Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’Udienza Generale, 12.10.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Discernimento, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Gli elementi del discernimento. Il desiderio” (Lettura: Gv 5,2.5-9).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello e un invito alla preghiera per l’Ucraina.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In queste catechesi stiamo passando in rassegna gli elementi del discernimento. Dopo la preghiera e la conoscenza di sé, cioè pregare e conoscere se stesso, oggi vorrei parlare di un altro “ingrediente” per così dire indispensabile: oggi vorrei parlare del desiderio. Infatti, il discernimento è una forma di ricerca, e la ricerca nasce sempre da qualcosa che ci manca ma che in qualche modo conosciamo, abbiamo il fiuto.

Di che genere è questa conoscenza? I maestri spirituali la indicano con il termine “desiderio”, che, alla radice, è una nostalgia di pienezza che non trova mai pieno esaudimento, ed è il segno della presenza di Dio in noi. Il desiderio non è la voglia del momento, no. La parola italiana viene da un termine latino molto bello, questo è curioso: de-sidus, letteralmente “la mancanza della stella”, desiderio è una mancanza della stella, mancanza del punto di riferimento che orienta il cammino della vita; essa evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca. Il desiderio allora è la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o sto andando, una persona che mai desidera è una persona ferma, forse ammalata, quasi morta. È la bussola se io sto andando o se io mi fermo. E come è possibile riconoscerlo?

Pensiamo, un desiderio sincero sa toccare in profondità le corde del nostro essere, per questo non si spegne di fronte alle difficoltà o ai contrattempi. È come quando abbiamo sete: se non troviamo da bere, non per questo rinunciamo, anzi, la ricerca occupa sempre più i nostri i pensieri e le nostre azioni, fino a che diventiamo disposti a qualsiasi sacrificio per poterla placare, quasi ossessionato. Ostacoli e insuccessi non soffocano il desiderio, no, al contrario lo rendono ancora più vivo in noi.

A differenza della voglia o dell’emozione del momento, il desiderio dura nel tempo, un tempo anche lungo, e tende a concretizzarsi. Se, per esempio, un giovane desidera diventare medico, dovrà intraprendere un percorso di studi e di lavoro che occuperà alcuni anni della sua vita, di conseguenza dovrà mettere dei limiti, dire dei “no”, anzitutto ad altri percorsi di studio, ma anche a possibili svaghi e distrazioni, specialmente nei momenti di studio più intenso. Però, il desiderio di dare una direzione alla sua vita e di raggiungere quella meta - arrivare medico era l’esempio - gli consente di superare queste difficoltà. Il desiderio ti fa forte, ti fa coraggioso, ti fa andare avanti sempre perché tu vuoi arrivare a quello: “Io desidero quello”.

In effetti, un valore diventa bello e più facilmente realizzabile quando è attraente. Come ha detto qualcuno, «più che essere buoni è importante avere la voglia di diventarlo». Essere buoni è una cosa attraente, tutti vogliamo essere buoni, ma abbiamo la voglia di diventare buoni?

Colpisce il fatto che Gesù, prima di compiere un miracolo, spesso interroga la persona sul suo desiderio: “Vuoi essere guarito?”. E a volte questa domanda sembra fuori luogo, ma si vede che è ammalato! Ad esempio, quando incontra il paralitico alla piscina di Betzatà, il quale stava lì da tanti anni e non riusciva mai a cogliere il momento giusto per entrare nell’acqua. Gesù gli chiede: «Vuoi guarire?» (Gv 5,6). Come mai? In realtà, la risposta del paralitico rivela una serie di resistenze strane alla guarigione, che non riguardano soltanto lui. La domanda di Gesù era un invito a fare chiarezza nel suo cuore, per accogliere un possibile salto di qualità: non pensare più a sé stesso e alla propria vita “da paralitico”, trasportato da altri. Ma l’uomo sul lettuccio non sembra esserne così convinto. Dialogando con il Signore, impariamo a capire che cosa veramente vogliamo dalla nostra vita. Questo paralitico è l’esempio tipico delle persone: “Sì, sì, voglio, voglio” ma non voglio, non voglio, non faccio nulla. Il voler fare diventa come un’illusione e non si fa il passo per farlo. Quella gente che vuole e non vuole. È brutto questo e questo ammalato 38 anni lì, ma sempre con le lamentele: “No, sai Signore ma sai che quando le acque si muovono – che è il momento del miracolo – tu sai, viene qualcuno più forte di me, entra e io arrivo in ritardo”, e si lamenta e si lamenta. Ma state attenti che le lamentele sono un veleno, un veleno all’anima, un veleno alla vita perché non ti fanno crescere il desiderio di andare avanti. State attenti con le lamentele. Quando si lamentano in famiglia, si lamentano i coniugi, si lamentano uno dell’altro, i figli del papà o i preti del vescovo o i vescovi di tante altre cose… No, se voi vi ritrovate in lamentela, state attenti, è quasi peccato, perché non lascia crescere il desiderio.

