Videomessaggio del Santo Padre
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Traduzione in lingua portoghese
Oggi pomeriggio, presso la Pontificia Università Lateranense, nel corso di un evento - in diretta streaming - promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, viene trasmesso un Videomessaggio di Papa Francesco ai partecipanti al Global Compact on Education.
Pubblichiamo di seguito il testo del Videomessaggio del Santo Padre:
Videomessaggio del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
quando vi ho invitato a iniziare questo cammino di preparazione, partecipazione e progettazione di un patto educativo globale, non potevamo mai immaginare la situazione in cui si sarebbe sviluppato; il Covid ha accelerato e amplificato molte delle urgenze e delle emergenze che riscontravamo e ne ha rivelate tante altre. Alle difficoltà sanitarie hanno fatto seguito quelle economiche e sociali. I sistemi educativi di tutto il mondo hanno sofferto la pandemia sia a livello scolastico che accademico.
Ovunque si è cercato di attivare una rapida risposta attraverso le piattaforme educative informatiche, le quali hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche, ma anche che, a causa del confinamento e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico. Secondo alcuni recenti dati di agenzie internazionali, si parla di “catastrofe educativa” – è un po’ forte, ma si parla di “catastrofe educativa” –, di fronte ai circa dieci milioni di bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus, aumentando un divario educativo già allarmante (con oltre 250 milioni di bambini in età scolare esclusi da ogni attività formativa).
Davanti a questa realtà drammatica, sappiamo che le necessarie misure sanitarie saranno insufficienti se non verranno accompagnate da un nuovo modello culturale. Questa situazione ha fatto crescere la consapevolezza che si deve imprimere una svolta al modello di sviluppo. Affinché rispetti e tuteli la dignità della persona umana, esso dovrà partire dalle opportunità che l'interdipendenza planetaria offre alla comunità e ai popoli, curando la nostra casa comune e proteggendo 1a pace. La crisi che attraversiamo è una crisi complessiva, che non si può ridurre o limitare a un solo ambito o settore. È complessiva. Il Covid ha permesso di riconoscere in maniera globale che ciò che è in crisi è il nostro modo di intendere la realtà e di relazionarci tra noi.
In tale contesto, vediamo che non bastano le ricette semplicistiche né i vani ottimismi. Conosciamo il potere trasformante dell’educazione: educare è scommettere e dare al presente 1a speranza che rompe i determinismi e i fatalismi con cui l'egoismo del forte, il conformismo del debole e l'ideologia dell'utopista vogliono imporsi tante volte come unica strada possibile.1
Educare è sempre un atto di speranza che invita alla co-partecipazione e alla trasformazione della logica sterile e paralizzante dell'indifferenza in un'altra logica diversa, che sia in grado di accogliere la nostra comune appartenenza. Se gli spazi educativi si conformano oggi alla logica della sostituzione e della ripetizione e sono incapaci di generare e mostrare nuovi orizzonti, in cui l'ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza fondino una nuova cultura, non staremo mancando all'appuntamento con questo momento storico?
Siamo anche consapevoli che un cammino di vita ha bisogno di una speranza fondata sulla solidarietà, e che ogni cambiamento richiede un percorso educativo, per costruire nuovi paradigmi capaci di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo, di capire e di trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l'umanità di oggi e di domani.
Noi riteniamo che l'educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia. L'educazione è soprattutto una questione di amore e di responsabilità che si trasmette nel tempo di generazione in generazione.
L'educazione, quindi, si propone come il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell'indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l'impoverimento delle facoltà di pensiero e d'immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione. Il nostro futuro non può essere questo.
Oggi c'è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società. Ascoltiamo il grido delle nuove generazioni, che mette in luce l'esigenza e, al tempo stesso, 1a stimolante opportunità di un rinnovato cammino educativo, che non giri lo sguardo dall'altra parte favorendo pesanti ingiustizie sociali, violazioni dei diritti, profonde povertà e scarti umani.
Si tratta di un percorso integrale, in cui si va incontro a quelle situazioni di solitudine e di sfiducia verso il futuro che generano tra i giovani depressione, dipendenze, aggressività, odio verbale, fenomeni di bullismo. Un cammino condiviso, in cui non si resta indifferenti di fronte alla piaga delle violenze e degli abusi sui minori, ai fenomeni delle spose bambine e dei bambini-soldato, al dramma dei minori venduti e resi schiavi. A ciò si unisce il dolore per le "sofferenze" del nostro pianeta, causate da uno sfruttamento senza testa e senza cuore, che ha generato una grave crisi ambientale e climatica.
Nella storia esistono momenti in cui è necessario prendere decisioni fondanti, che diano non solo un'impronta al nostro modo di vivere, ma specialmente una determinata posizione davanti ai possibili scenari futuri. Nella presente situazione di crisi sanitaria — gravida di sconforto e smarrimento —, riteniamo che sia questo il tempo di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanità intera, nel formare persone mature.
Oggi ci è richiesta la parresìa necessaria per andare oltre visioni estrinsecistiche dei processi educativi, per superare le semplificazioni eccessive appiattite sull'utilità, sul risultato (standardizzato), sulla funzionalità e sulla burocrazia che confondono educazione con istruzione e finiscono per atomizzare le nostre culture; piuttosto ci è chiesto di perseguire una cultura integrale, partecipativa e poliedrica. Ci serve il coraggio di generare processi che assumano consapevolmente 1a frammentazione esistente e le contrapposizioni che di fatto portiamo con noi; il coraggio di ricreare il tessuto di relazioni in favore di un'umanità capace di parlare la lingua della fraternità. Il valore delle nostre pratiche educative non sarà misurato semplicemente dal superamento di prove standardizzate, bensì dalla capacità di incidere sul cuore di una società e di dar vita a una nuova cultura. Un mondo diverso è possibile e chiede che impariamo a costruirlo, e questo coinvolge tutta 1a nostra umanità, sia personale che comunitaria.
Facciamo appello in modo particolare, in ogni parte del mondo, agli uomini e alle donne della cultura, della scienza e dello sport, agli artisti, agli operatori dei media, affinché anch'essi sottoscrivano questo patto e, con la loro testimonianza e il loro lavoro, si facciano promotori dei valori di cura, di pace, di giustizia, di bene, di bellezza, di accoglienza dell'altro e di fratellanza. «Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e nuove trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti» (Enc. Fratelli tutti, 77). Un processo plurale e poliedrico capace di coinvolgerci tutti in risposte significative, dove le diversità e gli approcci sappiano armonizzarsi per la ricerca del bene comune. Capacità di fare armonia: ci vuole questo, oggi.
Per questi motivi ci impegniamo personalmente e insieme:
· a mettere al centro di ogni processo educativo formale e informale la persona, il suo valore, la sua dignità, per far emergere la sua propria specificità, la sua bellezza, la sua unicità e, al tempo stesso, la sua capacità di essere in relazione con gli altri e con la realtà che la circonda, respingendo quegli stili di vita che favoriscono la diffusione della cultura dello scarto.
· Secondo: ad ascoltare la voce dei bambini, dei ragazzi e dei giovani a cui trasmettiamo valori e conoscenze, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace, una vita degna per ogni persona.
· Terzo: a favorire la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all'istruzione.
· Quarto: a vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore.
· Quinto: a educare ed educarci all'accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati.
· Sesto: a impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l'economia, di intendere la politica, di intendere la crescita e il progresso, perché siano davvero al servizio dell'uomo e dell'intera famiglia umana nella prospettiva di un'ecologia integrale.
· Settimo: a custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri e puntando al completo utilizzo di energie rinnovabili e rispettose dell'ambiente umano e naturale secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell'economia circolare.
