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Messaggio del Santo Padre Francesco ai Vescovi, ai Presbiteri e ai Diaconi, alle Persone Consacrate e ai Fedeli Laici nel Cinquantesimo Anniversario della Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» Ministeria quaedam di San Paolo VI, 24.08.2022


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua araba

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai Vescovi, ai Presbiteri e ai Diaconi, alle Persone Consacrate e ai Fedeli Laici nel Cinquantesimo Anniversario della Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» Ministeria quaedam di San Paolo VI:

Messaggio del Santo Padre

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AI VESCOVI, AI PRESBITERI E AI DIACONI,

ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI

NEL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO

DELLA LETTERA APOSTOLICA

IN FORMA DI «MOTU PROPRIO»

MINISTERIA QUAEDAM

DI SAN PAOLO VI

1. La ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Lettera apostolica in forma di «Motu Proprio» Ministeria quaedam di san Paolo VI [AAS 64 (1972) 529-534], ci offre l’opportunità di tornare a riflettere sul tema dei ministeri. Nel contesto fecondo ma non privo di tensioni seguito al Concilio Vaticano II, questo documento ha offerto alla Chiesa una significativa riflessione che non ha avuto il solo risultato di rinnovare la disciplina riguardante la prima tonsura, gli ordini minori e il suddiaconato nella Chiesa latina – come dichiarato nel titolo – ma ha offerto alla Chiesa una importante prospettiva che ha avuto la forza di ispirare ulteriori sviluppi.

2. Alla luce di quella scelta e dei motivi che l’hanno sostenuta sono da comprendere le due recenti Lettere apostoliche in forma di «Motu Proprio» con le quali sono intervenuto sul tema dei ministeri istituiti. La prima, Spiritus Domini, del 10 gennaio 2021, ha modificato il can. 230 §1 del Codice di Diritto Canonico circa l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato. La seconda, Antiquum ministerium, del 10 maggio 2021, ha istituito il ministero di Catechista. Questi due interventi non devono essere interpretati come un superamento della dottrina precedente, ma come un ulteriore sviluppo reso possibile perché fondato sugli stessi principi – coerenti con la riflessione del Concilio Vaticano II – che hanno ispirato Ministeria quaedam. Il modo migliore per celebrare l’odierno significativo anniversario è proprio quello di continuare ad approfondire la riflessione sui ministeri che san Paolo VI ha avviato.

3. Il tema è di fondamentale importanza per la vita della Chiesa: infatti, non esiste comunità cristiana che non esprima ministeri. Le lettere paoline, e non solo, lo testimoniano ampiamente. Quando – per cogliere un esempio tra i tanti possibili – l’apostolo Paolo si rivolge alla Chiesa che è in Corinto, l’immagine che le sue parole tratteggiano è quella di una comunità ricca di carismi (1Cor 12,4), di ministeri (1Cor 12,5), di attività (1Cor 12,6), di manifestazioni (1Cor 12,7) e di doni dello Spirito (1Cor 14,1.12.37). La varietà dei termini usati descrive una ministerialità diffusa, che va organizzandosi sulla base di due fondamenti certi: all’origine di ogni ministero vi è sempre Dio che con il suo Santo Spirito opera tutto in tutti (cfr. 1Cor 12,4-6); la finalità di ogni ministero è sempre il bene comune (cfr. 1Cor 12,7), l’edificazione della comunità (cfr. 1Cor 14,12). Ogni ministero è una chiamata di Dio per il bene della comunità.

4. Questi due fondamenti permettono alla comunità cristiana di organizzare la varietà dei ministeri che lo Spirito suscita in relazione alla concreta situazione che essa vive. Tale organizzazione non è un fatto meramente funzionale ma è, piuttosto, un attento discernimento comunitario, nell’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce alla Chiesa, in un luogo concreto e nel momento presente della sua vita. Di questo discernimento abbiamo esempi illuminanti negli Atti degli Apostoli, proprio a proposito di strutture ministeriali, vale a dire il gruppo dei Dodici, dovendo provvedere alla sostituzione di Giuda (At 1,15-26), e quello dei Sette, dovendo risolvere una tensione comunitaria che si era venuta a creare (At 6,1-6). Ogni struttura ministeriale che nasce da questo discernimento è dinamica, vivace, flessibile come l’azione dello Spirito: in essa deve radicarsi sempre più profondamente per non rischiare che la dinamicità diventi confusione, la vivacità si riduca a improvvisazione estemporanea, la flessibilità si trasformi in adattamenti arbitrari e ideologici.

5. San Paolo VI, applicando gli insegnamenti conciliari, ha operato in Ministeria quaedam un vero discernimento ed ha indicato la direzione per poter proseguire il cammino. Infatti, accogliendo le istanze di non pochi Padri conciliari, ha rivisto la prassi in vigore adattandola alle esigenze di quel momento, ed ha riconosciuto alle Conferenze Episcopali la possibilità di chiedere alla Sede Apostolica l’istituzione di quei ministeri ritenuti necessari o molto utili nelle loro regioni. Anche la preghiera di ordinazione del vescovo, nella parte delle intercessioni, indica tra i suoi compiti principali, quello di organizzare i ministeri: «… disponga i ministeri della Chiesa secondo la tua volontà …» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25: «… ut distribuat munera secundum præceptum tuum …»).

6. I principi sopra ricordati, ben radicati nel Vangelo e inseriti nel contesto più ampio dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II, sono il comune fondamento che permette di individuare, stimolati dall’ascolto della concretezza della vita delle comunità ecclesiali, quali siano i ministeri che qui e ora edificano la Chiesa. L’ecclesiologia di comunione, la sacramentalità della Chiesa, la complementarietà del sacerdozio comune e del sacerdozio ministeriale, la visibilità liturgica di ogni ministero sono i principi dottrinali che, animati dall’azione dello Spirito, rendono armonica la varietà dei ministeri.

7. Se la Chiesa è il corpo di Cristo, tutto il servire (ministrare) del Verbo incarnato deve pervadere le sue membra, ciascuna delle quali – a motivo della sua unicità che risponde ad una personale chiamata di Dio – manifesta un tratto del volto di Cristo servo: l’armonia del loro agire mostra al mondo la bellezza di lui che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). La preghiera di ordinazione dei diaconi ha una significativa espressione per descrivere la varietà nell’unità: «Per opera dello Spirito Santo tu hai formato la Chiesa, corpo del Cristo, varia e molteplice nei suoi carismi, articolata e compatta nelle sue membra …» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: «Cuius corpus, Ecclesiam tuam, cælestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam …»).

8. La questione dei ministeri battesimali tocca diversi aspetti che vanno certamente considerati: la terminologia usata per indicare i ministeri, la loro fondazione dottrinale, gli aspetti giuridici, le distinzioni e le relazioni tra i singoli ministeri, la loro valenza vocazionale, i percorsi formativi, l’evento istitutivo che abilita all’esercizio di un ministero, la dimensione liturgica di ogni ministero. Anche solo da questo sommario elenco, ci si rende conto della complessità del tema: Certamente occorre continuare ad approfondire la riflessione su tutti questi nuclei tematici: tuttavia, se dovessimo pretendere di definirli e di risolverli per poter poi vivere la ministerialità, molto probabilmente non riusciremmo a fare molta strada. Come ho ricordato in Evangelii gaudium (nn. 231-233) la realtà è superiore all’idea e “tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà” (n. 231).

Anche l’altro principio che ho ricordato, seppur in altro contesto, in Evangelii gaudium (n. 222), può esserci di aiuto: il tempo è superiore allo spazio. Più che l’ossessione dei risultati immediati nel risolvere tutte le tensioni e chiarire ogni aspetto, rischiando così di cristallizzare i processi e, a volte, di pretendere di fermarli (cfr. Evangelii gaudium n. 223), dobbiamo assecondare l’azione dello Spirito del Signore, risorto e asceso al cielo, il quale “ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,11-13).

