare il tenore e il significato del Concilio, senz’altro di capitale importanza nella storia della Chiesa, ma di mettere in luce le straordinarie risorse che il Credo, da allora sino ad oggi professato, custodisce e rilancia nella prospettiva della nuova tappa dell’evangelizzazione che la Chiesa è chiamata a vivere. Mettendo al tempo stesso in luce l’apprezzabile rilevanza di tali risorse per una gestazione responsabile e condivisa del cambiamento d’epoca che interessa, a livello mondiale, la cultura e la società. La fede professata a Nicea dischiude infatti lo sguardo sulla novità dirompente e permanente accaduta con la venuta tra noi del Figlio di Dio. E spinge a dilatare il cuore e la mente per accogliere, e trafficare, il dono di questo sguardo decisivo sul senso e sul destino della storia: nella luce di quel Dio che mediante il Figlio unigenito, cui ha comunicato la pienezza della sua stessa vita, ne rende partecipi anche noi mediante la sua incarnazione, su tutti effondendo con generosità e senza esclusioni il soffio di liberazione dall’egoismo, di relazione nella reciproca apertura e di comunione dello Spirito Santo, al di là di ogni barriera.

La verità di un Dio che, essendo amore, è Trinità e che nel Figlio si fa per amore uno di noi – questa la fede che il Concilio di Nicea testimonia e trasmette – è il principio autentico della fraternità fra le persone e i popoli, e della trasformazione della storia alla luce della preghiera che Gesù ha rivolto al Padre nell’imminenza del dono supremo della sua vita per noi: «Padre, che tutti siano uno, come io e te siamo uno» (cf. Gv 17, 22). Il Credo di Nicea costituisce dunque, al cuore della fede della Chiesa, una fonte d’acqua viva alla quale attingere anche oggi per entrare nello sguardo di Gesù e, in Lui, nello sguardo che Dio, l’Abbà, ha su tutti i suoi figli e sulla creazione intera. A cominciare dai più piccoli, poveri e scartati, con i quali il Figlio unigenito del Padre, che si è fatto “primogenito tra molti fratelli” (cf. Rm 8, 29), si è identificato al punto da ritenere fatto a sé quanto fatto a ciascuno di loro (cf. Mt 25, 40).

Il documento della Commissione Teologica Internazionale non vuole essere un semplice testo di teologia accademica, ma si propone come una sintesi preziosa e tempestiva che può utilmente accompagnare l’approfondimento della fede e la sua testimonianza nella vita della comunità cristiana: non solo arricchendo di nuova consapevolezza la partecipazione alla vita liturgica e la formazione all’intelligenza e all’esperienza di fede del Popolo di Dio, ma anche stimolando e orientando l’impegno culturale e sociale dei cristiani in questo sfidante tornante epocale. Tanto più che a Nicea, per la prima volta, l’unità e la missione della Chiesa si sono espresse in modo emblematico a livello universale (da qui appunto la sua qualifica di Concilio ecumenico) nella forma sinodale di quel camminare insieme che le è propria. Costituendosi così come un punto di riferimento e di ispirazione autorevole nel processo sinodale in cui è coinvolta la Chiesa Cattolica oggi, nel suo impegno a vivere una conversione e una riforma segnate dal principio della relazione e della reciprocità per la missione, come afferma con vigore il “Documento finale” dell’ultima Assemblea del Sinodo dei Vescovi promulgato da Papa Francesco.

Pertanto, la Commissione Teologica Internazionale invita alla Giornata di Studio sul documento Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025), che si terrà il prossimo 20 maggio presso l’Auditorium “San Giovanni Paolo II” della Pontificia Università Urbaniana (https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/eventi.html).

[00430 -IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

COMMUNIQUÉ DE PRESSE

Publication du document

Jésus-Christ, Fils de Dieu, Sauveur.

1700ème anniversaire du Concile œcuménique de Nicée (325-2025)

de la Commission Théologique Internationale

3 avril 2025

Le 20 mai prochain – à 1700 ans de distance – le monde chrétien commémorera l’ouverture du Concile de Nicée, en Asie Mineure, célébré en 325. Il s’agit du premier Concile œcuménique de l’histoire. Il a donné naissance au Credo qui, complété par le Concile de Constantinople en 381, est devenu la marque identitaire de la foi en Jésus-Christ professée par l’Église. L’anniversaire tombe en cette année jubilaire, centrée sur «le Christ notre espérance », où la date de Pâques est commune à tous les chrétiens, en Orient et en Occident. En effet – comme l’a souligné le Pape François –, en un moment historique comme celui que nous vivons, marqué par la tragédie de la guerre et par nombre d’inquiétudes et d’incertitudes, l’essentiel pour les chrétiens, le plus beau, le plus attirant et en même temps le plus nécessaire, est précisément la foi en Jésus-Christ proclamée à Nicée : telle est « la tâche fondamentale de l’Église » (Discours aux participants à l’assemblée plénière du Dicastère pour la Doctrine de la Foi, 26 janvier 2024).

