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L’Udienza Generale, 02.02.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appelli del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: “San Giuseppe e la comunione dei santi” (Lettura: 1 Cor 12,12-13).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello alla comunità internazionale per la pace in Myanmar, in occasione della seconda Giornata internazionale della Fratellanza umana, che sarà celebrata venerdì 4 febbraio, e in occasione dell’apertura a Pechino dei Giochi olimpici e paralimpici invernali.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelle e sorelle, buongiorno!

In queste settimane abbiamo potuto approfondire la figura di San Giuseppe lasciandoci guidare dalle poche ma importanti notizie che danno i Vangeli, e anche dagli aspetti della sua personalità che la Chiesa lungo i secoli ha potuto evidenziare attraverso la preghiera e la devozione. A partire proprio da questo “sentire comune” che nella storia della Chiesa ha accompagnato la figura di San Giuseppe, oggi vorrei soffermarmi su un importante articolo di fede che può arricchire la nostra vita cristiana e può anche impostare nel migliore dei modi la nostra relazione con i santi e con i nostri cari defunti: parlo della comunione dei santi. Tante volte noi diciamo, nel Credo, “credo la comunione dei santi”. Ma se si domanda cosa è la comunione dei santi, io ricordo che da bambino rispondevo subito: “Ah, i santi fanno la comunione”. È una cosa che … non capiamo cosa diciamo. Cosa è la comunione dei santi? Non è che i Santi facciano la comunione, non è questo: è un’altra cosa.

A volte anche il cristianesimo può cadere in forme di devozione che sembrano riflettere una mentalità più pagana che cristiana. La differenza fondamentale sta nel fatto che la nostra preghiera e la nostra devozione del popolo fedele non si basa, in quei casi, sulla fiducia in un essere umano, o in un’immagine o in un oggetto, anche quando sappiamo che essi sono sacri. Ci ricorda il profeta Geremia: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, […] benedetto l’uomo che confida nel Signore» (17,5-7). Persino quando ci affidiamo pienamente all’intercessione di un santo, o ancora di più della Vergine Maria, la nostra fiducia ha valore soltanto in rapporto a Cristo. Come se la strada verso questo santo o la Madonna non finisce lì: no. Va lì, ma in rapporto a Cristo. Cristo è il legame che ci unisce a Lui e tra di noi che ha un nome specifico: questo legame che ci unisce tutti, fra noi e noi con Cristo, è la “comunione dei santi”. Non sono i santi a operare i miracoli, no! “Questo santo è tanto miracoloso …”: no, fermati: i santi non operano miracoli, ma soltanto la grazia di Dio che agisce attraverso di loro. I miracoli sono stati fatti da Dio, dalla grazia di Dio che agisce tramite una persona santa, una persona giusta. Questo bisogna averlo chiaro. C’è gente che dice: “Io non credo a Dio, ma credo a questo santo”. No, è sbagliato. Il santo è un intercessore, uno che prega per noi e noi lo preghiamo, e prega per noi e il Signore ci dà la grazia: il Signore agisce tramite il Santo.

Che cos’è, dunque, la “comunione dei santi”? Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: «La comunione dei santi è precisamente la Chiesa» (n. 946). Ma guarda che bella definizione! “La comunione dei santi è precisamente la Chiesa”. Che cosa significa questo? Che la Chiesa è riservata ai perfetti? No. Significa che è la comunità dei peccatori salvati. La Chiesa è la comunità dei peccatori salvati. È bella, questa definizione. Nessuno può escludersi dalla Chiesa, tutti siamo peccatori salvati. La nostra santità è il frutto dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo, il quale ci santifica amandoci nella nostra miseria e salvandoci da essa. Sempre grazie a Lui noi formiamo un solo corpo, dice San Paolo, in cui Gesù è il capo e noi le membra (cfr 1 Cor 12,12). Questa immagine del corpo di Cristo e l’immagine del corpo ci fa capire subito che cosa significa essere legati gli uni agli altri in comunione. «Se un membro soffre – scrive San Paolo – tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra» (1 Cor 12,26-27). Questo dice Paolo: siamo tutti un corpo, tutti uniti per la fede, per il battesimo, tutti in comunione: uniti in comunione con Gesù Cristo. E questa è la comunione dei santi.

