Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sul Discernimento, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Perché siamo desolati?” (Lettura: Sal 30,7-9.12).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello alla pace per la “martoriata Ucraina”.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Riprendiamo oggi le catechesi sul tema del discernimento. Abbiamo visto come sia importante leggere ciò che si muove dentro di noi, per non prendere decisioni affrettate, sull’onda dell’emozione del momento, salvo poi pentircene quando ormai è troppo tardi. Cioè leggere cosa succede e poi prendere le decisioni.
In questo senso, anche lo stato spirituale che chiamiamo desolazione, quando nel cuore è tutto buio, è triste, questo stato della desolazione può essere occasione di crescita. Infatti, se non c’è un po’ di insoddisfazione, un po' di tristezza salutare, una sana capacità di abitare nella solitudine e di stare con noi stessi senza fuggire, rischiamo di rimanere sempre alla superficie delle cose e non prendere mai contatto con il centro della nostra esistenza. La desolazione provoca uno “scuotimento dell’anima”: quando uno è triste è come se l’anima si scuotesse; mantiene desti, favorisce la vigilanza e l’umiltà e ci protegge dal vento del capriccio. Sono condizioni indispensabili per il progresso nella vita, e quindi anche nella vita spirituale. Una serenità perfetta ma “asettica”, senza sentimenti, quando diventa il criterio di scelte e comportamenti, ci rende disumani. Noi non possiamo non fare caso ai sentimenti: siamo umani e il sentimento è una parte della nostra umanità; senza capire i sentimenti saremmo disumani, senza vivere i sentimenti saremmo anche indifferenti alla sofferenza degli altri e incapaci di accogliere la nostra. Senza considerare che tale “perfetta serenità” non la si raggiunge per questa via dell’indifferenza. Questa distanza asettica: “Io non mi mischio nelle cose, io prendo le distanze”: questo non è vita, questo è come se vivessimo in un laboratorio, chiusi, per non avere dei microbi, delle malattie. Per molti santi e sante, l’inquietudine è stata una spinta decisiva per dare una svolta alla propria vita. Questa serenità artificiale, non va, mentre è buona la sana inquietudine, il cuore inquieto, il cuore che cerca di cercare strada. È il caso, ad esempio, di Agostino di Ippona o di Edith Stein o di Giuseppe Benedetto Cottolengo, o di Charles de Foucauld. Le scelte importanti hanno un prezzo che la vita presenta, un prezzo che è alla portata di tutti: ossia, le scelte importanti non vengono dalla lotteria, no; hanno un prezzo e tu devi pagare quel prezzo. È un prezzo che tu devi fare con il tuo cuore, è un prezzo della decisione, un prezzo di portare avanti un po' di sforzo. Non è gratis, ma è un prezzo alla portata di tutti. Noi tutti dobbiamo pagare questa decisione per uscire dallo stato di indifferenza, che ci butta giù, sempre.
La desolazione è anche un invito alla gratuità, a non agire sempre e solo in vista di una gratificazione emotiva. Essere desolati ci offre la possibilità di crescere, di iniziare una relazione più matura, più bella, con il Signore e con le persone care, una relazione che non si riduca a un mero scambio di dare e avere. Pensiamo alla nostra infanzia, per esempio, pensiamo: da bambini, capita spesso di cercare i genitori per ottenere da loro qualcosa, un giocattolo, i soldi per comprare un gelato, un permesso… E così li cerchiamo non per sé stessi, ma per un interesse. Eppure, il dono più grande sono loro, i genitori, e questo lo capiamo man mano che cresciamo.
Anche molte nostre preghiere sono un po’ di questo tipo, sono richieste di favori rivolte al Signore, senza un vero interesse nei suoi confronti. Andiamo a chiedere, chiedere, chiedere al Signore. Il Vangelo nota che Gesù era spesso circondato da tanta gente che lo cercava per ottenere qualcosa, guarigioni, aiuti materiali, ma non semplicemente per stare con Lui. Era pressato dalle folle, eppure era solo. Alcuni santi, e anche alcuni artisti, hanno meditato su questa condizione di Gesù. Potrebbe sembrare strano, irreale, chiedere al Signore: “Come stai?”. E invece è una maniera molto bella di entrare in una relazione vera, sincera, con la sua umanità, con la sua sofferenza, anche con la sua singolare solitudine. Con Lui, con il Signore, che ha voluto condividere fino in fondo la sua vita con noi.
