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Conferenza Stampa di presentazione del volume “Orientamenti Pastorali per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle Chiese particolari” a cura del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, 18.05.2021


Intervento di Padre Alexandre Awi Mello, I.Sch.

Intervento di Padre João Chagas

Intervento della Dott.ssa. Dorota Abdelmoula

Intervento di Maria Lisa Abu Nassar

Intervento di Gelson Fernando Augusto Dinis

Alle ore 11.30 di questa mattina ha luogo in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede la Conferenza Stampa di presentazione del volume “Orientamenti Pastorali per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle Chiese particolari” a cura del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

Intervengono: Padre Alexandre Awi Mello, I.Sch., Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Padre João Chagas, Responsabile dell’Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; la Dott.ssa. Dorota Abdelmoula, Officiale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Maria Lisa Abu Nassar, 26 anni, di Nazareth, Coordinatrice dell’accoglienza presso il Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo; e Gelson Fernando Augusto Dinis, 24 anni, angolano, seminarista, studente di Teologia Dogmatica a Roma.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

Intervento di Padre Alexandre Awi Mello, I.Sch.

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Testo in lingua italiana

La spinta a stendere questi Orientamenti ci è giunta dalla scelta, fatta da Papa Francesco, di spostare la data delle GMG diocesane e di rilanciare la loro celebrazione nelle Chiese particolari. Infatti, al termine della celebrazione eucaristica nella Solennità di Cristo Re, il 22 novembre 2020, il Santo Padre ha annunciato che l’edizione locale della GMG, finora celebrata la Domenica delle Palme, si terrà d’ora in poi la Domenica in cui ricorre la Solennità di Cristo Re. Questo cambio di data, dettato soprattutto da motivi di opportunità pastorale, mantiene l’accento sul “mistero di Gesù Cristo Redentore dell’uomo” e cerca contemporaneamente di ampliare le possibilità di proporre attività e iniziative che pongano i giovani in un cono di luce che irradia dallo stesso mistero.

Nel Documento finale del Sinodo dei Vescovi sui Giovani, la fede e il discernimento vocazionale, si legge che «la Chiesa considera la propria missione con i giovani “una priorità pastorale epocale su cui investire tempo, energie e risorse”» (n. 119). E prima ancora, i Padri sinodali scrivevano: «La Giornata Mondiale della Gioventù, […] gli incontri nazionali e diocesani svolgono un ruolo importante nella vita di molti giovani perché offrono un’esperienza viva di fede e di comunione, che li aiuta ad affrontare le grandi sfide della vita e ad assumersi responsabilmente il loro posto nella società e nella comunità ecclesiale» (DF 16).

Questi incontri, nati dall’intuizione profetica di S. Giovanni Paolo II, sono stati riconosciuti dai più come una fonte di grazia per molti giovani, per la pastorale giovanile e per la Chiesa tutta. Quante conversioni, quante vocazioni nate durante le GMG! Secondo Papa Benedetto XVI, rappresentano un dono provvidenziale per la Chiesa, un “rimedio contro la fatica di credere”. Papa Francesco le ha definite come una spinta missionaria di straordinaria forza per tutta la Chiesa e, in particolare, per le giovani generazioni.

Quindi il nostro Dicastero, nel riflettere su come attuare concretamente le proposte del Sinodo e forte della sua esperienza pluridecennale di coordinamento delle GMG, ha pensato di raccogliere in un documento alcuni elementi cardine che hanno reso fecondi questi incontri nel corso degli anni, per metterlo a disposizione delle Chiese particolari. Ricordiamo che, fin dall’istituzione della GMG, le Chiese particolari sono invitate a celebrarla ogni anno a livello locale, mentre la sua edizione internazionale si realizza all’incirca ogni tre anni. Si sa, però, che una folta schiera di giovani, per un motivo o l’altro, non possono partecipare agli eventi internazionali. Perciò, attraverso questi Orientamenti pastorali, vogliamo rendere tutti i giovani partecipi di questo ricco patrimonio. I loro pastori e i diversi servizi di pastorale giovanile delle Chiese particolari potranno così, con libertà e creatività pastorali, arricchire la loro esperienza locale della “festa dei giovani”.

Crediamo fermamente che la GMG internazionale e la sua edizione locale si alimentino vicendevolmente. La dimensione internazionale dilata gli orizzonti dei giovani e li apre alla fratellanza universale. La GMG locale, per la prossimità geografica e fisica che presuppone, può più facilmente generare un impegno nei giovani, tale da cambiare il volto della società in cui vivono, e accrescere il loro senso di appartenenza.

Abbiamo pensato questi Orientamenti per le Conferenze episcopali, i Sinodi delle Chiese Patriarcali e Arcivescovili Maggiori, le diocesi/eparchie, i movimenti ecclesiali e associazioni e, non ultimi, i giovani di tutto il mondo. La nostra speranza è che tutti i destinatari vi possano trovare elementi ispiratori per dare nuovo slancio alla pastorale giovanile nelle varie parti del mondo.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e ora lascio la parola a p. João Chagas, responsabile dell’Ufficio Giovani del Dicastero, che ci presenterà il documento a grandi linee.

[00664-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

L'impulsion pour rédiger ces Orientations nous est venue du choix fait par le Pape François de déplacer la date des JMJ diocésaines et de relancer leur célébration dans les Églises particulières. En effet, à la fin de la célébration eucharistique de la solennité du Christ-Roi, le 22 novembre 2020, le Saint-Père a annoncé que l'édition locale des JMJ, jusqu'à présent célébrée le dimanche des Rameaux, se tiendra désormais le dimanche de la solennité du Christ-Roi. Ce changement de date, dicté avant tout par des raisons d'opportunité pastorale, maintient l'accent sur le «mystère de Jésus-Christ, Rédempteur de l'homme » et cherche en même temps à élargir les possibilités de proposer des activités et des initiatives qui placent les jeunes dans un cône de lumière qui rayonne de ce même mystère.

Dans le Document final du Synode des évêques sur les jeunes, la foi et le discernement vocationnel, nous lisons que «l'Église considère sa mission auprès des jeunes comme "une priorité pastorale de notre époque sur laquelle elle doit investir du temps, des énergies et des ressources " (n. 119). Et avant cela, les Pères synodaux écrivaient : «Les Journées Mondiales de la Jeunesse, [...] les rencontres nationales et diocésaines jouent un rôle important dans la vie de beaucoup de jeunes car elles offrent une expérience vivante de foi et de communion, qui les aide à affronter les grands défis de la vie et à assumer de manière responsable leur place dans la société et dans la communauté ecclésiale» (DF 16).

Ces rencontres, nées de l'intuition prophétique de saint Jean-Paul II, ont été reconnues par la plupart comme une source de grâce pour de nombreux jeunes, pour la pastorale des jeunes et pour toute l'Église. Combien de conversions, combien de vocations nées pendant les JMJ ! Selon le pape Benoît XVI, ils représentent un don providentiel pour l'Église, un «remède contre la fatigue de croire». Le pape François les a décrites comme un élan missionnaire d'une force extraordinaire pour toute l'Église et, en particulier, pour les jeunes générations.

C'est pourquoi notre Dicastère, réfléchissant à la manière de mettre concrètement en œuvre les propositions du Synode et s'appuyant sur ses décennies d'expérience dans la coordination des JMJ, a décidé de rassembler dans un document certains des éléments clés qui ont rendu ces rencontres fructueuses au fil des ans, afin de le mettre à la disposition des Églises particulières. Nous rappelons que, depuis l'institution des JMJ, les Églises particulières sont invitées à les célébrer chaque année au niveau local, tandis que son édition internationale a lieu environ tous les trois ans. On sait cependant qu'un grand nombre de jeunes, pour une raison ou une autre, ne peuvent pas participer à des événements internationaux. C'est pourquoi, à travers ces Orientations pastorales, nous voulons faire de tous les jeunes des participants à ce riche patrimoine. Leurs pasteurs et les différents services de pastorale des jeunes des Églises particulières pourront ainsi, avec liberté et créativité pastorales, enrichir leur expérience locale de la «fête des jeunes».

Nous sommes convaincus que les JMJ internationales et leur édition locale se nourrissent mutuellement. La dimension internationale élargit les horizons des jeunes et les ouvre à la fraternité universelle. Les JMJ locales, par leur proximité géographique et physique, peuvent plus facilement générer chez les jeunes un engagement qui changera le visage de la société dans laquelle ils vivent et augmentera leur sentiment d'appartenance.

Nous avons conçu ces Orientations pour les conférences épiscopales, les synodes des Églises patriarcales et des grands archevêchés, les diocèses/éparchies, les mouvements ecclésiaux et associations et, enfin et surtout, les jeunes du monde entier. Nous espérons que tous ceux à qui il s'adresse y trouveront des éléments d'inspiration pour donner un nouvel élan à la pastorale des jeunes dans les différentes parties du monde.

Je vous remercie de votre attention et je donne maintenant la parole au P. João Chagas, responsable du Bureau des Jeunes du Dicastère, qui va nous présenter le document dans ses grandes lignes.

[00664-FR.01] [Texte original: Italien]

 

Traduzione in lingua inglese

The impetus to draft these orientations came to us from the choice made by Pope Francis to move the date of diocesan WYDs and to relaunch their celebration in the particular Churches. In fact, at the end of the Eucharistic celebration on the Solemnity of Christ the King, November 22, 2020, the Holy Father announced that the local edition of WYD, hitherto celebrated on Palm Sunday, will henceforth be held on the Sunday upon which falls the Solemnity of Christ the King. This change of date, dictated above all by reasons of pastoral expediency, maintains the emphasis on the "mystery of Jesus Christ, Redeemer of mankind" and at the same time seeks to expand possibilities regarding the proposal of activities and initiatives that place young people in a cone of light that radiates from the same mystery.

In the final document of the Synod of Bishops on Young People, the Faith and Vocational Discernment, we read that the Church “considers her mission [with young people] a pastoral priority of epoch-making significance, in which to invest time, energy and resources'" (n. 119). And before that, the Synod Fathers wrote: "World Youth Day, [...] and national and diocesan meetings play an important part in the lives of many young people, since they offer a living experience of faith and communion that can help them meet life’s great challenges and responsibly take their place in society and in the Church" (DF 16).

