Index   Back Top Print

[ EN  - IT  - PT ]

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DELLA MOSTRA "IL LIBRO E LO SPIRITO"
ALLESTITA DALLA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
NEL 750° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI
SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO E DI SAN TOMMASO D'AQUINO

 

Al caro Fratello
Mons. Vincenzo Zani
Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa

Nella ricorrenza del 750° anniversario della morte di San Bonaventura da Bagnoregio e di San Tommaso d’Aquino, la Biblioteca Apostolica Vaticana propone la mostra “Il libro e lo spirito”, dedicata ai due Dottori, di cui essa conserva, tra i suoi tesori, autografi, codici delle opere e documenti relativi alla vita e all’attività. Mi congratulo per questa opportuna iniziativa.

Già Papa Sisto IV, nel 1475, inaugurò i primi locali della Biblioteca Vaticana proprio in concomitanza con il secondo centenario della morte dei due Santi, non a caso raffigurati insieme, dal Ghirlandaio, nella decorazione della Bibliotheca Latina, tra i grandi autori antichi e cristiani.

Poco più di un secolo dopo, Papa Sisto V – il Pontefice che ha dotato la Biblioteca della sua attuale sede – in un documento [1] poi ripreso da Papa Leone XIII, [2]li associava all’immagine biblica dei «due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra» ( Ap 11,4).

Di fatto, essi continuano ancora oggi a rappresentare delle fonti di luce e di ispirazione per la Chiesa e per la cultura. Sono “luminari” per un approccio al sapere, e in particolare alla teologia, in cui si compenetrino e si nutrano reciprocamente la profondità intellettuale e la vita spirituale, la scienza e la sapienza, l’umiltà e la carità, nella disposizione a non trattenere per sé i frutti della speculazione, bensì a condividerli con generoso slancio pastorale e missionario. [3]

In questo senso il Doctor Communis e il Doctor Seraphicus costituiscono una preziosa “compagnia” per ciascun pellegrino in cammino verso Cristo, tracciando un percorso descritto dal primo come “via” dell’intelligenza illuminata dalla fede, dal secondo come “itinerario” della mente, che dalla contemplazione del creato sale verso Dio. Pensiamo allo sguardo “trinitario” che San Bonaventura propone sulle creature e sulle loro relazioni, [4] con un’integrazione tra “santità dell’intelligenza” e “intelligenza della santità”, che si evince prima di tutto dall’esempio della loro vita.

Ed è proprio questo l’elemento unificante che emerge dalla mostra, allestita dalla Biblioteca Vaticana con l’inserimento in programma anche di una giornata di studio sui due Dottori, alla quale sono invitate tutte le Università e Facoltà Pontificie Romane.

Va lodata inoltre la collaborazione internazionale che si è sviluppata attorno al progetto, con il coinvolgimento dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, del Centro San Luigi di Roma, della Commissione Leonina, delle Pontificie Università Angelicum, Antonianum e Gregoriana, e dell’Università di Parigi I Sorbona, dove sia San Tommaso sia San Bonaventura si sono formati come Maestri di Teologia.

Cinquant’anni fa San Paolo VI, in occasione dell’analoga esposizione realizzata per il settimo centenario della morte dei due grandi Santi, ne sottolineava l’importanza, definendo in particolare l’ Angelico come «Luminare della Chiesa e del mondo intero». [5] Più recentemente, Papa Benedetto XVI, studioso del pensiero e dell’opera del Serafico, in una delle sue catechesi ne richiamava l’elogio, composto da un anonimo notaio pontificio: «Uomo buono, affabile, pio e misericordioso, colmo di virtù, amato da Dio e dagli uomini. [...] Dio infatti gli aveva donato una tale grazia, che tutti coloro che lo vedevano erano pervasi da un amore che il cuore non poteva celare». [6]

La presente mostra, ponendosi in questa scia, vuole contribuire a trovare oggi linguaggi e strumenti adeguati, affinché il pensiero dei due “giganti” della dottrina cattolica possa continuare a diffondersi, raggiungendo tutti. [7]

Nelle pitture della Bibliotheca Latina San Bonaventura e San Tommaso recano tra le mani cartigli, su cui campeggiano frasi a loro attribuite, complementari nel significato. San Tommaso “dice”: « Sacrae doctrinae finis est beatitudo aeterna»; San Bonaventura “risponde”: « Fructus Scripturae est plenitudo aeternae felicitatis». [8] E veramente i due santi maestri ci insegnano a guardare alla felicità eterna come supremo frutto della sapienza, della scienza e della carità, spronandoci a farci pellegrini nella fede, perché «la testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza», [9] fiamma che illumina tracciando un cammino.

Caro Fratello, Le esprimo il mio apprezzamento per questa iniziativa, per la quale auspico il miglior successo. Ringrazio Lei e quanti hanno collaborato a prepararla e organizzarla, e invio Loro di cuore la mia benedizione.

Dal Vaticano, 4 ottobre 2024

Francesco

___________________________________________________

 


[1] Cfr Sisto V, Bolla Triumphantis Hierusalem, 14 marzo 1588, 13.

[2] Cfr. Leone XIII, Lett. Enc. Aeterni Patris, 4 agosto 1879.

[3] Cfr Lett. Ap. Ad theologiam promovendam, 1° novembre 2023, 8.

[4] Cfr Lett. Enc. Laudato si’, 24 maggio 2015, 239-240.

[5] S. Paolo VI, Lett. Ap. Lumen ecclesiae, 20 novembre 1974, 1.

[6] J.G. Bougerol,  Bonaventura, in A. Vauchez (a cura),  Storia dei santi e della santità cristiana. Vol. VI.  L’epoca del rinnovamento evangelico, Milano 1991, p. 91; citato da Benedetto XVI, Udienza generale, 3 marzo 2010.

[7] Cfr Lettera per il VII Centenario della canonizzazione di san Tommaso d’Aquino, 30 giugno 2023.

[8] Cfr Biblioteca Apostolica Vaticana, San Tommaso e San Bonaventura nella Biblioteca Vaticana. Mostra in occasione del VII Centenario (1274-1974). Catalogo, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, 1974, pp. 5-6.

[9] Cfr Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 “Spes non confundit”, 9 maggio 2024.



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana