Discorso del Santo Padre
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Pubblichiamo di seguito il Discorso che Papa Francesco ha pronunciato questo pomeriggio nell’Aula Paolo VI nel corso della Sessione di apertura dei lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi:
Discorso del Santo Padre
Fratelli e sorelle, buon pomeriggio!
Saluto tutti voi, con cui incominciamo questo cammino sinodale.
Mi piace ricordare che è stato San Paolo VI a dire che la Chiesa in Occidente aveva perso l’idea della sinodalità, e per questo aveva creato il segretariato per il Sinodo dei Vescovi, che ha fatto tanti incontri, tanti Sinodi su diverse tematiche.
Ma l’espressione della sinodalità non è ancora matura. Ricordo che ero segretario in uno di questi Sinodi, e il Cardinale Segretario – un bravo belga missionario, bravo bravo – quando io preparavo per le votazioni veniva a guardare: “Cosa stai facendo?” – “Quello che si deve votare domani” – “Che cos’è? No, questo non si vota” – “Ma senti, è sinodale” – “No, no, non si vota”. Perché ancora non avevamo l’abitudine che tutti devono esprimersi con libertà. E così, lentamente, in questi quasi 60 anni, il cammino è andato in questa direzione, e oggi possiamo arrivare a questo Sinodo sulla sinodalità.
Non è facile, ma è bello, è molto bello. Un Sinodo che tutti i vescovi del mondo hanno voluto. Nel sondaggio che è stato fatto dopo il Sinodo per l’Amazzonia, tra tutti i vescovi del mondo, il secondo posto delle preferenze era questo: la sinodalità. Al primo erano i preti, al terzo credo una questione sociale. Ma [questo era] al secondo. Tutti i vescovi del mondo vedevano la necessità di riflettere sulla sinodalità. Perché? Perché tutti avevano capito che il frutto era maturo per una cosa del genere.
E con questo spirito incominciamo a lavorare oggi. E a me piace dire che il Sinodo non è un parlamento, è un’altra cosa; che il Sinodo non è una riunione di amici per risolvere alcune cose del momento o dare le opinioni, è un’altra cosa. Non dimentichiamo, fratelli e sorelle, che il protagonista del Sinodo non siamo noi: è lo Spirito Santo. E se in mezzo a noi c’è lo Spirito che ci guida, sarà un bel Sinodo. Se in mezzo a noi ci sono altri modi di andare avanti per interessi sia umani, personali, ideologici, non sarà un Sinodo, sarà una riunione più parlamentare, che è un’altra cosa. Sinodo è un cammino che fa lo Spirito Santo. È stato dato a voi qualche foglio con testi patristici che ci aiuteranno nell’apertura del Sinodo. Sono tratti da San Basilio, che ha scritto quel bel trattato sullo Spirito Santo. Perché? Perché occorre capire questa realtà che non è facile, non è facile.
Quando, nel 50° della creazione del Sinodo, i teologi mi hanno preparato una lettera che ho firmato, è stato un bel passo avanti. Ma adesso dobbiamo noi trovare la spiegazione su quella strada. Protagonisti del Sinodo non siamo noi, è lo Spirito Santo, e se noi lasciamo posto allo Spirito Santo, il Sinodo andrà bene. Questi fogli su San Basilio li hanno dati a voi in diverse lingue: inglese, francese, portoghese e spagnolo, così avete nelle mani questo. Io non menziono questi testi, sui quali vi prego poi di riflettere e meditare.
Lo Spirito Santo è il protagonista della vita ecclesiale: il piano di salvezza degli uomini si compie per la grazia dello Spirito. È Lui a fare il protagonismo. Se noi non capiamo questo, saremo come quelli di cui si parla negli Atti degli Apostoli: “Avete ricevuto lo Spirito Santo?” – “Che cos’è lo Spirito Santo? Neppure ne abbiamo sentito parlare” (cfr 19,1-2). Dobbiamo capire che è Lui il protagonista della vita della Chiesa, Colui che la porta avanti.
Lo Spirito Santo innesca nella comunità ecclesiale un dinamismo profondo e variegato: il “trambusto” della Pentecoste. È curioso cosa succede nella Pentecoste: tutto era ben sistemato, tutto chiaro… Quella mattina c’è un trambusto, si parlano tutte le lingue, tutti capivano… Ma è una varietà che non si capisce bene del tutto cosa significa… E dopo questo, la grande opera dello Spirito Santo: non l’unità, no, l’armonia. Lui ci unisce in armonia, l’armonia di tutte le differenze. Se non c’è l’armonia, non c’è lo Spirito: è Lui che fa così.
Poi, il terzo testo che può aiutare: lo Spirito Santo è il compositore armonico della storia della salvezza. Armonia – stiamo attenti – non significa “sintesi”, ma “legame di comunione tra parti dissimili”. Se noi in questo Sinodo finiremo con una dichiarazione tutti uguali, tutti uguali, senza nuances, lo Spirito non c’è, è rimasto fuori. Lui fa quell’armonia che non è sintesi, è un legame di comunione fra parti dissimili.
La Chiesa, un’unica armonia di voci, in molte voci, operata dallo Spirito Santo: così dobbiamo concepire la Chiesa. Ogni comunità cristiana, ogni persona ha la propria peculiarità, ma queste particolarità vanno inserite nella sinfonia della Chiesa e quella sinfonia giusta la fa lo Spirito: noi non possiamo farla. Noi non siamo un parlamento, noi non siamo le Nazioni Unite, no, è un’altra cosa.
Lo Spirito Santo è l’origine dell’armonia fra le Chiese. È interessante quello che Basilio dice ai fratelli vescovi: “Come dunque noi stimiamo un bene nostro la vostra reciproca concordia e unità, così invitiamo anche voi a partecipare alle nostre sofferenze causate dalle divisioni e a non separarci da voi per il fatto che siamo distanti a motivo della collocazione e dei luoghi, ma, poiché siamo uniti nella comunione secondo lo Spirito, ad accoglierci nell’armonia di un unico corpo”.
Lo Spirito Santo ci conduce per mano e ci consola. La presenza dello Spirito è così – mi permetto la parola – quasi materna, come una mamma ci conduce, ci fa questa consolazione. È il Consolatore, uno dei nomi dello Spirito: il Consolatore. L’azione consolatrice dello Spirito Santo raffigurata dall’albergatore al quale è affidato l’uomo incappato nei briganti (cfr Lc 10,34-35): Basilio interpreta quella parabola del buon Samaritano e nell’albergatore vede lo Spirito Santo che permette che la buona volontà di un uomo e il peccato di un altro vadano in una strada armonica.
Inoltre, Colui che custodisce la Chiesa è lo Spirito Santo. Poi, lo Spirito Santo ha un multiforme esercizio paracletico. Dobbiamo imparare ad ascoltare le voci dello Spirito: sono tutte differenti. Imparare a discernere.
E poi, lo Spirito è Colui che fa la Chiesa: è Lui a fare la Chiesa. C’è un legame molto importante tra la Parola e lo Spirito. Possiamo pensare a questo: il Verbo e lo Spirito. La Scrittura, la Liturgia, l’antica tradizione ci parlano della “tristezza” dello Spirito Santo, e una delle cose che più rattristano lo Spirito Santo sono le parole vuote. Le parole vuote, le parole mondane e – scendendo un po’ a una certa abitudine umana ma non buona – il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio è l’anti-Spirito Santo, va contro. È una malattia molto frequente fra noi. E le parole vuote rattristano lo Spirito Santo. “Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale foste segnati” (cfr Ef 4,30). Quale grande male sia rattristare lo Spirito Santo di Dio, c’è bisogno di dirlo? Chiacchiera, maldicenza: questo rattrista lo Spirito Santo. È la malattia più comune nella Chiesa, il chiacchiericcio. E se noi non lasciamo che Lui ci guarisca da questa malattia, difficilmente un cammino sinodale sarà buono. Almeno qui dentro: se tu non sei d’accordo con quello che dice quel vescovo o quella suora o quel laico là, diglielo in faccia. Per questo è un Sinodo. Per dire la verità, non il chiacchiericcio sotto il tavolo.
Lo Spirito Santo ci conferma nella fede. È lui che lo fa continuamente…
Questi testi di Basilio, leggeteli, sono nella vostra lingua, perché credo che ci aiuteranno a fare nel nostro cuore spazio allo Spirito. Ripeto: non è un parlamento, non è una riunione per la pastorale della Chiesa. Questo è un syn-odos, camminare insieme è il programma. Abbiamo fatto tante cose, come ha detto Sua Eminenza: la consultazione, tutto questo, con il popolo di Dio. Ma chi prende in mano questo, chi guida è lo Spirito Santo. Se Lui non c’è, questo non darà un buon risultato.
Insisto su questo: per favore, non rattristare lo Spirito. E nella nostra teologia fare spazio allo Spirito Santo. E anche in questo Sinodo, discernere le voci dello Spirito da quelle che non sono dello Spirito, che sono mondane. A mio avviso, la malattia più brutta che oggi – sempre, ma anche oggi – si vede nella Chiesa è ciò che va contro lo Spirito, cioè la mondanità spirituale. Uno spirito, ma non santo: di mondanità. State attenti a questo: non prendiamo il posto dello Spirito Santo con cose mondane – anche buone – come il buon senso: questo aiuta, ma lo Spirito va oltre. Dobbiamo imparare a vivere nella nostra Chiesa con lo Spirito Santo. Mi raccomando, riflettete su questi testi di San Basilio che ci aiuteranno tanto.
Poi, voglio dire che in questo Sinodo – anche per fare posto allo Spirito Santo – c’è la priorità dell’ascolto, c’è questa priorità. E dobbiamo dare un messaggio agli operatori della stampa, ai giornalisti, che fanno un lavoro molto bello, molto buono. Dobbiamo dare proprio una comunicazione che sia il riflesso di questa vita nello Spirito Santo. Ci vuole un’ascesi – scusatemi se parlo così ai giornalisti – un certo digiuno della parola pubblica per custodire questo. E quello che si pubblica, che sia in questo clima. Qualcuno dirà – lo stanno dicendo – che i vescovi hanno paura e per questo non vogliono che i giornalisti dicano. No, il lavoro dei giornalisti è molto importante. Ma dobbiamo aiutarli affinché dicano questo, questo andare nello Spirito. E più che la priorità di parlare, c’è la priorità dell’ascolto. E ai giornalisti chiedo per favore di fare capire questo alla gente, che sappia che la priorità è dell’ascolto. Quando c’è stato il Sinodo sulla famiglia, c’era l’opinione pubblica, fatta dalla nostra mondanità, che fosse per dare la comunione ai divorziati: e così siamo entrati nel Sinodo. Quando c’è stato il Sinodo per l’Amazzonia, c’era l’opinione pubblica, la pressione, che fosse per fare i viri probati: siamo entrati con questa pressione. Adesso ci sono alcune ipotesi su questo Sinodo: “cosa faranno?”, “forse il sacerdozio alle donne”…, non so, queste cose che dicono fuori. E dicono tante volte che i vescovi hanno paura di comunicare quello che succede. Per questo chiedo a voi, comunicatori, di fare la vostra funzione bene, giusta, così che la Chiesa e le persone di buona volontà – le altre diranno quello che vogliono – capiscano che anche nella Chiesa c’è la priorità dell’ascolto. Trasmettere questo: è tanto importante.
Vi ringrazio di aiutare tutti noi in questa “pausa” della Chiesa. La Chiesa si è fermata, come si sono fermati gli Apostoli dopo il Venerdì Santo, quel Sabato Santo, chiusi, ma quelli per paura, noi no. Ma è ferma. È una pausa di tutta la Chiesa, in ascolto. Questo è il messaggio più importante. Grazie del vostro lavoro, grazie di quello che fate. E mi raccomando, se potete, leggete queste cose di San Basilio, che aiutano tanto. Grazie.
[01519-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Frères et sœurs, bon après-midi !
Je vous salue tous, alors que nous commençons ce chemin synodal.
J’aime rappeler que c’est saint Paul VI qui a dit que l’Église en Occident avait perdu l’idée de la synodalité, et c’est pourquoi il avait créé le Secrétariat pour le Synode des Évêques, qui a tenu tant de réunions, tant de Synodes sur différents thèmes.
