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L’Udienza Generale, 19.01.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema: San Giuseppe padre nella tenerezza (Lettura: Os 11,1.3-4).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello per le popolazioni dell’Arcipelago di Tonga, nel Sud dell’Oceano Pacifico, colpito dalla potente eruzione di un vulcano sottomarino e dal conseguente tsunami.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei approfondire la figura di San Giuseppe come padre nella tenerezza.

Nella Lettera Apostolica Patris corde (8 dicembre 2020) ho avuto modo di riflettere su questo aspetto della tenerezza, un aspetto della personalità di San Giuseppe. Infatti, anche se i Vangeli non ci danno particolari su come egli abbia esercitato la sua paternità, però possiamo stare certi che il suo essere uomo “giusto” si sia tradotto anche nell’educazione data a Gesù. «Giuseppe vide crescere Gesù giorno dopo giorno “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52): così dice il Vangelo. Come il Signore fece con Israele, così egli “gli ha insegnato a camminare, tenendolo per mano: era per lui come il padre che solleva un bimbo alla sua guancia, si chinava su di lui per dargli da mangiare” (cfr Os 11,3-4)» (Patris corde, 2). È bella questa definizione della Bibbia che fa vedere il rapporto di Dio con il popolo di Israele. E lo stesso rapporto pensiamo che sia stato quello di San Giuseppe con Gesù.

I Vangeli attestano che Gesù ha usato sempre la parola “padre” per parlare di Dio e del suo amore. Molte parabole hanno come protagonista la figura di un padre.[1] Tra le più famose c’è sicuramente quella del Padre misericordioso, raccontata dall’evangelista Luca (cfr Lc 15,11-32). Proprio in questa parabola si sottolinea, oltre all’esperienza del peccato e del perdono, anche il modo in cui il perdono giunge alla persona che ha sbagliato. Il testo dice così: «Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (v. 20). Il figlio si aspettava una punizione, una giustizia che al massimo gli avrebbe potuto dare il posto di uno dei servi, ma si ritrova avvolto dall’abbraccio del padre. La tenerezza è qualcosa di più grande della logica del mondo. È un modo inaspettato di fare giustizia. Ecco perché non dobbiamo mai dimenticare che Dio non è spaventato dai nostri peccati: mettiamoci questo bene nella testa. Dio non si spaventa dei nostri peccati, è più grande dei nostri peccati: è padre, è amore, è tenero. Non è spaventato dai nostri peccati, dai nostri errori, dalle nostre cadute, ma è spaventato dalla chiusura del nostro cuore – questo sì, lo fa soffrire – è spaventato dalla nostra mancanza di fede nel suo amore. C’è una grande tenerezza nell’esperienza dell’amore di Dio. Ed è bello pensare che il primo a trasmettere a Gesù questa realtà sia stato proprio Giuseppe. Infatti le cose di Dio ci giungono sempre attraverso la mediazione di esperienze umane. Tempo fa – non so se l’ho già raccontato – un gruppo di giovani che fanno teatro, un gruppo di giovani pop, “avanti”, sono stati colpiti da questa parabola del padre misericordioso e hanno deciso di fare un’opera di teatro pop con questo argomento, con questa storia. E l’hanno fatta bene. E tutto l’argomento è, alla fine, che un amico ascolta il figlio che si era allontanato dal padre, che voleva tornare a casa ma aveva paura che il papà lo cacciasse e lo punisse. E l’amico gli dice, in quell’opera pop: “Manda un messaggero e di’ che tu vuoi tornare a casa, e se il papà ti riceverà che metta un fazzoletto alla finestra, quella che tu vedrai appena prendi il cammino finale”. Così è stato fatto. E l’opera, con canti e balli, continua fino al momento che il figlio entra nella strada finale e si vede la casa. E quando alza gli occhi, vede la casa piena di fazzolettini bianchi: piena. Non uno, ma tre-quattro per ogni finestra. Così è la misericordia di Dio. Non si spaventa del nostro passato, delle nostre cose brutte: si spaventa soltanto della chiusura. Tutti noi abbiamo conti da risolvere; ma fare i conti con Dio è una cosa bellissima, perché noi incominciamo a parlare e Lui ci abbraccia. La tenerezza!

Allora possiamo domandarci se noi stessi abbiamo fatto esperienza di questa tenerezza, e se a nostra volta ne siamo diventati testimoni. Infatti la tenerezza non è prima di tutto una questione emotiva o sentimentale: è l’esperienza di sentirsi amati e accolti proprio nella nostra povertà e nella nostra miseria, e quindi trasformati dall’amore di Dio.

Dio non fa affidamento solo sui nostri talenti, ma anche sulla nostra debolezza redenta. Questo, ad esempio, fa dire a San Paolo che c’è un progetto anche sulla sua fragilità. Così infatti scrive alla comunità di Corinto: «Affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi […]. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”» (2 Cor 12,7-9). Il Signore non ci toglie tutte le debolezze, ma ci aiuta a camminare con le debolezze, prendendoci per mano. Prende per mano le nostre debolezze e si pone vicino a noi. E questo è tenerezza. L’esperienza della tenerezza consiste nel vedere la potenza di Dio passare proprio attraverso ciò che ci rende più fragili; a patto però di convertirci dallo sguardo del Maligno che «ci fa guardare con giudizio negativo la nostra fragilità», mentre lo Spirito Santo «la porta alla luce con tenerezza» (Patris corde, 2). «È la tenerezza la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi» (ibid.).  Guardate come le infermiere, gli infermieri toccano le ferite degli ammalati: con tenerezza, per non ferirli di più. E così il Signore tocca le nostre ferite, con la stessa tenerezza. «Per questo è importante incontrare la Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione», nella preghiera personale con Dio, «facendo un’esperienza di verità e tenerezza. Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità – lui è bugiardo, ma si “arrangia” a dirci la verità per portarci alla bugia – ma, se lo fa, è per condannarci». Invece il Signore ci dice la verità e ci tende la mano per salvarci. «Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, ci perdona» (cfr ibid.). Dio perdona sempre: questo mettetevelo nella testa e nel cuore. Dio perdona sempre. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Ma lui perdona sempre, anche le cose più brutte.

Ci fa bene allora specchiarci nella paternità di Giuseppe che è uno specchio della paternità di Dio, e domandarci se permettiamo al Signore di amarci con la sua tenerezza, trasformando ognuno di noi in uomini e donne capaci di amare così. Senza questa “rivoluzione della tenerezza” – ci vuole, una rivoluzione della tenerezza! – rischiamo di rimanere imprigionati in una giustizia che non permette di rialzarsi facilmente e che confonde la redenzione con la punizione. Per questo, oggi voglio ricordare in modo particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono in carcere. È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore. Non possono esserci condanne senza finestre di speranza. Qualsiasi condanna ha sempre una finestra di speranza. Pensiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle carcerati, e pensiamo alla tenerezza di Dio per loro e preghiamo per loro, perché trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore.

E concludiamo con questa preghiera:

San Giuseppe, padre nella tenerezza,

insegnaci ad accettare di essere amati proprio in ciò che in noi è più debole.

Fa’ che non mettiamo nessun impedimento

tra la nostra povertà e la grandezza dell’amore di Dio.

Suscita in noi il desiderio di accostarci al Sacramento della Riconciliazione,

per essere perdonati e anche resi capaci di amare con tenerezza

i nostri fratelli e le nostre sorelle nella loro povertà.

Sii vicino a coloro che hanno sbagliato e per questo ne pagano il prezzo;

aiutali a trovare, insieme alla giustizia, anche la tenerezza per poter ricominciare.

E insegna loro che il primo modo di ricominciare

è domandare sinceramente perdono, per sentire la carezza del Padre.

______________________

 

[1] Cfr Mt 15,13; 21,28-30; 22,2; Lc 15,11-32; Gv 5,19-23; 6,32-40; 14,2;15,1.8.