These meetings, born of the prophetic intuition of St. John Paul II, have been recognized by most as a source of grace for many young people, for youth ministry and for the entire Church. How many conversions, how many vocations are born during WYD! According to Pope Benedict XVI, they represent a providential gift for the Church, a "remedy against the fatigue of believing." Pope Francis has defined them as a missionary thrust of extraordinary strength for the whole Church and, in particular, for the younger generations.

Therefore, our Dicastery, in reflecting upon how to concretely implement the proposals of the Synod and strengthened by its decades of experience in coordinating WYD, thought to collect in a document some key elements that have made these meetings fruitful over the years, to make it available to the particular Churches. We recall that, since the institution of WYD, the particular Churches have been invited to celebrate it every year at the local level, while its international edition takes place approximately every three years. It is known, however, that a large number of young people, for one reason or another, are unable to participate in international events. Therefore, through these Pastoral Guidelines, we would like to make all young people participants in this rich heritage. Their pastors and the various services of youth ministry of the particular Churches will thus be able, with pastoral freedom and creativity, to enrich their local experience of the "youth festival".

We firmly believe that the international WYD and its local counterpart are mutually enriching. The international dimension broadens the horizons of young people and opens them to universal brotherhood. The local WYD, because of its geographical and physical proximity, can more easily generate a commitment in young people that will change the face of the society in which they live and increase their sense of belonging.

We have designed these Guidelines for Bishops' Conferences, the Synods of the Patriarchal and Major Archbishops, dioceses/eparchies, ecclesial movements and associations and, last but not least, young people all over the world. Our hope is that all the recipients will find in it inspiring elements to give new impetus to youth ministry in the various parts of the world.

I thank you for your attention and I now give the floor to Fr. João Chagas, head of the Youth Office of the Dicastery, who will present the document to us in broad outline.

[00664-EN.01] [Original text: Italian]

 

 

 

 

Traduzione in lingua spagnola

El impulso para redactar estas Orientaciones nos surgió cuando el Papa Francisco decidió trasladar la fecha de las JMJ diocesanas y relanzar su celebración en las Iglesias particulares. De hecho, al final de la eucaristía de la solemnidad de Cristo Rey, el 22 de noviembre de 2020, el Santo Padre anunció que la celebración local de la JMJ, que hasta ahora se celebraba el Domingo de Ramos, tendrá lugar a partir de ahora el domingo en que cae la solemnidad de Cristo Rey. Este cambio de fecha, dictado sobre todo por razones de conveniencia pastoral, mantiene el énfasis en el "misterio de Jesucristo, Redentor del hombre" y, al mismo tiempo, busca ampliar las posibilidades de proponer actividades e iniciativas que sitúen a los jóvenes en un cono de luz que irradie del mismo misterio.

En el Documento final del Sínodo de los obispos sobre los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional, leemos que "la Iglesia considera su misión con los jóvenes «una prioridad pastoral histórica, en la que invertir tiempo, energías y recursos»" (n. 119). Y anteriormente, los Padres sinodales habían escrito: "La Jornada Mundial de la Juventud, [...] los encuentros nacionales y diocesanos, desempeñan un rol importante en la vida de muchos jóvenes porque ofrecen una experiencia viva de fe y de comunión, que los ayuda a afrontar los grandes desafíos de la vida y a asumir responsablemente su puesto en la sociedad y en la comunidad eclesial" (DF 16).

Estos encuentros, nacidos de la intuición profética de San Juan Pablo II, han sido reconocidos por la mayoría como una fuente de gracia para muchos jóvenes, para la pastoral juvenil y para toda la Iglesia. ¡Cuántas conversiones, cuántas vocaciones surgidas durante las JMJ! Según el Papa Benedicto XVI, éstas representan un don providencial para la Iglesia, un "remedio contra la fatiga de creer". El Papa Francisco las ha descrito como un impulso misionero de extraordinaria fuerza para toda la Iglesia y, en particular, para las generaciones más jóvenes.

Por ello, nuestro Dicasterio, reflexionando sobre cómo aplicar concretamente las propuestas del Sínodo y aprovechando su experiencia de décadas en la coordinación de las JMJ, ha decidido reunir en un documento algunos de los elementos clave que han hecho fructíferos estos encuentros a lo largo de los años, para ponerlo a disposición de las Iglesias particulares. Queremos recordar que, desde la institución de las JMJ, las Iglesias particulares han sido invitadas a realizarlas cada año a nivel local, mientras que su celebración internacional tiene lugar aproximadamente cada tres años. Sin embargo, se sabe que un gran número de jóvenes, por una u otra razón, no pueden participar en eventos internacionales. Por ello, a través de estas Orientaciones pastorales, queremos hacer partícipes a todos los jóvenes de este rico patrimonio. Sus pastores y los distintos servicios de pastoral juvenil de las Iglesias particulares podrán así, con libertad y creatividad pastoral, enriquecer su experiencia local de la "fiesta de los jóvenes".

Creemos firmemente que la JMJ internacional y su celebración local se alimentan mutuamente. La dimensión internacional amplía los horizontes de los jóvenes y los abre a la fraternidad universal. La JMJ local, por su proximidad geográfica y física, puede generar más fácilmente un compromiso en los jóvenes que cambie el rostro de la sociedad en la que viven y aumente su sentido de pertenencia.

Hemos diseñado estas Orientaciones para las Conferencias episcopales, los Sínodos de las Iglesias Patriarcales y Arzobispales Mayores, las diócesis/eparquías, los movimientos y asociaciones eclesiales y, sobre todo, los jóvenes de todo el mundo. Esperamos que todos los destinatarios encuentren elementos inspiradores para dar un nuevo impulso a la pastoral juvenil en las distintas partes del mundo.

Les agradezco su atención y ahora cedo la palabra al P. João Chagas, responsable del Departamento de Juventud del Dicasterio, que nos presentará el documento a grandes rasgos.

[00664-ES.01] [Texto original: Italiano]

 

 

 

Traduzione in lingua portoghese

O desejo de redigir estas Orientações provém da escolha feita pelo Papa Francisco, de mudar a data das JMJ diocesanas e de relançar a celebração destas nas Igrejas particulares. Com efeito, no fim da celebração eucarística na Solenidade de Cristo Rei, dia 22 de novembro de 2020, o Santo Padre anunciou que a edição local da JMJ, até ali celebrada no Domingo de Ramos, aconteceria no domingo da Solenidade de Cristo Rei. Esta mudança de data, ditada principalmente por razões pastorais, mantém o enfoque no “mistério de Jesus Cristo Redentor dos homens” e busca ao mesmo tempo ampliar a possibilidade de propor atividades e iniciativas para pôr os jovens sob um holofote que reflete a luz deste mistério.

No documento final do Sínodo dos Bispos sobre os jovens, a fé e o discernimento vocacional, lê-se que a Igreja “considera esta missão uma prioridade pastoral decisiva, na qual deve investir tempo, energias e recursos.” (n. 119). E ainda antes, os Padres sinodais escreviam: “A Jornada Mundial da Juventude [...] e os encontros nacionais e diocesanos desempenham um papel importante na vida de numerosos jovens, porque proporcionam uma experiência viva de fé e de comunhão, que os ajuda a enfrentar os grandes desafios da vida e a assumir responsavelmente o seu lugar na sociedade e na comunidade eclesial” (DF 16).

Estes encontros, nascidos da intuição profética de S. João Paulo II, foram reconhecidos por muitos como uma fonte de graça para muitos jovens, para a pastoral da juventude e para toda a Igreja. Quantas conversões, quantas vocações nascidas durante as JMJ! Segundo o Papa Bento XVI, elas representam um dom providencial para a Igreja, um “remédio contra a dificuldade de crer”. O Papa Francisco definiu-as como um impulso missionário de uma força extraordinária para toda a Igreja, e, em particular, para as jovens gerações.

Portanto, o nosso Dicastério, refletindo sobre como pôr em prática concretamente as propostas do Sínodo, e apoiada pelas suas décadas de experiência na coordenação das JMJ, achou por bem reunir num documento alguns elementos essenciais que tornaram fecundo estes encontros ao longo dos anos, para pô-lo à disposição das Igrejas particulares. Lembremo-nos que, desde a instituição da JMJ, as Igrejas particulares são convidadas a celebrá-la todos os anos a nível local, enquanto a sua edição internacional se realiza aproximadamente a cada três anos. Sabe-se, porém, que um grande número de jovens, por uma razão ou por outra, não pode participar nos eventos internacionais. Por conta disto, através destas Orientações pastorais, queremos fazer com que todos os jovens tenham parte neste rico patrimônio. Os pastores e diversos serviços pastorais da juventude das Igrejas particulares poderão, assim, com liberdade e criatividade, enriquecer a sua própria experiência local da “festa dos jovens”.

Acreditamos firmemente que a JMJ internacional a sua edição local se alimentam mutuamente. A dimensão internacional dilata os horizontes dos jovens e abre-os à fraternidade universal. A JMJ local, devido à sua proximidade geográfica e física, pode gerar mais facilmente um engajamento por parte dos jovens, de modo a mudar o rosto da sociedade em que vivem e aumentar neles o sentimento de pertença.

Estas Orientações foram pensadas para as conferências episcopais, para os Sínodos das Igrejas Patriarcais e Arquiepiscopais Maiores, para as dioceses/eparquias, para os movimentos eclesiais e por fim, mas não menos importantes, para os jovens do mundo inteiro. Esperamos que todos os destinatários possam encontrar elementos que inspirem um novo impulso à pastoral da juventude em diversas partes do mundo.

Agradeço pela atenção e agora passo a palavra ao Pe. João Chagas, responsável do Setor Juventude do Dicastério, que apresentará em linhas gerais o documento.

