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L’Udienza Generale, 28.09.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il nuovo ciclo di catechesi sul Discernimento, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Gli elementi del discernimento. La familiarità con il Signore” (Lettura: Ef 5,15.17-20).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Riprendiamo le catechesi sul tema del discernimento, - perché è molto importante il tema del discernimento per sapere cosa succede dentro di noi; dei sentimenti e delle idee, dobbiamo discernere da dove vengono, dove mi portano, a quale decisione - e oggi ci soffermiamo sul primo dei suoi elementi costitutivi, cioè la preghiera. Per discernere occorre stare in un ambiente, in uno stato di preghiera.

La preghiera è un aiuto indispensabile per il discernimento spirituale, soprattutto quando coinvolge gli affetti, consentendo di rivolgerci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un amico. È saper andare oltre i pensieri, entrare in intimità con il Signore, con una spontaneità affettuosa. Il segreto della vita dei santi è la familiarità e confidenza con Dio, che cresce in loro e rende sempre più facile riconoscere quello che a Lui è gradito. La preghiera vera è familiarità e confidenza con Dio. Non è recitare preghiere come un pappagallo, bla bla bla, no. La vera preghiera è questa spontaneità e affetto con il Signore. Questa familiarità vince la paura o il dubbio che la sua volontà non sia per il nostro bene, una tentazione che a volte attraversa i nostri pensieri e rende il cuore inquieto e incerto o amaro, pure.

Il discernimento non pretende una certezza assoluta - non è chimicamente un puro metodo, no, pretende una certezza assoluta, perché riguarda la vita, e la vita non è sempre logica, presenta molti aspetti che non si lasciano racchiudere in una sola categoria di pensiero. Vorremmo sapere con precisione cosa andrebbe fatto, eppure, anche quando capita, non per questo agiamo sempre di conseguenza. Quante volte abbiamo fatto anche noi l’esperienza descritta dall’apostolo Paolo, che dice così: «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm 7,19). Non siamo solo ragione, non siamo macchine, non basta ricevere delle istruzioni per eseguirle: gli ostacoli, come gli aiuti, a decidersi per il Signore sono soprattutto affettivi, del cuore.

È significativo che il primo miracolo compiuto da Gesù nel Vangelo di Marco sia un esorcismo (cfr 1,21-28). Nella sinagoga di Cafarnao libera un uomo dal demonio, liberandolo dalla falsa immagine di Dio che Satana suggerisce fin dalle origini: quella di un Dio che non vuole la nostra felicità. L’indemoniato, di quel brano di Vangelo, sa che Gesù è Dio, ma questo non lo porta a credere in Lui. Dice infatti: «Sei venuto a rovinarci» (v. 24).

Molti, anche cristiani, pensano la medesima cosa: che cioè Gesù possa anche essere il Figlio di Dio, ma dubitano che voglia la nostra felicità; anzi, alcuni temono che prendere sul serio la sua proposta, quello che Gesù ci propone, significhi rovinarsi la vita, mortificare i nostri desideri, le nostre aspirazioni più forti. Questi pensieri fanno talvolta capolino dentro di noi: che Dio ci chieda troppo, abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, che non ci voglia davvero bene. Invece, nel nostro primo incontro abbiamo visto che il segno dell’incontro con il Signore è la gioia. Quando incontro il Signore nella preghiera, divento gioioso. Ognuno di noi diventa gioioso, una cosa bella. La tristezza, o la paura, sono invece segni di lontananza da Dio: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti», dice Gesù al giovane ricco (Mt 19,17). Purtroppo per quel giovane, alcuni ostacoli non gli hanno consentito di attuare il desiderio che aveva nel cuore, di seguire più da vicino il “maestro buono”. Era un giovane interessato, intraprendente, aveva preso l’iniziativa di incontrare Gesù, ma era anche molto diviso negli affetti, per lui le ricchezze erano troppo importanti. Gesù non lo costringe a decidersi, ma il testo nota che il giovane si allontana da Gesù «triste» (v. 22). Chi si allontana dal Signore non è mai contento, pur avendo a propria disposizione una grande abbondanza di beni e possibilità. Gesù mai costringe a seguirlo, mai. Gesù ti fa sapere la sua volontà, con tanto cuore ti fa sapere le cose ma ti lascia libero. E questa è la cosa più bella della preghiera con Gesù: la libertà che Lui ci lascia. Invece quando noi ci allontaniamo dal Signore rimaniamo con qualcosa di triste, qualcosa di brutto nel cuore.

