Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.15 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sulla Santa Messa, si è soffermato sul tema: “La Messa è preghiera”.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Continuiamo con le catechesi sulla Santa Messa. Per comprendere la bellezza della celebrazione eucaristica desidero iniziare con un aspetto molto semplice: la Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più “concreta”. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua Parola e il Corpo e Sangue di Gesù. È un incontro con il Signore.
Ma prima dobbiamo rispondere a una domanda. Che cosa è veramente la preghiera? Essa è anzitutto dialogo, relazione personale con Dio. E l’uomo è stato creato come essere in relazione personale con Dio che trova la sua piena realizzazione solamente nell’incontro con il suo Creatore. La strada della vita è verso l’incontro definitivo con il Signore.
Il Libro della Genesi afferma che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, il quale è Padre e Figlio e Spirito Santo, una relazione perfetta di amore che è unità. Da ciò possiamo comprendere che noi tutti siamo stati creati per entrare in una relazione perfetta di amore, in un continuo donarci e riceverci per poter trovare così la pienezza del nostro essere.
Quando Mosè, di fronte al roveto ardente, riceve la chiamata di Dio, gli chiede qual è il suo nome. E cosa risponde Dio?: «Io sono colui che sono» (Es 3,14). Questa espressione, nel suo senso originario, esprime presenza e favore, e infatti subito dopo Dio aggiunge: «Il Signore, il Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe» (v. 15). Così anche Cristo, quando chiama i suoi discepoli, li chiama affinché stiano con Lui. Questa dunque è la grazia più grande: poter sperimentare che la Messa, l’Eucaristia è il momento privilegiato per stare con Gesù, e, attraverso di Lui, con Dio e con i fratelli.
Pregare, come ogni vero dialogo, è anche saper rimanere in silenzio - nei dialoghi ci sono momenti di silenzio -, in silenzio insieme a Gesù. E quando noi andiamo a Messa, forse arriviamo cinque minuti prima e incominciamo a chiacchierare con questo chi è accanto a noi. Ma non è il momento di chiacchierare: è il momento del silenzio per prepararci al dialogo. È il momento di raccogliersi nel cuore per prepararsi all’incontro con Gesù. Il silenzio è tanto importante! Ricordatevi quello che ho detto la settimana scorsa: non andiamo ad un uno spettacolo, andiamo all’incontro con il Signore e il silenzio ci prepara e ci accompagna. Rimanere in silenzio insieme a Gesù. E dal misterioso silenzio di Dio scaturisce la sua Parola che risuona nel nostro cuore. Gesù stesso ci insegna come realmente è possibile “stare” con il Padre e ce lo dimostra con la sua preghiera. I Vangeli ci mostrano Gesù che si ritira in luoghi appartati a pregare; i discepoli, vedendo questa sua intima relazione con il Padre, sentono il desiderio di potervi partecipare, e gli chiedono: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Abbiamo sentito nella Lettura prima, all’inizio dell’udienza. Gesù risponde che la prima cosa necessaria per pregare è saper dire “Padre”. Stiamo attenti: se io non sono capace di dire “Padre” a Dio, non sono capace di pregare. Dobbiamo imparare a dire “Padre”, cioè mettersi alla sua presenza con confidenza filiale. Ma per poter imparare, bisogna riconoscere umilmente che abbiamo bisogno di essere istruiti, e dire con semplicità: Signore, insegnami a pregare.
Questo è il primo punto: essere umili, riconoscersi figli, riposare nel Padre, fidarsi di Lui. Per entrare nel Regno dei cieli è necessario farsi piccoli come bambini. Nel senso che i bambini sanno fidarsi, sanno che qualcuno si preoccuperà di loro, di quello che mangeranno, di quello che indosseranno e così via (cfr Mt 6,25-32). Questo è il primo atteggiamento: fiducia e confidenza, come il bambino verso i genitori; sapere che Dio si ricorda di te, si prende cura di te, di te, di me, di tutti.
