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Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la II Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani (24 luglio 2022), 10.05.2022


 

Intervento dell’Em.mo Card. Kevin Farrell

Intervento del Dott. Vittorio Scelzo

Intervento della Sig.ra Maria Francis

Intervento della Sig.ra Giancarla Panizza

 

Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la II Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

La Giornata si celebra la quarta domenica di luglio – quest’anno il 24 luglio - sul tema: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92,15).

Sono intervenuti l’Em.mo Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; il Dott. Vittorio Scelzo, Incaricato per la pastorale degli anziani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; la Sig.ra Maria Francis, Communio – Conference of Catholic Bishops of India, Bangalore – India; la Sig.ra Giancarla Panizza, Auser Associazione per l'invecchiamento attivo, Sartirana (PV) – Italia.

Ne riportiamo di seguito gli interventi:

Intervento dell’Em.mo Card. Kevin Farrell

Buongiorno a tutti.

La celebrazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è un segnale di quanto gli anziani siano importanti nel Magistero di Papa Francesco. Dall'inizio del suo ministero, non si contano le occasioni nelle quali Egli ha ricordato quanto sia necessario contrastare la cultura dello scarto, favorire il dialogo tra le generazioni, preservare le radici dei popoli e custodire la memoria. Da alcuni mercoledì, poi, le Udienze Generali sono dedicate al tema della vecchiaia e in esse ci viene offerta una riflessione originale su un'età della vita che ci preoccupa e che – come troviamo scritto nel Messaggio che oggi presentiamo – nessuno ci ha preparato ad affrontare.

Il Santo Padre ci invita a prendere coscienza della rilevanza degli anziani nella vita delle società e delle nostre comunità e a farlo in maniera non episodica, ma strutturale. Non si tratta, cioè, di rincorrere un'emergenza, ma di porre le basi per un lavoro pastorale di lungo periodo che ci coinvolgerà per i decenni a venire. Per questo ha voluto istituire una Giornata Mondiale destinata ad essere celebrata ogni anno e a segnare il tempo liturgico da ora in avanti. Per lo stesso motivo, nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, per la prima volta, la cura pastorale degli anziani è indicata come una delle competenze principali – al pari di quella giovanile – di un Dicastero della Curia Romana (cfr. § 128). Volenti o nolenti, il tema degli anziani condizionerà il nostro futuro.

Del resto in alcuni paesi del mondo – specialmente in Europa e America del Nord – essi rappresentano il 20% o più della popolazione. All'interno delle nostre comunità si impone, perciò, un cambiamento di prospettiva, mettendo da parte quei ragionamenti che fanno apparire gli anziani come persone lontane ed estranee di cui occuparci. Guardando ai banchi delle nostre chiese, il più delle volte, essi sono popolati soprattutto da persone in là con gli anni. Parlare, dunque, solo “degli anziani” ha poco senso, se sono principalmente loro, in chiesa, ad ascoltarci. È giunta ormai l’ora per noi, d’imparare a parlare "agli anziani".

Per questo il Santo Padre insiste sulla necessità che si delinei una pastorale ordinaria di questa stagione della vita e il messaggio che oggi presentiamo è un chiaro esempio di questa preoccupazione. Oltre a ribadire l'importanza di contrastare la cultura dello scarto, il Papa sembra voler offrire dei punti di riferimento a chi vive lo smarrimento di scoprirsi invecchiato. La pandemia ha contribuito ad aumentare i timori di molti e dobbiamo porci il problema di come riportare in chiesa coloro che hanno smesso di frequentarla per paura del contagio. Il mondo cambia ad una velocità alla quale si fa fatica a tenere testa e subentra in molti la sensazione di non essere più utili, finendo per interiorizzare l'idea che non si possano più portare frutti.

Proprio per rispondere a queste inquietudini – con cuore di padre e con l'esperienza diretta di chi vive questa età della vita – Papa Francesco indica alcuni tesori propri di questa stagione: dei pilastri sui quali costruire una vera e propria spiritualità della vecchiaia.

Il primo è quello della tenerezza. In particolare in questo momento storico, mentre il mondo assiste attonito ad una guerra insensata, il Papa invita a "smilitarizzare i cuori" e affida ai nonni una "grande responsabilità: insegnare alle donne e gli uomini del nostro tempo a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nostri nipoti". La tenerezza, come ha detto altre volte, è una vera e propria rivoluzione ed essa si addice in maniera particolare ai nonni e agli anziani. In questa battaglia, culturale e spirituale, essi non sono la retrovia, ma la prima linea, quelli chiamati a dare un esempio. "Abbiamo affinato la nostra umanità nel prenderci cura del prossimo – scrive il Papa – e oggi possiamo essere maestri di un modo di vivere pacifico e attento ai più deboli". La tenerezza non può essere ridotta a una consolazione per i deboli, ma è ciò di cui il mondo ha veramente bisogno oggi: una vera alternativa alla logica della violenza e della guerra. Ci stiamo abituando ad un linguaggio e ad un atteggiamento bellicoso. Impariamo dai nonni la via della tenerezza!

Il secondo elemento fondante di una spiritualità della vecchiaia è la custodia. È una missione che il Papa affida in maniera particolare agli anziani e che, pur riguardando in primo luogo l'ambito familiare, non si esaurisce in esso. "Uno dei frutti che siamo chiamati a portare è quello di custodire il mondo. «Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio»; ma oggi è il tempo di tenere sulle nostre ginocchia – con l’aiuto concreto o anche solo con la preghiera –, insieme ai nostri, quei tanti nipoti impauriti che non abbiamo ancora conosciuto e che magari fuggono dalla guerra o soffrono per essa. Custodiamo nel nostro cuore – come faceva San Giuseppe, padre tenero e premuroso – i piccoli dell’Ucraina, dell’Afghanistan, del Sud Sudan…". In queste parole c'è il sogno che il legame tra nonno e nipote possa divenire il paradigma dei rapporti tra le persone e c'è l'idea che questa generazione abbia un compito preciso: quello di custodire e proteggere.

