Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, concludendo il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: “San Giuseppe patrono della Chiesa universale” (Lettura: Mt 2,13-15).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Concludiamo oggi il ciclo di catechesi sulla figura di San Giuseppe. Queste catechesi sono complementari alla Lettera apostolica Patris corde, scritta in occasione dei 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa Cattolica, da parte del Beato Pio IX. Ma che cosa significa questo titolo? Che cosa vuol dire che San Giuseppe è “patrono della Chiesa”? Su questo oggi vorrei riflettere con voi.
Anche in questo caso sono i Vangeli a fornirci la chiave di lettura più corretta. Infatti, alla fine di ogni vicenda che vede Giuseppe come protagonista, il Vangelo annota che egli prende con sé il Bambino e sua madre e fa ciò che Dio gli ha ordinato (cfr Mt 1,24; 2,14.21). Risalta così il fatto che Giuseppe ha il compito di proteggere Gesù e Maria. Egli è il loro principale custode: «In effetti, Gesù e Maria sua Madre sono il tesoro più prezioso della nostra fede»[1] (Lett. ap. Patris corde, 5), e questo tesoro è custodito da San Giuseppe.
Nel piano della salvezza non si può separare il Figlio dalla Madre, da colei che «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce» (Lumen gentium, 58), come ci ricorda il Concilio Vaticano II.
Gesù, Maria e Giuseppe sono in un certo senso il nucleo primordiale della Chiesa. Gesù è Uomo e Dio, Maria, la prima discepola, è la Madre; e Giuseppe, il custode. E anche noi «dobbiamo sempre domandarci se stiamo proteggendo con tutte le nostre forze Gesù e Maria, che misteriosamente sono affidati alla nostra responsabilità, alla nostra cura, alla nostra custodia» (Patris corde, 5). E qui c’è una traccia molto bella della vocazione cristiana: custodire. Custodire la vita, custodire lo sviluppo umano, custodire la mente umana, custodire il cuore umano, custodire il lavoro umano. Il cristiano è – possiamo dire – come San Giuseppe: deve custodire. Essere cristiano è non solo ricevere la fede, confessare la fede, ma custodire la vita, la vita propria, la vita degli altri, la vita della Chiesa. Il Figlio dell’Altissimo è venuto nel mondo in una condizione di grande debolezza: Gesù è nato così, debole, debole. Ha voluto aver bisogno di essere difeso, protetto, accudito. Dio si è fidato di Giuseppe, come ha fatto Maria, che in lui ha trovato lo sposo che l’ha amata e rispettata e si è sempre preso cura di lei e del Bambino. In questo senso, «San Giuseppe non può non essere il Custode della Chiesa, perché la Chiesa è il prolungamento del Corpo di Cristo nella storia, e nello stesso tempo nella maternità della Chiesa è adombrata la maternità di Maria. Giuseppe, continuando a proteggere la Chiesa, continua a proteggere il Bambino e sua madre, e anche noi amando la Chiesa continuiamo ad amare il Bambino e sua madre» (ibid.).
Questo Bambino è Colui che dirà: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Pertanto ogni persona che ha fame e sete, ogni straniero, ogni migrante, ogni persona senza vestiti, ogni malato, ogni carcerato è il “Bambino” che Giuseppe custodisce. E noi siamo invitati a custodire questa gente, questi nostri fratelli e sorelle, come l’ha fatto Giuseppe. Per questo, egli è invocato come protettore di tutti i bisognosi, degli esuli, degli afflitti, e anche dei moribondi – ne abbiamo parlato mercoledì scorso. E anche noi dobbiamo imparare da Giuseppe a “custodire” questi beni: amare il Bambino e sua madre; amare i Sacramenti e il popolo di Dio; amare i poveri e la nostra parrocchia. Ognuna di queste realtà è sempre il Bambino e sua madre (cfr Patris corde, 5). Noi dobbiamo custodire, perché con questo custodiamo Gesù, come ha fatto Giuseppe.