La seconda predisposizione, anch’essa propria dei bambini, è lasciarsi sorprendere. Il bambino fa sempre mille domande perché desidera scoprire il mondo; e si meraviglia persino di cose piccole perché tutto è nuovo per lui. Per entrare nel Regno dei cieli bisogna lasciarsi meravigliare. Nella nostra relazione con il Signore, nella preghiera –domando - ci lasciamo meravigliare o pensiamo che la preghiera è parlare a Dio come fanno i pappagalli? No, è fidarsi e aprire il cuore per lasciarsi meravigliare. Ci lasciamo sorprendere da Dio che è sempre il Dio delle sorprese? Perché l’incontro con il Signore è sempre un incontro vivo, non è un incontro di museo. È un incontro vivo e noi andiamo alla Messa non a un museo. Andiamo ad un incontro vivo con il Signore.
Nel Vangelo si parla di un certo Nicodemo (Gv 3,1-21), un uomo anziano, un’autorità in Israele, che va da Gesù per conoscerlo; e il Signore gli parla della necessità di “rinascere dall’alto” (cfr v. 3). Ma che cosa significa? Si può “rinascere”? Tornare ad avere il gusto, la gioia, la meraviglia della vita, è possibile, anche davanti a tante tragedie? Questa è una domanda fondamentale della nostra fede e questo è il desiderio di ogni vero credente: il desiderio di rinascere, la gioia di ricominciare. Noi abbiamo questo desiderio? Ognuno di noi ha voglia di rinascere sempre per incontrare il Signore? Avete questo desiderio voi? Infatti si può perderlo facilmente perché, a causa di tante attività, di tanti progetti da mettere in atto, alla fine ci rimane poco tempo e perdiamo di vista quello che è fondamentale: la nostra vita del cuore, la nostra vita spirituale, la nostra vita che è incontro con il Signore nella preghiera.
In verità, il Signore ci sorprende mostrandoci che Egli ci ama anche nelle nostre debolezze. «Gesù Cristo […] è la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo (1 Gv 2,2). Questo dono, fonte di vera consolazione – ma il Signore ci perdona sempre – questo, consola, è una vera consolazione, è un dono che ci è dato attraverso l’Eucaristia, quel banchetto nuziale in cui lo Sposo incontra la nostra fragilità. Posso dire che quando faccio la comunione nella Messa, il Signore incontra la mia fragilità? Sì! Possiamo dirlo perché questo è vero! Il Signore incontra la nostra fragilità per riportarci alla nostra prima chiamata: quella di essere a immagine e somiglianza di Dio. Questo è l’ambiente dell’Eucaristia, questo è la preghiera.
[01706-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, la Messe est une prière, elle est la prière par excellence. Celle-ci est avant tout dialogue, relation personnelle avec Dieu. Le livre de la Genèse nous dit en effet que l’homme a été créé à l’image et à la ressemblance de Dieu, lequel est Père, Fils et Saint Esprit, relation parfaite d’amour qui est unité. Et nous ne pouvons trouver la plénitude de notre être que si nous entrons dans cette relation. Ainsi la plus grande grâce est de faire l’expérience que l’Eucharistie est le moment privilégié pour demeurer avec Jésus et, à travers lui, avec Dieu et avec les frères. A la suite des disciples qui lui demandent de leur apprendre à prier, Jésus nous montre que pour «demeurer» avec le Père, il nous faut être humbles, nous reconnaître fils, nous reposer dans le Père et nous confier à lui. A cette première attitude de confiance et d’intimité, s’en ajoute une autre, celle de l’émerveillement et de l’étonnement. Ces deux attitudes, propres aux enfants, sont la condition pour «renaître d’en haut». En avons-nous le désir? Si nous pouvons facilement perdre de vue ce désir, le Seigneur vient, dans l’Eucharistie, à la rencontre de notre fragilité pour nous ramener à notre premier appel, celui d’être à l’image et à la ressemblance de Dieu. C’est cela l’Eucharistie, c’est cela la prière.
Santo Padre:
Sono lieto di salutare i pellegrini di lingua francese provenienti dal Belgio, dalla Svizzera, dalla Francia, e in particolare i giovani del Collegio Notre Dame de Sion di Parigi. Il Signore vi aiuti, attraverso la preghiera e l'Eucaristia, a trovare la pienezza del vostro essere nell'incontro con lui. Dio vi benedica!
Speaker:
Je suis heureux de saluer les pèlerins francophones, ceux venus de Belgique, de Suisse, de France, et en particulier les jeunes du Collège Notre Dame de Sion de Paris. Que le Seigneur nous aide, au moyen de la prière et de l’Eucharistie, à pouvoir trouver la plénitude de notre être dans la rencontre avec lui. Que Dieu vous bénisse!
