Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’Udienza Generale, 09.02.2022


 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appelli del Santo Padre

 

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: “San Giuseppe patrono della buona morte” (Lettura: Mt 24,42.45-47).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello alla preghiera per la pace in Ucraina e in occasione della Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nella scorsa catechesi, stimolati ancora una volta dalla figura di San Giuseppe, abbiamo riflettuto sul significato della comunione dei santi. E proprio a partire da questa, oggi vorrei approfondire la speciale devozione che il popolo cristiano ha sempre avuto per San Giuseppe come patrono della buona morte. Una devozione nata dal pensiero che Giuseppe sia morto con l’assistenza della Vergine Maria e di Gesù, prima che questi lasciasse la casa di Nazaret. Non ci sono dati storici, ma siccome non si vede più Giuseppe nella vita pubblica, si pensa che sia morto lì a Nazaret, con la famiglia. E ad accompagnarlo alla morte erano Gesù e Maria.

Il Papa Benedetto XV, un secolo fa, scriveva che «attraverso Giuseppe noi andiamo direttamente a Maria, e, attraverso Maria, all’origine di ogni santità, che è Gesù». Sia Giuseppe sia Maria ci aiutano ad andare a Gesù. E incoraggiando le pie pratiche in onore di San Giuseppe, ne raccomandava in particolare una, e diceva così: «Poiché Egli è meritamente ritenuto come il più efficace protettore dei moribondi, essendo spirato con l’assistenza di Gesù e di Maria, sarà cura dei sacri Pastori di inculcare e favorire […] quei pii sodalizi che sono stati istituiti per supplicare Giuseppe a favore dei moribondi, come quelli “della Buona Morte”, del “Transito di San Giuseppe” e “per gli Agonizzanti”» (Motu proprio Bonum sane, 25 luglio 1920): erano le associazioni del tempo.

Cari fratelli e sorelle, forse qualcuno pensa che questo linguaggio e questo tema siano solo un retaggio del passato, ma in realtà il nostro rapporto con la morte non riguarda mai il passato, è sempre presente. Papa Benedetto diceva, alcuni giorni fa, parlando di sé stesso che “è davanti alla porta oscura della morte”. È bello ringraziare il Papa Benedetto che a 95 anni ha la lucidità di dirci questo: “Io sono davanti all’oscurità della morte, alla porta oscura della morte”. Un bel consiglio che ci ha dato! La cosiddetta cultura del “benessere” cerca di rimuovere la realtà della morte, ma in maniera drammatica la pandemia del coronavirus l’ha rimessa in evidenza. È stato terribile: la morte era dappertutto, e tanti fratelli e sorelle hanno perduto persone care senza poter stare vicino a loro, e questo ha reso la morte ancora più dura da accettare e da elaborare. Mi diceva una infermiera che una nonna con il covid stava morendo e le disse: “Io vorrei salutare i miei, prima di andarmene”. E l’infermiera, coraggiosa, ha preso il telefonino e l’ha collegata. La tenerezza di quel congedo…

Nonostante ciò, si cerca in tutti i modi di allontanare il pensiero della nostra finitudine, illudendosi così di togliere alla morte il suo potere e scacciare il timore. Ma la fede cristiana non è un modo per esorcizzare la paura della morte, piuttosto ci aiuta ad affrontarla. Prima o poi, tutti noi andremo per quella porta.

La vera luce che illumina il mistero della morte viene dalla risurrezione di Cristo. Ecco la luce. E scrive San Paolo: Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (1 Cor 15,12-14). C’è una certezza: Cristo è resuscitato, Cristo è risorto, Cristo è vivo tra noi. E questa è la luce che ci aspetta dietro quella porta oscura della morte.

