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Nota di presentazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del Decreto Cum sanctissima circa la celebrazione liturgica in onore dei santi nella forma extraordinaria del Rito Romano, 25.03.2020


 

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

 

Testo in lingua italiana

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Nota di presentazione del Decreto Cum sanctissima

circa la celebrazione liturgica in onore dei santi

nella forma extraordinaria del Rito Romano

Con il decreto Cum sanctissima del 22 febbraio 2020, la Congregazione per la Dottrina della Fede, che dal gennaio del 2019 si occupa delle materie precedentemente attribuite alla Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”[1], ha portato a compimento il lavoro già intrapreso da più anni da detta Commissione per adempiere il mandato dato da Papa Benedetto XVI di facilitare la celebrazione, nella forma extraordinaria del Rito Romano, dei santi più recentemente canonizzati[2]. Infatti, essendo il santorale della forma extraordinaria determinato dai libri liturgici vigenti nell’anno 1962, i santi canonizzati dopo quell’anno ne erano esclusi.

Lo studio in vista dell’elaborazione di una soluzione pratica per permettere la celebrazione liturgica dei santi più recenti nell’Usus Antiquior è stato l’occasione di affrontare i molteplici aspetti del problema, quali il carattere molto fornito del calendario esistente – specialmente per quanto riguarda le feste di III classe – nonché la considerazione di tutte le ripercussioni di eventuali cambiamenti, senza dimenticare la coerenza – sempre preferibile – tra Messa e ufficiatura, e la questione dei testi liturgici da usare.

È in questo contesto che è parso opportuno non occuparsi di taluno o talaltro dei santi più recenti, bensì porre un principio generale che consente la possibilità di celebrare, nel quadro normativo d’insieme della forma extraordinaria, e quando il giorno liturgico lo permette, anche qualsiasi santo canonizzato dagli anni sessanta in poi, nel giorno della propria ricorrenza liturgica.

Più precisamente, il decreto allarga il campo di applicazione delle missæ festivæ latiore sensu del n. 302-c delle Rubricæ Generales Missalis Romani (che finora comprendeva solo i giorni di IV classe), ad una parte delle feste di III classe nonché alle vigilie di III classe[3] (cfr. decreto, n. 1).

Da ciò si desume che ovviamente, queste nuove disposizioni non incidono in nessun modo sulle altre celebrazioni, in particolare quelle di I o II classe. Contestualmente, il decreto precisa che tale messa festiva latiore sensu può anche essere celebrata in onore dei santi canonizzati dopo il 26 luglio 1960 (data dell’ultimo aggiornamento del Martirologio della forma extraordinaria), nel giorno della relativa ricorrenza liturgica (n. 2).

Posto questo principio, le altre disposizioni del decreto danno le precisazioni utili che ne conseguono, quali l’applicazione anche all’ufficio divino, che in tale caso va celebrato per intero in onore del santo (n. 3), la necessità di fare la commemoratio della festa di III classe eventualmente occorrente secondo il calendario (n. 4), nonché le regole per la scelta dei testi liturgici (n. 5). In merito a tale ultimo punto, sono da notare le tre successive fonti ove attingere i testi, ovvero in primis il Proprium Sanctorum pro aliquibus locis già esistente nel Messale della forma extraordinaria, in secondo luogo un apposito supplemento da pubblicarsi in futuro dalla Santa Sede, e solo in carenza di quelle due fonti, l’esistente Commune Sanctorum.

È da sottolineare il fatto che la celebrazione dei santi più recenti conformemente a queste nuove disposizioni non è che una possibilità, e di conseguenza, essa rimane facoltativa. Chi desidera, quindi, celebrare i santi seguendo il calendario della forma extraordinaria così come stabilito dal libro liturgico, rimane libero di farlo. In merito a ciò, è bene ricordare che l’esistenza di feste facoltative in onore di santi non è una novità assoluta nel Rito Romano, dato che durante il periodo post-tridentino, e fino alla riforma delle rubriche effettuata da Papa S. Pio X, il calendario ha comportato ben venticinque di queste feste cosiddette ad libitum.

Il nuovo decreto dà, d’altra parte, una ulteriore possibilità per il caso in cui si celebra secondo il calendario vigente, ma che nel medesimo tempo si desidera onorare eventuali altri santi occorrenti. Infatti, secondo il n. 6, si dà la possibilità di aggiungere una commemoratio di un santo occorrente, quando esso è riferito nel Proprium pro aliquibus locis o nel sopramenzionato pubblicando supplemento.

Nello scegliere o meno di avvalersi delle disposizioni del decreto nelle celebrazioni liturgiche in onore dei santi, si fa appello, ovviamente, al buon senso pastorale del celebrante. Per il caso particolare delle celebrazioni degli Istituti religiosi e delle Società di vita apostolica, il n. 7 del decreto fornisce alcune precisazioni utili al riguardo.

Il decreto si conclude (n. 8) con il riferimento ad un elenco di settanta feste di III classe le cui celebrazioni non possono mai essere impedite dalle sue disposizioni. Tale elenco, fornito in annesso, riflette la particolare importanza di quelle feste, valutata in base a criteri precisi, quali ad esempio l’importanza dei santi in questione nel Piano della Salvezza o nella storia della Chiesa, la loro importanza sul piano della devozione che hanno suscitata o degli scritti che hanno prodotto, oppure l’antichità del loro culto a Roma.