Mais l’expression de la synodalité n’est pas encore mûre. Je me souviens que j’ai été secrétaire d’un de ces synodes, et le Cardinal Secrétaire – un bon missionnaire belge, un bon, un bon – lorsque je préparais le vote, venait me voir : «Que fais-tu ?» - «Ce qui sera voté demain» - «Qu’est-ce que c’est ? Non, on ne vote pas ceci» - «Mais écoute, c’est synodal» - «Non, non, on ne vote pas». Parce que nous n’avions pas encore l’habitude que tous doivent s’exprimer librement. Et ainsi, lentement, au cours de ces presque 60 ans, le chemin s’est fait dans cette direction, et aujourd’hui nous pouvons arriver à ce Synode sur la synodalité.
Ce n’est pas facile, mais c’est beau, c’est très beau. Un Synode que tous les évêques du monde ont souhaité. Dans le sondage réalisé après le Synode sur l’Amazonie, parmi tous les évêques du monde, la deuxième place de préférence a été celle-ci : la synodalité. En première position se trouvaient les prêtres, en troisième, je crois, une question sociale. Mais [ceci était] en deuxième position. Tous les évêques du monde voyaient la nécessité de réfléchir sur la synodalité. Pourquoi ? Parce qu’ils avaient tous compris que le fruit était mûr pour cela.
Et c’est dans cet esprit que nous commençons à travailler aujourd’hui. Et j’aime à dire que le Synode n’est pas un parlement, c’est autre chose ; que le Synode n’est pas une réunion d’amis pour résoudre quelques questions du moment ou donner des avis, c’est autre chose. N’oublions pas, frères et sœurs, que le protagoniste du Synode ce n’est pas nous : c’est l’Esprit Saint. Et s’il y a parmi nous l’Esprit pour nous guider, ce sera un beau Synode. S’il y a parmi nous d’autres manières d’avancer pour des intérêts humains, personnels, idéologiques, ce ne sera pas un Synode, ce sera plus une réunion parlementaire, ce qui est une autre chose. Le Synode est un chemin que trace l’Esprit Saint. Il vous a été remis des feuilles avec des textes patristiques qui nous aideront pour l’ouverture du Synode. Ils sont tirés de saint Basile, qui a écrit ce beau traité sur l’Esprit Saint. Pourquoi ? Parce qu’il faut comprendre cette réalité, ce qui n’est pas facile, pas facile.
Lorsque, à l’occasion du 50e anniversaire de la création du Synode, les théologiens m’ont préparé une lettre que j’ai signée, ce fut un grand pas en avant. Mais nous devons maintenant trouver l’explication de ce chemin. Nous ne sommes pas les protagonistes du Synode, c’est l’Esprit Saint, et si nous laissons la place à l’Esprit Saint, le Synode se déroulera bien. Ces feuilles sur saint Basile vous ont été remises en différentes langues : anglais, français, portugais et espagnol, vous les avez donc entre les mains. Je ne mentionne pas ces textes, sur lesquels je vous demande ensuite de réfléchir et de méditer.
L’Esprit Saint est le protagoniste de la vie ecclésiale : le plan de salut des hommes s’accomplit par la grâce de l’Esprit. C’est Lui le protagoniste. Si nous ne comprenons pas cela, nous serons comme ceux dont parlent les Actes des Apôtres : «Avez-vous reçu l’Esprit Saint ?». - «Qu’est-ce que l’Esprit Saint ? Nous n’en avons même pas entendu parler » (cf. 19,1-2). Nous devons comprendre qu’il est le protagoniste de la vie de l’Église, celui qui la fait avancer.
L’Esprit Saint déclenche un dynamisme profond et varié dans la communauté ecclésiale : “le tumulte” de la Pentecôte. C’est curieux ce qui se passe à la Pentecôte : tout était bien rangé, tout était clair... Ce matin-là, il y a un tumulte, on parle toutes les langues, tout le monde comprend... Mais c’est une variété dont on ne comprend pas bien le sens... Et après cela, la grande œuvre de l’Esprit Saint : non pas l’unité, non, l’harmonie. Il nous unit dans l’harmonie, l'harmonie de toutes les différences. S’il n’y a pas d’harmonie, il n’y a pas d’Esprit : c’est Lui qui fait cela.
Ensuite, le troisième texte qui peut nous aider : l’Esprit Saint est le compositeur harmonique de l’histoire du salut. Harmonie - faisons attention - ne signifie pas “synthèse”, mais “lien de communion entre des parties dissemblables”. Si, dans ce Synode, nous aboutissons à une déclaration uniforme, uniforme, sans nuances, l’Esprit n’y est pas, il est resté dehors. Il fait cette harmonie qui n’est pas une synthèse, qui est un lien de communion entre des parties dissemblables.
L’Église, une unique harmonie de voix, à plusieurs voix, opérée par l’Esprit Saint : c’est ainsi que nous devons concevoir l’Église. Chaque communauté chrétienne, chaque personne a sa particularité, mais ces particularités doivent être incluses dans la symphonie de l’Église, et la juste symphonie est faite par l’Esprit : nous ne pouvons pas la faire. Nous ne sommes pas un parlement, nous ne sommes pas les Nations Unies, non, c’est autre chose.
L’Esprit Saint est à l’origine de l’harmonie entre les Églises. Ce que Basile dit à ses frères évêques est intéressant: “Donc de même que nous considérons comme notre bien votre unité et votre concorde mutuelle, de même nous vous invitons à participer à nos souffrances causées par les divisions et à ne pas nous séparer de vous par le fait que nous sommes loin en raison des lieux ; mais, puisque nous sommes unis par la communion selon l’Esprit, recevez-nous dans l’harmonie d’un seul corps”.
L’Esprit Saint nous conduit par la main et nous console. La présence de l’Esprit est presque - permettez-moi le mot - maternelle, comme une mère qui nous conduit et nous donne cette consolation. Il est le Consolateur, l’un des noms de l'Esprit: le Consolateur. L’action consolatrice de l’Esprit Saint, représentée par l’aubergiste auquel est confié l’homme tombé sur des bandits (cf. Lc 10, 34-35) : Basile interprète cette parabole du bon Samaritain et, dans l’aubergiste, voit l’Esprit Saint qui permet que la bonne volonté d’un homme et le péché d’un autre aillent sur une voie harmonieuse.
De plus, Celui qui garde l’Église est l’Esprit Saint. L’Esprit Saint a donc un rôle consolateur multiforme. Nous devons apprendre à écouter les voix de l’Esprit : elles sont toutes différentes. Apprendre à discerner.
Et puis, l’Esprit est celui qui fait l’Église: c’est Lui qui fait l’Église. Il y a un lien très important entre la Parole et l’Esprit. Nous pouvons penser à ceci : le Verbe et l’Esprit. L’Écriture, la Liturgie, la tradition ancienne nous parlent de la “tristesse” de l’Esprit Saint, et l’une des choses qui attristent le plus l’Esprit Saint, ce sont les paroles vides. Les paroles vides, les paroles mondaines, et - en descendant un peu vers une certaine habitude humaine mais pas bonne - le bavardage. Le bavardage est l’anti-Esprit Saint, il va à l’encontre. C’est une maladie très répandue parmi nous. Et les paroles vides attristent l’Esprit Saint. «N’attristez pas le Saint Esprit de Dieu, qui vous a marqués» (cf. Ep 4, 30). Quel grand mal que d’attrister l’Esprit Saint de Dieu, faut-il le dire ? Le bavardage, la médisance, tout cela attriste l’Esprit Saint. C’est la maladie la plus commune dans l’Église, le bavardage. Et si nous ne le laissons pas nous guérir de cette maladie, un chemin synodal sera difficilement bon. Au moins ici à l’intérieur : si tu n’es pas d’accord avec ce que dit cet évêque ou cette sœur ou ce laïc, dis-le-lui en face. C’est la raison d’être d’un Synode. Pour dire la vérité, et non les bavardages sous la table.
L’Esprit Saint nous confirme dans la foi. C’est lui qui le fait continuellement...
Ces textes de Basile, lisez-les, ils sont dans votre langue, parce que je crois qu’ils nous aideront à faire de la place dans nos cœurs à l’Esprit. Je le répète : ce n’est pas un parlement, ce n’est pas une réunion pour la pastorale de l’Église. Il s’agit d’un syn-odos, marcher ensemble est le programme. Nous avons fait beaucoup de choses, comme l’a dit Son Éminence : la consultation, tout cela, avec le peuple de Dieu. Mais celui qui prend tout cela en main, qui guide, c’est l’Esprit Saint S’Il n’est pas là, cela ne donnera pas un bon résultat.
J’insiste sur ce point : s’il vous plaît, n’attristez pas l’Esprit. Et dans notre théologie, faire place à l’Esprit Saint. Et aussi dans ce Synode, discerner les voix de l’Esprit de celles qui ne sont pas de l’Esprit, qui sont mondaines. À mon avis, la maladie la plus affreuse aujourd’hui – depuis toujours, mais encore aujourd’hui – que l’on voit dans l’Église est ce qui va contre l’Esprit, c’est-à-dire la mondanité spirituelle. Un esprit, mais pas saint : de mondanité. Faites attention à cela : ne prenons pas la place de l’Esprit Saint avec des choses mondaines - même bonnes - comme le bon sens : cela aide, mais l'Esprit va plus loin. Nous devons apprendre à vivre dans notre Église avec l’Esprit Saint. Je vous invite réfléchir sur ces textes de saint Basile qui nous aideront beaucoup.
Ensuite, je voudrais dire que dans ce Synode - également pour faire place à l’Esprit Saint - il y a la priorité de l’écoute, il y a cette priorité. Et nous devons donner un message aux agents de presse, aux journalistes, qui font un très beau, un très bon travail. Nous devons faire une communication qui soit le reflet de cette vie dans l’Esprit Saint. Il nous faut une ascèse - excusez-moi de parler ainsi aux journalistes - un certain jeûne de la parole publique pour garder cela. Et ce qui est publié, que ce le soit dans ce climat. Certains diront - ils le disent - que les évêques ont peur et c’est pour cela qu’ils ne veulent pas que les journalistes parlent. Non, le travail des journalistes est très important. Mais nous devons les aider à dire cela, cette marche dans l’Esprit. Et plus que la priorité à la parole, il y a la priorité à l’écoute. Et je demande aux journalistes de bien vouloir faire comprendre cela aux gens, qu’ils sachent que la priorité est à l’écoute. Lorsqu’il y a eu le Synode sur la famille, il y avait l’opinion publique, due à notre mondanité, selon laquelle il s’agissait de donner la communion aux divorcés : et nous sommes entrés ainsi en Synode. Lors du Synode sur l’Amazonie, il y a eu l’opinion publique, la pression, pour que l’on fasse des viri probati : nous sommes entrés avec cette pression. Maintenant, il y a des hypothèses sur ce Synode: “que feront-ils ?”, “peut-être le sacerdoce aux femmes”... je ne sais pas, ces choses qu’ils disent dehors. Et ils disent si souvent que les évêques ont peur de communiquer ce qui se passe. C’est pourquoi je vous demande, communicateurs, de bien faire votre travail, juste, de manière à ce que l’Église et les personnes de bonne volonté - les autres diront ce qu’elles veulent - comprennent que même dans l’Église, il y a la priorité à l’écoute. Transmettre cela: c’est très important.
Je vous remercie de nous aider tous dans cette “pause” de l’Église. L’Église s’est arrêtée, comme les Apôtres après le Vendredi saint, enfermés le Samedi saint, mais ils l’étaient par peur, pas nous. Mais elle s’est arrêtée. C’est une pause de toute l’Église, à l’écoute. C’est le message le plus important. Merci de votre travail, merci pour ce que vous faites. Et je vous recommande, si vous le pouvez, de lire ces textes de saint Basile, ils sont d’une grande aide. Merci.
[01519-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Brothers and sisters, good afternoon!
I greet all of you as we begin this synodal journey.
I like to recall that it was Saint Paul VI who said that the Church in the West had lost the idea of synodality, and that was why he created the Secretariat for the Synod of Bishops, which has held numerous meetings, many Synods on different topics.
Still, the expression of synodality is not yet mature. I remember when I was a secretary in one of these Synods, and while I was preparing for the voting the Cardinal Secretary – a very good Belgian missionary – would come and look. “What are you doing?” – “Getting ready for what will be voted on tomorrow” – “What is that? No, we won’t be voting on that.” – “But it’s synodal” – “No, no. No voting on that.” We were no used to letting everyone express themselves freely. So slowly, almost sixty years later, the path has gone in this direction, and today we are able to arrive at this Synod on synodality.