[00664-PO.01] [Texto original: Italiano]

Intervento di Padre João Chagas

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Testo in lingua italiana

Il Documento è semplice e agile come si addice ad uno strumento pastorale; si legge facilmente in un’ora. È strutturato in 6 capitoli [e una conclusione] ed è corredato di tante fotografie.

Nel primo capitolo, si riporta in modo sintetico che cosa hanno rappresentato le GMG in questi ultimi 35 anni nella vita della Chiesa: sono state sostanzialmente un dono per l’intera comunità ecclesiale, come hanno confermato tutti i Papi che le hanno celebrate.

Il secondo capitolo si sofferma sull’importanza della celebrazione della GMG a livello locale. Molte Chiese particolari hanno già nel loro calendario una qualche forma di evento dedicato ai giovani, anche se in diverse date e in modalità differenti (regionale, nazionale, continentale…). A quelle realtà locali, questi orientamenti giungeranno come conferma e valorizzazione di quanto già fanno. Laddove invece non esiste ancora nulla di simile, lo scopo di questi orientamenti è di incoraggiare le Chiese particolari a scoprire i tanti frutti che possono nascere dalla celebrazione diocesana/eparchiale della GMG.

Il terzo capitolo ritorna sulla scelta della nuova data della celebrazione della GMG diocesana/eparchiale nella Solennità di Cristo Re. In questo giorno, la Chiesa tutta è chiamata a stringersi attorno ai suoi giovani, attorno a TUTTI i giovani, per far giungere loro questo grande messaggio: “Gesù vi ama e siete nel cuore della Chiesa. La Chiesa ha un messaggio per voi e anche voi avete tanto da dire alla Chiesa. Oggi vi vuole incontrare, ascoltare, vuole pregare con voi e per voi. Vi vuole celebrare”. Si legge negli Orientamenti: “L’invito per ogni diocesi/eparchia è di celebrare la GMG nel giorno in cui ricorre la Solennità di Cristo Re. È infatti desiderio del Santo Padre che, in questo giorno, la Chiesa universale ponga i giovani al centro della sua attenzione pastorale, preghi per loro, compia gesti che rendano i giovani protagonisti, promuova campagne di comunicazione, ecc. L’ideale sarebbe organizzare un evento nello stesso giorno di Cristo Re. Tuttavia, per vari motivi, potrebbe rendersi necessario realizzare l’evento in un’altra data. […] La GMG diocesana/eparchiale si tenga nella stessa data in cui ricorre la Solennità di Cristo Re anche nelle Chiese il cui rito non prevede tale Solennità o la celebra in altro giorno. Tuttavia, gli Ordinari hanno facoltà di decidere diversamente».

Il quarto capitolo è il più lungo e dettagliato. Raccoglie alcuni aspetti salienti emersi dalla pluridecennale esperienza di celebrazione delle edizioni internazionali della GMG. Vi sono elencate diverse proposte pastorali che rispecchiano la ricchezza dell’evento. Ma la parola chiave qui è “creatività/fantasia pastorale”. Non proponiamo un modello univoco da seguire alla lettera, ma diamo essenzialmente degli spunti che ogni Chiesa o realtà ecclesiale potrà adattare e rielaborare, in toto o in parte, a seconda del proprio vissuto, secondo le proprie esigenze pastorali.

Il quinto capitolo si focalizza sul protagonismo giovanile. Con questo capitolo, abbiamo voluto riproporre il forte messaggio emerso dal Sinodo del 2018, ossia rendere i giovani partecipi – oggi - della vita e della missione della Chiesa, perché, come dice spesso Papa Francesco, i giovani non sono il futuro della Chiesa. Sono il suo presente. Sono l’oggi, l’adesso (cfr. Omelia nella Messa Finale della GMG di Panama 2019). Il Documento esorta al superamento di una pastorale “per i giovani” a favore di una pastorale “con i giovani”. Questo è quanto chiedono i giovani alla Chiesa: un’apertura di credito. Chiedono fiducia e vogliono essere accompagnati e incoraggiati affinché possano mettere a frutto la forza vitale che li muove.

Il sesto capitolo, infine, spiega l’importanza del Messaggio annuale del Santo Padre per la GMG. Ogni anno, la Chiesa celebra i giovani. Ogni anno il Santo Padre indirizza loro un messaggio in occasione della GMG, una vera e propria “bussola spirituale” per i giovani e uno strumento prezioso per la programmazione della pastorale giovanile.

Ora passo la parola ad alcuni giovani per sentire da loro che cosa li ha colpiti leggendo questo documento.

[00669-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Le Document est simple et agile comme il sied à un instrument pastoral ; il peut être lu facilement en une heure. Il est structuré en 6 chapitres [et une conclusion] et est accompagné de nombreuses photographies.

Le premier chapitre résume ce que les JMJ ont représenté au cours des 35 dernières années dans la vie de l'Église : elles ont été essentiellement un don pour toute la communauté ecclésiale, comme l'ont confirmé tous les papes qui les ont célébrées.

Le deuxième chapitre s'attarde sur l'importance de célébrer les JMJ au niveau local. Beaucoup d'Églises particulières ont déjà dans leur calendrier quelques événements dédiés aux jeunes, même si à des dates et selon des modalités différentes (régionales, nationales, continentales...). Pour ces réalités locales, ces orientations viendront confirmer et renforcer ce qu'elles font déjà. Là où rien de semblable n'existe, le but de ces orientations est d'encourager les Églises particulières à découvrir les nombreux fruits qui peuvent naître de la célébration diocésaine/éparchiale des JMJ.

Le troisième chapitre revient sur le choix de la nouvelle date pour la célébration des JMJ diocésaines/éparchiales en la solennité du Christ-Roi. En ce jour, toute l'Église est appelée à se rassembler autour de ses jeunes, autour de TOUS les jeunes, pour leur adresser ce grand message : «Jésus vous aime et vous êtes dans le cœur de l'Église. L'Église a un message pour vous et vous aussi avez beaucoup à dire à l'Église. Aujourd'hui, elle veut vous rencontrer, vous écouter, elle veut prier avec vous et pour vous. Elle veut vous célébrer». Les Orientations précisent : «L’invitation est donc faite à tous les diocèses/éparchies de célébrer les JMJ en la solennité du Christ-Roi. Le Saint-Père souhaite en effet que ce jour-là, l’Église tout entière mette les jeunes au centre de son attention pastorale, prie pour eux, pose des gestes qui les rendent protagonistes, promeuve des campagnes de communication, etc. L’idéal serait d’organiser le jour-même du Christ-Roi, un événement (diocésain/éparchial, régional ou national). Toutefois, pour diverses raisons, il peut s’avérer nécessaire d’organiser l’événement à une autre date. […] On suggère que la Journée Mondiale de la Jeunesse se tienne à la même date que la solennité du Christ-Roi, même dans les Églises dont le rite ne prévoit pas cette solennité et dans celles qui la célèbre un autre jour. Toutefois, les Ordinaires ont la faculté d’en décider autrement.».

L'invitation pour chaque diocèse/éparchie est de célébrer les JMJ le jour de la solennité du Christ-Roi. Le Saint-Père souhaite en effet qu'en ce jour, l'Église universelle place les jeunes au centre de son attention pastorale, qu'elle prie pour eux, qu'elle fasse des gestes qui les rendent protagonistes, qu'elle promeuve des campagnes de communication, etc. Les orientations précisent : "L'idéal serait d'organiser un événement le même jour que les JMJ. L'idéal serait d'organiser un événement le même jour que le Christ-Roi. Toutefois, pour diverses raisons, il peut se révéler nécessaire d'organiser l'événement à une autre date. [...] Les JMJ diocésaines/éparchiales doivent se dérouler à la même date que la solennité du Christ-Roi, même dans les Églises dont le rite ne prévoit pas cette solennité ou la célèbre un autre jour.Toutefois, les Ordinaires ont la faculté d'en décider autrement».

Le quatrième chapitre est le plus long et le plus détaillé. Il rassemble certains des aspects saillants qui ont émergé de décennies d'expérience dans la célébration des éditions internationales des JMJ. Il énumère diverses propositions pastorales qui reflètent la richesse de l'événement. Mais le mot clé ici est «créativité/fantaisie pastorale». Nous ne proposons pas un modèle univoque à suivre à la lettre, mais nous donnons essentiellement des suggestions que chaque Église ou réalité ecclésiale peut adapter et réélaborer, en tout ou en partie, selon sa propre expérience et ses besoins pastoraux.

Le cinquième chapitre est consacré au protagonisme des jeunes. Avec ce chapitre, nous avons voulu reproposer le message fort qui est ressorti du Synode 2018, à savoir faire des jeunes des participants - aujourd'hui - à la vie et à la mission de l'Église, car, comme le dit souvent le pape François, les jeunes ne sont pas l'avenir de l'Église. Ils sont son présent. Ils sont l'aujourd'hui, le maintenant (cf. Homélie de la messe finale des JMJ de Panama 2019). Le Document invite à dépasser une pastorale «pour les jeunes» au profit d'une pastorale «avec les jeunes». C'est ce que les jeunes demandent à l'Église : une ouverture de crédit. Ils demandent la confiance et veulent être accompagnés et encouragés afin de pouvoir mettre à profit la force vitale qui les anime. .

Enfin, le sixième chapitre explique l'importance du Message annuel du Saint-Père pour les JMJ. Chaque année, l'Église célèbre les jeunes. Chaque année, le Saint-Père leur adresse un message à l'occasion des JMJ, véritable «boussole spirituelle» pour les jeunes et un outil précieux pour planifier la pastorale des jeunes.

Je vais maintenant passer la parole à quelques jeunes pour qu'ils nous disent ce qui les a frappés à la lecture de ce document.

[00669-FR.01] [Texte original: Italien]

 

Traduzione in lingua inglese

 

The document is simple and agile as befits a pastoral tool; it can be read easily in an hour. It is structured in 6 chapters [and a conclusion] and is accompanied by many photographs.

The first chapter summarizes what WYD has represented over the past 35 years in the life of the Church: they have been essentially a gift for the entire ecclesial community, as confirmed by all the Popes who have celebrated them.

