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L’Udienza Generale, 13.04.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, alla vigilia del Triduo Pasquale, il Papa ha incentrato la sua riflessione sul tema: “La pace di Pasqua” (Lettura: Gv 14,27).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Siamo al centro della Settimana Santa, che si snoda dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua. Entrambe queste domeniche si caratterizzano per la festa che viene fatta intorno a Gesù. Ma sono due feste diverse.

Domenica scorsa abbiamo visto Cristo entrare solennemente a Gerusalemme, come una festa, accolto come Messia: e per Lui vengono stesi sulla strada mantelli (cfr Lc 19,36) e rami tagliati dagli alberi (cfr Mt 21,8). La folla esultante benedice a gran voce «colui che viene, il re», e acclama: «Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli» (Lc 19,38). Quella gente là festeggia perché vede nell’ingresso di Gesù l’arrivo di un nuovo re, che avrebbe portato pace e gloria. Ecco qual era la pace attesa da quella gente: una pace gloriosa, frutto di un intervento regale, quello di un messia potente che avrebbe liberato Gerusalemme dall’occupazione dei Romani. Altri, probabilmente, sognavano il ristabilimento di una pace sociale e vedevano in Gesù il re ideale, che avrebbe sfamato le folle di pani, come aveva già fatto, e operato grandi miracoli, portando così più giustizia nel mondo.

Ma Gesù non parla mai di questo. Ha davanti a sé una Pasqua diversa, non una Pasqua trionfale. L’unica cosa a cui tiene per preparare il suo ingresso a Gerusalemme è cavalcare «un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno» (v. 30). Ecco come Cristo porta la pace nel mondo: attraverso la mansuetudine e la mitezza, simboleggiate da quel puledro legato, su cui nessuno era salito. Nessuno, perché il modo di fare di Dio è diverso da quello del mondo. Gesù, infatti, appena prima di Pasqua, spiega ai discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27). Sono due modalità diverse: un modo come il mondo ci dà la pace e un modo come Dio ci dà la pace. Sono diversi.

La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre: lo sappiamo bene. La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri. Cristo, infatti, ha preso su di sé il nostro male, il nostro peccato e la nostra morte. Ha preso su di sé tutto questo. Così ci ha liberati. Lui ha pagato per noi. La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé. Questa pace mite e coraggiosa, però, è difficile da accogliere. Infatti, la folla che osannava Gesù è la stessa che dopo pochi giorni grida “Crocifiggilo” e, impaurita e delusa, non muove un dito per Lui.

A questo proposito, è sempre attuale un grande racconto di Dostoevskij, la cosiddetta Leggenda del Grande Inquisitore. Si narra di Gesù che, dopo vari secoli, torna sulla Terra. Subito è accolto dalla folla festante, che lo riconosce e lo acclama. “Ah, sei tornato! Vieni, vieni con noi!”. Ma poi viene arrestato dall’Inquisitore, che rappresenta la logica mondana. Questi lo interroga e lo critica ferocemente. Il motivo finale del rimprovero è che Cristo, pur potendo, non ha mai voluto diventare Cesare, il più grande re di questo mondo, preferendo lasciare libero l’uomo anziché soggiogarlo e risolverne i problemi con la forza. Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto: ha rispettato la nostra libertà. «Tu – dice l’Inquisitore a Gesù –, accettando il mondo e la porpora dei Cesari, avresti fondato il regno universale e dato la pace universale» (I fratelli Karamazov, Milano 2012, 345); e con sentenza sferzante conclude: «Se c’è qualcuno che ha meritato più di tutti il nostro rogo, sei proprio Tu» (348). Ecco l’inganno che si ripete nella storia, la tentazione di una pace falsa, basata sul potere, che poi conduce all’odio e al tradimento di Dio e a tanta amarezza nell’anima.

Alla fine, secondo questo relato, l’Inquisitore vorrebbe che Gesù «gli dicesse qualche cosa, magari anche qualche cosa di amaro, di terribile». Ma Cristo reagisce con un gesto dolce e concreto: «gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui» (352). La pace di Gesù non sovrasta gli altri, non è mai una pace armata: mai! Le armi del Vangelo sono la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, l’amore a ogni prossimo. È così che si porta la pace di Dio nel mondo. Ecco perché l’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo. Sempre la guerra è un’azione umana per portare all’idolatria del potere.

