Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Comandamenti, ha incentrato la sua meditazione su: Onora tuo padre e tua madre (Brano biblico: Dalla Lettera di San Paolo agli Efesini, 6, 1-4).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è concluso con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel viaggio all’interno delle Dieci Parole arriviamo oggi al comandamento sul padre e la madre. Si parla dell’onore dovuto ai genitori. Che cos’è questo “onore”? Il termine ebraico indica la gloria, il valore, alla lettera il “peso”, la consistenza di una realtà. Non è questione di forme esteriori ma di verità. Onorare Dio, nelle Scritture, vuol dire riconoscere la sua realtà, fare i conti con la sua presenza; ciò si esprime anche con i riti, ma implica soprattutto il dare a Dio il giusto posto nella esistenza. Onorare il padre e la madre vuol dire dunque riconoscere la loro importanza anche con atti concreti, che esprimono dedizione, affetto e cura. Ma non si tratta solo di questo.
La Quarta Parola ha una sua caratteristica: è il comandamento che contiene un esito. Dice infatti: «Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà» (Dt 5,16). Onorare i genitori porta ad una lunga vita felice. La parola “felicità” nel Decalogo compare solo legata alla relazione con i genitori.
Questa sapienza pluri-millenaria dichiara ciò che le scienze umane hanno saputo elaborare solo da poco più di un secolo: che cioè l’impronta dell’infanzia segna tutta la vita. Può essere facile, spesso, capire se qualcuno è cresciuto in un ambiente sano ed equilibrato. Ma altrettanto percepire se una persona viene da esperienze di abbandono o di violenza. La nostra infanzia è un po’ come un inchiostro indelebile, si esprime nei gusti, nei modi di essere, anche se alcuni tentano di nascondere le ferite delle proprie origini.
Ma il quarto comandamento dice di più ancora. Non parla della bontà dei genitori, non richiede che i padri e le madri siano perfetti. Parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori, e dice una cosa straordinaria e liberante: anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo.
Pensiamo a quanto questa Parola può essere costruttiva per tanti giovani che vengono da storie di dolore e per tutti coloro che hanno patito nella propria giovinezza. Molti santi – e moltissimi cristiani – dopo un’infanzia dolorosa hanno vissuto una vita luminosa, perché, grazie a Gesù Cristo, si sono riconciliati con la vita. Pensiamo a quel giovane oggi beato, e il prossimo mese santo, Sulprizio, che a 19 anni ha finito la sua vita riconciliato con tanti dolori, con tante cose, perché il suo cuore era sereno e mai aveva rinnegato i suoi genitori. Pensiamo a san Camillo de Lellis, che da un’infanzia disordinata costruì una vita d’amore e di servizio; a santa Giuseppina Bakhita, cresciuta in una orribile schiavitù; o al beato Carlo Gnocchi, orfano e povero; e allo stesso san Giovanni Paolo II, segnato dalla perdita della madre in tenera età.
L’uomo, da qualunque storia provenga, riceve da questo comandamento l’orientamento che conduce a Cristo: in Lui, infatti, si manifesta il vero Padre, che ci offre di “rinascere dall’alto” (cfr Gv 3,3-8). Gli enigmi delle nostre vite si illuminano quando si scopre che Dio da sempre ci prepara a una vita da figli suoi, dove ogni atto è una missione ricevuta da Lui.
Le nostre ferite iniziano ad essere delle potenzialità quando per grazia scopriamo che il vero enigma non è più “perché?”, ma “per chi?”, per chi mi è successo questo. In vista di quale opera Dio mi ha forgiato attraverso la mia storia? Qui tutto si rovescia, tutto diventa prezioso, tutto diventa costruttivo. La mia esperienza, anche triste e dolorosa, alla luce dell’amore, come diventa per gli altri, per chi, fonte di salvezza? Allora possiamo iniziare a onorare i nostri genitori con libertà di figli adulti e con misericordiosa accoglienza dei loro limiti.1
Onorare i genitori: ci hanno dato la vita! Se tu ti sei allontanato dai tuoi genitori, fa’ uno sforzo e torna, torna da loro; forse sono vecchi… Ti hanno dato la vita. E poi, fra noi c’è l’abitudine di dire cose brutte, anche parolacce... Per favore, mai, mai, mai insultare i genitori altrui. Mai! Mai si insulta la mamma, mai insultare il papà. Mai! Mai! Prendete voi stessi questa decisione interiore: da oggi in poi mai insulterò la mamma o il papà di qualcuno. Gli hanno dato la vita! Non devono essere insultati.