Cari fratelli e sorelle, solo dalla fede nella risurrezione noi possiamo affacciarci sull’abisso della morte senza essere sopraffatti dalla paura. Non solo: possiamo riconsegnare alla morte un ruolo positivo. Infatti, pensare alla morte, illuminata dal mistero di Cristo, aiuta a guardare con occhi nuovi tutta la vita. Non ho mai visto, dietro un carro funebre, un camion di traslochi! Dietro a un carro funebre: non l’ho visto mai. Ci andremo soli, senza niente nelle tasche del sudario: niente. Perché il sudario non ha tasche. Questa solitudine della morte: è vero, non ho mai visto dieto un carro funebre un camion di traslochi. Non ha senso accumulare se un giorno moriremo. Ciò che dobbiamo accumulare è la carità, è la capacità di condividere, la capacità di non restare indifferenti davanti ai bisogni degli altri. Oppure, che senso ha litigare con un fratello o con una sorella, con un amico, con un familiare, o con un fratello o una sorella nella fede se poi un giorno moriremo? A che serve arrabbiarsi, arrabbiarsi con gli altri? Davanti alla morte tante questioni si ridimensionano. È bene morire riconciliati, senza lasciare rancori e senza rimpianti! Io vorrei dire una verità: tutti noi siamo in cammino verso quella porta, tutti.

Il Vangelo ci dice che la morte arriva come un ladro, così dice Gesù: arriva come un ladro, e per quanto noi tentiamo di voler tenere sotto controllo il suo arrivo, magari programmando la nostra stessa morte, essa rimane un evento con cui dobbiamo fare i conti e davanti a cui fare anche delle scelte.

Due considerazioni per noi cristiani rimangono in piedi. La prima: non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata, risulta immorale l’accanimento terapeutico (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2278). Quella frase del popolo fedele di Dio, della gente semplice: “Lascialo morire in pace”, “aiutalo a morire in pace”: quanta saggezza! La seconda considerazione riguarda invece la qualità della morte stessa, la qualità del dolore, della sofferenza. Infatti, dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta sforzando di dare, affinché attraverso le cosiddette “cure palliative”, ogni persona che si appresta a vivere l’ultimo tratto di strada della propria vita, possa farlo nella maniera più umana possibile. Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch’esse inaccettabili che portano a uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti. Ma io vorrei sottolineare qui un problema sociale, ma reale. Quel “pianificare” – non so se sia la parola giusta – ma accelerare la morte degli anziani. Tante volte si vede in un certo ceto sociale che agli anziani, perché non hanno i mezzi, si danno meno medicine rispetto a quelle di cui avrebbero bisogno, e questo è disumano: questo non è aiutarli, questo è spingerli più presto verso la morte. E questo non è umano né cristiano. Gli anziani vanno curati come un tesoro dell’umanità: sono la nostra saggezza. Anche se non parlano, e se sono senza senso, sono tuttavia il simbolo della saggezza umana. Sono coloro che hanno fatto la strada prima di noi e ci hanno lasciato tante cose belle, tanti ricordi, tanta saggezza. Per favore, non isolare gli anziani, non accelerare la morte degli anziani. Accarezzare un anziano ha la stessa speranza che accarezzare un bambino, perché l’inizio della vita e la fine è un mistero sempre, un mistero che va rispettato, accompagnato, curato, amato.

Possa San Giuseppe aiutarci a vivere il mistero della morte nel miglior modo possibile. Per un cristiano la buona morte è un’esperienza della misericordia di Dio, che si fa vicina a noi anche in quell’ultimo momento della nostra vita. Anche nella preghiera dell’Ave Maria, noi preghiamo chiedendo alla Madonna di esserci vicini “nell’ora della nostra morte”. Proprio per questo vorrei concludere questa catechesi pregando tutti insieme la Madonna per gli agonizzanti, per coloro che stanno vivendo questo momento di passaggio per questa porta oscura, e per i familiari che stanno vivendo il lutto. Preghiamo insieme:

Ave Maria…

[00184-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

 

In lingua francese

Speaker:

Aujourd’hui, selon une belle et ancienne dévotion, nous approfondissons la figure de Joseph comme patron de la bonne mort. La culture contemporaine du bien-être semble vouloir évacuer la réalité de la mort et de notre finitude ; notre foi chrétienne ne nous dispense pas de la peur de la mort, mais elle nous aide à l'affronter. Et la vraie lumière qui éclaire le mystère de la mort, c’est la résurrection du Christ.

Grâce à la foi en la résurrection, notre vie tout entière prend un sens nouveau : puisque nous n’emporterons rien avec nous au dernier jour, préoccupons-nous uniquement ici-bas d’accumuler les choses vraiment importantes : la charité fraternelle et le sens des autres. Il est bon de mourir réconciliés, sans rancune et sans regrets.