Il terzo pilastro della spiritualità della vecchiaia di cui parla il Papa è la preghiera. Nel messaggio essa viene definita come lo strumento "più appropriato alla nostra età" ed è l'unico di cui non può essere privato nemmeno chi vive una fragilità estrema. Ma pregare – specialmente per la generazione che oggi vive il tempo della vecchiaia e che è cresciuta in anni segnati dalla secolarizzazione – è un'arte che bisogna apprendere e che non può più essere data per scontata. È necessario nutrirla con la Parola di Dio e la partecipazione alla vita della Chiesa.

Il messaggio del Papa per la prossima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è l’alternativa alla cultura dello scarto: aiuta tutti noi, e gli anziani stessi, a comprendere che – lungi dall’essere materiale da gettar via – hanno una precisa vocazione all'interno delle nostre comunità. In questo tempo che brama la pace, la Chiesa ha un grande bisogno di anziani, che abbiano il “dono” della tenerezza, che siano capaci di custodire e d’intercedere.

[00719-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

Intervento del Dott. Vittorio Scelzo

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

 

Testo in lingua italiana

Buongiorno a tutti.

Oggi, oltre al messaggio del Santo Padre, vi presentiamo anche il logo della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. La necessità di creare un logo nasce dall’esperienza della prima edizione della Giornata che – a fianco della celebrazione romana – è stata vissuta, in maniera per noi inaspettata, in moltissime realtà diocesane, parrocchiali ed associative. Dopo di me, Maria Francis da Bangalore, racconterà quello che è stato fatto in India. È ciò che vorremmo accadesse anche quest’anno. Un’esperienza così multiforme aveva bisogno di un elemento unificatore – di un simbolo – che aiutasse a ricondurre la molteplicità dei gesti compiuti ad un’unica visione condivisa.

Papa Francesco, nell’Angelus in cui ha annunciato l’indizione della Giornata, l’ha descritta come una “festa dell’incontro” e, per questo motivo, abbiamo scelto come logo dell’evento un abbraccio. In esso si può leggere in filigrana il legame, sul quale il Santo Padre insiste così tanto, tra i nonni e i loro nipoti, ma ad abbracciarsi potrebbero anche essere due sposi invecchiati negli anni, ma cresciuti nell’amore reciproco; oppure due anziane che, visto il declinare delle forze e le risorse limitate, scelgono di vivere insieme per supportarsi reciprocamente; o anche un giovane che va incontro ad un anziano solo per festeggiare la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Il logo cela anche la nostalgia di quando ci si poteva abbracciare con libertà e manifesta il desiderio che si possa riprendere presto a farlo anche nei luoghi nei quali ciò è ancora inspiegabilmente interdetto.

La vecchiaia è la stagione della vita in cui è più evidente il valore dei legami e nella quale si comprende come la solitudine sia sempre un male – “Non è bene che l’uomo sia solo” dice la Scrittura – e, spesso, come abbiamo visto durante la pandemia, uccida. Per questo l’abbraccio della Chiesa, anche attraverso la celebrazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani vuole essere più forte di ogni solitudine e l’auspicio che formuliamo è che ogni comunità trovi il modo di raggiungere tutti. “Vi invito – dice il Papa – ad andare a trovare gli anziani più soli, a casa o nelle residenze dove sono ospiti. Facciamo in modo che nessuno viva questo giorno nella solitudine. Avere qualcuno da attendere può cambiare l’orientamento delle giornate di chi non si aspetta più nulla di buono dall’avvenire, e da un primo incontro può nascere una nuova amicizia. La visita agli anziani soli è un’opera di misericordia del nostro tempo!”

La visita – accanto alla celebrazione di una messa dedicata agli anziani il 24 luglio – è il cuore della celebrazione della Giornata. Essa è un segno evidente della Chiesa in uscita e del desiderio di fare festa con tutti. Accogliendo il suggerimento del Santo Padre, proponiamo che in ogni parrocchia si compia lo sforzo di andare a visitare tutti gli anziani del territorio, in particolare quelli più soli. L’abbraccio è anche l’alternativa alla cultura dello scarto.

C’è, poi, una dimensione sociale dell’abbraccio a cui ha già fatto cenno Sua Eminenza, il Card. Farrell: è quella che il Papa chiama la rivoluzione della tenerezza. Si tratta di un cambiamento profondo delle nostre società che il Santo Padre auspica da tempo e che, in questo frangente segnato dalla guerra in Ucraina, acquista ulteriore valore. Di fronte ad un mondo nel quale le parole si fanno sempre più dure ed i muri tra le persone continuano ad alzarsi, emerge la proposta della mitezza come modo di essere. Nel messaggio si parla della necessità di “smilitarizzare i cuori” quasi a purificare un’aria inquinata dalla retorica del nemico e da atteggiamenti contrapposti. A questo proposito, nel messaggio è contenuto un pressante invito agli anziani a pregare per la pace che si accompagna alla richiesta fatta dopo l’Angelus di domenica scorsa di recitare ogni giorno di maggio il Rosario per la riconciliazione in Ucraina.