[00077-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker :

Aujourd'hui, nous approfondissons la figure de saint Joseph comme père de tendresse. Dans les évangiles, Jésus utilise souvent la figure du Père pour parler de Dieu et de son amour. Ainsi, la parabole du Père miséricordieux (Lc 15, 11-32) insiste sur la manière dont le pardon atteint celui qui a péché. Le fils prodigue s'attend à une punition, ou à une justice qui lui aurait donné tout au plus la place d'un des serviteurs, mais il se retrouve dans les bras de son père. La tendresse est quelque chose de plus grand que la logique du monde, elle est une façon inattendue de rendre justice. Il y a une grande tendresse dans l'amour de Dieu, et il est beau de penser que la première personne à transmettre cela à Jésus fut Joseph lui-même. Il est essentiel de faire nous-même l’expérience de cette tendresse de Dieu pour en devenir les témoins. Ce n’est pas une question d’émotion ou de sentiment, mais la conviction de se sentir aimé et accueilli précisément dans notre pauvreté et notre misère. Le sacrement de la réconciliation est ainsi le lieu par excellence pour faire l’expérience de cette tendresse de Dieu pour nous, en toute vérité. C’est en nous laissant aimer que nous devenons à notre tour capable d’aimer davantage.

Santo Padre :

Saluto cordialmente le persone di lingua francese presenti oggi. Questa mattina preghiamo in particolare per coloro che sono in carcere. La tenerezza di Dio li raggiunga nel loro cammino di riparazione e di ritorno nella società, e susciti in ognuno di noi un gran desiderio di conversione. Dio vi benedica!

Speaker :

Je salue cordialement les personnes de langue française présentes aujourd’hui. Ce matin, prions tout particulièrement pour ceux qui sont en prison. Que la tendresse de Dieu les rejoigne dans leur chemin de réparation et de réinsertion dans la société, et qu’elle suscite en chacun d’entre nous un grand désir de conversion. Que Dieu vous bénisse !

[00078-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on the figure of Saint Joseph, we now consider his example of fatherly love and its importance in the life of Jesus. In the Gospels, significantly, Jesus always appeals to the image of an earthly father when speaking of his heavenly Father and his love. We see this especially in the parable of the prodigal son (cf. Lk 15:11-32), which speaks not only of sin and forgiveness, but also of the love that renews and redeems broken relationships. Like the prodigal son, we too are invited to acknowledge our sins and failings, but also to let ourselves be changed by the loving embrace of the Lord. God’s tender love is also seen in the trust he places in us to carry out his will by the power of his grace, which works even through our human weaknesses. As a loving Father, God helps us to see the truth about ourselves, in order to make us grow to spiritual maturity in Christ. That is why it is so important to encounter his merciful love in the sacraments, particularly the sacrament of Reconciliation. Through Saint Joseph’s intercession, may we learn to follow Christ and to be witnesses to the transforming power of his divine love.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Saluto inoltre i sacerdoti dell’Istituto di Formazione Teologica Permanente del Pontificio Collegio Americano del Nord. In questa Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, preghiamo perché tutti i discepoli di Cristo perseverino nel cammino dell’unità. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from the United States of America. I also greet the priests of the Institute for Continuing Theological Education of the Pontifical North American College. In this Week of Prayer for Christian Unity, let us pray that all of Christ’s followers will persevere on the path towards unity. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of the Lord. May God bless you!

[00079-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, den heiligen Josef dürfen wir uns als liebevollen Vater vorstellen. Gewiss auch auf dem Hintergrund dieser Erfahrung verwendet Jesus zur Veranschaulichung der Liebe Gottes gerne das Wort „Vater“. So etwa im Gleichnis vom barmherzigen Vater (Lk 15,11-32), wo der Sohn eigentlich auf eine gerechte Strafe gefasst war, der Vater ihn nach seiner Umkehr dann aber voll Freude in die Arme schließt. Die Zärtlichkeit Gottes übersteigt die Logik der Welt, sie ist Gottes Art, Gerechtigkeit zu üben. Gott erschreckt sich nicht vor unseren Sünden, Fehlern und Schwächen – er fürchtet vielmehr die Verschlossenheit unserer Herzen und unseren mangelnden Glauben an seine Barmherzigkeit. Diese ist nicht so sehr eine emotionale Angelegenheit, sondern die Erfahrung, trotz oder gar wegen unserer Armseligkeit und Schwachheit geliebt und angenommen zu sein. Gott vertraut nicht nur auf unsere Talente, er kann sein Heil auch durch unsere Schwäche hindurch wirken. Dazu müssen wir uns aber öffnen für seine Barmherzigkeit, die er uns in besonderer Weise im Sakrament der Versöhnung mitteilt (Patris corde, 2). Ich denke heute an unsere Brüder und Schwestern im Gefängnis. Es ist gerecht, dass diejenigen, die Unrecht getan haben, dafür geradestehen müssen; ebenso ist es ein Erfordernis der Gerechtigkeit, dass ihnen die Chance der Umkehr, der Vergebung und eines Neuanfangs gewährt wird.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua tedesca. Abbiamo tutti bisogno della misericordia di Dio e degli altri. Anche noi, perciò, siamo chiamati a essere misericordiosi e pronti a perdonare. San Giuseppe, padre nella tenerezza, vi insegni questo atteggiamento di misericordia e vi accompagni con la sua intercessione.

