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L’Udienza Generale, 16.03.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello e preghiera del Santo Padre

Discorso del Santo Padre agli studenti riuniti in Basilica

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Prima dell’Udienza Generale, Papa Francesco si è recato in Basilica per incontrare gli studenti della Scuola “La Zolla” di Milano.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sulla Vecchiaia, ha incentrato la sua riflessione sul tema: “L’anzianità, risorsa per la giovinezza spensierata” (Lettura: Gen 6,5-8).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello e ha recitato una preghiera chiedendo al Signore il perdono e la pace.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il racconto biblico – con il linguaggio simbolico dell’epoca in cui fu scritto – ci dice una cosa impressionante: Dio fu a tal punto amareggiato per la diffusa malvagità degli uomini, divenuta uno stile normale di vita, che pensò di avere sbagliato a crearli e decise di eliminarli. Una soluzione radicale. Potrebbe persino avere un paradossale risvolto di misericordia. Niente più umani, niente più storia, niente più giudizio, niente più condanna. E molte vittime predestinate della corruzione, della violenza, dell’ingiustizia sarebbero risparmiate per sempre.

Non accade a volte anche a noi – sopraffatti dal senso di impotenza contro il male o demoralizzati dai “profeti di sventura” – di pensare che era meglio non essere nati? Dobbiamo dare credito a certe teorie recenti, che denunciano la specie umana come un danno evolutivo per la vita sul nostro pianeta? Tutto negativo? No.

Di fatto, siamo sotto pressione, esposti a sollecitazioni opposte che ci rendono confusi. Da un lato, abbiamo l’ottimismo di una giovinezza eterna, acceso dai progressi straordinari della tecnica, che dipinge un futuro pieno di macchine più efficienti e più intelligenti di noi, che cureranno i nostri mali e penseranno per noi le soluzioni migliori per non morire: il mondo del robot. Dall’altra parte, la nostra fantasia appare sempre più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà. Quello che succede con un’eventuale guerra atomica. Il “giorno dopo” di questo – se ci saremo ancora, giorni ed esseri umani – si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero. Non voglio rendere banale il tema del progresso, naturalmente. Ma sembra che il simbolo del diluvio stia guadagnando terreno nel nostro inconscio. La pandemia attuale, del resto, mette un’ipoteca non lieve sulla nostra spensierata rappresentazione delle cose che contano, per la vita e per il suo destino.

Nel racconto biblico, quando si tratta di mettere in salvo dalla corruzione e dal diluvio la vita della terra, Dio affida l’impresa alla fedeltà del più vecchio di tutti, il “giusto” Noè. La vecchiaia salverà il mondo, mi domando? In che senso? E come salverà il mondo, la vecchiaia? E qual è l’orizzonte? La vita oltre la morte o soltanto la sopravvivenza fino al diluvio?

Una parola di Gesù, che evoca “i giorni di Noè”, ci aiuta ad approfondire il senso della pagina biblica che abbiamo ascoltato. Gesù, parlando degli ultimi tempi, dice: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti» (Lc 17,26-27). In effetti, mangiare e bere, prendere moglie e marito, sono cose molto normali e non sembrano esempi di corruzione. Dove sta la corruzione? Dove c’era la corruzione, lì? In realtà, Gesù mette l’accento sul fatto che gli esseri umani, quando si limitano a godere della vita, smarriscono perfino la percezione della corruzione, che ne mortifica la dignità e ne avvelena il senso. Quando si smarrisce la percezione della corruzione, e la corruzione diventa una cosa normale: tutto ha il suo prezzo, tutto! Si compra, si vende, opinioni, atti di giustizia … Questo, nel mondo degli affari, nel mondo di tanti mestieri, è comune. E vivono spensieratamente anche la corruzione, come se fosse parte della normalità del benessere umano. Quando tu vai a fare qualcosa e la cosa è lenta, quel processo di fare è un po’ lento, quante volte si sente dire: “Ma, se mi dai una mancia io accelero questo”. Tante volte. “Dammi qualcosa e io vado più avanti”. Lo sappiamo bene, tutti noi. Il mondo della corruzione sembra parte della normalità dell’essere umano; e questo è brutto Questa mattina ho parlato con un signore che mi diceva di questo problema nella sua terra. I beni della vita sono consumati e goduti senza preoccupazione per la qualità spirituale della vita, senza cura per l’habitat della casa comune. Tutto si sfrutta, senza preoccuparsi della mortificazione e dell’avvilimento di cui molti soffrono, e neppure del male che avvelena la comunità. Finché la vita normale può essere riempita di “benessere”, non vogliamo pensare a ciò che la rende vuota di giustizia e di amore. “Ma, io sto bene! Perché devo pensare ai problemi, alle guerre, alla miseria umana, a quanta povertà, a quanta malvagità? No, io sto bene. Non mi importa degli altri”. Questo è il pensiero inconscio che ci porta avanti a vivere uno stato di corruzione.

