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L’Udienza Generale, 23.11.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appelli del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sul Discernimento, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “La consolazione” (Lettura: Sal 62,2-3.6).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto il pensiero alle vittime del terremoto che ha colpito l’Isola di Java, in Indonesia, lunedì scorso; ha ricordato la figura di Padre Giuseppe Ambrosoli, beatificato domenica scorsa a Kalongo in Uganda; ha salutato i partecipanti ai Campionati mondiali di calcio in corso in Qatar; ha infine rivolto un primo appello alla “martoriata” Ucraina, ricordando il genocidio del Holodomor e un secondo appello in occasione della Giornata Mondiale della Pesca che si è celebrata lunedì scorso, 21 novembre.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Continuiamo le catechesi sul discernimento dello spirito: come discernere quello che succede nel nostro cuore, nella nostra anima. E dopo aver considerato alcuni aspetti della desolazione – quel buio dell’anima – parliamo oggi della consolazione, che sarebbe la luce dell’anima, e che è un altro elemento importante per il discernimento, e da non dare per scontato, perché può prestarsi a degli equivoci. Noi dobbiamo capire cosa è la consolazione, come abbiamo cercato di capire bene cosa è la desolazione.

Che cos’è la consolazione spirituale? È un’esperienza di gioia interiore, che consente di vedere la presenza di Dio in tutte le cose; essa rafforza la fede e la speranza, e anche la capacità di fare il bene. La persona che vive la consolazione non si arrende di fronte alle difficoltà, perché sperimenta una pace più forte della prova. Si tratta dunque di un grande dono per la vita spirituale e per la vita nel suo insieme. E vivere questa gioia interiore.

La consolazione è un movimento intimo, che tocca il profondo di noi stessi. Non è appariscente ma è soave, delicata, come una goccia d’acqua su una spugna (cfr S. Ignazio di L., Esercizi spirituali, 335): la persona si sente avvolta dalla presenza di Dio, in una maniera sempre rispettosa della propria libertà. Non è mai qualcosa di stonato che cerca di forzare la nostra volontà, non è neppure un’euforia passeggera: al contrario, come abbiamo visto, anche il dolore – ad esempio per i propri peccati – può diventare motivo di consolazione.

Pensiamo all’esperienza vissuta da Sant’Agostino quando parla con la madre Monica della bellezza della vita eterna; o alla perfetta letizia di San Francesco – peraltro associata a situazioni molto dure da sopportare –; e pensiamo a tanti santi e sante che hanno saputo fare grandi cose, non perché si ritenevano bravi e capaci, ma perché conquistati dalla dolcezza pacificante dell’amore di Dio. È la pace che notava in sé con stupore Sant’Ignazio quando leggeva le vite dei santi. Essere consolato è stare in pace con Dio, sentire che tutto è sistemato in pace, tutto è armonico dentro di noi. È la pace che prova Edith Stein dopo la conversione; un anno dopo aver ricevuto il Battesimo, ella scrive – così dice Edith Stein: «Mentre mi abbandono a questo sentimento, a poco a poco una vita nuova comincia a colmarmi e – senza alcuna tensione della mia volontà – a spingermi verso nuove realizzazioni. Questo afflusso vitale sembra sgorgare da un’attività e da una forza che non è la mia e che, senza fare alla mia alcuna violenza, diventa attiva in me» (Psicologia e scienze dello spirito, Città Nuova, 1996, 116). Cioè una pace genuina è una pace che fa germogliare i buoni sentimenti in noi.

La consolazione riguarda anzitutto la speranza, è protesa al futuro, mette in cammino, consente di prendere iniziative fino a quel momento sempre rimandate, o neppure immaginate, come il Battesimo per Edith Stein.