Speaker:

Ich grüße die Gläubigen deutscher Sprache. Wir alle bedürfen der Barmherzigkeit Gottes und unserer Mitmenschen. Deshalb sollen auch wir barmherzig sein und bereit zu verzeihen. Der heilige Josef lehre euch als liebevoller Vater diese Haltung der Barmherzigkeit und stehe euch mit seiner Fürsprache bei.

[00080-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En esta catequesis reflexionamos sobre san José como padre en la ternura. Los evangelios no dan detalles del modo en que José ejerció su paternidad, pero podemos intuir que el hecho de haber sido un hombre “justo” influyó en la educación que le dio a Jesús, al que vio crecer «en sabiduría, en estatura y en gracia» (Lc 2,52), como dice el Evangelio. Por otra parte, Jesús usaba con frecuencia la palabra “padre” para hablar de Dios y de la ternura con que nos ama. Y es hermoso pensar que el primero en transmitir a Jesús esta realidad haya sido José, que lo amó con corazón de padre.

En la parábola del Padre misericordioso, Jesús hace referencia a la paternidad de Dios que, sin detenerse en los errores de su hijo, lo acoge con ternura y con alegría, con una actitud desbordante y gratuita de amor y de perdón que supera toda lógica humana. Podemos preguntarnos si dejamos a Dios que nos ame con esa misma ternura para que, llenos de su amor, seamos capaces de amar así a los demás.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Los invito a acercarse a una actitud de Reconciliación para experimentar la misericordia y la ternura de Dios, que nos ayuda a superar nuestras caídas, a levantarnos y a aprender a amar según la medida de su Corazón paternal. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.

[00081-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Para Jesus, São José foi um pai cheio de ternura. Como se lê no livro de Oseias a propósito de Deus com Israel, assim José ensinou o filho a andar segurando-O pela mão: era para Ele como o pai que levanta o filho contra o seu rosto, inclinava-se para Ele a fim de Lhe dar de comer. Estas palavras, ouvimo-las no início da Audiência e bem podem expressar a paternidade de José, tal como a viu e viveu Jesus. Como o sabemos? Pela forma como o próprio Jesus falava de Deus e do seu amor, usando a palavra «pai». Pensemos, por exemplo, no acolhimento do filho pródigo pelo Pai misericordioso: «Quando ainda estava longe – escreve o evangelista Lucas –, o pai viu-o e, enchendo-se de compaixão correu a lançar-se-lhe ao pescoço e cobriu-o de beijos». O filho estava à espera duma punição, contentando-se em ser tratado como um dos criados; e,ao contrário, vê-se abraçado pelo pai. Na experiência que Jesus tem do amor de Deus, há uma grande ternura e podemos imaginar que o primeiro a transmitir-lha foi precisamente José. De facto, as coisas de Deus chegam-nos sempre através da mediação de experiências humanas. Faz-nos bem espelhar-nos na paternidade de São José e perguntar-nos se deixamos o Senhor amar-nos com a mesma ternura, transformando cada um de nós à sua imagem e semelhança. Sem abraçar esta «revolução da ternura», corremos o risco de ficar prisoneiros duma justiça que não permite facilmente a uma pessoa erguer-se, confundindo redenção com punição. Por isso hoje quero recordar de modo particular os nossos irmãos e irmãs reclusos na prisão. Se é justo que a pessoa que errou, pague pelo próprio erro, mais justo ainda é que ela se possa redimir do erro.