The second chapter considers the importance of the celebration of WYD at the local level. Many particular Churches already have in their calendar some kind of event dedicated to young people, even if on different dates and in different ways (regional, national, continental...). To those local realities, these orientations will come as a confirmation and enhancement of what they already do. Where nothing similar exists, the purpose of these guidelines is to encourage the particular Churches to discover the many fruits that can be born from the diocesan/eparchial celebration of WYD.

The third chapter returns to the choice of the new date for the celebration of the diocesan/eparchial WYD on the Solemnity of Christ the King. On this day, the whole Church is called to gather around its young people, around ALL young people, to send them this great message: "Jesus loves you and you are in the heart of the Church. The Church has a message for you and you too have much to say to the Church. Today she wants to meet you, to listen to you, to pray with you and for you. She wants to celebrate you." The Guidelines state: “This is therefore an invitation addressed to dioceses/eparchies to celebrate WYD on the Solemnity of Christ the King. It is a desire of the Holy Father that this should be a day for the universal Church to place young people at the centre of our pastoral attention, to pray for them, to engage young people as protagonists, to promote communications campaigns, etc. Ideally, an event (diocesan/eparchial, regional or national) should be organised on the day we celebrate Christ the King. There may be, however, reasons for the event to be held on another date.[...] It is suggested that World Youth Day be held on the same date as the Solemnity of Christ the King, including in Churches where their rite does not provide for this Solemnity, although it can be celebrated on another day. Nevertheless, Ordinaries have the faculty to decide on an alternative.”.

The fourth chapter is the longest and most detailed. It brings together some of the salient aspects that have emerged from several decades of experience in celebrating the international versions of WYD. It lists several pastoral proposals that reflect the richness of the event. But the key word here is "pastoral creativity/imagination". We are not proposing a univocal model to be followed to the letter, rather, we are essentially giving suggestions that each Church or ecclesial reality can adapt and re-elaborate, in whole or in part, according to its own experience and pastoral needs.

The fifth chapter focuses on youth leadership. With this chapter, we desired to re-propose the strong message that emerged from the 2018 Synod, namely, to make young people participants - today - in the life and mission of the Church, because, as Pope Francis often says, young people are not the future of the Church. They are its present. They are today, the now (see the Homily at the Final Mass of WYD Panama 2019). The document urges the overcoming of a pastoral care "for young people" in favour of a pastoral care "with young people." This is what young people are asking of the Church: an opening of credit. They are asking for trust and they want to be accompanied and encouraged so that they can make use of the vital force that moves them.

Finally, the sixth chapter explains the importance of the Holy Father's Annual Message for WYD. Every year, the Church celebrates young people. Each year the Holy Father addresses a message to them on the occasion of WYD, a true "spiritual compass" for young people and a valuable tool for planning youth ministry.

I will now give the floor to some young people to hear from them what struck them as they read this document.

[00669-EN.01] [Original text: Italian]

 

Traduzione in lingua spagnola

El Documento es sencillo y ágil, como corresponde a un instrumento pastoral; puede leerse fácilmente en una hora. Está estructurado en 6 capítulos [y una conclusión] y va acompañado de numerosas fotografías.

El primer capítulo resume lo que las JMJ han representado en los últimos 35 años en la vida de la Iglesia: han sido sustancialmente un don para toda la comunidad eclesial, como confirman todos los Papas que las han celebrado.

El segundo capítulo se detiene en la importancia de la celebración de la JMJ a nivel local. Muchas Iglesias particulares ya tienen en su calendario algún tipo de evento dedicado a los jóvenes, aunque sea en fechas y modalidades diferentes (regional, nacional, continental...). Para esas realidades locales, estas orientaciones serán una confirmación y una mejora de lo que ya hacen. Donde no existe nada similar, el propósito de estas orientaciones es animar a las Iglesias particulares a descubrir los muchos frutos que pueden nacer de la celebración diocesana/eparquial de la JMJ.

El tercer capítulo retoma la elección de la nueva fecha para la celebración de la JMJ diocesana/eparquial en la solemnidad de Cristo Rey. En este día, toda la Iglesia está llamada a reunirse en torno a sus jóvenes, en torno a TODOS los jóvenes, para hacerles llegar este gran mensaje: "Jesús os ama y estáis en el corazón de la Iglesia. La Iglesia tiene un mensaje para vosotros y también vosotros tenéis mucho que decir a la Iglesia. Hoy quiere conoceros, escucharos, quiere rezar con vosotros y por vosotros. Quiere celebraros". En las Orientaciones se lee: “La invitación, por tanto, para cada diócesis/eparquía es celebrar la JMJ en la solemnidad de Cristo Rey. En efecto, el deseo del Santo Padre es que, en este día, la Iglesia universal ponga a los jóvenes en el centro de su atención pastoral, rece por ellos, realice gestos que hagan a los jóvenes protagonistas, promueva campañas de comunicación, etc. Lo ideal sería organizar un evento (diocesano/eparquial, regional o nacional) el mismo día de Cristo Rey. Sin embargo, por diversas razones, puede ser necesario celebrar el evento en otra fecha. [...] Se sugiere que la Jornada Mundial de la Juventud se celebre en la misma fecha que la solemnidad de Cristo Rey, incluso en las Iglesias cuyo rito no prevé dicha solemnidad o la celebra en otro día. Sin embargo, los Ordinarios tienen la facultad de decidir lo contrario”.

El cuarto capítulo es el más largo y detallado. Recoge algunos de los aspectos más destacados que han surgido tras décadas de experiencia en la celebración de las JMJ internacionales. Enumera varias propuestas pastorales que reflejan la riqueza del evento. Pero la palabra clave aquí es "creatividad/fantasía pastoral". No proponemos un modelo único que deba seguirse al pie de la letra, sino que, esencialmente, proporcionamos sugerencias que cada Iglesia o realidad eclesial puede adaptar y reelaborar, totalmente o en parte, según su propia experiencia y necesidades pastorales.

El quinto capítulo se centra en el protagonismo juvenil. Con este capítulo, hemos querido volver a presentar el rotundo mensaje que surgió del Sínodo de 2018, a saber, hacer partícipes a los jóvenes -hoy- de la vida y la misión de la Iglesia, porque, como suele decir el Papa Francisco, los jóvenes no son el futuro de la Iglesia. Son su presente. Son el hoy, el ahora (cf. Homilía en la Misa Final de la JMJ de Panamá 2019). El Documento insta a superar una pastoral "para los jóvenes" en favor de una pastoral "con los jóvenes". Esto es lo que los jóvenes piden a la Iglesia: una apertura de crédito. Piden confianza y quieren que se les acompañe y anime para que puedan hacer fructificar la fuerza vital que les mueve.

Finalmente, el sexto capítulo explica la importancia del Mensaje anual del Santo Padre para la JMJ. Cada año, la Iglesia celebra a los jóvenes. Cada año, el Santo Padre les dirige un mensaje con motivo de la JMJ, una verdadera "brújula espiritual" para los jóvenes y un valioso instrumento para la programación de la pastoral juvenil.

A continuación, voy a pasar la palabra a algunos jóvenes para que nos digan qué les ha llamado la atención al leer este documento.

[00669-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

O Documento é simples e direto, como convém a um instrumento pastoral; lê-se facilmente em uma hora. É estruturado em seis capítulos [e uma conclusão] e acompanhado por muitas fotografias.

No primeiro capítulo, relata-se sucintamente o que representaram as JMJ nestes últimos 35 anos de vida da Igreja: foram essencialmente um dom para a inteira comunidade eclesial, como o confirmaram todos os papas que as celebraram.

O segundo capítulo concentra-se na importância da celebração da JMJ a nível local. Muitas Igrejas particulares já têm no calendário alguma forma de evento dedicado aos jovens, embora em datas e modalidades diferentes (regionais, nacionais, continentais...). A essas realidades locais, estas Orientações chegarão para confirmar e valorizar o que já têm feito. Onde ainda não há nada nesse sentido, o escopo destas Orientações é encorajar as Igrejas particulares a descobrir os muitos frutos que podem nascer da celebração diocesana/eparquial da JMJ.

O terceiro capítulo volta a tratar da escolha da nova data da celebração da JMJ diocesana/eparquial na Solenidade de Cristo Rei. Nesse dia, a Igreja inteira é chamada a reunir-se ao redor dos seus jovens, de TODOS os jovens, para lhes transmitir esta grande mensagem: “Jesus ama-os, e vocês estão no coração da Igreja. A Igreja tem uma mensagem para vocês, e vocês também têm tanto a dizer à Igreja. Ela hoje quer encontrá-los, escutá-los, quer orar com vocês e por vocês. Quer celebrá-los.” Lê-se nas Orientações: “O convite para cada diocese/eparquia é que celebre a JMJ na Solenidade de Cristo Rei. De fato, é desejo do Santo Padre que, nesse dia, a Igreja universal coloque os jovens no centro de sua atenção pastoral, reze por eles, faça gestos que os tornem protagonistas, promova campanhas de comunicação, etc. Idealmente, um evento (diocesano/eparquial, regional ou nacional) deveria ser organizado no próprio dia de Cristo Rei. Entretanto, por várias razões, pode ser necessário realizar o evento em outra data. [...] Sugere-se que a Jornada Mundial da Juventude seja realizada na mesma data da Solenidade de Cristo Rei, mesmo em Igrejas cujo rito não prevê esta Solenidade ou a celebra em outro dia. No entanto, os Ordinários têm a faculdade de decidir de outra forma”.

O quarto capítulo é o mais longo e detalhado; reúne alguns dos aspectos salientes que emergiram das décadas de experiência na celebração das edições internacionais da JMJ. São enumeradas diversas propostas pastorais que refletem a riqueza do evento. Mas a palavra-chave aqui é “criatividade/fantasia pastoral”. Não propomos um modelo único a seguir à risca, mas damos essencialmente sugestões que cada Igreja ou realidade eclesial pode adaptar e reelaborar, no todo ou em parte, em função da sua própria experiência e das necessidades pastorais.