Cari fratelli e care sorelle, la gioia e il dolore che toccano la mia vita riguarda tutti, così come la gioia e il dolore che toccano la vita del fratello e della sorella accanto a noi riguardano anche me. Io non posso essere indifferente agli altri, perché siamo tutti parte di un corpo, in comunione. In questo senso, anche il peccato di una singola persona riguarda sempre tutti, e l’amore di ogni singola persona riguarda tutti. In virtù della comunione dei santi, di questa unione, ogni membro della Chiesa è legato a me in maniera profonda - ma non dico a me perché sono il Papa - siamo legati reciprocamente e in maniera profonda, e questo legame è talmente forte che non può essere rotto neppure dalla morte. Infatti, la comunione dei santi non riguarda solo i fratelli e le sorelle che sono accanto a me in questo momento storico, ma riguarda anche quelli che hanno concluso il pellegrinaggio terreno e hanno varcato la soglia della morte. Anche loro sono in comunione con noi. Pensiamo, cari fratelli e sorelle: in Cristo nessuno può mai veramente separarci da coloro che amiamo perché il legame è un legame esistenziale, un legame forte che è nella nostra stessa natura; cambia solo il modo di essere insieme a ognuno di loro, ma niente e nessuno può rompere questo legame. “Padre, pensiamo a coloro che hanno rinnegato la fede, che sono degli apostati, che sono i persecutori della Chiesa, che hanno rinnegato il loro battesimo: anche questi sono a casa?”. Sì, anche questi, anche i bestemmiatori, tutti. Siamo fratelli: questa è la comunione dei santi. La comunione dei santi tiene insieme la comunità dei credenti sulla terra e nel Cielo.

In questo senso, la relazione di amicizia che posso costruire con un fratello o una sorella accanto a me, posso stabilirla anche con un fratello o una sorella che sono in Cielo. I santi sono amici con cui molto spesso intessiamo rapporti di amicizia. Ciò che noi chiamiamo devozione a un santo io sono molto devoto a questo santo, a questa santa – questa che noi chiamiamo devozione è in realtà un modo di esprimere l’amore a partire proprio da questo legame che ci unisce. Anche, nella vita di tutti i giorni si può dire: “Ma, questa persona ha tanta devozione per i suoi vecchi genitori”: no, è un modo di amore, un’espressione di amore. E tutti noi sappiamo che a un amico possiamo rivolgerci sempre, soprattutto quando siamo in difficoltà e abbiamo bisogno di aiuto. E noi abbiamo degli amici in cielo. Tutti abbiamo bisogno di amici; tutti abbiamo bisogno di relazioni significative che ci aiutino ad affrontare la vita. Anche Gesù aveva i suoi amici, e ad essi si è rivolto nei momenti più decisivi della sua esperienza umana. Nella storia della Chiesa ci sono delle costanti che accompagnano la comunità credente: anzitutto il grande affetto e il legame fortissimo che la Chiesa ha sempre sentito nei confronti di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Ma anche lo speciale onore e affetto che ha tributato a San Giuseppe. In fondo, Dio affida a lui le cose più preziose che ha: suo Figlio Gesù e la Vergine Maria. È sempre grazie alla comunione dei santi che sentiamo vicini a noi i Santi e le Sante che sono nostri patroni, per il nome che portiamo, per esempio, per la Chiesa a cui apparteniamo, per il luogo dove abitiamo, e così via, anche per una devozione personale. Ed è questa la fiducia che deve sempre animarci nel rivolgerci a loro nei momenti decisivi della nostra vita. Non è una cosa magica, non è una superstizione, la devozione ai santi; è semplicemente parlare con un fratello, una sorella che è davanti a Dio, che ha percorso una vita giusta, una vita santa, una vita esemplare, e adesso è davanti a Dio. E io parlo con questo fratello, con questa sorella e chiedo la sua intercessione per i miei bisogni.

Proprio per questo mi piace concludere questa catechesi con una preghiera a San Giuseppe alla quale sono particolarmente legato e che recito ogni giorno da più di 40 anni. È una preghiera che ho trovato in un libro di preghiere delle Suore di Gesù e Maria, del 1700, fine del Settecento. È molto bella, ma più che una preghiera è una sfida a questo amico, a questo padre, a questo custode nostro che è San Giuseppe. Sarebbe bello che voi imparaste questa preghiera e possiate ripeterla. La leggerò: “Glorioso Patriarca San Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere”. E finisce con una sfida, questo è sfidare San Giuseppe: “Poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere”. Io mi affido tutti i giorni a San Giuseppe, con questa preghiera, da più di 40 anni: è una vecchia preghiera.