9. È lo Spirito che facendoci partecipi, in modi distinti e complementari, del sacerdozio di Cristo, rende tutta la comunità ministeriale, per costruire il suo corpo ecclesiale. Lo Spirito opera negli spazi che il nostro ascolto obbediente rende disponibili alla sua azione. Ministeria quaedam ha aperto la porta al rinnovamento dell’esperienza della ministerialità dei fedeli, rinati dall’acqua del battesimo, confermati dal sigillo dello Spirito, nutriti dal Pane vivo disceso dal cielo.

10. Per poter ascoltare la voce dello Spirito e non arrestare il processo – facendo attenzione a non volerlo forzare imponendo scelte che sono frutto di visioni ideologiche – ritengo che sia utile la condivisione, tanto più nel clima del cammino sinodale, delle esperienze di questi anni. Esse possono offrire indicazioni preziose per arrivare ad una visione armonica della questione dei ministeri battesimali e proseguire così nel nostro cammino. Per questo motivo desidero nei prossimi mesi, nelle modalità che verranno definite, avviare un dialogo sul tema con le Conferenze Episcopali per poter condividere la ricchezza delle esperienze ministeriali che in questi cinquant’anni la Chiesa ha vissuto sia come ministeri istituiti (lettori, accoliti e, solo recentemente, catechisti) sia come ministeri straordinari e di fatto.

11. Affido alla protezione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, il nostro cammino. Custodendo nel suo grembo il Verbo fatto carne, Maria porta in sé il ministero del Figlio, al quale viene resa partecipe nel modo che le è proprio. Anche in questo è icona perfetta della Chiesa, che nella varietà dei ministeri custodisce il ministero di Gesù Cristo, partecipando al suo sacerdozio, ciascun membro nel modo che gli è proprio.

Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 15 agosto 2022, solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, anno decimo del mio Pontificato.

FRANCESCO

[01237-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

MESSAGE

DU SAINT-PÈRE

FRANÇOIS

AUX ÉVÊQUES, AUX PRÊTRES ET AUX DIACRES,

AUX PERSONNES CONSACRÉES ET AUX FIDÈLES LAÏCS

POUR LE CINQUANTIÈME ANNIVERSAIRE

DE LA LETTRE APOSTOLIQUE

EN FORME DE «MOTU PROPRIO»

MINISTERIA QUAEDAM

DE SAINT PAUL VI

1. La célébration du cinquantième anniversaire de la Lettre apostolique en forme de «Motu Proprio» Ministeria quaedam de saint Paul VI [AAS 64 (1972) 529-534] nous offre l’occasion de réfléchir à nouveau sur le thème des ministères. Dans le contexte fécond mais non exempt de tensions qui ont suivi le Concile Vatican II, ce document a offert à l’Église une réflexion significative qui n’a pas eu pour seul résultat de renouveler la discipline concernant la première tonsure, les ordres mineurs et le sous-diaconat dans l’Église latine – comme déclaré dans le titre – mais il a offert à l’Église une prospective importante qui a eu la force d’inspirer d’autres développements.

2. A la lumière de ce choix et des motifs qui l’ont soutenu, il faut comprendre les deux récentes Lettres apostoliques en forme de «Motu Proprio» avec lesquelles je suis intervenu sur le thème des ministères institués. La première, Spiritus Domini, du 10 janvier 2021, a modifié le can. 230 §1 du Code de Droit Canonique sur l’accès des personnes de sexe féminin au ministère institué du Lectorat et de l’Acolytat. La deuxième, Antiquum ministerium, du 10 mai 2021, a institué le ministère de Catéchiste. Ces deux interventions ne doivent pas être interprétées comme un dépassement de la doctrine précédente, mais comme un développement ultérieur possible parce que fondé sur les mêmes principes – cohérents avec la réflexion du Concile Vatican II – qui ont inspiré Ministeria quaedam. La meilleure façon de célébrer l’anniversaire significatif d’aujourd’hui est de continuer à approfondir la réflexion sur les ministères que saint Paul VI a initiée.

3. Le thème est d’une importance fondamentale pour la vie de l’Église: en effet, il n’existe pas de communauté chrétienne qui ne vive des ministères. Les lettres pauliniennes, et pas seulement elle, en témoignent amplement. Lorsque – pour prendre un exemple parmi tant d’autres possibles – l’Apôtre Paul s’adresse à l’Église qui est à Corinthe, l’image que ses paroles dépeignent est celle d’une communauté riche de charismes (1 Co 12, 4), de ministères (1 Co 12, 5), d’activités (1 Co 12, 6), de manifestations (1 Co 12, 7) et de dons de l’Esprit (1 Co 14, 1.12.37). La variété des termes utilisés décrit une ministérialité répandue, qui s’organise sur la base de deux fondements sûrs: à l’origine de chaque ministère, il y a toujours Dieu qui, avec son Esprit Saint, opère tout en tous (cf. 1 Co 12, 4-6); la finalité de tout ministère est toujours le bien commun (cf. 1 Co 12, 7), l’édification de la communauté (cf. 1 Co 14, 12). Tout ministère est un appel de Dieu pour le bien de la communauté.

4. Ces deux fondements permettent à la communauté chrétienne d’organiser la variété des ministères que l’Esprit suscite par rapport à la situation concrète qu’elle vit. Une telle organisation n’est pas un fait purement fonctionnel, mais plutôt, un discernement communautaire attentif, dans l’écoute de ce que l’Esprit suggère à l’Église, en un lieu concret et dans le moment présent de sa vie. Nous avons des exemples lumineux de ce discernement dans les Actes des Apôtres, à propos justement des structures ministérielles: c’est à dire le groupe des Douze, devant pourvoir au remplacement de Judas (Ac 1, 15-26), et celui des Sept, devant résoudre une tension communautaire qui s’était créée (Ac 6, 1-6). Toute structure ministérielle qui naît de ce discernement est dynamique, vive, flexible comme l’action de l’Esprit: elle doit s’enraciner toujours plus profondément en lui pour ne pas risquer que la dynamique devienne confusion, que la vivacité se réduise à une improvisation, que la flexibilité se transforme en adaptations arbitraires et idéologiques.

5. Saint Paul VI, en appliquant les enseignements conciliaires, a opéré dans Ministeria quaedam un vrai discernement et a indiqué la direction afin de poursuivre le chemin. En effet, accueillant les instances de nombreux Pères conciliaires, il a revu la pratique en vigueur en l’adaptant aux exigences du moment, et il a reconnu aux Conférences Épiscopales la possibilité de demander au Siège Apostolique l’institution de ces ministères jugés nécessaires ou très utiles dans leurs régions. La prière d’ordination de l’évêque, dans la partie des intercessions, indique aussi parmi ses tâches principales, celle d’organiser les ministères: «... qu’il répartisse les ministères comme tu l’as disposé toi-même ...» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25: «... ut distribuat munera secundum præceptum tuum ...»).

6. Les principes rappelés ci-dessus, bien enracinés dans l’Évangile et insérés dans le contexte plus large de l’ecclésiologie du Concile Vatican II, sont le fondement commun permettant d’identifier, stimulés par l’écoute de la vie concrète des communautés ecclésiales, quels sont les ministères qui, ici et maintenant, édifient l’Église. L’ecclésiologie de communion, le caractère sacramentel de l’Église, la complémentarité du sacerdoce commun et du sacerdoce ministériel, la visibilité liturgique de chaque ministère sont les principes doctrinaux qui, habités par l’Esprit, rendent harmonieuse la diversité des ministères.