La fragilità degli anziani – ed anche il loro arrendersi alla necessità che qualcuno si prenda cura di loro – mostra che l’autosufficienza è sempre un’illusione pericolosa. L’abbraccio, in questo caso, può essere quello di chi sostiene il loro incedere incerto e impedisce loro di cadere. “Non ci si salva da soli, - scrive il Santo Padre – la felicità è un pane che si mangia insieme. Testimoniamolo a coloro che si illudono di trovare realizzazione personale e successo nella contrapposizione. Tutti, anche i più deboli, possono farlo: il nostro stesso lasciarci accudire – spesso da persone che provengono da altri Paesi – è un modo per dire che vivere insieme non solo è possibile, ma necessario”. E ciò che è vero per i singoli, lo è anche per le nazioni.

La Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, in questo 2022 segnato dalla contrapposizione, vuole essere un momento per vivere la Chiesa in uscita e per indicare sommessamente una strada: quella di divenire – anziani e no – “artefici della rivoluzione della tenerezza, per liberare insieme il mondo dall’ombra della solitudine e dal demone della guerra”.

[00720-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Good morning everyone.

Today, in addition to the Holy Father's message, we are also presenting you the logo for the World Day for Grandparents and the Elderly. The need to create a logo stems from the experience of the first edition of the Day that - alongside the Roman celebration - was experienced, in a way that was unexpected for us, in many diocesan, parish and associative realities. After me, Maria Francis from Bangalore will tell what was done in India. This is what we would like to see happen again this year. Such a multifaceted experience needed a unifying element - a symbol - to help lead the multiplicity of gestures made back to a single shared vision.

Pope Francis, in the Angelus in which he announced the call for the Day, described it as a "feast of encounter" and, for this reason, we chose an embrace as the event's logo. In it we can read the bond, on which the Holy Father insists so much, between grandparents and their grandchildren, but the embrace could also be two spouses aged in years, but grown in mutual love; or two elderly women who, given the decline in strength and limited resources, choose to live together to support each other; or even a young man who goes to meet an elderly man alone to celebrate World Day for Grandparents and the Elderly. The logo also hides the nostalgia of when we could embrace each other with freedom and expresses the desire that we can soon resume doing so even in places where it is still inexplicably forbidden.

Old age is the season of life in which the value of bonds is most evident and in which we understand how loneliness is always an evil - "It is not good for man to be alone," says Scripture - and often, as we saw during the pandemic, kills. For this reason, the embrace of the Church, also through the celebration of World Day for Grandparents and the Elderly, wants to be stronger than any loneliness and the hope we formulate is that every community finds a way to reach out to everyone. "I ask you," says the Pope, to seek out those elderly persons who feel most alone, at home or in residences where they live. Let us make sure that no one feels alone on this day. Expecting a visit can transform those days when we think we have nothing to look forward to; from an initial encounter, a new friendship can emerge. Visiting the elderly who live alone is a work of mercy in our time!"

The visitation - alongside the celebration of a Mass dedicated to the elderly on July 24 - is the heart of the Day's celebration. It is a clear sign of the outgoing Church and the desire to celebrate with everyone. Accepting the Holy Father's suggestion, we propose that in every parish an effort be made to visit all the elderly in the area, especially those who are most alone. The embrace is also the alternative to the throwaway culture

There is, then, a social dimension of the embrace to which His Eminence, Card. Farrell has already mentioned: it is what the Pope calls the revolution of tenderness. This is a profound change in our societies that the Holy Father has been hoping for some time and which, at this juncture marked by the war in Ukraine, takes on added value. Faced with a world in which words are becoming increasingly harsh and walls between people continue to rise, the proposal of meekness as a way of being emerges. The message speaks of the need to "demilitarize hearts" as if to purify an air polluted by the rhetoric of the enemy and by opposing attitudes. In this regard, the message contains an urgent invitation to the elderly to pray for peace, which is accompanied by the request made after last Sunday's Angelus to recite the Rosary every day in May for reconciliation in Ukraine.

The frailty of the elderly - and also their surrender to the need for someone to take care of them - shows that self-sufficiency is always a dangerous illusion. The embrace, in this case, can be that of someone who supports their uncertain gait and keeps them from falling. "We are not saved alone," writes the Holy Father, "happiness is a bread that we break together. Let us bear witness to this before those who wrongly think that they can find personal fulfilment and success in conflict. Everyone, even the weakest among us, can do this. The very fact that we allow ourselves to be cared for – often by people who come from other countries – is itself a way of saying that living together in peace is not only possible, but necessary". And what is true for individuals is also true for nations.

The World Day for Grandparents and Elderly, in this 2022 marked by war, wants to be a time to live the Church outgoing and to indicate quietly a way: to become - elderly and not - " artisans of the revolution of tenderness, so that together we can set the world free from the spectre of loneliness and the demon of war.”

[00720-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Buenos días a todos.

Hoy, además del mensaje del Santo Padre, les presentamos el logotipo de la Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores. La necesidad de crear un logotipo nace de la experiencia de la primera realización de la Jornada, que -junto a la celebración romana- se vivió, de forma inesperada para nosotros, en muchas realidades diocesanas, parroquiales y asociativas. Después de mí, Maria Francis, de Bangalore, contará lo que se hizo en la India. Esto es lo que nos gustaría que ocurriera de nuevo este año. Una experiencia tan polifacética necesitaba un elemento unificador -un símbolo- que ayudara a reconducir la multiplicidad de gestos realizados a una única visión compartida.

