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L’Udienza Generale, 16.12.2020


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

 

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.15 nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul tema “La preghiera di intercessione” (Lettura: Ef 6,18-20).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Chi prega non lascia mai il mondo alle sue spalle. Se la preghiera non raccoglie le gioie e i dolori, le speranze e le angosce dell’umanità, diventa un’attività “decorativa”, un atteggiamento superficiale, da teatro, un atteggiamento intimistico. Tutti abbiamo bisogno di interiorità: di ritirarci in uno spazio e in un tempo dedicato al nostro rapporto con Dio. Ma questo non vuol dire evadere dalla realtà. Nella preghiera, Dio “ci prende, ci benedice, e poi ci spezza e ci dà”, per la fame di tutti. Ogni cristiano è chiamato a diventare, nelle mani di Dio, pane spezzato e condiviso. Cioè una preghiera concreta, che non sia una fuga.

Così gli uomini e le donne di preghiera cercano la solitudine e il silenzio, non per non essere infastiditi, ma per ascoltare meglio la voce di Dio. A volte si ritirano dal mondo, nel segreto della propria camera, come raccomandava Gesù (cfr Mt 6,6), ma, ovunque siano, tengono sempre spalancata la porta del loro cuore: una porta aperta per quelli che pregano senza sapere di pregare; per quelli che non pregano affatto ma portano dentro un grido soffocato, un’invocazione nascosta; per quelli che hanno sbagliato e hanno smarrito la via... Chiunque può bussare alla porta di un orante e trovare in lui o in lei un cuore compassionevole, che prega senza escludere nessuno. La preghiera è il nostro cuore e la nostra voce, e si fa cuore e voce di tanta gente che non sa pregare o non prega, o non vuole pregare o è impossibilitata a pregare: noi siamo il cuore e la voce di questa gente che sale a Gesù, sale al Padre, come intercessori. Nella solitudine chi prega – sia la solitudine di molto tempo sia la solitudine di mezz’oretta per pregare - si separa da tutto e da tutti per ritrovare tutto e tutti in Dio. Così l’orante prega per il mondo intero, portando sulle sue spalle dolori e peccati. Prega per tutti e per ciascuno: è come se fosse un’“antenna” di Dio in questo mondo. In ogni povero che bussa alla porta, in ogni persona che ha perso il senso delle cose, chi prega vede il volto di Cristo.

Il Catechismo scrive: «Intercedere, chiedere in favore di un altro […] è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio» (n. 2635). Questo è bellissimo. Quando preghiamo siamo in sintonia con la misericordia di Dio: misericordia nei confronti dei nostri peccati – che è misericordioso con noi – ma anche misericordia verso tutti coloro che hanno chiesto di pregare per loro, per i quali vogliamo pregare in sintonia con il cuore di Dio. Questa è la vera preghiera. In sintonia con la misericordia di Dio, quel cuore misericordioso. «Nel tempo della Chiesa, l’intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi» (ibid.). Cosa vuol dire che si partecipa all’intercessione di Cristo, quando io intercedo per qualcuno o prego per qualcuno? Perché Cristo davanti al Padre è intercessore, prega per noi, e prega facendo vedere al Padre le piaghe delle sue mani; perché Gesù fisicamente, con il suo corpo sta davanti al Padre. Gesù è il nostro intercessore, e pregare è un po’ fare come Gesù: intercedere in Gesù al Padre, per gli altri. E questo è molto bello.

Alla preghiera sta a cuore l’uomo. Semplicemente l’uomo. Chi non ama il fratello non prega seriamente. Si può dire: in spirito di odio non si può pregare; in spirito di indifferenza non si può pregare. La preghiera soltanto si dà in spirito di amore. Chi non ama fa finta di pregare, o lui crede di pregare, ma non prega, perché manca proprio lo spirito che è l’amore. Nella Chiesa, chi conosce la tristezza o la gioia dell’altro va più in profondità di chi indaga i “massimi sistemi”. Per questo motivo c’è un’esperienza dell’umano in ogni preghiera, perché le persone, per quanto possano commettere errori, non vanno mai rifiutate o scartate.