Spesso è proprio il desiderio a fare la differenza tra un progetto riuscito, coerente e duraturo, e le mille velleità e i tanti buoni propositi di cui, come si dice, “è lastricato l’inferno”: “Sì, io vorrei, io vorrei, io vorrei…” ma non fai nulla. L’epoca in cui viviamo sembra favorire la massima libertà di scelta, ma nello stesso tempo atrofizza il desiderio - tu vuoi soddisfarti continuamente - per lo più ridotto alla voglia del momento. E dobbiamo stare attenti a non atrofizzare il desiderio. Siamo bombardati da mille proposte, progetti, possibilità, che rischiano di distrarci e non permetterci di valutare con calma quello che veramente vogliamo. Tante volte, troviamo gente - pensiamo ai giovani per esempio - con il telefonino in mano e cercano, guardano… “Ma tu ti fermi per pensare?” – “No”. Sempre estroverso, verso l’altro. Il desiderio non può crescere così, tu vivi il momento, saziato nel momento e non cresce il desiderio.

Molte persone soffrono perché non sanno che cosa vogliono dalla propria vita; probabilmente non hanno mai preso contatto con il loro desiderio profondo, mai hanno saputo: “Cosa vuoi dalla tua vita?” – “Non so”. Da qui il rischio di trascorrere l’esistenza tra tentativi ed espedienti di vario tipo, senza mai arrivare da nessuna parte, e sciupando opportunità preziose. E così alcuni cambiamenti, pur voluti in teoria, quando si presenta l’occasione non vengono mai attuati, manca il desiderio forte di portare avanti una cosa.

Se il Signore rivolgesse a noi, oggi, per esempio, a uno qualsiasi di noi, la domanda che ha fatto al cieco di Gerico: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10,51) – pensiamo il Signore a ognuno di noi oggi domanda questo: “che cosa vuoi che io faccia per te?” -, cosa risponderemmo? Forse, potremmo finalmente chiedergli di aiutarci a conoscere il desiderio profondo di Lui, che Dio stesso ha messo nel nostro cuore: “Signore che io conosca i miei desideri, che io sia una donna, un uomo di grandi desideri” forse il Signore ci darà forza di concretizzarlo. È una grazia immensa, alla base di tutte le altre: consentire al Signore, come nel Vangelo, di fare miracoli per noi: “Dacci il desiderio e fallo crescere, Signore”.

Perché anche Lui ha un grande desiderio nei nostri confronti: renderci partecipi della sua pienezza di vita. Grazie.