_______________________

[1] Cfr. Francesco, Lettera Apostolica in forma di “Motu Proprio” circa la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, 17 gennaio 2019.

[2] “Nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi (…). La Commissione «Ecclesia Dei» in contatto con i diversi enti dedicati all’usus antiquior studierà le possibilità pratiche”: Benedetto XVI, Lettera ai Vescovi in occasione della pubblicazione della Lettera Apostolica Motu Proprio data Summorum Pontificum sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970, AAS 99 (2007) 798. Questo mandato era stato successivamente confermato e completato nel 2011, nell’Istruzione Universæ Ecclesiæ della medesima Pontificia Commissione: cfr. Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, Istruzione sull’applicazione della Lettera Apostolica Motu Proprio data Summorum Pontificum di S.S. Benedetto PP. XVI, n. 25, AAS 103 (2011) 418.

[3] In realtà esiste una sola vigilia di III classe nel calendario della forma extraordinaria, ovvero quella di S. Lorenzo il 9 agosto. Al riguardo è bene ricordare che dal 1568 fino al Codex Rubricarum del 1960, le vigilie non privilegiate quali quelle delle feste dei santi erano di rito simplex, cosicché quando capitavano in occorrenza con una festa di santo semiduplex o duplex, prevaleva il santo e non la vigilia. Con la riforma di Papa S. Pio X (negli anni 1911-1914), nelle messe non conventuali, il celebrante poteva in certi casi scegliere sia la messa del santo occorrente, sia la messa della vigilia (cfr. Additiones et variationes in rubricis Missalis, n. 1).

[00403-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

CONGRÉGATION POUR LA DOCTRINE DE LA FOI

Note de présentation du Décret Cum sanctissima

sur la célébration liturgique en l’honneur des saints

dans la forme extraordinaire du Rite Romain

Avec le décret Cum sanctissima du 22 février 2020, la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, qui, depuis janvier 2019, s’occupe des matières précédemment attribuées à la Commission pontificale “Ecclesia Dei”[1], a achevé le travail entrepris depuis plusieurs années par cette Commission pour répondre à la demande du Pape Benoît XVI de faciliter la célébration, dans la forme extraordinaire du Rite Romain, des saints les plus récemment canonisés[2]. En effet, le sanctoral de la forme extraordinaire étant déterminé par les livres liturgiques en vigueur en 1962, les saints canonisés par la suite en étaient exclus.

L’étude faite en vue de l’élaboration d’une solution pratique qui permette la célébration des saints les plus récents dans l’Usus Antiquior a été l’occasion d’affronter les multiples aspects du problème, comme le caractère très dense du calendrier existant – spécialement en ce qui concerne les fêtes de IIIe classe – ainsi que la considération de toutes les répercussions d’éventuels changements, sans oublier la cohérence – toujours préférable – entre Messe et office, et la question des textes liturgiques à utiliser.

C’est ainsi qu’il a paru opportun de ne pas s’occuper de tel ou tel saint récent, mais d’établir un principe général qui donne la possibilité de célébrer, dans le cadre normatif d’ensemble de la forme extraordinaire et quand le jour liturgique le permet, tout saint canonisé depuis les années soixante, le jour de sa fête liturgique.

Plus précisément, le décret élargit le champ d’application des missæ festivæ latiore sensu du n. 302-c des Rubricæ Generales Missalis Romani (qui ne comprenait jusqu’ici que les jours de IVe classe), à une partie des fêtes de IIIe classe ainsi qu’aux vigiles de IIIe classe[3] (cf. décret, n. 1). Il en découle évidemment que ces nouvelles dispositions sont sans aucune incidence sur les autres célébrations, en particulier celles de Ière ou de IIe classe. Simultanément, le décret précise qu’une messa festiva latiore sensu peut également être célébrée en l’honneur des saints canonisés après le 26 juillet 1960 (date de la dernière mise à jour du Martyrologe de la forme extraordinaire), le jour de leur fête liturgique (n. 2).

Ce principe étant posé, les autres dispositions du décret donnent les précisions utiles qui en dérivent, comme l’application à l’office divin, qui doit en ce cas être entièrement célébré en l’honneur du saint (n. 3), la nécessité de faire la commemoratiode la fête de IIIe classe prévue au calendrier (n. 4) le cas échéant, ainsi que les règles de choix des textes liturgiques (n. 5). A ce sujet, il faut noter les trois sources où l’on trouvera ces textes, le Proprium Sanctorum pro aliquibus locis déjà présent dans le Missel de la forme extraordinaire, un supplément encore à publier par le Saint-Siège et, seulement à défaut de ces deux derniers, le Commune Sanctorum actuel.

Il faut souligner que la célébration des saints les plus récents conformément à ces nouvelles dispositions n’est qu’une possibilité et qu’elle reste donc facultative. Si l’on désire célébrer les saints en suivant le calendrier de la forme extraordinairetel que le prévoit le livre liturgique, on reste libre de le faire. A ce sujet, il est bon de rappeler que l’existence de fêtes facultatives en l’honneur de saints n’est pas une nouveauté absolue dans le Rite Romain, étant donné que, durant la période post-tridentine et avant la réforme des rubriques due au Pape saint Pie X, le calendrier a comporté jusqu’à vingt-cinq de ces fêtes ad libitum.

