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L’Udienza Generale, 03.08.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI.

Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la Sua meditazione sul recente Viaggio Apostolico in Canada (Lettura: Lc 24,13-15).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in favore del Libano, nel secondo anniversario dell’esplosione del porto di Beirut.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei condividere con voi alcune riflessioni sul viaggio apostolico che ho compiuto in Canada nei giorni scorsi. Si è trattato di un viaggio diverso dagli altri. Infatti, la motivazione principale era quella di incontrare le popolazioni originarie per esprimere ad esse la mia vicinanza e il mio dolore e chiedere perdono – chiedere perdono – per il male loro arrecato da quei cristiani, tra cui molti cattolici, che in passato hanno collaborato alle politiche di assimilazione forzata e di affrancamento dei governi dell’epoca.

In questo senso, in Canada è stato intrapreso un percorso per scrivere una nuova pagina del cammino che da tempo la Chiesa sta compiendo insieme ai popoli indigeni. E infatti il motto del viaggio “Camminare insieme” spiega un po’ questo. Un cammino di riconciliazione, e di guarigione, che presuppone la conoscenza storica, l’ascolto dei sopravvissuti, la presa di coscienza e soprattutto la conversione, il cambiamento di mentalità. Da questo approfondimento risulta che, per un verso, alcuni uomini e donne di Chiesa sono stati tra i più decisi e coraggiosi sostenitori della dignità delle popolazioni autoctone, prendendo le loro difese e contribuendo alla conoscenza delle loro lingue e culture; ma, per altro verso, non sono purtroppo mancati cristiani, cioè preti, religiosi, religiose, laici che hanno partecipato ai programmi che oggi capiamo che sono inaccettabili e anche contrari al Vangelo. E per questo io sono andato a chiedere perdono a nome della Chiesa.

È stato dunque un pellegrinaggio penitenziale. Tanti sono stati i momenti gioiosi, ma il senso e il tono dell’insieme è stato riflessione, pentimento e riconciliazione. Quattro mesi fa avevo ricevuto in Vaticano, in gruppi distinti, i rappresentanti dei popoli originari: sono state in totale sei riunioni, per preparare un po’ questo incontro.

Le grandi tappe del pellegrinaggio sono state tre: la prima, a Edmonton, nella parte occidentale del Paese. La seconda, a Québec, nella parte orientale. E la terza nel nord, a Iqaluit, a 300 km forse dal circolo polare artico. Il primo incontro si è svolto a Masqwacis, che significa “la collina dell’orso”, dove sono convenuti da tutto il Paese capi e membri dei principali gruppi indigeni: First Nations, Métis e Inuit. Insieme abbiamo fatto memoria: la memoria buona della storia millenaria di questi popoli, in armonia con la loro terra: questa è una delle cose più belle dei popoli originari, l’armonia con la terra. Mai maltrattano il creato, mai. In armonia con la terra. E anche abbiamo raccolto la memoria dolorosa dei soprusi subiti, anche nelle scuole residenziali, a causa delle politiche di assimilazione culturale.

Dopo la memoria, il secondo passo del nostro cammino è stato quello della riconciliazione. Non un compromesso tra noi – sarebbe un’illusione, una messa in scena – ma un lasciarsi riconciliare da Cristo, che è la nostra pace (cfr Ef 2,14). L’abbiamo fatto tenendo come riferimento la figura dell’albero, centrale nella vita e nella simbologia dei popoli indigeni.

Memoria, riconciliazione, e quindi guarigione. Abbiamo fatto questo terzo passo del cammino sulle rive del Lago Sant’Anna, proprio nel giorno della festa dei Santi Gioacchino e Anna. Tutti possiamo attingere da Cristo, fonte di acqua viva, e lì, in Gesù, abbiamo visto la vicinanza del Padre che ci dà la guarigione delle ferite e anche il perdono dei peccati. Da questo percorso di memoria, riconciliazione e guarigione scaturisce la speranza per la Chiesa, in Canada e in ogni luogo. E lì, la figura dei discepoli di Emmaus, che dopo aver camminato con Gesù risorto, con Lui e grazie a Lui passarono dal fallimento alla speranza (cfr Lc 24,13-35).