Questa vita meravigliosa ci è offerta, non imposta: rinascere in Cristo è una grazia da accogliere liberamente (cfr Gv 1,11-13), ed è il tesoro del nostro Battesimo, nel quale, per opera dello Spirito Santo, uno solo è il Padre nostro, quello del cielo (cfr Mt 23,9; 1 Cor 8,6; Ef 4,6). Grazie!
____________________
1 Cfr S. Agostino, Discorso su Matteo, 72, A, 4: «Il Cristo dunque t’insegna a respingere i tuoi genitori e nello stesso tempo ad amarli. Orbene, i genitori si amano ordinatamente e con spirito di fede allorquando non si preferiscono a Dio: Chi ama – sono parole del Signore – il padre e la madre più di me, non è degno di me. Con queste parole sembra quasi che ti ammonisca di non amarli; anzi, al contrario, ti ammonisce di amarli. Avrebbe potuto infatti dire: “Chi ama il padre o la madre, non è degno di me”. Ma non ha detto così per non parlare contro la legge data da lui, poiché fu lui a dare, per mezzi del suo servo Mosè, la legge ove sta scritto: Onora tuo padre e tua madre. Non ha promulgato una legge contraria ma l’ha confermata; ti ha insegnato poi l’ordine, non ha eliminato il dovere dell’amore verso i genitori: Chi ama il padre e la madre, ma più di me. Deve amarli, dunque, ma non più di me: Dio è Dio, l’uomo è l’uomo. Ama i genitori, ubbidisci ai genitori, onora i genitori; ma se Dio ti chiama a una missione più importante, in cui l’affetto per i genitori potrebbe essere d’impedimento, conserva l’ordine, non sopprimere la carità».
[01394-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, nous arrivons aujourd’hui au commandement qui concerne l’honneur dû aux parents. Honorer son père et sa mère implique de reconnaître leur importance par des actes concrets qui expriment le dévouement, l’affection et l’attention. Bien plus encore, l’honneur dû aux parents conduit à une vie longue et heureuse. Ainsi, selon cette sagesse plurimillénaire, l’empreinte de l’enfance marque toute la vie. Mais le quatrième commandement dit encore plus: il parle d’un acte des enfants, indépendant des mérites des parents. C’est une parole libératrice: bien que toutes les enfances ne soient pas sereines, tous les enfants peuvent être heureux, parce que la réalisation d’une vie pleine et heureuse dépend de la juste reconnaissance envers ceux qui les ont mis au monde. A l’exemple de nombreux saints, l’homme, quelle qu’ait pu être son histoire, reçoit de ce commandement l’orientation qui conduit au Christ en qui se manifeste le Père véritable. Tout se renverse, tout devient constructif quand nous découvrons que la véritable énigme de notre vie n’est pas "Pourquoi?" mais "Pour qui?" Dieu nous a-t-il façonné à travers notre histoire?"! Alors, il est possible d’honorer nos parents avec la liberté des enfants de Dieu et l’accueil miséricordieux de leurs limites!
Santo Padre:
Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia e dai vari paesi di lingua francese, in particolare i membri dell'Associazione dei Sindaci dei “Pays Fertois”, così come i pellegrini di Tahiti, Luçon, Tolosa e Puy en Velay. Noi possiamo accogliere liberamente la grazia di rinascere in Cristo, e così onorare i nostri genitori e dare gloria a Dio che è il nostro solo Padre! Dio vi benedica!