D’autre part, le nouveau décret ouvre une possibilité supplémentaire au cas où l’on célèbre selon le calendrier en vigueur, mais en désirant honorer en même temps d’autres saints fêtés le même jour. En effet, selon le n. 6, il est possible d’ajouter la commemoratio d’un saint mentionné dans le Proprium pro aliquibus locis ou dans le supplément dont il a été question plus haut.

Pour la mise en œuvre des dispositions du décret dans les célébrations liturgiques en l’honneur des saints, il est évidemment fait appel au bon sens pastoral du célébrant. Pour le cas particulier des célébrations dans les Instituts religieux et les Sociétés de vie apostolique, le n. 7 du décret donne quelques précisions utiles.

Le décret s’achève (n. 8) avec une liste de soixante-dix fêtes de IIIe classe dont la célébration ne peut jamais être empêchée par ses dispositions. Cette liste, donnée en annexe, reflète l’importance particulière de ces fêtes, évaluée en suivant des critères précis, comme par exemple l’importance des saints en question dans le plan du Salut ou dans l’histoire de l’Église, leur importance en raison de la dévotion qu’ils ont suscitée ou des écrits qu’ils ont laissés, ou bien l’ancienneté de leur culte à Rome.

________________________

[1] Cf. François, Lettre Apostolique en forme de “Motu Proprio” sur la Commission pontificale “Ecclesia Dei”, 17 janvier 2019.

[2] “Dans l’ancien Missel pourront être et devront être insérés les nouveaux saints (…). La Commission « Ecclesia Dei », en lien avec les diverses entités dédiées à l’Usus Antiquior, étudiera quelles sont les possibilités pratiques”: Benoît XVI, Lettre aux Évêques qui accompagne la Lettre apostolique "Motu proprio data" Summorum Pontificum sur l’usage de la liturgie romaine antérieure à la réforme de 1970, AAS 99 (2007), 798. Par la suite, cette demande avait été confirmée et complétée en 2011, dans l’Instruction Universæ Ecclesiæ de la même Commission pontificale ; cf. Commission pontificale “Ecclesia Dei”, Instruction sur l’application de la Lettre Apostolique Summorum Pontificum donnée motu proprio par S.S. le Pape Benoît XVI, n. 25, AAS 103 (2011), 418.

[3] En réalité, il n’existe qu’une seule vigile de IIIe classe dans le calendrier de la forme extraordinaire, celle de saint Laurent le 9 août. A ce sujet, il est bon de rappeler que, de 1568 au Codex Rubricarum de 1960, les vigiles non privilégiées comme celles des fêtes de saints étaient de rite simplex, si bien que, lorsqu’il y avait occurrence avec une fête de saint semiduplexou duplex, c’est le saint et non la vigile qui avait la préséance. Avec la réforme du Pape saint Pie X (dans les années 1911-1914), pour les messes non conventuelles, le célébrant pouvait dans certains cas choisir soit la messe du saint du jour, soit la messe de la vigile (cf. Additiones et variationes in rubricis Missalis, n. 1).

[00403-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

CONGREGATION FOR THE DOCTRINE OF THE FAITH

Note for the presentation of the Decree Cum sanctissima

on the liturgical celebration in honour of Saints

in the forma extraordinaria of the Roman Rite

With the Decree Cum sanctissima of 22 February 2020, the Congregation for the Doctrine of the Faith, which since January 2019 deals with those matters formerly assigned to the Pontifical Commission “Ecclesia Dei”[1], completed the work initiated several years earlier by that Commission in order to fulfill the mandate given by Pope Benedict XVI to facilitate the celebration of more recently canonized Saints according to the forma extraordinaria of the Roman Rite[2]. Indeed, since the Sanctoral of the forma extraordinaria is determined by the liturgical books in force in 1962, Saints canonized thereafter were not included therein.

The studies carried out in order to develop a practical solution for the liturgical celebration of more recent Saints in the Usus Antiquior provided an opportunity to address the many issues that this matter raises, such as the density of the existing calendar (particularly as regards III class feasts), the consideration of all the repercussions of any potential changes, the always preferable consistency between Mass and the Divine Office, and the matter of the liturgical texts to be used.

In this context, it appeared that rather than dealing with this or that more recent Saint, it would be more appropriate to lay down a general principle that would enable, within the general rubrical context of the forma extraordinaria, and when the liturgical day permits, the celebration of any Saint canonized after the 1960s, on the date of their proper feast.

Specifically, the Decree broadens the scope of missæ festivæ latiore sensu referred to in n. 302-c of the Rubricæ Generales Missalis Romani (which hitherto only applied to IV class days), to a number of III class feasts and to III class vigils[3] (cf. Decree, n. 1). It is therefore clear that the new provisions will not in any way affect other celebrations, and in particular those of the I or II classes. In addition, the Decree specifies that missæ festivæ latiore sensu may be celebrated in honour of Saints canonized after 26 July 1960 (which is the date of the last amendment to the Martyrology of the forma extraordinaria), on their respective liturgical feast day (n. 2).