Come dicevo all’inizio, il cammino insieme ai popoli indigeni ha costituito l’asse portante di questo viaggio apostolico. Su di esso si sono innestati i due incontri con la Chiesa locale e con le Autorità del Paese, alle quali Autorità desidero rinnovare la mia sincera gratitudine per la grande disponibilità e la cordiale accoglienza che hanno riservato a me e ai miei collaboratori. E ai Vescovi, lo stesso. Davanti ai Governanti, ai Capi indigeni e al Corpo diplomatico ho ribadito la volontà fattiva della Santa Sede e delle Comunità cattoliche locali di promuovere le culture originarie, con percorsi spirituali appropriati e con l’attenzione alle usanze e alle lingue dei popoli. Nello stesso tempo, ho rilevato come la mentalità colonizzatrice si presenti oggi sotto varie forme di colonizzazioni ideologiche, che minacciano le tradizioni, la storia e i legami religiosi dei popoli, appiattendo le differenze, concentrandosi solo sul presente e trascurando spesso i doveri verso i più deboli e fragili. Si tratta dunque di recuperare un sano equilibrio, recuperare l’armonia, che è più di un equilibrio, è un’altra cosa; recuperare l’armonia tra modernità e culture ancestrali, tra la secolarizzazione e i valori spirituali. E questo interpella direttamente la missione della Chiesa, inviata in tutto il mondo a testimoniare, a “seminare” una fraternità universale che rispetta e promuove la dimensione locale con le sue molteplici ricchezze (cfr Enc. Fratelli tutti, 142-153). Ho già detto, ma voglio ribadire il mio ringraziamento alle Autorità civili, alla signora Governatore generale, al Primo ministro, alle Autorità locali dei posti dove sono andato: ringrazio tanto per il modo con cui hanno favorito la realizzazione dei propositi e dei gesti che ho accennato. E desidero ringraziare i Vescovi soprattutto per l’unità dell’episcopato: la realizzazione degli scopi del Viaggio è stata possibile perché i Vescovi erano uniti, e dove c’è unità si può andare avanti. Per questo vorrei sottolineare questo e ringraziare i Vescovi del Canada per questa unità.

E nel segno della speranza è stato l’ultimo incontro, nella terra degli Inuit, con giovani e anziani. E vi assicuro che in questi incontri, soprattutto l’ultimo, ho dovuto sentire come schiaffi il dolore di quella gente: gli anziani che hanno perso i figli e non sapevano dove fossero finiti, per questa politica di assimilazione. È stato un momento molto doloroso, ma si doveva mettere la faccia: dobbiamo mettere la faccia davanti ai nostri errori, ai nostri peccati. Anche in Canada questo è un binomio-chiave, giovani e anziani, è un segno dei tempi: giovani e anziani in dialogo per camminare insieme nella storia tra memoria e profezia, che sono in accordo. La fortezza e l’azione pacifica dei popoli indigeni del Canada sia di esempio per tutte le popolazioni originarie a non chiudersi, ma ad offrire il loro indispensabile contributo per un’umanità più fraterna, che sappia amare il creato e il Creatore, in armonia con il creato, in armonia tra tutti voi.

[01154-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Chers frères et sœurs,

voici quelques jours je suis allé au Canada pour accomplir un pèlerinage pénitentiel auprès des populations autochtones. Nous avions le désir de «marcher ensemble» et d’écrire une nouvelle page de l’histoire de l’Eglise locale. Se rencontrer en vérité suppose toujours la mémoire du passé, la prise de conscience et la conversion. Nous avons fait mémoire - première étape - du passé millénaire de ces peuples ainsi que des souffrances vécues dans ces écoles où un certain nombre de chrétiens ont soutenu des politiques d’assimilation forcée contraire à l’Evangile. La mémoire nous a conduit– deuxième étape - à nous laisser réconcilier par le Christ au pied de l’arbre de la Croix qui seul change la mort en vie, et donne l’espérance, ouvrant un chemin nouveau entre frères et sœurs. Nous avons enfin – troisième étape - vécu un processus de guérison, sur les rives du Lac Sainte-Anne qui nous a rappelé que la source vive guérissons nos blessures, et à laquelle nous pouvons sans cesse puiser, jaillit sans cesse du Christ. A l’issue de ce parcours jaillit l’espérance pour l’Eglise au Canada.