Ci fa tanto bene imparare a stare con Lui, a stare con il Signore senza altro scopo, esattamente come ci succede con le persone a cui vogliamo bene: desideriamo conoscerle sempre più, perché è bello stare con loro.
Cari fratelli e sorelle, la vita spirituale non è una tecnica a nostra disposizione, non è un programma di “benessere” interiore che sta a noi programmare. No. La vita spirituale è la relazione con il Vivente, con Dio, il Vivente, irriducibile alle nostre categorie. E la desolazione allora è la risposta più chiara all’obiezione che l’esperienza di Dio sia una forma di suggestione, una semplice proiezione dei nostri desideri. La desolazione è non sentire niente, tutto buio: ma tu cerchi Dio nella desolazione. In tal caso, se pensiamo che è una proiezione dei nostri desideri, saremmo sempre noi a programmarla, saremmo sempre felici e contenti, come un disco che ripete la medesima musica. Invece, chi prega si rende conto che gli esiti sono imprevedibili: esperienze e passi della Bibbia che ci hanno spesso entusiasmato, oggi, stranamente, non suscitano alcun trasporto. E, altrettanto inaspettatamente, esperienze, incontri e letture a cui non si era mai fatto caso o che si preferirebbe evitare – come l’esperienza della croce – portano una pace immensa. Non avere paura della desolazione, portarla avanti con perseveranza, non fuggire. E nella desolazione cercare di trovare il cuore di Cristo, trovare il Signore. E la risposta arriva, sempre.
Di fronte alle difficoltà, quindi, mai scoraggiarsi, per favore, ma affrontare la prova con decisione, con l’aiuto della grazia di Dio che non ci viene mai a mancare. E se sentiamo dentro di noi una voce insistente che vuole distoglierci dalla preghiera, impariamo a smascherarla come la voce del tentatore; e non lasciamoci impressionare: semplicemente, facciamo proprio il contrario di quello che ci dice! Grazie.
[01783-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, en reprenant nos catéchèses sur le thème du discernement, nous nous consacrons aujourd’hui à la désolation, un état spirituel qui peut être une occasion de croissance. Sans l’insatisfaction, la tristesse salutaire, une saine capacité d’habiter dans la solitude, il y a le risque de demeurer dans la superficialité et de perdre contact avec le centre de l’existence. La désolation provoque une “secousse de l’âme”, favorise la vigilance et l’humilité et nous protège du vent des caprices. Une sérénité parfaite mais ascétique, considérée comme un objectif à atteindre, nous rend inhumains, indifférents à la souffrance des autres et incapables d’accueillir la nôtre. La désolation est aussi une invitation à la gratuité. Être en état de désolation nous offre la possibilité de grandir, de commencer une relation plus responsable, plus belle, avec le Seigneur et les proches. Rester avec Jésus, sans autre but, est bénéfique pour nous. La vie spirituelle n’est pas une technique mise à notre disposition ni un programme de “bien-être” intérieur. Elle est la relation avec le Vivant, irréductible à nos catégories. La désolation est la réponse la plus claire à l’objection que l’expérience de Dieu serait une forme de suggestion, une simple projection de nos désirs. Car celui qui prie se rend compte que les résultats sont imprévisibles.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare le scuole Fénelon e Blomet di Parigi, la parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Turgeau in Haiti e la parrocchia di Herrlisheim.
Fratelli e sorelle, di fronte alle difficoltà e ai problemi della vita, a volte ci sentiamo impotenti, scoraggiati e turbati. Chiediamo la grazia di Dio per affrontare la prova con decisione e con fede in un abbandono totale alla Provvidenza divina.
Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement les écoles Fénelon et Blomet de Paris, la paroisse Sacré-Cœur de Jésus de Turgeau en Haïti et la paroisse de Herrlisheim.
Frères et sœurs, devant les difficultés et les problèmes de la vie, nous nous sentons parfois impuissants, découragés et troublés. Demandons la grâce de Dieu pour affronter l’épreuve avec décision et avec foi dans un abandon total à la Providence divine.
Que Dieu vous bénisse!
[01784-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on discernment, we have seen the importance of interpreting the movements of our heart, including occasional experiences of “desolation” or interior unrest and dissatisfaction. Such moments are in fact a challenge to our complacency and an incentive to growth in the spiritual life. In the case of many great saints like Augustine, this sense of inner unrest was the prelude to a profound conversion. The experience of desolation can open our eyes to see things in a new light, to appreciate the blessings we so often take for granted, and to find our peace in drawing closer to the Lord. In this way, we deepen our relationship with Jesus, which brings not only consolation, but also new challenges to mature in Christian discipleship. At times of desolation or discouragement, may we embrace the experience as an invitation to deeper prayer, closer union with Christ and steadfast trust in his promises.
Santo Padre:
Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente a quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca, Paesi Bassi, Indonesia, Canada e Stati Uniti d’America. Su tutti voi invoco la gioia e la pace di Cristo nostro Signore. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially those from England, Denmark, the Netherlands, Indonesia, Canada and the United States of America. Upon all of you I invoke the joy and peace of Christ our Lord. God bless you!
[01785-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, im Rahmen unserer Katechesenreihe über die geistliche Unterscheidung kommen wir auf die Trostlosigkeit zu sprechen. Welche Bedeutung hat die Erfahrung dieses seelischen Zustandes für uns und unser geistliches Leben? Zunächst einmal kann die Trostlosigkeit wie ein Weckruf an uns sein, der uns vor Oberflächlichkeit bewahrt und uns hilft, wachsam und demütig im geistlichen Leben voranzugehen, unser Leben zu verändern, ohne eine künstliche Gelassenheit anzustreben, die uns gleichgültig und damit unmenschlich werden lässt. Im geistlichen Leben geht es letztlich nicht darum, über irgendwelche Techniken ein inneres Wohlbefinden zu erzeugen oder vom Herrn dies und jenes zu erbitten, sondern vor allem darum, eine Beziehung mit ihm aufzubauen, ihn immer besser kennenzulernen und einfach bei ihm, dem Lebendigen, zu sein auch im Leiden und in der Einsamkeit. Wir erleben in der Trostlosigkeit, dass Gotteserfahrung nicht machbar und nicht verfügbar ist, sondern uns als Gnade zuteilwird. Darauf aber dürfen wir stets vertrauen. Lassen wir uns also nicht entmutigen und verharren wir in schwierigen Momenten durch das Gebet treu in der Nähe des Herrn.
Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, domenica prossima, ultima dell’Anno liturgico, celebreremo la Solennità di Cristo Re. Affidiamoci al Signore della storia in tutte le tribolazioni del nostro tempo, nella certezza che sul trono della Croce egli ha sconfitto il male e la morte.
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, am letzten Sonntag des Kirchenjahres begehen wir das Hochfest Christkönig. Vertrauen wir uns dem Herrn der Geschichte in allen Nöten unserer Zeit an – in der Gewissheit, dass er auf dem Thron des Kreuzes das Böse und den Tod besiegt hat.
[01786-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En esta catequesis volvemos al tema del discernimiento, y hoy hablamos de la desolación. Es un estado de la vida espiritual en el que se experimenta insatisfacción, tristeza y soledad. Dios no responde, parece estar alejado, no sentimos los gustos en la oración que antes percibíamos. Y esto, lejos de ser un mal, es algo benéfico que nos ayuda a crecer, a mantenernos alerta y a ser humildes, disuadiéndonos de buscar en Dios nuestra satisfacción. Como vemos en la vida de los santos, esta prueba puede dar un impulso en nuestra vida. Por el contrario, querer siempre vivir una serenidad aséptica, nos hace caer en una indiferencia inhumana.