Quando un credente, mosso dallo Spirito Santo, prega per i peccatori, non fa selezioni, non emette giudizi di condanna: prega per tutti. E prega anche per sé. In quel momento sa di non essere nemmeno troppo diverso dalle persone per cui prega: si sente peccatore, tra i peccatori, e prega per tutti. La lezione della parabola del fariseo e del pubblicano è sempre viva e attuale (cfr Lc 18,9-14): noi non siamo migliori di nessuno, siamo tutti fratelli in una comunanza di fragilità, di sofferenze e nell’essere peccatori. Perciò una preghiera che possiamo rivolgere a Dio è questa: “Signore, nessun vivente davanti a Te è giusto (cfr Sal 143,2) – questo lo dice un salmo: “Signore, nessun vivente davanti è Te è giusto”, nessuno di noi: siamo tutti peccatori –, siamo tutti debitori che hanno un conto in sospeso; non c’è alcuno che sia impeccabile ai tuoi occhi. Signore abbi pietà di noi!”. E con questo spirito la preghiera è feconda, perché andiamo con umiltà davanti a Dio a pregare per tutti. Invece, il fariseo pregava in modo superbo: “Ti ringrazio, Signore, perché io non sono come quei peccatori; io sono giusto, faccio sempre…”. Questa non è preghiera: questo è guardarsi allo specchio, alla realtà propria, guardarsi allo specchio truccato dalla superbia.

Il mondo va avanti grazie a questa catena di oranti che intercedono, e che sono per lo più sconosciuti… ma non a Dio! Ci sono tanti cristiani ignoti che, in tempo di persecuzione, hanno saputo ripetere le parole di nostro Signore: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).

Il buon pastore resta fedele anche davanti alla constatazione del peccato della propria gente: il buon pastore continua ad essere padre anche quando i figli si allontanano e lo abbandonano. Persevera nel servizio di pastore anche nei confronti di chi lo porta a sporcarsi le mani; non chiude il cuore davanti a chi magari lo ha fatto soffrire.

La Chiesa, in tutte le sue membra, ha la missione di praticare la preghiera di intercessione, intercede per gli altri. In particolare ne ha il dovere chiunque sia posto in un ruolo di responsabilità: genitori, educatori, ministri ordinati, superiori di comunità… Come Abramo e Mosè, a volte devono “difendere” davanti a Dio le persone loro affidate. In realtà, si tratta di guardarle con gli occhi e il cuore di Dio, con la sua stessa invincibile compassione e tenerezza. Pregare con tenerezza per gli altri.

Fratelli e sorelle, siamo tutti foglie del medesimo albero: ogni distacco ci richiama alla grande pietà che dobbiamo nutrire, nella preghiera, gli uni per gli altri. Preghiamo gli uni per gli altri: farà bene a noi e farà bene a tutti. Grazie!

[01554-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, une prière qui ne recueille pas les joies et les douleurs, les espérances et les angoisses de l’humanité devient une activité «décorative». Nous avons tous besoin de nous retirer dans un espace et un temps consacrés à notre relation avec Dieu. Les hommes et les femmes de prière cherchent la solitude et le silence pour mieux écouter la voix de Dieu. Quiconque peut frapper à la porte de la personne qui prie et trouver en elle un cœur plein de compassion. Il y a une expérience de l’humain dans chaque prière, car les personnes, quelles que soient leurs erreurs, ne doivent pas être refusées ou rejetées. Lorsqu’un croyant, mû par l’Esprit Saint, prie pour les pécheurs, il ne fait pas de sélection et n’émet pas de jugements de condamnation. Le monde va de l’avant grâce à ceux qui prient en intercédant. L’Eglise, dans tous ses membres, a la mission de pratiquer la prière d’intercession, particulièrement ceux qui ont un rôle de responsabilité. Nous sommes tous des feuilles du même arbre: chacune, lorsqu’elle se détache, nous rappelle que nous devons nous soutenir les uns les autres dans la prière.

Santo Padre:

Sono lieto di salutare le persone di lingua francese. Nell’attesa dell’Emmanuele, il Buon Pastore, cerchiamo di essere uomini e donne che fanno proprie le gioie e le sofferenze, le speranze e le angosce dell’umanità, nella preghiera di intercessione.

A tutti do la mia benedizione.

Speaker:

Je suis heureux de saluer les personnes de langue française! Dans l’attente de l’Emmanuel, le Bon Pasteur, soyons des hommes et des femmes qui assument les joies et les douleurs, les espérances et les angoisses de l’humanité dans la prière d’intercession.

A tous, je donne ma bénédiction!