Aujourd’hui, l’Eglise veut promouvoir les cultures autochtones face aux colonisations idéologiques qui menacent les traditions, les coutumes et de liens religieux des peuples avec leurs richesses., nivelant les différences, se concentrant seulement sur le présent. déracinant et négligeant les plus pauvres. Soyons des bâtisseurs d’espérance qui tiennent ensemble la mémoire des anciens et la force prophétique de la jeunesse.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare il gruppo di Saint Jean-Baptiste de Solliès-Pont. Come a Emmaus, il Signore ci accompagna quando attraversiamo la sofferenza, cammina con noi per donarsi a noi e per darci speranza, con lui si aprono sempre nuove strade. Chiediamogli la grazia di permetterci di riconciliarci con lui e con i nostri fratelli e sorelle per costruire un mondo più fraterno e rispettoso del creato. Dio vi benedica.

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier le groupe de l’aumônerie de Saint Jean-Baptiste de Solliès-Pont. Comme à Emmaüs, le Seigneur nous accompagne lorsque nous traversons l’épreuve Il chemine avec nous pour nous rendre l’espérance. Avec lui des chemins nouveaux s’ouvrent devant nous. Demandons-lui la grâce de nous laisser réconcilier, avec lui et avec nos frères afin de bâtir un monde plus fraternel et plus humain.

Que Dieu vous bénisse.

[01155-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: My recent Pastoral Visit to Canada was prompted by my deep desire to express my closeness to the native peoples and to ask forgiveness for the wrongs perpetrated by those Christians who, in the past, collaborated in the policies of forced assimilation and enfranchisement promoted by the governments of the time. As a penitential pilgrimage, it began in Edmonton with honest and sorrowful remembrance of the past, continued in Quebec with a plea for reconciliation born of hope in the redemption won for us by the cross of Christ, and concluded, in Iqaluit, with confident trust in the healing made possible by the power of the risen Lord to make all things new. The theme of my Visit – Walking Together – expresses the Church’s desire, in acknowledging the wrongs of the past, to reject the mindset of colonization, to esteem and promote the indigenous cultures, and to work for a future marked by a sound and harmonious balance between modernity and ancestral cultures, secularization and spiritual values, in the service of justice and authentic human fraternity.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Il Signore vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from the United States of America. Upon you and your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[01156-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, die Apostolische Reise nach Kanada hatte zum Ziel, der Urbevölkerung zu begegnen und sie um Vergebung zu bitten für das Böse, das ihr von Christen, darunter vielen Katholiken, bereitet wurde, die an der Politik der zwangsweisen Assimilierung an die europäische Kultur mitgewirkt haben. Das Motto der Reise war „Gemeinsam vorangehen“. Die Veranstaltungen wollten einen Prozess der Erinnerung, der Versöhnung und der Heilung für die First Nations, Métis und Inuit einleiten. Schon auf dem „Bärenhügel“ bei Edmonton sollte die doppelte Erinnerung wachgerufen werden, die gute Erinnerung an die tausendjährige Geschichte dieser Völker, aber auch die schmerzliche der erlittenen Missbräuche, nicht zuletzt in den Residential Schools. Der zweite Moment des Weges war die Versöhnung, bei der das Symbol des Baumes im Mittelpunkt stand. Der Baum erinnert zugleich an das Kreuz Christi. Durch Christus hat Gott alles mit sich versöhnt (vgl. Kol 1,20). Auf dem Baum des Kreuzes verwandelt sich der Schmerz in Liebe, der Tod in Leben, die Enttäuschung in Hoffnung, die Verlassenheit in Gemeinschaft. Der dritte Schritt widmete sich dann der Heilung. Sie fand am Lac Ste. Anne statt, in Analogie zum See Gennesaret, wo Jesus viele Menschen geheilt hat. Wir alle dürfen Jesus berühren, von dem die Gnade ausgeht, die alle Wunden heilt. So wurde die Reise zu einem ersten Schritt der Erinnerung, der Versöhnung und der Heilung, aus dem neue Hoffnung wächst für die Kirche in Kanada und in der Welt.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua tedesca, in particolare ai tanti giovani provenienti dalla Germania. Approfittate di questo tempo di vacanza per rinnovare i vostri rapporti con Dio e con le persone che incontrate. Lo Spirito Santo vi accompagni nel vostro cammino.