La desolación es también una llamada a la gratuidad, a no buscar jamás la gratificación emotiva. Esta es la base de una relación auténtica y madura con Dios y con los demás; nos lleva a aceptar al otro por sí mismo y no por lo que me aporta o por interés. Si captamos en profundidad la humanidad de Cristo como puerta del cielo, podremos llegar a preguntarle: “¿Cómo estás?”, aprendiendo a amarle precisamente en su sufrimiento y su soledad, y a hacerlos nuestros.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. pidamos a Jesús crucificado, despojado de todo, que clama a su Padre: “Dios mío, Dios mío porqué me has abandonado”, que nos ayude seguirlo también en la desolación, dándonos una fe sólida, una esperanza inquebrantable y una caridad capaz abandonarse incondicionalmente a su voluntad. Muchas gracias.
[01787-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Continuando com o tema do discernimento, deixai que vos fale hoje da desolação, daquele estado de espírito que traz consigo um pouco de insatisfação, uma tristeza salutar, uma sadia capacidade de estar na solidão, de estar connosco mesmos sem fugir. Pois a desolação sacode a alma, mantém-na desperta, favorece a vigilância, convida-nos à gratuidade, a não agir sempre e só para viver consolados. Dá-nos a possibilidade de crescer, iniciar uma relação mais madura e bela com o Senhor e com as pessoas queridas, uma relação que não fique reduzida à mera troca «dou-te para que me dês». Na infância, com frequência íamos procurar os pais para conseguir deles um brinquedo, um doce, uma coisa qualquer; isto é, íamos ter come eles por interesse nosso, e não por eles mesmos. E, no entanto, a prenda maior eram eles, os pais, mas isto só aos poucos é que o compreendemos, ou seja, à medida que fomos crescendo ou mesmo só quando nos faltaram. Passando agora à nossa relação com Deus, o Evangelho mostra-nos muitas vezes Jesus circundado de pessoas que O procuram para conseguirem curas, ajudas materiais, e não simplesmente pelo desejo de estarem com Ele; apesar de circundado pela multidão, estava só. Faz-nos muito bem estar com Jesus, sem outro desejo que não Ele mesmo, exatamente como procedemos com as pessoas que amamos: queremos conhecê-las cada vez melhor, porque é bom estar com elas. Este anseio, esta inquietação interior foi um impulso decisivo para a viragem nas vidas de muitos santos e santas, como Santo Agostinho, Edite Stein, José Cotolengo, Carlos de Foucauld… As decisões importantes têm um preço a pagar; mas um preço que está ao alcance de todos.
Santo Padre:
Saluto i diversi gruppi di pellegrini di lingua portoghese, in particolare l’Istituto Missionario “Servos de Jesus Salvador”, i fedeli di Curitiba e di Umuarama, i rappresentanti di “Rádio Renascença” del Portogallo. Non lasciate mai che eventuali nuvole sul vostro cammino vi impediscano d’irradiare la gloria e la speranza depositate in voi, lodando sempre il Signore nei vostri cuori, ringraziando di tutto Dio Padre. Dio vi benedica!
Speaker:
Saúdo os vários grupos de peregrinos de língua portuguesa, em particular o Instituto Missionário Servos de Jesus Salvador, os fiéis de Curitiba e de Umuarama, os rapresentantes da Rádio Renascença de Portugal. Nunca deixeis que eventuais nuvens sobre o vosso caminho vos impeçam de irradiar a glória e a esperança depositadas em vós, louvando sempre ao Senhor em vossos corações, dando graças por tudo a Deus Pai. Deus vos abençoe!