Cari fratelli e sorelle, con coraggio vorremo impegnarci, infine, a dar vita, nei nostri Paesi di provenienza, a un progetto educativo, investendo le nostre migliori energie nonché dando avvio a processi creativi e trasformativi in collaborazione con 1a società civile. In questo processo, un punto di riferimento è la dottrina sociale che, ispirata agli insegnamenti della Rivelazione e all'umanesimo cristiano, si offre come una solida base e una fonte viva per trovare le strade da percorrere nell'attuale situazione di emergenza.
Un tale investimento formativo, basato su una rete di relazioni umane e aperte, dovrà assicurare a tutti l'accesso a un'educazione di qualità, all'altezza della dignità della persona umana e della sua vocazione alla fraternità. È tempo di guardare avanti con coraggio e con speranza. Pertanto, ci sostenga 1a convinzione che nell'educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia. Una speranza di bellezza, di bontà; una speranza di armonia sociale.
Ricordiamo, fratelli e sorelle, che le grandi trasformazioni non si costruiscono a tavolino, no. C'è una "architettura" della pace in cui intervengono le varie istituzioni e persone di una società, ciascuna secondo la propria competenza ma senza escludere nessuno (cfr ibid., 231). Così dobbiamo andare avanti noi: tutti insieme, ognuno come è, ma sempre guardando avanti insieme, verso questa costruzione di una civiltà dell’armonia, dell’unità, dove non ci sia posto per questa cattiva pandemia della cultura dello scarto. Grazie.
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1 Cfr M. DE CERTEAU, Lo straniero o l'unione nella differenza, Vita e Pensiero, Milano 2010, 30.
[01219-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers frères et sœurs,
quand je vous ai invités à commencer ce processus de préparation, de participation et de conception d’un pacte éducatif global, nous ne pouvions certes pas imaginer la situation dans laquelle il se serait développé. La Covid a accéléré et amplifié bon nombre des urgences et des émergences que nous rencontrerions et elle en a révélé beaucoup d’autres. Aux difficultés sanitaires ont fait suite les difficultés économiques et sociales. Les systèmes éducatifs du monde entier ont souffert de la pandémie aussi bien au niveau scolaire qu’académique.
On a cherché partout à mettre en route une réponse rapide par des plates-formes pédagogiques informatisées; celles-ci ont révélé non seulement une forte disparité des opportunités éducatives et technologiques, mais aussi que, à cause du confinement et de beaucoup d’autres lacunes déjà existantes, de nombreux enfants et adolescents sont restés en arrière dans le processus naturel du développement pédagogique. Selon certaines données récentes des agences internationales, on parle de "catastrophe éducative" – c’est un peu fort, mais on parle de "catastrophe éducative" –, face à environ dix millions d’enfants qui pourraient être obligés d’abandonner l’école à cause de la crise économique générée par le coronavirus, augmentant ainsi un écart éducatif déjà alarmant (avec plus de 250 millions d’enfants en âge de scolarité exclus de toute activité formative).
Devant cette réalité dramatique, nous savons que les mesures sanitaires nécessaires seront insuffisantes si elles ne sont pas accompagnées par un nouveau modèle culturel. Cette situation a fait grandir la prise de conscience qu’il faut faire prendre un virage au développement. Afin qu’il respecte et protège la dignité de la personne humaine, il devra partir des opportunités que l’interdépendance planétaire offre à la communauté et aux peuples, en soignant notre maison commune et en protégeant la paix. La crise que nous traversons est une crise globale, qui ne peut se réduire ou se limiter à un seul domaine ou secteur. Elle est globale. La Covid a permis de reconnaître de manière globale que ce qui est en crise, c’est notre façon de percevoir la réalité et d’entrer en relation entre nous.
Dans ce contexte, nous voyons que ni les recettes simplistes, ni les vains optimismes ne suffisent. Nous connaissons le pouvoir transformant de l’éducation: éduquer, c’est faire un pari et donner au présent l’espérance qui brise les déterminismes et les fatalismes par lesquels l’égoïsme du fort, le conformisme du faible et l’idéologie de l’utopiste veulent s’imposer souvent comme unique voie possible1.
Eduquer est toujours un acte d’espérance qui invite à la co-participation et à la transformation de la logique stérile et paralysante de l’indifférence en une logique différente, qui soit en mesure d’accueillir notre appartenance commune. Si les espaces éducatifs se conformaient aujourd’hui à la logique de la substitution et de la répétition et étaient incapables de générer et de montrer de nouveaux horizons dans lesquels l’hospitalité, la solidarité intergénérationnelle et la valeur de la transcendance fondent une nouvelle culture, ne serions-nous pas en train de manquer le rendez-vous avec ce moment historique?
Nous sommes aussi conscients qu’un chemin de vie a besoin d’une espérance fondée sur la solidarité, et que tout changement nécessite un parcours éducatif pour construire de nouveaux paradigmes capables de répondre aux défis et aux urgences du monde contemporain, de comprendre et de trouver les solutions aux exigences de chaque génération et de faire fleurir l’humanité d’aujourd’hui et de demain.
Nous considérons que l’éducation est l’une des voies les plus efficaces pour humaniser le monde et l’histoire. L’éducation est surtout une question d’amour et de responsabilité qui se transmet dans le temps, de génération en génération.
L’éducation se propose comme l’antidote naturel à la culture individualiste, qui quelquefois dégénère en un véritable culte du "moi" et dans le primat de l’indifférence. Notre avenir ne peut pas être la division, l’appauvrissement des facultés de pensée et d’imagination, d’écoute, de dialogue et de compréhension mutuelle. Notre avenir ne peut pas être cela.
Aujourd’hui, est nécessaire une nouvelle époque d’engagement éducatif qui implique toutes les composantes de la société. Ecoutons le cri des nouvelles générations qui met en lumière l’exigence et, à la fois, l’opportunité stimulante d’un cheminement éducatif renouvelé, qui ne détourne pas le regard en favorisant de lourdes injustices sociales, des violations des droits, de profondes pauvretés et des rejets humains.
Il s’agit d’un parcours intégral dans lequel on va à la rencontre de ces situations de solitude et de méfiance vis-à-vis de l’avenir qui génèrent parmi les jeunes dépression, dépendances, agressivités, haine verbale, phénomènes de harcèlement. Un cheminement partagé, dans lequel on ne reste pas indifférent face à la plaie des violences et des abus sur mineurs, aux phénomènes des épouses-enfants et des enfants-soldats, au drame des mineurs vendus et réduits en esclavage. A cela s’ajoute la douleur pour les "souffrances" de notre planète, causées par l’exploitation sans tête et sans cœur, qui a générée une grave crise environnementale et climatique.
Dans l’histoire, il existe des moments où il est nécessaire de prendre des décisions fondamentales qui laissent non seulement une empreinte sur notre mode de vivre, mais spécialement une position déterminée face aux futurs scénarios possibles. Dans la situation présente de crise sanitaire – très lourde de découragement et de désarroi –, nous pensons que le temps est venu de conclure un pacte éducatif global pour et avec les jeunes générations, qui engage les familles, les communautés, les écoles et les universités, les institutions, les religions, les gouvernants, l’humanité entière, dans la formation de personnes matures.
Aujourd’hui nous est demandée l’audace nécessaire pour aller au-delà des visions extrinsèques des processus éducatifs, pour surmonter les simplifications excessives plaquées sur l’utilité, le résultat (standardisé), la fonctionnalité et la bureaucratie qui confondent éducation et instruction et finissent par atomiser nos cultures; il nous est plutôt demandé de poursuivre une culture intégrale, participative et aux multiples facettes. Il nous faut avoir le courage de générer des processus qui assument consciemment la fragmentation existante et les contradictions que de fait nous portons en nous; le courage de recréer le tissu des relations en faveur d’une humanité capable de parler la langue de la fraternité. La valeur de nos pratiques éducatives ne sera pas mesurée simplement par la réussite d’évaluations standardisés, mais plutôt par la capacité d’influer sur le cœur d’une société et de donner vie à une nouvelle culture. Un monde différent est possible et exige que nous apprenions à le construire, et cela implique toute notre humanité, tant personnelle que communautaire.
