Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre Francesco ha rivolto ai Dirigenti e al Personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, che ha ricevuto questa mattina in Udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano:
Discorso del Santo Padre
Signor Capo della Polizia,
Signor Prefetto e Signor Dirigente,
Cari Funzionari e Agenti!
Buongiorno e benvenuti!
Sono contento di salutare in questa occasione ciascuno di voi, e rivolgo il mio pensiero anche alle vostre famiglie e ai colleghi che non sono presenti. Un grazie ai Cappellani, che vi sostengono spiritualmente. Le sono grato, Signor Capo della Polizia, per le cortesi parole che mi ha rivolto, anche a nome dei rappresentanti delle strutture centrali e periferiche del Ministero dell’Interno che collaborano con voi, in spirito di servizio e di solerte disponibilità.
Questo nostro tradizionale incontro, nelle prime settimane dell’anno, è una bella occasione per esprimervi la mia stima e il mio apprezzamento. In questi mesi segnati dalla pandemia avete saputo modulare bene il vostro lavoro, coniugando le disposizioni sanitarie e le norme dell’ordine pubblico con le esigenze dei pellegrini. Si deve anche alla vostra professionalità se la vita intorno a questi luoghi sacri e alla Città del Vaticano si è svolta con serenità. Questo è frutto del vostro lavoro, grazie! La vostra vigilanza diurna e notturna tutela le persone che si recano a pregare in Basilica e che vengono ad incontrarmi. La vostra puntuale attività facilita anche le manifestazioni spirituali e religiose che si tengono in piazza, come pure le visite dei turisti.
Si tratta di un’opera considerevole e delicata, a cui attendete con diligenza e sollecitudine, sforzandovi, anche nelle situazioni più complesse, di essere pazienti e disponibili. Vorrei pure ricordare la vostra assidua collaborazione in occasione dei miei spostamenti a Roma o delle mie visite pastorali in Italia. Vi sono grato anche per lo stile: la vostra è una presenza discreta e nello stesso tempo efficace, resa ancora più proficua dalla collaborazione con la Gendarmeria Vaticana. Questo dialogo fra voi e la Gendarmeria è molto importante e vi ringrazio tanto di portarlo avanti. Oltre ad esprimervi la mia gratitudine, vorrei incoraggiarvi, perché il vostro servizio, a volte arduo, sia sempre sostenuto dalla sua motivazione fondamentale, cioè prendersi cura delle persone, tutelando la dignità e l’incolumità di ciascuno. Questo è tanto prezioso: la persona al centro, sempre. Forse qualcuno viene con richieste o a volte con problemi o con esigenze che non sono giuste, sono un po’ pesanti, a volte. Ma grazie della vostra pazienza, e perché trattate le persone come sono, nella vita. Così Dio tratta noi!
Nella liturgia di ieri abbiamo celebrato la Festa della Presentazione del Signore al tempio, detta anche “la festa dell’incontro”. Perché il Vangelo narra l’incontro di Maria e Giuseppe, giovani sposi appena diventati genitori, con due anziani, Simeone e Anna. Generazioni e storie diverse si incontrano, e al centro c’è Gesù. Viene da pensare che voi, con il vostro lavoro, permettete che anche qui accadano tanti incontri dove il Signore è al centro. Nel tempio di Gerusalemme Egli venne accolto. Il vostro servizio consente che Gesù sia ancora accolto da tanta gente. San Giuseppe e la Madonna, che lo hanno introdotto nel tempio, veglino su di voi e vi custodiscano con le vostre famiglie. A loro affido le speranze e le preoccupazioni che portate nel cuore.
Non vorrei finire senza un ricordo a quelli di voi che hanno dato la vita in servizio, anche in questa pandemia. Grazie. Grazie per la testimonianza. Se ne sono andati nel lavoro, se ne sono andati in silenzio. Ma che non rimangano in silenzio nel nostro cuore. Il ricordo venga sempre con gratitudine.
Carissimi, vi assicuro che vi ricordo nelle mie preghiere. Di cuore vi do la mia Benedizione, estendendola ai vostri familiari e alle persone care. E vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie.
Dopo la Benedizione ha aggiunto:
Due cose: io cercherò di salutarvi in piedi, tutti, ma questo ginocchio non me lo permette sempre. Vi chiedo di non offendervi se io a un certo punto devo salutarvi seduto. E l’altra cosa: il Capo della Polizia ha menzionato quella statio orbis di marzo 2020, dove abbiamo chiesto al Signore che ci aiutasse nella pandemia. Il Dicastero della Comunicazione ha fatto un libro. Dopo aver sentito questo, ho detto al mio segretario di andare a cercare il libro per darne uno a ognuno di voi. Non so se qui saranno disponibili tutti, ma a chi non lo riceverà oggi arriverà domani o dopodomani. Grazie.
[00163-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0078-XX.02]