La Commission Théologique Internationale (CTI) rend public un document important et bien articulé ayant pour titre: « Jésus-Christ, Fils de Dieu, Sauveur. 1700ème anniversaire du Concile œcuménique de Nicée ». L’objectif n’est pas seulement de rappeler la teneur et la signification du Concile, sans aucun doute d’une importance capitale dans l’histoire de l’Église. Il est aussi de mettre en évidence les ressources extraordinaires que le Credo, professé depuis lors, conserve et relance dans la perspective de la nouvelle étape d’évangélisation que l’Église est appelée à vivre, soulignant en même temps l’importance appréciable de ces ressources pour une gestion responsable et partagée du changement d’époque qui touche la culture et la société dans le monde entier. En effet, la foi professée à Nicée nous ouvre les yeux sur la nouveauté explosive et permanente qui s’est produite avec la venue parmi nous du Fils de Dieu. Elle nous pousse à élargir nos cœurs et nos esprits pour accueillir le don de ce regard décisif sur le sens et le destin de l’histoire et pour en tirer profit, à la lumière de ce Dieu qui nous fait participer à sa vie par l’incarnation de son Fils unique à qui il a communiqué la plénitude de sa propre vie, et qui répand sur tous, avec générosité et sans exclusions, le souffle de libération contre l’égoïsme, de relation dans l’ouverture réciproque, et de communion de l’Esprit Saint, au-delà de toutes les barrières.

La vérité d’un Dieu qui, étant amour, est Trinité et qui, dans le Fils, se fait l’un de nous par amour – telle est la foi dont le Concile de Nicée témoigne et qu’il transmet –, est le principe authentique de la fraternité entre les personnes et les peuples, et de la transformation de l’histoire à la lumière de la prière que Jésus a adressée au Père devant l’imminence du don suprême de sa vie pour nous : « Père, que tous soient un, comme toi et moi nous sommes un» (cf. Jn 17, 22). Le Credo de Nicée constitue donc, au cœur de la foi de l’Église, une source d’eau vive à laquelle il faut puiser, encore aujourd’hui, pour entrer dans le regard de Jésus et, en Lui, dans le regard que Dieu, l’Abba, porte sur tous ses enfants et sur toute la création; à commencer par les plus petits, les plus pauvres et les plus rejetés avec lesquels le Fils unique du Père, « premier-né d’une multitude de frères » (cf. Rm 8, 29), s’est identifié au point d’estimer que ce qui leur est fait, est fait à sa personne (cf. Mt 25, 40).

Le document de la Commission Théologique Internationale ne se veut pas un simple texte de théologie académiquemais plutôt une synthèse précieuse et opportune qui peut accompagner utilement l’approfondissement de la foi et son témoignage dans la vie de la communauté chrétienne. Cela non seulement en enrichissant d’une nouvelle prise de conscience la participation à la vie liturgique et la formation à la compréhension et l’expérience de foi du Peuple de Dieu, mais aussi en stimulant et en guidant l’engagement culturel et social des chrétiens dans ce changement d’époque qui lance un défi. D’autant plus qu’à Nicée, pour la première fois, l’unité et la mission de l’Église ont été exprimées de manière emblématique au niveau universel (d’où sa qualification de Concile œcuménique) dans la forme synodale de ce marcher ensemble qui lui est propre. Il se présente comme point de référence et d’inspiration faisant autorité dans le processus synodal dans lequel l’Église catholique est impliquée aujourd’hui, dans son engagement à vivre une conversion et une réforme marquées par le principe de relation et de réciprocité pour la mission, comme l’affirme résolument le « Document final » de la dernière Assemblée du Synode des Évêques promulgué par le Pape François.

C’est pourquoi, la Commission Théologique Internationale invite à la Journée d’étude sur le document Jésus-Christ, Fils de Dieu, Sauveur. 1700ème anniversaire du Concile œcuménique de Nicée (325-2025), qui se tiendra le 20 mai prochain à l’auditorium S. Jean-Paul II de l’Université Pontificale Urbanienne.(https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/eventi.html).