It is not easy, but it is beautiful, it is very beautiful. A Synod that all the bishops of the world wanted. In the survey of preferences taken among all the bishops of the world following the Synod for the Amazon, the theme of synodality came in second place. In first place were priests and in third place, I believe, there was a social issue. But synodality came in second. Because all the bishops of the world felt a need to reflect on synodality. Why? Because they all understood that the time was ripe for something like this.
It is in that spirit that we begin working today. I like to say that the Synod is not a parliament; it is something else. The Synod is not a gathering among friends to resolve some current problems or to give opinions; it is something else. Let us not forget, brothers and sisters, that we are not the protagonist of the Synod: it is the Holy Spirit. If the Spirit is in our midst to guide us, it will be a good Synod. If there are other ways of going about things, based on human, personal or ideological interests, it will not be a Synod, but more of a parliamentary meeting, which is another thing. A Synod is a journey that the Holy Spirit makes. You have been given a few patristic texts that can assist us in the opening of the Synod. They are taken from Saint Basil, who wrote that fine treatise on the Holy Spirit. Why? Because it is necessary to understand this reality, which is not something easy.
When, on fiftieth anniversary of the creation of the Synod, the theologians prepared a letter for me, which I signed, it was a good step forward. Now, however, we have find the explanation of that process. We are not the protagonists of the Synod; it is the Holy Spirit, and if we leave room for the Holy Spirit, the Synod will go well. These pages of Saint Basil have been distributed to you in different languages: English, French, Portuguese and Spanish, and you now have them in your hands. I will not say anything about these texts, but I ask you to reflect and meditate on them.
The Holy Spirit is the protagonist of the Church’s life: the plan of our salvation is worked out by the grace of the Spirit. He is one who takes the lead. If we have not understood this, we will be like those people mentioned in the Acts of the Apostles [who said]: “Did you receive the Holy Spirit?” – “What is the Holy Spirit? We have not even heard that there is a Holy Spirit” (cf. 19:2). We need to realize that he is the protagonist of the Church’s life, the One who carries it forward.
The Holy Spirit sets off a profound and varied process within the Church community: the “commotion” of Pentecost. Something odd happened at Pentecost: everything had been organized, everything was clear... That morning there was an uproar, everyone speaking in every language, and everyone understanding... A variety in which it was not clear what everything meant… And after this came the great work of the Holy Spirit: not unity, no, but harmony. The Spirit unites us in harmony, the harmony of all differences. If there is no harmony, the Spirit is not there. That is how he works.
The third text can prove helpful: the Holy Spirit is the harmonious composer of salvation history. Harmony – we need to be careful – does not mean “synthesis,” but “a bond of communion between dissimilar parts.” If, in this Synod, we end up with an identical statement, everybody the same, without nuances, the Spirit is not there, he is left out. He creates that harmony which is not synthesis, but a bond of communion between dissimilar parts.
The Church: a single harmony made up of many voices and the work of the Holy Spirit. That is how we should think of the Church. Each Christian community, each individual is distinctive, but this distinctiveness must be included in the symphony of the Church, and that symphony is made “just right” by the Spirit: that is not something we can do. We are not a parliament; we are not the United Nations; no, we are something else.
The Holy Spirit is the source of harmony among the Churches. It is interesting what Basil tells his brother bishops: “Therefore, just as we consider for our own good, our mutual harmony and unity, so we urge you to share in the sufferings due to the divisions, and not to separate from each other due to our distance, but to embrace one another in harmony, in one body, because we are united in communion according to the Spirit.”
The Holy Spirit takes us by the hand and comforts us. The presence of the Spirit is – may I say – almost maternal. Like a mother, he leads us and gives us this comfort. He is the Comforter; that is one of the names of the Spirit: the Comforter. The comforting action of the Holy Spirit is represented by the innkeeper entrusted with the man who had fallen among robbers (cf. Lk 10:34-35). Basil comments on that parable of the Good Samaritan; in the innkeeper, he sees the Holy Spirit who allows one person’s good will and another person’s sins to proceed on a harmonious way.
The One who watches over the Church is the Holy Spirit. The Holy Spirit exercises his work of “comforting” in a multiplicity of ways. We have to learn how to hear the voices of the Spirit: all of them are different. To learn how to discern.
Then too, it is the Spirit who makes the Church. He makes the Church. There is a very important connection between the Word and the Spirit. We can think about this: the Word and the Spirit. Scripture, the liturgy and the ancient tradition speak to us of the “sadness” of the Holy Spirit, and among the things that most sadden the Holy Spirit are empty words. Empty words, worldly words, and – to descend a bit to a certain human habit, but not a good one – gossiping. Gossiping is the “anti-Holy Spirit”; it goes against him. It is a very common disease among us. And empty words sadden the Holy Spirit. “Do not sadden the Holy Spirit of God, in whom you were sealed” (cf. Eph 4:30). What great evil it is to sadden God’s Holy Spirit. Do we even need to say this? Gossip, backbiting: this saddens the Holy Spirit. It is the most common disease in the Church: gossiping. And if we don’t let him heal us of this disease, it will be hard for this synodal journey to be a good one. At least in here, if you don’t agree with what that bishop, or that sister, or that layperson says, tell them to their face. That’s what a synod is for. To tell the truth, not for talking behind people’s backs.
The Holy Spirit confirms us in faith. He is the one who does it continually....
Read these texts of Basil – they are in your languages – because I think they will help us to make room for the Spirit in our hearts. I repeat: this is not a parliament, this is not a meeting about the Church’s pastoral activity. This is a syn-odos: journeying together is the programme. We have done so much, as [Cardinal Grech] said: consultation, all this, with the people of God. But the one who takes this in hand, who guides us is the Holy Spirit. If he is not here, this will not lead to a good outcome.
I insist on this: please, do not sadden the Spirit. And in our theology, make room for the Holy Spirit. And in this Synod, discern the voices of the Spirit from those that are not of the Spirit, but worldly. In my opinion, the foulest disease that we see in the Church today – it has always been there, not just today – is what goes against the Spirit: the spirit of worldliness. It is a spirit, but not one that is holy: the spirit of worldliness. Pay heed to this: let us not yield the place of the Holy Spirit to worldly things – even good things, like common sense; that is helpful, but the Spirit goes beyond that. We must learn to live in our Church with the Holy Spirit. I urge you. Reflect on these texts of Saint Basil, which will help us greatly.
Then, I want to say that in this Synod – also to make room for the Holy Spirit – the priority should be to listen. This is the priority. We have to give a message to the press, to the journalists, who do very fine, very good work. We have to provide a communication that reflects this life in the Holy Spirit. This requires an asceticism – pardon me for speaking this way to the journalists – a certain fasting from public speech in order to ensure this. Let whatever is published be in this vein. Some will say – and are saying – that the bishops are afraid and that is why they don’t want the journalists talking. No. The work of journalists is very important. But we have to help them so that they can also speak of this journeying in the Spirit. More than speaking, the priority is that of listening. I ask journalists to please make this known to people, that they realize that the priority is to listen. During the Synod on the Family, public opinion, the fruit of our worldliness, [thought] that communion was going to be given to the divorced, and in that spirit we began the Synod. When we had the Synod for the Amazon, public opinion, pressure, [thought] that viri probati were going to be [ordained], and we went in under that pressure. Now there is speculation about this Synod: “What are they going to do?”, “Maybe ordain women”… I don’t know, those are things they are saying out there. And it is often said that the bishops are afraid to talk about what is going on. For this reason, I ask you, members of the press, to do your work well, fairly, so that the Church and people of good will –other people will say what they will – can understand that also in the Church, listening has priority. Communicate this: it is so important.
Thank you for helping all of us, as the Church takes this “break”. The Church is taking a break, as the Apostles did after Good Friday, on Holy Saturday, behind closed doors, but not, like them, out of fear. Still, the Church is “taking a break”. It is a break for the whole Church, as we engage in listening. This is the most important message. Thank you for your work. Thank you for what you do. Again, I encourage you, if you can, to read these passages from Saint Basil, which are very helpful. Thank you.
[01519-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Brüder und Schwestern, guten Tag!
Ich grüße euch alle, mit denen wir diesen synodalen Weg beginnen.
Ich möchte gern daran erinnern, dass es der heilige Paul VI. war, der sagte, der Kirche im Westen sei die Idee der Synodalität abhandengekommen, und deshalb schuf er das Sekretariat für die Bischofssynode, das viele Treffen, viele Synoden zu verschiedenen Themen veranstaltet hat.
Aber die Ausprägung der Synodalität ist noch nicht ausgereift. Ich erinnere mich, dass ich bei einer dieser Synoden Sekretär war, und der Kardinal-Sekretär – ein guter belgischer Missionar, ein sehr guter Mann – kam zu mir und fragte, als ich die Abstimmung vorbereitete: »Was machst du da?« – »Das, worüber morgen abgestimmt werden soll.« – »Was ist das? Nein, darüber wird nicht abgestimmt.« – »Aber schauen Sie, es ist synodal.« – »Nein, nein, das wird nicht abgestimmt.« Denn wir hatten noch nicht die Gewohnheit, dass sich alle in Freiheit äußern müssen. Und so hat sich der Weg in diesen fast 60 Jahren langsam in diese Richtung entwickelt, und heute können wir zu dieser Synode über die Synodalität gelangen.
Es ist nicht einfach, aber es ist schön, sehr schön. Eine Synode, die alle Bischöfe der Welt gewollt haben. In der Umfrage, die nach der Amazonas-Synode unter allen Bischöfen der Welt durchgeführt wurde, stand dies an zweiter Stelle der Präferenzen: die Synodalität. An erster Stelle standen die Priester, an dritter Stelle, glaube ich, eine soziale Frage. Aber [dies war] an zweiter Stelle. Alle Bischöfe der Welt sahen die Notwendigkeit, über die Synodalität nachzudenken. Warum? Weil sie alle verstanden hatten, dass die Zeit reif dafür war.
Und in diesem Geist beginnen wir heute zu arbeiten. Und ich sage gern, dass die Synode kein Parlament ist, sie ist etwas Anderes; dass die Synode kein Treffen von Freunden ist, um ein paar aktuelle Dinge zu klären oder Meinungen abzugeben, sie ist etwas Anderes. Vergessen wir nicht, Brüder und Schwestern, dass der Protagonist der Synode nicht wir sind: Es ist der Heilige Geist. Und wenn der Geist in unserer Mitte ist, der uns führt, dann wird es eine gute Synode werden. Wenn es in unserer Mitte andere Arten des Vorgehens gibt, aus menschlichem, persönlichem oder ideologischem Interesse, dann wird es keine Synode sein, sondern eine eher parlamentarische Versammlung, was etwas Anderes ist. Synode ist ein Weg, den der Heilige Geist wirkt. Euch sind einige Blätter mit patristischen Texten gegeben worden, die uns bei der Eröffnung der Synode helfen werden. Sie stammen aus dem Werk des heiligen Basilius, der diese schöne Abhandlung über den Heiligen Geist verfasst hat. Warum? Weil es nötig ist, diese Wirklichkeit zu verstehen, was nicht einfach ist, es ist nicht einfach.
Als die Theologen zum 50. Jahrestag der Errichtung der Synode einen Brief für mich vorbereitet haben, den ich unterzeichnet habe, war das ein guter Schritt nach vorn. Aber jetzt müssen wir die Auslegung für jenen Weg finden. Die Hauptakteure der Synode sind nicht wir, es ist der Heilige Geist, und wenn wir dem Heiligen Geist Platz lassen, wird die Synode gut verlaufen. Diese Blätter vom heiligen Basilius sind euch in verschiedenen Sprachen ausgehändigt worden: Englisch, Französisch, Portugiesisch und Spanisch, damit ihr das in Händen habt. Ich erwähne diese Texte nicht, über die ich euch später nachzudenken und zu meditieren bitte.
Der Heilige Geist ist die Hauptperson des kirchlichen Lebens: Der Heilsplan für die Menschen vollzieht sich durch die Gnade des Geistes. Er ist es, der die Führung übernimmt. Wenn wir dies nicht verstehen, werden wir wie diejenigen sein, von denen in der Apostelgeschichte die Rede ist: »Habt ihr den Heiligen Geist empfangen?« – »Was ist der Heilige Geist? Wir haben noch nicht einmal von ihm gehört« (vgl. 19,1-2). Wir müssen verstehen, dass er der Hauptakteur im Leben der Kirche ist, derjenige, der sie voranbringt.