Gesù, prima della sua ultima Pasqua, disse ai suoi: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27). Sì, perché mentre il potere mondano lascia solo distruzione e morte – lo abbiamo visto in questi giorni –, la sua pace edifica la storia, a partire dal cuore di ogni uomo che la accoglie. Pasqua è allora la vera festa di Dio e dell’uomo, perché la pace, che Cristo ha conquistato sulla croce nel dono di sé, viene distribuita a noi. Perciò il Risorto, il giorno di Pasqua, appare ai discepoli e come li saluta? «Pace a voi!» (Gv 20,19.21). Questo è il saluto di Cristo vincitore, di Cristo risorto.

Fratelli, sorelle, Pasqua significa “passaggio”. È, soprattutto quest’anno, l’occasione benedetta per passare dal dio mondano al Dio cristiano, dall’avidità che ci portiamo dentro alla carità che ci fa liberi, dall’attesa di una pace portata con la forza all’impegno di testimoniare concretamente la pace di Gesù. Fratelli e sorelle, mettiamoci davanti al Crocifisso, sorgente della nostra pace, e chiediamogli la pace del cuore e la pace nel mondo.

[00546-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Nous sommes au cœur de la Semaine Sainte, entre le dimanche des Rameaux et le dimanche de Pâques. Dimanche dernier, la foule acclamait Jésus comme un Messie puissant qui allait apporter une paix glorieuse en les libérant des romains.

Mais Jésus ne s’est jamais présenté en ces termes. Il apporte la paix par la douceur et la miséricorde, symbolisées par cet âne que personne n’avait encore jamais monté, comme pour signifier que la façon de faire du Seigneur est différente de celle du monde.

Le monde croit obtenir la paix en l’imposant par la violence. La paix du Seigneur, elle, s’obtient par la croix : en prenant sur lui notre mal, notre péché et notre mort, il nous libère. Les seules armes de l’Evangile sont la prière, la tendresse, le pardon, et l’amour du prochain. C’est pourquoi l’agression armée qui fait rage des jours-ci est un outrage à Dieu, une trahison blasphématoire du Seigneur de la Pâque.

Le mot Pâques signifie « passage » : c’est pour nous cette année l’occasion bénie de passer du dieu mondain au Dieu chrétien, d’une paix acquise par la force à la seule vraie paix apportée par Jésus dans l’offrande de sa vie.

Mettons-nous aux pieds du Crucifié, source de notre paix, et demandons-lui la paix du cœur, et la paix dans le monde.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese presenti oggi, in modo particolare i giovani. Quando ci sono i giovani c’è rumore, eh? E questo è bello! Questa mattina, chiediamo al Signore di prepararci a vivere in unione con Lui i giorni della Passione e della Risurrezione. La nostra preghiera accompagni in particolare tutti coloro che stanno attraversando questi giorni santi nell'abbandono, nella guerra e nelle difficoltà. Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française présentes aujourd’hui, particulièrement les groupes de jeunes venus de France et de Belgique. Quand les jeunes sont là, il y a du bruit, hein? Et çà, c’est beau!

Ce matin, demandons au Seigneur de nous préparer à vivre en union avec lui les jours de la Passion et de la Résurrection

Que notre prière accompagne en particulier tous ceux qui traversent ces jours saints dans l’abandon, la guerre ou la difficulté.

Que Dieu vous bénisse !

[00547-FR.02] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: During this Holy Week, the Church celebrates the mystery of Our Lord’s Passion, Death and Resurrection. Last Sunday we recalled the entrance of Jesus into Jerusalem. The crowds acclaimed him as the Messiah who would bring about a glorious peace by freeing Jerusalem from Roman occupation. Yet the peace Jesus brought did not employ the strategies of the world. Rather than recourse to violence, it comes through the humility and meekness that led him to the Cross. By dying for our sins, Christ has set us free. In Dostoyevsky’s novel The Brothers Karamazov, the Grand Inquisitor accuses Jesus of not using his power to establish peace, but rather respecting the freedom of individual men and women. Indeed, the peace that Jesus brings does not employ force, but only the “weapons” of the Gospel: prayer, forgiveness and compassion for all our neighbours. This, not the blasphemous violence of war, is the peace of Easter; the peace that changes history and the hearts of all who accept it. This week, let us draw near to Christ, crucified and risen, and implore his gift of peace in our hearts and in the world.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti. A tutti auguro che la celebrazione della Pasqua sia un tempo di grazia e di rinnovamento. Su ciascuno di voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore Gesù.