La consolazione è una pace tale ma non per rimanere lì seduti godendola, no, ti dà la pace e ti attira verso il Signore e ti mette in cammino per fare delle cose, per fare cose buone. In tempo di consolazione, quando noi siamo consolati, ci viene la voglia di fare tanto bene, sempre. Invece quando c’è il momento della desolazione, ci viene la voglia di chiuderci in noi stessi e di non fare nulla. La consolazione ti spinge avanti, al servizio degli altri, alla società, alle persone. La consolazione spirituale non è “pilotabile” – tu non puoi dire adesso che venga la consolazione, no, non è pilotabile – non è programmabile a piacere, è un dono dello Spirito Santo: consente una familiarità con Dio che sembra annullare le distanze. Santa Teresa di Gesù Bambino, visitando a quattordici anni, a Roma, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, cerca di toccare il chiodo lì venerato, uno di quelli con cui fu crocifisso Gesù. Teresa avverte questo suo ardimento come un trasporto d’amore e di confidenza. E poi scrive: «Fui veramente troppo audace. Ma il Signore vede il fondo dei cuori, sa che l’intenzione mia era pura […]. Agivo con lui da bambina che si crede tutto permesso e considera come propri i tesori del Padre» (Manoscritto Autobiografico, 183). La consolazione è spontanea, ti porta a fare tutto spontaneo, come se fossimo bambini. I bambini sono spontanei, e la consolazione ti porta ad essere spontaneo con una dolcezza, con una pace molto grande. Una ragazza di quattordici anni ci dà una descrizione splendida della consolazione spirituale: si avverte un senso di tenerezza verso Dio, che rende audaci nel desiderio di partecipare della sua stessa vita, di fare ciò che gli è gradito, perché ci sentiamo familiari con Lui, sentiamo che la sua casa è la nostra casa, ci sentiamo accolti, amati, ristorati. Con questa consolazione non ci si arrende di fronte alle difficoltà: infatti, con la medesima audacia, Teresa chiederà al Papa il permesso di entrare al Carmelo, benché troppo giovane, e sarà esaudita. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la consolazione ci fa audaci: quando noi siamo in tempo di buio, di desolazione, e pensiamo: “Questo non sono capace di farlo”. Ti butta giù la desolazione, ti fa vedere tutto buio: “No, io non posso fare, non lo farò”. Invece, in tempo di consolazione, vedi le stesse cose in modo diverso e dici: “No, io vado avanti, lo faccio”. “Ma sei sicuro?” “Io sento la forza di Dio e vado avanti”. E così la consolazione ti spinge ad andare avanti e a fare delle cose che in tempo di desolazione tu non ne saresti capace; ti spinge a fare il primo passo. Questo è il bello della consolazione.

Ma stiamo attenti. Dobbiamo distinguere bene la consolazione che è di Dio, dalle false consolazioni. Nella vita spirituale avviene qualcosa di simile a quanto capita nelle produzioni umane: ci sono gli originali e ci sono le imitazioni. Se la consolazione autentica è come una goccia su una spugna, è soave e intima, le sue imitazioni sono più rumorose e appariscenti, sono puro entusiasmo, sono fuochi di paglia, senza consistenza, portano a ripiegarsi su sé stessi, e a non curarsi degli altri. La falsa consolazione alla fine ci lascia vuoti, lontani dal centro della nostra esistenza. Per questo, quando noi ci sentiamo felici, in pace, siamo capaci di fare qualsiasi cosa. Ma non confondere quella pace con un entusiasmo passeggero, perché l’entusiasmo oggi c’è, poi cade e non c’è più.

Per questo si deve fare discernimento, anche quando ci si sente consolati. Perché la falsa consolazione può diventare un pericolo, se la ricerchiamo come fine a sé stessa, in modo ossessivo, e dimenticandoci del Signore. Come direbbe San Bernardo, si cercano le consolazioni di Dio e non si cerca il Dio delle consolazioni. Noi dobbiamo cercare il Signore e il Signore, con la sua presenza, ci consola, ci fa andare avanti. E non cercare Dio che ci porta le consolazioni per questo sotto: no, questo non va, non dobbiamo essere interessati a questo. È la dinamica del bambino di cui parlavamo la volta scorsa, che cerca i genitori solo per avere da loro delle cose, ma non per loro stessi: va per interesse. “Papà, mamma” E i bambini sanno fare questo, sanno giocare e quando la famiglia è divisa, e hanno questa abitudine di cercare lì e cercare qua, questo non fa bene, questo non è consolazione, quello è interesse. Anche noi corriamo il rischio di vivere la relazione con Dio in modo infantile, cercando il nostro interesse, cercando di ridurre Dio a un oggetto a nostro uso e consumo, smarrendo il dono più bello che è Lui stesso. Così andiamo avanti nella nostra vita, che procede fra le consolazioni di Dio e le desolazioni del peccato del mondo, ma sapendo distinguere quando è una consolazione di Dio, che ti dà pace fino al fondo dell’anima, da quando è un entusiasmo passeggero che non è cattivo, ma non è la consolazione di Dio.