Discernere cosa succede dentro di noi non è facile, perché le apparenze ingannano, ma la familiarità con Dio può sciogliere in modo soave dubbi e timori, rendendo la nostra vita sempre più ricettiva alla sua «luce gentile», secondo la bella espressione di San John Henry Newman. I santi brillano di luce riflessa e mostrano nei semplici gesti della loro giornata la presenza amorevole di Dio, che rende possibile l’impossibile. Si dice che due sposi che hanno vissuto insieme tanto tempo volendosi bene finiscono per assomigliarsi. Qualcosa di simile si può dire della preghiera affettiva: in modo graduale ma efficace ci rende sempre più capaci di riconoscere ciò che conta per connaturalità, come qualcosa che sgorga dal profondo del nostro essere. Stare in preghiera non significa dire parole, parole, no; stare in preghiera significa aprire il cuore a Gesù, avvicinarsi a Gesù, lasciare che Gesù entri nel mio cuore e ci faccia sentire la sua presenza. E lì possiamo discernere quando è Gesù e quando siamo noi con i nostri pensieri, tante volte lontani da quello che vuole Gesù.

Chiediamo questa grazia: di vivere una relazione di amicizia con il Signore, come un amico parla all’amico (cfr S. Ignazio di L., Esercizi spirituali, 53). Io ho conosciuto un vecchio fratello religioso che era il portiere di un collegio e lui ogni volta che poteva si avvicinava alla cappella, guardava l’altare, diceva: “Ciao”, perché aveva vicinanza con Gesù. Lui non aveva bisogno di dire bla bla bla, no: “ciao, ti sono vicino e tu mi sei vicino”. Questo è il rapporto che dobbiamo avere nella preghiera: vicinanza, vicinanza affettiva, come fratelli, vicinanza con Gesù. Un sorriso, un semplice gesto e non recitare parole che non arrivano al cuore. Come dicevo, parlare con Gesù come un amico parla all’altro amico. È una grazia che dobbiamo chiedere gli uni per gli altri: vedere Gesù come il nostro amico, il nostro amico più grande, il nostro amico fedele, che non ricatta, soprattutto che non ci abbandona mai, anche quando noi ci allontaniamo da Lui. Lui rimane alla porta del cuore. “No, io con te non voglio sapere nulla”, diciamo noi. E Lui rimane zitto, rimane lì a portata di mano, a portata di cuore perché Lui sempre è fedele. Andiamo avanti con questa preghiera, diciamo la preghiera del “ciao”, la preghiera di salutare il Signore con il cuore, la preghiera dell’affetto, la preghiera della vicinanza, con poche parole ma con gesti e con opere buone. Grazie.

[01466-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

 

Speaker:

Frères et sœurs, notre catéchèse d’aujourd’hui traite de la prière, une aide indispensable au discernement spirituel nous permettant de nous adresser à Dieu comme à un ami. Le secret de la vie des saints est la familiarité et la confiance en Dieu, car la familiarité vainc la peur ou le doute. Le discernement ne prétend pas à une certitude absolue car il concerne la vie qui n’est pas toujours logique. Il est significatif que le premier miracle accompli par Jésus dans l’Évangile de Marc soit un exorcisme qui libère l’homme d’une fausse image de Dieu qui ne voudrait pas notre bonheur. Beaucoup de personnes, des chrétiens aussi, pensent la même chose: Jésus est peut-être Fils de Dieu, mais ils doutent qu’il veuille notre félicité. Le signe de la rencontre avec le Seigneur est la joie, alors que la tristesse ou la peur sont des signes qui nous éloignent de Lui. Celui qui s’éloigne du Seigneur n’est jamais content, même s’il est à l’abri du besoin. Discerner n’est pas une chose facile car les apparences sont trompeuses, mais la familiarité avec Dieu peut dissiper les doutes et les craintes en rendant notre vie toujours plus réceptive à sa «douce lumière». Les saints brillent d’une lumière réfléchie et montrent dans les simples gestes de leurs journées la présence aimante de Dieu, qui rend possible l’impossible. La prière, de manière graduelle mais efficace, nous rend de plus en plus capables de reconnaître ce qui est essentiel, ce qui jaillit du fond de notre être.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i capi d’Istituto dell’Insegnamento Cattolico di Pontoise, con Mons. Stanislas Lalanne. Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di vivere una relazione di amicizia con il Signore, la grazia di vedere Gesù come il nostro Amico più grande e fedele, che ci accompagna anche nei momenti difficili della nostra vita.

Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement les chefs d’établissements de l’Enseignement Catholique du diocèse de Pontoise, avec Mgr Stanislas Lalanne.

Frères et sœurs, demandons la grâce de vivre une relation d’amitié avec le Seigneur, la grâce de voir Jésus comme notre Ami le plus grand et fidèle, qui nous accompagne, même dans les moments difficiles de notre vie.

Que Dieu vous bénisse!

[01467-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on discernment, the process of making sound decisions about the God-given meaning and direction of our lives, we now consider the importance of prayer. Praying is never a purely intellectual exercise; it also engages the heart and the emotions. Through prayer, we deepen our friendship with the Lord; we grow in trust as we realize that, in coming to understand and embrace his holy will, we find our true happiness. One of the great temptations in the spiritual life is the fear that fidelity to God’s will can make us sad or unfulfilled. Prayer helps us to overcome such empty fears, and brings instead a deep spiritual joy, even in the midst of trials and tribulations. As the fruit of prayer, discernment makes us sensitive to God’s “kindly light”, illuminating our minds and warming our hearts. Drawing each day closer to the Lord, we come, by a certain “connaturality”, to recognize more fully his will for our lives, and in that will to find our peace and our authentic fulfilment.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente a quelli provenienti da Danimarca, Ghana, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto cordiale ai numerosi gruppi di giovani studenti, e in particolare ai candidati al diaconato del Pontificio Collegio Americano del Nord, insieme con le loro famiglie. Su tutti voi invoco la gioia e la pace di Cristo nostro Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially those from Denmark, Ghana, the Philippines, Canada and the United States of America. I offer a cordial greeting to the numerous student groups present, and in particular the diaconate class of the Pontifical North American College and their families. Upon all of you I invoke the joy and peace of Christ our Lord. God bless you!

[01468-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, heute möchte ich auf ein wesentliches Moment einer guten Unterscheidung der Geister zu sprechen kommen: auf das Gebet, das es uns ermöglicht, ganz einfach und vertrauensvoll zu Gott zu sprechen, so wie mit einem Freund. Die familiäre Vertrautheit mit Gott, die das Leben aller Heiligen kennzeichnet, macht es mit der Zeit immer leichter, zu erkennen, was Gott wohlgefällig ist und wirklich unserem Heil dient. Zugleich hilft eine persönliche Beziehung mit Gott auch gegen die immer wieder aufkommenden Zweifel, Gottes Wille sei vielleicht nicht zu unserem Besten, Gott meinte es mit uns eventuell gar nicht gut und hindere uns an einem glücklichen und erfüllten Leben. Aber so ist es nicht. Eine wirkliche Begegnung mit dem Herrn erkennt man gerade an der tiefen anhaltenden Freude, die sie mit sich bringt. Traurigkeit oder Angst hingegen sind Zeichen der Gottferne. Von dem reichen Jüngling, der Jesus nachfolgen wollte, dies aber nicht schaffte, weil er zugleich an seinem großen Reichtum festhalten wollte, heißt es im Evangelium, dass er traurig wegging (Mt 19,17). Wer vom Herrn weggeht, wird nicht glücklich, auch wenn er noch so viel besitzt. Die Unterscheidung ist nicht leicht, denn der Schein kann trügen, aber die Vertrautheit mit Gott kann Zweifel und Ängste sanft zerstreuen und unser Leben immer empfänglicher machen für sein „mildes Licht“ (John Henry Newman).