Avanti, coraggio, in questa comunione di tutti i santi che abbiamo in cielo e in terra: il Signore non ci abbandona.

[00145-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

 

In lingua francese

 

Speaker:

Frères et sœurs, la dévotion et la prière peuvent enrichir notre vie chrétienne et renforcer notre relation avec les saints et les défunts. Cependant, le recours à l’intercession d’un saint ou de la Vierge Marie n’a de valeur que dans le Christ. Les saints ne font pas de miracles par eux-mêmes, c’est la grâce de Dieu qui agit par eux. La communion des saints, c’est l’Eglise qui n’est pas réservée aux parfaits, mais qui est la communauté des pécheurs sauvés. Ce lien entre les membres de l’Eglise, si profond et si fort, va au-delà de la mort. La communion des saints englobe les vivants et les morts. Elle réunit la communauté des croyants sur la terre et au Ciel. La dévotion est un moyen d’exprimer l’amour qui nous unit à nos amis les saints. Dans l’histoire de l’Eglise, les croyants sont toujours accompagnés par la Vierge Marie, Mère de Dieu et notre Mère, et par saint Joseph. La communion des saints nous rapproche des saints et des saintes à qui nous nous adressons avec confiance dans les moments décisifs de notre vie.

Santo Padre:

Sono lieto di salutare i fedeli dei Paesi francofoni. In questo giorno della festa della Presentazione del Signore, preghiamo in modo speciale per i consacrati e le consacrate, sparsi nel mondo e confermati nel loro carisma. Cristo, Parola di Dio, conceda sempre più a loro la forza per essere al servizio dei valori del Regno e di una Chiesa fraterna e vicina a tutti.

A tutti di voi la mia Benedizione!

Saint Père:

Je suis heureux de saluer les fidèles des pays francophones.

En ce jour de la fête de la Présentation du Seigneur, prions spécialement pour les hommes et les femmes consacrés répandus dans le monde et confirmés dans leur charisme. Que le Christ, Parole de Dieu, leur donne encore davantage la force d’être au service des valeurs du Royaume et d’une Eglise fraternelle et proche de tous.

A vous tous, ma Bénédiction!

[00146-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Saint Joseph, we have seen how the Church, in pondering the message of the Gospels, has grown in devotion to this great saint. Our veneration of the saints and our trust in their intercession are grounded in the very mystery of the Church as “the communion of saints”, redeemed by Christ’s saving sacrifice and united to him as members of his mystical body. Our confidence in their intercession is born of our union with them in Christ, and the bonds of spiritual solidarity that unites the pilgrim Church on earth to the saints in heaven. The Christian people have always turned to the saints as friends of Christ and, consequently, as our friends, ever ready to help and support us at decisive moments in our lives. Among the saints, the Church especially venerates the Blessed Virgin Mary, Mother of God and our Mother. So too, we give special honour to Saint Joseph, to whose care God entrusted the Holy Family. Echoing a prayer that I have recited daily for many years, let us all place ourselves under the protection of Saint Joseph and ask him to make known to us, in union with Jesus and Mary, the great power of his friendship and love.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Oggi, Festa della Presentazione del Signore, preghiamo in modo particolare per tutti i religiosi e le religiose e i membri delle società di vita apostolica, in occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from the United States of America. Today, the Feast of the Presentation of the Lord, let us pray especially for all consecrated men and women, and the members of societies of apostolic life, on this World Day for Consecrated Life. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!