[01788-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
استمّرَ قَداسَةُ البابا اليَومَ في التكلُّمِ علَى الكآبةِ الّتي هيَ مِنَ العناصِرِ الّتي تَحمِلُ على التَّمييز. وقال: الكآبةُ يمكنُ أنْ تكونَ مناسَبَةً لكي ننمُوَ في حياتِنا. فهيَ تُحدِثُ فينا ”انتفاضةً في النفس“، وتُبقينا واعين، وتُعَزِّزُ فينا اليقظةَ والتَّواضع، وَتَحمِينا مِن رياحِ التَقَلُّبات. وكُلُّها شروطٌ لا غِنى عنها للتقدُّمِ في الحياة، وفي الحياةِ الرُّوحيّةِ أيضًا. بينما الطُّمأنينةُ الكاملةُ والعقيمةُ إنْ أصبحتْ معيارًا لخياراتِنا وسلوكياتِنا، فإنَّها تجعَلُنا غيرَ إنسانيِّين وغيرَ مبالين لآلامِ الآخرين، وغيرَ قادرين علَى قبولِ آلامِنا. وقالَ قداستُهُ: الكآبةُ هي أيضًا دعوةٌ إلى المجّانِيَّة، حتَّى لا نعملَ دائمًا وفقط من أجلِ مكافآتٍ عاطفيَّة. أنْ نكونَ مُكتَئِبِينَ ذلك يَمنَحُنا إمكانيَّةً لكي نَنمُوَ، ونبدأَ علاقةً أكثرَ نضوجًا، وأجملَ معَ الرّبِّ يسوعَ ومعَ الأشخاصِ الأعزّاءِ علينا، علاقةً لا تَنحَصِرُ في مجرَّدِ تبادلِ الأخذِ والعطاء. وأكَّدَ قداسَتُهُ أنَّ الكآبةَ هي الجوابُ الواضحُ علَى أنَّ علاقَتَنا الرُّوحِيَّةَ معَ اللهِ لا تسيرُ دائمًا بحسبِ رغباتِنا. فالمؤمنُ يعرفُ جيّدًا أنَّه لا يمكنُ التَنَبُّؤُ بالنتائِج. فكثيرًا مِن الخِبراتِ والمقاطعِ مِن الكتابِ المقدَّس الّتي أثارتْ إعجابَنا مراتٍ كثيرة، يمكنُ ألَّا تُثيرَ فينا اليومَ أيَّةَ رغبة. والخِبراتُ والقِراءاتُ الّتي لم نَجِدْ فيها شيئًا مِن قَبلُ ولم نَهتَمّْ لها، أو الّتي فَضَّلْنا أنْ نَتَجَنَّبَها، مثلُ خِبرةِ الصَّليب، قد تَجلِبُ لنا سلامًا غيرَ متوقَّع. علينا أنْ نواجِهَ الصُّعوباتِ في حياتِنا بعزمٍ ونحن واثقونَ أنَّ اللهَ لا يترُكُنا أبدًا.
Santo Padre:
Saluto i fedeli di lingua araba. Di fronte alle difficoltà, mai scoraggiarsi, ma affrontare la prova con decisione, con l’aiuto della grazia di Dio che non ci viene mai a mancare. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Speaker:
أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللّغَةِ العربِيَّة. أمامَ الصُّعوباتِ يجبُ ألَّا نُصابَ أبدًا بالإحباط، بل يجبُ أنْ نُواجِهَ المِحنَةَ بعزمٍ، بِمُساعَدَةِ نِعمَةِ اللهِ الّتي لا تَخذِلُنا أبدًا. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!