La corruzione può diventare normalità, mi domando io? Fratelli e sorelle, purtroppo sì. Si può respirare l’aria della corruzione come si respira l’ossigeno. “Ma è normale; se lei vuole che io faccia questo di fretta, quanto mi dà?”. È normale! È normale, ma è una cosa brutta, non è buona! Che cosa le apre la strada? Una cosa: la spensieratezza che si rivolge solo alla cura di sé stessi: ecco il varco che apre la porta alla corruzione che affonda la vita di tutti. La corruzione trae grande vantaggio da questa spensieratezza non buona. Quando a una persona va bene tutto e non gli importa degli altri: questa spensieratezza ammorbidisce le nostre difese, offusca la coscienza e ci rende – anche involontariamente – dei complici. Perché sempre la corruzione non va da sola: una persona ha sempre dei complici. E sempre la corruzione si allarga, si allarga.

La vecchiaia è nella posizione adatta per cogliere l’inganno di questa normalizzazione di una vita ossessionata dal godimento e vuota di interiorità: vita senza pensiero, senza sacrificio, senza interiorità, senza bellezza, senza verità, senza giustizia, senza amore: questo è tutto corruzione. La speciale sensibilità di noi vecchi, dell’età anziana per le attenzioni, i pensieri e gli affetti che ci rendono umani, dovrebbe ridiventare una vocazione di tanti. E sarà una scelta d’amore degli anziani verso le nuove generazioni. Saremo noi a dare l’allarme, l’allerta: “State attenti, che questa è la corruzione, non ti porta niente”. La saggezza dei vecchi ci vuole tanto, oggi, per andare contro la corruzione. Le nuove generazioni aspettano da noi vecchi, da noi anziani una parola che sia profezia, che apra delle porte a nuove prospettive fuori da questo mondo spensierato della corruzione, dell’abitudine alle cose corrotte. La benedizione di Dio sceglie la vecchiaia, per questo carisma così umano e umanizzante. Quale senso ha la mia vecchiaia? Ognuno di noi vecchi possiamo domandarci. Il senso è questo: essere profeta della corruzione e dire agli altri: “Fermatevi, io ho fatto quella strada e non ti porta a niente! Adesso io ti dico la mia esperienza”. Noi anziani dobbiamo essere dei profeti contro la corruzione, come Noè è stato il profeta contro la corruzione del suo tempo, perché era l’unico di cui Dio si è fidato. Io domando a tutti voi – e anche domando a me: il mio cuore è aperto a essere profeta contro la corruzione di oggi? C’è una cosa brutta, quando gli anziani non hanno maturato e si diventa vecchi con le stesse abitudini corrotte dei giovani. Pensiamo al racconto biblico dei giudici di Susanna: sono l’esempio di una vecchiaia corrotta. E noi, con una vecchiaia così non saremmo capaci di essere profeti per le giovani generazioni.