[00147-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern,

in den Mittwochskatechesen der vergangenen Wochen haben wir uns der Gestalt des heiligen Josefs, zum einen über die wenigen, aber bedeutungsvollen Hinweise in der Heiligen Schrift, zum andern über die Zeugnisse seiner Verehrung seitens des Volkes Gottes, genähert. Diese Verehrung gilt nicht einem großartigen Helden oder einem prächtigen Bildnis, sondern sieht den Heiligen immer im Bezug zu Christus. In der Tat stehen die Heiligen in Verbindung zu Christus. Wir alle sind zur Heiligkeit berufen, aber unsere Heiligkeit ist immer Frucht der Liebe Gottes, die sich in Christus gezeigt hat. Durch seine Liebe heiligt uns Christus in unserem Elend und erlöst uns daraus. Durch Christus werden wir auch in eine Gemeinschaft geführt, wir bilden einen Leib, und »wenn darum ein Glied leidet, leiden alle Glieder mit; wenn ein Glied geehrt wird, freuen sich alle Glieder mit« (1 Kor 12,26). Ebenso hat die Liebe einer Person auf die ganze Kirche ihre Wirkung. Diese Gemeinschaft der erlösten Sünder hört auch mit dem Tod nicht auf. Deshalb dürfen wir die Heiligen um ihre Hilfe und ihren Schutz für unser Leben anrufen. Dies gilt besonders für den heiligen Josef, denn Gott hat ihm das Wertvollste, was es gibt, anvertraut: Seinen Sohn und dessen Mutter. Wie sollte sich der heilige Josef nicht auch um uns und unsere Herzensangelegenheiten kümmern?

Santo Padre:

Rivolgo un saluto di cuore ai pellegrini di lingua tedesca. San Giuseppe sa rendere possibile addirittura le cose impossibili. Affidiamo al Padre davidico di Gesù tutte le difficoltà e preoccupazioni delle persone che incontriamo. San Giuseppe, prega per noi.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Der heilige Josef kann selbst das Unmögliche möglich machen. Vertrauen wir dem Nährvater Jesu alle Schwierigkeiten und Sorgen der Personen an, die uns begegnen. Heiliger Josef, bitte für uns.

[00148-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy en la catequesis reflexionamos sobre la comunión de los santos. Esto nos evoca las veces en que les pedimos su ayuda en nuestras necesidades. Pero incluso cuando nos encomendamos a su intercesión, nuestra oración y nuestras devociones sólo encuentran valor si están unidas a Jesús. San Pablo nos ayuda a entender qué significa estar unidos los unos a los otros, unidos en comunión con la imagen del cuerpo: Cristo es la cabeza y nosotros los miembros. «La comunión de los santos es precisamente la Iglesia», que no es una comunidad de perfectos sino de pecadores salvados. Esta es nuestra definición.

Nuestra alegría y dolor tocan también la vida de los demás, y esto pasa no sólo con quienes coinciden con nosotros en este momento histórico, sino también con la comunidad de creyentes que ya está en el Cielo, con quienes entablamos una amistad que nos une a ellos a través de la “devoción”. Ellos nos acompañan, sobre todo en los momentos de dificultad y sufrimiento.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos la intercesión de san José, Patriarca Glorioso, para que venga en nuestro auxilio y tome bajo su protección las situaciones dolorosas de nuestra vida. Que Dios los bendiga.

[00149-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

As reflexões anteriores sobre São José feitas a partir dos Evangelhos e da tradição orante da Igreja testemunham um «sentir comum», bem expresso na honra e amizade especial que lhe tributamos, confiando-nos à sua custódia e proteção. Aliás, o próprio Pai do Céu confiou a São José as coisas mais preciosas que tem: o seu Filho Jesus e a Virgem Maria. Alargando as margens deste «sentir comum», vemo-nos na chamada «comunhão dos santos» em Cristo: n’Ele formamos um só corpo, cuja cabeça é Jesus, e nós os membros. E cada membro da Igreja está ligado a todos os outros de maneira profunda e por um vínculo tão forte que nem a morte o pode romper. De facto, a comunhão dos santos envolve não só os irmãos e irmãs que vivem comigo neste momento histórico, mas também quantos já concluíram a sua peregrinação terrena e atravessaram o limiar da morte. Como é bom pensar que ninguém poderá jamais separar-nos daqueles que amamos! A comunhão dos santos mantém unida a comunidade dos crentes que vivem sobre a terra e no Céu. Por isso, a relação de amizade que posso construir com um irmão ou irmã aqui na terra, consigo estabelecê-la também com um irmão ou irmã que esteja no Céu. Todos temos necessidade de amigos, todos temos necessidade de relações profundas que nos ajudem a enfrentar a vida. Os Santos são amigos com quem muitas vezes tecemos relações de amizade. Graças à comunhão dos santos sentimos perto de nós os Santos e as Santas que são nossos patronos pelo nome que temos, pela comunidade eclesial a que pertencemos, pelo lugar onde habitamos.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua portoghese, invitando tutti a rimanere fedeli a Cristo Gesù, che vediamo oggi tra le braccia di Simeone e Anna, felici di averLo trovato. E non sono gli unici; quasi certamente avrete visto la stessa gioia sul volto delle persone consacrate: è dall’incontro quotidiano con Gesù che viene la luce dei loro occhi e la forza per i loro passi. Possa lo Spirito Santo illuminarvi affinché portiate la Benedizione di Dio a tutti gli uomini. La Vergine Madre vegli sul vostro cammino e vi protegga.