Faisons appel de façon particulière, dans chaque partie du monde, aux hommes et aux femmes de la culture, de la science et du sport, aux artistes, aux opérateurs des médias, afin qu’eux aussi souscrivent à ce pacte et, par leur témoignage et leur travail, qu’ils se fassent promoteurs des valeurs de soin, de paix, de justice, de bien, de beauté, d’accueil de l’autre et de fraternité. «Nous ne devons pas tout attendre de nos gouvernants; ce serait puéril. Nous disposons d’un espace de coresponsabilité pour pouvoir commencer et générer de nouveaux processus et transformations. Soyons parties prenantes de la réhabilitation et de l’aide aux sociétés blessées. Aujourd’hui, nous nous trouvons face à la grande opportunité de montrer que, par essence, nous sommes frères, l’opportunité d’être d’autres bons samaritains qui prennent sur eux-mêmes la douleur des échecs, au lieu d’accentuer les haines et les ressentiments» (Enc. Fratelli tutti, n. 77). Un processus pluriel et polyédrique capable de nous impliquer tous en des réponses significatives, où les diversités et les approches savent s’harmoniser en vue de la recherche du bien commun. Une capacité de faire l’harmonie: il la faut, aujourd’hui.
Pour toutes ces raisons nous nous engageons personnellement et ensemble:
· à mettre au centre de chaque processus éducatif formel ou informel la personne, sa valeur, sa dignité, afin de faire émerger sa spécificité, sa beauté, son unicité et, en même temps, sa capacité d’être en relation avec les autres et avec la réalité qui l’entoure, en repoussant les styles de vie qui favorisent la diffusion de la culture du rejet.
· Deuxièmement: à écouter la voix des enfants et des jeunes à qui nous transmettons des valeurs et des connaissances, afin de construire ensemble un avenir de justice et de paix, une vie digne pour chaque personne.
· Troisièmement: à favoriser la pleine participation des fillettes et des jeunes filles à l’instruction.
· Quatrièmement: à voir dans la famille le premier et l’indispensable sujet éducateur.
· Cinquièmement: à éduquer et à nous éduquer à l’accueil, en nous ouvrant aux plus vulnérables et aux plus marginalisés.
· Sixièmement: à nous engager à chercher à trouver d’autres manières de comprendre l’économie, de comprendre la politique, de comprendre la croissance et le progrès, pour qu’ils soient vraiment au service de l’homme et de la famille humaine toute entière dans la perspective d’une écologie intégrale.
· Septièmement: à garder et à cultiver notre maison commune, en la protégeant du pillage de ses ressources, en adoptant des styles de vie plus sobres et visant à l’utilisation complète des énergies renouvelables, respectueuses de l’environnement humain et naturel selon les principes de subsidiarité et de solidarité et de l’économie circulaire.
Chers frères et sœurs, nous nous engagerons avec courage, enfin, à donner vie, dans nos pays de provenance, à un projet éducatif en investissant nos meilleures énergies ainsi qu’en lançant des processus créatifs et transformants en collaboration avec la société civile. Dans ce processus, un point de référence est la doctrine sociale qui, inspirée des enseignements de la Révélation et de l’humanisme chrétien, se présente comme une base solide et une source vive pour trouver les voies à parcourir dans la situation d’urgence actuelle.
Un tel investissement formateur, basé sur un réseau de relations humaines et ouvertes, devra assurer à tous l’accès à une éducation de qualité, à la hauteur de la dignité de la personne humaine et de sa vocation à la fraternité. Il est temps de regarder de l’avant avec courage et espérance. Par conséquent, que la conviction que dans l’éducation habite la semence de l’espérancenous soutienne: une espérance de paix et de justice. Une espérance de beauté, de bonté; une espérance d’harmonie sociale.
Rappelons-nous, frères et sœurs, que les grandes transformations ne se construisent pas au bureau, non! Il y a une "architecture" de la paix dans laquelle interviennent les diverses institutions et personnes d’une société, chacune selon sa compétence mais sans exclure personne (cf. ibid., n. 231). Ainsi nous devons aller de l’avant: tous ensemble, chacun comme il est, mais toujours en regardant en avant ensemble, vers cette construction d’une civilisation de l’harmonie, de l’unité, où il n’y a pas de place pour cette mauvaise pandémie de la culture du rejet. Merci.
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1 Cf. M. de CERTEAU, Lo straniero o l’unione nella differenza, Vita e Pensiero, Milano 2010, 30.
[01219-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
When I invited you to begin this process of preparation, consultation and planning for a global pact on education, we could never have imagined the situation that has developed in the meantime. The Covid crisis has accelerated and magnified many of the issues and needs that we had identified, and has uncovered numerous others as well. Concerns about health care are now accompanied by economic and social concerns. Educational systems worldwide have felt the effects of the pandemic at every level.
Attempts have been made everywhere to offer a rapid response through online educational platforms. These have brought to light a marked disparity in educational and technological opportunities, but they have also made us realize that, due to the lockdown and many other already existing needs, large numbers of children and adolescents have fallen behind in the natural process of schooling. Recent statistics from international agencies have led some to speak, perhaps somewhat hastily, of an “educational catastrophe”, inasmuch as some ten million children were forced to leave school as a result of the economic crisis caused by the coronavirus. This has only increased an already alarming gap (with over 250 million school age children excluded from all educational activities).
Faced with this dramatic situation, we know that necessary health care measures will prove inadequate unless accompanied by a new cultural model. We have become more conscious of the need to change our model of development. In order to ensure that the dignity of the human person is respected and protected, development ought to start from the opportunity that global interdependence offers to communities and peoples to care for our common home and to foster peace. We are experiencing a comprehensive crisis that cannot be reduced or limited to any single sector. It affects everything. The pandemic has led us to realize that what is really in crisis is our way of understanding reality and of relating to one another.
Here it is evident that neither simplistic solutions nor wishful thinking will do. Education, as we know, is meant to be transformative. To educate is to take a risk and to hold out to the present a hope that can shatter the determinism and fatalism that the selfishness of the strong, the conformism of the weak and the ideology of the utopians would convince us is the only way forward.1
To educate is always an act of hope, one that calls for cooperation in turning a barren and paralyzing indifference into another way of thinking that recognizes our interdependence. If our educational systems are presently marked by a mindset of replacement and repetition, and are incapable of opening up new horizons in which hospitality, intergenerational solidarity and the value of transcendence can give birth to a new culture, would this not signify that we are failing to take advantage of the opportunity offered by this historic moment?
We also know that the journey of life calls for hope grounded in solidarity. All change requires a process of education in order to create new paradigms capable of responding to the challenges and problems of the contemporary world, of understanding and finding solutions to the needs of every generation, and in this way contributing to the flourishing of humanity now and in the future.
We consider education to be one of the most effective ways of making our world and history more human. Education is above all a matter of love and responsibility handed down from one generation to another.
As such, education is a natural antidote to the individualistic culture that at times degenerates into a true cult of the self and the primacy of indifference. Our future cannot be one of division, impoverishment of thought, imagination, attentiveness, dialogue and mutual understanding. That cannot be our future.
Today, there is need for a renewed commitment to an education that engages society at every level. Let us heed the plea of the young, which opens our eyes to both the urgent need and the exciting opportunity of a renewed kind of education that is not tempted to look the other way and thus favour grave social injustices, violations of rights, terrible forms of poverty and the waste of human lives.