[01707-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In this new series of catecheses on the Eucharist, we begin by reflecting on the fact that the Mass is first and foremost a prayer, indeed the prayer par excellence. For at every Mass we encounter God in his word and in the body and blood of Christ. Made in God’s image and likeness, we were made to know him, to love and to serve him. In prayer, we experience God’s closeness and love; we speak to him, but we also learn to listen to his voice speaking in our hearts. Jesus himself teaches us, as he did his disciples, how to pray. From him we learn to call God our Father, to trust in his love, and to be constantly surprised by the signs of that love. When Jesus speaks of our need to be “reborn” (cf. Jn 3:15), he is in fact inviting us to accept his gift of new life in the Spirit. By his sacrifice on the cross, he has atoned for all our sins and enabled us to make a new beginning, to lead a truly spiritual life. In our encounter with him in prayer, and above all in the Eucharist, we experience the consolation of his presence, the grace of his forgiveness and the joy of his invitation to live fully our vocation as God’s beloved children.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca, Paesi Bassi, Filippine, Hong Kong e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly the groups from England, Denmark, the Netherlands, the Philippines, Hong Kong and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.
[01708-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern,
heute fahren wir fort mit unseren Betrachtungen über die heilige Messe. Sie ist Gebet, seine höchste und zugleich konkreteste Form. Jedes Gebet ist ein Dialog mit Gott und Ausdruck unserer personalen Beziehung zu ihm. Als Gottes Bild, ihm ähnlich (vgl. Gen 1,26) sind wir Menschen geschaffen, um mit Gott in eine Beziehung der Liebe einzutreten. Gott ist uns in Christus ganz nahe. Der Herr begegnet uns durch sein Wort sowie in seinem Leib und seinem Blut. Wir dürfen bei Jesus sein und persönlich zu ihm sprechen. Aber wie jeder echte Dialog enthält auch das Gebet Momente des Schweigens, in denen Gottes Wort in unserem Herzen nachhallt. Die Jünger bitten Jesus, dass er sie beten lehre (Lk 11,1). Er antwortet, dass es beim Gebet zuerst darauf ankommt, sich mit kindlichem Vertrauen an den Vater zu wenden. Sich als Söhne und Töchter Gottes zu verstehen, beim Vater geborgen zu sein und auf ihn zu vertrauen, das ist die erste Voraussetzung für das Gebet. Ein weiteres Kennzeichen ist das Staunen darüber, dass Gott immer wieder neu durch unsere Gebrechlichkeit handelt und uns in seine Gemeinschaft ruft. In dieser Haltung dürfen wir Gott begegnen und seine Gaben an unsere Mitmenschen weiter verschenken.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca. L’incontro con tante nazioni qui a Roma e l’esperienza della Chiesa universale durante quest’Udienza Generale vi edifichino nella comunione e vi rafforzino nello spirito di amore e di servizio a favore dei poveri, dei malati e dei più bisognosi. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie.
Speaker:
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Die Begegnung mit vielen Nationen hier in Rom und die Erfahrung von Weltkirche bei dieser Audienz möge euch in der Gemeinschaft festigen und in euch den Geist der Liebe im Dienst für die Armen, die Kranken und die am meisten Bedürftigen stärken. Der Herr segne euch und eure Familien.
[01709-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En la catequesis de hoy, reflexionamos sobre otro aspecto de la Misa, que es la oración. Rezar es ante todo un diálogo, una relación personal. El hombre fue creado para este encuentro con Dios que es Padre, Hijo y Espíritu Santo, relación perfecta de amor y de unidad.
Jesús enseña a sus discípulos a rezar con la oración del “Padre nuestro” y con ella los introduce en el diálogo sincero y sencillo con Dios, animándolos a ir creando en ellos una conciencia filial, sabiendo decir “Padre”. También a nosotros nos invita a permanecer con Él, siendo la Eucaristía ese momento privilegiado de unión con Dios y los hermanos.