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos fiéis de língua portuguesa, convidando todos a permanecerem fiéis a Cristo Jesus, que hoje vemos nos braços de Simeão e Ana, felizes por tê-Lo encontrado. E não são os únicos; quase seguramente tereis visto a mesma alegria no rosto das pessoas consagradas: é do encontro diário com Jesus que vem a luz dos seus olhos e a força para os seus passos. Que o Espírito Santo vos ilumine para levardes a Bênção de Deus a todos os homens. A Virgem Mãe vele sobre o vosso caminho e vos proteja.

 

[00150-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى القِدِّيسِ يُوسُف وَشَرِكَةِ القِدِّيسِين، وَقال: عِنْدَما نَضَعُ كُلَّ ثِقَتِنا في شَفاعَةِ قِدِّيسٍ فإنَّ ثِقَتَنا لَها قِيمَةٌ فَقَطْ بِسَبَبِ ارْتِباطِها بالمَسِيح. والرِّباطُ الذي يُوَحِّدُنا بالمَسِيحِ وَفِي ما بَيْنَنا لَهُ اسْمٌ خاصٌ وَهُوَ شَرِكَةُ القِدِّيسِين. وَقَداسَتُنا هِيَ ثَمْرَةُ مَحَبَّةِ اللهِ التي ظَهَرَتْ في المَسِيحِ الَّذِي قَدَّسَنا وَأَحَبَّنا فِي بُؤْسِنا وَخَلَّصَنا مِنْهُ. وَبِفَضْلِهِ نَحْنُ نُكَوِّنُ جَسَدًا واحِدًا حَيْثُ هُوَ الرَأْسُ وَنَحْنُ الأعْضاء. فإِذا تَأَلَّمَ عُضْوٌ تَأَلَّمَتْ مَعَهُ سائِرُ الأَعْضاء، وإِذا أُكْرِمَ عُضْوٌ سُرَّتْ مَعَهُ سائِرُ الأَعْضاء. لِهَذا بِحُكْمِ شَرِكَةِ القِدِّيسِين، كُلُّ عُضْوٍ في الكَنِيسَةِ مُرْتَبِطٌ مَعَ سائِرِ الأَعْضاء، وَهَذا الرِّباطُ قَوِيٌّ لِدَرَجَةِ أَنَّهُ لا يُمْكِنُ أنْ يُكْسَرَ حتَى بِالمَوْت. فَلا تَشْمَلُ شَرِكَةُ القِدِّيسِينَ الإخْوَةَ والأَخَواتِ فَقَطْ الَّذَينَ كانُوا في جِواري فِي لَحْظَةٍ تارِيخِيةٍ ما، بَلْ تَشْمَلُ أيْضًا الَّذِينَ أَنْهُوا حَجَّهُم علَى الأَرْضِ وَعَبَرُوا عَتْبَةَ المَوْت. وَقالَ قَداسَتُهُ: نَحْنُ جَمِيعًا بِحاجَةٍ إلَى أَصْدِقاءٍ خاصَةً لِمُواجَهَةِ الصُّعُوبات. كانَ لِيَسوعَ نَفْسِهِ أَصْدِقاؤُهُ، وَكانَ يَلْجأُ إلَيْهِم في أَصْعَبِ اللَحَظات. شَعَرَتْ الكَنِيسَةُ دائِمًا بِمَوَدَّةٍ كَبِيرَةٍ تُجاهَ مَرْيَمَ وَيُوسُف، فارْتَبَطَتْ بِهِما ارْتِباطًا قَوِيًّا. إلَى القِدِّيسِ يُوسُف، عَهَدَ اللهُ نَفْسُهُ بابْنِهِ يَسُوعَ وَبِالعَذْراءِ مَرْيَم. بِفَضْلِ شَرِكَةِ القِدِّيسِين، نَشْعُرُ بِأنَّ القِدِّيسَينَ والقِدِّيساتِ قَرِيبُونَ مِنا، فَهُمْ شُفَعاؤُنا. فَيَجِبُ أَنْ نَتَوَجَّهَ إلَيْهِم دائِمًا بِثِقَةٍ كَبِيرةٍ في اللَحَظاتِ المُهِمَّةِ في حَياتِنا.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Nella festa della Presentazione del Signore al tempio, presentiamoci a Dio purificati nello spirito, affinché i nostri occhi possano vedere la luce della salvezza e noi possiamo così portarla al mondo intero, come hanno fatto i Santi. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏.