Rappelons-nous aussi que nous ne pouvons pas éviter la mort, et qu’après avoir fait tout ce qui est humainement possible pour guérir un malade, il est immoral de pratiquer l’acharnement thérapeutique. Ainsi, les soins palliatifs sont une aide précieuse qu’il faut encourager, mais sans qu’ils dérivent vers l’euthanasie. Nous devons accompagner la mort, mais pas la provoquer ni favoriser le suicide assisté. En effet, la vie est un droit, mais non la mort. Celle-ci doit être accueillie, et non administrée.

Que Saint Joseph nous aide donc à vivre le mystère de la mort de la meilleure manière possible, comme une expérience de la miséricorde de Dieu, qui est tout spécialement proche de nous dans les derniers moments de notre vie.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese presenti oggi, in modo particolare i giovani venuti dalla Francia, il gruppo di pellegrini del Sacro Cuore di Marsiglia, e il gruppo dell’Arche di Reims. Questa mattina preghiamo in particolare per gli agonizzanti e per quanti stanno vivendo un lutto. La tenerezza di Dio li raggiunga nella loro sofferenza, e doni loro la speranza della risurrezione.

Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française présentes aujourd’hui, en particulier les jeunes venus de France, le groupe de pèlerins du Sacré Cœur de Marseille, et le groupe de l’Arche de Reims. Ce matin, nous prions en particulier pour les mourants et pour ceux qui sont en deuil. Que la tendresse de Dieu les rejoigne dans leur souffrance, et leur donne l’espérance de la résurrection.

Que Dieu vous bénisse !

[00185-IT.01] [Testo originale: Francese]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on Saint Joseph, we now consider him as the patron of a happy death. This traditional devotion was born of the Church’s meditation on Joseph’s own death, comforted by the presence of the Blessed Mother and the Lord Jesus. Today we tend to avoid the thought of our own death, yet our faith in the Risen Jesus invites us not only to be unafraid of death, but to accept it with trust in Christ’s promises. In faith, we see death as a part of life and in turn see life itself in a different perspective. Since we will carry nothing with us to the grave, our concern should be to live lives of faith, hope and charity towards all. The Church has always shown particular concern for the dying, offering them accompaniment and care, respecting the sacredness of life, even in its final stages, and rejecting the ethically unacceptable practices of euthanasia or assisted suicide. Through the prayers of Saint Joseph and the Virgin Mary, may the hour of our own death be a blessed encounter with God’s infinite mercy. For that intention, and for all the dying and those who grieve the loss of their loved ones, we joined earlier in praying the “Hail Mary”.

Santo Padre:

Do il benvenuto ai pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente ai rappresentanti della Global Christian Forum, ai seminaristi e al gruppo di studenti provenienti dagli Stati Uniti d’America. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace di Gesù nostro Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I welcome all the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially the representatives of the Global Christian Forum and the seminarians and student groups from the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of Jesus our Lord. God bless you!

[00186-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

 

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, seit jeher bitten die Gläubigen den heiligen Josef um seine Fürsprache für eine gute Sterbestunde. Ihm selbst wurde diese Gnade in einzigartiger Weise zuteil, durfte er doch der Überlieferung nach im Beisein von Jesus und Maria aus dieser Welt scheiden. Die Wirklichkeit des Todes weckt Unbehagen und vielfach versucht man, den Gedanken an die eigene Endlichkeit zu verdrängen – was freilich nicht dauerhaft gelingen kann. Der christliche Glaube ist realistisch. Sein zentraler Inhalt, die Auferstehung Christi, bringt Licht in das dunkle Geheimnis des Todes und verleiht uns Hoffnung und Gelassenheit. Der Gedanke an die eigene Endlichkeit kann dann sogar hilfreich sein für ein intensives und sinnerfülltes Leben hier auf Erden. So wird man im Bewusstsein der eigenen Endlichkeit erkennen, wie sinnlos vieles ist, was uns hier auf Erden oft über die Maßen beschäftigt und zugleich auch, wie wichtig manches eigentlich wäre, dem wir im Alltag kaum Bedeutung beimessen. Die letzte Etappe unseres irdischen Lebensweges kann lang und leidvoll sein. Uns so ist es wichtig und geboten, Menschen im Sterben angemessen zu begleiten. Die Fürsprache des heiligen Josef lasse uns Gottes reiche Barmherzigkeit erfahren, besonders in der Stunde unseres Todes.