[01789-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Mówiąc w dalszym ciągu o rozeznaniu, dziś rozważamy stan duchowy, określany jako strapienie. Zbawienny smutek, nieuciekanie od zdrowego obcowania z samym sobą pomagają wejść w istotę naszego życia. Strapienie powoduje „wstrząśnięcie duszy”, sprzyja zachowaniu czujności i pokory. Doskonała, ale „aseptyczna” pogoda ducha czyni nas obojętnymi na cierpienie innych, niezdolnymi do zaakceptowania własnego cierpienia. Dla wielu świętych właśnie niepokój był decydującym bodźcem do dokonania przełomu we własnym życiu. Strapienie sprzyja także bezinteresowności, daje nam sposobność zapoczątkowania bardziej dojrzałej relacji z Panem i z bliskimi osobami, która nie sprowadza się do dawania i brania. Nasze modlitwy często mają właśnie taki charakter, są prośbami kierowanymi do Pana, a nie wyrazem zainteresowania Nim samym. Ewangelie mówią, że Jezus był otaczany przez wielu ludzi, którzy chcieli coś uzyskać – uzdrowienie, pomoc, a nie po prostu przebywać z Nim. I tak, pomimo tłumów, był sam. Dobrze jest nauczyć się przebywać z Nim bez jakiegoś innego celu, tak jak chcemy przebywać z kochanymi osobami. Życie duchowe jest relacją z Żyjącym. Strapienie jest też odpowiedzią na zastrzeżenie, że doświadczenie Boga to forma sugestii, zwykła projekcja naszych pragnień. Gdyby tak było, bylibyśmy zawsze szczęśliwi i zadowoleni. W modlitwie natomiast zdajemy sobie sprawę, że rezultaty są nieprzewidywalne. Doświadczenia czy fragmenty Biblii, które nieraz budziły w nas entuzjazm, dziś nie powodują uniesienia. A doświadczenia, spotkania, lektury, do których nie przywiązywaliśmy wagi, przynoszą nieoczekiwanie pokój. W obliczu trudności nie należy się zatem zniechęcać, ale z pomocą łaski Bożej stawiać czoło próbom.
Santo Padre:
Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Saluto i membri della Fondazione SOAR e gli artisti della Polonia, dell’Ucraina, di Israele e di altri paesi, partecipanti al Festival dei Salmi di Davide, venuti a Roma per presentare il concerto “Salmi di pace e di misericordia”. Auguro che quest’evento artistico e spirituale favorisca propositi e progetti di fratellanza e di concordia. A tutti la mia benedizione.
Speaker:
Witam polskich pielgrzymów. Pozdrawiam członków Fundacji SOAR oraz artystów z Polski, z Ukrainy, z Izraela i z innych krajów, uczestników Festiwalu Psalmów Dawidowych, którzy przybyli do Rzymu, aby zaprezentować koncert „Psalmy pokoju i miłosierdzia”. Życzę, aby to wydarzenie artystyczne i duchowe sprzyjało intencjom i projektom braterstwa i zgody. Wszystkim błogosławię.
[01790-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Piccole Apostole della Redenzione riunite nel capitolo generale, le Religiose dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia, la comunità del Seminario Leoniano di Anagni, - si fanno sentire questi seminaristi - con alcuni Vescovi del Lazio: tutti esorto ad andare avanti con coraggio, consolidando i propositi di fedeltà al Signore e alla Chiesa.
Accolgo con gioia i Vigili del Fuoco dell’Abruzzo: grazie tante per il vostro importante lavoro. Quando io prego per i vigili del fuoco, chiedo una grazia per loro: che non abbiano lavoro. Saluto poi i fedeli di Bisceglie e quelli di Moiano ed auspico che il vostro pellegrinaggio sia ricco di frutti spirituali a beneficio delle rispettive Comunità ecclesiali.
Elevo la mia preghiera per le vittime innocenti dell’attacco terroristico avvenuto nei giorni scorsi a Istanbul. La nostra incessante preghiera è anche per la martoriata Ucraina: il Signore dia agli ucraini consolazione, fortezza in questa prova e dia speranza di pace. Possiamo pregare per l’Ucraina, dicendo: “Affrettati Signore”.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. Sull’esempio di santa Margherita di Scozia e di santa Gertrude, delle quali oggi celebriamo la memoria, cercate sempre in Gesù la luce e il sostegno per ogni vostra scelta nella vita quotidiana. A tutti la mia benedizione!
[01791-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Ho appreso con dolore e con preoccupazione la notizia di un nuovo e ancora più forte attacco missilistico sull’Ucraina che ha causato morti e danni a molte infrastrutture civili. Preghiamo affinché il Signore converta i cuori di chi ancora punta sulla guerra e faccia prevalere per la martoriata Ucraina il desiderio di pace, per evitare ogni escalation e aprire la strada al cessate-il-fuoco e al dialogo.
[01794-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0858-XX.02]