O quinto capítulo centra-se no protagonismo juvenil. Com este capítulo, quisemos voltar a propor a forte mensagem que surgiu no Sínodo de 2018, a saber, fazer com que os jovens tomem parte — hoje — na vida e na missão da Igreja, porque, como diz com frequência o Papa Francisco, os jovens não são o futuro da Igreja. São o presente. São o hoje, o agora. (cf. Homilia da Missa Final da JMJ do Panamá 2019). O Documento exorta a superar uma pastoral “para os jovens” em favor de uma pastoral “com os jovens”. É isto o que pedem os jovens à Igreja: um voto de confiança. Pedem confiança e querem ser acompanhados e encorajados a fim de fazer frutificar a força vital que os move.

Por fim, o sexto capítulo explica a importância da Mensagem anual do Santo Padre para a JMJ. Todos os anos, a Igreja celebra os jovens. Todos os anos, o Santo Padre dirige-lhes uma mensagem por ocasião da JMJ, uma verdadeira "bússola espiritual" para os jovens e um instrumento precioso para o planeamento da pastoral juvenil.

Passo agora a palavra a alguns jovens para ouvir deles o que lhes chamou a atenção ao ler este documento.

[00669-PO.01] [Texto original: Italiano]

Intervento della Dott.ssa. Dorota Abdelmoula

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Testo in lingua italiana

Buongiorno a tutti!

Ho pensato di concentrare il mio intervento sul protagonismo dei giovani. In realtà questo protagonismo non ha bisogno di essere raccontato, in quanto è appena risuonato in questa aula. Maria e Gelson, infatti, non hanno parlato solo della Chiesa ma soprattutto in quanto Chiesa.

Secondo me, è significativo che oggi, nel giorno dell’anniversario della nascita di san Giovanni Paolo II, cui era così cara la presenza attiva dei giovani nella Chiesa, qui nella Sala Stampa della Santa Sede siano proprio i giovani a parlare della fede vissuta in prima persona, con il loro linguaggio e la loro sensibilità. Credo che questo loro esempio sia anche una indicazione del modo in cui questi orientamenti potrebbero essere messi in pratica: che non siano considerati solo come un documento dedicato ai responsabili della pastorale giovanile, ma siano letti, meditati e messi in pratica insieme ai giovani.

Questo sarebbe anche un segno molto concreto della fiducia che secondo me è fondamentale per mettere in moto il protagonismo dei giovani.

Da anni, quando ripenso alle GMG, resto colpita proprio dalla fiducia che prima Giovanni Paolo II, poi Benedetto XVI ed adesso Papa Francesco hanno riposto nei giovani, nel radunare migliaia di loro – che prima sembravano anonimi – davanti a tutto il mondo, tramite le telecamere e i teleobiettivi, con un annuncio forte: “Ecco la Chiesa di oggi. Ecco chi porterà il Vangelo di Cristo nei prossimi decenni”.

Oserei dire che questo segno di fiducia è un desiderio che ogni giovane porta in sé e che può riaccendere la sua vita. Per questo sarebbe importante – e questo è uno degli incoraggiamenti che promuoviamo con questi orientamenti – non accontentarsi di avere già un gruppo di giovani coinvolti in parrocchia o nella diocesi, ma piuttosto cercarne sempre di più – soprattutto tra quelli che forse si sentono inadeguati, non degni, poco credenti.

Il mio stesso percorso, che mi ha portato qui alla Santa Sede, è nato con un gesto di fiducia di un sacerdote che mi ha semplicemente detto: “Prendi la chitarra e vieni a suonare alla Messa della domenica, abbiamo bisogno di te. E non preoccuparti, imparerai tutto strada facendo”.

Da quel gesto di fiducia, sono nate tante esperienze: dalla pastorale giovanile dei missionari de La Salette all’organizzazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia 2016, fino al lavoro nella stampa cattolica in Polonia e ora nella Santa Sede.

La mia è una storia come tante, di esempi del genere ce ne sono moltissimi. Sono tutti esempi che mostrano che quando la fiducia viene data, quella fiducia viene sempre ripagata. Specialmente dai giovani.

Mi auguro che questi orientamenti diventino una spinta per alimentare ancora di più questa fiducia reciproca. Per tutti coloro che vorranno consultarli o scaricarli – e noi ci auguriamo che siano in tanti – da oggi sono disponibili sul sito del dicastero laityfamilylife.va, in 5 lingue ed in diversi formati, anche in versione pronta per la stampa.

[00670-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Bonjour à tous !

Je pensais axer mon discours sur le protagonisme des jeunes. En réalité, ce protagonisme n'a pas besoin d'être relaté, puisqu'il vient de trouver un écho dans cette salle. Maria et Gelson, en effet, n’ont pas parlé seulement de l'Église mais surtout en tant qu’Église.

À mon avis, il est significatif qu'aujourd'hui, à l'occasion de l'anniversaire de la naissance de saint Jean-Paul II, qui aimait tant la présence active des jeunes dans l'Église, ici, à la Salle de presse du Saint-Siège, ce soient précisément les jeunes qui parlent de la foi vécue à la première personne, avec leur propre langage et leur sensibilité. Je crois que cet exemple est aussi une indication de la manière dont ces orientations pourraient être mises en pratique : qu'elles ne soient pas seulement considérées comme un document dédié aux responsables de la pastorale des jeunes, mais qu'elles soient lues, méditées et mises en pratique avec les jeunes.

Ce serait également un signe très concret de confiance, ce qui, à mon avis, est fondamental pour mettre en mouvement le protagonisme des jeunes.

Depuis des années, quand je repense aux JMJ, je suis frappée précisément par la confiance que Jean-Paul II, puis Benoît XVI et maintenant le pape François ont placée dans les jeunes, en rassemblant des milliers d'entre eux - qui auparavant semblaient anonymes - devant le monde entier, à travers les caméras et les téléobjectifs, avec une annonce forte : «Voici l'Église d'aujourd'hui. Voici qui portera l'Évangile du Christ dans les décennies à venir».

J'oserais dire que ce signe de confiance est un désir que chaque jeune porte en lui et qui peut raviver sa vie. Pour cette raison, il serait important - et c'est l'un des encouragements que nous promouvons avec ces orientations - de ne pas se contenter d'avoir déjà un groupe de jeunes impliqués dans la paroisse ou dans le diocèse, mais plutôt de chercher à en avoir de plus en plus - surtout parmi ceux qui se sentent peut-être inadéquats, indignes, peu croyants.

Mon propre parcours, qui m'a conduit ici jusqu'au Saint-Siège, a commencé par un geste de confiance d'un prêtre qui m'a simplement dit : «Prends ta guitare et viens jouer à la messe du dimanche, nous avons besoin de toi. Et ne t’inquiète pas, tu apprendras tout en cours de route».

De ce geste de confiance sont nées de nombreuses expériences : de la pastorale des jeunes des missionnaires de La Salette à l'organisation des Journées Mondiales de la Jeunesse de Cracovie 2016, en passant par le travail dans la presse catholique en Pologne et maintenant au Saint-Siège.

La mienne est une histoire comme beaucoup d'autres, il y a beaucoup d'exemples comme celui-ci. Ce sont tous des exemples qui montrent que lorsque l'on fait confiance, cette confiance est toujours récompensée. Surtout par les jeunes.

J'espère que ces orientations deviendront une incitation à nourrir encore davantage cette confiance mutuelle. Pour tous ceux qui souhaiteront les consulter ou les télécharger - et nous espérons qu'ils seront nombreux - elles sont disponibles, à partir d’aujourd’hui, sur le site du dicastère laityfamilylife.va, en 5 langues et en différents formats, également en version prête à être imprimée.

[00670-FR.01] [Texte original: Italien]

 

Traduzione in lingua inglese

Good morning everyone!

In my intervention, I’ve decided to focus on the protagonism of young people. Actually, this protagonism doesn’t even really need to be spoken about, as we have just heard it resonating throughout this hall. Indeed, Maria and Gelson didn’t only speak about the Church but above all as the Church.

In my opinion, it is significant that today, on the anniversary of the birth of St. John Paul II, who was so fond of the active presence of young people in the Church, here in the Press Office of the Holy See, it is precisely young people who are speaking about the faith lived in first person, with their own language and their own sensitivity. I believe that this example of theirs is also an indication of the way in which these guidelines could be put into practice: that they not only be considered as a document dedicated to those responsible for youth ministry, but that they be read, meditated upon and put into practice together with young people.

This would also be a very concrete sign of the trust that in my opinion is fundamental to putting young people's protagonism into motion.

For years, when I think back to WYD, I am always struck precisely by the trust that first John Paul II, then Benedict XVI and now Pope Francis have placed in young people, in gathering thousands of them - who before seemed anonymous - in front of the whole world by means of cameras and telephoto lenses, with a strong announcement: "This is the Church of today. These are the people who will carry the Gospel of Christ into the coming decades."

I dare say that this sign of confidence is a desire that every young person carries within themselves and that can rekindle their life. This is why it would be important - and this is one of the encouragements we promote with these guidelines - not to be satisfied with already having a group of young people involved in the parish or diocese, but rather to seek out more and more - especially among those who perhaps feel inadequate, unworthy or unbelieving.

My own journey, which brought me here to the Holy See, began with a gesture of trust from a priest who simply told me, "Pick up your guitar and come play at Sunday Mass, we need you. And don't worry, you'll learn everything along the way."

From that gesture of trust, many experiences were born: from the youth ministry of the missionaries of La Salette to the organization of World Youth Day in Krakow 2016, up to the work in the Catholic press in Poland and now in the Holy See.

Mine is a story like many others; there are so many examples just like it. They are all examples that show that when trust is given, that trust is always repaid. Especially by young people.

I hope that these guidelines will become an impetus to nurture even more of this mutual trust. For all those who wish to consult or download them - and we hope that there are many who do wish to do so – they will be available from today on the website of the dicastery laityfamilylife.va, in 5 languages and in various formats, including a version ready for printing.

[00670-EN.01] [Original text: Italian]

 

Traduzione in lingua spagnola

¡Buenos días a todos!