[01816-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Chers frères et sœurs,

après avoir traité de la désolation, nous parlons aujourd’hui de la consolation qui est un autre élément important pour le discernement. La consolation spirituelle est une expérience profonde de joie intérieure qui permet de voir la présence de Dieu en toute chose. Elle est un grand don pour la vie spirituelle et pour la vie dans son ensemble. La consolation est aussi un mouvement intime qui nous touche au plus profond de nous-mêmes. Ce n’est pas quelque chose qui essaie de forcer notre volonté, ni une euphorie passagère. Elle est liée avant tout avec l’espérance, tournée vers l’avenir. La consolation spirituelle n’est pas programmable à volonté. Elle est un don de l’Esprit Saint permettant une familiarité avec Dieu. Il y a cependant de fausses consolations qui poussent à se replier sur soi et à ne pas prendre soin des autres. La fausse consolation finit par nous laisser vides et loin du centre de notre existence. C’est pourquoi il faut faire preuve de discernement, même lorsque nous nous sentons consolés. La fausse consolation peut devenir un danger si nous la recherchons comme une fin en soi, de manière obsessionnelle, en oubliant le Seigneur, c’est-à-dire en recherchant les consolations de Dieu et non le Dieu des consolations qui est le don le plus beau.

Santo Padre:

Saluto cordialmente le persone di lingua francese in particolare i pellegrini delle Diocesi di Troyes e di Lyon, l’Istituto Stanislao di Saint-Raphaël e l’Istituzione Nostra Signora di Sannois.

Fratelli e sorelle, impariamo a lasciarci guidare ogni giorno dalle mozioni dello Spirito Santo, così potremo gustare la dolcezza pacificante dell’amore di Dio nelle difficoltà della nostra vita.

Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française en particulier les pèlerins des diocèses de Troyes et de Lyon, l’Institut Stanislas de Saint-Raphaël et l’Institution Notre-Dame de Sannois.

Frères et sœurs, apprenons à nous laisser guider au quotidien par les motions du Saint Esprit, ainsi nous pourront goûter à la douceur apaisante de l’amour de Dieu dans les difficultés de notre vie.

Que Dieu vous bénisse!

[01817-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on discernment, we now consider the experience of spiritual “consolation”, that sense of deep inner joy, a gift of the Holy Spirit, which enables us to sense God’s comforting presence and providential care in all things, even in moments of trial and difficulty. Saint Ignatius compares this grace-filled movement of the heart to a drop of water on a sponge: quietly and in full respect for our freedom, the Lord confirms us in faith and hope and confident trust in his undying love. In the lives of great saints like Ignatius, Edith Stein and Therese of Lisieux, we see how experiences of spiritual consolation not only bring profound interior peace and conviction, but also grant the strength to accomplish extraordinary things in God’s service. The sign of an authentic consolation is precisely the serene, fruitful and lasting peace that it brings. Discernment is needed to distinguish true consolations from those that are false, shallow and self-indulgent; in our spiritual journey, may we always heed the sound advice of Saint Bernard, who urges us to seek the consolations of God, and not the God of consolations.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente a quelli provenienti dal Regno Unito e dagli Stati Uniti d’America. Su tutti voi invoco la gioia e la pace di Cristo nostro Signore.

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially those from the United Kingdom and the United States of America. Upon all of you I invoke the joy and peace of Christ our Lord.

[01818-EN.02] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, im Zuge unserer Katechesen über die geistliche Unterscheidung befassen wir uns heute mit der Erfahrung des Trostes, jener tiefen Freude, die uns Gottes Gegenwart in allen Dingen erkennen lässt, die in uns den Glauben und die Hoffnung stärkt und uns mit einem Frieden erfüllt, der aller Anfechtung standhalten kann. Dieser geistliche Trost ist nicht planbar oder machbar, denn er ist wesentlich eine Gabe des Heiligen Geistes, die uns in eine innige Vertrautheit mit Gott bringt. Die heilige Therese von Lisieux beschreibt diesen Zustand der Seele als ein Gefühl der Zärtlichkeit Gott gegenüber, der uns ermutigt und den Wunsch in uns weckt, an seinem Leben teilzunehmen, seinen Willen zu tun und uns bei ihm ganz zu Hause zu fühlen. Es gibt aber auch falsche Tröstungen. Während echte Tröstung die Seele mild, leicht und sanft wie ein Wassertropfen berührt, der in einen Schwamm eintritt (vgl. hl. Ignatius, Geistliche Übungen, 335), innerlich seine Wirkung entfaltet und unsere Sehnsucht nach Gott vertieft, sind die falschen Tröstungen laut und aufdringlich, aber nicht von Bestand. Diese Art des Trostes, der um seiner selbst willen gesucht wird, führt in die Selbstbezogenheit, er hinterlässt innere Leere, weil er nicht zum Herrn führt, dem wahren und eigentlichen Quell unserer Freude.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, dai santi possiamo imparare come accogliere in noi la vicinanza e l’amore di Dio. Seguendo il loro esempio lasciamo risplendere la presenza del Signore nella nostra vita, affinché la nostra lode possa un giorno unirsi al coro degli eletti nella Gerusalemme celeste.