Der Heilige Geist entfesselt in der kirchlichen Gemeinschaft eine tiefgreifende und vielfältige Dynamik: das „Durcheinander“ des Pfingstfestes. Es ist merkwürdig, was an Pfingsten geschieht: Alles war wohlgeordnet, alles war klar... An jenem Morgen herrscht ein Durcheinander, man spricht alle Sprachen, alle verstanden... Aber es ist eine Vielfalt, von der man nicht recht versteht, was sie bedeutet... Und danach, das große Werk des Heiligen Geistes: nicht die Einheit, nein, die Harmonie. Er vereint uns in Harmonie, in der Harmonie aller Unterschiede. Wenn es keine Harmonie gibt, gibt es keinen Geist: Er ist es, der so handelt.
Dann der dritte Text, der hilfreich sein kann: Der Heilige Geist komponiert die Heilsgeschichte in harmonischer Weise. Harmonie – aufgepasst – bedeutet nicht „Synthese“, sondern „Band der Gemeinschaft zwischen ungleichen Teilen“. Wenn wir in dieser Synode mit einer Erklärung enden, in der alle gleich sind, alle gleich, ohne Nuancen, dann ist der Geist nicht da, er ist außen vor geblieben. Er schafft jene Harmonie, die nicht Synthese, sondern ein Band der Gemeinschaft zwischen ungleichen Teilen ist.
Die Kirche, eine einzige Harmonie von Stimmen, mit vielen Stimmen, bewirkt vom Heiligen Geist: So müssen wir uns die Kirche vorstellen. Jede christliche Gemeinschaft, jede Person hat ihre eigene Besonderheit, aber diese Besonderheiten gehören in die Symphonie der Kirche eingefügt, und jene rechte Symphonie schafft der Heilige Geist: Wir können sie nicht machen. Wir sind kein Parlament, wir sind nicht die Vereinten Nationen, nein, das ist etwas anderes.
Der Heilige Geist ist der Ursprung der Harmonie zwischen den Kirchen. Es ist interessant, was Basilius zu seinen Mitbrüdern im Bischofsamt sagt: »Wie wir nun Eure gegenseitige Eintracht und Einigkeit für eigenes Glück halten, so bitten wir auch Euch, uns mit unsern Spaltungen das Mitleid nicht zu versagen und uns nicht, weil örtlich Euch fern, von Euch zu trennen, vielmehr dank unserer Einheit im Geiste uns auch in die Einheit des Leibes aufzunehmen.«
Der Heilige Geist führt uns an der Hand und tröstet uns. Die Gegenwart des Geistes ist so – ich erlaube mir das Wort – fast mütterlich, wie eine Mamma führt er uns, diesen Trost erweist er uns. Er ist der Tröster, einer der Namen des Geistes: der Tröster. Das tröstende Wirken des Heiligen Geistes wird durch den Wirt dargestellt, dem der Mann anvertraut wird, der von den Räubern überfallen wurde (vgl. Lk 10,34-35): Basilius interpretiert jenes Gleichnis vom barmherzigen Samariter und sieht im Wirt den Heiligen Geist, der es ermöglicht, dass der gute Wille des einen Menschen und die Sünde eines anderen Menschen einen harmonischen Weg gehen.
Außerdem ist der Heilige Geist derjenige, der die Kirche behütet. Und der Heilige Geist wirkt auf vielfältige Weise als Beistand. Wir müssen lernen, auf die Stimmen des Geistes zu hören: Sie sind alle unterschiedlich. Lernen zu unterscheiden.
Und der Geist ist derjenige, der die Kirche hervorbringt: Er ist es, der die Kirche schafft. Es gibt eine sehr wichtige Verbindung zwischen dem Wort und dem Geist. Wir können hieran denken: das Wort und der Geist. Die Heilige Schrift, die Liturgie und die alte Tradition sprechen zu uns von der „Traurigkeit“ des Heiligen Geistes, und eines der Dinge, die den Heiligen Geist am meisten betrüben, sind leere Worte. Leere Worte, weltliche Worte und – um ein wenig zu einer gewissen menschlichen, aber nicht guten Angewohnheit zurückzukehren – Geschwätz. Geschwätz ist der Anti-Heilige Geist, es geht in die Gegenrichtung. Es ist eine sehr verbreitete Krankheit unter uns. Und leere Worte betrüben den Heiligen Geist. »Betrübt nicht den Heiligen Geist Gottes, den ihr als Siegel empfangen habt« (vgl. Eph 4,30). Was für ein großes Übel es ist, den Heiligen Geist Gottes zu betrüben – ist es nötig, das zu sagen? Gerede, üble Nachrede: Dies betrübt den Heiligen Geist. Es ist die am weitesten verbreitete Krankheit in der Kirche: Geschwätz. Und wenn wir nicht zulassen, dass der Heilige Geist uns von dieser Krankheit heilt, wird ein synodaler Prozess kaum gut werden. Zumindest hier drinnen: Wenn du nicht einverstanden bist mit dem, was jener Bischof oder jene Ordensschwester oder jener Laie dort sagt, dann sag es ihm ins Gesicht. Dafür ist es eine Synode. Um die Wahrheit zu sagen, und nicht das heimliche Geschwätz.
Der Heilige Geist bestärkt uns im Glauben. Er ist es, der dies ständig tut...
Diese Texte von Basilius, lest sie, sie sind in eurer Sprache, denn ich glaube, sie werden uns helfen, in unseren Herzen Platz für den Heiligen Geist zu schaffen. Ich wiederhole: Dies ist kein Parlament, dies ist keine Versammlung für die Seelsorge der Kirche. Dies ist ein syn-odos, gemeinsames Unterwegssein ist das Programm. Wir haben viele Dinge getan, wie Seine Eminenz sagte: die Konsultation, all dies, mit dem Volk Gottes. Aber derjenige, der dies in die Hand nimmt, der leitet, ist der Heilige Geist. Wenn er nicht da ist, wird dies kein gutes Ergebnis hervorbringen.
Ich bestehe darauf: Bitte, nicht den Geist betrüben. Und in unserer Theologie dem Heiligen Geist Raum geben. Und auch in dieser Synode, die Stimmen des Heiligen Geistes von denen unterscheiden, die nicht vom Heiligen Geist sind, die weltlich sind. Meiner Meinung nach ist die schlimmste Krankheit, die wir heute in der Kirche sehen – immer, aber auch heute – das, was dem Heiligen Geist zuwiderläuft, nämlich die geistliche Weltlichkeit. Ein Geist, aber nicht heilig: der Weltlichkeit. Achtet darauf: Lasst uns nicht den Platz des Heiligen Geistes mit weltlichen Dingen – auch guten Dingen – wie dem gesunden Menschenverstand besetzen: so etwas hilft, aber der Geist geht darüber hinaus. Wir müssen lernen, in unserer Kirche mit dem Heiligen Geist zu leben. Bitte denkt über diese Texte des heiligen Basilius nach, sie werden uns sehr helfen.
Dann möchte ich sagen, dass es in dieser Synode – auch um dem Heiligen Geist Platz zu machen – die Priorität des Zuhörens gibt, es gibt diese Priorität. Und wir müssen den Pressevertretern, den Journalisten, die eine sehr schöne, sehr gute Arbeit leisten, eine Botschaft geben. Wir müssen eben eine Botschaft vermitteln, die ein Widerschein dieses Lebens im Heiligen Geist ist. Es braucht eine Askese – entschuldigt, wenn ich so zu den Journalisten spreche – ein gewisses Fasten an öffentlichen Worten, um dies zu schützen. Und was veröffentlicht wird, soll in diesem Klima erfolgen. Manch einer wird sagen – und sie sagen es bereits – dass die Bischöfe Angst haben und deshalb nicht wollen, dass die Journalisten was sagen. Nein, die Arbeit der Journalisten ist sehr wichtig. Aber wir müssen ihnen helfen, damit sie davon sprechen, von diesem Unterwegssein im Heiligen Geist. Und vor der Priorität des Sprechens steht die Priorität des Zuhörens. Und ich bitte die Journalisten, dies den Menschen verständlich zu machen, dass sie wissen, dass die Priorität beim Zuhören liegt. Als die Synode über die Familie stattfand, gab es eine öffentliche Meinung, die von unserer Weltlichkeit herrührte, dass sie dazu da sei, den Geschiedenen die Kommunion zu ermöglichen: Und so sind wir in die Synode hineingegangen. Als es die Synode für das Amazonasgebiet gab, gab es die öffentliche Meinung, den Druck, dass es viri probati geben solle: Wir sind mit diesem Druck hineingegangen. Jetzt gibt es einige Spekulationen über diese Synode: »Was werden sie tun?«, »Vielleicht das Priesteramt für Frauen«..., ich weiß nicht, diese Dinge, die sie draußen sagen. Und sie sagen oft, dass die Bischöfe Angst haben, mitzuteilen, was passiert. Deshalb bitte ich euch, Medienbeauftragte, eure Aufgabe gut, richtig auszuüben, damit die Kirche und die Menschen guten Willens – die anderen werden sagen, was sie wollen – verstehen, dass es auch in der Kirche die Priorität des Zuhörens gibt. Dies zu vermitteln ist sehr wichtig.
teedDanke, dass ihr uns alle in dieser „Pause“ der Kirche unterstützt. Die Kirche hat innegehalten, so wie die Apostel nach dem Karfreitag innegehalten haben, an jenem Karsamstag, eingeschlossen, jene aber aus Angst, wir nicht. Aber sie hält inne. Es ist eine Pause der ganzen Kirche, im Hören. Dies ist die wichtigste Botschaft. Danke für eure Arbeit, danke für das, was ihr tut. Und bitte, lest, wenn ihr könnt, diese Dinge des heiligen Basilius, die sehr helfen. Danke.
[01519-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Hermanos y hermanas, ¡buenas tardes!
Los saludo a todos ustedes, con quienes iniciamos este camino sinodal.
Me gusta recordar que fue san Pablo VI quien dijo que la Iglesia en Occidente había perdido la idea de sinodalidad, y por eso había creado la Secretaría del Sínodo de los Obispos, que celebró muchos encuentros, muchos Sínodos sobre diferentes temáticas.
Pero la expresión de la sinodalidad aún no está madura. Recuerdo que fui secretario en uno de estos Sínodos, y el Cardenal Secretario ―buen misionero belga, muy bueno― cuando yo preparaba lo necesario para las votaciones venía a mirar: ¿Qué estás haciendo? ―Lo que se tiene que votar mañana― ¿Qué es? No, esto no se vota ―Oiga, pero es sinodal― No, no, esto no se vota. Porque todavía no teníamos la costumbre de que cada uno debe expresarse libremente. Y así, lentamente, a lo largo de estos casi 60 años, el camino ha ido en esta dirección, y hoy podemos llegar a este Sínodo sobre la sinodalidad.
No es fácil, pero es hermoso, muy hermoso. Un Sínodo que todos los obispos del mundo han querido. En la encuesta que se hizo después del Sínodo para la Amazonia, entre todos los obispos del mundo, el segundo lugar de las preferencias fue éste: la sinodalidad. En primer lugar estaban los sacerdotes, en tercero creo que una cuestión social. Pero [este estaba] en segundo lugar. Todos los obispos del mundo veían la necesidad de reflexionar sobre la sinodalidad. ¿Por qué? Porque todos habían entendido que el fruto estaba maduro para tal objeto.
Con este espíritu empezamos hoy a trabajar. Y me gusta señalar que el Sínodo no es un parlamento, sino algo distinto; que el Sínodo no es una reunión de amigos para resolver algunas cosas del momento o dar opiniones, sino otra cosa. No olvidemos, hermanos y hermanas, que el protagonista del Sínodo no somos nosotros: es el Espíritu Santo. Y si en medio de nosotros está el Espíritu que nos guía, será un buen Sínodo. Pero si en medio de nosotros hay otras formas de avanzar por intereses, sean humanos, personales, ideológicos, no será un Sínodo, sino que será una reunión más parlamentaria, que es otra cosa. El Sínodo es un camino que realiza el Espíritu Santo. Se les han entregado unas hojas con textos patrísticos que nos ayudarán en la apertura del Sínodo. Son de san Basilio, que escribió ese hermoso tratado sobre el Espíritu Santo. ¿Por qué? Porque necesitamos comprender esta realidad, que no es fácil.