El Papa Francisco, en el Ángelus en el que anunció la Jornada, la describió como una "fiesta del encuentro" y, por ello, elegimos un abrazo como logotipo del evento. El logotipo representa el vínculo, sobre el que el Santo Padre insiste tanto, entre los abuelos y sus nietos, pero también podría tratarse de dos cónyuges que han envejecido en años pero que han crecido en amor; o de dos mujeres mayores que, dadas sus menguadas fuerzas y sus limitados recursos, deciden vivir juntas para apoyarse mutuamente; o incluso de una persona joven que va al encuentro de una persona mayor sola para celebrar la Jornada Mundial de los Abuelos y los Mayores. El logotipo también esconde una nostalgia por los días en que las personas podían abrazarse libremente, y expresa el deseo de que esto vuelva a ser posible pronto en los lugares donde todavía está inexplicablemente prohibido.

La vejez es la época de la vida en la que el valor de los vínculos es más evidente y en la que comprendemos que la soledad es siempre un mal - "No es bueno que el hombre esté solo" dice la Escritura- y a menudo, como vimos durante la pandemia, mata. Por eso, el abrazo de la Iglesia, que pasa también a través de la celebración de la Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores, quiere ser más fuerte que cualquier soledad, y tenemos el deseo de que cada comunidad encuentre la manera de llegar a todos. " Los invito -dice el Papa- a anunciar esta Jornada en sus parroquias y comunidades, a ir a visitar a los ancianos que están más solos, en sus casas o en las residencias donde viven. Tratemos que nadie viva este día en soledad. Tener alguien a quien esperar puede cambiar el sentido de los días de quien ya no aguarda nada bueno del futuro; y de un primer encuentro puede nacer una nueva amistad. La visita a los ancianos que están solos es una obra de misericordia de nuestro tiempo”.

La visita -junto con la celebración de una misa dedicada a los ancianos el 24 de julio- es el núcleo de la celebración de la Jornada. Es un claro signo de la Iglesia en salida y del deseo de celebrar con todos. Acogiendo la sugerencia del Santo Padre, proponemos que en cada parroquia se haga un esfuerzo por visitar a todos los ancianos de la zona, especialmente a los que están más solos. El abrazo es también la alternativa a la cultura del descarte.

Así mismo, hay una dimensión social en el abrazo que Su Eminencia el Cardenal Farrell ya ha mencionado: es lo que el Papa llama la revolución de la ternura. Se trata de un cambio profundo en nuestras sociedades que el Santo Padre espera desde hace tiempo y que, en esta coyuntura marcada por la guerra en Ucrania, adquiere un valor añadido. Ante un mundo en el que las palabras son cada vez más duras y los muros entre las personas siguen alzándose, surge la propuesta de la mansedumbre como forma de ser. El mensaje habla de la necesidad de "desmilitarizar los corazones", como si se tratara de purificar un aire contaminado por la retórica enemiga y las actitudes contrarias. En este sentido, el mensaje contiene una apremiante invitación a los ancianos a rezar por la paz, que va acompañada de la petición realizada tras el Ángelus del pasado domingo de rezar el Rosario todos los días de mayo por la paz en Ucrania.

La fragilidad de los ancianos -y también su reconocimiento de la necesidad de que alguien se ocupe de ellos- demuestra que la autosuficiencia es siempre una ilusión peligrosa. El abrazo, en este caso, puede ser el de alguien que sostiene su marcha incierta y evita que se caiga. "No nos salvamos solos -escribe el Santo Padre-, la felicidad es un pan que se come juntos. Testimoniémoslo a aquellos que se engañan pensando encontrar realización personal y éxito en el enfrentamiento. Todos, también los más débiles, pueden hacerlo. Incluso dejar que nos cuiden —a menudo personas que provienen de otros países— es un modo para decir que vivir juntos no sólo es posible, sino necesario". Y lo que es cierto para los individuos también lo es para las naciones.

La Jornada Mundial de los Abuelos y de las Personas Mayores, en este 2022 marcado por la contraposición, quiere ser un momento para vivir la Iglesia en salida y para indicar serenamente un camino: el de convertirse - ancianos y no - en " artífices de la revolución de la ternura, para liberar juntos al mundo de la sombra de la soledad y del demonio de la guerra ".

[00720-ES.01] [Texto original: Italiano]

Intervento della Sig.ra Maria Francis

Testo in lingua inglese

Traduzione in lingua italiana

Traduzione in lingua spagnola

 

Testo in lingua inglese

My name is Maria Francis. I am from India. I am a Telecom Engineer by profession, but I am also a missionary working with the youth and a core team member of Communio, which is a ministry under the Indian church that helps the church in rural areas.

I had the privilege a few years ago to live with and to accompany my grandfather who was 93 years old through a very dark phase in his life. His wife (my grandmother) had just died, and he was getting used to life without his spouse of 60 years. There were some challenges for me like rewiring my biological clock to suit his mealtimes and schedule, being alert all the time to make sure he does not fall, to be present for his needs, and balancing my Engineering job by working remotely from home. It was just him and me in the house the whole day. The Imitation of Christ says, “The Holy Spirit is able to teach much without the noise of many words” and this was the experience I had in those days. The daily image I saw of him praying the rosary and patiently being resigned to God’s will and not complaining filled my heart with so much light. I learnt to adapt to change from him and not to complain or blame God for things that happen outside of my control. My grandfather did not speak much but the Lord surfaced in me a need I did not know existed and then filled it with his own love through this elderly person. One experience I also had was living in fear thinking my grandfather would die any day like today or tomorrow or when I was away on business trips. When I was praying the rosary one day, I had a sudden realization like “My grandfather is a son of Mary, he will die only on a feast of Mary”. Then I stopped worrying and my grandfather died on a Marian feast few months later. On the day of his death, God birthed in me a new desire to serve the church in a more concrete way and hence I became a missionary. My grandfather, who had finished living his active life changed the course of my destiny and gave me the most precious gift of propagating the faith and living out my vocation as a missionary in India.