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from the United States of America. May the celebration of Easter be a time of grace and renewal for everyone. Upon each of you, and your families, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[00548-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, wir befinden uns mitten in der Karwoche. Am Palmsonntag jubelten die Menschen, weil sie in Jesus den König sahen, der ihrer Erwartung nach durch sein machtvolles Eingreifen endlich den ersehnten Frieden herbeiführen würde. Aber schon wenige Tage später wird deutlich, dass Jesus auf eine ganz andere Art Frieden in die Welt bringen wird. „Frieden hinterlasse ich euch, meinen Frieden gebe ich euch; nicht wie die Welt ihn gibt, gebe ich ihn euch“ (Joh 14,27). Der Friede des Herrn kommt auf dem Weg der Sanftmut, auf dem Weg des Kreuzes. Christus nimmt alles Schlechte, unsere Sünde und unseren Tod, auf sich. Sein Friede ist nicht Ergebnis von Kompromissen, sondern Frucht der liebenden Hingabe seiner selbst. Mit dieser Art von Frieden haben wir Menschen unsere Schwierigkeiten. Die Menge, die Jesus erst zujubelt, ist dieselbe, die später schreit: „Kreuzige ihn“. Die Waffen des Evangeliums sind das Gebet, die Zärtlichkeit, die Vergebung und die Nächstenliebe, die keinen Lohn erwartet. So kommt Gottes Frieden in die Welt. Jeder Krieg ist deshalb unvereinbar mit dem Weg, den der Herr uns vorausgegangen ist und dem zu folgen er uns einlädt, wenn er am Ostermorgen den Seinen gleich zweimal zuruft: „Friede sei mit euch!“ (Joh 20,19.21)

Santo Padre:

Cari fedeli di lingua tedesca, vi invito a seguire interiormente il cammino del Signore nelle celebrazioni liturgiche del Triduo Pasquale; questo cammino di amorevole dono di sé, che ci porta a quella vera pace che il Signore vuole per noi.

Speaker:

Liebe Gläubige deutscher Sprache, ich lade euch ein, in den liturgischen Feiern des österlichen Triduums den Weg des Herrn innerlich mitzugehen – diesen Weg der liebevollen Selbsthingabe, der zu jenem wahren Frieden führt, den der Herr für uns möchte.

[00549-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la catequesis de hoy reflexionamos sobre la paz que Cristo nos da. El domingo pasado, domingo de Ramos, contemplábamos la entrada de Jesús en Jerusalén, aclamado por la gente como rey. Muchos esperaban un Mesías poderoso que instaurara una “paz social”, obtenida por medio de la imposición y la fuerza. Jesús, en cambio, recorre otro camino, su paz no es la paz que ofrece el mundo. El modo de actuar de Dios siempre nos sorprende.

Jesús nos da su paz como rey de mansedumbre y humildad, con la entrega de sí mismo. Mientras que el poder mundano trae destrucción y muerte, la paz de Cristo edifica la historia, transformando los corazones de los que acogen su presencia salvadora. En este momento difícil, de agresión armada, estamos llamados a ser portadores de la paz de Cristo con las “armas” del Evangelio, que son la oración, la ternura, el perdón y el amor gratuito a todos, sin distinción.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los jóvenes que participan en el Encuentro internacional Univ 2022. En estos días santos acompañamos a Jesús en su Pasión, Muerte y Resurrección. Pidámosle que, así como Pascua significa “paso”, también nosotros seamos capaces de “dar pasos” de reconciliación. Y que su paz reine en nuestros corazones y en el mundo entero. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[00550-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Estamos no meio da Semana Santa, que se estende do Domingo de Ramos ao Domingo de Páscoa. Estes dois domingos constituem duas Festas do Senhor, mas festas distintas. No domingo passado, recordando a entrada de Jesus em Jerusalém, percebemos como a paz que esperava aquele povo era uma “paz gloriosa”, com a libertação do domínio romano. Mas o Senhor nunca havia anunciado isso; Ele traz a paz ao mundo através da mansidão e da humildade. De fato, antes da Sua Páscoa, Jesus diz aos discípulos: “Dou-vos a minha paz, não é à maneira do mundo que Eu a dou”. A paz do Senhor não segue as estratégias do mundo, que crê obter a paz através da força, mediante a conquista e o domínio sobre os demais. Este tipo de paz, na realidade é só um intervalo entre guerras. A paz do Senhor segue o caminho da mansidão e da entrega de si mesmo na cruz. Deste modo trouxe-nos a libertação do pecado e a verdadeira paz. As “armas” do Evangelho são a oração, a ternura, o amor gratuito ao próximo. Por isso a agressão armada destes dias, como aliás qualquer guerra, constitui um ultraje a Deus. Coloquemo-nos diante de Jesus crucificado, que é a fonte da nossa paz, e peçamos-Lhe a paz dos corações e a paz para o mundo inteiro.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese! Domani incominciamo la celebrazione del Triduo Sacro della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore, il Principe della Pace. Chiediamogli questo dono del quale il mondo ha tanto bisogno. Vi auguro una buona e Santa Pasqua!