Cuando, con ocasión del 50 aniversario de la creación del Sínodo, los teólogos me prepararon una carta, que firmé, fue un buen paso adelante. Pero ahora tenemos que encontrar nosotros la explicación sobre ese camino. Los protagonistas del Sínodo no somos nosotros, es el Espíritu Santo, y si le damos lugar al Espíritu Santo, el Sínodo irá bien. Estas fichas sobre san Basilio les han sido entregadas en diferentes idiomas: inglés, francés, portugués y español, para que las tengan en sus manos. No menciono estos textos, sobre los cuales les pido que luego reflexionen y mediten.
El Espíritu Santo es el protagonista de la vida eclesial: el plan de salvación de la humanidad se realiza por la gracia del Espíritu. Es Él quien tiene el protagonismo. Si no comprendemos esto, seremos como aquellos de los que se habla en los Hechos de los Apóstoles: “Recibieron el Espíritu Santo? ¿Qué es el Espíritu Santo? Ni siquiera hemos oído decir que hay un Espíritu Santo” (cf. 19,1-2). Debemos comprender que Él es el protagonista de la vida de la Iglesia, Aquel que la lleva adelante.
El Espíritu Santo desencadena un dinamismo profundo y variado en la comunidad eclesial: el “bullicio” de Pentecostés. Es curioso lo que ocurrió en Pentecostés: todo estaba bien dispuesto, todo estaba claro. Aquella mañana había bullicio, se hablan todas las lenguas, todo el mundo entendía. Pero es una variedad de la cual no se acaba de entender qué significa. Y después de esto, la gran obra del Espíritu Santo: no la unidad, no; la armonía. Él nos une en armonía, la armonía de todas las diferencias. Si no hay armonía, no hay Espíritu: es Él quien la hace.
A continuación, el tercer texto que nos puede ayudar: el Espíritu Santo es el compositor armónico de la historia de la salvación. Armonía ―atención con esto― no significa “síntesis”, sino “vínculo de comunión entre partes disímiles”. Si en este Sínodo acabamos con una declaración que es todo lo mismo, todo igual, sin matices, el Espíritu no está, se quedó fuera. Él obra esa armonía que no es síntesis, sino vínculo de comunión entre partes disímiles.
La Iglesia, una única armonía de voces, a muchas voces, realizada por el Espíritu Santo: es así como debemos concebir la Iglesia. Cada comunidad cristiana, cada persona tiene su propia peculiaridad, pero estas particularidades deben incluirse en la sinfonía de la Iglesia, y la sinfonía adecuada la realiza el Espíritu: nosotros no podemos realizarla. No somos un parlamento, no somos las Naciones Unidas; no, es otra cosa.
El Espíritu Santo es el origen de la armonía entre las Iglesias. Es interesante lo que dice Basilio a sus hermanos obispos: “Así como nosotros estimamos como bien nuestro vuestra mutua concordia y unidad, así también los invitamos a participar de nuestros sufrimientos causados por las divisiones, y a no apartarnos de ustedes por el hecho de estar lejos debido a la posición de los lugares, sino más bien a recibirnos mutuamente en la armonía de un único cuerpo porque estamos unidos en comunión según el Espíritu”.
El Espíritu Santo nos lleva de la mano y nos consuela. La presencia del Espíritu es así ―permítanme la palabra― como maternal, como una mamá nos conduce, nos da este consuelo. Es el Consolador, uno de los nombres del Espíritu: el Consolador. La acción consoladora del Espíritu Santo representada por el posadero a quien se le confía el hombre que había caído en poder de los ladrones (cf. Lc 10,34-35). Basilio interpreta esa parábola del Buen Samaritano y en el posadero ve al Espíritu Santo que permite que la buena voluntad de un hombre y el pecado de otro sigan un camino armonioso.
Además, el que custodia la Iglesia es el Espíritu Santo. Al mismo tiempo, el Espíritu Santo tiene un ejercicio paraclético multiforme. Debemos aprender a escuchar las voces del Espíritu: todas son diferentes. Aprender a discernir.
Precisamente, el Espíritu es el que hace la Iglesia. Es Él quien hace la Iglesia. Hay un vínculo muy importante entre la Palabra y el Espíritu. Podemos pensar en esto: el Verbo y el Espíritu. La Escritura, la Liturgia, la tradición antigua nos hablan de la “tristeza” del Espíritu Santo, y una de las cosas que más entristecen al Espíritu Santo son las palabras vacías. Palabras vacías, las palabras mundanas, y ―bajando un poco a cierta costumbre humana, pero no buena―, la murmuración. La murmuración es el anti-Espíritu Santo, va contra Él. Es una enfermedad muy común entre nosotros. Y las palabras vacías entristecen al Espíritu Santo. “No entristezcan al Espíritu Santo de Dios con el que fueron marcados” (cf. Ef 4,30). Qué gran mal es entristecer al Espíritu Santo de Dios, ¿hace falta decirlo? Murmuración, difamación: esto entristece al Espíritu Santo. Es la enfermedad más común en la Iglesia, la murmuración. Y si no dejamos que Él nos cure de esta enfermedad, un camino sinodal difícilmente será bueno. Al menos aquí dentro: si no estás de acuerdo con lo que dice aquel obispo o aquella religiosa o ese laico, díselo en la cara. Para esto es un sínodo. Para decir la verdad, no la murmuración por debajo de la mesa.
El Espíritu Santo nos confirma en la fe, es Él quien lo hace continuamente.
Estos textos de Basilio, léanlos, están en vuestra lengua, porque creo que nos ayudarán a hacerle lugar al Espíritu en nuestros corazones. Repito: esto no es un parlamento, esto no es una reunión para la pastoral de la Iglesia. Esto es un syn-odos, caminar juntos es el programa. Hemos hecho muchas cosas, como ha dicho Su Eminencia: las consultas, todo esto, con el pueblo de Dios. Pero quien conduce esto, quien guía es el Espíritu Santo. Si Él no está, esto no dará un buen resultado.
Insisto en esto: por favor, no entristezcan al Espíritu. Y en nuestra teología hay que hacerle lugar al Espíritu Santo. Y también en este Sínodo, discernir las voces del Espíritu de las que no son del Espíritu, que son mundanas. En mi opinión, la enfermedad más fea que vemos hoy en la Iglesia ―siempre, pero también hoy― es lo que va contra el Espíritu, es decir, la mundanidad espiritual. Un espíritu, pero no santo: de mundanidad. Cuidado con esto: no sustituyamos al Espíritu Santo con cosas mundanas ―incluso buenas―, como el sentido común: esto ayuda, pero el Espíritu va más allá. Debemos aprender a vivir en nuestra Iglesia con el Espíritu Santo. Por favor, reflexionen sobre estos textos de san Basilio, que nos ayudarán mucho.
Luego, quiero decir que en este Sínodo ―también para hacerle lugar al Espíritu Santo― está la prioridad de la escucha, está esta prioridad. Y tenemos que dar un mensaje a los operadores de prensa, a los periodistas, que hacen un trabajo muy hermoso, muy bueno. Tenemos que dar precisamente una comunicación que sea reflejo de esta vida en el Espíritu Santo. Hace falta una ascesis ―perdón por hablar así a los periodistas―, un cierto ayuno de la palabra pública para custodiar esto. Y lo que se publique, que sea en este clima. Algunos dirán ―lo están diciendo― que los obispos tienen miedo y por eso no quieren que los periodistas hablen. No, el trabajo de los periodistas es muy importante. Pero debemos ayudarles a que digan esto, este andar en el Espíritu. Y más que la prioridad de hablar, está la prioridad de escuchar. Y pido a los periodistas que, por favor, hagan comprender esto a la gente, que sepa que la prioridad es escuchar. Cuando se tuvo el Sínodo sobre la familia, la opinión pública, hecha por nuestra mundanidad, decía que este era para dar la comunión a los divorciados; y así entramos en el Sínodo. Cuando se tuvo el Sínodo para la Amazonia, había una opinión pública, una presión, que era para dar vía libre a los viri probati; y entramos con esta presión. Ahora circulan algunas hipótesis sobre este Sínodo: “¿qué irán a hacer?”, “quizá el sacerdocio para las mujeres”; no sé, estas cosas que se dicen fuera. Y dicen muchas veces que los obispos tienen miedo de comunicar lo que está pasando. Por eso les pido a ustedes, comunicadores, que cumplan bien su función, adecuadamente, para que la Iglesia y la gente de buena voluntad ―los otros dirán lo que quieran― entiendan que también en la Iglesia existe la prioridad de la escucha. Transmitir esto es muy importante.
Gracias por ayudarnos a todos en esta “·pausa” de la Iglesia. La Iglesia ha hecho una pausa, como la hicieron los Apóstoles después del Viernes Santo, aquel Sábado Santo, encerrados, pero ellos por miedo; nosotros, no. Pero está en pausa. Es una pausa de toda la Iglesia, a la escucha. Este es el mensaje más importante. Gracias por vuestro trabajo, gracias por todo lo que hacen. Y les encargo, si pueden, lean estas cosas de san Basilio, ayudan mucho. Gracias.
[01519-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Irmãos e irmãs, boa tarde!
Saúdo a todos vós, aqui presentes para iniciarmos este caminho sinodal.
Apraz-me recordar que foi São Paulo VI quem disse que a Igreja no Ocidente perdera a ideia da sinodalidade e, por isso, criara o Secretariado do Sínodo dos Bispos, que realizou muitos encontros, muitos Sínodos sobre diversas temáticas.
Mas a expressão da sinodalidade ainda não está madura. Era Secretário num desses Sínodos e lembro-me que o Cardeal Secretário (um bom missionário belga… bom, muito bom), quando eu estava a preparar para as votações, veio ver: «Que estás a fazer?» – «Aquilo que se deve votar amanhã…» – «O que é? (…) Isto não! Isto não se vota» – «Mas ouve… É sinodal» – «Não, e não! Isto não se vota». Pois ainda não tínhamos o hábito de que todos se devem expressar com liberdade. E assim lentamente, ao longo destes quase 60 anos, o caminho tomou esta direção, e hoje podemos chegar a este Sínodo sobre a sinodalidade.
Não é fácil, mas é bom, é muito bom. Um Sínodo querido por todos os bispos do mundo. Na sondagem feita depois do Sínodo para a Amazónia, o segundo lugar de preferência de todos os bispos do mundo foi este: a sinodalidade. O primeiro, eram os padres; o terceiro, creio que foi uma questão social. Mas [este era] o segundo. Todos os bispos do mundo viam a necessidade de refletir sobre a sinodalidade. Porquê? Porque todos compreenderam que o fruto estava maduro para submeter a uma assembleia sinodal.
E é com este espírito que começamos a trabalhar hoje. Gosto de dizer que o Sínodo não é um parlamento; é diferente! O Sínodo não é uma reunião de amigos para resolver algumas questões atuais ou dar opiniões; é diverso! Não esqueçamos, irmãos e irmãs, que o protagonista do Sínodo não somos nós: é o Espírito Santo. E, se estiver no meio de nós o Espírito a guiar-nos, será um bom Sínodo. Mas, se houver entre nós outros modos a mover-nos como, por exemplo, interesses humanos, pessoais, ideológicos, não será um Sínodo, mas mais uma reunião parlamentar, o que é diferente. O Sínodo é um caminho que o Espírito Santo faz. Foram-vos entregues algumas folhas com textos patrísticos que nos ajudarão na abertura do Sínodo. Foram tirados de São Basílio, que escreveu aquele estupendo tratado sobre o Espírito Santo. Porquê? Porque é preciso compreender esta realidade, que não é fácil… não é fácil!
Quando, no cinquentenário da criação do Sínodo, os teólogos me prepararam uma carta que assinei, foi um bom passo em frente. Mas agora devemos nós encontrar a explicação desta estrada. Protagonistas do Sínodo, não somos nós; é o Espírito Santo. E, se deixarmos espaço ao Espírito Santo, o Sínodo correrá bem. Estas folhas de São Basílio foram-vos entregues em diversas línguas: inglês, francês, português e espanhol. Assim as tendes ao vosso dispor…. Não menciono estes textos, sobre os quais vos peço para refletir e meditar.
O Espírito Santo é o protagonista da vida eclesial: o plano de salvação dos homens realiza-se pela graça do Espírito. Ele é quem assume a liderança. Se não compreendermos isto, seremos como aqueles de quem se fala nos Atos dos Apóstolos: «Recebestes o Espírito Santo?» – «E que é o Espírito Santo? Nós nem sequer ouvimos falar disso!» (cf. 19, 1-2). Devemos compreender que Ele é o protagonista da vida da Igreja, Aquele que a conduz para diante.