Speaker:
Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de divers pays francophones, en particulier les membres de l’Amicale des Maires du Pays Fertois, ainsi que des pèlerins de Tahiti, Luçon, Toulouse et le Puy en Velay. Puissions-nous accueillir librement la grâce de renaître en Christ pour honorer nos parents et ainsi rendre gloire à Dieu qui est notre seul Père ! Que Dieu vous bénisse!
[01395-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on the Ten Commandments, we now turn to the fourth commandment: “Honour your father and your mother”. In the version of the Decalogue found in the Book of Deuteronomy, this command is followed by the promise of a long and happy life. We know how important the experience of good upbringing is for our later life, as well as the fact that not all parents are perfect. The fourth commandment bids us respect those who brought us into the world, despite their own limitations and the shortcomings of our childhood or home situation. When we look to the saints who suffered in their early years, we see that whatever our past hurts, God’s grace can bring not only healing but strength to change and to build a constructive future. God has a plan for our life. He is our heavenly Father, who through the death and resurrection of his Son offers us the possibility of being born anew and to enjoy life in abundance. In this light, we can honour our parents with gratitude for the gift of life they gave us, which finds its fulfilment in the glorious freedom of the children of God.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca, Norvegia, Kenya, Sud Africa, Tanzania, Australia, Indonesia, Malesia, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Ringrazio i cori dell’Indonesia e dell’Australia per la loro lode a Dio attraverso il canto. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from England, Scotland, Denmark, Norway, Kenya, South Africa, Tanzania, Australia, Indonesia, Malaysia, the Philippines, Canada and the United States of America. I thank the choirs from Indonesia and Australia for their praise of God in song. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!
[01396-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, das vierte Gebot handelt von der Ehre, die wir den Eltern schulden. Ehre erweisen ist nicht Frage äußerlicher Formen, sondern der Wahrheit. Gott ehren heißt seine Wirklichkeit anerkennen. Vater und Mutter ehren bedeutet, ihre Wichtigkeit auch mit konkreten Taten der Hingabe, Zuneigung und Fürsorge anzuerkennen. Das Elterngebot ist mit der Verheißung eines langen glücklichen Lebens verbunden. Dabei spricht es nicht von den Verdiensten der Eltern oder dass sie perfekt sein müssen, sondern vom Handeln der Kinder. Mag auch nicht jede Kindheit unbeschwert gewesen sein, können wir doch glücklich werden, wenn wir denen, die uns das Leben geschenkt haben, die rechte Anerkennung geben. Viele Heilige und Christen um uns herum zeigen uns, dass sie trotz einer schweren Kindheit ein gutes Leben führen, weil sie durch Christus mit ihrem Leben versöhnt sind. Welche Geschichte auch immer jemand mit sich trägt, so können wir sehen, dass Gott das Leben seiner Kinder führt und in ihm alles einen Sinn hat. Selbst unsere Verletzungen werden zu einer Chance, wenn wir durch Gottes Gnade entdecken, dass die eigentliche Frage nicht darin liegt, warum uns etwas widerfahren ist, sondern für wen das Geschehene Gutes bewirkt. Dann können wir als freie Menschen unsere Eltern ehren und mit Barmherzigkeit ihre Grenzen annehmen.
Santo Padre:
Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua tedesca. Saluto le numerose scolaresche presenti a quest’Udienza, in modo particolare la Mallinckrodt Gymnasium Dortmund e la Gerhardinger Realschule Cham. Per ciascuno di noi Dio ha una missione nella nostra vita. Apriamoci alla sua parola e lasciamo che sia Lui a guidarci. Il Signore vi protegga sempre.
Speaker:
Herzlich heiße ich die Pilger deutscher Sprache willkommen. Ich grüße die zahlreichen Schulgruppen bei dieser Audienz, insbesondere das Mallinckrodt Gymnasium Dortmund und die Gerhardinger Realschule Cham. Gott hat für einen jeden von uns eine Sendung in unserem Leben. Öffnen wir uns seinem Wort und lassen wir zu, dass er uns führt. Der Herr behüte euch allezeit.