[00430-FR.00] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

PRESS RELEASE

Publication of the Document

Jesus Christ, Son of God, Savior:

1700th Anniversary of the Ecumenical Council of Nicaea (325-2025)

of the International Theological Commission

3 April 2025

On 20 May 2025, the Christian world will commemorate the 1700th anniversary of the opening of the Council of Nicaea, which took place in Asia Minor in the year 325. This was the first ecumenical council in history, and it produced the creed that, completed by the First Council of Constantinople in 381, has become the distinctive expression of the Church’s faith in Jesus Christ. This anniversary occurs within the Jubilee Year, which is centred on the theme “Christ our Hope,” and it coincides with the common celebration of Easter by Christians of both East and West. As Pope Francis has emphasized, in this historic moment—marked by the tragedy of war along with countless anxieties and uncertainties—what is essential, most beautiful, most attractive, and also most necessary for Christians is precisely the faith in Jesus Christ proclaimed at Nicaea. Indeed, the proclamation of this faith is “the fundamental task of the Church” (Address to Participants in the Plenary Assembly of the Dicastery for the Doctrine of the Faith, 26 January 2024).

The International Theological Commission has now published an important and comprehensive document entitled, “Jesus Christ, Son of God, Savior: The 1700th Anniversary of the Ecumenical Council of Nicaea.” It aims not only to recall the nature and significance of the Council, given its great historical importance for the Church, but also to highlight the extraordinary resources that the Nicene creed, continuously professed up to our own time, contains and re-proposes, especially in view of the new phase of evangelization that the Church is presently called to undertake. The document also highlights the relevance of these resources for a responsible and shared approach to addressing the epochal changes that are impacting culture and society worldwide. For the faith professed at Nicaea makes us see the explosive and enduring newness of the coming of the Son of God among us. It encourages us to expand our hearts and minds in order to welcome and engage with the gift of this decisive insight into the meaning and direction of history in light of the God who, through his only-begotten Son, to whom he communicates the fullness of his own life, makes us participants in that life through the Incarnation, and generously bestows on all the breath of the Holy Spirit, which overcomes all barriers: a breath of freedom from selfishness, of openness to reciprocal relationships, and of communion with others.

The faith that the Council of Nicaea witnesses to and hands on is the truth of a God who, being Love, is Trinity, and who, out of love, becomes one of us in his Son. This truth is the authentic principle of fraternity between individuals and peoples, and of the transformation of history in accordance with the prayer that Jesus addressed to the Father on the eve of the supreme gift of his life for us, “that they may be one, as we are one” (Jn 17:22). The Nicene Creed thus stands at the heart of the Church’s faith as a wellspring of living water to be drawn upon also today. Through it, we can enter into Jesus’ gaze and, in him, into the gaze with which God, Abba, looks upon all his children and upon the whole of creation, starting with the least, the poor and the outcast. For the only-begotten Son of the Father—who became the “firstborn among many brothers and sisters” (Rom 8:29)—identifies with them to the point that he considers that what is done to each one of them is done to him (cf. Mt 25:40).

The document of the International Theological Commission is not intended simply to be a text of academic theology. It is offered as a valuable and timely synthesis that can positively assist growth in faith and lived witness to faith within the Christian community. As such, it seeks not only enrich participation in liturgical life with new insights and guide the People of God in their understanding and experience of the faith, but also to inspire and direct the cultural and social commitment of Christians during this challenging time of epochal change. Significantly, it was at Nicaea that the Church’s unity and mission were first expressed emblematically at a universal level (hence its designation as “ecumenical”) through the synodal experience of “journeying together,” which is proper to the Church. Nicaea thus stands as an authoritative reference point and inspiration for the synodal process in which the Catholic Church is engaged today, in her commitment to experience a conversion and reform marked by the principle of relationship and reciprocity for mission, as the Final Document of the last Assembly of the Synod of Bishops, issued by Pope Francis, vigorously affirms.

The International Theological Commission therefore extends an invitation to attend the Study Day on the document, “Jesus Christ, Son of God, Savior: The 1700th Anniversary of the Ecumenical Council of Nicaea (325-2025),” to be held on 20 May 2025 at the “Saint John Paul II” Auditorium of the Pontifical Urbaniana University. (For more information, see: https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione teologica/storia/eventi.html).

[00430 -EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

PRESSEMITTEILUNG

Veröffentlichung des Dokumentes der Internationalen Theologischen Kommission

Jesus Christus, Sohn Gottes, Erlöser.