What is called for is an integral process that responds to those situations of loneliness and uncertainty about the future that affect young people and generate depression, addiction, aggressiveness, verbal hatred and bullying. This entails a shared journey that is not indifferent to the scourge of violence, the abuse of minors, the phenomenon of child marriage and child soldiers, the tragedy of children sold into slavery. To say nothing of the “sufferings” endured by our planet as a result of a senseless and heartless exploitation that has led to a grave environmental and climatic crisis.
At certain moments in history, it is necessary to make radical decisions that can shape not only our way of life but above all our stance in the face of possible future scenarios. Amid the present health crisis – and the poverty and confusion it has caused – we believe that it is time to subscribe to a global pact on education for and with future generations. This calls for a commitment on the part of families, communities, schools, universities, institutions, religions, governments and the entire human family to the training of mature men and women.
Today, we are called to have the necessary parrhesía to leave behind superficial approaches to education and the many short-cuts associated with utility, (standardized) test results, functionality and bureaucracy, which confuse education with instruction and end up atomizing our cultures. Instead, we should aim to impart an integral, participatory and polyhedral culture. We need the courage to generate processes that consciously work to overcome the existing fragmentation and the conflicts that we all bring with us. We need the courage to renew the fabric of relationships for the sake of a humanity capable of speaking the language of fraternity. The value of our educational practices will be measured not simply by the results of standardized tests, but by the ability to affect the heart of society and to help give birth to a new culture. A different world is possible and we are called to learn how to build it. This will involve every aspect of our humanity, both as individuals and in our communities.
Let us appeal in particular to men and women of culture, science and sport, artists and media professionals in every part of the world to join in supporting this compact and promoting by their own testimony and efforts the values of care for others, peace, justice, goodness, beauty, acceptance and fraternity. “We should not expect everything from those who govern us, for that would be childish. We have the space we need for co-responsibility in creating and putting into place new processes and changes. Let us take an active part in renewing and supporting our troubled societies. Today we have a great opportunity to express our innate sense of fraternity, to be Good Samaritans who bear the pain of other people’s troubles rather than fomenting greater hatred and resentment” (Fratelli Tutti, 77). This calls for a pluralistic and multifaceted process in which all of us can work to provide meaningful responses, in which diversity and methods are harmonized in the pursuit of the common good. The ability to create harmony: that is what is needed today.
For these reasons, we commit ourselves personally and in common:
· First, to make human persons in their value and dignity the centre of every educational programme, both formal and informal, in order to foster their distinctiveness, beauty and uniqueness, and their capacity for relationship with others and with the world around them, while at the same time teaching them to reject lifestyles that encourage the spread of the throwaway culture.
· Second, to listen to the voices of children and young people to whom we pass on values and knowledge, in order to build together a future of justice, peace and a dignified life for every person.
· Third, to encourage the full participation of girls and young women in education.
· Fourth, to see in the family the first and essential place of education.
· Fifth, to educate and be educated on the need for acceptance and in particular openness to the most vulnerable and marginalized.
· Sixth, to be committed to finding new ways of understanding the economy, politics, growth and progress that can truly stand at the service of the human person and the entire human family, within the context of an integral ecology.
· Seventh, to safeguard and cultivate our common home, protecting it from the exploitation of its resources, and to adopt a more sober lifestyle marked by the use of renewable energy sources and respect for the natural and human environment, in accordance with the principles of subsidiarity, solidarity and a circular economy.
Finally, dear brothers and sisters, we want to commit ourselves courageously to developing an educational plan within our respective countries, investing our best energies and introducing creative and transformative processes in cooperation with civil society. In this, our point of reference should be the social doctrine that, inspired by the revealed word of God and Christian humanism, provides a solid basis and a vital resource for discerning the paths to follow in the present emergency.
The goal of this educational investment, grounded in a network of humane and open relationships, is to ensure that everyone has access to a quality education consonant with the dignity of the human person and our common vocation to fraternity. It is time to look to the future with courage and hope. May we be sustained by the conviction that education bears within itself a seed of hope: the hope of peace and justice; the hope of beauty and goodness; the hope of social harmony.
Let us not forget, brothers and sisters, that great changes are not produced from behind desks or in offices. No. There is an “architecture” of peace to which various institutions and individuals in society all contribute, each according to its own area of expertise, without excluding anyone (cf. Fratelli Tutti, 231). In this way, we must move forward, all of us together, each as we are, but always looking ahead to the building of a civilization of harmony and unity, in which there will be no room for the terrible pandemic of the throw-away culture. Thank you.
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1 Cf. M. DE CERTEAU, Lo straniero o l’unione nella differenza, Vita e Pensiero, Milan, 2010, 30. Original: L’etranger ou l’union dans la différence, Paris, 2017.
[01219-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern,
als ich euch zu diesem Prozess der Vorbereitung, Mitwirkung und Planung im Hinblick auf einen globalen Bildungspakt einlud, konnten wir keineswegs ahnen, unter welchen Bedingungen dieses Vorhaben durchgeführt werden sollte. Covid-19 hat viele der dringlichen Fälle und Notsituationen, die wir ausgemacht haben, beschleunigt und verstärkt sowie manch andere offenbart. Auf die schwierige gesundheitliche Lage folgten wirtschaftliche und soziale Probleme. Weltweit haben die Bildungssysteme auf schulischer wie akademischer Ebene unter der Pandemie gelitten.
Überall wurde versucht, mit digitalen Unterrichtsangeboten schnell darauf zu reagieren. Dies hat nicht nur eine ausgeprägte Ungleichheit zwischen den pädagogischen und technologischen Möglichkeiten ans Licht gebracht, sondern bei vielen Kindern und Jugendlichen aufgrund des Lockdowns und zahlreicher anderer bereits bestehender Mängel auch einen Rückstand im natürlichen pädagogischen Entwicklungsprozess ergeben. Einigen neueren Daten internationaler Agenturen zufolge spricht man von einer „Bildungskatastrophe“ – das klingt etwas drastisch, aber tatsächlich ist von einer „Bildungskatastrophe“ die Rede – angesichts der etwa zehn Millionen Kinder, die aufgrund der durch das Coronavirus ausgelösten Wirtschaftskrise gezwungen sein könnten, die Schule zu verlassen. Dies würde ein bereits alarmierendes Bildungsgefälle vergrößern (über 250 Millionen Kinder im Schulalter sind von jeder Bildungsaktivität ausgeschlossen).
Angesichts dieser dramatischen Lage ist offensichtlich, dass die notwendigen Gesundheitsmaßnahmen unzureichend sind, wenn sie nicht von einem neuen kulturellen Modell begleitet werden. Die gegenwärtige Situation hat das Bewusstsein dafür geschärft, dass unser Entwicklungsmodell eine Veränderung braucht. Denn damit dieses Modell die Würde der menschlichen Person achtet und wahrt, muss es von den Möglichkeiten der weltweiten Interdependenz der Gemeinschaft und den Völkern ausgehen und dabei Sorge für unser gemeinsames Haus tragen und den Frieden schützen. Wir erleben eine umfassende Krise, die nicht auf einen einzigen Bereich oder Sektor reduziert oder beschränkt werden kann. Sie ist umfassend. Die Covid-19-Pandemie ließ uns überall auf der Welt erkennen, dass unsere Art und Weise, die Realität zu verstehen und miteinander in Beziehung zu treten, selbst in der Krise steckt.
Hier sehen wir, dass weder oberflächliche Rezepte noch leerer Optimismus genügen. Uns ist die verwandelnde Kraft der Erziehung bekannt: Erziehen heißt darauf zu setzen und der Gegenwart eben diese Hoffnung zu geben, welche die deterministischen und fatalistischen Theorien durchbricht, mit denen sich der Egoismus der Starken, der Konformismus der Schwachen und die Ideologie der Utopisten oft als angeblich einzig möglicher Weg aufdrängen.1
Erziehen ist immer ein Akt der Hoffnung; er ruft zur Mitbeteiligung auf und zur Umwandlung der sterilen, lähmenden Logik der Gleichgültigkeit in ein anderes Denken, das unsere gegenseitige Zugehörigkeit berücksichtigt. Wenn sich heute die Bildungssysteme nach einer Logik der Ersetzbarkeit und Wiederholung richten und es nicht vermögen, neue Horizonte zu entwickeln und aufzuzeigen, in denen Gastfreundschaft, Generationensolidarität und der Wert der Transzendenz eine neue Kultur begründen, verpassen wir dann nicht eine historische Gelegenheit?