[01397-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos:
Reflexionamos hoy sobre el cuarto mandamiento de la ley de Dios: «Honra a tu padre y a tu madre, […] para que se prolonguen tus días y seas feliz en el país que Dios te da».
Honrar significa reconocer y dar importancia a los padres a través de acciones concretas, que manifiestan afecto y cuidado; y esto tiene como efecto una vida larga y feliz. La felicidad que promete el mandamiento no se encuentra vinculada a los méritos de los padres, sino en el reconocimiento y el respeto hacia quienes nos han traído al mundo.
Esta sabiduría milenaria evidencia la importancia del ambiente familiar en los primeros años de vida, que repercute en la posterior forma de ser y comportarnos. Podemos pensar en tantos jóvenes que, después de haber vivido una infancia difícil y dolorosa, se han reconciliado, a través de Cristo, con la vida y han sido un ejemplo luminoso para muchos otros. Los enigmas y los porqués de nuestra vida se iluminan descubriendo la presencia del Señor a nuestro lado. En Él, honramos a nuestros padres con la libertad de hijos adultos y los acogemos con misericordia y amor.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y Latinoamérica; en particular saludo a los participantes en el curso de rectores de Seminarios Mayores diocesanos, al grupo de la Pastoral de la Carretera de la Conferencia Episcopal Española, y a los catequistas de la Diócesis de Nogales, en México.
Los animo a reavivar en ustedes la gracia del bautismo que nos hace renacer de lo alto y ser hijos de Dios. Con esta consciencia, los invito a mostrar su cariño a sus padres, a través de signos concretos de ternura y afecto, y también con la oración.
Que Dios los bendiga. Muchas gracias.
[01398-ES.01] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Deus manda-nos «honrar pai e mãe», para sermos felizes. Tal deve ser o ambiente são e equilibrado da nossa infância, que condiciona o êxito feliz da vida inteira. Entretanto o quarto mandamento de Deus não fala da bondade dos pais, não requer que o pai e a mãe sejam perfeitos; mas da atitude dos filhos, independentemente dos méritos dos pais e diz uma coisa extraordinária e libertadora: embora nem todos os pais sejam bons e nem todas as infâncias sejam serenas, todos os filhos podem ser felizes, porque alcançar uma vida plena e feliz depende do reconhecimento devido a quem nos colocou no mundo. Saber isto pode ajudar tantos jovens que provêm de histórias de abandono e violência e quantos sofreram na sua meninice e adolescência. Muitos santos e muitíssimos cristãos, depois duma infância atribulada, viveram uma vida luminosa, porque, graças a Jesus Cristo, se reconciliaram com a vida. Pensemos, por exemplo, em Santa Josefina Bakita. As nossas feridas começam a ser potencialidades, quando, pela graça, descobrimos que o verdadeiro enigma já não é «porquê?» me sucedeu isto, mas «para quê?», para que finalidade me forjou o Senhor com esta minha história? E aqui tudo se inverte, tudo se torna precioso e construtivo. Então podemos começar a amar os nossos pais com liberdade de filhos adultos, aceitando misericordiosamente os seus limites. Os enigmas da nossa vida esclarecem-se quando se descobre que, desde sempre, Deus nos prepara para uma vida de filhos seus, onde cada ato é uma missão recebida d’Ele. Independentemente da história donde provém, a pessoa recebe do quarto mandamento a orientação que conduz a Cristo. N’Ele se manifesta o Pai verdadeiro que, pelo Batismo, nos faz renascer do Alto.
Santo Padre:
Un benvenuto ai cari pellegrini di lingua portoghese, e in particolare ai fedeli di Brasília, guidati dal Vescovo ausiliare Monsignor Marcony Vinicius, e al gruppo del Colégio Santo Inácio di Fortaleza! Di cuore saluto tutti e affido al buon Dio la vostra vita e quella dei vostri familiari, invocando per tutti le consolazioni e le luci dello Spirito Santo affinché, vinti i pessimismi e le delusioni della vita, possiate attraversare la soglia della speranza che abbiamo in Cristo Signore. Conto sulle vostre preghiere. Grazie!