7. Si l’Église est le Corps du Christ, tout le service (ministrare) du Verbe incarné doit traverser ses membres, chacun d’entre eux – en raison de son unicité qui répond à un appel personnel de Dieu – manifestant un trait du visage du Christ serviteur: l’harmonie de leur action montre au monde la beauté de celui qui «n’est pas venu pour être servi, mais pour servir, et donner sa vie en rançon pour la multitude» (Mc 10, 45). La prière d’ordination des diacres a une expression significative pour décrire la variété dans l’unité: «Tu construis ton Église, qui est le Corps du Christ, par les dons infiniment variés de ta grâce: tu veux que chacun de ses membres ait une fonction particulière, et que tous contribuent, par l’Esprit Saint, à l’unité de cet ensemble admirable…» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: «Cuius corpus, Ecclesiam tuam, cælestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam …»).

8. La question des ministères baptismaux touche plusieurs aspects qu’il faut certainement considérer: la terminologie utilisée pour indiquer les ministères, leur fondement doctrinal, les aspects juridiques, les distinctions et les relations entre les différents ministères, leur valeur vocationnelle, les parcours de formation, l’événement qui habilite à l’exercice d’un ministère, la dimension liturgique de chaque ministère. À partir seulement de cette liste sommaire, on se rend compte de la complexité du thème. Certainement il convient de continuer à approfondir la réflexion sur tous ces noyaux thématiques. Cependant, si nous devions prétendre les définir et les résoudre pour pouvoir ensuite vivre la ministérialité, nous ne pourrions probablement pas aller loin. Comme je l’ai rappelé dans Evangelii gaudium (n. 231-233), la réalité est supérieure à l’idée et «entre les deux il faut instaurer un dialogue permanent, en évitant que l’idée finisse par être séparée de la réalité» (n. 231).

L’autre principe que j’ai rappelé, bien que dans un autre contexte, dans Evangelii gaudium (n. 222), peut aussi nous aider: le temps est supérieur à l’espace. Plus que l’obsession des résultats immédiats dans la résolution de toutes les tensions et la clarification de chaque aspect, risquant ainsi de cristalliser les processus et, parfois, de les arrêter (cf. Evangelii gaudium, n. 223), nous devons soutenir l’action de l’Esprit du Seigneur, ressuscité et monté au ciel, lequel «a donné aux uns d’être apôtres, à d’autres d’être prophètes, ou encore évangélistes, ou bien pasteurs et docteurs, organisant ainsi les saints pour l’œuvre du ministère, en vue de la construction du Corps du Christ, au terme de laquelle nous devons parvenir, tous ensemble, à ne faire plus qu’un dans la foi et la connaissance du Fils de Dieu, et à constituer cet Homme parfait, dans la force de l’âge, qui réalise la plénitude du Christ» (Ep 4, 11-13).

9. C’est l’Esprit qui, en nous faisant participer, de manières distinctes et complémentaires, au sacerdoce du Christ, rend toute la communauté ministérielle, pour construire son corps ecclésial. L’Esprit œuvre dans les espaces que notre écoute obéissante rend disponibles à son action. Ministeria quaedam a ouvert la porte au renouvellement de l’expérience de la ministérialité des fidèles, nés à nouveau de l’eau du baptême, confirmés par le sceau de l’Esprit, nourris par le Pain vivant descendu du ciel.

10. Pour pouvoir écouter la voix de l’Esprit et ne pas arrêter le processus – en veillant à ne pas le forcer par l’imposition de choix qui sont le fruit de visions idéologiques – je considère qu’il est utile de partager, encore plus dans le climat du chemin synodal, les expériences de ces années. Celles-ci peuvent offrir des indications précieuses pour arriver à une vision harmonieuse de la question des ministères baptismaux et poursuivre ainsi sur notre route. C’est pourquoi je désire dans les prochains mois, en des modalités qui seront définies, engager un dialogue sur ce thème avec les Conférences Épiscopales afin de pouvoir partager la richesse des expériences ministérielles que l’Église a vécues au cours de ces cinquante années, tant comme ministères institués (lecteurs, acolytes et, récemment, catéchistes) que comme ministères extraordinaires et de fait.

11. Je confie à la protection de la Vierge Marie, Mère de l’Église, notre marche. En gardant en son sein le Verbe fait chair, Marie porte en elle le ministère du Fils, auquel elle participe d’une manière qui lui est propre. En cela aussi, elle est l’icône parfaite de l’Église, qui, dans la variété des ministères, garde le ministère de Jésus-Christ, en faisant participer à son sacerdoce chaque membre de la manière qui lui est propre.

Donné à Rome, près de Saint-Jean-de-Latran, le 15 août 2022, solennité de l’Assomption de la bienheureuse Vierge Marie, la dixième année de mon Pontificat.

FRANÇOIS

[01237-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

MESSAGE OF THE HOLY FATHER

FRANCIS

TO BISHOPS, PRIEST AND DEACONS,

CONSECRATED PERSONS AND THE LAY FAITHFUL

ON THE FIFTIETH ANNIVERSARY

OF THE APOSTOLIC LETTER ISSUED “MOTU PROPRIO”

MINISTERIA QUAEDAM

OF SAINT PAUL VI

1. The fiftieth anniversary of the Apostolic Letter issued Motu Proprio Ministeria Quaedam of Saint Paul VI [AAS 64 (1972), 529-534] offers us an opportunity once more to consider the subject of ministries. In a fruitful yet at times contentious period in the wake of the Second Vatican Council, that document offered the Church a meaningful reflection that resulted in the renewal, as its title indicated, of the discipline concerning the first tonsure, the minor orders and the sub-diaconate in the Latin Church. At the same time, it opened significant perspectives capable of inspiring further developments.

2. The recent Apostolic Letters issued Motu Proprio with which I dealt with the question of instituted ministries are to be understood in the light of that decision and the reasons supporting it. The first, Spiritus Domini, of 10 January 2021, modified Canon 230 § 1 of the Code of Canon Law regarding the admittance of women to the instituted ministries of reader and acolyte. The second, Antiquum Ministerium, of 10 May 2021, instituted the ministry of Catechist. These two documents should not be seen as replacing the earlier teaching, but as further developing it based on the same principles – consistent with the reflection of the Second Vatican Council – that inspired Ministeria Quaedam. The best way to celebrate this significant anniversary is precisely to continue pursuing the reflection on the ministries undertaken by Saint Paul VI.

3. The subject is one of fundamental importance for the Church’s life. Indeed, no Christian community is without its forms of ministry. The letters of Saint Paul, among others, bear ample witness to this. When – to take but one example from the many possible – the Apostle addressed the Church in Corinth, he portrayed a community rich in charisms (1 Cor 12:4), ministries (1 Cor 12:5), activities (1 Cor 12:6), manifestations (1 Cor 12:7) and gifts of the Spirit (1 Cor 14:1.12.37). The variety of terms employed points to a broad ministerial reality being structured on two solid principles: that at the origin of every ministry there is always God, who with his Holy Spirit accomplishes everything in everyone (cf. 1 Cor 12:4-6), and that the purpose of every ministry is always the common good (v. 7), the building up of the community (14:12). Every ministry is a call from God for the benefit of the community.

4. These two basic principles enable the Christian community to organize the variety of ministries that the Spirit awakens in the light of its concrete life situation. This structuring is not merely functional but rather a careful communitarian discernment, born of listening to what the Spirit suggests to the Church in one concrete place and in the present moment of her life. We see illuminating examples of this discernment in the Acts of the Apostles, precisely with regard to ministerial structures, such as when the group of the Twelve provided for the replacement of Judas (Acts 1:15-26) and the group of the Seven had to resolve a conflict that had arisen in the community (Acts 6:1-6). Every ministerial structure born of this discernment is dynamic, living and flexible, like the working of the Spirit, and must be grounded ever more deeply in that working, lest dynamism become confusion, liveliness be reduced to extemporaneous improvisation, and flexibility turn into arbitrary ideological adaptations.