1700 Jahre Ökumenisches Konzils von Nizäa (325-2025)

3. April 2025

Am kommenden 20. Mai – nach 1700 Jahren – gedenkt die christliche Welt der Eröffnung des Konzils von Nizäa in Kleinasien im Jahre 325. Es ist das erste Ökumenische Konzil der Geschichte. Aus ihm ging das Glaubensbekenntnis hervor, das nach seiner Vervollständigung auf dem Konzil von Konstantinopel im Jahr 381 zum Ausweis des von der Kirche bekundeten Glaubens an Jesus Christus wurde. Das Jubiläum fällt in das laufende Heilige Jahr, das unter dem Motto „Christus, unsere Hoffnung“ steht und in dem alle Christen im Osten und im Westen am gleichen Termin das Osterfest begehen. Im Übrigen ist – wie Papst Franziskus betont hat – in einem historischen Moment, wie wir ihn erleben, der von der Tragödie des Krieges und zahllosen Ängsten und Unsicherheiten geprägt ist, das Wesentliche für die Christen, das Schönste, Anziehendste und zugleich Notwendigste gerade der in Nizäa verkündete Glaube an Jesus Christus: »Das ist die Hauptaufgabe der Kirche« (Ansprache an die Teilnehmer der Vollversammlung des Dikasteriums für die Glaubenslehre, 26. Januar 2024).

Die Internationale Theologische Kommission (ITK) veröffentlicht ein wichtiges und ausführliches Dokument mit dem Titel Jesus Christus, Sohn Gottes, Erlöser. 1700 Jahre Ökumenisches Konzil von Nizäa. Sein Ziel besteht nicht nur darin, den Gehalt und die Bedeutung dieses Konzils in Erinnerung zu rufen, das in der Geschichte der Kirche zweifellos von zentraler Bedeutung ist. Es will zugleich den außerordentlichen Gehalt herausstellen, den dieses bis heute gültige Glaubensbekenntnis bewahrt und als Ansporn für die neue Etappe der Evangelisierung, zu der die Kirche gerufen ist, bereithält. Gleichzeitig soll die beachtliche Relevanz dieser Ressource für eine verantwortungsvolle und gemeinsame Gestaltung der Zeitenwende hervorgehoben werden, welche die Kultur und Gesellschaft weltweit betrifft. In der Tat öffnet uns der in Nizäa bekundete Glaube die Augen für das aufbrechende und fortdauernde Neue, das sich mit dem Kommen des Sohnes Gottes in unsere Mitte ereignet hat. Und er drängt uns, unsere Herzen und unseren Verstand zu weiten, um das Geschenk dieses entscheidenden Blicks auf den Sinn und die Bestimmung der Geschichte anzunehmen und weiterzugeben: im Lichte jenes Gottes, der auch uns durch die Menschwerdung seines eingeborenen Sohnes, dem er die Fülle seines eigenen Lebens mitgeteilt hat, an dieser teilhaben lässt, indem er großzügig und ohne jemanden auszuschließen über allen den Odem verströmt, der von Selbstsucht befreit, der in der Offenheit füreinander Beziehung schafft und über alle Schranken hinweg Gemeinschaft des Heiligen Geistes schenkt.

Die Wahrheit eines Gottes, der, da er Liebe ist, dreifaltig ist und sich im Sohn aus Liebe zu einem von uns macht – dies ist der Glaube, den das Konzil von Nizäa bezeugt und überliefert –, ist das authentische Prinzip von Geschwisterlichkeit zwischen den Menschen und den Völkern und der Verwandlung der Geschichte im Lichte jenes Gebets, das Jesus unmittelbar vor der Hingabe seines Lebens für uns an den Vater gerichtet hat: „Vater, sie sollen eins sein, wie wir eins sind“ (vgl. Joh 17, 22-23). Das Glaubensbekenntnis von Nizäa bildet daher im Herzen des Glaubens der Kirche eine Quelle lebendigen Wassers, aus der wir auch heute schöpfen können, um in den Blick Jesu und so in den Blick Gottes, des Abba, zu treten, den er für alle seine Söhne und Töchter und die gesamte Schöpfung hat. Angefangen bei den Kleinsten, den Ärmsten und den Ausgestoßenen, mit denen sich der eingeborene Sohn des Vaters, der „der Erstgeborene unter vielen Brüdern“ geworden ist (vgl. Röm 8,29) identifiziert hat, bis dahin, dass er das, was man ihnen tut, so betrachtet, als habe man es ihm getan (vgl. Mt 25,40).