Speaker:
Queridos peregrinos de língua portuguesa e em particular os fiéis de Brasília guiados pelo Bispo Auxiliar Dom Marcony Vinicius e o grupo do Colégio Santo Inácio, de Fortaleza, sede bem-vindos! De coração saúdo a todos e confio ao bom Deus a vossa vida e a dos vossos familiares, invocando para todos as consolações e luzes do Espírito Santo, a fim de que, vencidos os pessimismos e as desilusões da vida, possais cruzar o limiar da esperança que temos em Cristo Senhor. Conto com as vossas orações. Obrigado!
[01399-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، في الرحلة داخل الكلمات العشر نصل اليوم إلى الوصيّة حول الأب والأم، وهي تتحدّث عن الإكرام الواجب للوالدَين. للكلمة الرابعة ميزتها: إنّها الوصيّة التي تحتوي على نتيجة؛ إذ تقول في الواقع: "أكرم أباك وأمّك، كما أمرك الرّبّ إلهك، لكي تطول أيامك وتُصيب خيرًا في الأرض التي يعطيك الربُّ إلهُك إيّاها". إن إكرام الوالدَين يحمل إلى حياة طويلة وسعيدة. وكلمة سعادة في الوصايا العشر تظهر فقط مرتبطة بالعلاقة مع الوالدين. لكنَّ الكلمة الرّابعة تقول أيضًا أكثر. لا تتحدّث عن صلاح الوالدين ولا تتطلّب أن يكون الآباء والأمهات كاملين. تتحدّث عن تصرّف الأبناء، بغضِّ النظر عن استحقاق الوالدين وتقول أمرًا رائعًا ومُحرِّرًا: حتى وإن لم يكن جميع الوالدين صالحين ولم تكن جميع الطفولات هادئة، يمكن لجميع الأبناء أن يكونوا سعداء، لأنَّ بلوغ حياة كاملة وسعيدة يتعلّق بالإمتنان الصّحيح تجاه من أتى بنا إلى هذا العالم. إنَّ الإنسان، مهما كان تاريخه، ينال من هذه الوصيّة التوجيه الذي يقود إلى المسيح: فبه، في الواقع، يظهر الآب الحقيقيّ الذي يقدّم لنا "الولادة من علُ". إنَّ أسرار حياتنا تستنير عندما نكتشف أنَّ الله قد يعدُّنا منذ الأزل لحياة أبناء له، يكون فيها كلُّ تصرُّف رسالة نلناها منه. لكنَّ هذه الحياة الرّائعة تُقدّم لنا ولا تُفرض علينا: إنَّ الولادة الجديدة في المسيح هي نعمة نقبلها بحريّة وهي كنز عمادنا الذي به وبفضل عمل الرّوح القدس، نصبح أبناء لأب واحد، ذاك الذي في السماوات.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, i figli sono un dono che merita di essere custodito, tutelato e protetto da parte dei genitori. Ma anche i figli, a loro volta, devono onorare, curare e rispettare i propri genitori. Non c’è nulla di più bello che una famiglia radunata intorno all’amore! Il Signore vi benedica!
Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، الأبناء هم عطيّة على الوالدين أن يحرسوها ويحافظوا عليها ويحموها، ولكن على الأبناء بدورهم أن يكرِّموا والديهم ويعتنوا بهم ويحترموهم. إذ لا شيء أجمل من عائلة تجتمع حول المحبّة. ليبارككم الرب!