Speaker:

Ein herzliches Willkommen den Pilgern deutscher Sprache, besonders den vielen Jugendlichen aus Deutschland. Nutzen wir diese Ferienzeit, um unsere Beziehung zu Gott und zu den Menschen, denen wir begegnen, zu erneuern. Der Heilige Geist begleite euch auf euren Wegen.

[01157-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy quisiera compartirles algunas de las experiencias que viví en el Viaje apostólico a Canadá. El lema del viaje fue “Caminar juntos”, y quise realizarlo como una peregrinación penitencial, para pedir perdón a los pueblos indígenas por lo que sufrieron a causa de tantos cristianos, y entre ellos muchos católicos. Fue un camino recorrido en tres grandes etapas: Edmonton, Quebec e Iqaluit; y en este itinerario se dieron tres pasos: la memoria, la reconciliación y la sanación, que son posibles gracias al encuentro con Cristo, nuestra esperanza.

Ante las ideologías que amenazan a los pueblos intentando borrar su historia y sus tradiciones, la Iglesia se siente interpelada y no quiere repetir errores. Su misión en el mundo es anunciar el Evangelio y construir la unidad respetando y valorando la diversidad de cada pueblo y de cada persona. Para esta misión, un binomio-clave es la relación entre ancianos y jóvenes, un diálogo entre memoria y profecía que puede edificar un mundo más fraterno y solidario.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Los invito a seguir “caminando juntos” y estar atentos a los signos de los tiempos. Y así podremos descubrir —como los discípulos de Emaús— al mismo Jesús, que se acerca y camina con nosotros, que nos hace arder el corazón con su Palabra y parte para nosotros el Pan. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[01158-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Partilho convosco algumas reflexões sobre a minha viagem ao Canadá. Tratou-se duma peregrinação penitencial. Ali quis encontrar-me com as populações indígenas, para lhes estar próximo e para pedir perdão pelo mal que muitos católicos lhes fizeram, colaborando com políticas de assimilação cultural. Ali foram dados passos de reconciliação e cura, os quais pressupõem a memória. Assim, o primeiro passo dado em conjunto com First Nations, Métis e Inuit, foi o passo da memória: conhecer a história, escutar os sobreviventes, tomar consciência do legado doloroso das escolas residenciais. O segundo passo foi o da reconciliação, que não é fruto dum compromisso entre nós, mas do deixarmo-nos reconciliar pelo Senhor Jesus. O terceiro passo foi o da cura, que devemos buscar em Cristo; Ele com a sua Graça sara as nossas feridas. Já no encontro com os governantes e com os agentes pastorais, pude refletir sobre a missão da Igreja no mundo, que é servir o Evangelho, semeando a fraternidade universal e promovendo as riquezas locais. De todo este percurso brota uma esperança, à luz da qual aconteceu o último encontro entre jovens e idosos para que dialoguem e caminhem juntos com Jesus Ressuscitado, como fizeram os discípulos de Emaús. Com Cristo e graças a Ele, passamos do fracasso à esperança.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese: benvenuti! Vorrei ringraziarvi per le vostre preghiere durante il pellegrinaggio che ho fatto in Canada. Rimaniamo aperti alle ricchezze degli altri, disponibili ad ascoltarli e coinvolti nella costruzione della fraternità universale. Maria ci spinga ad andare avanti, camminando con Gesù Risorto che ci riempie di speranza. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Caros peregrinos de língua portuguesa: bem-vindos! Gostaria de agradecer as vossas orações durante a peregrinação que fiz ao Canadá. Permaneçamos abertos às riquezas dos outros, disponíveis para escutá-los e comprometidos na construção da fraternidade universal. Que Maria nos anime a seguir em frente, caminhando com Jesus Ressuscitado que nos enche de esperança. De todo o coração, vos abençoo.