Oggi è comune, è di tutti i giorni criticare la Chiesa, sottolinearne le incoerenze – ce ne sono tante –, sottolineare i peccati, che in realtà sono le nostre incoerenze, i nostri peccati, perché da sempre la Chiesa è un popolo di peccatori che incontrano la misericordia di Dio. Domandiamoci se, in fondo al cuore, noi amiamo la Chiesa così come è. Popolo di Dio in cammino, con tanti limiti ma con tanta voglia di servire e amare Dio. Infatti, solo l’amore ci rende capaci di dire pienamente la verità, in maniera non parziale; di dire quello che non va, ma anche di riconoscere tutto il bene e la santità che sono presenti nella Chiesa, a partire proprio da Gesù e da Maria. Amare la Chiesa, custodire la Chiesa e camminare con la Chiesa. Ma la Chiesa non è quel gruppetto che è vicino al prete e comanda tutti, no. La Chiesa siamo tutti, tutti. In cammino. Custodirci uno l’altro, custodirci a vicenda. È una bella domanda, questa: io, quando ho un problema con qualcuno, cerco di custodirlo o lo condanno subito, sparlo di lui, lo distruggo? Dobbiamo custodire, sempre custodire!
Cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a chiedere l’intercessione di San Giuseppe proprio nei momenti più difficili della vita vostra e delle vostre comunità. Lì dove i nostri errori diventano scandalo, chiediamo a San Giuseppe di avere il coraggio di fare verità, di chiedere perdono e ricominciare umilmente. Lì dove la persecuzione impedisce che il Vangelo sia annunciato, chiediamo a San Giuseppe la forza e la pazienza di saper sopportare soprusi e sofferenze per amore del Vangelo. Lì dove i mezzi materiali e umani scarseggiano e ci fanno fare l’esperienza della povertà, soprattutto quando siamo chiamati a servire gli ultimi, gli indifesi, gli orfani, i malati, gli scartati della società, preghiamo San Giuseppe perché sia per noi Provvidenza. Quanti santi si sono rivolti a lui! Quante persone nella storia della Chiesa hanno trovato in lui un patrono, un custode, un padre!
Imitiamo il loro esempio e per questo, tutti insieme, oggi preghiamo; preghiamo San Giuseppe con la preghiera che ho posto a conclusione della Lettera Patris corde, affidando a lui le nostre intenzioni e, in modo speciale, la Chiesa che soffre e che è nella prova. E adesso, voi avete in mano in diverse lingue, credo in quattro, la preghiera, e credo che sarà anche sullo schermo così insieme, ognuno nella propria lingua, può pregare San Giuseppe.
Salve, custode del Redentore
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.
___________________
[1] S. Rituum Congreg., Decr. Quemadmodum Deus (8 dicembre 1870): ASS 6 (1870-71), 193; cfr PII IX, Lett. Ap. Inclytum Patriarcham (7 luglio 1871): l.c., 324-327.
[00222-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker :
Chers frères et sœurs,
nous achevons aujourd’hui le cycle de nos catéchèses sur la figure de saint Joseph, Patron de l’Église catholique. Les Évangiles nous rapportent que Joseph est le véritable gardien de Jésus et de Marie avec qui il forme le noyau primordial de l’Église. C’est pourquoi, il est, encore aujourd’hui, le protecteur de l’Église car elle est le prolongement du Corps du Christ dans l’histoire. Nous devons apprendre de Joseph à protéger et à aimer, nous aussi, l’Enfant Jésus et sa mère ; c’est-à-dire à aimer les Sacrements et le peuple de Dieu ; à aimer les pauvres et notre paroisse. Nous vivons une époque où il est commun de critiquer l’Église, mais demandons-nous si, du fond du cœur, nous aimons l’Église. En effet, seul l’amour nous rend capables de dire pleinement la vérité, de dire ce qui ne va pas, mais aussi de reconnaître tout le bien et la sainteté qui sont dans l’Église.