[01553-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, l’un des “ingrédients” indispensables du discernement est le désir. Le discernement est une forme de recherche qui naît toujours de quelque chose qui nous manque. Le désir est une nostalgie de plénitude, un signe de la présence de Dieu en nous. Il évoque une souffrance, une carence, mais en même temps une tension pour atteindre le bien qui manque. Le désir est donc la boussole pour comprendre où l’on se trouve et où l’on va. Un désir authentique sait toucher en profondeur les cordes de notre être. Contrairement à l’envie ou à l’émotion du moment, le désir perdure dans le temps et tend à se concrétiser. Dans l’Évangile, avant de faire un miracle, Jésus interroge la personne sur son désir. En dialoguant avec le Seigneur, nous apprenons à comprendre ce que nous voulons vraiment dans notre vie. L’époque où nous vivons semble favoriser la plus grande liberté de choix, mais en même temps elle atrophie le désir, le plus souvent réduit à l’envie du moment. Beaucoup de gens souffrent parce qu’ils ne savent pas ce qu’ils veulent faire de leur vie et ne sont pas en contact avec leur désir profond. Quelle serait notre réponse aujourd’hui si le Seigneur nous posait la question faite à l’aveugle de Jéricho? Sûrement lui permettre, comme dans l’Évangile, de faire des miracles pour nous.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i ministranti della diocesi di Basilea; i fedeli della Diocesi di Versailles e la parrocchia Nostra Signora della Cina, in Parigi.

Fratelli e sorelle, oggi abbiamo in noi questo desiderio forte di una civiltà di pace, di amore, di riconciliazione e di armonia. Il Signore ci renda partecipi della sua pienezza di vita con le nostre aspirazioni più profonde, per un'umanità più bella e pacifica.

Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement les servants du diocèse de Bâle; les pèlerins du diocèse de Versailles et la paroisse Notre-Dame-de-Chine de Paris.

Frères et sœurs, aujourd’hui nous avons en nous ce désir fort d’une civilisation de paix, d’amour, de réconciliation et d’harmonie. Que le Seigneur nous rende participants de sa plénitude de vie avec nos aspirations les plus profondes, pour une humanité plus belle et pacifiée.

Que Dieu vous bénisse!

[01554-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on spiritual discernment, we have considered the importance of prayer and growth in self-knowledge. Today we consider a third necessary element of discernment, which is desire, the deep longing for happiness and fulfilment present in the human heart. In our spiritual tradition, desire is seen as evidence of our innate yearning for God and the peace that he alone can give: a kind of compass directing our lives to their ultimate goal. In seeking the Lord and trusting in his promises, we find the strength to persevere amid difficulties, to accept sacrifices joyfully, and to strive in all things to live in accordance with his will. In the Gospels, Jesus often asks those who seek a miracle what it is that they ask of him (e.g., Mk 10:51). Our own dialogue with the Lord in prayer helps us to articulate our inmost desires and to allow him to work miracles of grace and healing in our lives. For that is Jesus’ own greatest desire: to make us sharers in his own divine life and to enable us to find, in him, our eternal happiness and fulfilment.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi, Ghana, Vietnam e Stati Uniti d’America. Su tutti voi invoco la gioia e la pace di Cristo nostro Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially those from England, Denmark, Finland, Norway, the Netherlands, Ghana, Vietnam and the United States of America. Upon all of you I invoke the joy and peace of Christ our Lord. God bless you!

[01555-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, wir wenden uns heute einem weiteren wesentlichen Element der geistlichen Unterscheidung zu, nämlich der Sehnsucht. Was ist damit gemeint? Zunächst machen wir die Erfahrung, dass es unserem Leben an etwas mangelt, und zugleich erleben wir die Sehnsucht als Spannung, die uns das Gute, das uns fehlt, erstreben lässt. Die Sehnsucht kann so zu einem Zeichen der Gegenwart Gottes in uns werden. Nicht immer ist uns aber bewusst, was wir im Leben eigentlich wollen, und auf Grund der Vielzahl von Möglichkeiten und Ablenkungen finden wir das nur schwer heraus. Viele Menschen leiden darunter, dass sie zu ihrer tiefsten Sehnsucht nicht durchdringen. Sie bleiben stattdessen bei den Gefühlen des Augenblicks stehen, probieren etliches aus, belassen es bei Notlösungen und vertun dabei wertvolle Gelegenheiten. Deshalb ist der Dialog mit dem Herrn so heilsam. Er lässt uns mehr und mehr verstehen, dass wir uns im Grunde nach ihm sehnen, weil nur er, der Ewige, die unendliche Sehnsucht unseres Herzens stillen kann. Wenn wir es zulassen, will er auch heute Wunder an uns tun, damit wir erkennen, dass er uns beruft, an der Fülle seines Lebens teilzuhaben.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua tedesca. La Beata Vergine Maria di cui domani ricorderemo le apparizioni a Fatima, sia la nostra guida sul cammino di continua conversione e penitenza per andare incontro a Cristo, sole di giustizia. La sua “luce gentile” ci liberi da ogni male e disperda le tenebre di questo mondo tormentato dalle guerre.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Morgen werden wir der Erscheinungen der seligen Jungfrau Maria in Fatima gedenken. Sie führe uns auf dem Weg der beständigen Umkehr und Buße, um Christus, der Sonne der Gerechtigkeit, entgegen zu gehen. Sein „mildes Licht“ befreie uns von allem Bösen und zerstreue die Dunkelheit dieser von Kriegen gepeinigten Welt.