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, von den Heiligen können wir lernen, wie wir Gottes Nähe und Liebe in uns aufnehmen können. Folgen wir ihrem Beispiel und lassen wir die Gegenwart des Herrn in unserem Leben aufscheinen, damit unser Lobpreis sich einst mit dem Chor der Heiligen im himmlischen Jerusalem vereine.

[01819-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

 

Queridos hermanos y hermanas:

En nuestras catequesis sobre el discernimiento hemos hablado anteriormente de la desolación, hoy reflexionamos sobre otro elemento importante: la consolación. La consolación espiritual es un don del Espíritu Santo que nos hace experimentar la presencia de Dios en nuestro interior, nos da alegría y paz, y refuerza en nosotros la fe, la esperanza y el deseo de hacer el bien. También nos da fortaleza en los momentos de prueba y nos impulsa a buscar a Dios sobre todas las cosas.

El discernimiento nos ayuda a distinguir la consolación auténtica de otras falsas consolaciones que en realidad nos alejan de Dios y nos dejan vacíos. La vida de los santos nos brinda hermosos ejemplos de verdadera consolación espiritual. Su “secreto” fue abandonarse con confianza en las manos de Dios y dejarle que sea Él quien haga su obra en ellos y por medio de ellos. Los santos nos enseñan que lo esencial en nuestra vida no es buscar los consuelos de Dios sino al Dios de los consuelos.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, hay muchos mexicanos por aquí. El próximo domingo comenzamos el tiempo de Adviento. Pidamos al Señor que nos ayude a mantener encendida en nuestra vida la lámpara de la fe y a estar preparados para recibir su visita, que nos llena de paz y alegría. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[01820-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Outro elemento do discernimento é a consolação; trata-se de uma experiência profunda de alegria interior, tão suave e delicada como uma gota de água que cai numa esponja, mas tão audaz que não se rende às dificuldades, porque faz sentir uma paz mais forte do que a prova. A pessoa sente-se de tal modo envolvida pela presença de Deus, que até a dor dos próprios pecados pode tornar-se motivo de consolação. E, porque a consolação está unida à esperança, faz-nos pôr em ação iniciativas continuamente adiadas ou nem sequer vislumbradas. É, de facto, um dom do Espírito Santo, que nos permite gozar duma profunda familiaridade com Deus, como se vivêssemos em sua casa. Santa Teresa do Menino Jesus, quando visitou Roma aos 14 anos, ao ver um dos cravos da Paixão do Senhor, queria tocá-lo; depois, dando-se conta da audácia, desculpava-se dizendo: «comportava-me como uma criança que pensa que tudo lhe é permitido, considerando os tesouros do Pai como seus». Mas, há também consolações que podem ser falsas; por isso, é importante o discernimento para distinguir as verdadeiras consolações daquelas que nos fecham em nós mesmos, levando-nos a ser indiferentes para com o próximo e afastando-nos de Deus. Não esqueçamos que para encontrar as consolações de Deus, é preciso procurar primeiro o Deus das consolações.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare a quanti vengono dal Portogallo e dalla Diocesi di Chapecò nel Brasile. Domenica scorsa si è celebrata nelle diocesi la Giornata Mondiale della Gioventù, con il pensiero rivolto all’incontro dei giovani che si terrà a Lisbona nel prossimo anno. La gioia di ritrovarci e la volontà di essere insieme sono segni fondamentali per il mondo di oggi, straziato dagli scontri e dalle guerre. La Madonna costudisca il nostro desiderio di comunione e di pace. Dio vi benedica.