“Vivir” en esa presencia supone dialogar en silencio, y para ello debemos tener la humildad de reconocernos pequeños, como el niño en brazos de su padre, confiando que todo lo recibimos de sus manos amorosas. Además, se necesita esa capacidad de asombro, de dejarse sorprender, como la tienen los más pequeños, para reconocer la presencia de Dios en nuestras vidas, que nos llena de alegría y de esperanza para comenzar de nuevo: Dios nos ama a pesar de nuestras debilidades y ; nos invita al banquete nupcial en el que el Esposo encuentra nuestra fragilidad y la sana, para devolvernos a la unidad originaria de lo que somos: hijos de Dios.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a la tripulación del Buque Cantabria que presta su servicio en el Mediterráneo en favor de los inmigrantes. Gracias, gracias por lo que hacen. Muchas gracias. Saludo también a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Los animo a acercarse a la Eucaristía para estar con el Señor, para sentarse a su lado y compartir con Él nuestra vida, escuchando su Palabra que hace arder nuestro corazón. Gracias.
[01710-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
A Missa é a oração mais alta, mais sublime e mais concreta, pois é um encontro de amor com Deus, por meio da sua Palavra e do Corpo e Sangue de Jesus. Estar em oração significa, acima de tudo, estar em diálogo, numa relação pessoal. Por sermos imagem e semelhança de Deus, que é Pai, Filho e Espírito Santo numa perfeita relação de amor e unidade, é necessário, para alcançar a plenitude do nosso ser, que vivamos em comunhão com o nosso Criador e com as pessoas que nos circundam. E, é na Eucaristia onde isso se realiza. Porém, para poder participar nesse diálogo de amor, é preciso que, em primeiro lugar, com a humildade de uma criança, manifestemos confiança filial em nosso Pai Celeste, deixando-nos surpreender por Ele. E a maior surpresa que experimentamos, sempre que participamos na Missa, é que Deus nos ama, apesar das nossas fraquezas, e nos chama à comunhão com Ele, para restaurar a nossa vida.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, pervenuti dal Portogallo e dal Brasile. Cari amici, siete chiamati ad essere testimoni della gioia nel mondo, trasfigurati dalla grazia misericordiosa che Gesù ci dona nella Santa Messa. Scenda su di voi e sulle vostre famiglie la benedizione di Dio.
Speaker:
Dirijo uma saudação cordial a todos os peregrinos de língua portuguesa, vindos de Portugal e do Brasil. Queridos amigos, sois chamados a ser testemunhas da alegria no mundo, transfigurados pela graça misericordiosa que Jesus nos dá na Santa Missa. Desça sobre vós e sobre vossas famílias a bênção de Deus.
[01711-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
أيُّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، لكي نفهم جمال الاحتفال الافخارستي أرغب أن أبدأ بجانب بسيط جدًّا: القداس هو صلاة، لا بل هو الصلاة بامتياز. لكن ما هي الصلاة فعلاً؟ إنها قبل كلِّ شيء حوار وعلاقة شخصية مع الله؛ والإنسان قد خُلق ككائن علائقي يجد كماله فقط في اللقاء مع خالقه. الصلاة وكأي حوار حقيقي هي أن نعرف كيف نبقى في صمت، في صمت مع يسوع. لأنّ من صمت الله السريّ تنبعث كلمته التي يتردّد صداها في قلبنا. إنَّ يسوع نفسه يعلّمنا كيف هي ممكنة فعلاً "الإقامة" مع الآب ويُظهر لنا هذا الأمر من خلال صلاته. لكن لكي نتعلّم الصلاة علينا أن نعترف بتواضع أننا بحاجة لمن يُعلِّمُنا وأن نسأل ببساطة، على مثال التلاميذ: يا رب علّمني أن أصلّي. هذه هي النقطة الأولى: أن نكون متواضعين ونعترف بأننا أبناء ونرتاح في الآب ونثق به.على مثال الأطفال الذين يعرفون كيف يثقون ويعرفون أن هناك من سيهتمُّ لأمرهم ولما سيأكلونه وما سيلبسونه وإلى ما هنالك. هذا هو الموقف الأول: الإتِّكال والثقة، أما الموقف الثاني، والخاص أيضًا بالأطفال، فهو أن نسمح للأمور أن تفاجئنا لأنَّ اللقاء مع الرب هو لقاء حيٌّ على الدوام. أيُّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، إن الرب يفاجئنا إذ يظهر لنا أنّه يحبّنا حتى في ضعفنا. هذه العطية، مصدر التعزية الحقيقيّة قد أُعطيت لنا من خلال الإفخارستيا، وليمة العرس حيث يلتقي العريس بهشاشتنا ليعيدنا إلى دعوتنا الأولى: بأن نكون على صورة ومثال الله. هذه هي الإفخارستيا وهذه هي الصلاة.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, la Messa è il banchetto nuziale in cui lo Sposo incontra la nostra fragilità per riportarci alla nostra prima chiamata. Lasciamo che il Signore ci sorprenda mostrandoci che Egli ci ama anche nelle nostre debolezze. Il Signore vi benedica!
Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، القداس هو وليمة العرس حيث يلتقي العريس بهشاشتنا ليعيدنا إلى دعوتنا الأولى، لنسمح للرب بأن يفاجئنا ويُظهر لنا أنّه يحبّنا حتى في ضعفنا. ليُبارككُم الرب!
[01712-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Msza św. jest modlitwą, co więcej jest modlitwą najwspanialszą, najbardziej wzniosłą, a zarazem najbardziej „konkretną”. Jest to bowiem spotkaniem miłości z Bogiem poprzez Jego Słowo oraz Ciało i Krew Jezusa. Modlitwa to przede wszystkim dialog, osobista relacja z Bogiem. Księga Rodzaju stwierdza, że człowiek został stworzony na obraz i podobieństwo Boga, który jest Ojcem i Synem oraz Duchem Świętym, doskonałą relacją miłości, która jest jednością. Wszyscy zostaliśmy stworzeni, aby wejść w doskonały związek miłości, w nieustannym dawaniu siebie i przyjmowaniu siebie, aby w ten sposób znaleźć pełnię naszego istnienia. Modlitwa, jak każdy prawdziwy dialog, jest także umiejętnością przebywania w milczeniu razem z Jezusem. Z tajemniczego milczenia Boga wypływa Jego Słowo, które rozbrzmiewa w naszym sercu. Rzeczą niezbędną do modlitwy jest umiejętność powiedzenia „Ojcze”, to znaczy stawania w obecności Boga z dziecięcą ufnością i zażyłością, jak dziecko wobec rodziców. Drugą cechą właściwą dzieciom jest zdolność do zadziwienia. Dziecko zawsze zadaje tysiące pytań, ponieważ chce odkryć świat; i zadziwia się nawet małymi rzeczami, ponieważ dla niego wszystko jest nowe. Pan Jezus mówi też o potrzebie „narodzenia się na nowo”, powrotu do posiadania smaku, radości, zadziwienia życiem. W Eucharystii On sam uzdalnia nas do powrotu do naszego pierwszego powołania: aby być na obraz i podobieństwo Boga. Tym jest Eucharystia, tym jest modlitwa.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, il vostro pellegrinaggio a Roma sia tempo di preghiera, occasione per rivivere la testimonianza di fede degli apostoli e dei martiri, e di crescere nell’amore e nella speranza cristiana, di cui l’Eucaristia è fonte e culmine. Benedico di cuore voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!
Speaker:
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, wasze pielgrzymowanie do Rzymu niech będzie czasem modlitwy, okazją do przeżycia na nowo świadectwa wiary apostołów i męczenników, i do wzrastania w miłości i w nadziei chrześcijańskiej, której Eucharystia jest źródłem i spełnieniem. Z serca błogosławię wam i waszym rodzinom. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[01713-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!
Sono lieto di accogliere i Frati Minori Cappuccini, convenuti a Roma per il Consiglio Internazionale per la Formazione dell’Ordine. Benvenuti!
Saluto i gruppi parrocchiali, specialmente i fedeli di Sant’Elpidio a Mare; i cresimandi di San Michele Salentino e di Fiumicino; il Coordinamento tra le Associazioni italiane giovani con diabete e la Banda Musicale di Reggio Calabria.
Rivolgo un pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la Memoria di Sant’Alberto Magno, Vescovo e Dottore della Chiesa. Cari giovani, rafforzate il vostro dialogo con Dio, ricercandolo con impegno in ogni vostra azione; cari ammalati, trovate conforto nella riflessione del mistero della croce del Signore Gesù, che continua ad illuminare la vita di ogni uomo; e voi, cari sposi novelli, sforzatevi di mantenere un costante rapporto con Cristo, affinché il vostro amore sia sempre più un riflesso di quello di Dio.
[01714-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0790-XX.02]