5. In Ministeria Quaedam, Saint Paul VI, applying the teachings of the Council, carried out an authentic discernment and indicated the direction to follow in pursuing the journey. Indeed, acceding to the requests of many Council Fathers, he reviewed the praxis then in force and adapted it to the needs of that moment, and likewise offered Episcopal Conferences the possibility of requesting that the Apostolic See institute those ministries considered necessary or most useful in their territories. The prayer for the ordination of a bishop, in its intercessions, indicates among his principal duties that of organizing ministries: “assigning offices according to your decree” (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typical altera, n. 47, p. 25: “ut distribuat munera secundum praeceptum tuum…”).

6. The above principles, deeply rooted in the Gospel and viewed in the broader context of the ecclesiology of the Second Vatican Council, are the common foundation that makes it possible to specify, motivated by attentiveness to the concrete life of the ecclesial communities, those ministries that here and now build up the Church. The ecclesiology of communion, the sacramentality of the Church, the complementarity of the common priesthood and the ministerial priesthood, and the liturgical visibility of each ministry are the doctrinal principles that, thanks to the prompting of the Spirit, render harmonious the variety of ministries.

7. If the Church is the Body of Christ, the spirit of service (ministrare) of the Incarnate Word must completely imbue her members, each of whom – because of his or her uniqueness, which responds to a personal calling from God – manifests one feature of the face of Christ the Servant. Their harmonious action shows to the world the beauty of the One who “came not to be served but to serve, and to give his life a ransom for many” (Mk 10:45). The prayer for the ordination of deacons uses a significant expression to describe this variety within unity: “the Church, his Body, adorned with manifold heavenly graces, drawn together in the diversity of its members, and united by a wondrous bond through the Holy Spirit…” (Pontificale Romanum. De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: “Cuius corpus, Ecclesiam tuam, caelestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam…”).

8. The question of baptismal ministries involves a number of aspects that must certainly must be taken into consideration: the terminology used to indicate ministries, their doctrinal basis, juridical aspects, the distinction and relationship between individual ministries, their vocational import, their programmes of training, the means whereby one is instituted in that ministry, the liturgical dimension of every ministry. From this summary list alone, we can see the complexity of the matter. Certainly, further reflection is demanded on all these issues. Even so, if we were to presume to define them and to resolve them before experiencing the lived reality of these ministries, it is unlikely that we would make much progress. As I noted in Evangelii Gaudium (nn. 231-233), realities are more important than ideas, and “there has to be a continuous dialogue between the two, lest ideas become detached from realities” (n. 231).

The other principle that I mentioned in Evangelii Gaudium (n. 222), albeit in a different context, can also prove helpful: time is greater than space. Instead of being obsessed with immediate results in resolving every tension and clarifying every aspect, thus running the risk of crystallizing processes and, at times, presuming to stop them (Evangelii Gaudium, 233), we should support the working of the Spirit of the Lord, risen and ascended into heaven, who gave that “some would be apostles, some prophets, some evangelists, some pastors and teachers, to equip the saints for the work of ministry, for building up the body of Christ, until all of us come to the unity of the faith and of the knowledge of the Son of God, to maturity, to the measure of the full stature of Christ” (Eph 4:11-13).

9. It is the Spirit who, by giving us in different and complementary ways a share in the priesthood of Christ, makes the entire community ministerial, for the building up of his ecclesial body. The Spirit is at work wherever our obedient listening is open to his activity. Ministeria Quaedam opened the door to a renewed experience of the ministerial reality of the faithful, reborn in the waters of baptism, confirmed by the seal of the Spirit and nourished by the living Bread come down from heaven.

10. In order to hear the voice of the Spirit and not halt the process – out of concern not to force it by imposing decisions that are the fruit of ideological visions – I consider it useful to share our experiences of these years, especially in the context of the synodal journey. These experiences can provide valuable guidance in arriving at a harmonious vision of the question of the baptismal ministries and thus persevering in our journey. For this reason, I would like in the coming months, and in ways yet to be defined, to initiate a dialogue with the Episcopal Conferences on the subject, in order to share the richness of the Church’s ministerial experiences in these past fifty years, both with instituted ministries (readers, acolytes and more recently catechists) and with extraordinary and de facto ministries.

11. I entrust our journey to the protection of the Virgin Mary, Mother of the Church. Guarding in her womb the Word made flesh, Mary bears in herself the ministry of her Son, which she shared in a way all her own. Here too, she is the perfect icon of the Church, which amid the variety of ministries preserves the ministry of Jesus Christ by sharing in his priesthood, each of her members in his or her own way.

Given in Rome, at Saint John Lateran, on 15 August 2022, the Solemnity of the Assumption of the Blessed Virgin Mary, in the tenth year of my Pontificate.

FRANCIS

[01237-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

MENSAJE

DEL SANTO PADRE

FRANCISCO

A LOS OBISPOS, A LOS PRESBÍTEROS Y A LOS DIÁCONOS, A LAS PERSONAS CONSAGRADAS Y A LOS FIELES LAICOS

EN EL QUINCUAGÉSIMO ANIVERSARIO

DE LA CARTA APOSTÓLICA

EN FORMA DE «MOTU PROPRIO»

MINISTERIA QUAEDAM

DE SAN PABLO VI

1. La conmemoración del quincuagésimo aniversario de la Carta apostólica en forma de «Motu Proprio» Ministeria quaedam de san Pablo VI [AAS 64 (1972) 529-534], nos ofrece la oportunidad de volver a reflexionar sobre el tema de los ministerios. En el contexto fecundo, aunque no exento de tensiones, que siguió al Concilio Vaticano II, este documento ofreció a la Iglesia una significativa reflexión que no tuvo como único resultado la renovación de la disciplina referente a la primera tonsura, a las órdenes menores y al subdiaconado en la Iglesia latina —como se lee en el título— sino que ha dado a la Iglesia una importante perspectiva que tuvo la fuerza de inspirar desarrollos posteriores.

2. Las dos recientes Cartas apostólicas en forma de «Motu Proprio» con las que intervine sobre el tema de los ministerios instituidos se han de comprender a la luz de esa decisión y de los motivos que la sostuvieron. La primera, Spiritus Domini, del 10 de enero de 2021, modificó el can. 230 §1 del Código de Derecho Canónico acerca del acceso de las personas de sexo femenino al ministerio instituido del Lectorado y del Acolitado. La segunda, Antiquum ministerium, del 10 de mayo de 2021, instituyó el ministerio de Catequista. Estas dos intervenciones no deben ser interpretadas como una superación de la doctrina precedente, sino como un desarrollo ulterior, que ha sido posible por estar fundado en los mismos principios —coherentes con la reflexión del Concilio Vaticano II— que inspiraron Ministeria quaedam. El mejor modo para celebrar este significativo aniversario es precisamente el de seguir profundizando en la reflexión sobre los ministerios que san Pablo VI comenzó.

3. El tema es de fundamental importancia para la vida de la Iglesia; en efecto, no existe comunidad cristiana que no genere ministerios. Las cartas paulinas, y no sólo éstas, lo testimonian ampliamente. Cuando —por tomar un ejemplo entre tantos posibles— el apóstol Pablo se dirige a la Iglesia que está en Corinto, la imagen que trazan sus palabras es la de una comunidad rica de carismas (cf. 1 Co 12,4), de ministerios (cf. 1 Co 12,5), de actividades (cf. 1 Co 12,6), de manifestaciones (cf. 1 Co 12,7) y de dones del Espíritu (cf. 1 Co 14,1.12.37). La variedad de los términos utilizados describe una ministerialidad amplia, que se va organizando sobre la base de dos fundamentos ciertos: en el origen de todo ministerio está siempre Dios que con su Espíritu Santo realiza todo en todos (cf. 1 Co 12,4-6); la finalidad de todo ministerio es siempre el bien común (cf. 1 Co 12,7) y la edificación de la comunidad (cf. 1 Co 14,12). Todo ministerio es una llamada de Dios para el bien de la comunidad.