E Noè è l’esempio di questa vecchiaia generativa: non è corrotta, è generativa. Noè non fa prediche, non si lamenta, non recrimina, ma si prende cura del futuro della generazione che è in pericolo. Noi anziani dobbiamo prenderci cura dei giovani, dei bambini che sono in pericolo. Costruisce l’arca dell’accoglienza e vi fa entrare uomini e animali. Nella cura per la vita, in tutte le sue forme, Noè adempie il comando di Dio ripetendo il gesto tenero e generoso della creazione, che in realtà è il pensiero stesso che ispira il comando di Dio: una nuova benedizione, una nuova creazione (cfr Gen 8,15-9,17). La vocazione di Noè rimane sempre attuale. Il santo patriarca deve ancora intercedere per noi. E noi, donne e uomini di una certa età – per non dire vecchi, perché alcuni si offendono – non dimentichiamo che abbiamo la possibilità della saggezza, di dire agli altri: “Guarda, questa strada di corruzione non porta a nulla”. Noi dobbiamo essere come il buon vino che alla fine da vecchio può dare un messaggio buono e non cattivo.

Io faccio un appello, oggi, a tutte le persone che hanno una certa età, per non dire vecchi. State attenti: voi avete la responsabilità di denunciare la corruzione umana nella quale si vive e nella quale va avanti questo modo di vivere di relativismo, totalmente relativo, come se tutto fosse lecito. Andiamo avanti. Il mondo ha bisogno, ha necessità di giovani forti, che vadano avanti, e di vecchi saggi. Chiediamo al Signore la grazia della saggezza.

[00374-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker :

Le récit biblique nous rapporte l’amertume du Seigneur devant la méchanceté de l’homme et la solution radicale qu’il avait choisie. Mais pour sauver la vie de la terre de la corruption et du déluge, Dieu confie la tâche au plus ancien de tous, le fidèle et "juste" Noé.

Jésus, lorsqu’il parle des « Jours de Noé », souligne l’insouciance de l’être humain qui se limite à jouir de la vie en en perdant le sens et la dignité, en vivant même dans la corruption comme si cela faisait partie de la normalité. Les biens du monde sont consommés sans se soucier de la qualité spirituelle de la vie, de la mortification ou du découragement dont beaucoup souffrent, ni du mal qui empoisonne la communauté.

C’est donc l’insouciance qui ouvre la porte à la corruption en amollissant nos défenses, en émoussant notre conscience et en nous rendant – même involontairement – complices.

Les personnes âgées, par leur particulière sensibilité aux attentions, aux pensées et aux marques d’affection peuvent témoigner aux jeunes générations de ce qui rend vraiment humain, et Noé est l’exemple de cette vieillesse régénérative : il ne se plaint pas, il ne récrimine pas, mais il prend soin de l'avenir de la génération qui est en danger. En prenant soin de la vie, sous toutes ses formes, Noé accomplit le commandement de Dieu et répète le geste tendre et généreux de la création.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini francofoni presenti a questa udienza, in particolare gli studenti di Belle Arti, di Parigi. Questa settimana celebreremo San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Possa lui, durante questo mese di marzo che gli è dedicato, essere un intercessore per la pace di cui il mondo ha tanto bisogno! Dio vi benedica!

Speaker :

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience, en particulier les étudiants des Beaux-Arts de Paris. Cette semaine nous fêterons, saint Joseph, patron de l’Église universelle. Puisse-t-il durant ce mois de mars qui lui est dédié être un intercesseur de choix pour la paix dont le monde a tant besoin !

Que Dieu vous bénisse !