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fratelli e le sorelle di lingua tedesca, in particolare i tanti scolari con i loro insegnanti oggi qui presenti. Chiediamo la grazia di vivere l’amicizia con il Signore che ci ricolma di quella gioia profonda che tutti cerchiamo. Egli non ci abbandona mai: con lui non siamo mai soli.

Speaker:

Ich grüße herzlich die deutschsprachigen Brüder und Schwestern, insbesondere die vielen Schülerinnen und Schüler mit ihren Lehrkräften, die heute hier sind. Bitten wir um die Gnade, in Freundschaft mit dem Herrn zu leben, der uns mit jener tiefen Freude erfüllt, nach der wir uns alle sehnen. Er verlässt uns nie, mit ihm sind wir nie allein.

[01469-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En esta catequesis sobre el discernimiento reflexionamos acerca de uno de sus elementos constitutivos, que es la oración. La oración es indispensable para el discernimiento espiritual, porque nos permite entrar en intimidad con el Señor, ser sus amigos, y así poder reconocer lo que a Él le agrada. Esta relación íntima o familiar con Dios también nos ayuda a alejar los miedos y las dudas que pueden turbar nuestro corazón cuando nos disponemos a cumplir su voluntad.

Sabemos que discernir no es fácil, porque no somos máquinas que reciben instrucciones y las llevan a cabo, sino personas. Y en la vida de las personas muchas veces se presentan tantos tipos de obstáculos, sobre todo afectivos. Lo vemos en el caso del joven rico, que quería seguir a Jesús, pero tenía su corazón dividido entre Él y las riquezas. Al final optó por las riquezas, aunque esto lo dejara triste. Por eso, es necesario ser amigos de Jesús, estar abiertos a su gracia, para que Él nos ayude a superar las dificultades y a seguirlo con alegría.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos a Jesús que nos enseñe a orar con sencillez y familiaridad, como un amigo habla con otro amigo. Él es el Amigo fiel que nunca falla, que siempre sale a nuestro encuentro. Aun cuando nosotros nos alejamos de Él. Él siempre permanece. Que Dios los bendiga y la Virgen santa los cuide. Muchas gracias.

[01470-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

O primeiro dos elementos constitutivos do discernimento é a oração; falo duma oração rica de afeto que nos permite falar com Deus como quem fala com um amigo. Efetivamente, discernir e decidir fazer o que agrada a Deus é exigente, mas os Santos faziam-no com naturalidade. Conseguiam agir desse modo porque, através da oração, alimentavam a amizade com Deus e, pouco a pouco, tornavam-se capazes de distinguir o mais importante. É verdade! O segredo da vida dos santos está precisamente nesta sua familiaridade com Deus na oração, com a qual venciam as tentações que nos levam a desconfiar de Deus, pensando que Ele nos está a pedir demasiado ou nos quer tirar o que mais gostamos. Como nos mostra o caso do jovem rico, no Evangelho, ele tomou a iniciativa de ir encontrar-se com Jesus, mas não aceita o convite para O seguir porque, preso às riquezas que tinha, não as quis deixar. E retirou-se «triste». Discernir não é fácil, porque as aparências enganam, mas a familiaridade com Deus pode dissolver suavemente dúvidas e receios e tornar-nos cada vez mais capazes de reconhecer aquilo que conta, quase por conaturalidade, como uma coisa que brota do mais fundo do nosso ser.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i gruppi brasiliani di Jataizinho e Sorocaba, il «Centro de Apoio e Reabilitação para Pessoas com Deficiência» della Santa Casa da Misericórdia de Vila do Conde, sito a Touguinha e qui rappresentato soprattutto dai più giovani, venuti a ringraziare Dio per lo scampato pericolo del Covid. Cari amici, guardate sempre avanti e non lasciate che il passato condizioni la vostra vita. Lavorate per ottenere le cose che desiderate. Insieme a voi e ai vostri cari, chiedo alla Beata Vergine Maria che si prenda cura di tutti voi e vi protegga. Dio vi benedica!