4. Estos dos fundamentos permiten a la comunidad cristiana organizar la variedad de los ministerios que el Espíritu suscita en relación a la situación concreta que esta vive. Dicha organización no es un hecho meramente funcional sino, más bien, un atento discernimiento comunitario, que se pone a la escucha de lo que el Espíritu dice a la Iglesia, en un lugar concreto y en el momento presente de su vida. Precisamente, a propósito de estructuras ministeriales, tenemos ejemplos iluminadores de este discernimiento en los Hechos de los Apóstoles, concretamente en el grupo de los Doce, al tener que proveer a la sustitución de Judas (cf. Hch 1,15-26), y en el de los Siete, cuando deben resolver una situación que se había suscitado en la comunidad (cf. Hch 6,1-6). Toda estructura ministerial que nace de este discernimiento es dinámica, vivaz, flexible como la acción del Espíritu; debe radicarse en ella cada vez más profundamente para evitar el riesgo de que la dinamicidad se vuelva confusión, la vivacidad se reduzca a improvisación extemporánea y la flexibilidad se transforme en adaptaciones arbitrarias e ideológicas.

5. San Pablo VI, aplicando las enseñanzas conciliares, hizo en Ministeria quaedam un verdadero discernimiento e indicó la dirección para poder proseguir el camino. En efecto, acogiendo las solicitudes de no pocos Padres conciliares, revisó la praxis en vigor adaptándola a las exigencias de ese momento, y reconoció a las Conferencias Episcopales la posibilidad de pedir a la Sede Apostólica la institución de aquellos ministerios considerados necesarios y sumamente útiles en sus regiones. También la oración de ordenación del obispo, en la parte de las intercesiones, indica entre sus tareas principales, la de organizar los ministerios: «… que distribuya los ministerios y los oficios según tu voluntad …» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25: «… ut distribuat munera secundum præceptum tuum …»).

6. Los principios antes mencionados, profundamente enraizados en el Evangelio e incorporados en el contexto más amplio de la eclesiología del Concilio Vaticano II, son el fundamento común que —estimulados por la escucha de la vida concreta de las comunidades eclesiales— permite individuar cuáles son los ministerios que aquí y ahora edifican la Iglesia. La eclesiología de comunión, la sacramentalidad de la Iglesia, la complementariedad del sacerdocio común y del sacerdocio ministerial, la visibilidad litúrgica de cada ministerio son los principios doctrinales que, animados por la acción del Espíritu, hacen armoniosa la variedad de los ministerios.

7. Como la Iglesia es el cuerpo de Cristo, entonces sus miembros deben estar imbuidos de todo el servir (ministrar) del Verbo encarnado, y cada uno de ellos, a causa de la unidad que deriva de una personal llamada de Dios, manifiesta un rasgo del rostro de Cristo siervo, y la armonía de su actuar muestra al mundo la belleza de aquel que «no vino para ser servido, sino para servir y dar su vida en rescate por una multitud» (Mc 10,45). La oración de ordenación de los diáconos tiene una expresión significativa para describir la diversidad en la unidad: «A tu Iglesia, cuerpo de Cristo, enriquecida con dones celestes variados, articulada con miembros distintos y unificada con admirable estructura por la acción del Espíritu Santo…» (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: «Cuius corpus, Ecclesiam tuam, cælestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam …»).

8. La cuestión de los ministerios bautismales toca diversos aspectos que ciertamente hay que considerar: la terminología usada para indicar los ministerios, su fundación doctrinal, los aspectos jurídicos, las distinciones y las relaciones entre los ministerios particulares, su valor vocacional, los itinerarios formativos, la forma con la que se instituye y habilita al ejercicio de un ministerio, la dimensión litúrgica de cada ministerio. Incluso solo de este somero listado, nos damos cuenta de la complejidad del tema. Ciertamente, es necesario seguir profundizando la reflexión sobre todos estos núcleos temáticos. Sin embargo, si pretendiéramos definirlos y resolverlos para poder luego vivir la ministerialidad, muy probablemente no conseguiríamos ir muy lejos. Como he recordado en Evangelii gaudium: «la realidad es superior a la idea» (nn. 231-233) y «entre las dos se debe instaurar un diálogo constante, evitando que la idea termine separándose de la realidad» (n. 231).

También el otro principio que he recordado en Evangelii gaudium, aunque en otro contexto, puede ayudarnos: «el tiempo es superior al espacio» (n. 222). Más que la obsesión por los resultados inmediatos en la resolución de todas las tensiones y la aclaración de cada aspecto, corriendo el riesgo así de anquilosar los procesos y, en ocasiones, de pretender detenerlos (cf. Evangelii gaudium n. 223), debemos secundar la acción del Espíritu del Señor, que resucitó y subió a los cielos, que «comunicó a unos el don de ser apóstoles, a otros profetas, a otros predicadores del Evangelio, a otros pastores o maestros. Así organizó a los santos para la obra del ministerio, en orden a la edificación del Cuerpo de Cristo, hasta que todos lleguemos a la unidad de la fe y del conocimiento del Hijo de Dios, al estado de hombre perfecto y a la madurez que corresponde a la plenitud de Cristo» (Ef 4,11-13).

9. El Espíritu es el que nos hace partícipes, de maneras distintas y complementarias, del sacerdocio de Cristo; el que hace que toda la comunidad sea ministerial, para construir su cuerpo eclesial. El Espíritu obra en los espacios que nuestra escucha obediente pone a disposición de su acción. Ministeria quaedam abrió la puerta a la renovación de la experiencia de la ministerialidad de los fieles, renacidos por el agua del bautismo, confirmados por el sello del Espíritu, alimentados por el Pan vivo bajado del cielo.

10. Para poder escuchar la voz del Espíritu y no frenar el proceso —prestando atención a no querer forzarlo imponiendo decisiones que son fruto de visiones ideológicas— considero que sea útil compartir, sobre todo en el clima del camino sinodal, las experiencias de estos años. Estas experiencias pueden ofrecer indicaciones valiosas para llegar a una visión armónica de las cuestiones de los ministerios bautismales y proseguir así nuestro camino. Por este motivo deseo que, en los próximos meses, y en las modalidades que serán definidas, se inicie un diálogo sobre este tema con las Conferencias Episcopales para poder compartir la riqueza de las experiencias ministeriales que la Iglesia ha vivido en estos cincuenta años, ya sea como ministerios instituidos (lectores, acólitos y, recientemente, catequistas), o como ministerios extraordinarios y de facto.

11. Encomiendo nuestro camino a la protección de la Virgen María, Madre de la Iglesia. María, custodiando en su seno el Verbo hecho carne, lleva dentro de sí el ministerio del Hijo, del cual se le hace partícipe en el modo que le es propio. También en esto es icono perfecto de la Iglesia, la cual custodia el ministerio de Jesucristo en la variedad de los ministerios. De manera que cada miembro participa del sacerdocio de Cristo en el modo que le es propio.

Dado en Roma, junto a San Juan de Letrán, el 15 de agosto de 2022, solemnidad de la Asunción de la Bienaventurada Virgen María, décimo año de mi Pontificado.