Wir sind uns auch bewusst, dass Lebenswege eine Hoffnung brauchen, die auf Solidarität gründet. Jede Veränderung erfordert einen Bildungsprozess, um neue Paradigmen herauszubilden, die auf die Herausforderungen und Notlagen der heutigen Welt reagieren, die Bedürfnisse der verschiedenen Generationen verstehen und Lösungen für sie finden und die Menschheit von heute und morgen zum Blühen bringen.
Wir sind der Meinung, dass Bildung einer der wirksamsten Wege ist, um die Welt und die Geschichte menschlicher zu machen. Bildung ist vor allem eine Frage der Liebe und der Verantwortung, die von Generation zu Generation weitergegeben wird.
Bildung bietet sich daher als das natürliche Gegenmittel zur individualistischen Kultur an, die bisweilen in einen wahren Kult des Ich und in die Vorherrschaft der Gleichgültigkeit ausartet. Unsere Zukunft darf nicht von der Spaltung, von der Verarmung des Denkens und der Vorstellungskraft, des Zuhörens, des Dialogs und des gegenseitigen Verständnisses gekennzeichnet sein. Das darf nicht unsere Zukunft sein.
Heute bedarf es eines Neubeginns für ein Bildungsengagement, das alle Glieder der Gesellschaft miteinbezieht. Hören wir auf den Appell der jungen Generationen, der die Notwendigkeit und zugleich die Gunst der Stunde für einen erneuerten Bildungsweg klar unterstreicht, der nicht durch bewusstes Ausblenden schwere soziale Ungerechtigkeiten, Rechtsverletzungen, tiefe Armut und das Aussondern von Menschen begünstigt.
Es braucht einen ganzheitlichen Weg, um jenen Situationen von Einsamkeit und Zukunftsängsten zu begegnen, die bei jungen Menschen Depressionen, Süchte, Aggressionen, verbalen Hass und Mobbing hervorrufen. Es ist ein gemeinsamer Weg, auf dem uns die Geißel der Gewalt und des Kindesmissbrauchs, das Phänomen der Kinderbräute und Kindersoldaten, das Drama der verkauften und versklavten Minderjährigen nicht gleichgültig lassen. Hinzu kommt der Schmerz über das „Leiden“ unseres Planeten aufgrund sinnloser und gefühlloser Ausbeutung, die eine schwere Umwelt- und Klimakrise hervorgerufen hat.
In der Geschichte gibt es Zeiten, in denen es notwendig ist, grundlegende Entscheidungen zu treffen, die nicht nur unsere Lebensweise, sondern vor allem eine bestimmte Haltung angesichts möglicher Zukunftsszenarien prägen müssen. In der gegenwärtigen Gesundheitskrise – wo es viel Verzagtheit und Orientierungslosigkeit gibt – sind wir der Meinung, dass dies der Zeitpunkt ist, einen globalen Bildungspakt für und mit den jüngeren Generationen zu unterzeichnen, der Familien, Gemeinschaften, Schulen und Universitäten, Institutionen, Religionen, Regierende, ja, die gesamte Menschheit dazu verpflichtet, reife Menschen heranzubilden.
Heute wird von uns eine parrhesìa [Freimut] verlangt, die notwendig ist, um über oberflächliche Vorstellungen hinsichtlich der Bildungsprozesse hinauszugehen und die übertriebenen Vereinfachungen zu überwinden, die sich auf Nützlichkeit, (standardisierte) Ergebnisse, Funktionalität und Bürokratie beschränken, die Bildung mit Instruktion verwechseln und unsere Kulturen letztlich „atomisieren“; vielmehr sind wir aufgefordert, das Ziel einer integralen, partizipatorischen und „polyedrischen“ Kultur zu verfolgen. Wir brauchen den Mut, Prozesse in Gang zu setzen, die bewusst von der bestehenden Zersplitterung und den Gegensätzen ausgehen, die wir in der Tat mit uns herumtragen; den Mut, das Beziehungsgefüge zugunsten einer Menschheit neu zu gestalten, welche die Sprache der Geschwisterlichkeit zu sprechen vermag. Der Wert unserer Bildungsmethoden wird nicht einfach daran gemessen, dass man standardisierte Tests besteht, sondern daran, ob sie auf das Herz einer Gesellschaft einzuwirken vermögen und einer neuen Kultur Leben einhauchen können. Eine andere Welt ist möglich und erfordert, dass wir sie aufzubauen lernen, und das betrifft unser ganzes Menschsein, sowohl auf persönlicher als auch auf gemeinschaftlicher Ebene.
Wir appellieren in besonderer Weise an die Männer und Frauen, die überall auf der Welt in den Bereichen Kultur, Wissenschaft und Sport, Kunst und Medien tätig sind, dass auch sie diesem Pakt beitreten und durch ihr Zeugnis und ihre Arbeit die Fürsorge, den Frieden, die Gerechtigkeit, das Gute, die Schönheit, die Annahme des anderen und die Geschwisterlichkeit als Werte fördern. »Wir dürfen nicht alles von denen erwarten, die uns regieren; das wäre infantil. Wir haben Möglichkeiten der Mitverantwortung, die es uns erlauben, neue Prozesse und Veränderungen einzuleiten und zu bewirken. Wir müssen aktiv Anteil haben beim Wiederaufbau und bei der Unterstützung der verwundeten Gesellschaft.
Heute haben wir die großartige Gelegenheit, unsere Geschwisterlichkeit zum Ausdruck zu bringen; zu zeigen, dass wir auch barmherzige Samariter sind, die den Schmerz des Versagens auf sich nehmen, anstatt Hass und Ressentiments zu verstärken« (Enzyklika Fratelli tutti, 77). Es ist ein pluraler und vielgestaltiger Prozess, bei dem wir alle unseren Beitrag zu signifikanten Antworten geben können, welche unsere Unterschiede und Ansätze auf der Suche nach dem Gemeinwohl harmonisch verbinden. Die Fähigkeit, Harmonie herzustellen – das ist es, was wir heute brauchen.
Aus diesen Gründen engagieren wir uns persönlich und gemeinsam für Folgendes:
· Erstens: die Person, ihren Wert und ihre Würde in den Mittelpunkt jedes formellen und informellen Bildungsprozesses zu stellen, um ihre je eigene Besonderheit, ihre Schönheit, ihre Einzigartigkeit und gleichzeitig ihre Beziehungsfähigkeit mit anderen und mit ihrer Umgebung hervortreten zu lassen und dabei jene Lebensstile abzulehnen, die die Verbreitung einer Wegwerfkultur begünstigen.
· Zweitens: auf die Stimme von Kindern, Jugendlichen und jungen Menschen zu hören, denen wir Werte und Wissen vermitteln, um gemeinsam eine Zukunft in Gerechtigkeit und Frieden, ein menschenwürdiges Leben für alle aufzubauen.
· Drittens: die volle Beteiligung von Mädchen und jungen Frauen an der Bildung zu fördern.
· Viertens: die Familie als den ersten und unverzichtbaren Ort für die Erziehung zu sehen.
· Fünftens: uns selbst und andere zu einer Willkommenskultur zu erziehen und uns für die Schutzbedürftigen und Ausgegrenzten zu öffnen.
