Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione dell’Aeronautica Militare Italiana in occasione del centenario dell’istituzione.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’Udienza:
Discorso del Santo Padre
Signor Capo di Stato Maggiore,
Eccellenza, Cappellani,
Signore e Signori!
Vi do il mio cordiale benvenuto al termine del primo centenario di fondazione dell’Aeronautica Militare italiana. Con varie iniziative avete ripercorso una storia che ricalca quella della Nazione e, al contempo, interseca le vicende dell’Europa e del mondo. Una storia che può essere letta secondo diverse prospettive.
C’è la prospettiva del progresso scientifico che, in questi cento anni, ha trasformato la vita dell’umanità. Esso ha segnato, in modo speciale, il mondo del “volo”, con una straordinaria evoluzione di mezzi e metodi; un progresso che, come sempre, ha comportato anche problemi e insidie. Da velivoli molto poveri, pilotati con fatica e grandi difficoltà, si è arrivati a sofisticati sistemi di ingegneria aerospaziale che consentono di varcare i cieli, portando a termine imprese complesse e raggiungendo persino luoghi nello spazio extraterrestre. E qui va ribadito che la ricerca, l’innovazione, le nuove tecnologie non devono mai essere subordinate a interessi di potere o usi lesivi, ma sempre vanno indirizzate al bene integrale dell’uomo, allo sviluppo di tutti i popoli, a una maggiore giustizia. Su questa strada il vostro è e rimarrà un prezioso servizio alla pace.
C’è poi la prospettiva del servizio, anch’essa in evoluzione. Se all’inizio la presenza dei militari si rendeva necessaria soprattutto nel tragico tempo della guerra, oggi, come per altre Forze Armate, le donne e gli uomini dell’Aeronautica intervengono in molti altri contesti. Penso alla sicurezza del volo e al soccorso, per i quali voi assicurate la disponibilità 24 ore su 24; alla cooperazione con Organismi Internazionali per le missioni umanitarie e di sostegno alla pace; alla gestione di gravi disastri naturali anche a favore di Paesi meno attrezzati e popolazioni più disagiate. Penso anche al vostro contributo nelle emergenze sanitarie, come la pandemia da covid-19, che vi ha visti impegnati a mantenere operativi gli ospedali, sostenere la campagna vaccinale e garantire il trasporto aereo di malati. Il trasporto si rende necessario anche in altre urgenze sanitarie, o in esigenze speciali della Nazione, quali gli spostamenti di cittadini in condizioni di difficoltà all’estero o di Autorità. È un impegno che vi fa onore, dal quale si comprende lo spessore del vostro servizio alla Patria, allargato alla grande famiglia umana.
E l’ultima prospettiva è proprio quella umana. Voi difendete, accogliete, soccorrete e servite le persone, sostenuti anche dal ministero dei Cappellani. E inoltre svolgete attività di formazione, offrendo insieme alla competenza specializzata, trasmessa nelle vostre scuole, l’eredità di un patrimonio culturale e valoriale, che vi consente di mantenere la vostra identità di servitori dello Stato e dei cittadini. Infine, siete uomini e donne connotati da grande passione, impegno, coraggio e motivazione; pronti a pagare il loro tributo di fatica e, a volte, di vita, come fu, ad esempio, per i tredici militari italiani uccisi a Kindu, in Congo, durante un trasporto umanitario sotto l’egida dell’ONU.
In questo tempo, in cui l’umanità è tormentata da terribili conflitti, la custodia di tale ricchezza umana rappresenta la migliore garanzia del fatto che il vostro impegno è sempre indirizzato a difesa della vita, della giustizia e della pace. Per tutto questo affido voi, le vostre famiglie e il vostro servizio alla Patrona celeste, la Madonna di Loreto, di cui ricorre domani la memoria liturgica. Vi benedico di cuore. E per favore, vi chiedo di pregare per me. Grazie.
[01895-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0871-XX.02]