Chers frères et sœurs, demandons l’intercession de saint Joseph dans les moments les plus difficiles de notre vie et de celle de nos communautés, afin d’avoir le courage de demander pardon et de recommencer humblement, la force et la patience de savoir supporter les injustices et les souffrances par amour de l’Évangile. Que saint Joseph soit notre Providence.
Santo Padre:
Saluto cordialmente le persone di lingua francese, particolarmente i giovani di Sundgau, i pellegrini di Lorient, quelli di Marsilia e i Sacerdoti dell’Ordinariato degli Orientali di Francia. Chiediamo la grazia di non chiudere gli occhi e le mani di fronte alla miseria dei nostri fratelli e sorelle. Sull’esempio di San Giuseppe, sappiamo scoprire in loro i volti di Gesù e di Maria che implorano il nostro amore, la nostra tenerezza e la nostra protezione.
Dio vi benedica!
Speaker :
Je salue cordialement les personnes de langue française, particulièrement les Jeunes du Sundgau, les pèlerins de Lorient, de Marseille et les Prêtres de l’Ordinariat des Orientaux de France. Demandons la grâce de ne pas fermer nos yeux et nos mains devant la misère de nos frères et sœurs. Qu’à l’exemple de saint Joseph, nous sachions découvrir en eux les visages de Jésus et de Marie qui implorent notre amour, notre tendresse et notre protection.
Que Dieu vous bénisse !
[00223-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: Our catechesis on Saint Joseph now concludes with a reflection on his role as “Patron of the Universal Church”. This title, bestowed on Saint Joseph 150 years ago by Blessed Pius IX, is based on the witness of Scripture. In the Gospels, Joseph is consistently presented as the guardian of the Virgin Mary and the Child Jesus. Just as Joseph protected the Holy Family, so too he continues to love and protect the Body of Christ, which is the Church, as well as the poor, the sick and the dying whom the Lord calls the least of his brothers and sisters. Saint Joseph teaches us that we too must love and protect the Church and Christ’s poor. At a time when it is easy to criticize the Church, this means frankly acknowledging that we are a people of sinners graciously redeemed by God’s mercy, while at the same time bearing witness to the Risen Christ’s presence in our midst, the transformative power of his grace in the sacraments, and the holiness which is the unfailing gift of his Spirit. Together with so many saints throughout history, let us commend ourselves and the needs of the Church to the protection of Saint Joseph, asking him, in the words of today’s prayer, to “guide us in the path of life… and defend us from every evil. Amen”.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from Nigeria and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!
[00224-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, zum Abschluss der Katechesereihe über den heiligen Josef betrachten wir ihn als „Schutzpatron der Kirche“, zu dem ihn der selige Pius IX. erhoben hat. Die Evangelien erschließen uns die Bedeutung dieser Anrufung: Jede Begebenheit, in der der heilige Josef auftritt, endet mit der Bemerkung, dass er das Kind und seine Mutter zu sich nimmt und das tut, was Gott ihm geboten hat. Er tut das, was auch von uns erwartet wird, Jesus und Maria, den kostbarsten Schatz unseres Glaubens, zu lieben und zu behüten (vgl. Patris Corde, 5). Josef erfüllt den Auftrag Gottes: Der Sohn Gottes wollte aus der Jungfrau Maria als wehrloses Geschöpf in diese Welt kommen und hat Josef als Beschützer erwählt. Daher ist es folgerichtig, dass er auch die Kirche behütet, die als mystischer Leib Christi in der Geschichte wirkt und als Mutter aller Getauften die Mutterschaft Marias widerspiegelt. So schützt Josef das Kind und seine Mutter auch heute noch. Lernen wir von Josef, Jesus und Maria, die Kirche und ihre Sakramente sowie das Volk Gottes und die Notleidenden zu lieben.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i fedeli di lingua tedesca. San Giuseppe ci protegga da tutti gli attacchi del maligno perché, in seno alla comunione della Chiesa, possiamo sempre restare fedeli nell’amore a Gesù e Maria.
Speaker:
Herzlich grüße ich die Gläubigen deutscher Sprache. Der heilige Josef behüte uns vor allen Angriffen des bösen Feindes, auf dass wir im Schoß der Gemeinschaft der Kirche immer in der Liebe zu Jesus und Maria treu bleiben.
[00225-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Para cerrar nuestras catequesis dedicadas a san José, hoy la última, meditamos sobre el título de “Patrono de la Iglesia universal”, el cual manifiesta la misión que, por encargo de Dios, lleva adelante como intercesor y protector de los cristianos. En su Evangelio, san Mateo nos narra cómo Dios escogió a san José para ser custodio y padre amoroso del niño Jesús, y sostén de la Virgen Madre como esposo solícito. El patrocinio de san José sobre la Iglesia universal se fundamenta en esas dos características, ya que en la Iglesia siguen presentes la frágil humanidad que el Hijo de Dios hizo suya naciendo en Belén, y una maternidad que es reflejo de la maternidad de María.
San José sigue viendo en nosotros “al Niño y a la Madre”. Su ejemplo nos impulsa a reconocer en todo rostro afligido, en toda persona desvalida que acude a la Iglesia la presencia de Jesús, que al decirnos “todo lo que hicieron con uno de estos mis hermanos más pequeños, conmigo lo hicieron” (cf. Mt 25,40), se identifica amorosamente con nuestros hermanos más pobres y sufrientes.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Acudamos a la intercesión de san José en los momentos difíciles de la vida, sobre todo cuando nuestros errores crean escándalo, para que tengamos la valentía de enfrentar la verdad, de pedir perdón y comenzar de nuevo; cuando la persecución impida que el Evangelio se anuncie, para que tengamos la fuerza y la paciencia de afrontar las dificultades; y cuando nos falten los recursos materiales, para que confiemos siempre en la divina Providencia. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.
[00226-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Concluímos hoje o ciclo de catequeses sobre a figura de São José, que são complementares da minha Carta apostólica intitulada Com coração de pai, escrita pelos 150 anos da declaração do nosso Santo como Padroeiro da Igreja Católica. E que significa isto? De certo modo o núcleo primordial da Igreja é formado por Jesus, Maria e José. Sabemos que o Filho do Altíssimo veio ao mundo em condições de grande fragilidade; precisou de ser defendido, protegido, cuidado. Pois bem! O Pai do Céu fiou-se de José, como aliás fez Maria que nele encontrou o esposo que A amou e respeitou e sempre cuidou d’Ela e do Menino. Neste sentido, «São José não pode deixar de ser o Guardião da Igreja, porque a Igreja é o prolongamento do Corpo de Cristo na história e ao mesmo tempo, na maternidade da Igreja, espelha-se a maternidade de Maria. José, continuando a proteger a Igreja, continua a proteger o Menino e sua mãe; e também nós, amando a Igreja, continuamos a amar o Menino e sua mãe» (n. 5). Este Menino tonar-Se-á homem adulto; então ouvi-Lo-emos dizer: «Sempre que fizestes isto a um destes meus irmãos mais pequeninos, a Mim mesmo o fizestes» (Mt 25, 40). Assim, cada faminto e sequioso, cada forasteiro e pessoa sem agasalho, cada doente e encarcerado é o «Menino» que José guarda. Por isso, o invocamos como protetor de todos os necessitados, exilados, aflitos e moribundos. E nós temos de aprender com ele a «guardar» estes bens: amar o Menino e sua Mãe; amar os Sacramentos e o Povo de Deus; amar os pobres e a nossa paróquia. Em todas e cada uma destas realidades, sempre encontramos o Menino e sua Mãe.
Santo Padre:
Cari pellegrini di lingua portoghese, vi saluto tutti e vi incoraggio a venerare San Giuseppe; in lui troverete l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, nella compagnia di Gesù e della Vergine Maria. Invocate tutte e tre come intercessori, sostegno e guida nei momenti di difficoltà, affinché non si esaurisca mai l’olio della fede e della gioia, che sgorga da una vita in comunione con Dio.