With this principle in mind, the other provisions of the Decree give the necessary indications that derive therefrom, such as the applicability to the Divine Office, which in such a case is to be celebrated in full in honour of the Saint (n. 3), the requirement to make a commemoration of potentially occurring III class feasts, as the case may be (n. 4), and the rules relating to the selection of the liturgical texts to be used (n. 5). Regarding this particular point, one should note the three successive sources from which texts are to be drawn, namely in the first place the Proprium Sanctorum pro aliquibus lociswhich already exists in the Missal of the forma extraordinaria, secondly a special Supplement to be published by the Holy See in the future, and finally, should the two former sources be lacking, the existing Commune Sanctorum.

It is noteworthy that the celebration of more recent Saints pursuant to the new provisions is a mere possibility, and therefore it remains optional. Accordingly, those who wish to continue to celebrate the Saints according to the existing calendar of the forma extraordinaria as it appears in the liturgical books, remain free to do so. In relation to this, one should be reminded that the existence of optional feasts in honour of the Saints is not a complete novelty in the Roman Rite, given that throughout the post-tridentine period, and up till the rubrical reform carried out by Pope St. Pius X, the calendar included no less that twenty-five such so-called ad libitum feasts.

The new Decree also opens a further possibility for cases in which whilst following the existing calendar, one wishes at the same time to honour eventual other occurring Saints. Specifically, according to n. 6 of the Decree, an ad libitumcommemoration of an occurring Saint may be made, if said Saint appears in the Proprium pro aliquibus locis or in the future special Supplement.

In choosing whether or not to make use of the provisions of the Decree in liturgical celebrations in honour of the Saints, the celebrant is expected to make use of good pastoral common sense. As regards the particular case of celebrations in Religious Institutes and Societies of Apostolic Life, n. 7 of the Decree provides some useful clarification.

The Decree concludes (n. 8) with reference to a list of seventy III class feasts that may never be impeded by its provisions. This list, which is provided as an annex, reflects the particular importance of the feasts in question, on the basis of precise criteria, e.g. the importance of these respective Saints in the Plan of Salvation or in the history of the Church, their importance in terms of either the devotion they have generated or their writings, or the antiquity of their worship in Rome.

______________________

[1] Cf. Francis, Apostolic Letter in the form of Motu Proprio on the Pontifical Commission “Ecclesia Dei”, 17 January 2019.

[2] “New Saints (…) can and should be inserted in the old Missal. The “Ecclesia Dei” Commission, in contact with various bodies devoted to the Usus Antiquior, will study the practical possibilities in this regard”: Benedict XVI, Letter to the Bishops on the occasion of the publication of the Apostolic Letter “Motu Proprio Data” Summorum Pontificum on the use of the Roman Liturgy prior to the reform of 1970, AAS 99 (2007) 798. This mandate was further confirmed and completed in 2011 by the Instruction Universæ Ecclesiæ of the same Pontifical Commission: cf. Pontifical Commission “Ecclesia Dei”, Instruction on the Application of the Apostolic Letter Summorum Pontificum of His Holiness Benedict XVI given Motu Proprio, n. 25, AAS 103 (2011) 418.

[3] In fact there is only one such III class vigil in the calendar of the forma extraordinaria, namely that of St. Lawrence on 9 August. On this subject one may be reminded that from 1568 until the Codex Rubricarum of 1960, non-privileged vigils such as that of St. Lawrence were of the simplex rite, and accordingly, when they fell in occurrence with a semiduplex or duplex feast of a Saint, that feast would prevail over the vigil. With the reform enacted under St. Pius X in 1911-1914, in non-conventual Masses the celebrant could, in certain cases, choose between the Mass of the occurring Saint or the Mass of the vigil (cr. Additiones et variationes in rubricis Missalis, n. 1).

[00403-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

KONGREGATION FÜR DIE GLAUBENSEHRE

Anmerkungen zur Vorstellung des Dekrets Cum sanctissima

über die liturgischen Feiern zu Ehren der Heiligen

im Usus Antiquior des römischen Ritus

Mit dem Dekret Cum sanctissima des 22. Februar 2020 hat die Kongregation für die Glaubenslehre, der seit Januar 2019 die Kompetenzen der einstigen Päpstlichen Kommission "Ecclesia Dei"[1] zugewiesenen sind, die bereits seit mehreren Jahren laufenden Arbeiten in Erfüllung des von Papst Benedikt XVI. erhaltenen Mandats zum Abschluss gebracht, nämlich das Ermöglichen der Feier von in jüngerer Zeit kanonisierten Heiligen in der forma extraordinaria des römischen Ritus[2]. Da das Sanktorale der forma extraordinaria bisher durch die im Jahr 1962 geltenden liturgischen Bücher bestimmt wurde, waren danach kanonisierte Heilige darin abwesend.

Die Bemühungen im Hinblick auf die Ausarbeitung einer praktischen Lösung für das Ermöglichen einer liturgischen Feier der jüngsten Heiligen im Usus Antiquior, bot die Gelegenheit, sich mit den verschiedenen Aspekten des Problems zu befassen, beispielsweise mit der Dichte des bestehenden Kalenders – insbesondere in Bezug auf die Feste III. Klasse – sowie die Berücksichtigung aller Auswirkungen aller so entstehenden Veränderungen. Das betrifft ebenso die immer vorzuziehende Übereinstimmung zwischen Messe und Offizium und die Frage der dann zu verwendenden liturgischen Texte.