O Espírito Santo desencadeia um dinamismo profundo e diversificado na comunidade eclesial: o «rebuliço» do Pentecostes. É curioso o que acontece no Pentecostes: tudo estava bem organizado, tudo estava claro! Naquela manhã, houve um rebuliço, falam-se todas as línguas, todos as compreendiam... Mas é uma variedade cujo significado não se compreende de todo. E, depois disso, a grande obra do Espírito Santo: mais do que unidade, é harmonia. Une-nos em harmonia, a harmonia de todas as diferenças. Se não há harmonia, não há Espírito: é Ele que a faz.
Depois, o terceiro texto que pode ajudar: o Espírito Santo é o compositor harmonioso da história da salvação. Harmonia – atenção! – não significa «síntese», mas «vínculo de comunhão entre partes desiguais». Se neste Sínodo chegarmos a uma declaração de que todos são iguais, todos iguais, sem nuances, o Espírito não estaria aqui. Ficou fora. Ele cria aquela harmonia que não é síntese, mas um vínculo de comunhão entre partes dissemelhantes.
A Igreja, uma harmonia única de vozes, com muitas vozes, realizada pelo Espírito Santo: assim devemos conceber a Igreja. Cada comunidade cristã, cada pessoa tem a sua peculiaridade, mas estas particularidades hão de ser inseridas na sinfonia da Igreja… E a justa sinfonia é feita pelo Espírito: nós não podemos fazê-la. Não somos um parlamento, não somos as Nações Unidas, não! Trata-se duma coisa diferente...
O Espírito Santo é a origem da harmonia entre as Igrejas. É interessante o que Basílio diz aos irmãos bispos: «Assim como consideramos a vossa mútua harmonia e unidade como o nosso bem, também vos convidamos a participar nos nossos sofrimentos causados pelas divisões e a não nos separar de vós porque estamos distantes por razões de localização e de lugar, mas, uma vez que estamos unidos em comunhão segundo o Espírito, para nos acolhermos na harmonia de um só corpo».
O Espírito Santo conduz-nos pela mão e consola-nos. Assim a presença do Espírito é – ouso dizê-lo – quase materna: como uma mãe nos conduz, nos dá esta consolação. É o Consolador, um dos nomes do Espírito: o Consolador. A ação consoladora do Espírito Santo retratada pelo estalajadeiro a quem é confiado o homem que caiu nas mãos dos bandidos (cf. Lc 10, 34-35). Basílio, ao interpretar aquela parábola do Bom Samaritano, vê no estalajadeiro o Espírito Santo que permite que a boa vontade dum homem e o pecado doutro sigam um caminho harmonioso.
Além disso, Aquele que guarda a Igreja é o Espírito Santo. É que o Espírito Santo tem um exercício multiforme de paráclito. Devemos aprender a escutar as vozes do Espírito: são todas diferentes. Há que aprender a discernir.
E depois, o Espírito é Aquele que faz a Igreja: é Ele quem faz a Igreja. Existe um vínculo muito importante entre a Palavra e o Espírito. Podemos pensá-lo assim: o Verbo e o Espírito. A Escritura, a Liturgia, a tradição antiga falam-nos da «tristeza» do Espírito Santo; e uma das coisas que mais entristece o Espírito Santo são as palavras ditas ao vento: as palavras vazias, as palavras mundanas e – descendo um pouco a um hábito que é humano, mas não bom – a murmuração. A murmuração é anti-Espírito Santo: vai contra Ele. É uma moléstia muito frequente entre nós. E palavras vazias entristecem o Espírito Santo. Não entristeçais o Espírito Santo de Deus com o Qual fostes marcados (cf. Ef 4, 30). Haverá necessidade de dizer o grande mal que é entristecer o Espírito Santo de Deus? Murmuração, maledicência: isto entristece o Espírito Santo. A murmuração é a doença mais comum na Igreja. E se não deixarmos que Ele nos cure desta doença, dificilmente será bom um caminho sinodal. Pelo menos aqui: se não estás de acordo com o que diz ali aquele bispo, aquela religiosa ou aquele leigo, di-lo face a face. Para isto é um Sínodo: para dizer a verdade, não a murmuração pelas costas.
O Espírito Santo confirma-nos na fé. E fá-lo continuamente...
Estes textos de Basílio – lede-os! - estão na vossa língua, porque creio que nos ajudarão a abrir espaço no nosso coração ao Espírito. Repito: não é um parlamento, não é uma reunião para a pastoral da Igreja. Isto é um syn-odos; caminhar juntos é o programa. Fizemos muitas coisas, como disse Sua Eminência: a consulta e tudo o mais com o povo de Deus. Mas quem toma isso nas próprias mãos, quem guia é o Espírito Santo. Se Ele não estiver presente, isso não dará um resultado bom.
Insisto nisto: por favor, não entristeçais o Espírito. E, na nossa teologia, abri espaço ao Espírito Santo. E inclusivamente neste Sínodo discerni as vozes do Espírito distinguindo-as das que não são do Espírito, que são mundanas. Na minha opinião, a doença pior que hoje – sempre, mas também hoje – se vê na Igreja é aquilo que vai contra o Espírito, ou seja, a mundanidade espiritual. Um espírito – mas não santo! – de mundanidade. Tende cuidado com isto: não ocupemos o lugar do Espírito Santo com coisas mundanas – mesmo boas – como o bom senso: isto ajuda, mas o Espírito vai mais longe. Devemos aprender a viver na nossa Igreja com o Espírito Santo. Por favor, refleti sobre estes textos de São Basílio, que nos ajudarão muito.
Depois, quero dizer que, neste Sínodo – inclusive para dar espaço ao Espírito Santo –, há a prioridade da escuta. Há esta prioridade... E aos operadores de imprensa, aos jornalistas – que fazem um trabalho muito interessante, muito bom –, devemos passar uma mensagem, dar uma comunicação que seja o reflexo desta vida no Espírito Santo. É preciso uma ascese – desculpem se falo assim aos jornalistas –, um certo jejum da palavra pública para salvaguardar isso. E aquilo que se publica, seja neste clima. Alguém dirá – já o estão a dizer – que os bispos têm medo e, por isso, não querem que os jornalistas digam. Não é isso! O trabalho dos jornalistas é muito importante. Mas devemos ajudá-los para que digam isto: este caminhar no Espírito. E mais do que a prioridade de falar, existe a prioridade da escuta. E peço, por favor, aos jornalistas que façam compreender isto às pessoas; saibam que a prioridade é ouvir. Quando houve o Sínodo sobre a família, havia a opinião pública, formada pela nossa mundanidade, de que se tratava de dar a comunhão aos divorciados: e assim entrámos no Sínodo. Quando foi o Sínodo da Amazónia, havia a opinião pública, fazendo pressão para que se fizessem os viri probati: entramos com esta pressão. Agora há algumas hipóteses sobre este Sínodo: «Que farão?» «Talvez o sacerdócio para as mulheres...» E não sei que mais; as coisas que se dizem lá fora. E dizem muitas vezes que os bispos têm medo de comunicar o que sucede. Por isso peço-vos, a vós comunicadores, que desempenheis a vossa função bem, corretamente, para que a Igreja e as pessoas de boa vontade (as outras vão dizer o que quiserem) compreendam que, também na Igreja, há a prioridade da escuta. Transmiti isto: é muito importante.
Agradeço-vos pela ajuda que dais a todos nós nesta «pausa» da Igreja. A Igreja parou, como pararam os Apóstolos depois de Sexta-Feira Santa, naquele Sábado Santo. Fechados: aqueles por medo, nós não! Mas… parou. É uma pausa de toda a Igreja, em escuta. Esta é a mensagem mais importante. Obrigado pelo vosso trabalho, obrigado por tudo o que fazeis. E recomendo que, se puderdes, leiais estas coisas de São Basílio, que ajudam muito. Obrigado.
[01519-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Bracia i siostry, dobrego popołudnia!
Pozdrawiam was wszystkich, z którymi rozpoczynamy tę drogę synodalną.
Chciałbym przypomnieć, że to św. Paweł VI powiedział, iż Kościół na Zachodzie zagubił ideę synodalności i dlatego stworzył Sekretariat Synodu Biskupów, który przygotował wiele spotkań, wiele Synodów na różne tematy.
Ale wyraz synodalności nie jest jeszcze dojrzały. Pamiętam, że będąc sekretarzem na jednym z tych Synodów, a kardynał sekretarz – dobry belgijski misjonarz, dobry, dobry – kiedy przygotowywałem głosowania, przychodził i patrzył: „Co robisz?”. – „To, nad czym powinniśmy jutro głosować” – „Co to jest? Nie, nad tym się nie głosuje” – „Ale zobacz, to synodalne” – „Nie, nie, nad tym się nie głosuje”. Ponieważ nie mieliśmy jeszcze nawyku, że każdy musi się swobodnie wypowiadać. I tak, powoli, przez te prawie 60 lat, droga poszła w tym kierunku, a dziś możemy dotrzeć do tego Synodu na temat synodalności.
Nie jest to łatwe, ale piękne, bardzo piękne. Synod, którego pragnęli wszyscy biskupi świata. W ankiecie przeprowadzonej po Synodzie w Amazonii, wśród wszystkich biskupów świata na drugim miejscu znalazła się właśnie to: synodalność. Na pierwszym miejscu byli księża, na trzecim, jak sądzę, kwestie społeczne. Ale [ta sprawa była] na drugim miejscu. Wszyscy biskupi świata widzieli potrzebę refleksji nad synodalnością. Dlaczego? Ponieważ wszyscy rozumieli, że owoc do tego dojrzał.
I w tym duchu zaczynamy dzisiaj pracować. Lubię mówić, że Synod nie jest parlamentem, jest czymś innym; że Synod nie jest spotkaniem przyjaciół, aby rozwiązać kilka spraw w danej chwili lub wydać opinie, jest czymś innym. Nie zapominajmy, bracia i siostry, że bohaterami Synodu nie jesteśmy my: jest nim Duch Święty. A jeśli pośród nas jest Duch Święty, który nas prowadzi, to będzie to dobry Synod. Jeśli natomiast pośród nas są inne drogi pójścia naprzód, aby podążać za interesami ludzkimi, osobistymi, ideologicznymi, nie będzie to Synod, będzie to spotkanie bardziej parlamentarne, które jest czymś innym. Synod jest drogą, którą wyznacza Duch Święty. Otrzymaliście kilka arkuszy z tekstami patrystycznymi, które pomogą nam w rozpoczęciu Synodu. Są to traktaty św. Bazylego, który napisał ten piękny traktat o Duchu Świętym. Dlaczego? Ponieważ musimy zrozumieć tę rzeczywistość, co nie jest łatwe, nie jest łatwe.
Kiedy z okazji 50. rocznicy powstania Synodu teologowie przygotowali dla mnie list, który podpisałem, był to dobry krok naprzód. Ale teraz my musimy znaleźć wyjaśnienie na tej drodze. Bohaterami Synodu nie jesteśmy my, ale Duch Święty, i jeśli uczynimy miejsce dla Ducha Świętego, Synod pójdzie dobrze. Te arkusze o św. Bazylim zostały wam przekazane w różnych językach: angielskim, francuskim, portugalskim i hiszpańskim, więc macie je w rękach. Nie wspominam o tych tekstach, nad którymi następnie proszę o refleksję i medytację.
Duch Święty jest bohaterem życia kościelnego: plan zbawienia ludzkości dokonuje się dzięki łasce Ducha. To On jest bohaterem. Jeśli tego nie zrozumiemy, będziemy podobni do tych, o których mówią Dzieje Apostolskie: „Czy otrzymaliście Ducha Świętego?”. – „Czym jest Duch Święty? Nawet o nim nie słyszeliśmy” (por. 19, 1-2). Musimy zrozumieć, że jest On bohaterem życia Kościoła, Tym, który go prowadzi naprzód.
Duch Święty wyzwala we wspólnocie kościelnej głęboki i zróżnicowany dynamizm: „zgiełk” Pięćdziesiątnicy. To ciekawe, co dzieje się w dniu Pięćdziesiątnicy: wszystko było dobrze ułożone, wszystko było jasne... Tego ranka panuje gwar, mówi się wszystkimi językami, wszyscy rozumieją... Ale jest to różnorodność, którą nie do końca rozumiemy, co to znaczy... A potem wielkie dzieło Ducha Świętego: nie jedność, lecz harmonia. On jednoczy nas w harmonii, harmonii wszystkich różnic. Jeśli nie ma harmonii, nie ma Ducha: to On tak czyni.