He pensado centrar mi intervención en el protagonismo de los jóvenes. En realidad, este protagonismo no necesita ser relatado, ya que se acaba de hacer eco en esta sala. De hecho, María y Gelson no hablaron sólo de la Iglesia, sino sobre todo como Iglesia.

En mi opinión, es significativo que hoy, en el aniversario del nacimiento de san Juan Pablo II, que tanto apreciaba la presencia activa de los jóvenes en la Iglesia, aquí, en la Oficina de Prensa de la Santa Sede, sean precisamente los jóvenes quienes hablen de la fe vivida en primera persona, con su lenguaje y su sensibilidad. Creo que este ejemplo suyo es también una indicación del modo en que estas orientaciones podrían ponerse en práctica: que no sólo se consideren como un documento dedicado a los responsables de la pastoral juvenil, sino que se lean, se mediten y se pongan en práctica junto con los jóvenes.

Esto también sería un signo muy concreto de la confianza que, en mi opinión, es fundamental para poner en marcha el protagonismo de los jóvenes.

Desde hace años, cuando recuerdo la JMJ, me llama la atención precisamente la confianza que primero Juan Pablo II, luego Benedicto XVI y ahora el Papa Francisco depositaron en los jóvenes, al reunir a miles de ellos -que antes parecían anónimos- ante el mundo entero, a través de cámaras y teleobjetivos, con un anuncio contundente: "Esta es la Iglesia de hoy. Aquí está quien llevará el Evangelio de Cristo en las próximas décadas".

Me atrevería a decir que este signo de confianza es un deseo que todo joven lleva dentro y que puede reavivar su vida. Por eso sería importante -y es uno de los estímulos que promovemos con estas orientaciones- no conformarse con tener ya un grupo de jóvenes implicados en la parroquia o en la diócesis, sino buscar cada vez a más de ellos-sobre todo entre los que quizá se sienten inadecuados, indignos, poco creyentes-.

Mi propio camino, que me ha traído hasta la Santa Sede, comenzó con un gesto de confianza de un sacerdote que simplemente me dijo: "Coge tu guitarra y ven a tocar en la Misa del domingo, te necesitamos. Y no te preocupes, lo aprenderás todo por el camino".

De ese gesto de confianza nacieron muchas experiencias: desde la pastoral juvenil de los misioneros de La Salette hasta la organización de la Jornada Mundial de la Juventud en Cracovia 2016, pasando por el trabajo en la prensa católica en Polonia y ahora en la Santa Sede.

La mía es una historia como muchas otras, ejemplos así hay muchos. Todos ellos son ejemplos que demuestran que cuando se da confianza, esa confianza siempre se devuelve. Especialmente por parte de los jóvenes.

Espero que estas orientaciones se conviertan en un incentivo para alimentar aún más esta confianza mutua. Para todos aquellos que deseen consultarlas o descargarlas -y esperamos que sean muchos- desde hoy las orientaciones están disponibles en la página web del dicasterio laityfamilylife.va, en 5 idiomas y en varios formatos, también en una versión lista para imprimir.

[00670-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Bom dia a todos!

Pensei em dar algumas palavrinhas sobre o protagonismo dos jovens. Se bem que, para ser sincera, não é preciso dizer nada sobre esse protagonismo, visto que acabamos de presenciá-lo neste auditório. A Maria e o Gelson, com efeito, não falaram apenas da Igreja, mas principalmente enquanto Igreja.

Para mim, é muito significativo que hoje, no dia do aniversário de nascimento de São João Paulo II, que apreciava tanto a presença ativa dos jovens na Igreja, aqui na Sala de Imprensa da Santa Sé, os próprios jovens falem da fé vivida em primeira pessoa, com a sua linguagem e a sua sensibilidade. Acredito que o exemplo deles seja também uma indicação do modo como estas orientações podem ser postas em práticas: que não sejam considerados só um documento dedicado aos responsáveis das pastorais da juventude, mas que sejam lidos, meditados e colocados em prática junto com os jovens.

Seria um sinal concreto da confiança que, a meu ver, é fundamental para dar movimento ao protagonismo dos jovens.

Há anos, quando penso à JMJ, fico impressionada com a confiança que primeiro João Paulo II, depois Bento XVI, e agora o Papa Francisco depositaram nos jovens ao reunir milhares deles – que antes pareciam anônimos – diante do mundo inteiro, através das câmeras, com um anúncio forte: “Esta é a Igreja de hoje! Estes são os portadores do Evangelho de Cristo pelas próximas décadas”.

Ouso dizer que este voto de confiança é um desejo que cada jovem traz em si e que pode reavivar toda a sua existência. Por isso seria importante – e este é um dos grandes pontos que promovemos nestas Orientações – não se contentar de ter um grupo de jovens já engajados na paróquia ou na diocese, mas procurar sempre mais jovens – principalmente entre os que se sentem excluídos, indignos, com pouca fé.

O meu próprio caminho, que me trouxe hoje aqui à Santa Sé, nasceu de um gesto de confiança de um padre que me disse simplesmente: “Pegue o violão e venha tocar na missa de domingo, precisamos de você. E não se preocupe, vamos lhe ensinando as coisas com o tempo.

Daquele ato de confiança nasceram tantas experiências: da pastoral da juventude dos missionários de La Salette à organização da Jornada Mundial da Juventude de Cracóvia de 2016, até ao trabalho na imprensa católica na Polônia, e agora na Santa Sé.

A minha história é como tantas outras, exemplos deste tipo não faltam. São exemplos que mostram que confiança dada é sempre confiança retribuída. Principalmente por parte dos jovens.

Desejo que estas Orientações sejam um impulso para alimentar ainda mais esta confiança recíproca. Para todos os que as quiserem consultar ou descarregar – e esperamos que sejam muitos – as Orientações estão disponíveis a partir de hoje no site do dicastério, laityfamilylife.va, em cinco línguas e diferentes formatos, inclusive em versão pronta a imprimir.

[00670-PO.01] [Texto original: Italiano]

Intervento di Maria Lisa Abu Nassar

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

 

Testo in lingua italiana

Quanto è bella la Chiesa! Leggendo il testo, ho pensato proprio a questo. La Chiesa si impegna continuamente ad aprirsi, a migliorarsi, riconoscendo le persone che hanno più bisogno di essere amate e guidate dalla Chiesa, aiutandole a trovare la loro identità come figli appartenenti a Dio.

Nella GMG a Cracovia, nel 2016, ho vissuto la prima esperienza internazionale di pellegrinaggio, a cui ho partecipato insieme ad un gruppo di giovani della Terra Santa, principalmente di Nazareth e di Haifa. Abbiamo vissuto delle giornate di preparazione ad Haifa e poi arrivando a Cracovia abbiamo incontrato tantissimi giovani di diversi paesi del mondo, ogni gruppo con la propria bandiera di appartenenza, mentre noi eravamo lì senza alcuna bandiera, per evitare qualsiasi conflitto politico. Tuttavia, sono stati gli eventi della GMG a ricordarci che apparteniamo alla Madre Chiesa e che siamo figli di un solo Padre, uniti a tutti i giovani del mondo.

Nonostante i tanti conflitti nella mia terra, essa rimane sempre un luogo di pellegrinaggio, dove i giovani e i pellegrini vengono per incontrare Gesù. Per questo sarebbe importante incentivare di più anche i giovani del posto ad uscire alla scoperta del Vangelo camminando sulle orme di Gesù nei luoghi dove ha vissuto. Quanti giovani, come dice il testo degli Orientamenti, non verrebbero per una preghiera in chiesa però sarebbero disposti a partecipare ad un’esperienza di pellegrinaggio, camminando e scoprendo insieme, creando nuove amicizie e condividendo momenti di gioia.

La Terra Santa è un territorio piccolo con diverse religioni, in cui i cristiani sono una minoranza. Quanto sarebbe importante, soprattutto in questi giorni vista la situazione a Gerusalemme e in tutto il territorio, aprire la porta al dialogo tra i giovani di diverse religioni. Credo che tutti noi giovani, nonostante le nostre diversità, partiamo da un punto in comune, siamo alla ricerca di qualcosa, anzi Qualcuno, che possa dare senso alla nostra esistenza. Promuovere l'opportunità di un dialogo del genere nelle chiese della Terra Santa, attraverso la GMG, dando così la possibilità a tutti di esprimersi, significherebbe poter sperare ancora che un giorno la pace regni nella Terra dove è nato e vissuto Gesù.

[00671-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Que l'Église est belle ! En lisant le texte, j'ai pensé exactement à cela. L'Église s'efforce continuellement de s'ouvrir, de s'améliorer, en reconnaissant les personnes qui ont le plus besoin d'être aimées et guidées par l'Église, en les aidant à trouver leur identité d'enfants appartenant à Dieu.

Aux JMJ de Cracovie, en 2016, j'ai vécu ma première expérience de pèlerinage international, à laquelle j'ai participé avec un groupe de jeunes de Terre sainte, principalement de Nazareth et de Haïfa. Nous avons vécu des jours de préparation à Haïfa, puis en arrivant à Cracovie nous avons rencontré tant de jeunes de différents pays du monde, chaque groupe ayant son propre drapeau d'appartenance, alors que nous étions là sans aucun drapeau, pour éviter tout conflit politique. Cependant, ce sont les événements des JMJ qui nous ont rappelé que nous appartenons à l'Église Mère et que nous sommes les enfants d'un seul Père, unis à tous les jeunes du monde.

Malgré les nombreux conflits dans mon pays, celui-ci reste toujours un lieu de pèlerinage, où les jeunes et les pèlerins viennent rencontrer Jésus. C'est pourquoi il serait important d'encourager les jeunes de la région à partir à la découverte de l'Évangile en marchant sur les traces de Jésus dans les lieux où il a vécu. Combien de jeunes, comme le dit le texte des Orientations, ne viendraient pas pour une prière à l'église mais seraient prêts à participer à une expérience de pèlerinage, en marchant et en découvrant ensemble, en créant de nouvelles amitiés et en partageant des moments de joie.