[01555-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters, in our continuing catechesis on Christian prayer, we now turn to the prayer of intercession. Following the example and teaching of Jesus, whenever we pray in silence and solitude, so as better to listen to the Lord, we do not hide from the needs of others, but open our hearts to their sorrows and fears. The Catechism teaches that our intercessory prayer, in communion with all the saints, participates in Christ’s own prayer (cf. No. 2635). While the whole Church has the mission of interceding for all – especially for those who suffer, those who do not know how to pray or have lost their way in life – this duty falls particularly to those in positions of responsibility, such as parents, teachers or priests. Although often hidden from the world, our intercessions are never hidden from God, who always hears those who cry to him. Like Christ the Good Shepherd interceding with his heavenly Father for all his children, may our own prayer always be attentive to those most in need, and so contribute to the great network of intercession that sustains the life of the world.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua inglese. Prego perché la luce di Cristo illumini i passi del nostro cammino di Avvento e dissipi le tenebre della paura dai nostri cuori. Su di voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore Gesù Cristo.

Speaker:

I cordially greet the English-speaking faithful. On our Advent journey, may the light of Christ illumine our paths and dispel all darkness and fear from our hearts. Upon you and your families I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ.

[01556-EN.02] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, die heutige Katechese ist dem fürbittenden Gebet gewidmet. Wer betet, kehrt der Welt nicht den Rücken zu, sondern nimmt Freud und Leid, Angst und Hoffnung der Menschheit ins Gebet hinein. Stille und Zurückgezogenheit helfen, Gottes Stimme zu hören, zugleich aber muss das Herz offen sein für die anderen, vor allem für die, denen das Beten schwerfällt oder die nicht beten können. Die innere Beziehung zum Herrn lässt den Beter alle und alles in Gott finden. So trägt er die ganze Welt vor den Herrn, er betet für alle und jeden Einzelnen und stellt sozusagen eine „Antenne für Gott“ in dieser Welt dar. In jedem Gebet ist die Erfahrung des Menschlichen zugegen, die Schwachheit und das Sündersein, die uns allen gemeinsam sind. Wenn ein Gläubiger, geleitet vom Heiligen Geist, für die Sünder betet, macht er dabei keine Unterschiede: Er betet für alle und auch für sich selbst. Zugunsten anderer zu bitten ist Aufgabe aller Glieder der Kirche, und wer ein verantwortungsvolles Amt innehat – Eltern, Lehrer, Geistliche und Obere – ist dazu besonders verpflichtet. In der Zeit der Kirche hat das Fürbittgebet der Christen teil an der Fürbitte Christi; es ist Ausdruck der Gemeinschaft der Heiligen (vgl. Katechismus der Katholischen Kirche, 2635).

Santo Padre:

Un caloroso saluto rivolgo ai fratelli e alle sorelle di lingua tedesca. L’intercessione ci unisce alla preghiera di Gesù, che intercede presso il Padre per tutti gli uomini. Non dimentichiamo di pregare il Signore in favore degli altri, anche per coloro che ci fanno del male. A tutti un buon Avvento.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Brüder und Schwestern deutscher Sprache. Die Fürbitte vereint uns mit dem Beten Jesu, der beim Vater für alle Menschen eintritt. Vergessen wir nicht, den Herrn für die anderen zu bitten, auch für die, die uns Böses zufügen. Allen wünsche ich einen gesegneten Advent.

[01557-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La oración verdadera no nos separa de la realidad. El que reza presenta al Señor los gozos y las esperanzas, las tristezas y las angustias de los hombres de nuestro tiempo, sobre todo de los pobres y de cuantos sufren. Todos necesitamos tiempos y espacios de silencio y soledad para la relación con Dios, para escuchar su voz. En la oración, el Señor nos bendice y nos hace pan partido y repartido para la vida del mundo.

La oración de intercesión abre las puertas del corazón de quien reza por los demás. Es una puerta abierta para los que rezan sin saberlo, para los que no rezan pero esconden un grito sofocado en su interior, para los que se equivocaron y no encuentran el rumbo. Cualquiera puede encontrar en la persona orante un corazón compasivo que ruega por todos sin excluir a nadie. Es como una “antena” de Dios, que está en sintonía con su misericordia y ve a Cristo en los rostros de las personas por las que reza.