Santo Padre:

Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca. San Giuseppe ci aiuti a perseverare nella grazia del Signore durante tutta la nostra vita terrena, perché possiamo godere pienamente dell’amore di Dio nell’eternità.

Speaker:

Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Der heilige Josef helfe uns, in unserem irdischen Leben in der Gnade des Herrn zu bleiben, damit uns in der Ewigkeit die Liebe Gottes in ihrer ganzen Fülle zuteilwird.

[00187-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En nuestra reflexión de hoy consideramos la devoción del pueblo cristiano a san José como Patrono de la buena muerte, pensando en la presencia de Jesús y la Virgen cuando él murió en Nazaret. La cultura actual ha tratado de eliminar la realidad de la muerte del horizonte humano, o disimularla; sin embargo, la pandemia de coronavirus la ha vuelto a poner en evidencia. La muerte forma, pues, parte de la vida de toda persona; y sólo la fe en la Resurrección de Cristo nos otorga la fuerza para afrontarla cristianamente, sin miedo, como un pasaje necesario para estar siempre con Él.

La muerte, iluminada por el misterio del Señor Resucitado, nos ayuda a ver la vida con mirada nueva, como una ocasión que Dios nos da para amar a los demás y hacer el bien, quitando del corazón la ambición, el rencor y el resentimiento. El Evangelio nos recuerda, además, que la muerte llegará como un ladrón, cuando menos lo esperamos. Esta realidad nos lleva a dos consideraciones que valen para todos, creyentes y no creyentes. La primera, es que la muerte no es un derecho, no podemos programarla, tampoco evitarla, por lo que el ensañamiento terapéutico, en vez de aliviarlo, es inmoral. La segunda, es que toda persona tiene derecho a la vida, a los cuidados médicos y a los cuidados paliativos, especialmente los ancianos, para afrontar la muerte de la manera más humana.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que están aquí. Pidamos todos juntos a san José que nos ayude a aceptar el misterio de la muerte con espíritu cristiano, y que nos alcance del Señor Jesús la gracia de experimentar la misericordia del Padre, sobre todo en ese momento final de nuestra vida cuando nos toque pasar por la puerta oscura de la muerte. Que el Señor los bendiga a todos. Muchas gracias.

[00188-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

 

Speaker:

O povo cristão tem São José como patrono da boa morte. É uma devoção baseada no pensamento de que José terá morrido assistido pela Virgem Maria e Jesus. Recentemente, de forma dramática, a pandemia evidenciou a realidade da morte, que a cultura do bem-estar tenta afastar do pensamento. Porém, a fé cristã não dissimula o medo da morte, ajuda sim a enfrentá-lo. Graças à fé na ressurreição de Jesus, podemos aproximar-nos do abismo da morte sem ceder ao medo e aproveitar a própria morte para olhar a vida com novos olhos. Por que razão caímos na tentação de acumular riquezas? Eu nunca vi o camião com as mobílias atrás de um carro fúnebre! Por que razão litigamos, se um dia morremos? Queridos irmãos e irmãs, é preferível acumular as obras de caridade e morrer reconciliados com todos. Sabemos que a hora da morte foge ao nosso controlo, mas, pensando nela, podemos fazer importantes escolhas. A primeira passa por reconhecer que, uma vez feito tudo para curar um doente, é imoral o encarniçamento terapêutico. A segunda diz respeito à qualidade da morte e do sofrimento. Graças aos chamados “cuidados paliativos”, tem-se ajudado a viver a última fase da vida de forma mais humana; mas essa ajuda significa acompanhar, não provocar a morte ou o suicídio. A vida, sim, é um direito, não a morte, que deve ser aceite e não ministrada. Que São José nos ajude a viver da melhor maneira possível o mistério da morte, fazendo a experiência da misericórdia de Deus, que está ao nosso lado também no último momento.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Oggi, preghiamo in particolare per gli operatori sanitari, portatori di consolazione verso tutti i tribolati, affinché insieme alle cure adeguate, offrano ai sofferenti la loro vicinanza fraterna. Auguro che la misericordia di Dio nostro Padre sia sempre il segno distintivo delle vostre famiglie e delle vostre comunità. Dio vi benedica!