FRANCISCO

[01237-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

MENSAGEM

DO SANTO PADRE

FRANCISCO

AOS BISPOS, SACERDOTES E DIÁCONOS,

ÀS PESSOAS CONSAGRADAS E AOS FIÉIS LEIGOS

No Quinquagésimo Aniversário

DA CARTA APOSTÓLICA

SOB FORMA DE "MOTU PROPRIO"

MINISTERIA QUAEDAM

DE SÃO PAULO VI

1. O 50º aniversário da Carta Apostólica em forma de "Motu Proprio" Ministeria quaedam de São Paulo VI [AAS 64 (1972) 529-534], oferece-nos a oportunidade de voltar a refletir sobre o tema dos ministérios. No contexto fecundo, mas não isento de tensões, que se seguiu ao Concílio Vaticano II, este documento ofereceu à Igreja uma reflexão significativa que não teve apenas como resultado renovar a disciplina sobre a primeira tonsura, as ordens menores e o subdiaconato na Igreja latina - como declarado no título - mas ofereceu à Igreja uma perspetiva importante que teve a força de inspirar desenvolvimentos adicionais.

2. À luz daquela escolha e das razões que a sustentaram, devem ser entendidas as duas recentes Cartas Apostólicas sob a forma de "Motu Proprio", nas quais falei sobre o tema dos ministérios instituídos. A primeira, Spiritus Domini, de 10 de janeiro de 2021, alterou o Cân. 230 §1 do Código de Direito Canônico sobre o acesso das pessoas do sexo feminino ao ministério instituído do Leitorado e do Acolitado. A segunda, Antiquum ministerium, de 10 de maio de 2021, instituiu o ministério de Catequista. Estas duas intervenções não devem ser interpretadas como uma superação da doutrina anterior, mas como um desenvolvimento adicional, que se tornou possível porque se baseia sobre os mesmos princípios - consistentes com a reflexão do Concílio Vaticano II - que inspiraram a Ministeria quaedam. A melhor maneira de celebrar o significativo aniversário de hoje é precisamente continuar a aprofundar a reflexão sobre os ministérios, iniciada por São Paulo VI.

3. O tema é de fundamental importância para a vida da Igreja: de facto, não há comunidade cristã onde não se manifestem ministérios. As cartas paulinas, e não somente estas, testemunham amplamente isso. Quando - para escolher um exemplo entre tantos possíveis - o apóstolo Paulo dirige-se à Igreja em Corinto, a imagem que as suas palavras traçam é a de uma comunidade rica em carismas (1 Cor 12, 4), em ministérios (1 Cor 12, 5), em atividade (1 Cor 12, 6), em manifestações (1Cor 12, 7) e em dons do Espírito (1Cor 14, 1.12.37). A variedade dos termos usados descreve uma ministerialidade difundida, que está a ser organizada sobre dois fundamentos certos: na origem de todo ministério está sempre Deus que com o seu Espírito Santo opera tudo em todos (cf. 1 Cor 12, 4- 6); a finalidade de todo o ministério é sempre o bem comum (cf. 1 Cor 12, 7), a edificação da comunidade (cf. 1 Cor 14, 12). Cada ministério é um chamamento de Deus para o bem da comunidade.

4. Estes dois fundamentos permitem à comunidade cristã organizar a variedade de ministérios que o Espírito suscita em relação à situação concreta que vive. Esta organização não é algo meramente funcional, mas é, antes, um cuidadoso discernimento comunitário, na escuta daquilo que o Espírito sugere à Igreja, no lugar concreto e no momento presente de sua vida. Temos exemplos esclarecedores deste discernimento nos Atos dos Apóstolos, precisamente no que diz respeito às estruturas ministeriais, nomeadamente o grupo dos Doze, que deve prever a substituição de Judas (Act 1, 15-26), e aquele dos Sete, para resolver uma tensão surgida na comunidade (Act 6, 1-6). Toda a estrutura ministerial que nasce deste discernimento é dinâmica, viva, flexível como a ação do Espírito, e nesta deve enraizar-se cada vez mais profundamente para evitar o risco de que o dinamismo se transforme em confusão, a vivacidade se reduza a improvisação fora de lugar, a flexibilidade se transforme em adaptações arbitrárias e ideológicas.

5. São Paulo VI, aplicando os ensinamentos conciliares, realizou em Ministeria quaedam um verdadeiro discernimento e indicou a direção para poder continuar o caminho. De facto, acatando os pedidos de não poucos Padres conciliares, modificou a prática vigente adaptando-a às necessidades daquele momento, e concedeu às Conferências Episcopais a possibilidade de solicitar à Sé Apostólica que estabeleça os ministérios considerados necessários ou muito úteis para as suas regiões. Também a oração de ordenação do bispo, na parte das intercessões, indica entre as suas principais tarefas, a de organizar os ministérios: “... distribua os ministérios conforme o vosso desígnio …” (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25: «… ut distribuat munera secundum præceptum tuum …»)

6. Os princípios acima mencionados, bem enraizados no Evangelho e inseridos no contexto mais amplo da eclesiologia do Concílio Vaticano II, são o fundamento comum que nos permite identificar, estimulados pela escuta da realidade da vida das comunidades eclesiais, quais são os ministérios que aqui e agora constroem a Igreja. A eclesiologia da comunhão, a sacramentalidade da Igreja, a complementaridade do sacerdócio comum e do sacerdócio ministerial, a visibilidade litúrgica de cada ministério são os princípios doutrinais que, animados pela ação do Espírito, harmonizam a variedade dos ministérios.

7. Se a Igreja é o corpo de Cristo, toda ação de servir (ministrare) do Verbo Encarnado deve permear os seus membros, cada um dos quais – devido a sua singularidade, que responde a um chamado pessoal de Deus - manifesta um traço do rosto de Cristo servo: a harmonia das suas ações mostra ao mundo a beleza daquele que "não veio para ser servido, mas para servir e dar a vida em resgate por muitos" (Mc 10, 45). A oração de ordenação dos diáconos tem uma expressão significativa para descrever a variedade na unidade: "Vós fazeis crescer e dilatar-se o Corpo de Cristo, a vossa Igreja, na variedade dos dons celestes e na diversidade dos seus membros, unida pelo Espírito Santo num Corpo admirável " (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121: «Cuius corpus, Ecclesiam tuam, cælestium gratiarum varietate distinctam suorumque conexam distinctione membrorum, compage mirabili per Spiritum Sanctum unitam …»).

8. A questão dos ministérios batismais toca em vários aspetos que certamente devem ser considerados: a terminologia utilizada para indicar os ministérios, o seu fundamento doutrinal, os aspetos jurídicos, as distinções e relações entre cada ministério, seu valor vocacional, os percursos formativos, o ato de instituição que possibilita o exercício de um ministério, a dimensão litúrgica de todo ministério. Mesmo a partir desta lista resumida, percebe-se a complexidade do tema: certamente é preciso continuar aprofundando a reflexão sobre todos esses núcleos temáticos: porém, se pretendêssemos defini-los e resolvê-los para, somente a partir daí, viver a ministerialidade, provavelmente não conseguiríamos avançar muito. Como recordei na Evangelii gaudium (nn. 231-233), a realidade é superior à ideia e "entre as duas, deve estabelecer-se um diálogo constante, evitando que a ideia acabe por separar-se da realidade" (n. 231).

O outro princípio que mencionei, embora num outro contexto, na Evangelii gaudium (n. 222), também pode ajudar-nos: o tempo é superior ao espaço. Mais do que a obsessão por resultados imediatos ao resolver todas as tensões e esclarecer todos os aspetos, arriscando assim cristalizar os processos e, às vezes, pretender pará-los (cf. Evangelii gaudium n. 223), devemos apoiar a ação do Espírito do Senhor, que ressuscitou e subiu ao Céu, o qual "a uns constituiu apóstolos, a outros evangelistas e a outros pastores e mestres, para o aperfeiçoamento dos cristãos em ordem ao trabalho do ministério e à edificação do Corpo de Cristo, até que cheguemos todos à unidade da fé e do conhecimento do Filho de Deus, ao estado de homem perfeito, à medida de Cristo na sua plenitude”. (Ef 4, 11-13).