· Sechstens: uns dafür einzusetzen, andere Wege zu erforschen, wie man die Wirtschaft, die Politik, das Wachstum und den Fortschritt verstehen kann, damit diese wirklich dem Menschen und der gesamten Menschheitsfamilie im Hinblick auf eine ganzheitliche Ökologie dienen.
· Siebtens: unser gemeinsames Haus dadurch zu hüten und zu pflegen, dass wir es vor der Ausbeutung seiner Ressourcen schützen, einen schlichteren Lebensstil annehmen und die umfassende Nutzung erneuerbarer Energiequellen anstreben, welche die menschliche und natürliche Umwelt gemäß den Prinzipien der Subsidiarität und Solidarität sowie der Kreislaufwirtschaft achten.
Liebe Brüder und Schwestern, wir wollen uns also mutig dafür einsetzen, in unseren Herkunftsländern ein Bildungsprojekt ins Leben zu rufen, indem wir unser Bestes geben und in Zusammenarbeit mit der Zivilgesellschaft schöpferische und umgestaltende Prozesse in Gang setzen. Einen Bezugspunkt in diesem Prozess stellt die kirchliche Soziallehre dar. Auf der Grundlage der Weisungen der Offenbarung und des christlichen Humanismus bietet sie sich als solide Grundlage und lebendige Quelle an, um in der gegenwärtigen Notsituation die zu beschreitenden Wege zu finden.
Eine solche Investition in die Ausbildung, die auf einem Netz offener und menschlicher Beziehungen beruht, sollte allen den Zugang zu einer qualitativ hochwertigen Bildung gewährleisten, die der Würde der menschlichen Person und ihrer Berufung zur Geschwisterlichkeit entspricht. Es ist an der Zeit, mutig und zuversichtlich nach vorn zu blicken. Dabei möge uns die Überzeugung tragen, dass die Bildung den Samen der Hoffnung birgt: einer Hoffnung auf Frieden und Gerechtigkeit; einer Hoffnung auf Schönheit und auf Güte; einer Hoffnung auf soziale Harmonie.
Denken wir daran, Brüder und Schwestern, dass die großen Veränderungen nicht am Schreibtisch fabriziert werden, nein. Es gibt eine „Architektur“ des Friedens, zu der die verschiedenen Institutionen und Personen einer Gesellschaft nach je eigener Kompetenz beitragen, ohne jedoch jemanden auszuschließen (vgl. ebd., 231). So müssen wir weitergehen: alle zusammen, jeder so, wie er ist, aber immer gemeinsam nach vorne schauend, mit dem Blick auf diesen Aufbau einer Kultur der Harmonie und der Einheit gerichtet, in der es für die schreckliche Pandemie der Wegwerfkultur keinen Platz gibt. Vielen Dank.
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1 Vgl. Michel de Certeau SJ, Lo straniero o l’unione nella differenza, Vita e Pensiero, Mailand 2010, S. 30. [Original: L’Étranger ou l’union dans la différence, Desclée de Brouwer, Paris 1969].
[01219-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Cuando los invité a iniciar este camino de preparación, participación y planificación de un pacto educativo global, no imaginábamos la situación en la que se desarrollaría: el Covid ha acelerado y amplificado muchas de las urgencias y emergencias que habíamos constatado, y ha manifestado muchas otras. A las dificultades sanitarias se sumaron después las económicas y sociales. Los sistemas educativos de todo el mundo han sufrido la pandemia tanto a nivel escolar como académico.
En todas partes se ha intentado activar una respuesta rápida a través de plataformas educativas informatizadas, que han mostrado no sólo una marcada disparidad en las oportunidades educativas y tecnológicas, sino también, debido al confinamiento y muchas otras deficiencias existentes, muchos niños y adolescentes se han quedado atrás en el proceso natural de desarrollo pedagógico. Según algunos datos recientes de organismos internacionales, se habla de una “catástrofe educativa” —es un poco fuerte, pero se habla de una “catástrofe educativa”—, ante los aproximadamente diez millones de niños que podrían verse obligados a abandonar la escuela a causa de la crisis económica generada por el coronavirus, aumentando una brecha educativa ya alarmante —con más de 250 millones de niños en edad escolar excluidos de cualquier actividad educativa—.
Ante esta dramática realidad, sabemos que las medidas sanitarias necesarias serán insuficientes si no van acompañadas de un nuevo modelo cultural. Esta situación ha hecho incrementar la conciencia de que se debe realizar un cambio en el modelo de desarrollo. Para que respete y proteja la dignidad de la persona humana, debe partir de las oportunidades que la interdependencia mundial ofrece a la comunidad y a los pueblos, cuidando nuestra casa común y protegiendo la paz. La crisis que atravesamos es una crisis global, que no se puede reducir ni limitar a un único ámbito o sector. Es general. El Covid ha hecho posible reconocer de forma global que lo que está en crisis es nuestro modo de entender la realidad y de relacionarnos.
En este contexto, vemos que no son suficientes las recetas simplistas o los vanos optimismos. Conocemos el poder transformador de la educación: educar es apostar y dar al presente la esperanza que rompe los determinismos y fatalismos con los que el egoísmo de los fuertes, el conformismo de los débiles y la ideología de los utópicos quieren imponerse tantas veces como el único camino posible.1
Educar es siempre un acto de esperanza que invita a la coparticipación y a la transformación de la lógica estéril y paralizante de la indiferencia en otra lógica distinta, capaz de acoger nuestra pertenencia común. Si los espacios educativos hoy se ajustan a la lógica de la sustitución y de la repetición; y son incapaces de generar y mostrar nuevos horizontes, en los que la hospitalidad, la solidaridad intergeneracional y el valor de la trascendencia construyan una nueva cultura, ¿no estaremos faltando a la cita con este momento histórico?
También somos conscientes de que un camino de vida necesita una esperanza basada en la solidaridad, y que cualquier cambio requiere un itinerario educativo, para construir nuevos paradigmas capaces de responder a los desafíos y emergencias del mundo contemporáneo, para comprender y encontrar soluciones a las exigencias de cada generación y hacer florecer la humanidad de hoy y de mañana.
Creemos que la educación es una de las formas más efectivas de humanizar el mundo y la historia. La educación es ante todo una cuestión de amor y responsabilidad que se transmite en el tiempo de generación en generación.
Por tanto, la educación se propone como el antídoto natural de la cultura individualista, que a veces degenera en un verdadero culto al yo y en la primacía de la indiferencia. Nuestro futuro no puede ser la división, el empobrecimiento de las facultades de pensamiento e imaginación, de escucha, de diálogo y de comprensión mutua. Nuestro futuro no puede ser este.
Hoy es necesario un nuevo periodo de compromiso educativo, que involucre a todos los componentes de la sociedad. Escuchemos el grito de las nuevas generaciones, que manifiesta la necesidad y, al mismo tiempo, la oportunidad estimulante de un renovado camino educativo, que no mire para otro lado, favoreciendo graves injusticias sociales, violaciones de derechos, grandes pobrezas y exclusiones humanas.
Se trata de un itinerario integral, en el que se salga al encuentro de aquellas situaciones de soledad y desconfianza hacia el futuro que generan depresión, adicciones, agresiones, odio verbal, fenómenos de intimidación y acoso entre los jóvenes. Un camino compartido, en el que no se permanezca indiferentes ante el flagelo de la violencia y el maltrato de menores, el fenómeno de las niñas esposas y de los niños soldados, la tragedia de los menores vendidos y esclavizados. A esto se suma el dolor por el “sufrimiento” de nuestro planeta, provocado por una explotación sin inteligencia y sin corazón, que ha generado una grave crisis medioambiental y climática.
En la historia hay momentos en los que es necesario tomar decisiones fundamentales, que no sólo dan una impronta a nuestra forma de vida, sino sobre todo una determinada posición ante posibles escenarios futuros. En la actual situación de crisis sanitaria —llena de desánimo y desconcierto—, consideramos que es el momento de firmar un pacto educativo global para y con las generaciones más jóvenes, que involucre en la formación de personas maduras a las familias, comunidades, escuelas y universidades, instituciones, religiones, gobernantes, a toda la humanidad.