Speaker:

Dirijo uma saudação cordial aos peregrinos de língua portuguesa, especialmente aos que vêm de Portugal e da diocese de Chapecò no Brasil. No domingo passado, foi celebrado nas dioceses o Dia Mundial da Juventude, com o pensamento dirigido para o encontro de jovens que se realizará no próximo ano em Lisboa. A alegria de nos encontrarmos e a vontade de estar juntos são sinais fundamentais para o mundo de hoje, dilacerado por confrontos e guerras. Que Nossa Senhora guarde o nosso desejo de comunhão e de paz. Deus vos abençoe.

[01821-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

 

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى عُنصُرٍ آخرَ مِن عناصرِ التّمييزِ وهوَ التّعزيّةُ الرُّوحيّة. وقال: التّعزيّةُ الرُّوحيّةُ هي خِبرَةُ فرحٍ داخليّ عميقةٌ تُساعِدُنا على أن نرى حُضُورَ اللهِ في كلِّ شيء. وهي تُقوِّي الإيمانَ والرّجاءَ فينا وَتَمنَحُنا القُدرَةَ على أن نصنعَ الخير. فالشّخصُ الّذي يَختَبِرُ هذهِ التّعزيّةَ لا يَستَسلِمُ أمامَ الصُّعوبات، لأنَّهُ يَختَبِرُ سلامًا أقوَى مِن المِحنَة. لذلكَ فهي عطيّةٌ كبيرةٌ للحياةِ الرُّوحيّةِ وللحياةِ كَكُلّ. بهذهِ التّعزيّةِ يشعرُ الإنسانُ أنَّهُ محاطٌ بحضورِ الله، بطريقةٍ تَحتَرِمُ دائمًا حُرِّيَتَهُ. والتّعزيةُ الرُّوحيّةُ هي عطيّةٌ مِن الرّوحِ القدس، بها نشعرُ بإحساسٍ مِن الحنانِ تُجاهَ الله، يَجعَلُنا جَريئينَ فَنُرِيدُ أنْ نشارِكَهُ في حياتِهِ نفسِها، وأنْ نعملَ ما يُرضِيه، لأنَّنا نشعرُ بأنَّنا في أُلفةٍ معَهُ، وهوَ يرحِّبُ بنا وَيُحِبُّنا وَيَمنَحُنا الرّاحة. وقالَ قداسَتُهُ: لكن هناكَ أيضًا تعزياتٍ مُزَيَّفَة، وهي ضجيجٌ وبريقٌ ومِثلُ نارِ القَش، تذهبُ سريعًا، وَتَنطَوِي على نفسِها، ولا تَهتَمُّ بالآخرين، وَتَترُكُنا فارغينَ وبَعِيدينَ عَن مركزِ حياتِنا. لِهذا يجبُ علينا أنْ نُمَيِّزَ، حتَّى عندما نشعرُ بالتّعزية. لأنَّ التّعزيةَ المزيَّفة يُمكنُ أنْ تصيرَ خطرًا، إنْ سعينا إليها علَى أنَّها غايةٌ في حدِّ ذاتِها، وبطريقةٍ مهوُوسة، ونَسِينا الرَّبَّ يسوع. كما قالَ القدِّيس برنارد، نبحثُ عَن تعزياتِ اللهِ ولا نبحثُ عن إلهِ التَّعزيات.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. La consolazione del Signore non è inganno e nemmeno anestesia. Ma è veritiera, è vicina e ci apre le porte della speranza. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللّغَةِ العربِيَّة. تعزيّةُ الرَّبِّ يسوعَ ليستْ خِداعًا ولا تَخدِيرًا. إنَّها حقيقةٌ وقريبةٌ وَتَفتَحُ لنا أبوابَ الرَّجاء. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[01822-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W ramach cyklu katechez o rozeznawaniu podejmujemy dziś temat duchowej pociechy. Jest ona głębokim doświadczeniem wewnętrznej radości, która pozwala dostrzec obecność Boga we wszystkich rzeczach; umacnia wiarę i nadzieję oraz zdolność do czynienia dobra. Osoba, która doświadcza pociechy, nie poddaje się w obliczu trudności, ponieważ doświadcza pokoju, który jest silniejszy od próby. Pociecha nie jest efektowna, lecz łagodna i delikatna. Czujemy się otoczeni obecnością Boga i to w sposób, który zawsze szanuje naszą wolność. Świadectwa takiej pociechy widzimy w pismach mistrzów duchowych. Św. Augustyn doświadcza jej, kiedy wraz ze swą matką św. Moniką rozmyśla o pięknie życia wiecznego. Św. Ignacy zaznał jej, gdy czytał żywoty świętych. Edyta Stein doświadczyła jej po swym nawróceniu, a św. Teresa do Dzieciątka Jezus podczas pobytu w Rzymie. I to właśnie ona daje nam wspaniały opis pociechy duchowej: zaznajemy czułości względem Boga, która sprawia, że człowiek staje się odważny w pragnieniu uczestniczenia w Jego życiu, czynienia tego, co jest Mu miłe. Pocieszenia duchowego nie da się zaprogramować. Jest ono darem Ducha Świętego. Niestety istnieją też pocieszenia fałszywe. Są one hałaśliwe i rzucają się w oczy, koncentrują człowieka na samym sobie. Dlatego również pociechy trzeba rozeznawać. Pociecha może być celem sama w sobie, bo wtedy, jak powiedziałby św. Bernard: szukalibyśmy Bożych pocieszeń, ale nie Boga, który te pocieszenia daje.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi. Vi sono grato perché in questi giorni vi siete uniti con i cristiani perseguitati nel mondo partecipando all’iniziativa del RedWeek e pregando per loro in modo particolare nel santuario di Jasna Góra. La Madre di Dio conceda loro piena libertà e consolazione nella sofferenza. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Jestem wam wdzięczny, że w tych dniach jednoczyliście się z prześladowanymi w świecie chrześcijanami, włączając się w inicjatywę RedWeek oraz modląc się za nich szczególnie w sanktuarium na Jasnej Górze. Niech Matka Boża wyjedna im pełną wolność i pocieszenie w utrapieniu. Z serca wam błogosławię.