[00375-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on the meaning and value of old age, viewed in the light of God’s word, we now consider the vital role of the elderly in handing on to new generations life’s true and sustaining values. In the very first pages of the Bible, God entrusts to the elderly Noah the task of restoring the goodness of his creation, which had become corrupted by the spread of violence and wickedness. Jesus himself speaks of the “days of Noah” in warning us of the need for conversion in view of the imminent coming of God’s Kingdom, which brings mankind definitive salvation and spiritual renewal. In every age, as in the days of Noah, we can be tempted to accept sin and corruption as normal, to avert our eyes from the unjust suffering of the poor and the destruction of our natural environment. In our own day, these are the fruits of a materialistic, self-centred and spiritually empty culture of waste. The elderly, like Noah, can warn us of this danger and remind us of our God-given call to be guardians and stewards of his creation. May Noah’s example and prayers inspire our elderly to appreciate this, their special charism, and help to build a new “ark” of welcome, care and hope, for the future of our world and the dawn of the new creation.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, in particolare quelli provenienti da Danimarca, Gerusalemme, Norvegia e Stati Uniti d’America. A tutti auguro che il cammino quaresimale ci porti alla celebrazione della Pasqua con il cuore purificato e rinnovato dalla grazia dello Spirito Santo. Su ciascuno di voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace in Cristo nostro Redentore.

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from Denmark, Jerusalem, Norway and the United States of America. May our Lenten journey bring us to celebrate Easter with hearts purified and renewed by the grace of the Holy Spirit. Upon each of you, and your families, I invoke joy and peace in Christ our Redeemer.

[00376-EN.01] [Original text: English]

 

 

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, die eben gehörte Lesung sprach von Gottes großer Betrübnis angesichts der Bosheit in der Welt, davon, dass er bereute, den Menschen erschaffen zu haben, und dass er beschloss, ihn vom Erdboden zu vertilgen – ihm schließlich dann aber doch einen neuen Anfang ermöglichte. Zur Mitwirkung an diesem Werk der „Neuschöpfung“ beruft Gott Noach, einen gerechten alten Menschen. Darauf nimmt Jesus Bezug, als er im Blick auf die Endzeit sagt: „Die Menschen aßen und tranken und heirateten bis die Flut kam und alle vernichtete“ (vgl. Lk 17, 27). Die Dinge, die Jesus hier aufzählt – essen, trinken, heiraten – sind beileibe nichts Schlechtes, das Problem ist nur, dass die Menschen sich damit zufriedengeben. Sie kreisen oberflächlich um ihr persönliches Wohlergehen und vergessen darüber Gott und den Nächsten. Ältere Menschen durchschauen den Lug und Trug eines Lebens ohne Tiefgang, ohne Opfer, ohne Wahrheit, ohne Gerechtigkeit, ohne Liebe. Sie haben ein gutes Gespür für menschliche Qualitäten wie Achtsamkeit und Zuneigung und so können sie uns helfen, diese Werte neu zu entdecken. Mit Fürsorge bereitet Noach jener vom Untergang bedrohten Generation eine Zukunft – in seiner Arche erfährt das Leben in all seinen Formen Annahme und Aufnahme und Gott schenkt seiner Schöpfung durch das Wirken dieses alten Menschen einen segensreichen Neuanfang.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua tedesca, Dio stabilì la sua alleanza con Noè e fece dell’arcobaleno un segno visibile della sua vicinanza e protezione. Ora, in Quaresima, vogliamo rinnovare il nostro legame con Dio, perché dall’unità con Lui proviene la pace nei nostri cuori e la pace tra gli uomini. La pace del Signore sia con tutti voi!

Speaker:

Liebe deutschsprachige Pilger, Gott schloss seinen Bund mit Noach und machte den Regenbogen zum sichtbaren Zeichen seiner Nähe und seines Schutzes. Jetzt in der Fastenzeit wollen wir unsere Verbundenheit mit Gott erneuern – denn aus der Einheit mit Gott kommt der Frieden im eigenen Herzen und der Frieden zwischen den Menschen. Sein Friede sei mit euch allen!