Następnie trzeci tekst, który może pomóc: Duch Święty jest harmonijnym kompozytorem historii zbawienia. Harmonia – zauważmy to – nie oznacza „syntezy”, ale „więź komunii między różnymi częściami”. Jeśli na tym Synodzie skończymy z deklaracją, która jest taka sama, taka sama, bez niuansów, Ducha tam nie ma, pozostał na zewnątrz. On tworzy tę harmonię, która nie jest syntezą, jest więzią komunii między różnymi częściami.
Kościół, wyjątkowa harmonia głosów w wielu głosach, uczyniona przez Ducha Świętego: tak musimy pojmować Kościół. Każda wspólnota chrześcijańska, każda osoba ma swoją specyfikę, ale ta specyfika musi być włączona w symfonię Kościoła, a ta właściwa symfonia jest tworzona przez Ducha: my nie możemy jej tworzyć. My nie jesteśmy parlamentem, my nie jesteśmy Zjednoczonymi Narodami, nie, to coś innego.
Duch Święty jest źródłem harmonii między Kościołami. Interesujące jest to, co Bazyli mówi do braci biskupów: „Tak jak oceniamy waszą wzajemną harmonię i jedność jako nasze własne dobro, tak też zapraszamy was, abyście dzielili nasze cierpienia spowodowane podziałami i nie oddzielali nas od was, bowiem jesteśmy daleko od siebie ze względu na położenie i miejsce, ale ponieważ jesteśmy zjednoczeni w komunii według Ducha, aby przyjąć nas w harmonii jednego ciała”.
Duch Święty prowadzi nas za rękę i pociesza. Obecność Ducha jest tak – pozwolę sobie na to słowo – niemal matczyna, jak matka, która nas prowadzi, daje nam to pocieszenie. On jest Pocieszycielem, to jedno z imion Ducha Świętego. Pocieszające działanie Ducha Świętego obrazuje gospodarz, któremu powierzono człowieka, który natknął się na zbójców (por. Łk 10, 34-35): Bazyli interpretuje tę przypowieść o dobrym Samarytaninie i w gospodarzu widzi Ducha Świętego, który pozwala, aby dobra wola jednego człowieka i grzech drugiego szły harmonijną drogą.
Ponadto, Tym, który strzeże Kościoła, jest Duch Święty. Duch Święty ma zatem wielopłaszczyznowe działanie parakletyczne. Musimy nauczyć się słuchać głosów Ducha: wszystkie są różne. Nauczyć się rozróżniać.
Ponadto Duch Święty jest Tym, który tworzy Kościół. Istnieje bardzo ważny związek między Słowem a Duchem. Możemy o tym pomyśleć: Słowo i Duch. Pismo Święte, Liturgia, starożytna tradycja mówią nam o „smutku” Ducha Świętego, a jedną z rzeczy, które najbardziej zasmucają Ducha Świętego, są puste słowa. Puste słowa, słowa światowe i – schodząc nieco do pewnego ludzkiego, ale niedobrego nawyku – plotkowanie. Plotkowanie jest przeciwne Duchowi Świętemu, jest z nim sprzeczne. To bardzo powszechna choroba pośród nas. A puste słowa zasmucają Ducha Świętego. „Nie zasmucajcie Bożego Ducha Świętego, którym zostaliście opieczętowani” (Ef 4, 30). Jak wielkim złem jest zasmucanie Bożego Ducha Świętego, czy trzeba o tym mówić? Plotkowanie, obmawianie: to zasmuca Ducha Świętego. To najczęstsza choroba w Kościele, plotkowanie. I jeśli nie pozwolimy, aby On nas wyleczył z tej choroby, nie będzie to dobry proces synodalny. Przynajmniej tutaj, wewnątrz: jeśli nie zgadzasz się z tym, co mówi biskup, zakonnica lub świecki, powiedz mu to w twarz. Po to właśnie jest synod. Aby mówić prawdę, a nie gadać pod stołem.
Duch Święty utwierdza nas w wierze. On jest tym, który czyni to nieustannie....
Przeczytajcie te teksty Bazylego, są w waszym języku, bo wierzę, że pomogą nam uczynić miejsce w naszych sercach dla Ducha Świętego. Powtarzam: to nie jest parlament, to nie jest spotkanie dla duszpasterstwa kościelnego. Jest to synodos, którego programem jest wspólne kroczenie. Zrobiliśmy wiele rzeczy, jak powiedział Jego Eminencja: konsultacje, wszystko to z Ludem Bożym. Ale tym, kto bierze to w ręce, kto prowadzi, jest Duch Święty. Jeśli Go nie ma, nie przyniesie on dobrego rezultatu.
Nalegam na to: proszę, nie zasmucajcie Ducha Świętego. I w naszej teologii uczyńcie miejsce dla Ducha Świętego. A także na tym Synodzie, rozróżniajcie głosy Ducha od tych, które nie są z Ducha, które są światowe. Moim zdaniem najbrzydszą chorobą, jaką widzimy dziś w Kościele – zawsze, ale także dziś – jest to, co sprzeciwia się Duchowi, czyli światowość duchowa. Duch, ale nie święty: światowy. Uważajmy na to: nie zastępujmy Ducha Świętego rzeczami światowymi – nawet dobrymi – takimi jak zdrowy rozsądek: to pomaga, ale Duch idzie dalej. Musimy nauczyć się żyć w naszym Kościele z Duchem Świętym. Proszę, zastanówcie się nad tymi tekstami św. Bazylego, bardzo nam pomogą.
Następnie chcę powiedzieć, że na tym Synodzie – również po to, aby uczynić miejsce dla Ducha Świętego – jest priorytet słuchania, jest ten priorytet. I musimy przekazać przesłanie ludziom mediów, dziennikarzom, którzy wykonują bardzo piękną, bardzo dobrą pracę. Musimy dać właśnie taki przekaz, który będzie odzwierciedleniem tego życia w Duchu Świętym. Potrzeba ascezy – przepraszam, że zwracam się w ten sposób do dziennikarzy – pewnego postu słowa publicznego, aby tego strzec. A to, co jest publikowane, niech będzie w tym klimacie. Niektórzy powiedzą – mówią to – bo biskupi się boją i dlatego nie chcą, żeby dziennikarze mówili. Nie, praca dziennikarzy jest bardzo ważna. Ale musimy im pomóc, aby to powiedzieli, to podążanie w Duchu. I przed priorytetem mówienia, jest priorytet słuchania. Proszę dziennikarzy, aby to zrozumieli, aby wiedzieli, że priorytetem jest słuchanie. Kiedy był Synod o rodzinie, była opinia publiczna wytworzona przez naszą światowość, że chodzi o udzielenie komunii osobom rozwiedzionym: i tak weszliśmy na Synod. Kiedy odbył się Synod dla Amazonii, pojawiła się opinia publiczna, presja, aby udzielać kapłaństwa viri probati: weszliśmy z tą presją. Teraz są pewne spekulacje na temat tego Synodu: „co zrobią?”, „może kapłaństwo kobiet”..., nie wiem, te rzeczy mówią na zewnątrz. I mówią wiele razy, że biskupi boją się informować o tym, co się dzieje. Dlatego proszę was, ludzi środków masowego przekazu, abyście wykonywali waszą funkcję dobrze, właściwie, aby Kościół i ludzie dobrej woli – inni powiedzą, co chcą – zrozumieli, że także w Kościele priorytetem jest słuchanie. Przekazywanie tego jest bardzo ważne.
Dziękuję wam za pomoc nam wszystkim w tej „pauzie” Kościoła. Kościół zatrzymał się, tak jak Apostołowie zatrzymali się po Wielkim Piątku, w ową Wielką Sobotę, zamknięci, oni ze strachu, my nie. Ale to jest zatrzymanie. Jest to pauza całego Kościoła, na słuchanie. To jest najważniejsze przesłanie. Dziękuję za waszą pracę, dziękuję za to, co robicie. I polecam, jeśli możecie, przeczytajcie te rzeczy św. Bazylego, które są bardzo pomocne. Dziękuję.
[01519-PL.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua araba
كلمة قداسة البابا فرنسيس
افتتاح الجمعيّة العامّة العاديّة السّادسة عشرة لسينودس الأساقفة
”من أجل كنيسة سينوديّة: شركة ومشاركة ورسالة“
4 تشرين الأوّل/أكتوبر 2023
قاعة بولس السّادس
أيّها الإخوة والأخوات، مساء الخير!
أحيّيكم جميعًا، أنتم الذين نبدأ معكم هذه المسيرة السّينوديّة.
أحبّ أن أذكّر أنّ القدّيس بولس السّادس هو الذي قال إنّ الكنيسة في الغرب فقدت فكرة السّينوديّة، ولهذا أنشأت أمانة سِرّ سينودس الأساقفة، التي عقدت لقاءات كثيرة، وسينودسات كثيرة حول مواضيع مختلفة.
مع ذلك، فإن عبارة السّينوديّة ليست بعد ناضجة. أتذكّر أنّي كنت سكرتيرًا في أحد هذه السّينودسات، وعندما كنت أحضّر المواضيع للتّصويت، كان الكاردينال الأمين العام للسّينودس يأتي إليَّ لينظر وكان يقول: ”ماذا تعمل؟“ - كان مُرسلًا بلجيكيًّا، كان إنسانًا مستقيمًا، مستقيمًا جدًّا -، أجبته: ”أحضّر المواضيع التي يجب أن يُصوَّت عليها غدًا“، قال: ”وما هي؟ لا، هذا ليس للتّصويت“. أجبته: ”لكن هذا الموضوع من السّينودس“، قال: ”لا، لا، هذا ليس للتّصويت“. لأنّنا لم نكن مُعتادين بعد على أنّ الجميع يجب أن يعبّروا عن أنفسهم بحرّيّة. وهكذا، شيئًا فشيئًا وببطء، في هذه السّتين سنة تقريبًا، سارت المسيرة في هذا الاتّجاه، واليوم يمكننا أن نَصِلَ إلى هذا السّينودس حول السّينوديّة.
الأمر ليس سهلًا، لكنّه جميل، جميل جدًّا. كلّ أساقفة العالم أرادوا هذا السّينودس. في الاستطلاع الذي أُجريَ بعد السّينودس للأمازون. بين المواضيع المفضَّلة للسّينودس، من قبل أساقفة العالم كلّه، كان موضوع السّينوديّة في المرتبة الثّانية. كان في المرتبة الأولى الكهنة، وفي المرتبة الثّالثة كان على ما أعتقد موضوعًا اجتماعيًّا. لكن موضوع السّينوديّة كان في المرتبة الثّانية. رأى أساقفة العالم كلّهم ضرورة التّفكير في السّينوديّة. لماذا؟ لأنّهم فهموا جميعًا أنّ الثَّمرة نَضَجَت لأمرٍ مثل هذا.
وبهذه الرّوح نبدأ العمل اليوم. وأحبّ أن أقول إنّ السّينودس ليس برلمانًا، بل هو أمرٌ آخر، والسّينودس ليس لقاءً بين أصدقاء لحلّ بعض القضايا الرّاهنة أو لإبداء الآراء، بل هو أمرٌ آخر. لا ننسَ، أيّها الإخوة والأخوات، أنّ العامل الرّئيسيّ في السّينودس ليس نحن: بل الرّوح القدس. وإن كان الرّوح القدس بيننا ليرشدنا، فسيكون سينودسًا جميلًا. وإن كان بيننا طرق أخرى نتقدَّم فيها من أجل مصالح إنسانيّة وشخصيّة وأيديولوجيّة، فلن يكون سينودسًا، بل سيكون بالأحرى اجتماعًا برلمانيًّا، وهذا شيء آخر. السّينودس هو مسيرة يقوم بها الرّوح القدس. أُعطيَ إليكم بعض الأوراق التي تحتوي على نصوص من الآباء، التي ستساعدنا في افتتاح السّينودس. هذه النّصوص مأخوذة من القدّيس باسيليوس الذي كتب ذلك المؤَلَّف الجميل عن الرّوح القدس. لماذا؟ لأنّه علينا أن نفهم هذه الحقيقة التي ليست سهلة، ليست سهلة.