Speaker:

Queridos peregrinos de língua portuguesa! Amanhã começamos a celebração do Sagrado Tríduo da Paixão, Morte e Ressurreição de Nosso Senhor, o Príncipe da Paz. Peçamos-Lhe este dom, do qual o mundo há tanta necessidade. Vos desejo uma Feliz e Santa Páscoa!

[00551-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى سلامِ الفِصْح، وَقال: دَخَلَ يسوعُ أُورَشَلِيمَ في يَوْمِ أَحَدِ الشَّعانِينِ باحْتِفالٍ، واسْتَقْبَلَتْهُ الجُمُوعُ بِفَرَحٍ، لأَنَّها رأَتْ في دُخُولِهِ مَجِيءَ مَلِكٍ جَديد، سَيَجْلِبُ لَهُمْ سَلامًا وَمَجْدًا، وَسَيُحَرِّرُ أُورَشَلِيمَ مِنَ الاحْتِلالِ الرُّوماني. وَرأَى آخَرُونَ في يَسوعَ المَلِكَ المِثَّالي الَّذِي سَيُعِيدُ إلَيْهِم السَّلامَ الاجتِماعيّ. لَكِنَّ السّلامَ الَّذي أَعْطانا إياهُ يَسوع في الفِصْحِ لَيْسَ سلامًا يَتْبَعُ اسْتَراتِيجيّاتِ العالَم، ولا يَتَحَقَّقُ بِالقُوَّةِ والانْتِصاراتِ وَمُخْتَلَفِ أَشْكالِ السَّيْطَرَة. سلامُ الرَّبِّ يَسوعَ يَتْبَعُ طَرِيقَ الوَداعَةِ والصَّلِيب. إنَّهُ سَلامٌ يَتَحَمَّلُ مَسْؤُولِيَةَ الآخَرينَ ولا يُسَيْطِرُ عَلَيْهِم، وَهُوَ لَيْسَ سَلامًا مُسَلَّحًا. إنَّ أَسْلِحَةَ الإنْجيلِ هِيَ الصَّلاةُ والحَنانُ والمَغْفِرَةُ والمَحَبَّةُ المَجانِيَّةُ لِلْقَرِيب. هَذِهِ هِيَ الطَرِيقَةُ الَّتِي يَتِمُّ بِها تَحْقِيقُ سَلامِ اللهِ في العالَم. وَقالَ قَداسَتُهُ: فِي حِينِ أَنَّ سُلْطانَ العالَمِ لا يَتْرُكُ سِوَى الدَّمارَ والمَوْت، فإِنَّ سلامَ يَسوعَ يَبْني التارِيخ، بَدْءًا مِنْ قَلْبِ كُلِّ إنسانٍ يَسْتَقْبِلُهُ. والفِصْحُ هُوَ العِيدُ الحَقِيقِيّ للهِ والإنْسان، لأَنَّ السَّلامَ الَّذي حَقَّقَهُ المَسِيحُ علَى الصَّلِيبِ بِبَذْلِ ذاتِهِ مِنْ أَجْلِنا، قَدْ أَفاضَهُ عَلَيْنا فِي يَوْمِ الفِصْحِ عِنْدَما قامَ مِنْ بَيْنِ الأمْواتِ وَقالَ لِتلامِيذِهِ: السَّلامُ عَلَيْكُم. لِذَلِك لِنَقِفْ أَمامَ المَصْلوب، يَنْبُوعِ سَلامِنا، وَلْنَطْلُبْ إِلَيْهِ سَلامَ القَلْبِ والسَّلامَ في العالَم.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Avvicinandosi la festa della Pasqua, ricordiamoci che Gesù è la nostra pace. Quindi poniamo in Lui le nostre preoccupazioni e la nostra paura. Perché il credente è fiducioso anche nell’angoscia e confida che con Gesù Cristo tutto volgerà al nostro bene. Non abbiate paura. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المُؤمِنِينَ الناطِقينَ باللغَةِ العَرَبِيَّة. باقْتِرابِ عِيدِ الفِصْح، لِنَتَذَكَّرْ أَنَّ يَسوعَ هُوَ سَلامُنا. لِذَلِك لِنُلِقِ عَلَيْهِ هَمَّنا وَخَوْفَنا. لأَنَّ المُؤْمِنَ مُطْمَئِنٌ حَتَّى في الشِدَّةِ وَيَثِقُ أَنَّ كُلَّ شَيء، مَعَ يَسُوعَ المَسيح، سَيَتَحَوَّلُ إِلَى خَيْرِنا. لا تَخافُوا! باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00552-AR.02] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Jesteśmy w samym środku Wielkiego Tygodnia, który zaczyna się Niedzielą Palmową, a kończy Niedzielą Wielkanocną. W Niedzielę Palmową Jezus był witany przez tłumy, które postrzegały w nim króla przynoszącego pokój. Ludzie czekali