[00377-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

 

Queridos hermanos y hermanas:

Continuamos reflexionando sobre el sentido y el valor de la vejez o de la ancianidad. En la lectura del libro del Génesis hemos escuchado que Dios, para salvar al hombre de la corrupción y del diluvio, eligió a Noé, que era el más anciano de todos los hombres. Podríamos preguntarnos, ¿en qué sentido la vejez puede salvar el mundo? En un tiempo en que vivimos bajo presión, tantas veces confundidos entre la imagen de la “juventud eterna” y la representación catastrófica del “fin del mundo”, ¿qué pueden aportar los ancianos?

La vejez ayuda a desenmascarar el engaño de una vida que sólo busca el placer, o que está vacía de interioridad, y que abre la puerta a la corrupción y al desprecio de los demás. Noé es el ejemplo de la vejez que genera vida, que no se queja ni recrimina, sino que mira al futuro con confianza, respeta la creación y cuida la vida de todos. Dios lo bendice con un don especial de humanidad, sensibilidad y cercanía. Por eso, la vocación de Noé también es una llamada para cada uno de nosotros.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Veo que hay mexicanos aquí. Pidamos al Señor que, como Noé, sepamos acoger, valorar y proteger el don de la vida en todas sus manifestaciones. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[00378-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

O texto bíblico inicial, alusivo aos dias de Noé, fez-nos ver como crescera o mal nos seres humanos, corrompendo-lhes o coração a ponto de sentir a perversidade como um estilo normal de vida; tornara-se uma corrupção generalizada. Deus arrependeu-se da obra que criou e, para pôr a salvo desta corrupção a vida na terra, confia o empreendimento à fidelidade do mais idoso de todos: o «justo» Noé. Poderá a velhice salvar o mundo? De que modo? Vemos que a pessoa humana, quando se limita a gozar a vida, nem se dá conta da corrupção que está a envenenar os seus dias. Despreocupada e leviana, goza os bens da terra sem se preocupar com a qualidade espiritual da vida, sem atender à miséria e degradação que muitos sofrem. Contanto que a vida normal lhe proporcione «bem-estar», o homem não quer saber daquilo que a torna vazia de justiça e de amor. É como se a corrupção fizesse parte da normalidade do bem-estar humano. Poderá a corrupção tornar-se normalidade? Infelizmente sim! E aquilo que lhe abre o caminho é esta despreocupação leviana em que se vive, pensando cada qual só no cuidado de si mesmo: isso amolece as nossas defesas, ofusca a consciência e torna-nos cúmplices, mesmo involuntariamente, do mal que envenena a comunidade. Poderá a velhice salvar o mundo? De que modo? A velhice está na posição melhor para captar o engano duma vida vendida ao prazer e vazia de interioridade: vida sem preocupações, sem interioridade, sem justiça, nem amor. A especial sensibilidade que vemos na terceira idade para com as atenções, lembranças e carinhos que nos tornam humanos, deveria voltar a ser a sensibilidade de todos. Acordar esta sensibilidade será uma opção de amor dos idosos pelas novas gerações. A bênção de Deus escolhe a velhice para este carisma tão humano e humanizador.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua portoghese, invitando tutti a rimanere fedeli a Cristo Gesù. Egli ci sfida a uscire dal nostro mondo piccolo e ristretto per cercare insieme il bene comune. Lo Spirito Santo vi illumini affinché possiate portare la benedizione di Dio a tutti gli uomini. La Vergine Madre vegli sul vostro cammino e vi protegga.

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos fiéis de língua portuguesa, convidando todos a permanecerem fiéis a Cristo Jesus. Ele desafia-nos a sair do nosso mundo limitado e estreito para buscarmos juntos o bem comum. O Espírito Santo nos ilumine para podermos levar a bênção de Deus a todos os homens. A Virgem Mãe vele sobre o vosso caminho e vos proteja.