In diesem Zusammenhang erschien es angezeigt, sich nicht mit einzelnen Heiligen der jüngeren Zeit zu befassen, sondern einen allgemeines Grundprinzip zu erarbeiten, das es ermöglicht innerhalb des allgemeinen normativen Rahmens der forma extraordinaria, so der gegebene liturgische Tag dies zulässt, jeden nach 1962 kanonisierten Heiligen an seinem Fest liturgisch zu feiern.

Genauer gesagt, erweitert das Dekret den Anwendungsbereich der Missæ festivæ latiore sensu in Nr. 302-c der Rubricæ Generales Missalis Romani (die bisher nur die Tage IV. Klasse umfassten), auf ein Teil der Feste III. Klasse sowie der Vigiliae III. Klasse[3] (vgl. Dekret 1). Daraus ergibt sich offensichtlich, dass diese neuen Bestimmungen die anderen Festfeiern, insbesondere jene I. oder II. Klasse, in keiner Weise beeinträchtigen. Gleichzeitig ist im Dekret festgelegt, dass eine Festmesse latiore sensu auch zu Ehren der nach dem 26. Juli 1960 (dem Datum der letzten Aktualisierung des Martyrologium Romanum in der forma extraordinaria) kanonisierten Heiligen an deren Festtag liturgisch gefeiert werden kann (Nr. 2).

In Anbetracht dieses Grundsatzes geben die anderen Bestimmungen des Dekrets sich daraus ergebende weitere hilfreiche Klarstellungen, wie deren Anwendung auch auf das Officium divinum, das in diesem Fall in vollem Umfang zu Ehren des Heiligen gefeiert werden muss (Nr. 3). Das betrifft gegebenenfalls die commemoratio der im Kalender vorgesehenen Feste III. Klasse (Nr. 4), sowie die Regeln für die Wahl der liturgischen Texte (Nr. 5). Bezüglich dieses letzten Punktes: In folgenden drei Quellen sind die entsprechenden Texte zu finden. Zu nennen wäre zuerst das Proprium Sanctorum pro aliquibus locis, das bereits im Missale der forma extraordinaria vorhanden ist, und dann eine spezielle Beilage, die demnächst vom Heiligen Stuhl veröffentlicht werden soll, und zuletzt, nur in Ermangelung dieser beiden genannten Quellen, das derzeitige Commune Sanctorum des Missale 1960.

Es soll betont werden, die Feier der neueren Heiligen gemäß diesen neuen Bestimmungen ist als eine Option zu betrachten und bleibt deshalb fakultativ. Diejenigen, die die Heiligen nach dem Kalender der forma extraordinaria, wie im Missale festgelegt, feiern möchten, können dies weiterhin tun. In diesem Zusammenhang ist es gut, zugleich daran zu erinnern, dass die Existenz optionaler Heiligenfeste im römischen Ritus keine absolute Neuheit darstellt, denn in der Zeit nach der Tridentinischen Reform bis zur Rubrikenreform durch Papst Pius X. hatte der römische Kalender bis zu fünfundzwanzig dieser sogenannten Ad-libitum-Feste.

Das neue Dekret bietet andererseits für den Fall, dass man die Heiligen gemäß dem geltenden Kalender des Usus Antiquior feiert, eine zusätzliche Möglichkeit gleichzeitig andere Heilige zu ehren, deren Feste am selben Tag verzeichnet sind. In der Tat bietet Nr. 6 die Möglichkeit einer commemoratio eines Heiligen, dessen Gedächtnis im Proprium pro aliquibus locis oder im oben genannten Supplement vermerkt ist.

Die Umsetzung der Bestimmungen des Dekrets bezüglich der liturgischen Feiern zu Ehren der Heiligen setzt ein kluges pastorales Urteil des Zelebranten voraus. Für den besonderen Fall der Feiern in Ordensgemeinschaften und Gesellschaften des apostolischen Lebens, gibt Nr. 7 des Dekrets diesbezüglich einige nützliche Hinweise.

Das Dekret endet (cf. Nr. 8) mit einer Auflistung von siebzig Festen III. Klasse, deren Feiern durch diese Bestimmungen niemals behindert werden dürfen. Diese Liste im Anhang unterstreicht die besondere Bedeutung der besagten Feste, die auf der Grundlage genauer Kriterien bewertet wurden. Das meint z.B. die Bedeutung der betreffenden Heiligen im Heilsplan oder in der Geschichte der Kirche, die Bedeutung der Verehrung bestimmten Heiligen ein im Volk Gottes, oder wegen des Gewichtes des Vermächtnis ihrer Schriften, oder wegen dem ehrwürdigen Alter ihrer Verehrung in Rom.

______________________

[1] Siehe Franziskus, Apostolisches Schreiben in Form eines "Motu Proprio" über die Päpstliche Kommission "Ecclesia Dei", 17. Januar 2019.