Santo Padre:

Con sentimenti di fraterna stima, vi saluto carissimi fratelli e sorelle che professate, in portoghese, la fede nell'unico Signore di ogni popolo e di ogni lingua. Vi incoraggio affinché, bandendo ogni forma di indifferenza, confusione e odiosa rivalità, collaboriate con tutti i cristiani per amore di Cristo. Uniamoci tutti nel suo Nome! Anch'io, a nome suo, vi benedico augurandovi di portare tanto frutto nella pace, cooperazione e unità tra i vostri familiari e i vostri conterranei.

Speaker:

Com sentimentos de fraterna estima, saúdo-vos, queridos irmãos e irmãs que professais, em português, a fé no único Senhor de todos os povos e línguas. Encorajo-vos a que, banindo qualquer aparência de indiferentismo, confusão e odiosa rivalidade, possais colaborar com todos os cristãos por amor de Cristo. Unamo-nos todos sob o seu Nome! Também eu, em seu nome, vos abençoo desejando-vos que frutifiqueis abundantemente na paz, cooperação e unidade entre os vossos familiares e conterrâneos.

[00082-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوم علَى حَنانِ الأب في القدّيسِ يُوسف، وَقال: لَم تُعطِنَا الأناجيل تفاصيلَ حولَ كيفَ مارسَ يُوسف أُبُوَّتَه، لكنّنَا نَعلم أنّهُ كانَ رجلًا بارًّا، وأنّ ذلكَ ظهرَ في تربيتِهِ ليسوع. وتَشهَدُ الأناجيل أنَّ يسوع استخدَمَ دائمًا كَلمَةَ ”أب“ للكلامِ عنِ الله ومَحبّتِه. وفي كثيرٍ منَ الأمثال كانت شخصيَّةُ الأب هي الشخصيّةُ الرئيسيّة. ومِن أشهرِ تِلكَ الأمثال، مَثَلُ الابن الضالّ والأب الرّحيم الذي رواه لوقا الإنجيليّ. في هذا المَثَل، بالإضافةِ إلى اختبارِ الخطيئةِ والغُفران، إشارةٌ واضحةٌ إلى الطّريقةِ التي تمَّ بها الغُفران. الحنانُ أمرٌ فوقَ مَنطِقِ العالم. إنّهُ طريقةٌ غيرُ مُتوقّعةٍ لتحقيقِ العَدالَة. لِهذَا، يَجبُ ألّا نَنسَى أبدًا أنَّ الله لا يخافُ مِن خَطايَانا، وأَخطائِنا، وسَقَطَاتِنَا، لكنَّهُ يخافُ مِن انغلاقِ قُلوبِنا ومِن قِلَّةِ إيمانِنا بِمحبَّتِهِ. ومِنَ الجميل أن نفكّرَ أنَّ أوّلَ من علَّم يسوع وجعلَهُ يَختبِرُ الحَنَان هو يُوسف نَفسُه. والآن لِنَسأل أنفُسَنا هل اختبَرنا نحنُ هذا الحنان، وهل صِرنَا نحنُ بِدَورِنَا شُهودًا له. وليسَ الحنان مسألةَ عواطفٍ أو مشاعر، بل هو خِبرَة وهي أن نَشعُرَ بأنّ هناك من يُحبّنا ويرحّب بنا بالرّغم من فَقرِنَا وبُؤسِنَا. وقَالَ قَدَاسَتُهُ: لِنَنظُر إلى أنفُسَنا في ضَوءِ أُبُوَّةِ يُوسف ولنتساءل هل نسمحُ للرّبِّ يسوع أن يُحبّنا بالحنانِ نفسِه، فيحوّلَ كلُّ واحدٍ مِنّا إلى رجالٍ ونساءٍ قادرين أن يُحبُّوا بالطريقة نفسها.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo a San Giuseppe, padre nella tenerezza, di suscitare in noi il desiderio di accostarci al Sacramento della Riconciliazione, per essere perdonati, e resi capaci di amare i nostri fratelli e le nostre sorelle nella loro povertà, e di essere vicini a coloro che hanno sbagliato, insegnando loro che il primo modo di ricominciare è domandare sinceramente perdono. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. لِنَسأَلِ القِدّيسَ يُوسُف، أَبَا الحنان، أَن يُشعِلَ فِينَا الرَّغبَةَ فِي أَن نَقتَرِبَ مِن سِرِّ المُصَالَحَة، حَتَّى نَنال الغُفرَان وَنكونَ قَادِرينَ أَن نُحِبَّ إِخوَتنا وأَخَواتِنا في فَقرِهِم، وأَن نكُونَ قريبين مِنَ الذينَ أَخطَأُوا، فيعلموا أنَّ الطَّريقَة الأُولَى لِلبَدءِ مِن جَدِيد هِيَ أَن يَطلُبُوا الغُفرَان صادقين. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00083-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, dzisiaj chciałabym zgłębić postać św. Józefa jako czułego ojca. Miałem okazję zastanowić się nad tym aspektem jego osobowości w liście apostolskim Patris corde.