Das Dokument der Internationalen Theologischen Kommission will nicht lediglich ein Text akademischer Theologie sein, sondern vielmehr eine wertvolle und zu dem Anlass passende Synthese, die für die Vertiefung des Glaubens und für dessen Bezeugung im Leben der christlichen Gemeinschaft nützlich sein kann: nicht nur indem es die Teilnahme am liturgischen Leben und die Bildung des Gottesvolkes hinsichtlich des Verständnisses und der Erfahrung des Glaubens mit einem neuem Bewusstsein bereichert, sondern auch indem es Anregung und Orientierung für das kulturelle und soziale Engagement der Christen in dieser herausfordernden Epochenwende bietet. Dies gilt umso mehr, als in Nizäa erstmals die Einheit und die Sendung der Kirche auf Weltebene (daher dessen Bezeichnung als Ökumenisches Konzil) in der synodalen Form jenes gemeinsamen Unterwegsseins, das ihr eigen ist, emblematisch zum Ausdruck kamen. Auf diese Weise bildet es einen maßgeblichen Bezugs- und Inspirationspunkt in dem synodalen Prozess, in dem sich die katholische Kirche heute befindet, in ihrem Bemühen eine Bekehrung und eine Reform zu vollziehen, die durch das Prinzip der Beziehung und der Wechselseitigkeit im Hinblick auf die Mission gekennzeichnet ist, wie das von Papst Franziskus promulgierte „Schlussdokument“ der letzten Versammlung der Bischofssynode nachdrücklich bekräftigt.

Daher lädt die Internationalen Theologische Kommission zu einem Studientag über das Dokument Jesus Christus, Sohn Gottes, Erlöser. 1700 Jahre Ökumenisches Konzil von Nizäa (325-2025) ein, der am kommenden 20. Mai im Auditorium San Giovanni Paolo II der Päpstlichen Universität Urbaniana in Rom stattfinden wird (vgl. https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/eventi.html).

[00430-DE.01] [Original sprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

COMUNICADO DE PRENSA

Publicación del documento

Jesucristo, Hijo de Dios, Salvador.

1700° aniversario del Concilio Ecuménico de Nicea (325-2025)

de la Comisión Teológica Internacional

3 de abril de 2025

El próximo 20 de mayo —1700 años después— el mundo cristiano conmemora la apertura del Concilio de Nicea, en Asia Menor, celebrado en el año 325. Fue el primer Concilio ecuménico de la historia. De él surgió el Credo, que, completado por el Concilio de Constantinopla en 381, se convirtió en el documento de identidad de la fe en Jesucristo profesada por la Iglesia. El aniversario se celebra en este año jubilar, centrado en “Cristo nuestra esperanza”, y coincidiendo con la fecha de la Pascua para todos los cristianos, en Oriente y en Occidente. Al fin y al cabo —como ha subrayado el Papa Francisco—, en un momento histórico como el que vivimos, marcado por la tragedia de la guerra y por innumerables angustias e incertidumbres, lo esencial para los cristianos, lo más bello, lo más atractivo y al mismo tiempo lo más necesario, es precisamente la fe en Jesucristo proclamada en Nicea: esta es «la tarea fundamental de la Iglesia» (Discurso a los participantes en la Asamblea Plenaria del Dicasterio para la Doctrina de la Fe, 26 de enero de 2024).

La Comisión Teológica Internacional (CTI) hace público un importante y articulado documento titulado: “Jesucristo, Hijo de Dios, Salvador. 1700° aniversario del Concilio Ecuménico de Nicea (325-2025)”. Se trata no sólo de recordar el tenor y la significación del Concilio, sin duda de capital importancia en la historia de la Iglesia, sino también de sacar a la luz los extraordinarios recursos que el Credo, profesado desde entonces, conserva y relanza en la perspectiva de la nueva etapa de evangelización que la Iglesia está llamada a vivir. Al mismo tiempo, poner de relieve la apreciable pertinencia de estos recursos para una gestación responsable y compartida del cambio de época que afecta a la cultura y a la sociedad en todo el mundo. En efecto, la fe profesada en Nicea nos abre los ojos a la novedad disruptiva y permanente que se produjo con la venida entre nosotros del Hijo de Dios. Y nos impulsa a ensanchar el corazón y la mente para acoger y negociar con el don de esta mirada decisiva sobre el sentido y el destino de la historia: a la luz de ese Dios que, por medio de su Hijo unigénito, al que ha comunicado la plenitud de su propia vida, nos hace también partícipes de ella por su encarnación, sobre todos, derramando generosamente y sin exclusión el soplo de la liberación del egoísmo, de la relación en apertura recíproca y de la comunión del Espíritu Santo, más allá de toda barrera.