[2] “In das alte Meßbuch können und sollen neue Heilige eingefügt werden (…). Die Kommission Ecclesia Dei wird in Verbindungen mit den verschiedenen dem Usus Antiquior verbundenen Gruppierungen, die praktischen Möglichkeiten prüfen„: Benedikt XVI, Brief an die Bischöfe anlässlich der Publikation des apostolischen Schreibens “Motu Proprio data” Summorum Pontificum über der römische Liturgie in ihrer Gestalt vor der 1970 durchgeführten Reform, AAS 99 (2007) 798. Anschließend wurde dieses Mandat bestätigt und fand 2011 seinen Abschluß durch die Instruktion Universæ Ecclesiæderselben Päpstlichen Kommission: vgl. Päpstliche Kommission "Ecclesia Dei", Instruktion über die Ausführung des als Motu proprio erlassenen Apostolischen Schreibens Summorum Pontificum von Papst Benedikt XVI, 25, AAS 103 (2011) 418.

[3] Tatsächlich gibt es im Kalender der forma extraordinaria nur eine einzige Vigil III. Klasse, nämlich jener des hl. Laurentius (9. August). Es sei daran erinnert, dass von 1568 bis zum Codex Rubricarum 1960, die nicht privilegierten Vigilien, wie die der Heiligenfeste, als ritus simplex eingestuft waren, so dass im Falle einer Okkurrenz mit einem semiduplex oder einem duplex Heiligenfest der Heilige den Vorrang vor der Vigil hatte. Mit der Reform des hl. Pius X (in den Jahren 1911-1914) hatte der Priester außerhalb der Konventmesse in bestimmten Fällen die Möglichkeit zwischen der Messe des Tagesheiligen und der Vigilmesse zu wählen (vgl. Additiones et variationes in rubricis Missalis, Nr. 1).

[00403-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

 

Traduzione in lingua spagnola

CONGREGACIÓN PARA LA DOCTRINA DE LA FE

Nota de presentación del Decreto Cum sanctissima

sobre la celebración litúrgica en honor de los santos

en la forma extraordinaria del Rito Romano

Con el decreto Cum sanctissima del 22 febrero 2020, la Congregación por la Doctrina de la Fe, que desde enero de 2019 se ocupa de las materias precedentemente atribuidas a la Pontificia Comisión “Ecclesia Dei”[1], ha llevado a cabo el trabajo ya realizado durante varios años para cumplir con el mandato dado por Benedicto XVI, de facilitar la celebración en la forma extraordinaria del Rito Romano de los santos canonizados más recientemente[2]. De hecho, estando el santoral de la forma extraordinaria determinado por los libros litúrgicos vigentes en el año 1962, los santos canonizados después de aquel año, fueron excluidos de él.

El estudio, con miras a la elaboración de una solución práctica que permitiera la celebración litúrgica de los santos más recientes en el Usus Antiquior, ha sido la ocasión para afrontar los múltiples aspectos del problema, tales come el carácter fornido del calendario existente – especialmente en lo que se refiere a las fiestas de la III clase – así como la consideración de todas las repercusiones de los eventuales cambios, sin olvidar la coherencia – siempre preferible – entre Misa y oficio, o la cuestión de los textos litúrgicos a utilizar.

Es en este contexto, que ha parecido oportuno no ocuparse de cada santo considerado en modo singular, sino establecer un principio común que permita la posibilidad de celebrar, en el cuadro normativo general de la forma extraordinaria y cuando el día litúrgico lo permita, cualquier santo canonizado a partir de los años sesenta en el día de la propia festividad litúrgica.

Más precisamente, el decreto amplio el campo de aplicación de las missæ festivæ latiore sensu del n. 302-c de las Rubricæ Generales Missalis Romani (que hasta ahora solo comprendían los días de IV clase), a una parte de las fiestas de III clase[3], así como a las vigilias de III clase (cfr. decreto, n. 1). De esto se deduce que estas nuevas disposiciones no afectan en modo alguno sobre las demás celebraciones, incluidas aquellas de I o II case. Al mismo tiempo, el decreto especifica que esta messa festiva latiore sensu puede ser también celebrada en honor de los santos canonizados después del 16 de julio de 1960 (fecha de la última actualización del Martirologio de la forma extraordinaria), el día de su celebración litúrgica (n. 2).

Establecido este principio, las demás observaciones del Decreto son indicaciones de carácter útil, las cuales se derivan del principio citado. Ente estas indicaciones convienen destacarse: la aplicación al oficio divino de cuanto se ha expuesto, que en tal caso debe celebrarse íntegramente en honor del santo, (n. 3), la necesidad de hacer la commemoratio de la fiesta de III clase eventualmente coincidente según el calendario (n. 4), así como las reglas para escoger los textos litúrgicos (n. 5). Con respecto a este último punto, hay que señalar las tres fuentes de las que se pueden tomar los textos, a saber, en primer lugar, el Proprium Sanctorum pro aliquibus locis, ya existente en el Misal de la forma extraordinaria, en segundo lugar, un suplemento especial que será publicado en un futuro por la Santa Sede y, solo ante la insuficiencia de esas dos fuentes, el actual Commune Sanctorum.