Speaker:

أُحَيِّي المُؤْمِنينَ الناطِقِينَ باللُّغَةِ العربِيَّة. فِي عِيدِ تَقْدِمَةِ الرَّبِّ يَسُوعَ إلَى الهَيْكَل، لِنَمْثُلْ أَمامَ اللهِ وَنُفُوسُنا نَقِيَّة، حَتَى تَسْتَطِيعَ أَعْيُنُنا أَنْ تَرَى نُورَ الخَلاص، فَنَسْتَطِيعَ حَمْلَهُ إلَى العالَمِ كُلِّهِ كَما فَعَلَ القِدِّيسُون. بارَكَكُم الرَّبُّ جَمِيعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[00151-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Podsumowując cykl refleksji nad postacią św. Józefa, dziś skupiamy się na ważnym artykule wiary, który może właściwie ukształtować naszą relację ze świętymi i z naszymi bliskimi zmarłymi: to świętych obcowanie.

Katechizm Kościoła Katolickiego stwierdza, że „Kościół jest właśnie komunią świętych” (n. 946). Istotnie, Kościół to wspólnota zbawionych grzeszników. Nasza świętość jest owocem miłości Boga, która objawiła się w Chrystusie. On nas uświęca, miłując nas w naszej nędzy i wybawiając nas od niej. Święty Paweł mówi nam, że zawsze dzięki w Chrystusie jesteśmy jednym ciałem, którego On sam jest głową, a my członkami (por. 1 Kor 12, 12).

Na mocy obcowania świętych wszyscy członkowie Kościoła są ze mną głęboko powiązani, a więź ta jest tak silna, że nie może być przerwana nawet przez śmierć. Obcowanie świętych dotyczy w istocie nie tylko braci i sióstr, którzy są obok nas w tym momencie dziejów, ale także tych, którzy zakończyli swoją ziemską pielgrzymkę i przekroczyli próg śmierci. W Chrystusie nikt nigdy nie może nas naprawdę oddzielić od tych, których miłujemy. Zmienia się tylko sposób bycia razem z nimi, ale nic i nikt nie może zerwać tej więzi. Komunia świętych scala wspólnotę wierzących na ziemi i w niebie.

W tym sensie, możemy również nawiązać relację przyjaźni z bratem lub siostrą w niebie. Święci są naszymi przyjaciółmi. Zwracamy się do nich jako do przyjaciół, zwłaszcza gdy mamy trudności i potrzebujemy pomocy. Dzięki obcowaniu świętych czujemy, że są nam bliscy święci mężczyźni i kobiety, będący naszymi patronami, przez imię, które nosimy, przez Kościół, do którego należymy, czy przez miejsce, w którym żyjemy. I to jest ufność, która powinna nas zawsze ożywiać, gdy zwracamy się do nich w decydujących momentach naszego życia.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, oggi, nella Festa della Presentazione del Signore, tradizionalmente celebriamo la Giornata della Vita Consacrata. Ringraziamo Dio per tutti i nostri fratelli e sorelle religiosi e religiose che hanno dedicato la loro vita a Cristo e alla Chiesa, impegnandosi nell’evangelizzazione, nell’educazione, nella carità e in tanti altri campi del servizio pastorale. Preghiamo anche per le nuove vocazioni alla vita consacrata. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, dziś, w święto Ofiarowania Pańskiego, tradycyjnie obchodzimy Dzień Życia Konsekrowanego. Dziękujmy Bogu za naszych braci i siostry zakonników i zakonnice, którzy poświęcili swe życie Chrystusowi i Kościołowi, angażując się w ewangelizację, edukację, w dzieła miłosierdzia i w wiele innych form posługi duszpasterskiej. Módlmy się również o nowe powołania do życia konsekrowanego. Z serca wam błogosławię!