[01159-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ على زيارتِهِ الرّسوليّةِ إلى كندا، وقال: كان الدافعُ الرّئيسيّ من زيارتي هو أنْ ألتقيَ بالسّكانِ الأصليّينَ لأُعَبِّرَ لهُم عن قُربي وألمي، وأطلُبُ مِنهُم المغفِرَةَ للإساءَةِ الّتي لحِقتْ بهِم من قِبَلِ بعضِ المسيحيِّين، بما في ذلكَ الكاثوليكِ منهُم، الّذين تعاونوا في الماضيّ معَ سياساتِ الاستيعابِ القُسريّ والتّحريرِ الّتي فرَضَتها حكوماتُ ذلكَ الزمن. لذلك كانت زيارتي زيارةَ حجٍّ وتوبةٍ مبنيّةً على ثلاثِ خُطواتٍ رئيسيّةٍ وهي: الذاكرة، حيث تَذَكَّرنا الذِكرى الطَّيَّبَةَ للتاريخِ الألفي لهذِهِ الشُّعوب، الّتي عاشتْ في وئامٍ وانسجامٍ معَ أرضِها، والذِكرَى المُؤلِمَةَ للانتهاكاتِ الّتي عانتْ مِنها، حتّى في المدارسِ الداخليّةِ الإجباريّة، بسببِ سياساتِ الاستيعابِ الثقافي. ومِن ثمَّ كانت الخطوةُ الثانيّةُ المصالحة، وأخيرًا شفاءَ جراحِ الماضيّ. وقالَ قداستُه: خلالَ الزيارةِ أكّدتُ مِن جديدٍ إرادةَ الكرسيّ الرّسوليّ الثابتة، وإرادةَ الجماعاتِ الكاثوليكيّةِ المحليّة، لتعزيزِ الثقافاتِ الأصليّة، معَ المساراتِ الرّوحيّةِ المناسِبَةِ والاهتمامِ بعاداتِ ولغاتِ الشُّعوبِ الأصليّة. لذلك شجَّعتُ الرَّعاةَ والمكرَّسِينَ والعِلمانيِّينَ في كنيسةِ كندا لكي يخدُموا الإنجيلَ والفقراء، وليكونوا بُناةَ الرَّجاء. واختَتَمَ قداسةُ البابا تأمُّلَهُ وقال: لِيَكُنْ الثباتُ والعملُ السِّلمي للشُّعوبِ الأصليّةِ في كندا مِثالًا لجميعِ السُّكانِ الأصليِّينَ ليس مِن أجلِ أن يَنغَلِقُوا على أنفُسِهِم، بل لِيقَدِّمُوا مساهَمَتَهُم الّتي لا غنَى عنها من أجلِ إنسانيَّةٍ أكثرَ أُخُوَّةً، تَعرِفُ كيفَ تُحِبُ الخليقةَ والخالق.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba, in particolare quelli provenienti dalla Terra Santa e i vincitori del concorso per la conoscenza della Bibbia, che si tiene ogni anno nella città di Nazareth. San Girolamo diceva che chi ignora la Scrittura ignora Cristo (cfr In Isaiam Prol.). E viceversa è Gesù Cristo che ci apre la mente alla comprensione delle Scritture (cfr Lc 24,45). Ringrazio e incoraggio le parrocchie per il loro impegno costante di educare all’ascolto della Parola di Dio. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة، وخاصةً القادِمينَ مِنَ الأرضِ المقدّسة والفائِزينَ في مسابقةِ معرِفَةِ الكتابِ المقدَّس الّتي تُقامُ كلَّ سنةٍ في مدينةِ الناصِرَة. قالَ القدّيسُ هيرُونمُس إنّ مَن يَجهلُ الكتابَ المقدَّسَ إنَّما يَجهلُ المسيح (راجع مقدمة إلى سفر أشعيا)، والعكسُ صحيح، فإنَّ يسوعَ المسيح هوَ الّذي يفتَحُ أذهانَنا علَى فَهمِ الكتابِ المقدَّس (راجع لوقا 24، 45). إنِّي أشكُرُ الرّعايا وأُشَجِّعُها على عملِها المستَمِّرِ في التّربيةِ على الإصغاءِ لكلمةِ الله. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[01160-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy Bracia i Siostry, pragnę podzielić się z wami krótką refleksją na temat zakończonej kilka dni temu podróży apostolskiej do Kanady. Jej celem było spotkanie z ludnością rdzenną i prośba o przebaczenie krzywd wyrządzonych im przez chrześcijan, w tym także wielu katolików, którzy w przeszłości angażowali się w prowadzoną przez ówczesne rządy politykę przymusowej asymilacji. Była to pielgrzymka pokutna, podzielona na trzy wielkie etapy. Pierwszy z nich odbyliśmy razem, z członkami głównych grup rodzimych – Pierwszych Narodów, Metysów oraz Inuitów. Jego celem było upamiętnienie – zachowanie dobrej pamięci o tysiącletniej historii tych ludów, a także pamięci bolesnej o krzywdach, jakich doznawały z powodu narzuconej asymilacji kulturowej. Drugi etap związany był z pojednaniem – nie jakimś rodzajem kompromisu, ale pozwoleniem, by pojednał nas Chrystus. Za punkt odniesienia przyjęliśmy obraz drzewa, tak ważnego w symbolice ludów rdzennych. Sens tego symbolu objawia się w krzyżu Chrystusa, przez który Bóg pojednał wszystko ze sobą. Na drzewie krzyża cierpienie przemieniło się w miłość, śmierć w życie, rozczarowanie w nadzieję, opuszczenie w komunię, a dystans w jedność. Trzeci etap, to uzdrowienie. Do Chrystusa, który jest źródłem wody żywej, uosabiając bliskość, współczucie i czułość Ojca, zanieśliśmy traumę i przemoc, jakiej doznały ludy rdzenne Kanady; zanieśliśmy rany wszystkich ubogich i wykluczonych, aby uleczył je Pan. Chciałbym, by ta podróż napełniła nadzieją Kościół, zarówno w Kanadzie, jak i na całym świecie.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini polacchi. Vi ringrazio per il sostegno della vostra preghiera durante il mio pellegrinaggio in Canada. So che in agosto tanti di voi si recano a piedi a Jasna Góra e ad altri santuari mariani. Vi chiedo di offrire le fatiche del vostro cammino anche per la Chiesa, per la pace nel mondo, specialmente in Ucraina. Saluto le Suore di Santa Elisabetta, che stanno vivendo qui a Roma il tempo di rinnovamento spirituale: molte di loro lavorano in Ucraina. La Madre di Dio ottenga abbondanti grazie divine su di loro e sulle persone a cui portano aiuto. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Dziękuję wam za modlitewne wsparcie podczas mojej podróży do Kanady. Wiem, że w sierpniu wielu z was pielgrzymuje pieszo na Jasną Górę i do innych sanktuariów maryjnych. Proszę was, ofiarujcie trud waszego pielgrzymowania także za Kościół, o pokój w całym świecie, a szczególnie na Ukrainie. Pozdrawiam siostry elżbietanki, które przeżywają tu w Rzymie czas duchowej odnowy: wiele z nich pracuje na Ukrainie. Niech Matka Boża wyjedna im oraz tym, którym pomagają, obfitość Bożych łask. Z serca wam błogosławię.