La verdad de un Dios que, siendo amor, es Trinidad y que en el Hijo se hace uno de nosotros por amor —esta es la fe que testimonia y transmite el Concilio de Nicea— es el principio auténtico de la fraternidad entre las personas y los pueblos, y de la transformación de la historia a la luz de la oración que Jesús dirigió al Padre en la inminencia del don supremo de su vida por nosotros: «Padre, que todos sean uno, como tú y yo somos uno» (cf. Jn 17,22). El Credo de Nicea constituye, por tanto, en el corazón de la fe de la Iglesia, una fuente de agua viva de la que beber también hoy para entrar en la mirada de Jesús y, en Él, en la mirada que Dios, el Abbá, tiene sobre todos sus hijos y sobre toda la creación. Empezando por los más pequeños, los más pobres y desechados, con los que el Hijo unigénito del Padre, que se hizo a sí mismo “primogénito entre muchos hermanos” (cf. Rm 8,29), se identificó hasta el punto de considerar hecho a sí mismo lo que fue hecho a cada uno de ellos (cf. Mt 25,40).

El documento de la CTI no pretende ser un simple texto de teología académica, sino que se propone como una valiosa y oportuna síntesis que puede acompañar provechosamente la profundización de la fe y su testimonio en la vida de la comunidad cristiana: no sólo enriqueciendo la participación en la vida litúrgica y la formación del Pueblo de Dios en la comprensión y vivencia de la fe con nueva conciencia, sino también estimulando y orientando el compromiso cultural y social de los cristianos en este desafiante punto de inflexión epocal. Tanto más cuanto que en Nicea, por primera vez, la unidad y la misión de la Iglesia se expresaron de modo emblemático a nivel universal (de ahí su calificación de Concilio ecuménico) en la forma sinodal de ese caminar juntos que le es propio. De ese modo, se constituye como un punto de referencia e inspiración autorizada en el proceso sinodal en el que hoy está inmersa la Iglesia católica, en su empeño por vivir una conversión y reforma marcadas por el principio de relación y reciprocidad para la misión, como afirma vigorosamente el “Documento Final” de la última Asamblea del Sínodo de los Obispos promulgado por el Papa Francisco.

Por ello, la CTI le invita a la Jornada de estudio sobre el documento Jesucristo, Hijo de Dios, Salvador. 1700º aniversario del Concilio Ecuménico de Nicea (325-2025), que se celebrará el próximo 20 de mayo en el Auditorio “San Juan Pablo II” de la Pontificia Universidad Urbaniana.

(https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/eventi.html).

[00430-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

COMUNICADO À IMPRENSA

Publicação do documento

Jesus Cristo, Filho de Deus, Salvador.

1700° aniversário do Concílio Ecumênico de Niceia (325-2025)

da Comissão Teológica Internacional

3 de abril de 2025

No próximo dia 20 de maio – há 1700 anos de distância – o mundo cristão faz memória da abertura do Concílio de Niceia, na Ásia Menor, celebrado em 325. É o primeiro Concílio ecumênico da história. Dele proveio o Credo que, completado pelo Concílio de Constantinópolis de 381, tornou-se a carta de identidade da fé em Jesus Cristo, professada pela Igreja. O aniversário recorre neste ano jubilar, centrado sobre “Cristo nossa esperança”, e em concomitância com a coincidência da data da Páscoa para todos os cristãos, no Oriente e no Ocidente. Ademais – como sublinhou Papa Francisco – em um momento histórico como aquele que vivemos, marcado pela tragédia da guerra e por inumeráveis inquietudes e incertezas, o essencial para os cristãos, a coisa mais bela, a mais atraente e ao mesmo tempo a mais necessária, é propriamente a fé em Jesus Cristo proclamada em Niceia: é esta «a tarefa fundamental da Igreja» (Discurso aos participantes da Assembléia plenária do Dicastério para a Doutrina da Fé, 26 de janeiro de 2024).

A Comissão Teológica Internacional (CTI) torna público um importante e articulado documento, com o título: Jesus Cristo, Filho de Deus, Salvador. 1700° aniversário do Concílio Ecumênico de Niceia. O objetivo não é somente aquele de reevocar o teor e o significado do Concílio, sem dúvida de capital importância na história da Igreja, mas de trazer à luz os extraordinários recursos que o Credo, desde então e até hoje professado, conserva e relança na perspectiva da nova etapa da evangelização que a Igreja é chamada a viver e colocando, ao mesmo tempo, em relevo a apreciável relevância de tais recursos para uma gestão responsável e partilhada da mudança de época que interessa, em nível mundial, a cultura e a sociedade. A fé professada em Niceia abre o olhar para a novidade impelente e permanente acontecida com a vinda do Filho de Deus entre nós e leva a dilatar o coração e a mente para acolher e transmitir o dom deste olhar decisivo sobre o sentido e sobre o destino da história: na luz daquele Deus que mediante o Filho unigênito, ao qual comunicou a plenitude da sua própria vida, torna-nos também dela participantes mediante a Encarnação, derramando sobre todos, com generosidade e sem exclusões, o sopro do Espírito Santo de libertação do egoísmo, de relações na recíproca apertura e de comunhão, para além de toda barreira.