La Terre Sainte est un petit territoire où cohabitent différentes religions, dans lequel les chrétiens sont minoritaires. Comme il serait important, surtout en ces jours compte tenu de la situation à Jérusalem et sur tout le territoire, d'ouvrir la porte au dialogue entre les jeunes de différentes religions. Je crois que nous tous, les jeunes, malgré nos différences, partons d'un point commun, nous sommes à la recherche de quelque chose, ou plutôt de Quelqu'un, qui puisse donner un sens à notre existence. Promouvoir l'opportunité d'un tel dialogue dans les églises de Terre Sainte, à travers les JMJ, en donnant ainsi à chacun la possibilité de s'exprimer, signifierait pouvoir espérer encore qu'un jour la paix règne sur la terre où Jésus est né et a vécu.

[00671-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

How beautiful the Church is! As I read the text, I thought about just that. The Church continually strives to open itself, to improve itself, recognising the people who most need to be loved and guided by the Church, helping them to find their identity as children who belong to God.

At WYD in Krakow in 2016, I had my first international pilgrimage experience, in which I participated together with a group of young people from the Holy Land, mainly from Nazareth and Haifa. We spent some days of preparation in Haifa and then, arriving in Krakow, we met so many young people from different countries of the world, each group with their own flag of belonging, while we were there without any flag, to avoid any political conflict. However, it was the events of WYD that reminded us that we belong to Mother Church and that we are children of one Father, united with all the youth of the world.

Despite the many conflicts in my land, it always remains a place of pilgrimage, where young people and pilgrims come to meet Jesus. For this reason, it would be important to encourage more local young people to go out to discover the Gospel by walking in the footsteps of Jesus in the places where he lived. How many young people, as the text of the Guidelines says, would not come for a prayer in church but would be willing to participate in a pilgrimage experience, walking and discovering together, forming new friendships and sharing moments of joy.

The Holy Land is a small territory with different religions, where Christians are a minority. How important it would be, especially in these days given the situation in Jerusalem and throughout the whole territory, to open the door to dialogue among young people of different religions. I believe that all of us young people, despite our differences, start from a common point, we are on the lookout for something, or rather Someone, that can give meaning to our existence. Promoting the opportunity for such a dialogue in the churches of the Holy Land, through WYD, and thereby giving everyone the chance to express themselves, would mean being able to hope that one day peace will reign in the Land where Jesus was born and lived.

[00671-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

¡Qué hermosa es la Iglesia! Al leer el texto, pensé precisamente esto. La Iglesia se esfuerza continuamente por abrirse, por mejorarse, reconociendo a las personas que más necesitan ser amadas y guiadas por la Iglesia, ayudándolas a encontrar su identidad de hijos de Dios.

En la JMJ de Cracovia de 2016, tuve mi primera experiencia de peregrinación internacional, en la que participé junto a un grupo de jóvenes de Tierra Santa, principalmente de Nazaret y Haifa. Vivimos días de preparación en Haifa y al llegar a Cracovia nos encontramos con muchos jóvenes de diferentes países del mundo, cada grupo con su propia bandera de pertenencia, mientras que nosotros estábamos allí sin ninguna bandera, para evitar cualquier conflicto político. Sin embargo, fueron los acontecimientos de la JMJ los que nos recordaron que pertenecemos a la Madre Iglesia y que somos hijos de un solo Padre, unidos a todos los jóvenes del mundo.

A pesar de los muchos conflictos que hay en mi tierra, siempre sigue siendo un lugar de peregrinación, donde los jóvenes y los peregrinos vienen a encontrarse con Jesús. Por eso sería importante animar a los jóvenes locales a salir a descubrir el Evangelio caminando sobre las huellas de Jesús en los lugares donde vivió. Cuántos jóvenes, como dice el texto de las Orientaciones, no vendrían a rezar a la iglesia, pero estarían dispuestos a participar en una experiencia de peregrinación, caminando y descubriendo nuevas cosas juntos, creando nuevas amistades y compartiendo momentos de alegría.

Tierra Santa es un pequeño territorio con diferentes religiones, en el que los cristianos son una minoría. Qué importante sería, sobre todo en estos días dada la situación en Jerusalén y en todo el territorio, abrir la puerta al diálogo entre jóvenes de diferentes religiones. Creo que todos los jóvenes, a pesar de nuestras diferencias, partimos de un punto común, buscamos algo, o más bien Alguien, que pueda dar sentido a nuestra existencia. Promover la oportunidad de un diálogo de este tipo en las iglesias de Tierra Santa, a través de la JMJ, dando así a todos la posibilidad de expresarse, significaría poder esperar que un día reine la paz en la Tierra donde nació y vivió Jesús.

[00671-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Quanto é bela a Igreja! Ao ler o texto, pensei exatamente nisso. A Igreja esforça-se continuamente para se abrir, para melhorar, reconhecendo as pessoas que mais precisam ser amadas e guiadas pela Igreja, ajudando-as a encontrar a sua própria identidade como filhos de Deus.

Na JMJ de Cracóvia, em 2016, vivi a minha primeira experiência internacional de peregrinação, de que participei juntamente com um grupo de jovens da Terra Santa, principalmente de Nazaré e Haifa. Vivemos alguns dias de preparação em Haifa e depois, ao chegar a Cracóvia, encontramos muitos jovens de diversos países do mundo. Cada grupo trazia a sua bandeira, mas nós lá estávamos sem nenhuma bandeira, para evitar quaisquer conflitos políticos. Contudo, foram os eventos da JMJ que nos lembraram que pertencemos à Mãe Igreja, e que somos filhos de um mesmo pai, unidos a todos os jovens do mundo.

Apesar da imensa quantidade de conflitos na minha terra, esta continua a ser um lugar de peregrinações, aonde jovens e peregrinos vêm para encontrar Jesus. Por isso, seria importante incentivar mais os jovens, inclusive os que lá moram, a sair à descoberta do Evangelho seguindo os passos de Jesus nos lugares onde ele viveu. Quantos jovens, diz o texto das Orientações, não recusariam ir à Igreja rezar, mas estariam dispostos a participar a uma experiência de peregrinação, para caminhar e descobrir juntos, criar novas amizades e partilhar momentos de alegria!

A Terra Santa é um pequeno país com diferentes religiões, onde os cristãos são uma minoria. Quão importante seria, principalmente no momento atual, dada a situação em Jerusalém e em todo o território, abrir as portas ao diálogo entre jovens de diferentes religiões. Acredito que todos nós, jovens, apesar das diferenças, temos um ponto comum: buscamos algo — aliás, Alguém — que dê sentido à nossa existência. Promover a oportunidade de um diálogo desse tipo na igreja da Terra Santa, através da JMJ, dando abertura para que todos possam exprimir-se, seria um sinal de que podemos continuar a esperar que um dia a paz reine na Terra onde viveu e nasceu Jesus.

[00671-PO.01] [Texto original: Italiano]

Intervento di Gelson Fernando Augusto Dinis

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Testo in lingua italiana

Mi chiamo Gelson Fernando Augusto Dinis. Vengo dall’Angola, Luanda. Ho 24 anni. Sono un seminarista, laureato in Filosofia e Teologia. Attualmente frequento la licenza in teologia dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana.

Ho avuto modo di leggere il documento “Orientamenti Pastorali per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle chiese particolari”. La sua profondità e la sua bellezza mi hanno davvero colpito. In particolare, l’enfasi che dà alla Chiesa come mediatrice dell’incontro del giovane con Dio, e ai suoi ministri come facilitatori di questo incontro. Nella Chiesa ciascuno si deve sentire accolto ed amato, ma soprattutto accompagnato, e in particolare i giovani, che sono chiamati ad essere testimoni dell’amore di Dio lì dove si trovano.

Le Giornate Mondali della Gioventù sono nate precisamente con questo intento: manifestare l’amore di Cristo ai giovani attraverso la vicinanza della Chiesa. I giovani sono i suoi figli preziosi e molto amati, che devono essere nel cuore della sua missione evangelizzatrice.

I giovani, quali perle preziose della Chiesa, nelle Giornate della gioventù diocesane trovano un’opportunità non solo per far esperienza della comunione ecclesiale, ma anche per imparare a sentirsi membri della comunità in cui si trovano. Perciò, in queste occasioni, è fondamentale la vicinanza del parroco, del vescovo, perché i giovani si sentano accolti e capiscano di essere essenziali per la missione della Chiesa, che di per sé non esclude nessuno.

D’altronde, queste Giornate sono anche uno spazio vocazionale, di vera scoperta del volere di Dio nella propria vita. Anch’io, in alcuni incontri simili a questi, ho fatto delle esperienze importanti nel mio cammino vocazionale. Ad esempio: ho potuto partecipare, prima di venire a Roma, sia a diverse messe per la celebrazione diocesana della Giornata della Gioventù, presiedute dal vescovo della mia diocesi, sia a varie veglie vocazionali, alcune delle quali realizzate nelle diverse parrocchie della diocesi, per coinvolgere i giovani. La dedizione e la vicinanza di coloro che mi guidavano hanno fatto sì che, alcuni anni dopo, io stesso desiderassi entrare in seminario.

Perciò, come è stato ben evidenziato nel documento, la vicinanza dei pastori, siano essi vescovi o sacerdoti, particolarmente in queste occasioni, servono di stimolo per il discernimento di ogni giovane. Ma oltre all’accompagnamento dei vescovi o sacerdoti, è fondamentale la testimonianza delle famiglie - specialmente le coppie più giovani - perché ciascuno dei giovani, evangelizzato dalla loro presenza, scopra in sé il disegno di Dio e non abbia paura di fare una scelta definitiva per la propria vita.

[00672-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Je m'appelle Gelson Fernando Augusto Dinis. Je viens de l'Angola, Luanda. J'ai 24 ans. Je suis séminariste, diplômé en philosophie et en théologie. Je suis actuellement en licence de théologie dogmatique à l'Université pontificale Urbanienne.

