Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Conferenza Stampa di presentazione dell’ “Anno Perosiano”, 07.06.2022


Alle ore 11.30 di questa mattina, ha avuto luogo - in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede - la Conferenza Stampa di presentazione dell’“Anno Perosiano”, celebrato in occasione del 150.mo anniversario della nascita di Mons. Lorenzo Perosi, Maestro dell’Ottocento e Direttore della Cappella Musicale Pontificia, che si aprirà il prossimo 21 dicembre.

Sono intervenuti Mons. Vincenzo Di Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra; S.E. Mons. Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Delegato del Dicastero per la cultura e l’educazione; S.E. Mons Guido Pozzo, Sovrintendente all’economia della Cappella Musicale Pontificia; Mons. Marcos Pavan, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia; e il Prof. Daniele Maggiore, organizzatore ed editore della “Settimana Perosiana” (14-21 dicembre 2022).

Pubblichiamo di seguito l’intervento di Mons. Vincenzo Di Gregorio:

Intervento di Mons. Vincenzo Di Gregorio

Come perché si è deciso di celebrare un anno dedicato a Lorenzo Perosi

Quando si è accesa la prima, timida fiaccola, che avrebbe suscitato a mano a mano entusiasmo nei cultori della musica, per ricordare i centocinquant’anni dalla nascita di Lorenzo Perosi, le iniziative, come era prevedibile, toccarono anche il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Ci si pose il problema: cosa dire e ricordare del Maestro tortonese? Numerosissime ed ampie sono le pubblicazioni riguardanti gli epistolari, i percorsi e gli sviluppi di una carriera luminosa e, in qualche modo, coerente e senza fratture interne. Ma occorre anche dare, oggi, una visione fedele al personaggio, che certamente non offre un facile approccio.

Lorenzo Perosi è un personaggio complesso e complicato per due motivi:

a. il primo motivo è riferito alla sua esperienza di vita che lo colloca come prete in un percorso professionale musicale di grande spessore: non è il prete che sa di musica, non è il prete che ha compiuto degli studi musicali importanti ed ha acquisito competenze professionali nella musica importanti. È un musicista, è un compositore, è un artista. Tutto questo lo fa essere, come accade per tutti gli artisti, trasbordante dai canoni e dagli stereotipi.

b. Il secondo motivo è costituito dai contesti musicali/culturali, ecclesiali ed ecclesiastici che, appena appena si guardi alla sua poetica umana e musicale, lo pongono per un verso pienamente inserito nei gangli vitali della Chiesa (è il Direttore “perpetuo” della Cappella musicale Sistina) ma, per altro aspetto, ai margini.

La Chiesa Cattolica romana di Lorenzo Perosi. La Chiesa di Lorenzo Perosi era la Chiesa occidentale stretta tra le ultime fiammate del Risorgimento anticlericale, le stritolanti vicende interne - esito delle vicissitudini pericolosamente laceranti del Modernismo - e le inquietudini di quel nuovo secolo che appena dopo la sua metà sarebbe stato il grembo delle novità sorprendenti del pontificato di Giovanni XXIII e del Concilio Vaticano II.

Lorenzo Perosi: lo conosciamo davvero? Appena centoventi anni ci tengono lontano da quel 1902 nel quale Leone XIII ordinava il licenziamento dei soprani evirati dalla Cappella Sistina.

Possiamo lontanamente immaginare quanto la pubblicistica degli ambienti del positivismo, del socialismo, dell’anticlericalismo giocasse divertita sulla presenza degli evirati cantori nella Cappella musicale Sistina, cuore esemplare della grande tradizione musicale polifonica della Chiesa Cattolica romana. Intanto la Chiesa Cattolica occidentale, nei territori nei quali aveva presenza quasi esclusiva o molto significativa, doveva cominciare a misurarsi con gli sviluppi delle ambizioni borghesi che stavano approdando ai trionfi effimeri ma devastanti dei totalitarismi. La figura del prete cattolico Lorenzo Perosi poteva ancora continuare a dare di sé immagine generosa e vicina.

Chi ha eseguito le musiche di Perosi. In quel prete, tutto musica e canto, si sono ritrovate generazioni di cori dei seminari e degli istituti di formazione alla vita clericale e religiosa. Nello stesso tempo gli innumerevoli cori di cattedrali importanti come di piccoli centri che solennizzavano le grandi feste liturgiche del rito cattolico, dalle Alpi alle isole grandi e piccole, attingevano prioritariamente alle musiche del Perosi.

Il merito di queste feste liturgiche celebrate con la musica era quello di far presenti i repertori delle domeniche e delle solennità che costellavano, in termini unici, purtroppo, la vita musicale della gente, del popolo.

Perché “purtroppo”? Perché, a parte l’esistenza delle Bande musicali, nient’altro creava musica per la gente. Il Regno d’Italia, dalla sua formazione risorgimentale, aveva immesso un forte impegno anticattolico e anticlericale, nel disegnare il percorso formativo del cittadino regnicolo. Da questo quadro la musica, come l’arte, ne era stata esclusa. Forse la musica emanava troppo e maleodorante puzzo di sacrestia.

Gli strumenti privilegiati di questa attenzione a Lorenzo Perosi sono la critica e le cronache degli eventi musicali sui quotidiani e le riviste. Si è voluto affidare alla ricerca dei contesti sociali, culturali, artistici e ecclesiastici, il percorso di rilettura della personalità di straordinaria vitalità di Lorenzo Perosi.

In particolare la pubblicazione affidata a Luigi Garbini, a sua volta prete e musicista, ha saputo spaziare tra la poesia, la letteratura, la musica sinfonica e quella teatrale insieme con le problematiche che hanno collegato, intercettato e contrapposto, anche, Chiesa e Società civile, letteratura polemista e pubblicazioni apologetiche.

Cosa ci si aspetta da questo anno perosiano: innanzitutto un’ampia e diffusa riproposta di esecuzioni della musica di questo straordinario Prete che è stato contemporaneo sia alle dinamiche soggiacenti il culto cattolico sia alle istanze e agli orizzonti della grande musica della cultura europea.

È stata una personalità rinchiusa negli orizzonti ecclesiastici? No. In Lorenzo Perosi non troveremo, la seduzione propria della musica del teatro dei suoi anni ma in particolare l’esecuzione dei suoi oratori consentirà di essere avvolti dalla bellezza della musica che nei suoi Oratori viene esposta con un programma ben preciso, come nel poema sinfonico. Troveremo, soprattutto, a cominciare dalla sua produzione di musica da camera, una sorprendente capacità di avvincere e affascinare, come avviene solo nei grandi dell’Arte che, nel contempo, sono grandi nella conoscenza e nella perizia e altrettanto generosi come un fiume che improvvisamente sgorga ricco di freschezza e di spontaneità.

[00899-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0437-XX.02]