A verdade de um Deus que, sendo amor, é Trindade, e que no Filho se faz um de nós por amor – fé que o Concílio de Niceia testemunha e transmite – é o princípio autêntico da fraternidade entre as pessoas e os povos e da transformação da história à luz da oração que Jesus dirigiu ao Pai na iminência do dom supremo da sua vida por nós: «Pai, que todos sejam um, como nós somos um» (cf. Jo 17, 22). O Credo de Niceia constitui então, no coração da fé da Igreja, uma fonte de água viva da qual se pode beber ainda hoje para entrar no olhar de Jesus e, nele, no olhar que Deus, o Abbá, tem sobre todos os seus filhos e sobre a criação inteira, começando pelos mais pequeninos, pobres e descartados, com os quais o Filho unigênito do Pai, que se fez «primogênito entre muitos irmãos» (cf. Rm 8, 29), identificou-se ao ponto de considerar feito a si quanto feito a cada um deles (cf. Mt 25, 40).

O documento da CTI não deseja pois ser um simples texto de teologia acadêmica, mas se propõe como uma síntese preciosa e tempestiva que pode utilmente acompanhar o aprofundamento da fé e o seu testemunho na vida da comunidade cristã: não só enriquecendo de nova consciência a participação na vida litúrgica e a formação à inteligência e à experiência da fé do Povo de Deus, mas também estimulando e orientando o empenho cultural e social dos cristãos neste desafiante momento epocal. Tanto mais que em Niceia, pela primeira vez, a unidade e a missão da Igreja foram expressas de modo emblemático em nível universal (daqui a sua qualificação de Concílio ecumênico) na forma sinodal daquele caminhar juntos que lhe é própria, constituindo-se assim como um ponto de referência e de inspiração importante no processo sinodal em que a Igreja Católica é imersa hoje, no seu esforço para viver uma conversão e uma reforma marcadas pelo princípio da relação e da reciprocidade para a missão, como afirma com vigor o Documento final da última Assembleia do Sínodo dos Bispos, promulgado pelo Papa Francisco.

Portanto, a CTI convida para a Jornada de estudo sobre o documento Jesus Cristo, Filho de Deus, Salvador. 1700° aniversário do Concílio Ecumênico de Niceia (325-2025), que acontecerá no próximo 20 de maio, no Auditorium “São João Paulo II” da Pontifícia Universidade Urbaniana.

(https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/ eventi.html).

[00430-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

KOMUNIKAT PRASOWY

Publikacja dokumentu

Jezus Chrystus, Syn Boży, Zbawiciel.

1700. rocznica Soboru Powszechnego w Nicei (325-2025)

Międzynarodowej Komisji Teologicznej

3 kwietnia 2025 r.

W dniu 20 maja bieżącego roku – po 1700 latach – świat chrześcijański upamiętni otwarcie Soboru Nicejskiego, który odbył się w Azji Mniejszej w 325 r. Jest to pierwszy Sobór powszechny w historii. Z tego Soboru pochodzi Credo, które dopełnione przez Sobór Konstantynopolitański w 381 r. stało się dowodem tożsamości wiary w Jezusa Chrystusa, wyznawanej przez Kościół. Rocznica ta przypada w tym Roku Jubileuszowym, którego centrum stanowi „Chrystus nasza nadzieja” i zbiega się z datą Wielkanocy dla wszystkich chrześcijan, zarówno na Wschodzie, jak i na Zachodzie. Ponadto – jak podkreślił Papież Franciszek – w momencie historycznym, w jakim żyjemy, naznaczonym tragedią wojny oraz niezliczonymi lękami i niepewnościami, rzeczą istotną dla chrześcijan, najpiękniejszą, najbardziej pociągającą i jednocześnie najbardziej konieczną, jest właśnie wiara w Jezusa Chrystusa proklamowana w Nicei: jest to „podstawowe zadanie Kościoła” (Przemówienie do uczestników Zgromadzenia Plenarnego Dykasterii Nauki Wiary, 26 stycznia 2024 r.).