9. É o Espírito que, fazendo-nos participar, de formas distintas e complementares, do sacerdócio de Cristo, torna ministerial toda a comunidade, para construir o seu corpo eclesial. O Espírito trabalha nos espaços que a nossa escuta obediente coloca à disposição da sua ação. Ministeria quaedam abriu as portas para a renovação da experiência da ministerialidade dos fiéis, renascidos nas águas do batismo, confirmados pelo selo do Espírito, alimentados pelo Pão vivo que desceu do Céu.

10. Para poder ouvir a voz do Espírito e não parar o processo - tomando cuidado para não querer forçá-lo ao impor escolhas que são fruto de visões ideológicas - creio que seja útil partilhar, especialmente no clima do caminho sinodal, as experiências destes anos. Estas podem oferecer indicações preciosas para chegar a uma visão harmoniosa da questão dos ministérios batismais e assim continuar o nosso caminho. Por isso, nos próximos meses, nas formas que serão definidas, gostaria de iniciar um diálogo sobre o tema com as Conferências Episcopais para partilhar a riqueza de experiências ministeriais que a Igreja viveu nestes cinquenta anos tanto como ministérios instituídos (leitores, acólitos e, só recentemente, catequistas) tanto como ministérios extraordinários ou de facto.

11. Confio o nosso caminho à proteção da Virgem Maria, Mãe da Igreja. Conservando no seio o Verbo feito carne, Maria traz em si o ministério do Filho, do qual se faz participante no modo que lhe é próprio. Também nisso Ela é um ícone perfeito da Igreja, que na variedade dos ministérios salvaguarda o ministério de Jesus Cristo, participando do seu sacerdócio, cada membro da maneira que lhe é própria.

Dado em Roma, junto de São João de Latrão, no dia 15 de agosto de 2022, solenidade da Assunção da Bem-Aventurada Virgem Maria, décimo ano do meu Pontificado.

FRANCISCO

[01237-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua araba

رسالة

الأب الأقدس

فرنسيس

إلى الأساقفة، والكهنة والشمامسة

والأشخاص المكرّسين والمؤمنين العلمانيين

قي الذكري السنوية الخمسين

للرسالة الرسولية

الصادرة في صورة "براءة بابويّة"

"هذه الخدمات"

MINISTERIA QUAEDAM

للقديس بولس السادس

1. تتيح لنا الذكرى السنوية الخمسون للرسالة الرسولية الصادرة في صورة "براءة بابويّة"، باسم "هذه الخدمات" (Ministeria quaedam)، للقديس بولس السادس (أعمال الكرسي الرّسولي 64 (1972) 529-534 - AAS 64 (1972) 529-534)، فرصة للتفكير مرة أخرى في موضوع الخدمات. في السياق الخصب الذي لا يخلو من التوترات التي تلت المجمع الفاتيكاني الثاني، قدّمت هذه الوثيقة للكنيسة تفكيرًا مهمًا، ليس فقط للتجديد في النظام الخاصّ برتبة قص الشعر والرتب الصغرى ورتبة الشماس الرسائلي في الكنيسة اللاتينية – كما هو مذكور في العنوان - لكنّها قدّمت للكنيسة رؤية رحبة كان فيها قوّة لإلهام المزيد من التطورات.

2. في ضوء هذا الاختيار والأسباب التي أيَّدَتْه، يجب فهم الرسالتَين الرسوليتَين الأخيرتَين، الصادرتَين في صورة "براءة بابويّة"، اللتين تناولْتُ فيهما موضوع الخدمات المؤسسة. الأولى، "روح الرّبّ" (Spiritus Domini)، في 10 كانون الثاني/ يناير 2021، التي عدَّلَتْ المادة 230 §1 من الحق القانوني الكنسي الخاص بقبول النساء لرتبتَي القارئ وخادم الهيكل. والثانية، "الخدمة القديمة" (Antiquum ministerium)، في 10 أيار/مايو 2021، التي أنشأَتْ خدمة معلِّم التّعليم المسيحي. يجب ألا تُفَسَّر هاتان المداخلتان على أنّهما تجاوز للعقيدة السابقة، ولكن على أنّهما تطوّر إضافي أصبح ممكنًا لأنّه يقوم على المبادئ نفسها - ويتَّفق مع تفكير المجمع الفاتيكاني الثاني - التي ألهمَتْ الوثيقة "هذه الخدمات" (Ministeria quaedam). أفضل طريقة للاحتفال بهذه الذكرى السنوية اليوم هي بالتحديد الاستمرار في تعميق التفكير في الخدمات التي بدأها القديس بولس السادس.

3. الموضوع ذو أهمية أساسية لحياة الكنيسة: في الواقع، لا توجد جماعة مسيحيّة ليس فيها خدمات. رسائل القديس بولس وغيرها تشهد على ذلك شهادة واسعة. أُورِدُ مثلًا واحدًا من بين الأمثلة الكثيرة الممكنة: عندما يخاطب الرسول بولس الكنيسة في قورنتس، فإنّ الصورة التي توحي بها كلماته هي صورة جماعة غنية بالمواهب (1 قورنتس 12، 4)، وبالخدمات (1 قورنتس 12، 5)، والنشاط (1 قورنتس 12، 6)، والمظاهر (1 قورنتس 12، 7)، ومواهب الروح (1 قورنتس 14، 1. 12. 37). تنوُّع المصطلحات المستخدمة يعبّر عن طابع خَدَمِيٍّ واسع النطاق، تمَّ تنظيمه بناءً على أساسَيْن محدَّدَيْن: في أصل كلّ خدمة، الله هو الذي يعمل دائمًا بروحه القدوس كلّ شيء في كلّ شيء (راجع 1 قورنتس 12، 4-6). وغاية كلّ خدمة هي دائمًا الخير العام (راجع 1 قورنتس 12، 7)، أي بناء الجماعة (راجع 1 قورنتس 14، 12). وكلّ خدمة هي دعوة من الله لخير الجماعة.

4. يسمح هذان الأساسان للجماعة المسيحيّة بأن تنظِّمَ الخدمات المتنوِّعة التي يُلهِمُها الروح، لتبقى مرتبطة بالوضع العمليّ الذي تعيشه. هذا التنظيم إنّما هو مجرد مهمّة وظيفيّة، وهو بالأحرى عمل تمييز جماعي دقيق، يستمع إلى ما يقوله الروح للكنيسة، في مكان معيَّن، وفي اللحظة الحالية من حياتها. لدينا أمثلة منيرة على هذا التمييز في أعمال الرسل، خاصة فيما يتعلق بالبُنَى الخَدَميّة: في حال مجموعة الاثني عشر، التي كان يتعيّن عليها أن تعيِّن واحدًا محلَّ يهوذا (أعمال الرسل 1، 15-26)، وفي حال الشمامسة السبعة، عند اضطرار الجماعة للتعامل مع توتر نشأ في الجماعة (أعمال الرسل 6، 1-6). كلّ بُنيَةٍ خدَمِيّة تنشأ من هذا التمييز لها طابع ديناميكي وحيوي ومَرِن، مثلُ عمل الروح: وفي عمل الروح يجب أن تتجذَّر البُنَى بشكل عميق، حتى لا تصبح الديناميكيةُ خَلْطًا، وتتردَّى الحيويّةُ فتصيرُ ارتجالًا غيرَ مستقِرّ، وتتحوَّل المرونة إلى تكَيُّفَات عشوائيّة وأيديولوجيّة.