Speaker:

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, em particular os grupos brasileiros de Jataizinho e Sorocaba; o «Centro de Apoio e Reabilitação para Pessoas com Deficiência» da Santa Casa da Misericórdia de Vila do Conde, em Touguinha e aqui representado sobretudo pelos mais novos, que vieram agradecer a Deus por os ter salvo da Covid. Queridos amigos, olhai sempre para diante e não deixeis que o passado vos condicione a vida. Trabalhai para conseguirdes as coisas que desejais. Juntamente convosco e os vossos entes queridos, peço à Bem-Aventurada Virgem Maria que cuide de todos vós e vos proteja. E que Deus vos abencoe!

[01471-IT.02] [Testo originale: Portoghese]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى العُنصُرِ الأوّلِ مِن عناصرِ التّمييزِ وهوَ الصَّلاة، وقال: الصّلاةُ هيَ عنصرٌ مساعدٌ لا غِنَى عنهُ مِن أجلِ التّمييزِ الرُّوحي، وخاصّةً عندما تَمتَلِئُ الصَّلاةُ بالمشاعر، وتَجعَلُنا نتوجَّهُ إلى اللهِ ببساطةٍ وأُلفَة، كما لو أنَّنا نتحدَّثُ إلى صديق. الصَّلاةُ هيَ أن نعرفَ كيفَ نتجاوَزُ أفكارَنا، ونَدخُلُ في صِلَةٍ حميمةٍ مَعَ الرَّبِّ يسوع. فالأُلفَةُ معهُ تُساعِدُنا على أنْ نتغلَّبَ على الخوفِ أو على الشَّكِ في أنَّ إرادتَهُ ليست من أجلِ خيرِنا، وهيَ تجربةٌ تُراوِدُنا أحيانًا وتجعلُ قلبَنا قَلِقًا وَمُتَرَدِّدًا. يَعلَمُ المسيحيُّونَ أنَّ يسوعَ هو ابنُ الله، لكنَّ البعضَ منهُم يشُكُّ أحيانًا في أنَّهُ يريدُ سعادَتَنا، بلْ يخشُونَ إنْ سارُوا معهُ جدِّيًّا، أنْ تُدَمَّرَ حياتُهُم، فيجبُ كبحُ رغباتِهِم، وتطلُّعاتِهِم، والابتعادُ عن كلِّ عزيزٍ علَيهِم. لكن رأينا في لقائِنا الأوَّلِ في موضوعِ التَّمييزِ أنَّ علامةَ الّلقاءِ مَعَ الرَّبِّ يسوع هي الفرح. بينما الحزنُ أو الخوفُ هما مِن علاماتِ البُعدِ عنه. مَن يبتعدُ عنِ الرَّبِّ يسوع لنْ يكونَ سعيدًا أبدًا، حتّى لو كان يملِكُ خيراتٍ وإمكانيّاتٍ كثيرة. التَّمييزُ ليس سَهلًا، لأنَّ المظاهِرَ تخدَعُنا، بينما الأُلفَةُ مَعَ اللهِ يمكنُ أنْ تُبَدِّدَ شكوكَنا ومخاوِفَنا، وتجعلَنا قادرينَ علَى أنْ نميِّزَ بطريقةٍ فعّالَة. لذلكَ الصَّلاةُ المليئةُ بالمشاعرِ تساعدُنا على التَّمييز، وتجعلُنا أكثرَ قدرةً علَى معرفةِ ما هو مُهِمٌّ لحياتِنا، وما هو سببُ فرحِنا.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Viviamo una relazione di amicizia con il Signore, perché Egli è il nostro Amico più grande e fedele, che non ricatta, soprattutto che non ci abbandona mai, anche quando noi ci allontaniamo da Lui. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لِنَعِشْ عَلاقةَ صَداقَةٍ مَعَ الرَّبِّ يسوع، لأنَّهُ صديقُنا الأكبرُ والأكثرُ إخلاصًا، وهو لا يَستَغِلُّنا، ولا يَتَخَلَّى عنّا أبدًا، حتَّى عندما نَبتَعِدُ نحن عنهُ. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[01472-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