Międzynarodowa Komisja Teologiczna (ITC) publikuje ważny i szczegółowy dokument zatytułowany: Jezus Chrystus, Syn Boży, Zbawiciel. 1700. rocznica Soboru Powszechnego w Nicei (325-2025). Jego celem jest nie tylko przypomnienie treści i znaczenia Soboru – niewątpliwie mającego istotne znaczenie w dziejach Kościoła – ale także ukazanie niezwykłego bogactwa, jakie Credo, wyznawane od tamtego czasu aż po dziś dzień, zachowuje i na nowo otwiera w perspektywie nowego etapu ewangelizacji, do którego Kościół jest powołany. Podkreśla on również znaczącą wagę tych zasobów dla odpowiedzialnego i wspólnego rozwoju epokowej zmiany, która wpływa na kulturę i społeczeństwo na poziomie globalnym. W rzeczywistości wiara wyznana w Nicei otwiera nasze spojrzenie na przełomową i trwałą nowość, która pojawiła się wraz z przyjściem pośród nas Syna Bożego. I skłania nas do poszerzenia naszych serc i umysłów, abyśmy mogli przyjąć i wymienić się darem tego przełomowego spojrzenia na sens i bieg historii: w świetle tego Boga, który przez swego Jednorodzonego Syna, któremu przekazał pełnię własnego życia, czyni nas również jego uczestnikami przez Jego wcielenie, wylewając na wszystkich, hojnie i bez wyjątku, tchnienie wyzwolenia z egoizmu, tchnienie relacji we wzajemnej otwartości i komunii Ducha Świętego, ponad wszelkimi barierami.

Prawda o Bogu, który będąc miłością, jest Trójcą i który w Synu staje się jednym z nas z miłości – to jest wiara, której Sobór Nicejski daje świadectwo i którą przekazuje – jest autentyczną zasadą braterstwa między osobami i narodami, a także przemiany historii w świetle modlitwy, którą Jezus skierował do Ojca w przededniu największego daru swego życia dla nas: „Ojcze, spraw, aby wszyscy stanowili jedno, jak Ja i Ty stanowimy jedno” (por. J 17, 22). Credo nicejskie stanowi zatem, w sercu wiary Kościoła, źródło wody żywej, z którego możemy czerpać także dzisiaj, by zanurzyć się w spojrzeniu Jezusa, a w Nim w spojrzeniu, jakim Bóg, Abbà, ogarnia wszystkie swoje dzieci i całe stworzenie. Zaczynając od najmniejszych, najuboższych i najbardziej odrzuconych, z którymi Jednorodzony Syn Ojca, który stał się „pierworodnym między wielu braćmi” (por. Rz 8, 29), utożsamił się do tego stopnia, że to, co zostało uczynione każdemu z nich, uważał za uczynione sobie samemu (por. Mt 25, 40).

Dokument Międzynarodowej Komisji Teologicznej nie jest zwykłym tekstem teologii akademickiej, ale raczej cenną i aktualną syntezą, która może z pożytkiem towarzyszyć pogłębianiu wiary i jej świadectwu w życiu wspólnoty chrześcijańskiej: nie tylko wzbogacając nową świadomością uczestnictwo w życiu liturgicznym i formację rozumienia i doświadczenia wiary Ludu Bożego, ale także pobudzając i ukierunkowując kulturalne i społeczne zaangażowanie chrześcijan w tym trudnym epokowym przełomie. Tym bardziej, że w Nicei, po raz pierwszy, jedność i misja Kościoła zostały wyrażone w sposób symboliczny na poziomie uniwersalnym (stąd określenie Soboru jako powszechnego), w synodalnej formie owego wspólnego podążania, które jest dla niego właściwe. Stając się w ten sposób autorytatywnym punktem odniesienia i inspiracją w procesie synodalnym, w którym uczestniczy dziś Kościół Katolicki, w swoim zaangażowaniu na rzecz przeżycia nawrócenia i reformy naznaczonej zasadą relacji i wzajemności dla misji, jak dobitnie stwierdza „Dokument końcowy” ostatniego Zgromadzenia Synodu Biskupów, ogłoszony przez Papieża Franciszka.

Dlatego Międzynarodowa Komisja Teologiczna zaprasza na Dzień Studiów nad dokumentem Jezus Chrystus, Syn Boży, Zbawiciel. 1700. rocznica Soboru Powszechnego w Nicei (325-2025), który odbędzie się dnia 20 maja w Audytorium „Św. Jana Pawła II” Papieskiego Uniwersytetu Urbaniana.

(https://www.doctrinafidei.va/it/commissioni-collegate/commissione-teologica/storia/eventi.html).

[00430-PL.01] [Testo originale: Italiano]


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