En la oración experimentamos que todos somos hermanos, que pertenecemos a la misma humanidad frágil y pecadora. El que reza lo hace por todos, y también por sí mismo. La Iglesia, en todos sus miembros, tiene la misión de practicar la oración de intercesión, especialmente quienes tienen un rol de responsabilidad: padres, educadores, sacerdotes, superiores de comunidad. Este modo de oración nos ayuda a mirar a los otros con los ojos y el corazón de Dios, con su misma ternura y compasión.

 

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Mañana comenzamos los días mayores de Adviento, y la liturgia se centra con mayor énfasis en la preparación de la Navidad. En estos días tan especiales, los animo a dedicar más tiempo a la oración de intercesión: recemos con mayor intensidad pidiendo unos por otros, en particular por los que más sufren. Que Dios los bendiga.

[01558-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

A oração não leva o cristão a esquecer-se do mundo, antes pelo contrário, o leva a abraçar as alegrias e dores, esperanças e angústias da humanidade. De fato, embora muitos busquem o silêncio e a solidão para a sua oração, não o fazem por razões intimistas ou para fugir da realidade, mas para escutar melhor a voz de Deus que chama cada cristão a se oferecer aos outros, como pão partido e partilhado. A oração faz com que os nossos corações sejam mais compassivos e atentos às necessidades dos outros, sem excluir ninguém: intercede por todos e cada um, convertendo-se numa espécie de antena de Deus neste mundo. Muitas vezes o Espírito Santo inspira o fiel a interceder pelos pecadores – “defendendo-os” diante de Deus, como fizeram Abraão e Moisés, sabendo reconhecer-se ele também um pecador necessitado de oração. Em suma, a oração permite ver o rosto de Cristo nos outros e aprender a vê-los com os olhos de Deus, com a Sua inesgotável compaixão e ternura.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua portoghese. Cari fratelli, la preghiera durante il tempo dell’Avvento ci aiuta a ricordare che non siamo più giusti e migliori degli altri, ma siamo tutti peccatori bisognosi di essere toccati dalla misericordia di Dio. Su ciascuno di voi scenda la benedizione del Signore.

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos fiéis de língua portuguesa. Queridos irmãos, a oração durante o tempo do Advento nos ajuda a lembrar que não somos mais justos e melhores do que os outros, mas somos todos pecadores necessitados de ser tocados pela misericórdia de Deus. Sobre cada um de vós desça a benção do Senhor.

[01559-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تأمّلَ قداسةُ البابا اليَومَ في صلاةِ الشفاعة. قال: الإنسانُ المصلّي هو من يذكرُ في صلاتِه أفراحَ البشريّةِ وأحزانَها وآمالَها ومخاوفَها. فهو إذا سعى إلى العزلةِ والصمت، لا يفعلُ ذلك حتى لا يزعجُه أحد، بل لسماعِ صوتِ اللهِ بشكلٍ أفضل. فكلُّ من يطرقُ بابَه يجدُ فيه قلبًا رحيمًا يصلّي له وللجميعِ دون أن يستثنيَ أحدًا. ينفردُ المصلّي في العزلةِ عن كلِّ شيء، ليجدَ من جديدٍ كلَّ شيءٍ وكلَّ الناسِ في الله. من يصلّي يرى في كلِّ إنسانٍ وجهَ المسيح. من يصلّي يهتمُ لكلِّ إنسان. لأنّ مَن لا يحبُ أخاهُ فهو ليس جادًّا في صلاتِه. عندما يصلّي المؤمنُ فإنّه يصلّي مِن أجلِ الجميع، ومن أجلِ نفسِه أيضًا. عندئذٍ يعرفُ أنّه لا يختلفُ كثيرًا عن الناسِ الذين يصلّي من أجلِهم. وقالَ قداستُه: العالمُ باقٍ وفيهِ خيرٌ دائمًا بفضلِ هؤلاء المصلّينَ الذين يشفعون وهم في الغالبِ مجهولون لدى الناس، لكنّ الله يعرفُهُم. هناك الكثيرونَ الذين نجهلُهُم صلّوا وقتَ الاضطهادات، مثلَ يسوع وقالوا: اغفرْ لهُم يا ربّ لأنّهم لا يعرفونَ ما يصنعون. الجميعُ مدعوٌّ إلى صلاةِ الشفاعة، ولا سيّما الأهلُ والرؤساءُ والمعلمونَ والكهنةُ وكلُّ مسؤول. وعليهِم أن ينظروا دائمًا بعينِ اللهِ وبقلبِه، وبحنانِه ورأفتِه.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Siamo tutti foglie del medesimo albero: ogni distacco ci richiama alla grande pietà che dobbiamo nutrire, nella preghiera, gli uni per gli altri. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أحيّي المؤمنينَ الناطقينَ باللغةِ العربية. نحنُ جميعًا ورقٌ على الشجرةِ نفسِها: كلُّ ورقَةٍ تسقُطُ تُذَكِرُنا بالرحمةِ الكبيرةِ التي يجبُ أن نتحلَّى بها في صلاةِ بعضِنا لبعض. ليباركْكُم الرّبُّ جميعًا ولْيَحمِكُم دائمًا من كلِّ شر!