Speaker:
Queridos peregrinos de língua portuguesa, a todos vos saúdo e animo a venerar São José; nele encontrareis o homem da presença quotidiana, discreta e escondida, na companhia de Jesus e da Virgem Maria. Tomai os três como intercessores, amparo e guia nos momentos de dificuldade, para que nunca se acabe o óleo da fé e da alegria, que brota duma vida em comunhão com Deus!
[00227-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
اخْتَتَمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ سِلْسِلَةَ التَّعْلِيمِ المَسِيحِيّ في القِدِّيسِ يُوسُف، وَتَكَلَّمَ علَى القِدِّيسِ يُوسُف شَفِيعِ الكَنِيسَةِ الجامِعَة، وَقال: كانَتْ مُهِمَةُ يُوسُف أنْ يَحْمِيَ يَسُوعَ وَمَرْيَمَ أُمَّهُ. كانَ حارِسًا لَهُما. وَهُما أَثْمَنُ كَنْزٍ في إيْمانِنا. جاءَ يَسُوعُ إلَى العالَمِ ضَعِيفًا يَحْتاجُ إلَى مَنْ يُدافِعُ عَنْهُ وَيَحْمِيهِ وَيَعْتَنِي بِهِ. فاخْتارَ اللهُ لِذَلِكَ يُوسُف، وَمَرْيَمُ أيْضًا وَضَعَتْ ثِقَتَها فِيهِ، فَوَجَدَتْ فِيهِ الزَوْجَ الَّذِي أَحَبَّها واحْتَرَمَها وَكانَ دائِمًا يَعْتَنِي بِها وَبابْنِها يَسُوع. لِهَذا أَصْبَحَ القِدِّيسُ يُوسُف حارِسًا لِلْكَنِيسَةِ أيْضًا، لأَنَّها هيَ امْتِدادٌ لِجَسَدِ المَسِيحِ في التارِيخ. وَقالَ قَداسَتُهُ: كُلُّ إنْسانٍ جائِعٍ وَعَطْشان وَغَرِيبٍ وَبِلا مَلْبَسٍ وَمَرِيضٍ وَسَجِينٍ هُوَ مِثْلُ الطِفْلِ الَّذِي كانَ يَحْرُسُهُ يُوسُف. وَلِهَذا أَصْبَحَ يُوسُف أَيْضًا مُحامِيًا لِكُلِّ المُحْتاجِينَ والمَنْفِيِّينَ والمَحْزُونِين. وَمِنْ هُنا عَلَيْنا نَحْنُ أَيْضًا أَنْ نَتَعَلَّمَ مِنْهُ أَنْ نُحافِظَ فِي حَياتِنا علَى مَحَبَّةِ الطِفْلِ وَأُمِّهِ، وَمَحَبَّةِ الأَسْرّارِ المُقَدَّسَةِ وَشَعْبِ الله، وَمَحَبَّةِ الفُقَراءِ وَرَعِيَتِنا. واخْتَتَمَ قَداسَةُ البابا تَعْلِيمَهُ وَقال: أُشَجِّعُكُم علَى أَنْ تَطْلُبُوا شَفاعَةَ القِدِّيسِ يُوسُف فِي أَصْعَبِ لَحَظاتِ حَياتِكُم، فَهُوَ الشَّفِيعُ والحارِسُ والأَبُ الأَمينُ لِكُلِّ واحِدٍ مِنّا.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. San Giuseppe è il patrono, il custode e il padre che si alzò nella notte, prese con sé il bambino e Maria, sua madre, e si rifugiò in Egitto, per sfuggire a Erode. Chiediamo a lui di guidarci nel cammino della vita e difenderci da ogni male. Il Signore vi benedica tutti!
Speaker:
أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. القِدّيسُ يُوسُف هو الشَّفِيعُ والحارِسُ والأَبُ الَّذِي أَخَذَ الطِّفْلَ وأُمَّهُ مَرْيَمَ لَيْلاً ولَجَأَ إِلى مِصْرَ هَرَبًا مِنْ هِيرُودُس. لِنَسْأَلْهُ أَنْ يُرْشِدَنا فِي مَسِيرَةِ حَياتِنا، وَيَحْمِيَنا مِنْ كلِّ شَرّ. لِيُبارِكْكُم الرّبُّ جَميعًا!