Hoy se requiere la parresia necesaria para ir más allá de visiones extrínsecas de los procesos educativos, para superar las excesivas simplificaciones aplanadas sobre la utilidad, sobre el resultado —estandarizado—, sobre la funcionalidad y la burocracia que confunden educación con instrucción y terminan destruyendo nuestras culturas; más bien se nos pide que busquemos una cultura integral, participativa y multifacética. Necesitamos valentía para generar procesos que asuman conscientemente la fragmentación existente y los contrastes que de hecho llevamos con nosotros; la audacia para recrear el tejido de las relaciones a favor de una humanidad capaz de hablar el lenguaje de la fraternidad. El valor de nuestras prácticas educativas no se medirá simplemente por haber superado pruebas estandarizadas, sino por la capacidad de incidir en el corazón de una sociedad y dar nacimiento a una nueva cultura. Un mundo diferente es posible y requiere que aprendamos a construirlo, y esto involucra a toda nuestra humanidad, tanto personal como comunitaria.
Hacemos un llamamiento de manera particular a los hombres y las mujeres de cultura, de ciencia y de deporte, a los artistas, a los operadores de los medios de comunicación, en todas partes del mundo, para que ellos también firmen este pacto y, con su testimonio y su trabajo, se hagan promotores de los valores del cuidado, la paz, la justicia, la bondad, la belleza, la acogida del otro y la fraternidad. «No tenemos que esperar todo de los que nos gobiernan, sería infantil. Gozamos de un espacio de corresponsabilidad capaz de iniciar y generar nuevos procesos y transformaciones. Seamos parte activa en la rehabilitación y el auxilio de las sociedades heridas. Hoy estamos ante la gran oportunidad de manifestar nuestra esencia fraterna, de ser otros buenos samaritanos que carguen sobre sí el dolor de los fracasos, en vez de acentuar odios y resentimientos» (Carta enc. Fratelli tutti, 77). Un proceso plural y multifacético capaz de involucrarnos a todos en respuestas significativas, donde la diversidad y los enfoques se puedan armonizar en la búsqueda del bien común. Capacidad para crear una armonía: esto es lo que necesitamos hoy.
Por estos motivos nos comprometemos personal y conjuntamente a:
· Poner en el centro de todo proceso educativo formal e informal a la persona, su valor, su dignidad, para hacer sobresalir su propia especificidad, su belleza, su singularidad y, al mismo tiempo, su capacidad de relacionarse con los demás y con la realidad que la rodea, rechazando esos estilos de vida que favorecen la difusión de la cultura del descarte.
· Segundo: Escuchar la voz de los niños, adolescentes y jóvenes a quienes transmitimos valores y conocimientos, para construir juntos un futuro de justicia y de paz, una vida digna para cada persona.
· Tercero: Fomentar la plena participación de las niñas y de las jóvenes en la educación.
· Cuarto: Tener a la familia como primera e indispensable educadora.
· Quinto: Educar y educarnos para acoger, abriéndonos a los más vulnerables y marginados.
· Sexto: Comprometernos a estudiar para encontrar otras formas de entender la economía, la política, el crecimiento y el progreso, para que estén verdaderamente al servicio del hombre y de toda la familia humana en la perspectiva de una ecología integral.
· Séptimo: Salvaguardar y cultivar nuestra casa común, protegiéndola de la explotación de sus recursos, adoptando estilos de vida más sobrios y buscando el aprovechamiento integral de las energías renovables y respetuosas del entorno humano y natural, siguiendo los principios de subsidiariedad y solidaridad y de la economía circular.
Queridos hermanos y hermanas: En definitiva, queremos comprometernos con valentía para dar vida, en nuestros países de origen, a un proyecto educativo, invirtiendo nuestras mejores energías e iniciando procesos creativos y transformadores en colaboración con la sociedad civil. En este proceso, un punto de referencia es la doctrina social que, inspirada en las enseñanzas de la Revelación y el humanismo cristiano, se ofrece como base sólida y fuente viva para encontrar los caminos a seguir en la actual situación de emergencia.
Tal inversión formativa, basada en una red de relaciones humanas y abiertas, debe garantizar el acceso de todos a una educación de calidad, a la altura de la dignidad de la persona humana y de su vocación a la fraternidad. Es hora de mirar hacia adelante con valentía y esperanza. Que nos sostenga, por tanto, la convicción de que en la educación se encuentra la semilla de la esperanza: una esperanza de paz y de justicia. Una esperanza de belleza, de bondad; una esperanza de armonía social.
Recordemos, hermanos y hermanas, que las grandes transformaciones no se construyen en el escritorio. Hay una “arquitectura” de la paz en la que intervienen las diversas instituciones y personas de una sociedad, cada una según su propia competencia, pero sin excluir a nadie (cf. ibíd., 231). Así tenemos que seguir: todos juntos, cada uno como es, pero siempre mirando juntos hacia adelante, hacia esta construcción de una civilización de la armonía, de la unidad, donde no haya lugar para esta virulenta pandemia de la cultura del descarte. Gracias.
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1 Cf. M. De Certeau, Lo straniero o l’unione nella differenza, Vita e Pensiero, Milán 2010, 30.
[01219-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs!
Quando vos convidei para iniciar este caminho de preparação, participação e lançamento dum pacto educativo global, nunca me passou pela cabeça a situação em que havia de desenrolar-se; o Covid acelerou e amplificou muitas das urgências e emergências que sentíamos, e revelou outras. Às dificuldades sanitárias, seguiram-se as económicas e sociais. Os sistemas educativos do mundo inteiro sofreram com a pandemia, tanto a nível escolar como académico.
Procurou-se por todo o lado implementar uma resposta rápida através de plataformas educativas informáticas, que evidenciaram não só uma acentuada disparidade de oportunidades educacionais e tecnológicas, mas também o facto de muitas crianças e adolescentes, devido ao confinamento e outras carências anteriores, terem sofrido atrasos no processo normal de desenvolvimento pedagógico. Segundo alguns dados recentes de agências internacionais, fala-se de «catástrofe educativa» – é talvez forte a expressão, mas fala-se de «catástrofe educativa» –, pois cerca de dez milhões de crianças poderiam ser obrigadas a abandonar a escola por causa da crise económica gerada pelo coronavírus, agravando uma disparidade educativa já alarmante (com mais de 250 milhões de crianças, em idade escolar, excluídas de toda e qualquer atividade formativa).
Perante realidade tão dramática, sabemos que as inevitáveis medidas sanitárias se revelarão insuficientes, se não forem acompanhadas por um novo modelo cultural. Esta situação fez crescer a consciência de que se deve imprimir uma viragem ao modelo de desenvolvimento. Para que respeite e defenda a dignidade da pessoa humana, tal modelo deverá partir das oportunidades que a interdependência mundial oferece à comunidade e aos povos, cuidando da nossa casa comum e tutelando a paz. A crise que atravessamos é uma crise geral, que não se pode reduzir nem limitar apenas a uma única área ou setor. É geral. O Covid tornou possível reconhecer, de forma global, que aquilo que está em crise é a nossa forma de compreender a realidade e de nos relacionarmos entre nós.
Neste contexto, vemos que não bastam receitas simplistas nem vãos otimismos. Conhecemos o poder transformador da educação: educar é apostar e infundir no presente a esperança que rompe os determinismos e fatalismos com que muitas vezes o egoísmo do forte, o conformismo do vulnerável e a ideologia do utopista se querem impor como único caminho possível.1
Educar é sempre um ato de esperança que convida à comparticipação transformando a lógica estéril e paralisadora da indiferença numa lógica diferente, capaz de acolher a nossa pertença comum. Se hoje deixássemos os espaços educativos continuarem a reger-se pela lógica da substituição e repetição, incapazes de gerar e mostrar novos horizontes, onde a hospitalidade, a solidariedade intergeracional e o valor da transcendência fundamentem uma nova cultura, não estaríamos porventura a falhar o encontro com a História?