Conviene subrayar el hecho de que la celebración de los santos más recientes conforme a estas nuevas disposiciones, no es más que una posibilidad, siendo esta pues, facultativa. Quién desee celebrar, por tanto, los santos, siguiendo el calendario de la forma extraordinaria como está establecido en el libro litúrgico, está en su plena libertad de hacerlo. A este respecto es bueno recordar que la existencia de fiestas facultativas en honor de los santos no es una novedad absoluta en el Rito Romano, dado que durante el periodo post-tridentino y, hasta la reforma de las rúbricas llevada a cabo por el Papa San Pío X, el calendario comprendía hasta veinticinco de estas fiestas llamadas ad libitum.

El nuevo decreto, por otra parte, ofrece una posibilidad más para el caso en el que se celebre según el calendario vigente, pero que al mismo tiempo se desee honrar a otros santos coincidentes en la mismo día. De hecho, según el n. 6, se da la posibilidad de añadir una commemoratio de un santo coincidente cuando este aparece en el Proprium pro aliquibus locis o en que será el futuro suplemento deberá ser publicado.

Al elegir si se debe o no hacer uso de las disposiciones del decreto en las celebraciones litúrgicas en honor de los santos, se apela, por supuesto, al sentido pastoral común del celebrante. Para el caso particular de las celebraciones de los Institutos religiosos y de las Sociedades de vida apostólica, el n. 7 del decreto aporta algunas aclaraciones útiles a este respecto.

El decreto concluye (n. 8) con la referencia a un elenco de setenta fiestas de III clase cuyas celebraciones a propósito de las cuales las facultades que otorga este Decreto no producen al respecto cambio alguno. Este elenco, que figura en el anexo, refleja la importancia particular de estas fiestas, evaluada ésta en base a criterios precisos, tales como, la importancia de los santos en el Plan de Salvación o en la historia de la Iglesia, su importancia en el plano de la devoción que han suscitado, de los escritos que han producido o la antigüedad de su culto en Roma.

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[1] Cfr. Francisco, Carta Apostólica en forma de “Motu Proprio” sobre la Comisión Pontificia “Ecclesia Dei”, 17 de enero de 2019.

[2] “(…) en el Misal antiguo se podrán y deberán inserir nuevos santos (…). La Comisión “Eccleisa Dei”, en contacto con los diversos entes locales dedicados al Usus Antiquior, estudiará las posibilidades prácticas”. Benedicto XVI, Carta a los Obispos que acompaña la Carta Apostólica” Motu Proprio Data” Summorum Pontificum sobre el uso de la liturgia romana anterior a la reforma efectuada en 1970, AAS 99 (2007) 798. Este mandato fue sucesivamente confirmado y completado en 2011 en la Instrucción Universæ Ecclesiæ de la misma Pontificia Comisión. Cfr. Pontificia Comisión “Ecclesia Dei”, Instrucción sobre la aplicación de la carta apostólica Motu Proprio data Summorum Pontificum, de Su Santidad Benedicto XVI., n. 25, AAS 103 (2011) 418.

[3] En realidad, existe una sola vigilia de III clase en el calendario de la forma extraordinaria, a saber, la de San Lorenzo el 9 de agosto. A este respecto cabe recordar que desde el 1568 hasta el Codex Rubricarum de 1960, las vigilias no privilegiadas como aquellas de las fiestas de los santos, eran de rito simplex, de modo que cuando coincidían con una fiesta de santo semiduplex o dúplex, prevalecía el santo y no la vigilia. Con la reforma del Papa S. Pio X (en los años 1911-1914), en las Misas no conventuales, el celebrante podía en ciertos casos escoger entre la misa del santo o la de la vigilia (cfr. Additiones et variationes in rubricis Missalis, n. 1).

[00403-ES.01] [Texto original: Italiano]

 

Traduzione in lingua portoghese

CONGREGAÇÃO PARA A DOUTRINA DA FÉ

Nota de apresentação do decreto Cum sanctissima,

sobre a celebração litúrgica em honra dos santos

na forma extraordinária do Rito Romano

Com o decreto Cum sanctissima, de 22 de fevereiro de 2020, a Congregação para a Doutrina da Fé, que desde janeiro de 2019 trata dos assuntos anteriormente atribuídos à Pontifícia Comissão “Ecclesia Dei”[1], concluiu o trabalho realizado há vários anos por essa Comissão para cumprir o mandato conferido pelo Papa Bento XVI de facilitar a celebração, na forma extraordinária do Rito Romano, dos santos canonizados mais recentemente[2]. De fato, sendo o santoral da forma extraordinária determinado pelos livros litúrgicos em vigor no ano de 1962, os santos canonizados depois daquele ano ficaram excluídos.

O estudo em vista da elaboração de uma solução prática para permitir a celebração litúrgica dos santos mais recentes no Usus Antiquior foi uma oportunidade de abordar os múltiplos aspectos do problema, como o caráter bem provisto do calendário existente – especialmente no que diz respeito às festas de III classe – bem como a consideração de todas as repercussões de quaisquer mudanças, sem esquecer a coerência – sempre preferível – entre Missa e Ofício, e a questão dos textos litúrgicos a serem utilizados.

É nesse contexto que parecia apropriado não se ocupar com este ou com aquele dos santos mais recentes, mas colocar um princípio geral que permita a possibilidade de celebrar, dentro da estrutura normativa geral da forma extraordinária, e quando o dia litúrgico permitir, qualquer santo canonizado a partir dos anos sessenta, no dia de sua recorrência litúrgica.