Speaker:

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! Rezemos hoje, em particular, pelos profissionais da saúde, portadores de consolação para todos os atribulados, para que, a par dos cuidados adequados, ofereçam aos doentes a sua proximidade fraterna. Oxalá a misericórdia de Deus, nosso Pai, seja sempre o sinal distintivo das vossas famílias e comunidades. Deus vos abençoe!

[00189-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوم علَى القدّيسِ يُوسف شفيعِ المِيتَةِ الصَّالِحَة، وَقال: كانَ لِلمسيحِيّين دائمًا تقوى خاصّة تجاه القدّيسِ يوسف باعتبارهِ شفِيعَ الميتةِ الصَّالِحَة. وهي تَقوى وُلِدَت من الفكرةِ أنَّ يوسُف ماتَ بين يدَي العذراءِ مَريم ويسوع. وقد شجّعَ البابا بنديكتس الخامس عشر على المُمارساتِ التقويّةِ لتكريم القدّيسِ يوسُف. وقَد يقولُ البعض إنّ هذا الكلام هو شيءٌ مِنَ الماضي، لكن في الواقع، علاقتُنا بالموت ليسَت منَ الماضي، بَل هي دائمًا في الحاضر. تَسعى ثقافةُ ”الرفاهية“ إلى إزالةِ حقيقةِ المَوت، لكن جائحةَ فيروس الكورونا أعادَتها إلى الواجهةِ بشكلٍ مأساويّ. فَقدَ الكثيرُ من الناس أحبّاءَهم، دونَ أن يَكُونوا قادِرينَ على أن يكُونوا بقُربِهم، ما جعلَ تقبّلَ الموتِ والتّعاملَ معهُ أشدَّ وأصعَب. ليسَ الإيمانُ المسيحيّ وسيلةً لطردِ الخوفِ منَ الموت، بل يساعدُنا على مواجهَتِهِ. والنّورُ الحقيقيّ الذي يُنيرُ سرَّ الموت هوَ نورُ قيامةِ المَسيح. وإن كُنّا سنموتُ يومًا، فَلا فائدة منَ التَّجميع. ما يجبُ أن نجمعَهُ هو المَحبّة، وألّا نَبقى غيرَ مُبالينَ تُجاه احتياجاتِ الآخرين. أمَامَ الموتِ نَرى نحنُ المسيحيّينَ أمرَين: الأوّل: هوَ أنّهُ لا يُمكنُنِا أن نتجنّبَ المَوت، فنصنَعَ كلَّ ما هوَ مُمكن لِشفاءِ المَريض. والأمرُ الثّاني، هوَ كيفيَّة الموت، والألَم، والمُعاناة التي تُرافقهُ. يجبُ أن نُرافقَ الشّخص إلى لحظةِ الموت، لا أن نتسبّبَ في الموتِ أو نساعدَ على الانتحار (الموت الرحيم). وهذا المبدأُ الأخلاقي يطالُ الجَميع، وليسَ فقط المسيحيّينَ أو المؤمنين.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo a San Giuseppe, patrono della buona morte, che è morto con l’assistenza della Vergine Maria e di Gesù, di aiutarci a vivere il mistero della morte nel miglior modo possibile, e di essere vicini a coloro che hanno bisogno di essere accompagnati per vivere l’ultimo tratto di strada della loro vita, affinché possano farlo nella maniera più umana possibile. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لِنَسأَلِ القِدّيسَ يُوسُف، شفيعَ المِيتَةِ الصَّالِحَة، الذي مَاتَ بين يدَي العذراءِ مَريم ويَسوع، أن يُساعِدَنا كي نَعيشَ سِرَّ المَوتِ بأفضلِ طريقةٍ مُمكنة، وأَنْ نكُونَ قَريبِينَ مِنَ الّذِينَ هُم بحاجةٍ إلى المُرافقةِ كَي يَعيشُوا الجُزءَ الأخيرَ مِن حَياتِهِم، ويَفعَلُوا ذَلِكَ بِالطَّريقةِ الأكثرِ إنسانيّةٍ مُمكِنَة. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00190-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Santo Padre:

Drodzy bracia i siostry, dziś chciałbym zgłębić szczególne nabożeństwo, jakie lud Boży zawsze żywił do św. Józefa jako patrona dobrej śmierci.