[01823-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti delle Scuole Cattoliche FIDAE ed auspico che venga riconosciuto ad ogni livello il loro rilevante ruolo educativo e sociale. Estendo il mio saluto all’Associazione NOI, degli Oratori e dei Circoli parrocchiali, incoraggiando a proseguire la proficua e apprezzata opera al servizio dell’evangelizzazione e della promozione umana.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. La prossima domenica segnerà l’inizio dell’Avvento, il periodo liturgico che precede e prepara la celebrazione del Santo Natale. Auguro a ciascuno di voi di aprire il cuore al Signore - mi raccomando: aprite il cuore al Signore -, per preparare la strada a Colui che viene a colmare con la luce della sua presenza ogni nostra umana debolezza.

A tutti voi la mia benedizione!

[01824-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Appelli del Santo Padre

Nelle scorse ore l’Isola di Giava, in Indonesia, è stata colpita da un forte terremoto. Esprimo la mia vicinanza a quella cara popolazione e prego per i morti e per i feriti.

Domenica scorsa a Kalongo, in Uganda, è stato beatificato padre Giuseppe Ambrosoli, missionario comboniano, sacerdote e medico. Nato nella diocesi di Como, è morto in Uganda nel 1987 dopo aver speso la sua vita per i malati, nei quali vedeva il volto di Cristo. La sua straordinaria testimonianza aiuti ciascuno di noi ad essere segno di una Chiesa in “uscita”. Un applauso al nuovo Beato!

Desidero inviare il mio saluto ai giocatori, ai tifosi e agli spettatori che seguono, dai vari Continenti, i campionati mondiali di calcio, che si stanno giocando in Qatar. Possa questo importante evento essere occasione di incontro e di armonia tra le Nazioni, favorendo la fratellanza e la pace tra i Popoli. Preghiamo per la pace nel mondo e per la fine di tutti i conflitti, con un pensiero particolare per le terribili sofferenze del caro e martoriato popolo ucraino. In proposito, sabato prossimo ricorre l’anniversario del terribile genocidio del Holodomor, lo sterminio per la fame nel 1932-33 causato artificiosamente da Stalin in Ucraina. Preghiamo per le vittime di questo genocidio e preghiamo per tanti ucraini, bambini, donne e anziani, bimbi, che oggi soffrono il martirio dell’aggressione.

La Giornata Mondiale della Pesca, celebrata l’altro ieri, possa favorire la sostenibilità nella pesca e nell’acquacoltura, attraverso il rispetto dei diritti dei pescatori, che con il loro lavoro contribuiscono alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla riduzione della povertà nel mondo.

[01827-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0871-XX.02]