This was the foundation on which we built our campaign for the month of the elderly for Communio. Our social media team made a series of educational videos based on the Holy Father’s message for the first World Day for Grandparents and the elderly. I was happy to know that in this year message, the Pope says that: "Visiting the elderly is an act of mercy in our times" and that he proposes a revolution of tenderness. We added a series of activities for young people to perform when they watched the videos. The aim of this exercise was to uncover in young people “the hidden need” they have for the presence of an elderly person. Some of us have dead grandparents and so we included an activity to pray for them and to visit instead an elderly priest/schoolteacher/neighbor. Fun activities like taking a selfie and posting it on social media with the hashtag #grandcelebration was organized but we also tried our best to keep these fun encounters going forward in concrete ways like make 5 visits to your grandparents (we did not stop with one visit), adopt an elderly neighbor, buy groceries for someone living alone, visit a terminally ill elderly person, offer to help in a care home, or a simple deed like make a phone call every week to an elderly person. We also included retired priests and religious living in our areas and visited them. One of the dioceses in India made arrangements for the youth to drop and pickup elderly people to the vaccination centers to get them the Covid vaccine as elderly people had no transport or logistics to get there. They also had difficulties in booking the vaccine slot as all vaccine appointments would get filled and the elderly did not know to use the website or the app quickly. The youth would book an appointment, pick up the elderly person, get them vaccinated and drop them back home. The result of the campaign was well received by the young people and many of them felt very joyful and fulfilled. This year we plan to do the same in the month of July but at a larger level as Covid restrictions are lesser.

[00721-EN.01] [Original text: English]

Traduzione in lingua italiana

Il mio nome è Maria Francis. Vengo dall'India. Di professione sono un ingegnere in telecomunicazioni, ma sono anche una missionaria che lavora con i giovani e un membro del team di Communio, che è un progetto della Chiesa indiana che aiuta la Chiesa nelle zone rurali.

Ho avuto il privilegio alcuni anni fa di vivere con e di accompagnare mio nonno che aveva 93 anni in una fase molto buia della sua vita. Sua moglie (mia nonna) era appena morta, e lui si stava abituando alla vita senza colei che era stata la sua compagna per 60 anni. Ci sono state alcune sfide per me, come reimpostare il mio orologio biologico per adattarlo ai suoi orari e ai suoi pasti, essere sempre all'erta per assicurarmi che non cadesse, essere presente per i suoi bisogni, e bilanciare il mio lavoro di ingegnere lavorando in remoto da casa. Eravamo solo io e lui in casa tutto il giorno. L'Imitazione di Cristo dice: "Lo Spirito Santo è capace di insegnare molto senza il rumore di molte parole" e questa è stata l'esperienza che ho fatto in quei giorni. L'immagine quotidiana che vedevo di lui che recitava il rosario e che pazientemente si rassegnava alla volontà di Dio senza lamentarsi mi riempiva il cuore di tanta luce. Da lui ho imparato ad adattarmi ai cambiamenti e a non lamentarmi o incolpare Dio per le cose che accadono al di fuori del mio controllo. Mio nonno non parlava molto, ma il Signore ha fatto emergere in me un bisogno che non sapevo esistesse e l'ha riempito con il suo amore attraverso questa persona anziana. Un'esperienza che ho fatto è stata anche quella di vivere nella paura pensando che mio nonno sarebbe morto da un giorno all'altro come oggi o domani o quando ero via per viaggi di lavoro. Un giorno, mentre pregavo il rosario, ho avuto un'improvvisa percezione: "Mio nonno è un figlio di Maria, morirà solo in una festa di Maria". Poi ho smesso di preoccuparmi e mio nonno è morto proprio in una festa mariana pochi mesi dopo. Il giorno della sua morte, Dio ha fatto nascere in me un nuovo desiderio di servire la Chiesa in modo più concreto e quindi sono diventata missionaria. Mio nonno, che aveva finito di vivere la sua vita attiva, ha cambiato il corso del mio destino e mi ha dato il dono più prezioso: trasmettere la fede e vivere la mia vocazione di missionaria in India.

Questo è stato il fondamento su cui abbiamo costruito la nostra campagna per il mese degli anziani per Communio. Il nostro team di social media ha realizzato una serie di video educativi basati sul messaggio del Santo Padre per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Sono stata felice di sapere che nel messaggio di quest'anno, il Papa dice che: "Visitare gli anziani è un'opera di misericordia del nostro tempo" e che propone una rivoluzione della tenerezza. Abbiamo aggiunto una serie di attività che i giovani dovevano svolgere quando guardavano i video. Lo scopo di questo esercizio era quello di scoprire nei giovani "il bisogno nascosto" che hanno della presenza di una persona anziana. Alcuni di noi hanno i nonni morti e così abbiamo incluso un'attività per pregare per loro e per visitare invece un prete/insegnante/vicino di casa anziano. Sono state organizzate attività divertenti come scattare un selfie e postarlo sui social media con l'hashtag #grandcelebration, ma abbiamo anche fatto del nostro meglio per continuare questi incontri in modi concreti come fare 5 visite ai propri nonni (non ci siamo fermati a una sola visita), adottare un vicino anziano, comprare generi alimentari per qualcuno che vive da solo, visitare un anziano malato terminale, offrire aiuto in una casa di cura, o una semplice azione come fare una telefonata ogni settimana a una persona anziana. Abbiamo anche incluso sacerdoti e religiosi anziani che vivono nelle nostre zone e li abbiamo visitati. Una delle diocesi in India ha fatto in modo che i giovani portassero e prendessero le persone anziane ai centri di vaccinazione per portare loro il vaccino per il Covid, poiché gli anziani non avevano mezzi di trasporto per arrivarci. Avevano anche difficoltà a prenotare il posto per il vaccino perché tutti gli appuntamenti per il vaccino si riempivano e gli anziani non sapevano usare velocemente il sito web o l'app. I giovani prenotavano un appuntamento, andavano a prendere l'anziano, lo facevano vaccinare e lo riportavano a casa. Il risultato della campagna è stato ben accolto dai giovani e molti di loro si sono sentiti molto felici e soddisfatti. Quest'anno abbiamo in programma di fare lo stesso nel mese di luglio, ma ad un livello più ampio, dato che le restrizioni Covid sono minori.