[01556-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Seguimos profundizando en los elementos constitutivos del discernimiento. Hoy nos centraremos en el deseo, que no debemos entender como algo coyuntural y pasajero, sino como algo que dura en el tiempo y guía nuestra vida. A diferencia de una emoción efímera, el deseo no desaparece ante las dificultades, y nos exige renuncias a otras cosas para conseguirlo. Esto significa que se centra en algo que, aunque todavía no poseemos, lo conocemos y sabemos que nos falta. En definitiva, es el anhelo de perfección que nunca tendrá cumplimiento en esta tierra.

Jesús muchas veces, antes de cumplir un signo, interpela a la persona sobre su deseo. Esto nos muestra la necesidad de ver en profundidad qué queremos verdaderamente y qué es lo que se opone a conseguirlo, sin vanas excusas. En este tiempo, en el que los reclamos parecen infinitos, y se corre el riesgo de seguir la moda del momento, muchas personas se ven incapaces de dar un rumbo a su vida, de saber qué es lo que quieren. El Señor nos pregunta, como al ciego de Jericó: ¿Qué quieres que haga por ti?

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Hoy celebramos a Nuestra Señora del Pilar, Patrona de la Hispanidad. Que Ella interceda por nosotros ante su Hijo, para que podamos descubrir el deseo que Él ha puesto en nuestros corazones, y nos alcance la gracia de llevarlo a cumplimiento. Que Dios los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[01557-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Depois de termos refletido sobre a oração e o conhecimento de si mesmo, hoje gostaria de falar sobre o desejo, que é outro elemento indispensável para o discernimento. Discernir implica procurar, o que por sua vez pressupõe a consciência de que falta algo. O desejo é, assim, o conhecimento da falta de plenitude que impele a fazer um caminho em busca dela. Tomemos como exemplo um jovem que quer ser médico. Ele terá que iniciar um percurso árduo, dizer “não” a outros caminhos de estudo e a possíveis divertimentos; mas como a meta é atraente, os pensamentos são absorvidos por ela, e nem os obstáculos nem os insucessos a conseguem sufocar. O desejo é assim: exige saber o que se quer. Muitas pessoas sofrem porque não sabem o que querem da vida. Como, provavelmente, nunca encontraram o seu desejo profundo, não se decidem a mudar e ficam-se pelas boas intenções. Compreende-se, por isso, que Jesus, antes de realizar um milagre, interrogue a pessoa sobre o seu desejo: Ele pretende fazer luz sobre o que realmente o coração quer. E no coração humano, Deus colocou um profundo desejo por Ele. Peçamos-lhe que nos ajude a conhecer esse desejo e a concretizá-lo.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai membri della Confederazione Nazionale delle Associazioni delle Famiglie venuti dal Portogallo e ai pellegrini di altri paesi di lingua portoghese, in particolare del Brasile. Quest’oggi, si celebra la Madonna Aparecida con tanti fratelli e sorelle che si recano in pellegrinaggio al suo Santuario e lì, accanto alla Vergine Madre, pregano il rosario e cantano alla Madonna Aparecida. Uniamoci a loro e preghiamo per la pace. Chiediamo alla Madonna di aiutarci a fare nostro il grande desiderio del Padre celeste: renderci tutti partecipi della sua pienezza di vita. Dio vi benedica e la Madonna vi custodisca.