[00228-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, dzisiaj kończymy cykl katechez poświęconych postaci św. Józefa. Są one uzupełnieniem Listu apostolskiego Patris corde, napisanego z okazji 150. rocznicy ogłoszenia św. Józefa Patronem Kościoła katolickiego przez błogosławionego Piusa IX. Ewangelie podkreślają, że św. Józef czyni zawsze to, co Bóg mu nakazuje. Jego zadaniem jest chronienie Jezusa i Maryi. Jest ich opiekunem: „Istotnie Jezus i Maryja są najcenniejszym skarbem naszej wiary” (List apost. Patris corde, 5). Każdy z nas powinien zadać sobie pytanie: czy w moim życiu troszczę się o Dziecię Jezus i Jego Matkę ze wszystkich sił, jak św. Józef, Opiekun Kościoła? Tym Dziecięciem jest bowiem dzisiaj każdy głodny, spragniony, bezdomny, uchodźca, chory, więzień, potrzebujący, strapiony, umierający… Uczmy się od św. Józefa, jak miłować ubogich, potrzebujących pomocy, nasze rodziny, parafię. Żyjąc w czasach, w których powszechna jest krytyka Kościoła, zapytajmy, czy kochamy Kościół? Czy jesteśmy obiektywni, bezstronni w ocenach zdarzeń? Czy widzimy dobro i świętość Kościoła? Czy postrzegamy raczej tylko zło? Wypraszajmy wstawiennictwo św. Józefa w trudnych sprawach naszego życia. Niech wyjedna nam odwagę mówienia prawdy, cierpliwość, umiejętność przebaczania i służenia braciom. Prośmy o to słowami modlitwy z Listu Patris corde: „Święty Józefie, także i nam okaż się ojcem i prowadź nas na drogach życia. Wyjednaj nam moc ducha i łaskę miłosierdzia, i broń nas od wszelkiego zła. Amen”.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Lunedì abbiamo celebrato la memoria dei santi fratelli: Cirillo, Monaco e Metodio, Vescovo, apostoli degli Slavi e Patroni d’Europa. Preghiamo Dio affinché, per la loro intercessione le nazioni di questo Continente, consapevoli delle loro radici cristiane, risveglino lo spirito di riconciliazione, di fraternita, di solidarietà e di rispetto di ogni Paese, della libertà di ogni Paese. Benedico di cuore voi tutti e i vostri cari.
Speaker:
Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. W poniedziałek obchodziliśmy wspomnienie świętych braci: Cyryla, mnicha i Metodego, biskupa, apostołów Słowian, patronów Europy. Za ich wstawiennictwem prośmy Boga, by narody tego kontynentu, świadome swych chrześcijańskich korzeni, ożywiał duch porozumienia, braterstwa, solidarności i szacunku dla każdego kraju, wolności każdego kraju. Z serca błogosławię wam wszystkim i waszym bliskim.
[00229-PL.02] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti di Vicenza e i Seminaristi di Adria-Rovigo. Nel salutare i Religiosi dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, penso al loro giovane confratello, Padre Richard, della Repubblica Democratica del Congo, ucciso il 2 febbraio scorso, dopo aver celebrato la Messa nella Giornata della vita consacrata. La morte di Padre Richard, vittima di una violenza ingiustificabile e deprecabile, non scoraggi i suoi familiari, la sua famiglia religiosa e l’intera comunità cristiana di quella Nazione ad essere annunciatori e testimoni di bontà e di fraternità, nonostante le difficoltà, imitando l’esempio di Gesù, Buon pastore.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Nel mondo che continua ad essere lacerato da contrasti profondi e apparentemente insanabili, ammalato, ciascuno di voi sia, per parte propria, segno di riconciliazione che affonda le sue radici nella Parola del Vangelo.
A tutti, la mia benedizione!
[00230-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0111-XX.03]