na ten pokój, na wyzwolenie spod okupacji rzymskiej, marzyli o pokoju społecznym, widzieli w Jezusie króla, który nakarmi tłumy. Jezus nigdy nie mówił jednak o takim pokoju. Sposób działania Boga jest inny niż świata. „Pokój mój daję wam. Nie tak jak daje świat, Ja wam daję” – mówi Jezus. Pokój, który daje nam w wydarzeniu paschalnym nie jest zgodny ze strategiami świata, który wierzy, że można go osiągnąć przez siłę, podbój i dominację. Taki pokój jest tylko przerwą między wojnami. Pokój Pański idzie drogą łagodności i krzyża. Jest to branie odpowiedzialności za innych. Chrystus wziął na siebie nasze zło. Jego pokój nie jest owocem kompromisu, ale daru z siebie. Dlatego też agresja zbrojna, jak każda wojna, jest obrazą Boga, bluźnierczą zdradą Pana Paschy, przedkładaniem nad Jego łagodne oblicze, oblicza fałszywego boga tego świata. Pragnąc pokazać różnicę między pokojem świata i pokojem Chrystusa, warto przypomnieć znaną Legendę o Wielkim Inkwizytorze z Braci Karamazow Fiodora Dostojewskiego. Mówi ona o Jezusie, który powróciwszy na ziemię został uwięziony przez inkwizytora, reprezentującego logikę świata. Zarzuca on Jezusowi, że pozostawia człowiekowi wolność, zamiast podporządkować go sobie siłą.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi. Quest'anno celebrate in modo speciale la Settimana Santa e la Pasqua: insieme a molti ospiti ucraini. La Pasqua è una festa di famiglia e voi, aprendo a loro le vostre case, siete diventati loro famigliari. Anche se la maggior parte di essi celebrerà queste feste una settimana più tardi, secondo la tradizione orientale, già ora tutti voi insieme contemplate il Crocifisso, e aspettate la risurrezione di Cristo e la pace in Ucraina. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. W tym roku obchodzicie Wielki Tydzień i Wielkanoc w sposób szczególny: razem z wieloma gośćmi z Ukrainy. Wielkanoc to święta rodzinne, a wy, otwierając im wasze domy, staliście się ich rodziną. Chociaż większość z nich, zgodnie z tradycją wschodnią, będzie obchodzić te święta tydzień później, już teraz, wszyscy razem wpatrujecie się w Ukrzyżowanego i oczekujecie na zmartwychwstanie Chrystusa, i pokój w Ukrainie. Z serca wam błogosławię.

[00553-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. È ormai davanti a noi, ilTriduo pasquale, culmine dell’anno liturgico e della vita della Chiesa. Vi invito a disporre i vostri cuori per seguire con fede le celebrazioni dei prossimi giorni.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. In questa Settimana Santa rispondete con generosità a Cristo che ci chiama ad unirci più profondamente alla sua morte e risurrezione. Egli vuole colmarci della sua vita, dandoci una “speranza che non delude”.

A tutti voi la mia benedizione!

[00554-IT.01] [Testo originale: Italiano]

 

[B0260-XX.02]