J'ai eu l'occasion de lire le document “Orientations pastorales pour la célébration des Journée Mondiales de la Jeunesse dans les Églises particulières”. Sa profondeur et sa beauté m'ont vraiment frappé. En particulier, l'accent qu'il met sur l'Église en tant que médiatrice de la rencontre du jeune avec Dieu, et sur ses ministres en tant que facilitateurs de cette rencontre. Dans l'Église, chacun doit se sentir accueilli et aimé, mais surtout accompagné, et en particulier les jeunes, qui sont appelés à être des témoins de l'amour de Dieu là où ils se trouvent.

Les Journées Mondiales de la Jeunesse sont nées précisément dans cette intention : manifester l'amour du Christ pour les jeunes à travers la proximité de l'Église. Les jeunes sont ses enfants précieux et bien-aimés, qui doivent être au cœur de sa mission d'évangélisation.

Les jeunes, perles précieuses de l'Église, trouvent dans les Journées diocésaines de la jeunesse l'occasion non seulement de faire l'expérience de la communion ecclésiale, mais aussi d'apprendre à se sentir membres de la communauté dans laquelle ils se trouvent. C'est pourquoi, en ces occasions, la proximité du curé, de l'évêque, est fondamentale, afin que les jeunes puissent se sentir accueillis et comprendre qu'ils sont essentiels à la mission de l'Église, qui en soi n'exclut personne.

D'autre part, ces Journées sont aussi un espace vocationnel, de véritable découverte de la volonté de Dieu dans sa vie. Moi aussi, dans des rencontres similaires à celles-ci, j'ai vécu des expériences importantes dans mon parcours vocationnel. Par exemple : avant de venir à Rome, j'ai pu participer à la fois à diverses messes pour la célébration diocésaine des Journées de la Jeunesse, présidées par l'évêque de mon diocèse, et à diverses veillées vocationnelles, dont certaines ont été organisées dans les différentes paroisses du diocèse, pour impliquer les jeunes. Le dévouement et la proximité de ceux qui m'ont guidé m'ont donné envie d'entrer moi-même au séminaire quelques années plus tard.

C'est pourquoi, comme le souligne bien le document, la proximité des pasteurs, qu'ils soient évêques ou prêtres, en particulier en ces occasions, sert de stimulant au discernement de chaque jeune. Mais outre l'accompagnement des évêques ou des prêtres, le témoignage des familles - en particulier des jeunes couples - est fondamental pour que chaque jeune, évangélisé par leur présence, puisse découvrir en lui le projet de Dieu et ne pas avoir peur de faire un choix définitif pour sa vie.

[00672-FR.01] [Texte original: Italien]

 

 

 

 

 

Traduzione in lingua inglese

My name is Gelson Fernando Augusto Dinis. I come from Luanda, Angola. I am 24 years old. I am a seminarian and have completed my undergraduate studies in Philosophy and Theology. I am currently pursuing a Licentiate in Dogmatic Theology at the Pontifical Urban University.

I had the opportunity to read the document "Pastoral Guidelines for the Celebration of World Youth Day in Particular Churches." Its depth and beauty truly struck me. In particular, the emphasis it gives to the Church as the mediator of the encounter of the young person with God, and to her ministers as facilitators of this encounter. In the Church each person must feel welcomed and loved, but above all accompanied, and in particular young people, who are called to be witnesses of God's love where they are.

The World Youth Days were born precisely with this intention: to show Christ's love to young people through the closeness of the Church. Young people are her precious and much-loved children who must be at the heart of her evangelizing mission.

Young people, as precious pearls of the Church, find in Diocesan Youth Days an opportunity not only to experience ecclesial communion, but also to learn to feel like members of the community in which they find themselves. Therefore, on these occasions, the closeness of the parish priest, of the bishop, is fundamental, such that the young people feel welcomed and understand that they are essential to the mission of the Church, which in itself excludes no one.

On the other hand, these Days are also a space for vocations, for the true discovery of God's will in one's life. In some meetings similar to these, I too have had important experiences in my vocational journey. For example: before coming to Rome, I was able to participate both in several Masses for the diocesan celebration of World Youth Day, presided by the bishop of my diocese, and in various vocational vigils, some of which were held in the various parishes of the diocese, to involve young people. The dedication and closeness of those who guided me made me want to enter the seminary myself a few years later.

Therefore, as has been well pointed out in the document, the closeness of pastors, whether bishops or priests, particularly on these occasions, serve as a stimulus for the discernment of each young person. But in addition to the accompaniment of bishops or priests, the witness of families - especially younger couples - is fundamental so that each young person, evangelised by their presence, may discover God's plan within himself and not be afraid to make a definitive choice for his life.

[00672-EN.01] [Original text: Italian]

 

 

 

Traduzione in lingua spagnola

Mi nombre es Gelson Fernando Augusto Dinis. Soy de Angola, de Luanda. Tengo 24 años. Soy seminarista, licenciado en Filosofía y Teología. Actualmente estoy cursando la Licenciatura en Teología Dogmática en la Pontificia Universidad Urbaniana.

He tenido la oportunidad de leer el documento "Orientaciones pastorales para la celebración de la Jornada Mundial de la Juventud en las Iglesias particulares". Su profundidad y belleza me han impactado mucho. En particular, el énfasis que da a la Iglesia como mediadora del encuentro del joven con Dios, y a sus ministros como facilitadores de este encuentro. En la Iglesia todos deben sentirse acogidos y amados, pero sobre todo acompañados, y en particular los jóvenes, que están llamados a ser testigos del amor de Dios allí donde se encuentren.

Las Jornadas Mundiales de la Juventud nacieron precisamente con esta intención: manifestar el amor de Cristo por los jóvenes a través de la cercanía de la Iglesia. Los jóvenes son sus hijos preciosos y amadísimos, que deben estar en el centro de su misión evangelizadora.

Los jóvenes, como perlas preciosas de la Iglesia, encuentran en las Jornadas diocesanas de la Juventud una oportunidad no sólo para experimentar la comunión eclesial, sino también para aprender a sentirse miembros de la comunidad en la que se encuentran. Por eso, en estas ocasiones, la cercanía del párroco, del obispo, es fundamental, para que los jóvenes se sientan acogidos y comprendan que son esenciales para la misión de la Iglesia, que en sí misma no excluye a nadie.

Por otra parte, estas Jornadas son también un espacio vocacional, de verdadero descubrimiento de la voluntad de Dios en la propia vida. Yo también, en algunos encuentros similares a estos, he tenido experiencias importantes en mi camino vocacional. Por ejemplo: antes de venir a Roma, pude participar tanto en varias misas con motivo de la celebración diocesana de la Jornada de la Juventud, presidida por el obispo de mi diócesis, como en varias vigilias vocacionales, algunas de ellas celebradas en las distintas parroquias de la diócesis, para implicar a los jóvenes. La dedicación y la cercanía de los que me guiaron me hicieron desear entrar yo mismo en el seminario unos años después.

Por eso, como bien se señala en el documento, la cercanía de los pastores, ya sean obispos o sacerdotes, sobre todo en estas ocasiones, sirve de estímulo para el discernimiento de cada joven. Pero además del acompañamiento de los obispos o de los sacerdotes, el testimonio de las familias -sobre todo de los matrimonios más jóvenes- es fundamental para que cada joven, evangelizado por su presencia, descubra el proyecto de Dios en su interior y no tenga miedo de hacer una elección definitiva para su vida.

[00672-ES.01] [Texto original: Italiano]

 

Traduzione in lingua portoghese

O meu nome é Gelson Fernando Augusto Dinis. Venho de Angola, de Luanda. Tenho 24 anos. Sou seminarista, formado em filosofia e teologia. Atualmente estudo teologia dogmática na Pontifícia Universidade Urbaniana.

Tive a oportunidade de ler o documento “Orientações pastorais para a celebração da Jornada Mundial da Juventude nas Igrejas particulares” A sua profundidade e beleza impressionaram-me muito. Especialmente a ênfase que dá ao papel da Igreja como mediadora do encontro dos jovens com Deus, e dos seus ministros como facilitadores deste encontro. Na Igreja, todos deve sentir-se acolhidos e amados, mas principalmente acompanhados, e em particular os jovens, que são chamados a ser testemunhas do amor de Deus, cada qual lá onde se encontra.

A Jornada Mundial da Juventude nasceu precisamente com este intuito: manifestar o amor de Cristo aos jovens através da proximidade com a Igreja. Os jovens são os seus filhos preciosos e muito amados, que devem estar no centro da sua missão evangelizadora.

Os jovens, pérolas preciosas da Igreja, encontram nas Jornadas da Diocesanas Juventude uma oportunidade não só de experimentar a comunhão eclesial, mas também de aprenderem a sentir-se membros da comunidade em que se encontram. Por esta razão, nestas ocasiões, é fundamental a proximidade do pároco, a fim de que os jovens se sintam acolhidos e compreendam que são essenciais para a missão da Igreja, que não exclui ninguém.

Além disso, as Jornadas são também um espaço vocacional, de verdadeira descoberta da vontade de Deus nas nossas vidas. Eu mesmo, em alguns encontros como estes, tive experiências importantes no meu caminho vocacional. Por exemplo: antes de vir a Roma, pude participar tanto de algumas missas de celebração diocesana da JMJ, presididas pelo bispo da minha diocese, quanto de diversas vigílias pelas vocações, algumas das quais realizadas nas diversas paróquias da diocese, para envolver os jovens. A dedicação e a proximidade dos que me guiavam fizeram com que, alguns anos depois, eu próprio desejasse entrar no seminário.

Por isso, como foi bem destacado no documento, a proximidade dos pastores, sejam bispos ou sacerdotes, particularmente nessas ocasiões, serve de estímulo para o discernimento dos jovens. Mas além do acompanhamento dos bispos ou padres, o testemunho da família é fundamental - principalmente dos casais mais jovens - para que cada jovem, evangelizado pela presença destes, descubra em si o plano de Deus e não tenha medo de fazer uma escolha definitiva para a sua vida.

[00672-PO.01] [Texto original: Italiano]

[B0306-XX.02]