[01161-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i ragazzi del Centro Estivo “Estate ragazzi in Vaticano” – sono rimasti zitti fino ad adesso, e si capisce che facciano un po’ di rumore, no? – accompagnati dai genitori e dagli animatori, che ringrazio per la loro preziosa opera, per il lavoro che avete fatto: grazie. E in modo speciale vorrei ringraziare don Franco, il cappellano della Gendarmeria, l’anima spirituale del Vaticano che, come buon salesiano, è stato capace di mettere questo seme, di fare questo centro estivo: è già il terzo anno. Grazie, don Franco. Saluto il gruppo “Latium world folkloric festival” di Cori e i Frati Minori Cappuccini. Un saluto speciale rivolgo alle Apostole del Sacro Cuore, al termine del loro Capitolo generale, incoraggiando ciascuna a servire Dio e i fratelli con gioia, con gioia.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli – che sono tanti, vedo lì. Tutti esorto a rimanere sempre fedeli alle proprie convinzioni cristiane. Solo Gesù Cristo, infatti, è per ognuno la luce che illumina e il sostegno incrollabile tra le difficoltà dell’esistenza.

A tutti la mia benedizione.

[01162-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Domani ricorre il secondo anniversario dell’esplosione del porto di Beirut. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime di quel disastroso evento e al caro popolo libanese: prego affinché ciascuno possa essere consolato dalla fede e confortato dalla giustizia e dalla verità, che non può essere mai nascosta.

Auspico che il Libano, con l’aiuto della Comunità internazionale, continui a percorrere il cammino di “rinascita”, rimanendo fedele alla propria vocazione di essere terra di pace e di pluralismo, dove le comunità di religioni diverse possano vivere in fraternità.

[01163-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0577-XX.02]