[00721-IT.01] [Testo originale: Inglese]

Traduzione in lingua spagnola

Me llamo Maria Francis. Soy de la India. Soy ingeniera de telecomunicaciones de profesión, pero también soy misionera que trabaja con los jóvenes y miembro del equipo central de Communio, que es una pastoral de la Iglesia india que ayuda a la Iglesia en las zonas rurales.

Hace unos años tuve el privilegio de vivir y acompañar a mi abuelo, que tenía 93 años, en una fase muy oscura de su vida. Su mujer (mi abuela) acababa de morir y él se estaba acostumbrando a la vida sin su esposa de 60 años. Hubo algunos retos para mí, como reconfigurar mi reloj biológico para que se adaptara a sus horarios de comida y de actividad, estar alerta todo el tiempo para asegurarme de que no se cayera, estar presente para sus necesidades, y equilibrar mi trabajo de ingeniería trabajando a distancia desde casa. Estábamos solos él y yo en casa todo el día. La Imitación de Cristo dice: "El Espíritu Santo es capaz de enseñar mucho sin el ruido de muchas palabras" y esta fue la experiencia que tuve en esos días. La imagen diaria que veía de él rezando el rosario y resignándose pacientemente a la voluntad de Dios y sin quejarse llenaba mi corazón de mucha luz. De él aprendí a adaptarme a los cambios y a no quejarme ni culpar a Dios por las cosas que suceden fuera de mi control. Mi abuelo no hablaba mucho pero el Señor hizo aflorar en mí una necesidad que no sabía que existía y luego la llenó con su propio amor a través de esta persona mayor. Una experiencia que también tuve fue la de vivir con miedo pensando que mi abuelo moriría cualquier día como hoy o mañana o cuando estuviera de viaje de negocios. Un día, mientras rezaba el rosario, tuve una comprensión repentina: "Mi abuelo es un hijo de María, sólo morirá en una fiesta de María". Entonces dejé de preocuparme y mi abuelo murió en una fiesta mariana unos meses después. El día de su muerte, Dios hizo nacer en mí un nuevo deseo de servir a la Iglesia de una manera más concreta y por eso me hice misionera. Mi abuelo, que había terminado de vivir su vida activa, cambió el curso de mi destino y me dio el don más precioso de propagar la fe y vivir mi vocación de misionera en la India.

Esta fue la base sobre la que construimos nuestra campaña para el mes de las personas mayores para Communio. Nuestro equipo de medios sociales realizó una serie de vídeos educativos basados en el mensaje del Santo Padre para la primera Jornada Mundial de los Abuelos y de los Mayores. Me alegró saber que en el mensaje de este año, el Papa dice que: "Visitar a los ancianos es un acto de misericordia en nuestro tiempo" y que propone una revolución de la ternura. Añadimos una serie de actividades para que los jóvenes las realizaran al ver los vídeos. El objetivo de este ejercicio era descubrir en los jóvenes "la necesidad oculta" que tienen de la presencia de una persona mayor. Los abuelos de algunos de nosotros ya han fallecido, por lo que incluimos una actividad para rezar por ellos y visitar en su lugar a un sacerdote/maestro de escuela/vecino anciano. Se organizan actividades divertidas como hacerse un selfie y publicarlo en las redes sociales con el hashtag #grandcelebration, pero también nos esforzamos por mantener estos encuentros divertidos de forma concreta como hacer 5 visitas a tus abuelos (no nos conformamos con una sola visita), adoptar a un vecino anciano, comprar alimentos para alguien que vive solo, visitar a un anciano con una enfermedad terminal, ofrecerse a ayudar en una residencia, o una simple acción como hacer una llamada telefónica cada semana a una persona mayor. También incluimos a los sacerdotes y religiosos jubilados que viven en nuestras zonas y los visitamos. Una de las diócesis de la India se organizó para que los jóvenes llevaran y recogieran a los ancianos a los centros de vacunación para que recibieran la vacuna Covid, ya que los ancianos no tenían transporte ni logística para llegar allí. También tenían dificultades para reservar el turno de vacunación, ya que todas las citas de vacunación se llenaban y los ancianos no sabían utilizar el sitio web o la aplicación rápidamente. Los jóvenes reservaban una cita, recogían a la persona mayor, la vacunaban y la dejaban en su casa. El resultado de la campaña fue bien recibido por los jóvenes y muchos de ellos se sintieron muy contentos y realizados. Este año tenemos previsto hacer lo mismo en el mes de julio, pero a mayor escala, ya que las restricciones por el Covid son menores.

[00721-ES.01] [Texto original: Inglés]

Intervento della Sig.ra Giancarla Panizza

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

 

Testo in lingua italiana

Buongiorno a tutti,

innanzi tutto, vorrei ringraziare per l’opportunità di essere qui oggi per condividere la mia esperienza. Leggere il messaggio del Santo Padre è stato un grande conforto perché mi sono sentita sostenuta nei valori nei quali, personalmente e con Auser Sartirana Solidale, l'associazione di cui sono presidente, ho sempre creduto: fratellanza, accoglienza, pace, giustizia sociale e inclusione. L’idea di base da cui nasce Auser è che gli anziani siano una risorsa per la società.