 

Speaker:

W dalszych rozważaniach na temat rozeznania, dziś skupimy się na modlitwie, która jest jego istotnym elementem i pomocą. Pozwala zwracać się do Boga z prostotą i zaufaniem, tak jak mówi się do przyjaciela. Przez nią wchodzimy w zażyłą więź z Panem, dzięki której można pokonać lęk i wątpliwości co do Jego woli oraz rozpoznać, co jest Jemu miłe. Rozeznanie nie wymaga absolutnej pewności, ponieważ dotyczy życia, a w życiu jest wiele aspektów, których nie da się zamknąć w jednej kategorii myślowej. Chcielibyśmy dokładnie wiedzieć, co należy robić, ale nawet gdy tak jest, nie zawsze postępujemy konsekwentnie. Sami doświadczyliśmy niejednokrotnie tego, o czym pisze apostoł Paweł w Liście do Rzymian: „Nie czynię (…) dobra, którego chcę, ale czynię właśnie zło, którego nie chcę” (7, 19). Wielu ludzi, również chrześcijan, wątpi, czy Bóg chce naszego szczęścia. Niektórzy obawiają się, że poważne potraktowanie Jego propozycji oznaczałoby zrujnowanie naszego życia, stłumienie naszych pragnień, aspiracji. Czasami nachodzą nas myśli, że Bóg wymaga od nas zbyt wiele. Tymczasem znakiem spotkania z Panem jest radość, a smutek czy lęk to znaki oddalenia się od Niego. Rozeznanie nie jest łatwe, bo pozory mylą, jednak modlitwa stopniowo, ale skutecznie sprawia, że stajemy się coraz bardziej zdolni do rozpoznania tego, co się liczy. Prośmy o łaskę trwania w zażyłej relacji z Panem, abyśmy widzieli w Nim naszego najwierniejszego Przyjaciela.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i polacchi. In particolare i dirigenti, i funzionari e i cappellani del Servizio Penitenziario, venuti a Roma per ringraziare di aver ottenuto san Paolo come loro patrono. Fra qualche giorno inizia il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato alla Madonna del Rosario. Recitando questa preghiera nelle comunità e nelle famiglie affidate a Maria le vostre preoccupazioni e i bisogni del mondo, soprattutto la questione della pace. Dio vi benedica!

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam Polaków, a w szczególności Centralny Zarząd Służby Więziennej, funkcjonariuszy i kapelanów, którzy przybyli do Rzymu, by podziękować za ustanowienie św. Pawła patronem Służby Więziennej. Za kilka dni rozpocznie się październik, miesiąc tradycyjnie poświęcony Matce Bożej Różańcowej. Odmawiając tę modlitwę we wspólnotach i w rodzinach, zawierzajcie Maryi wasze troski i potrzeby świata, zwłaszcza sprawę pokoju. Niech Bóg wam błogosławi!

[01473-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Parete e di Battipaglia, auspicando che, con l’impegno di tutti, cresca il fervore religioso delle rispettive comunità parrocchiali. E poi un pensiero alla martoriata Ucraina, che sta soffrendo tanto, quel povero popolo così crudelmente provato. Questa mattina ho potuto parlare con il cardinale Krajewski che era di rientro dall’Ucraina e mi ha raccontato cose terribili. Pensiamo all’Ucraina e preghiamo per questo popolo martoriato.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. La festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, che celebreremo domani, susciti in ciascuno una sincera adesione ai disegni divini. Sappiate riconoscere e seguire la voce del Maestro interiore, che parla nel segreto della coscienza. Anche preghiamo per il corpo della Gendarmeria vaticana che ha san Michele Arcangelo come patrono e lo festeggia dopo domani. Che loro seguano sempre l’esempio del santo Arcangelo e il Signore li benedica per tutto il bene che fanno.

A tutti la mia benedizione.

[01474-IT.02] [Testo originale: Italiano]

 

[B0716-XX.02]