[00379-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوم علَى الشيخوخة وأنّه يمكن أن تكون دليلًا وهاديًا لشبابٍ لا مبالٍ. ثم ذكر قصة نوح في الكتاب المقدّس، قال: إنّ الله اغتمّ بسبب شرّ البشر الذي انتشر، وأصبح حياة طبيعية، حتّى اعتقد أنّه أخطأ في خلقهم وقرّر أن يُبيدَهم. واختار شيخًا هو نوح لخلاص البشريّة. ثم قال قداسته: وقد يحدث لنا أيضًا أحيانا أن نعتقد أنّ كلّ شيء في الحياة سيء، حتى نيأس ونقول: كان من الأفضل ألّا نولد. في الواقع، نحن مرتبكون. من ناحية، لدينا تفاؤل الشّباب الأبدي، المُتّقد بسبب التقدّم الاستثنائي للتقنيّات، الذي يرسم مستقبلًا مليئًا بآلات تملك كفاءةً وذكاءً أكثر منّا، التي ستعالج أمراضنا وستفكّر من أجلنا في أفضل الحلول حتّى لا نموت. ومن ناحية أخرى، فإنّ خيالنا ما زال يركّز على تصوّر كارثةٍ نهائيّة ستقضي علينا. ذكر يسوع في الإنجيل أيام نوح. وقال ما معناه: إنّ البشر، عندما يقتصرون على طلب الاستمتاع بالحياة، يفقدون حتّى المقدرة على الإحساس بالفساد، الذي يمتهن كرامة الإنسان ويسمّم الحياة. ويصبح الفساد جزءًا طبيعيًا من الحياة. وهل يمكن للفساد أن يصبح أمرًا طبيعيًّا؟ للأسف نعم. الذي يفتح له الطّريق هو اللامبالاة. ومعها تصير الحياة من دون تضحيّة، ومن دون روح، ومن دون جمال، ومن دون حقيقة، ومن دون عدالة، ومن دون محبّة. الشيخوخة، بما فيها من إحساس وتنبّه للحياة يمكن أن تساعد الشباب والجيل الصاعد ليتحوّل عن اللامبالاة وعن الفساد إلى حياة صالحة. ونوح هو مثال هذه الشّيخوخة المولّدة لحياة جديدة.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. La stagione della vecchiaia consente di avere una speciale sensibilità, di avvertire l’inganno della normalizzazione di una vita ossessionata di godimento e vuota di interiorità. Per questo carisma così umano e umanizzante, la vecchiaia costituisce un faro per le giovani generazioni. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. تُتيحُ لنَا فَترةُ الشَّيخوخةِ أن يكونَ لَدَينَا حساسيّةً مميّزةً، تُنبِّهُنا من خداعِ التّطبيعِ لحياةٍ مهووسةٍ بالتّمتّع وفارغةٍ من الدّاخل، وبسببِ هذهِ الموهبة، والتي هي موهبة إنسانيّة ومُؤنْسِنَة، تشكّل الشّيخوخة مَنارةً للأجيالِ الجديدة. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00380-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, w biblijnym opisie Potopu jest mowa, że Bóg, rozgoryczony powszechną niegodziwością ludzi i deprawacją ich życia, uznał, iż popełnił błąd stwarzając ich, i dlatego postanowił ich zgładzić. Może i nam, często bezsilnym wobec zła, zdarza się pomyśleć, że lepiej byłoby się nie narodzić? W obliczu destrukcji, okrucieństwa, wyobraźnia podsuwa nam obraz ostatecznej katastrofy, jakby współczesnego potopu, sugestię, że pewnego dnia wszyscy zginiemy. W czasach biblijnego potopu, Bóg powierzył ocalenie życia na ziemi najstarszemu ze wszystkich, „sprawiedliwemu” Noe. Pan Jezus, nwiązując do tamtego wydarzenia, powiedział: „Jak działo się za dni Noego, tak będzie również za dni Syna Człowieczego” (Łk 17, 26). Rodzi się pytanie: czy także dzisiaj „starość” może ocalić świat? W jaki sposób? Tak wiele słyszymy o tym, co w świecie złe; o niegodziwości, o życiu na luzie, okrucieństwie, zepsuciu moralnym, deprawacji. Egoizm, beztroska, chęć używania świata, w połączeniu z dobrobytem, prowadzi wielu do zguby. Otóż, ułudę tych tendencji, życia bezmyślnego, egoistycznego, są w stanie ocenić tylko ludzie starsi z ich doświadczeniem i wrażliwością. Noe nie narzekał, nie przeklinał, lecz troszczył się o przyszłe pokolenie, które było zagrożone, pragnął jego dobra. Oto zadanie także dla współcześnie żyjących ludzi w podeszłym wieku, to ich charyzmat. Powołanie Noego pozostaje dla nas zawsze aktualne. Prośmy św. patriarchę, aby wstawiał się za nami.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i polacchi qui presenti e in modo particolare i giovani che, nello spirito dell’iniziativa orante “Uno per tutti, tutti per uno”, si ritroveranno a Jasna Góra e nelle loro parrocchie, nei giorni di sabato e domenica prossimi, per pregare secondo le intenzioni del mio ministero. Ringrazio per questo vostro bel gesto. Per favore, questa volta preghiamo soprattutto per la pace in Ucraina! Vi benedico tutti di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków, a szczególnie młodych, którzy w duchu modlitewnej inicjatywy: „Jeden za wszystkich, wszyscy za jednego”, w najbliższą sobotę i w niedzielę, zgromadzą się na Jasnej Górze i w swoich parafiach, by modlić się w intencjach mojej papieskiej posługi. Dziękuję za ten wasz piękny gest. Proszę, tym razem módlmy się przede wszystkim o pokój na Ukrainie! Z serca wam wszystkim błogosławię.