Speaker:

Dirijo uma saudação cordial aos membros da Confederação Nacional das Associações de Famílias vindos de Portugal e aos peregrinos de outros países de língua portuguesa, em particular do Brasil. Hoje, celebra-se a Senhora Aparecida com tantos irmãos e irmãs que chegam em peregrinação ao seu Santuário, ali, junto da Virgem Mãe, rezando o terço e cantando à Senhora Aparecida. Rezemos com eles pela paz e peçamos a Nossa Senhora que nos ajude a assumir o grande desejo do Pai celeste: fazer-nos participantes, a todos, da sua plenitude de vida. Deus vos abençoe e Nossa Senhora vos guarde.

[01558-PO.02] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى عُنصُرٍ آخرَ مِن عناصرِ التّمييزِ وهوَ الرَّغبة. قال: الرَّغبةُ في معناها الأصلِيّ هيَ حنينٌ إلى امتلاءٍ لا يتحقَّقُ كامِلًا، وهذا الحنينُ الَّذي لا يُشْبِعُهُ شيءٌ هو علامةُ حضورِ اللهِ فينا. الرَّغبةُ هيَ البوصلةُ لكي أفهمَ أينَ أنا وأين أنا ذاهب. الرَّغبةُ الحقيقيّةُ تَعرِفُ كيفَ تَلمِسُ في الأعماقِ أوتارَ كيانِنا، ولهذا فإنَّها لا تَنطَفِئُ أمامَ الصُّعوباتِ أو المعارضات. العوائقُ والفشلُ لا تَخنِقُ الرَّغبةَ الحقيقيَّة، بل بالعكس، تَزيدُها حيويَّةً فينا، فتستمرُ معَ مرورِ الوقت، حتَّى لفترةٍ طويلة، وتَدفَعُنا إلى تحقيقِ الأمورِ في النهاية. وقالَ قداسَتُهُ: سؤالُ يسوعَ إلى المُقعَدِ عندَ بِركَةِ بَيتَ ذاتا "أَتُريدُ أَنْ تُشفَى؟" كانَ دعوةً لَهُ لكي يَنظُرَ في أعماقِ نفسِهِ، ويُحَدِّدَ ماذا يريدُ حقًا. في حياتِنا العادِيَّة، نَتَلَقَّى اقتراحاتٍ كثيرةَ ومشاريعَ وَفُرَصًا، وذلك يؤدِّي إلى تشتيتِ انتباهِنا وعدمِ السَّماحِ لنا بأنْ نُقَيِّمَ بهدوءٍ ما الذي نريدهُ حقًّا. ويتألَّمُ أشخاصٌ كثيرونَ لأنَّهُم لا يعرفونَ ماذا يريدونَ مِن حياتِهِم، ورُبَّما لمْ يَصِلوا قطّ إلى أعماقِ نفوسِهِم لِمَعرِفَةِ رغباتِهِم الحقيقيَّة. لذلك علينا أنْ نطلبَ مِن يسوعَ أنْ يساعِدَنا لِنَعرِفَ ماذا نريدُ حقًا، ولْنَعرِفَ ماذا يريدُ هو منَّا، ماذا وَضَعَ في قلبِنا، وأنْ يُعطيَنا القوَّةَ لِتَحقِيقِهِ. لأنَّهُ وَضَعَ فينا رغبةً كبيرةً تُجاهَنا، وهيَ: أنْ نصيرَ شُركاءَ في مِلءِ حياتِهِ.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Il Signore ha un grande desiderio nei nostri confronti: renderci partecipi della sua pienezza di vita. ChiediamoGli di aiutarci a conoscere questo desiderio e di darci la forza di concretizzarlo. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لَدَى الرَّبِّ يسوعَ رغبةٌ كبيرةٌ تُجاهَنا، وهيَ: أنْ يَجعَلَنا شُرَكاءَ في مِلءِ حياتِهِ. لِنَطلُبْ مِنهُ أنْ يساعِدَنا لِنَعرِفَ رغبتَهُ هذِهِ وأنْ يُعطيَنا القوَّةَ لِتَحقِيقِها. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[01559-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W dzisiejszej katechezie na temat rozeznania skupiamy się na słowie „pragnienie”. Pochodzi ono od łacińskiego terminu de-sidus, co dosłownie znaczy „brak gwiazdy”, a więc punktu odniesienia, czegoś, co wskaże kierunek naszemu życiu. Prawdziwe pragnienie nie jest chwilowe. Jest tak głębokie, że nie gaśnie w obliczu trudności czy niepowodzeń. Podobnie jak wtedy, gdy jesteśmy spragnieni: póki nie znajdziemy czegoś do picia, nie poddajemy się i robimy wszystko, aby ugasić pragnienie. Uderzające jest to, że Pan Jezus przed dokonaniem cudu często pyta człowieka o jego pragnienie, jak wtedy, gdy zwraca się do paralityka: „Czy chcesz wyzdrowieć?”. Poprzez dialog z Panem uczymy się rozumieć, czego naprawdę pragniemy. W dzisiejszych czasach jesteśmy bombardowani tysiącem propozycji i projektów, a to może doprowadzić do rozproszenia uwagi. Wiele osób cierpi, ponieważ nie potrafi rozpoznać swojego najgłębszego pragnienia. Wówczas pojawia się ryzyko zmarnowania danych nam cennych szans i ostatecznie nie jesteśmy w stanie niczego osiągnąć. Spróbujmy dziś odpowiedzieć sobie na pytanie, jakie Pan Jezus postawił niewidomemu z Jerycha: „Co chcesz, abym ci uczynił?” (Mk 10,51). Prośmy Pana, pamiętając sceny z Ewangelii, aby także w naszym życiu czynił cuda.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi. Il mese di ottobre è dedicato al Santo Rosario. Recitando questa preghiera, lasciate che la vostra vita e le vostre scelte quotidiane siano illuminate da Cristo, splendore della Verità. Meditando i misteri della luce, fate memoria di San Giovanni Paolo II che ha voluto aggiungerli alla contemplazione degli altri momenti della vita di Gesù.Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Październik jest poświęcony modlitwie różańcowej. Odmawiając tę modlitwę, pozwólcie, by wasze życie i wasze codzienne wybory były opromienione przez Chrystusa, który jest blaskiem Prawdy. Kontemplując tajemnice światła, wspomnijcie św. Jana Pawła II, który dołączył je do rozważań innych momentów życia Pana Jezusa. Z serca wam błogosławię.