Nella piccola realtà che rappresento, in un territorio caratterizzato da un indice di invecchiamento pari al 420%, i volontari e le volontarie anziani con più energia sono al servizio dei “grandi anziani”, delle famiglie fragili, delle persone con disabilità e accompagnano a scuola i bambini che abitano lontano dal paese, nelle cascine.

Il nostro impegno è orientato a far sì le persone possano permanere il più a lungo possibile nel proprio contesto di vita, cercando di garantire l’accesso alle cure e allo stare insieme sereno. Valorizziamo i saperi di tutti. Abbiamo costruito una mostra fotografica sulle “Mani sapienti” che ha cercato di comunicare questo: una carrellata di mani anziane che seminano, ricamano, dipingono, tengono l’amministrazione della nostra associazione, in continuità con mani più giovani. Abbiamo portato a Papa Francesco la foto delle mani di un anziano che semina, in sintonia con il passo evangelico “daranno ancora frutti”.

Ora stiamo definendo un progetto in cui le persone anziane parleranno della storia dell’acqua - la nostra è terra d’acqua e di risaie- e insegneranno ai bambini e ai ragazzi come l’acqua sia preziosa per la vita, e come lo spreco sia un insulto alla vita.

La mia esperienza in Auser è iniziata un po’ per caso, ormai molti anni fa. Fino a allora mi ero sempre occupata di minori e pensavo di non essere portata verso gli interventi per la terza e la quarta età. Ora invece ricevo da questi anziani o dalle persone con disabilità molto più di quanto io do a loro

Mi è piaciuta molto la definizione di Papa Francesco di “progetti di esistenza” più che di assistenza. Ecco, questo cercheremo di fare, progetti di esistenza e, se il Papa ce lo consente, prenderemo in prestito questo come titolo per il progetto per nonni e bambini.

E di una bambina oggi parliamo, la piccola Airis, la nipotina di Caterina, profuga prima di nascere e nata prematura in Italia, simbolo di rinascita, di superamento della morte portata dalla guerra, della vita che vince. Il nome che i suoi genitori hanno scelto per lei vuol dire Arcobaleno in ucraino. L’arco di luce e colore che viene dopo il diluvio, il diluvio delle bombe che vorremmo finisse subito. La mamma di Airis, Anna, è arrivata a Sartirana ospite della famiglia in cui la propria madre aveva assistito in passato una persona non autosufficiente. Caterina è molto ben voluta in paese per la sua disponibilità e i miei concittadini si sono mobilitati per accogliere e aiutare i suoi parenti che arrivavano dalla martoriata Ucraina. Tra loro la nonna paterna di Airis, una pittrice che in poco tempo ha ritratto ogni angolo del nostro borgo.

Per la piccola sono stati raccolti culla, lettino, vestitini, alimenti. Ma Caterina è una persona con una grande dignità. Spesso rimanda a Auser gli aiuti affinché li faccia arrivare in Ucraina, dove ce n’è più bisogno.

I volontari hanno accompagnato Anna alle visite prenatali e ora accompagnano la nonna a visitare la piccola che è in incubatrice al Policlinico di Pavia.

Poi un giorno Caterina si è presentata in Auser e ha detto di voler diventare socia, la nostra prima socia ucraina. Il vicepresidente di Auser, che ha 88 anni, si è candidato a diventare il “nonno italiano” di Airis.

Vorremmo che Airis e tutti i bambini e i ragazzi che fuggono da tutte le guerre potessero avere gli stessi diritti dei bambini italiani, ma oggi purtroppo non è ancora così.

Anche per questo, per tutte le persone che soffrono o che sono sole, senza distinzione di etnia, vogliamo concorrere alla rivoluzione della tenerezza, la rivoluzione disarmata di cui parla Papa Francesco.

[00722-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Good morning to everyone.

First of all, I would like to thank you for the opportunity of being here today to share my experience. Reading the Holy Father's message was very reassuring because I felt supported in the values in which, I, both personally and with Auser Sartirana Solidale, the association of which I am President, have always believed: brotherhood, acceptance, peace, social justice and inclusion. The basic principle behind Auser is that elderly people are a resource for society.

In the small association that I represent, in an area characterized by an aging rate of 420%, the senior volunteers with the most energy are at the service of the "older seniors ", of fragile families, of people with disabilities, and they accompany children, who live far from the country and on farms, to school.

Our commitment is oriented towards ensuring that people can remain in their own living environment for as long as possible, trying to guarantee access to healthcare and to peaceful time together. We value everyone's skills. We built a photographic exhibition on the " Skillful Hands" that try to communicate just that: a collection of elderly hands as they sow, embroider, paint and manage our association's administration, in keeping with younger hands. We brought Pope Francis the photo of the hands of an elderly person sowing, in tune with the Gospel passage "they will still bear fruit".

Now we're finalizing a project where older people will talk about the history of water - ours is a land of water and rice fields - and they will teach children and teens how water is precious to life, and how wasting it is an insult to life.

My experience in Auser started by chance, many years ago. Until then, I had always dealt with minors, and I thought I was not suited for working with middle old and very old people. Now, instead, I receive much more from these elderly people or people with disabilities than I give to them.

I really liked Pope Francis' definition of "projects of existence" rather than assistance. So, that's what we're going to try to do, projects of existence, and if the Pope allows us to, we're going to borrow that as the title for the project for grandparents and children.