[00381-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Religiosi e le Religiose dell’Amore Misericordioso, incoraggiando a servire il Signore e i fratelli con rinnovata gioia, nel solco del carisma della Fondatrice, la Beata Madre Speranza. Saluto poi l’Istituto San Giorgio di Pavia e il Circolo “Vivere insieme” di Catania, esortando a testimoniare con le parole e l’azione il messaggio liberante di Cristo.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. In questo tempo di Quaresima, anche in questo tempo così doloroso della guerra, vi invito a guardare a Cristo e trarre forza da Lui per un fedele impegno di vita cristiana.

A tutti, la mia benedizione!

[00382-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello e preghiera del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

nel dolore di questa guerra facciamo una preghiera tutti insieme, chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo una preghiera scritta da un Vescovo italiano.

Perdonaci la guerra, Signore.

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori.

Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi.

Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi.

Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi.

Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!

Perdonaci Signore,

perdonaci, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.

Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.

Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.

Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore.

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino!

Illumina la nostra coscienza,

non sia fatta la nostra volontà,

non abbandonarci al nostro agire!

Fermaci, Signore, fermaci!

E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.

O Signore, poni un freno alla violenza!

Fermaci, Signore!

Amen.

[00385-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Discorso del Santo Padre agli studenti riuniti in Basilica

Cari studenti dell’Istituto “La Zolla”,

sono contento di accogliervi e rivolgo un cordiale saluto a voi, ai vostri genitori e ai vostri insegnanti, ai vostri nonni: ci sono tanti nonni qui. È molto importante per voi giovani e bambini parlare con i nonni: molto importante, parlare con i nonni. È importante. La vostra scuola di ispirazione cristiana è una realtà preziosa per il territorio milanese e offre un apprezzato servizio educativo in collaborazione con le famiglie. È importante costruire una comunità educante in cui, insieme ai docenti, i genitori possano essere protagonisti della crescita culturale dei loro figli. E questo è il patto educativo, il dialogo tra genitori e insegnanti. Si dialoga sempre, per il bene dei giovani, dei bambini. Questo patto educativo che si è rotto tante volte, dobbiamo sempre curarlo. Il dialogo e anche il lavoro insieme, come fate voi, genitori e insegnanti. È importante costruire una comunità educante, questo è molto importante.