[01560-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il gruppo di coloro che si occupano delle malattie reumatiche, con un pensiero speciale e grato per l’area medica della pastorale della salute della diocesi di Roma. Saluto l’Associazione “Centri e opere sociali di solidarietà” di Molfetta; l’Associazione “Genitori persone con autismo” di Messina e l’Associazione “Genitori di figli con encefalite pediatrica”. Tutti incoraggio a perseverare nella meritevole opera a sostegno dei più fragili. Saluto gli Ufficiali e Militari del Comando militare di Roma, come pure la Delegazione del Comune di Cervia, qui convenuta per il tradizionale dono del sale.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica di San Giovanni XXIII, che servì con esemplare dedizione Cristo e la Chiesa, adoperandosi con sollecitudine per la salvezza delle anime e per la pace nel mondo. La sua protezione aiuti tutti voi nello sforzo di quotidiana fedeltà a Cristo e vi sostenga nelle quotidiane fatiche. A tutti la mia benedizione.

[01561-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

In questi giorni il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino, specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti. Porto dentro di me il loro dolore e, per intercessione della Santa Madre di Dio, lo presento nella preghiera al Signore. Egli sempre ascolta il grido dei poveri che lo invocano: possa il suo Spirito trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché cessi l’uragano della violenza e si possa ricostruire una convivenza pacifica nella giustizia.

[01563-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0758-XX.02]