[00152-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Conclusa la Catechesi il Santo Padre ha pronunciato queste parole:

Abbiamo sentito, alcuni minuti fa, una persona che gridava, gridava, che aveva qualche problema, non so se fisico, psichico, spirituale: ma è un fratello nostro in problema. Io vorrei finire pregando per lui, il nostro fratello che soffre, poveretto: se gridava è perché soffre, ha qualche bisogno. Non dobbiamo essere sordi al bisogno di questo fratello. Preghiamo insieme la Madonna per lui: Ave o Maria, …

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti che partecipano al corso promosso dall’Università della Santa Croce, il Gruppo “Amici di Spello” e il Coro “Tau” delle Suore Francescane Missionarie dei Poveri.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la Festa della Presentazione del Signore al tempio di Gerusalemme. Da questo mistero emerge un messaggio per tutti: Cristo si propone come esempio nell’offerta al Padre, indicando con quale generosità occorra aderire alla volontà di Dio e al servizio ai fratelli. Oggi è anche la festa dell’Incontro, dell’incontro di Gesù con il suo popolo, e anche specialmente dell’incontro di Gesù bambino con i vecchi. Mi raccomando, andiamo avanti sviluppando questo atteggiamento di incontro fra i bambini e i nonni, i giovani con i vecchi: questo atteggiamento è una risorsa dell’umanità. I vecchi ci danno la forza per andare avanti, la loro memoria, la loro storia; e i giovani la portano avanti. Lavoriamo anche noi per questo incontro dei nipoti con i nonni, dei giovani con i vecchi.

A tutti, la mia benedizione!

[00153-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Appelli del Santo Padre

Da un anno a questa parte, ormai, assistiamo con dolore alle violenze che insanguinano il Myanmar. Faccio mio l’appello dei Vescovi birmani affinché la Comunità Internazionale si adoperi per la riconciliazione tra le parti interessate. Non possiamo voltare lo sguardo da un’altra parte, di fronte alle sofferenze di tanti fratelle e sorelle. Chiediamo a Dio, nella preghiera, la consolazione per quella popolazione martoriata; a Lui affidiamo gli sforzi di pace.

Dopodomani, 4 febbraio, si celebrerà la Seconda Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. È motivo di soddisfazione che le Nazioni del mondo intero si uniscano in questa celebrazione, volta a promuovere il dialogo interreligioso e interculturale, come auspicato anche nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato il 4 febbraio del 2019 ad Abu Dhabi dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib e da me. Fratellanza vuol dire tendere la mano agli altri, rispettarli e ascoltarli con cuore aperto. Auspico che si compiano passi concreti, insieme ai credenti di altre religioni e alle persone di buona volontà, per affermare che oggi è tempo di fraternità, evitando di alimentare scontri, divisioni e chiusure. Preghiamo e impegniamoci ogni giorno affinché tutti possiamo vivere in pace da fratelli e sorelle.

Stanno per aprirsi a Pechino i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali, rispettivamente il 4 febbraio e il 4 marzo prossimi. Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i partecipanti; auguro agli organizzatori il miglior successo e agli atleti di dare il meglio di sé. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione. Ho apprezzato, pertanto, che allo storico motto olimpico Citius, Altius, FortiusPiù veloce, più in alto, più forte – il Comitato Olimpico Internazionale abbia aggiunto la parola Communiter, cioè Insieme, perché i Giochi Olimpici facciano crescere un mondo più fraterno.

Con un particolare pensiero abbraccio tutto il mondo paralimpico. La medaglia più importante la vinceremo insieme se l’esempio delle atlete e degli atleti con disabilità aiuterà tutti a superare pregiudizi e timori e a far diventare le nostre comunità più accoglienti e inclusive. Questa è la vera medaglia d’oro! Inoltre, seguo con attenzione ed emozione le storie personali di atlete e atleti rifugiati. Le loro testimonianze contribuiscano a incoraggiare le società civili ad aprirsi con sempre maggiore fiducia a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Alla grande famiglia olimpica e paralimpica auguro di vivere un’esperienza unica di fratellanza umana e di pace. Beati gli operatori di pace! (Mt 5,9)

[00156-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0074-XX.02]