Temos consciência também de que um caminho de vida necessita da esperança fundada na solidariedade e que toda a mudança requer um percurso educativo para construir novos paradigmas capazes de responder aos desafios e emergências do mundo atual, de compreender e encontrar as soluções para as exigências de cada geração e de fazer florir a humanidade de hoje e de amanhã.
Pensamos que a educação seja um dos caminhos mais eficazes para humanizar o mundo e a história. A educação é sobretudo uma questão de amor e responsabilidade que se transmite, ao longo do tempo, de geração em geração.
Por conseguinte, a educação apresenta-se como o antídoto natural à cultura individualista, que às vezes degenera num verdadeiro culto do «ego» e no primado da indiferença. O nosso futuro não pode ser a divisão, o empobrecimento das faculdades de pensamento e imaginação, de escuta, diálogo e compreensão mútua. O nosso futuro não pode ser este!
Hoje temos necessidade duma renovada estação de empenhamento educativo, que envolva todos os componentes da sociedade. Escutemos o grito das novas gerações, que destaca a exigência e, ao mesmo tempo, a oportunidade estimulante dum caminho educativo renovado, que não volte o olhar para o outro lado, favorecendo graves injustiças sociais, violações dos direitos, pobrezas profundas e descartes humanos.
Trata-se dum percurso integral, no qual se enfrentem as situações de solidão e desconfiança quanto ao futuro que geram entre os jovens depressão, toxicodependências, agressividade, ódio verbal, fenómenos de bullying. Um caminho partilhado, no qual não se fique indiferente ao flagelo das violências e abusos contra os menores, aos fenómenos das meninas-noivas e das crianças-soldado, ao drama dos menores vendidos e escravizados. A isto vem juntar-se a amargura pelos «sofrimentos» do nosso planeta, causados por uma exploração sem cabeça nem coração, que gerou uma grave crise ambiental e climática.
Na história, há momentos em que é preciso tomar decisões basilares que imprimam marcas na nossa forma de viver e principalmente uma posição correta face aos possíveis cenários futuros. Na situação atual de crise sanitária – repleta de desânimo e perplexidade –, pensamos que este seja o momento de aderir a um pacto educativo global para e com as gerações jovens, que empenhe as famílias, as comunidades, as escolas e universidades, as instituições, as religiões, os governantes, a humanidade inteira na formação de pessoas maduras.
Hoje é-nos pedida a audácia necessária para ultrapassar visões extrínsecas aos processos educativos, superar as excessivas simplificações circunscritas à utilidade, ao resultado (padronizado), à funcionalidade e à burocracia, que confundem educação com instrução e acabam por fragmentar as nossas culturas; em vez disso, somos solicitados a procurar uma cultura integral, participativa e poliédrica. Precisamos de ter a coragem de gerar processos que assumam, conscientemente, a fragmentação existente e os contrastes que efetivamente carregamos connosco; a coragem de recriar o tecido de relações em prol duma humanidade capaz de falar a linguagem da fraternidade. O valor das nossas práticas educativas não será medido simplesmente pela superação de testes padronizados, mas pela capacidade de incidir no coração duma sociedade e fazer nascer uma nova cultura. Um mundo diferente é possível e pede que aprendamos a construí-lo, e isto envolve toda a nossa humanidade, tanto a nível pessoal como comunitário.
Apelamos, em todas as partes do mundo, de maneira particular aos homens e mulheres da cultura, da ciência e do desporto, aos artistas, aos operadores dos meios de comunicação social, para que adiram – também eles – a este pacto e, com o seu testemunho e trabalho, façam-se promotores dos valores de desvelo, paz, justiça, bondade, beleza, acolhimento do outro e fraternidade.
«Não devemos esperar tudo daqueles que nos governam; seria infantil. Gozamos dum espaço de corresponsabilidade capaz de iniciar e gerar novos processos e transformações. Sejamos parte ativa na reabilitação e apoio das sociedades feridas. Hoje temos à nossa frente a grande ocasião de expressar o nosso ser irmãos, de ser outros bons samaritanos que tomam sobre si a dor dos fracassos, em vez de fomentar ódios e ressentimentos» (Enc. Fratelli tutti, 77). Um processo plural e poliédrico capaz de nos envolver a todos em respostas significativas, onde as diferenças e as abordagens saibam harmonizar-se na busca do bem comum. Capacidade de criar harmonia: é disto que precisamos hoje.
Por estes motivos, comprometemo-nos, pessoal e conjuntamente, a…
· Primeiro: colocar no centro de cada processo educativo – formal e informal – a pessoa, o seu valor, a sua dignidade para fazer emergir a sua especificidade, a sua beleza, a sua singularidade e, ao mesmo tempo, a sua capacidade de estar em relação com os outros e com a realidade que a rodeia, rejeitando os estilos de vida que favorecem a difusão da cultura do descarte;
· Segundo: ouvir a voz das crianças, adolescentes e jovens a quem transmitimos valores e conhecimentos, para construir juntos um futuro de justiça e paz, uma vida digna para toda a pessoa;
· Terceiro: favorecer a plena participação das meninas e jovens na instrução;
· Quarto: ver na família o primeiro e indispensável sujeito educador;
· Quinto: educar e educarmo-nos para o acolhimento, abrindo-nos aos mais vulneráveis e marginalizados;
· Sexto: empenhar-nos no estudo para encontrar outras formas de compreender a economia, a política, o crescimento e o progresso, para que estejam verdadeiramente ao serviço do homem e da família humana inteira na perspetiva duma ecologia integral;
· Sétimo: guardar e cultivar a nossa casa comum, protegendo-a da exploração dos seus recursos, adotando estilos de vida mais sóbrios e apostando na utilização exclusiva de energias renováveis e respeitadoras do ambiente humano e natural, segundo os princípios de subsidiariedade e solidariedade e da economia circulante.
Enfim, queridos irmãos e irmãs, queremos empenhar-nos corajosamente a dar vida, nos nossos países de origem, a um projeto educativo, investindo as nossas melhores energias e também iniciando processos criativos e transformadores em colaboração com a sociedade civil. Neste processo, um ponto de referimento é a doutrina social que, inspirada nos ensinamentos da Revelação e no humanismo cristão, proporcione uma base sólida e uma fonte viva para encontrar os caminhos a percorrer na situação atual de emergência.
Tal investimento formativo, baseado numa rede de relações humanas e abertas, deverá garantir a todos o acesso a uma educação de qualidade, à altura da dignidade da pessoa humana e da sua vocação à fraternidade. É tempo de olhar em frente com coragem e esperança. Que, para isso, nos sustente a convicção de que habita na educação a semente da esperança: uma esperança de paz e justiça; uma esperança de beleza, de bondade; uma esperança de harmonia social!
Lembremo-nos, irmãos e irmãs, de que as grandes transformações não se constroem à escrivaninha. Há uma «arquitetura» da paz em que intervêm as várias instituições e pessoas duma sociedade, cada qual segundo a sua competência, mas sem excluir ninguém (cf. ibid., 231). Por isso, devemos ir para diante: todos juntos, cada um como é, mas sempre olhando juntos para a frente, para a construção duma civilização da harmonia, da unidade, onde não haja lugar para esta pandemia ruim da cultura do descarte. Obrigado!
___________________
1 Cf. M. DE CERTEAU, Lo straniero o l'unione nella differenza (Vita e Pensiero, Milão 2010), 30.
[01219-PO.01] [Texto original: Italiano]
[B0527-XX.02]