And today we are going to speak precisely about a little girl, baby Airis, Caterina's granddaughter, a refugee even before she came to be, who was born prematurely in Italy, a symbol of rebirth, of overcoming death caused by war, of life that conquers. The name her parents chose for her means Rainbow in Ukrainian. The arch of light and color that comes after the flood, the flood of bombs that we all wish would end immediately. Airis' mother, Anna, arrived in Sartirana as a guest of the family where her own mother had assisted a non-self-sufficient person in the past. Caterina is very well liked in the village for her helpfulness, and my fellow citizens came together to welcome and help her relatives arriving from the tormented Ukraine. Among them was Airis's paternal grandmother, a painter who in a short time made paintings of every corner of our village.

A cradle, a crib, clothes and food were collected for the baby. However, Caterina is a person of great dignity. She often sends any aid back to Auser, so that it can arrive in Ukraine, where it is most needed.

The volunteers accompanied Anna to prenatal visits and now they accompany the grandmother to visit the little one, who is in an incubator at the Policlinico in Pavia.

Then one day Caterina showed up at Auser and said she wanted to become a member, our first Ukrainian member. Auser's 88-year-old Vice President volunteered to become Airis' "Italian grandfather."

We would like that Airis and all the children and young people who flee from all wars could have the same rights as Italian children, but today unfortunately this is not yet the case.

Even for this reason, for all people who suffer or are alone, without distinction of ethnic origin, we would like to contribute to the revolution of tenderness, the unarmed revolution of which Pope Francis speaks.

[00722-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Buenos días a todos,

En primer lugar, me gustaría agradecerles la oportunidad de estar hoy aquí para compartir mi experiencia. La lectura del mensaje del Santo Padre fue un gran consuelo porque me sentí apoyada en los valores en los que, personalmente y con Auser Sartirana Solidale, la asociación de la que soy presidente, siempre he creído: la fraternidad, la acogida, la paz, la justicia social y la inclusión. La idea básica de Auser es que las personas mayores son un recurso para la sociedad.

En la pequeña ciudad que represento, en una zona caracterizada por un índice de envejecimiento del 420%, los voluntarios mayores con más energía están al servicio de los "grandes ancianos", de las familias frágiles, de las personas con discapacidad, y acompañan a los niños que viven lejos de la ciudad, en las granjas, a la escuela.

Nuestro objetivo es garantizar que las personas puedan permanecer en su propio entorno vital el mayor tiempo posible, y asegurarles el acceso a los cuidados y la convivencia pacífica. Valoramos los conocimientos de todos. Hemos montado una exposición fotográfica sobre "Manos sabias" que intentaba comunicar esto: una ronda de manos mayores sembrando, bordando, pintando, llevando la administración de nuestra asociación, en continuidad con manos más jóvenes. Llevamos la foto de las manos de un anciano sembrando al Papa Francisco, en consonancia con el pasaje del Evangelio "en la vejez seguirán dando fruto".

Ahora estamos definiendo un proyecto en el que las personas mayores hablarán de la historia del agua -la nuestra es una tierra de agua y arrozales- y enseñarán a los niños y jóvenes cómo el agua es preciosa para la vida, y cómo desperdiciarla es un insulto a la vida.

Mi experiencia en Auser comenzó por casualidad hace muchos años. Hasta entonces siempre me había dedicado a los niños y creía que no estaba capacitada para trabajar con la tercera y cuarta edad. Sin embargo, ahora recibo mucho más de estas personas mayores o discapacitadas de lo que les doy.

Me gustó mucho la definición del Papa Francisco de "proyectos de existencia" en lugar de asistencia. Esto es lo que intentaremos hacer, proyectos de existencia, y si el Papa nos lo permite, lo tomaremos prestado como título para el proyecto para abuelos y niños.

Y hoy os quería hablar de una niña, la pequeña Airis, nieta de Caterina, refugiada antes de nacer y nacida prematuramente en Italia, símbolo del renacimiento, de la superación de la muerte que trajo la guerra, de la vida que vence. El nombre que sus padres eligieron para ella significa Arco Iris en ucraniano. El arco de luz y color que viene después del diluvio, el diluvio de bombas que deseamos que termine inmediatamente. La madre de Airis, Anna, llegó a Sartirana como invitada de la familia donde su propia madre había cuidado de una persona no autosuficiente en el pasado. Caterina es muy querida en el pueblo por su disponibilidad y mis conciudadanos se han movilizado para acoger y ayudar a sus familiares que vienen de la atormentada Ucrania. Entre ellos estaba la abuela paterna de Airis, una pintora que no tardó en pintar todos los rincones de nuestro pueblo.

Se recogió una cuna, una camita, ropa y comida para la niña. Pero Caterina es una persona con gran dignidad. A menudo devuelve la ayuda a Auser para que la envíe a Ucrania, donde más se necesita.

Los voluntarios acompañaron a Anna a las visitas prenatales y ahora acompañan a la abuela a visitar a la pequeña que está en una incubadora en el Policlínico de Pavía.

Así que un buen día, Caterina vino a Auser y dijo que quería hacerse miembro, nuestra primera socia ucraniana. El vicepresidente de Auser, de 88 años, solicitó convertirse en el "abuelo italiano" de Airis.

Nos gustaría que Airis y todos los niños y jóvenes que huyen de todas las guerras tuvieran los mismos derechos que los niños italianos, pero hoy, por desgracia, todavía no es así.

También por eso, por todas las personas que sufren o que están solas, sin importar la etnia, queremos contribuir a la revolución de la ternura, la revolución desarmada de la que habla el Papa Francisco.

[00722-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0343-XX.01]