في الذّكرى الخمسين سنة لبدء السّينودس، أَعَدَّ لِي اللاهوتيّون رسالة وقّعتها، كانت خطوة صائبة إلى الأمام. والآن علينا نحن أن نجد التّفسير على هذا الطّريق. لسنا نحن العاملين الرّئيسيّين في السّينودس، بل الرّوح القدس، وإن تركنا مكانًا للرّوح القدس، سيسير السّينودس على ما يرام. الأوراق التي أُعطيت لكم من القدّيس باسيليوس هي بلغات مختلفة: الإنجليزيّة والفرنسيّة والبرتغاليّة والإسبانيّة، إنّها بين أيديكم. لن أذكر هذه النّصوص، التي أرجو منكم أن تفكّروا وتتأمّلوا فيها لاحقًا.
الرّوح القدس هو العامل الرّئيسيّ في الحياة الكنسيّة: وخطّة خلاص البَشَر تتمّ بنعمة الرّوح القدس. هو العامل الرّئيسيّ. إن لم نفهم هذا الأمر، سنكون مثل الذين قِيلَ فيهم في سفر أعمال الرّسل: ”هل نِلتُمُ الرُّوحَ القُدُسَ؟“ فقالوا: ”ما هو الرّوح القدس؟ لم نسمع عنه حتّى“ (راجع 19، 1-2). علينا أن نفهم أنّه هو العامل الرّئيسيّ في حياة الكنيسة، وهو الذي يسير بها إلى الأمام.
يَبعَثُ الرّوح القدس في الجماعة الكنسيّة ديناميّة عميقة ومتنوّعة هي: ”عاصفة“ العنصرة. أمر غريب حصل في العنصرة: كان كلّ شيء مرتّبًا، وواضحًا... في ذلك الصّباح حدثت العاصفة، النّاس يتكلّمون بكلّ اللغات، والجميع يفهمون... لكنّه تغيُّرٌ من الصّعب جدًّا فهمه. وبعد ذلك، جاء عمل الرّوح القدس الكبير: لا الوحدة، لا، بل الانسجام. إنّه يوحّدنا بالانسجام، الانسجام بين كلّ الاختلافات. حيث لا يوجد انسجام، لا يوجد الرّوح القدس: هو الذي يصنع الانسجام.
ثمَّ، النَّص الثّالث الذي يمكن أن يساعدنا: الرّوح القدس هو المؤلّف وصانع الانسجام في تاريخ الخلاص. - لنتنبّه – انسجام، لا يعني ”جمعًا وتلخيصًا“، بل ”هو رباط الشّركة بين أجزاء متباينة“. إن خرجنا من هذا السّينودس ببيان كلّنا فيه متشابهون، كلّنا متشابهون، ودون أيّة فروقات، هذا يعني أنّ الرّوح القدس ليس فيه، بل بقي في الخارج. هو يصنع الانسجام ولا يجمع ويلخِّص، هو رباط الشّركة بين أجزاء غير متشابهة.
الكنيسة، هي انسجام يوحِّد الأصوات، الأصوات الكثيرة، ويصنعه الرّوح القدس: هكذا يجب أن نفهم الكنيسة. كلّ جماعة مسيحيّة لها، وكلّ شخص له خصوصيّته، لكن هذه الخصوصيّات يجب أن تُوضع في سيمفونيّة الكنيسة، وهذه السّيمفونيّة الصّحيحة يصنعها الرّوح القدس: نحن لا يمكننا أن نصنعها. نحن لسنا برلمانًا، ولسنا الأمم المتّحدة، لا، نحن أمرٌ آخر.
الرّوح القدس هو أصل الانسجام بين الكنائس. مثيرٌ للاهتمام ما يقوله باسيليوس للإخوة الأساقفة: ”كما نعتبر أنّ الوفاق والوَحدة بينكم هي خيرٌ لنا، ندعوكم كذلك إلى المشاركة في آلامنا التي تُسبّبها الانقسامات، وألّا ننفصل عنكم لأنّنا بعيدون بسبب أماكن تواجدنا، لكن، بما أنّنا متّحدون في الشّركة في الرّوح القدس، ندعوكم إلى أن نقبل بعضنا بعضًا في انسجامِ الجسد الواحد“.
الرّوح القدس يقودنا بيدنا ويعزّينا. هكذا هو حضور الرّوح القدس – اسمح لنفسي بأن أقول هذه الكلمة – إنّ حضوره هو حضور الأمّ تقريبًا، إنّه يقودنا ويعزينا مثل الأمّ. إنّه المعزّي، هذا أحد أسماء الرّوح القدس: المعزّي. عمل الرّوح القدس المعزّي وُضِعَ في صورة صاحب الفندق، الذي أُوكِلَ إليه الرَّجل الذي وقع في أيدي قُطّاع الطّرق (راجع لوقا 10، 34- 35): فَسَّرَ باسيليوس مثل السّامري الرّحيم ورأى في صاحب الفندق الرّوح القدس الذي سمح بأن تجتمع في طريق واحدة منسجمة، الإرادة الصّالحة في رجل والخطيئة في رجل آخر.
علاوة على ذلك، الرّوح القدس هو الذي يحرس الكنيسة. ثمَّ، الرّوح القدس له مهمّة معزّية متعدّدة الأوجه. علينا أن نتعلّم أن نُصغي إلى أصوات الرّوح القدس: كلّها مختلفة. علينا أن نتعلّم أن نميّز.
ثمَّ، الرّوح القدس هو الذي يصنع الكنيسة: هو الذي يصنعها في كلّ لحظة. هناك رباط مهمّ جدًّا بين الكلمة والرّوح. يمكن أن نفكّر في هذا: الكلمة والرّوح. يكلّمنا الكتاب المقدّس، والليتورجيّا والتّقليد القديم على ”حُزُن“ الرّوح القدس، ومن أكثر الأمور التي تُحزِن الرّوح هو الكلام الفارغ. الكلام الفارغ، والكلام بحسب روح العالم، – وننزل قليلًا فنجد عادة إنسانيّة ليست جيّدة - الثّرثرة. الثّرثرة هي ضدّ الرّوح القدس، إنّها تعارضه. إنّها مرض شائع جدًّا بيننا. والكلام الفارغ يُحزن الرّوح القدس. ”ولا تُحزِنوا رُوحَ اللهِ القُدُّوسَ الَّذي به خُتِمتُم“ (راجع أفسس 4، 30). ما هو الشَّرّ الكبير الذي يُحزن روح الله القدّوس، وهل نحن بحاجة لأن نقوله؟ الثّرثرة والنّميمة: هذا ما يُحزن الرّوح القدس. إنّه المرض الأكثر انتشارًا في الكنيسة، الثّرثرة. وإن نحن لم نسمح للرّوح القدس أن يشفينا من هذا المرض، فمن الصّعب أن تكون المسيرة السّينوديّة جيّدة. هنا في الدّاخل على الأقلّ: إن لم تكن موافقًا على ما يقوله هذا الأسقف أو هذه الرّاهبة أو هذا العلمانيّ هنا، قُل له ذلك في وجهه. لهذا السّبب نحن في سينودس. لكي نقول الحقيقة، لا أن نثرثر تحت الطّاولة.
الرّوح القدس يثبّتنا في الإيمان، وهو يصنع ذلك باستمرار...
اقرأوا نصوص باسيليوس هذه، إنّها في لغتكم، لأنّني أعتقد أنّها ستساعدنا على أن نُفسح مجالًا للرّوح القدس في قلوبنا. أكرّر: السّينودس ليس برلمانًا، وليس اجتماعًا للعمل الرّعويّ في الكنيسة. إنّه ”على الطّريق معًا“ (syn-odos)، سيرٌ معًا، هذا هو البرنامج. قُمنا بأمور كثيرة، كما قال نيافة الكاردينال: الاستشارة، وكلّ هذا، مع شعب الله. لكن، الذي يأخذ بيدنا، والذي يرشدنا هو الرّوح القدس. إن لم يكن الرّوح القدس معنا، فالسّينودس لن يعطي نتيجة جيّدة.
أُصِرُّ على هذا: من فضلكم، لا تُحزنوا الرّوح القدس. ولنُفسِح مجالًا للروح في لاهوتنا. وفي هذا السّينودس أيضًا، لنميّز أصوات الرّوح القدس من الأصوات التي ليست من الرّوح القدس، التي هي من روح العالم. في رأيي، أشَدُّ مرض نراه اليوم في الكنيسة – كان دائمًا، وهو اليوم أيضًا-، هو السّير ضدّ الرّوح، أيّ روحانيّة العالم. إنّه روح، لكنّه ليس الرّوح القدس: بل هو روح العالم. تنبّهوا لهذا الأمر: لا نأخذ مكان الرّوح القدس ونبدِّلَه بأمور الدّنيا - حتّى الصّالحة منها - مثل الحسّ السّليم: هذا يساعد، لكن الرّوح القدس يذهب إلى أبعد من ذلك. علينا أن نتعلّم أن نعيش في كنيستنا مع الرّوح القدس. أرجوكم، تأمّلوا في هذه النّصوص للقدّيس باسيليوس، التي ستساعدنا كثيرًا.
ثمَّ، أريد أن أقول: في هذا السّينودس، الأولويّة هي للإصغاء، هذه هي الأولويّة – وهذا أيضًا لنفسح مجالًا للرّوح القدس. وعلينا أن نُعطي رسالة للعاملين في الصّحافة، والصّحفيّين، الذين يقومون بعمل جميل جدًّا وجيّد جدًّا. يجب أن نوصِّلَ إليهم صورة عن الحياة في الرّوح القدس. نحن بحاجة إلى زُهد – سامحوني إن تكلّمت بهذه الطّريقة للصّحفيّين – نحن بحاجة إلى بعض الصّيام عن الكلمة العامّة، لنحافظ على هذا. والذي يتمّ نشره، يجب أن يكون في هذا الجوّ. قد يقولُ قائلٌ – والبعض يقولون فعلًا – إنّ الأساقفة خائفون ولهذا السّبب لا يريدون أن يقول الصّحفيّون شيئًا. كلا، عمل الصّحفيّين مهمّ جدًّا. لكن علينا أن نساعدهم حتّى يقولوا هذا، أيّ السّير مع الرّوح القدس. وأكثر من أولويّة الكلام، توجد أولويّة الإصغاء. وأطلب من الصّحفيّين، من فضلكم، أفهموا النّاس هذا، أن يعرفوا أنّ الأولويّة هي للإصغاء. عندما انعقد السّينودس حول العائلة، كان هناك الرّأي العام، رأي الرّوح العلمانيّة، وكان يفترض أن تُعطَى المناولة للمطلّقين: وهكذا دخلنا إلى السّينودس. وعندما انعقد السّينودس حول الأمازون، كان هناك الرّأي العام، والضّغط، الذي كان يفترض إقامة كهنة متزوّجون: ودخلنا إلى السّينودس بهذا الضّغط. يوجد الآن بعض الفرضيّات حول هذا السّينودس: ”ماذا سيفعلون؟“، ”ربّما سيقرّرون كهنوت النّساء“... لا أعرف، هذه هي الأمور التي يقولونها في الخارج. ويقولون كثيرًا أنّ الأساقفة يخافون أن يتكلَّموا في ما يحدث. لهذا أطلب منكم، أنتم الذين تبلِّغُون الأخبار، أن تقوموا بمهمَّتكم بصورة جيّدة وصحيحة، حتّى تفهم الكنيسة والنّاس ذوو النّيَّة الصّالحة - الآخرون يمكنهم أن يقولوا ما يريدون - أنّ في الكنيسة أيضًا توجد أولويّة الإصغاء. علينا أن ننقل هذا الأمر: إنّه مهمّ جدًّا.
أشكركم على مساعدتنا كلّنا في ”استراحة“ الكنيسة هذه. توقّفت الكنيسة، كما توقّف الرّسل بعد يوم الجمعة العظيمة، ويوم السّبت العظيم، مُنغلقين على أنفسهم، فعلوا ذلك بسبب الخوف، أمّا نحن فلا. الكنيسة متوقّفة. إنّها استراحة للكنيسة كلّها، لكي تُصغي. هذه هي الرّسالة الأهمّ. شكرًا لعملكم، وشكرًا لما تفعلون. وأرجوكم، إن كان بإمكانكم، اقرأوا هذه الأقوال للقدّيس باسيليوس، لأنّها تساعدنا كثيرًا. شكرًا.
[01519-AR.01] [Testo originale: Italiano]
[B0697-XX.01]