Mais precisamente, o decreto amplia o campo de aplicação das Missæ festivæ latiore sensu do n. 302-c das Rubricæ Generales Missalis Romani (que até agora incluía apenas os dias da IV classe) a uma parte das festas da III classe e das vigílias da III classe[3] (cf. decreto n. 1). Disso se deduz que, obviamente, essas novas disposições não afetam de maneira alguma as outras celebrações, em particular as da I ou II classe. Ao mesmo tempo, o decreto especifica que tal Missa festiva latiore sensu também pode ser celebrada em honra dos santos canonizados após 26 de julho de 1960 (data da última atualização do Martirológio da forma extraordinária), no dia da relativa ocorrência litúrgica (n. 2).

Dado esse princípio, as demais disposições do decreto fornecem os esclarecimentos úteis que o seguem, como a aplicação também ao Ofício divino, que neste caso deve ser celebrado integralmente em honra do santo (n. 3), a necessidade de fazer a commemoratio da festa de III classe possivelmente ocorrente de acordo com o calendário (n. 4), bem como as regras para a escolha dos textos litúrgicos (n. 5). Em relação a este último ponto, devem-se observar as três fontes de onde tomar os textos, a saber, em primeiro lugar, o Proprium Sanctorum pro aliquibus locis já existente no Missal da forma extraordinária, em segundo lugar, um suplemento especial a ser publicado no futuro pela Santa Sé, e somente na ausência dessas duas fontes, o Commune Sanctorum existente.

Deve-se enfatizar que a celebração dos santos mais recentes de acordo com essas novas disposições é apenas uma possibilidade e, consequentemente, permanece opcional. Portanto, aqueles que desejam celebrar os santos seguindo o calendário da forma extraordinária, estabelecido pelo livro litúrgico, permanecem livres para fazê-lo. A esse respeito, é bom lembrar que a existência de festas facultativas em honra dos santos não é uma novidade absoluta no Rito Romano, dado que durante o período pós-tridentino e até a reforma das rubricas realizada pelo Papa São Pio X, o calendário comportou vinte e cinco dessas chamadas festas ad libitum.

O novo decreto oferece, por outro lado, uma possibilidade adicional para o caso em que se celebra de acordo com o calendário vigente, mas que, ao mesmo tempo, deseja-se honrar eventuais outros santos ocorrentes. De fato, de acordo com o n. 6, é possível acrescentar uma commemoratio de um santo ocorrente, quando isso é referido no Proprium pro aliquibus locis ou no suplemento a ser publicado, como acima mencionado.

Ao escolher se se deve ou não fazer uso das disposições do decreto nas celebrações litúrgicas em honra dos santos, obviamente se apela ao bom senso pastoral do celebrante. Para o caso particular das celebrações dos Institutos religiosos e das Sociedades da vida apostólica, o n. 7 do decreto fornece alguns esclarecimentos úteis a este respeito.

O decreto termina (n. 8) com referência a uma lista de setenta festas de III classe, cujas celebrações nunca podem ser impedidas pelas suas disposições. Esta lista, fornecida no anexo, reflete a particular importância dessas festas, avaliada com base em critérios precisos, como a relevância dos santos em questão no Plano da Salvação ou na história da Igreja, sua importância em termos da devoção que eles despertaram ou dos escritos que produziram, ou a antiguidade de seu culto em Roma.

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[1] Cfr. Francisco, Carta Apostólica na forma de "Motu Proprio" sobre a Pontifícia Comissão "Ecclesia Dei", 17 de janeiro de 2019.

[2] “No antigo Missal, novos santos podem e devem ser inseridos (...). A Comissão "Ecclesia Dei", em contato com os diversos órgãos dedicados ao usus antiquior, estudará as possibilidades práticas”: Bento XVI, Carta aos Bispos por ocasião da publicação da Carta Apostólica Motu Proprio data Summorum Pontificum sobre o uso da liturgia romana antes da reforma realizada em 1970, AAS 99 (2007) 798. Este mandato foi posteriormente confirmado e completado em 2011, na Instrução Universæ Ecclesiæ da mesma Pontifícia Comissão: cfr. Pontifícia Comissão "Ecclesia Dei", Instrução sobre a aplicação da Carta Apostólica Motu Proprio data Summorum Pontificum de S.S. Bento PP. XVI, n. 25, AAS 103 (2011) 418.

[3] Na realidade, há apenas uma vigília de III classe no calendário da forma extraordinária, isto é, a de S. Lourenço em 9 de agosto. A esse respeito, é bom lembrar que de 1568 até o Codex Rubricarum de 1960, as vigílias não privilegiadas, como as das festas dos santos, eram de rito simplex, de modo que, quando estavam em ocorrência com uma festa de um santo semiduplex ou duplex, prevalecia o santo e não a vigília. Com a reforma do Papa São Pio X (nos anos de 1911-1914), no Missas não conventuais, o celebrante podia, em certos casos, escolher tanto a Missa do santo ocorrente quanto a Missa da vigília (cfr. Additiones et variationes in rubricis Missalis, n. 1).

[00403-PO.01] [Texto original: Italiano]

[B0184-XX.01]