5. القديس بولس السادس، عندما أراد تطبيق التعاليم المجمعيّة، قام بعمل تمييز حقيقي في الرسالة "هذه الخدمات" (Ministeria quaedam)، وأشار إلى الاتجاه الذي يجب مواصلة السير فيه. في الواقع، جمع طلبات عدد غير قليل من آباء المجمع، وقام بإعادة النظر بالعادة المتبعة في ضوء متطلّبات تلك اللحظة، واعترف للمجالس الأسقفيّة بإمكانية توجيه طلب إلى الكرسي الرسولي لإنشاء تلك الخدمات التي تعتبر ضروريّة أو مفيدة جدًّا في مناطقهم. حتى صلاة رسامة الأسقف، في قسم الطلبات، تشير إلى أنّه من بين مهامه، مهمة تنظيم الخدمات: "... ليرتِّبْ خدمات الكنيسة وفقًا لإرادتك..." (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 47, p. 25).

6. إنّ المبادئ المذكورة أعلاه، متأصّلة في الإنجيل، ومُدرَجَةٌ في السياق الأوسع لمفهوم الكنيسة بحسب المجمع الفاتيكاني الثاني، وهي الأساس المشترك الذي يتيح لنا بأن نعرف ما هي الخدمات التي تبني الكنيسة هنا والآن، وذلك بناءً على تنبُّهِنا لواقعية الحياة في كلّ جماعة كنسية. مفهوم الكنيسة كشركة، والطابع الأسراري للكنيسة، والتكامل بين الكهنوت العام والكهنوت الخدمي، ومظهر كلّ خدمة في الليتورجيا، هي المبادئ العقائديّة التي تنسِّق بين مختلف الخدمات، بعمل الروح القدس المحيي.

7. إن كانت الكنيسة هي جسد المسيح، فإنّ كلّ خدمة للكلمة المتجسّد يجب أن تنتشر في أعضائه، وكلّ من الأعضاء - بسبب تفرُّده الذي يستجيب لنداء شخصيّ من الله - يُظهِر صفة من صفات وجه المسيح الخادم. والانسجام في عملها يُظهر للعالم جمالَ الذي "لم يَأتِ لِيُخدَم، بل لِيَخدُمَ ويَفدِيَ بِنَفْسِه جَماعةَ النَّاس" (مرقس 10، 45). في صلاة رسامة الشمامسة تعبير مميَّز يَصِف التنوّع في الوَحدة: "بعمل الروح القدس كوَّنتَ الكنيسة، جسد المسيح، متنوِّعةً ومتعدِّدةً في مواهبها، منفصلةً ومتماسكةً في أعضائها..." (Pontificale Romanum, De Ordinatione Episcopi, Presbyterorum et Diaconorum, Editio typica altera, n. 207, p. 121).

8. مسألة خدمات المعموديّة لها جوانب مختلفة يجب طبعًا أخذها بعين الاعتبار: المصطلحات المستخدمة للإشارة إلى الخدمات، وأساسها العقائديّ، والجوانب القانونيّة، والتمييز والعلاقات بين الخدمات الفرديّة، وقيمتها كدعوة، والدورات التكوينيّة، والحدث المؤسّسي الذي يؤهّل لممارسة الخدمة، والبعد الليتورجيّ لكلّ خدمة. من هذه القائمة الموجزة وحدها، يتبيَّن مدى تعقيد الموضوع: بالتأكيد من الضروريّ الاستمرار في تعميق التفكير في كلّ هذه المواضيع الأساسيّة: ومع ذلك، إذا شعرنا أنّنا نقدر أن نعرِّفَها ونحلَّها من أجل أن نعيش الخدمة بعد ذلك، على الأرجح أنّنا لن ننجح. كما جاء في الإرشاد الرسولي "فرح الإنجيل" (Evangelii gaudium) (رقم 231-233): الواقع يفُوق الفكرة، و”يجب إقامة حوار مستمّر بين الاثنين، لنتجنّب سيطرة الفكر الذي يفصلنا عن الواقع“ (رقم 231).

المبدأ الآخر الذي ذكرته، ولو في سياق آخر، في "فرح الإنجيل" (Evangelii gaudium) (رقم 222)، يمكن أن يساعدنا أيضًا: الزمان أسمى من المكان. بدلًا من هوس الحصول على نتائج فوريّة في حلّ جميع التوترات وتوضيح كلّ الجوانب، فنوشك أن نجمِّد العمليات، أو ندَّعي أحيانًا أنّنا أوقفناها، (راجع فرح الإنجيل، 223)، يجب أن نسير مع عمل روح الرّبّ يسوع القائم من بين الأموات والذي صعد إلى السماء، "وهو الَّذي أَعْطى بَعضَهم أَن يَكونوا رُسُلاً وبَعضَهم أَنبِياء وبَعضَهم مُبَشِّرين وبَعضَهم رُعاةً ومُعلِّمين، لِيَجعَلَ القِدِّيسينَ أَهْلًا لِلقِيامِ بِالخِدمَة لِبِناءِ جَسَدِ المسيح، فنَصِلَ بِأَجمَعِنا إِلى وَحدَةِ الإِيمانِ بِابنِ اللهِ ومَعرِفَتِه ونَصيرَ الإِنسان الرَّاشِد ونَبلُغَ القامةَ الَّتي تُوافِقُ كَمالَ المسيح" (أفسس 4، 11-13).

9. إنّ الروح هو الذي يجعلنا شركاء في كهنوت المسيح، بطرق متميزة ومتكاملة، فيجعل الجماعة كلّها ”خادمة“، من أجل بناء جسده الذي هو الكنيسة. يعمل الروح في الأماكن التي نهيِّئُها لعمله بإصغائنا المطيع. الرسالة "هذه الخدمات" فتحت الباب لتجديد خبرة ”خدمة“ المؤمنين، الذين وُلدوا من جديد من ماء المعموديّة، وثبَّتهم وَسمُ الروح، والذين يتغذَّوْن بالخبز الحيّ النازل من السماء.

10. من أجل الإصغاء إلى صوت الروح، وعدم إيقاف عمله - مع الحذر لكي لا نضطره إلى خيارات هي ثمرة رؤى أيديولوجيّة - أعتقد أنّه من المفيد المشاركة في خبرات هذه السنوات، خاصة في مناخ المسيرة السينوديّة. يمكنها تقديم مؤشرات ثمينة للوصول إلى رؤيّة منسجمة في مسألة خدمات المعموديّة، ثم نتابع طريقنا بهذه الروح. لهذا السبب، في الأشهر المقبلة، في الطرق التي سيتمّ تحديدها، أودّ أن أبدأ حوارًا حول هذا الموضوع مع المجالس الأسقفيّة من أجل المشاركة في ثروة هذه الخبرات الخدميّة التي عاشتها الكنيسة في هذه السنوات الخمسين التي مضت، سواء الخدمات المؤسّسة (قارئ، وخادم الهيكل، ومؤخّرًا فقط، معلّم التّعليم المسيحيّ)، أو الخدمات الاستثنائية والمعمول بها.

11. أُوكِل مسيرتنا إلى حماية العذراء مريم، أُمِّ الكنيسة. مريم، التي حملت في أحشائها الكلمة الذي صار إنسانًا، تحمل في ذاتها ”خدمة“ الابن، وهي تشارك فيها بطريقة خاصة بها. في هذا أيضًا هي أيقونة الكنيسة الكاملة التي تحفظ، في مختلف الخدمات، خدمة يسوع المسيح، الذي يشارك في كهنوته كلّ عضو بالطريقة الخاصة به.

أعطي في روما، في بازيليكا القدّيس يوحنّا في اللاتران، يوم 15 آب/أغسطس 2022، في عيد انتقال سيّدتنا مريم العذراء إلى السّماء، في السنة العاشرة لحبريتنا.

فرنسيس

[01237-AR.01] [Testo originale: Italiano]