E a voi ragazzi e ragazze vorrei lasciare due parole che mi vengono dal cuore: condivisione e accoglienza. Condivisione e accoglienza, diciamolo insieme: “condivisione e accoglienza”. Solo i ragazzi e le ragazze, i grandi no! Ditelo: condivisione e accoglienza, tutti! [ripetono: condivisione e accoglienza!”]. Ecco, imparate bene quello. Condivisione: non stancatevi di maturare insieme alle persone che vi vivono accanto: i compagni di scuola, i genitori, i nonni, gli educatori, gli amici. C’è bisogno di “fare squadra”, di crescere non solo nelle conoscenze, ma anche nel tessere legami per costruire una società più solidale e fraterna. Perché la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente attraverso la condivisione. Non ci sono macchine per costruire la pace, no: la pace sempre si fa artigianalmente. La pace nella famiglia, la pace nella scuola… E come artigianalmente? Con il mio lavoro, con la mia condivisione.

La seconda parola: accoglienza. Il mondo d’oggi mette tante barriere tra le persone. E il risultato delle barriere sono le esclusioni, lo scarto. Questo è pericoloso, se si scarta. Anche nella scuola – ascoltate bene questo, ragazzi e ragazze – a scuola alle volte c’è qualche compagno o compagna che è un po’ strano, un po’ ridicolo o che non ci piace: mai scartarlo! Nemmeno fare bullying: no, per favore, non il bullying, niente, siamo tutti uguali. Anche se un compagno è un po’ antipatico, poveretto, mi avvicino a lui con simpatia. Sempre fare dei ponti, non scartare nessuno, per favore! Non scartare. Perché con lo scarto sempre si incominciano le guerre. Il risultato delle barriere sono le esclusioni, lo scarto. Ci sono barriere tra Stati, tra gruppi sociali, ma anche tra le persone. E spesso pure il telefono che continuate a guardare diventa una frontiera che vi isola in un mondo che avete a portata di mano. Quanto è bello invece guardare negli occhi le persone, ascoltarne la storia, e accoglierne l’identità; generare, attraverso l’amicizia, ponti con fratelli e sorelle di tradizioni, etnie e religioni diverse. Solo facendo così costruiremo, con l’aiuto di Dio, un futuro di pace. Mi è piaciuto il motto vostro – “Stupìti”: è bello. Sempre meravigliati, vedere la bellezza, stupìti e grati. Ma state attenti, perché c’è pericolo di diventare stupidi: no, no! Stupìti, non stupidi. Capito?

Grazie di questo incontro, grazie della vostra testimonianza. Prego per voi e voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. E adesso vi chiedo di pensare, di fare un pensiero: pensiamo a tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo. Sono come noi, come voi: sei, sette, dieci, quattordici anni e voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace. Invece questi piccoli, anche piccolissimi, devono fuggire dalle bombe. Stanno soffrendo tanto. Con quel freddo che fa lì … Pensiamo. Ognuno di noi pensi a questi bambini, a queste bambine, a questi ragazzi, a queste ragazze. Oggi stanno soffrendo; oggi, a tremila chilometri da qui. Preghiamo il Signore. Io farò la preghiera e voi con il cuore, con la mente, pregate con me. “Signore Gesù, ti chiedo per i bambini, le bambine, i ragazzi, le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto. Signore Gesù, guarda questi bambini, questi ragazzi: guardali, proteggili. Sono le vittime della superbia di noi, gli adulti. Signore Gesù, benedici questi bambini e proteggili”. Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga: Ave o Maria, …

E così, in silenzio come stiamo noi, riceviamo la benedizione del Signore: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

E grazie di questo incontro: grazie, grazie. E non dimenticatevi non dimenticate: stupìti e grati. Tutti insieme: stupìti e grati.

[00383-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0178-XX.02]