[01400-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, rozważamy dzisiaj czwarte przykazanie Dekalogu: „Czcij ojca swego i matkę swoją”. Księga Powtórzonego prawa wyraźnie zaznacza, że cześć, szacunek dla rodziców, uznanie ich roli, a zwłaszcza poświęcenie, miłość i troska o nich, prowadzą w następstwie do długiego, szczęśliwego życia. Jest prawdą, że rodzice są różni, nie zawsze dobrzy, a ich postawa rzutuje na całe życie ich dzieci. Czwarte przykazanie nie wymaga jednak od ojców i matek doskonałości, nie mówi o ich dobroci. Podkreśla cześć im należną niezależnie od ich zasług, zaznaczając, że osiągnięcie szczęśliwego życia przez dzieci zależy od okazanej przez nie wdzięczności wobec tych, którzy wydali ich na świat. Wielu chrześcijan, wielu świętych, po bolesnych doświadczeniach dzieciństwa, przeżyło świetlane lata, gdyż potrafili zawierzyć swą trudną młodość Chrystusowi, np. św. Kamil de Lellis, Józefina Bakhita dorastająca w straszliwym niewolnictwie, błogosławiony Karol Gnocchi, św. Jan Paweł II, który utracił mamę w młodym wieku. Bóg często przygotowuje nas, jako swoje dzieci, do wypełnienia otrzymanej misji, do pełni życia, także poprzez ból i cierpienie. Często po latach, nawet bolesne doświadczenia stają się cenne, rodzą zdolność przebaczenia i miłosiernego spojrzenia na ograniczenia rodziców, budząc wobec nich szacunek i zrozumienie.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini Polacchi. “L’Onora tuo padre e tua madre” non è una insensibile intimazione né un pio desiderio, ma è un comandamento di Dio, una raccomandazione unita alla promessa di costruire un futuro propizio e uno stabilire sane relazioni familiari. L’armonia dei sentimenti tra padre e madre – tra mamma e papà – nelle vostre famiglie, dia ai figli il senso di sicurezza, insegni la bellezza dell’amore, della fedeltà e dell’onestà, e generi rispetto, gratitudine ed obbedienza verso i genitori. Benedico di cuore i genitori, che cercano l’armonia e la santità in famiglia, e i figli che accolgono le loro necessità.
Speaker:
Witam serdecznie obecnych tu Polaków. „Czcij ojca swego i matkę swoją”, to nie bezduszny nakaz, ani pobożne życzenie, ale to Boże przykazanie, polecenie z obietnicą budowania pomyślnej przyszłości, tworzenia zdrowych relacji rodzinnych. Niech harmonia uczuć między ojcem i matką – mamą i tatą – daje dzieciom w waszych rodzinach poczucie bezpieczeństwa, uczy je piękna miłości, wierności i uczciwości, niech rodzi wobec rodziców szacunek, wdzięczność i posłuszeństwo. Rodzicom, którzy starają się o harmonię i świętość rodziny, i dzieciom wrażliwym na ich potrzeby, z serca błogosławię.
[01401-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Il 22 settembre prossimo, a Neampţ (Romania), verrà beatificata Veronica Antal, fedele laica dell’Ordine Francescano Secolare, uccisa in odium fidei nel 1958. Rendiamo grazie a Dio per questa donna coraggiosa che, donando la propria vita, testimoniò il vero amore per Dio e per i fratelli.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i Fratelli dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (Picpus), le Suore dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare, le Suore Francescane Figlie dei Sacri Cuore di Gesù e di Maria e le Carmelitane Missionarie, che partecipano ai rispettivi Capitoli Generali; i Seminaristi del Pontificio Collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma e i partecipanti al Congresso internazionale del laicato Carmelitano.
Do anche il benvenuto al Pellegrinaggio Nazionale dell’Ordinariato delle Forze Armate e dei Corpi Armati della Repubblica Slovacca, guidato dall’Ordinario militare, Mons. František Rábek.
Saluto le Parrocchie, in particolare quelle di Turi e di San Giovanni Rotondo; il gruppo della Pastorale familiare di Modena, accompagnato dall’Arcivescovo Mons. Erio Castellucci e l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Castellammare di Stabia.
Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Da qualunque storia proveniate, vi esorto, carissimi, ad essere sempre coraggiosamente orientati verso Cristo. Solo in Lui, infatti, si manifesta il Padre vero, che ci offre di “rinascere dall’alto”. Grazie!
[01402-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0657-XX.02]