Być może niektórzy z nas myślą, że ten temat jest tylko spuścizną przeszłości, ale w rzeczywistości nasza relacja ze śmiercią nigdy nie dotyczy przeszłości, lecz zawsze teraźniejszości. Tak zwana kultura „dobrobytu” stara się usunąć rzeczywistość śmierci, ale uwypukliła ją w dramatyczny sposób pandemia koronawirusa.

Tylko wychodząc z wiary w zmartwychwstanie Chrystusa możemy bez lęku patrzeć na tajemnicę śmierci. Co więcej, możemy przyznać śmierci rolę pozytywną, gdyż myślenie o śmierci, oświecone tajemnicą Chrystusa, pomaga nam spojrzeć na całe życie nowymi oczami, przewartościować wiele spraw oraz dokonać właściwych wyborów.

Dla chrześcijan zawsze aktualne są dwa aspekty. Po pierwsze, gdy uczynimy wszystko, co w ludzkiej mocy, by wyleczyć chorego, to niemoralnym jest poddawanie go uporczywej terapii (por. Katechizm Kościoła Katolickiego, n. 2278). Po drugie, stosowanie tak zwanej „opieki paliatywnej” nie można mylić z niedopuszczalnym uciekaniem się do eutanazji. Musimy towarzyszyć ludziom w umieraniu, ale nie wolno powodować śmierci, ani też pomagać w samobójstwie. I ta zasada etyczna dotyczy wszystkich, nie tylko chrześcijan, czy ludzi wierzących.

Niech św. Józef towarzyszy nam w przeżywaniu tajemnicy śmierci, która dla chrześcijanina jest doświadczeniem Bożego miłosierdzia w tej ostatniej chwili naszego życia.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi.

Vi invito a offrire le vostre preghiere per intercessione di San Giuseppe, chiedendo che i malati riacquistino la salute, gli smarriti sperimentino la conversione e la pace e che tutti i fedeli, nell’ora del passaggio alla Casa del Padre, ricevano la grazia della buona morte.

Vi benedico di cuore!

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków.

Zachęcam Was do ofiarowania Waszych modlitw za wstawiennictwem św. Józefa, wypraszając, by chorzy odzyskali zdrowie, zagubieni doznali nawrócenia i pokoju, a wszyscy wierni w godzinę przejścia do Domu Ojca otrzymali łaskę dobrej śmierci.

Z serca Wam błogosławię!

[00191-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto la Comunità del Seminario Regionale di Potenza, accompagnata dai Vescovi della Basilicata, e i Frati Minori delle Province di Puglia e Molise.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Dopo domani, celebreremo la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Auguro a ciascuno di imitare la Vergine Santa nella piena disponibilità nei confronti della volontà divina. Il suo esempio e la sua intercessione siano di stimolo per rafforzare la vostra testimonianza evangelica.

A tutti, la mia benedizione!

[00192-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appelli del Santo Padre

Desidero ringraziare tutte le persone e le comunità che il 26 gennaio scorso si sono unite nella preghiera per la pace in Ucraina. Continuiamo a supplicare il Dio della pace, perché le tensioni e le minacce di guerra siano superate attraverso un dialogo serio, e affinché a questo scopo possano contribuire anche i colloqui nel “Formato Normandia”. Non dimentichiamo: la guerra è una pazzia!

Dopo domani, 11 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale del Malato. Desidero ricordare i nostri cari malati perché a tutti siano assicurate le cure sanitarie e l’accompagnamento spirituale. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, per i loro familiari, per gli operatori sanitari e pastorali, e per tutti coloro che se ne prendono cura.

[00193-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0095-XX.02]