Ewangelie świadczą o tym, że Jezus zawsze używał słowa „ojciec”, mówiąc o Bogu i Jego miłości. Bohaterem wielu przypowieści jest postać ojca. Jedną z najbardziej znanych jest ta o miłosiernym Ojcu (por. Łk 15, 11-32). Podkreśla ona nie tylko doświadczenie grzechu i przebaczenia, ale także sposób, w jaki przebaczenie dociera do osoby, która dopuściła się zła. Syn spodziewał się kary, a tymczasem znalazł się w objęciach czułego ojca.

Czułość jest czymś większym niż logika świata. Jest to nieoczekiwany sposób wymierzania sprawiedliwości. Dlatego nigdy nie wolno nam zapomnieć, że Boga nie przerażają nasze grzechy, błędy, upadki, lecz przeraża Go zamknięcie naszych serc, nasz brak wiary w Jego miłość. Cudownie jest pomyśleć, że pierwszą osobą, która przekazała tę rzeczywistość Jezusowi, był sam Józef. Rzeczy Boże bowiem zawsze przychodzą do nas za pośrednictwem ludzkich doświadczeń.

Czułość jest doświadczeniem poczucia, że jesteśmy miłowani właśnie w naszym ubóstwie i nędzy, które możemy odkryć zwłaszcza w sakramencie Pojednania.

Bez tej „rewolucji czułości” grozi nam, że będziemy uwięzieni w sprawiedliwości, która nie pozwala nam łatwo się podnieść i która myli odkupienie z ukaraniem. Pozwólmy więc, aby Pan nas miłował z czułością, czyniąc nas zdolnymi do miłowania innych.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi.

Ieri abbiamo iniziato la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. È compito di ogni battezzato impegnarsi per ciò che Gesù desiderava: che tutti siano uno.

Vi invito a pregare affinché tutti i cristiani, scoprendo la tenerezza dell’amore di Dio, si amino reciprocamente.

Vi benedico di cuore!

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków.

Wczoraj rozpoczęliśmy Tydzień Modlitw o Jedność Chrześcijan. Zadaniem każdego ochrzczonego jest troska o to czego pragnął Jezus: aby wszyscy byli jedno.

Zapraszam Was, abyście się modlili, by wszyscy chrześcijanie, odkrywając czułą miłość Bożą, miłowali się wzajemnie.

Z serca Wam błogosławię!

[00084-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le partecipanti al Capitolo Generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (Istituto Ravasco), le suore della Madre di Dio, venute dalla Romania, gli allievi della scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza dell’Aquila, e i membri della Fondazione “Davida” di Leinì (Torino). Tutti vi esorto ad essere, sull’esempio di San Giuseppe, testimoni della tenerezza e della misericordia del Signore.

Saluto poi i lavoratori della Compagnia aerea AirItaly, ed auspico che la loro situazione lavorativa possa trovare una positiva soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie.

Il mio pensiero va infine, in modo speciale, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che è iniziata ieri, ci invita a chiedere al Signore con insistenza il dono della piena comunione tra i credenti.

A tutti la mia benedizione.

 

[00085-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Il mio pensiero va alle popolazioni delle Isole di Tonga, colpite nei giorni scorsi dall’eruzione del vulcano sottomarino che ha causato ingenti danni materiali. Sono spiritualmente vicino a tutte le persone provate, implorando da Dio sollievo per la loro sofferenza. Invito tutti a unirsi a me nella preghiera per questi fratelli e sorelle.

[00085-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0042-XX.02]