[01560-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry! Kościół, od początków, praktykuje modlitwę wstawienniczą. Wszyscy potrzebujemy życia modlitwy, czyli poświęcenia czasu na naszą relację z Bogiem. Nie oznacza to jednak ucieczki od rzeczywistości, gdyż ludzie, którzy się modlą, nigdy nie są obojętni na sprawy świata.

Ludzie modlitwy czasami wycofują się ze świata, w tajemnicę swojej izdebki, jak zaleca sam Jezus, ale drzwi ich serca są zawsze szeroko otwarte dla wszystkich. Każdy może zapukać do drzwi człowieka modlitwy i znaleźć w nim współczujące serce, które nikogo nie wyklucza. W ten sposób człowiek modlitwy modli się za cały świat, niosąc na swych ramionach cierpienia, grzechy oraz radości każdego człowieka. Świat idzie naprzód dzięki temu łańcuchowi modlących się ludzi.

Kto nie miłuje swojego brata, ten nie modli się na serio. Kiedy osoba wierząca modli się za grzeszników, nikogo nie eliminuje i nie wydaje wyroków potępienia, a jednocześnie uświadamia sobie, że nie różni się zbytnio od osób, za które się modli, gdyż wszyscy jesteśmy dłużnikami przed Bogiem i nie ma nikogo, kto byłby nieskazitelny w Jego oczach.

Modlitwa wstawiennicza szczególnie jest obowiązkiem każdego, kto ponosi odpowiedzialność, to znaczy: rodziców, wychowawców, kapłanów, a także przełożonych wspólnot. Taka modlitwa uczy patrzeć na innego człowieka oczami i sercem Boga, z Jego współczuciem i czułością.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi.

Oggi inizia la Novena a Gesù Bambino.

Nel vostro cammino di Avvento di quest’anno, in modo particolare, vi accompagni San Giuseppe.

Il Bambino Divino, che ha visto in lui la tenerezza di Dio, ricolmi i vostri cuori, soprattutto in questi tempi difficili, della certezza che il Padre nostro celeste è un Dio di tenerezza, che è buono verso tutti e la Sua misericordia si espande su tutti i Suoi figli.

Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków.

Dzisiaj rozpoczyna się Nowenna do Dzieciątka Jezus.

Waszej tegorocznej wędrówce Adwentowej, niech w sposób szczególny towarzyszy Święty Józef.

Niech Boże Dzieciątko, które widziało w nim czułość Boga, napełni Wasze serca, szczególnie w tych trudnych czasach, pewnością, że nasz Ojciec niebieski jest Bogiem czułości, że jest dobry dla wszystkich, a Jego miłosierdzie ogarnia wszystkie Jego dzieci.

Z serca Wam błogosławię.

[01561-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Saluto cordialmente i fedeli di lingua italiana. Vorrei esortare tutti ad “affrettare il passo” verso il Natale, quello vero, cioè la nascita di Gesù Cristo. Quest’anno ci attendono restrizioni e disagi; ma pensiamo al Natale della Vergine Maria e di San Giuseppe: non furono rose e fiori! Quante difficoltà hanno avuto! Quante preoccupazioni! Eppure la fede, la speranza e l’amore li hanno guidati e sostenuti. Che sia così anche per noi! Ci aiuti anche – questa difficoltà – a purificare un po’ il modo di vivere il Natale, di festeggiare, uscendo dal consumismo: che sia più religioso, più autentico, più vero.

Come sempre, mi rivolgo infine agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. A ciascuno auguro di accogliere la grazia di questi giorni: che diventi per voi anziani consolazione, per voi giovani fortezza, per voi malati conforto, e per voi novelli sposi fiducia nella divina Provvidenza. Che Dio vi benedica tutti!

[01562-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0667-XX.02]