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L’Udienza Generale, 18.10.2017


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul tema: “Beati i morti che muoiono nel Signore”.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello per il popolo della Somalia colpito, nei giorni scorsi, da un attentato terroristico che ha causato oltre 300 morti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Carissimi fratelle e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei mettere a confronto la speranza cristiana con la realtà della morte, una realtà che la nostra civiltà moderna tende sempre più a cancellare. Così, quando la morte arriva, per chi ci sta vicino o per noi stessi, ci troviamo impreparati, privi anche di un “alfabeto” adatto per abbozzare parole di senso intorno al suo mistero, che comunque rimane. Eppure i primi segni di civilizzazione umana sono transitati proprio attraverso questo enigma. Potremmo dire che l’uomo è nato con il culto dei morti.

Altre civiltà, prima della nostra, hanno avuto il coraggio di guardarla in faccia. Era un avvenimento raccontato dai vecchi alle nuove generazioni, come una realtà ineludibile che obbligava l’uomo a vivere per qualcosa di assoluto. Recita il salmo 90: «Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio» (v. 12). Contare i propri giorni fa si che il cuore diventi saggio! Parole che ci riportano a un sano realismo, scacciando il delirio di onnipotenza. Cosa siamo noi? Siamo «quasi un nulla», dice un altro salmo (cfr 88,48); i nostri giorni scorrono via veloci: vivessimo anche cent’anni, alla fine ci sembrerà che tutto sia stato un soffio. Tante volte io ho ascoltato anziani dire: “La vita mi è passata come un soffio…”

Così la morte mette a nudo la nostra vita. Ci fa scoprire che i nostri atti di orgoglio, di ira e di odio erano vanità: pura vanità. Ci accorgiamo con rammarico di non aver amato abbastanza e di non aver cercato ciò che era essenziale. E, al contrario, vediamo quello che di veramente buono abbiamo seminato: gli affetti per i quali ci siamo sacrificati, e che ora ci tengono la mano.

Gesù ha illuminato il mistero della nostra morte. Con il suo comportamento, ci autorizza a sentirci addolorati quando una persona cara se ne va. Lui si turbò «profondamente» davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, e «scoppiò in pianto» (Gv 11,35). In questo suo atteggiamento, sentiamo Gesù molto vicino, nostro fratello. Lui pianse per il suo amico Lazzaro.

E allora Gesù prega il Padre, sorgente della vita, e ordina a Lazzaro di uscire dal sepolcro. E così avviene. La speranza cristiana attinge da questo atteggiamento che Gesù assume contro la morte umana: se essa è presente nella creazione, essa è però uno sfregio che deturpa il disegno di amore di Dio, e il Salvatore vuole guarircene.

Altrove i vangeli raccontano di un padre che ha la figlia molto malata, e si rivolge con fede a Gesù perché la salvi (cfr Mc 5,21-24.35-43). E non c’è figura più commovente di quella di un padre o di una madre con un figlio malato. E subito Gesù si incammina con quell’uomo, che si chiamava Giairo. A un certo punto arriva qualcuno dalla casa di Giairo e gli dice che la bambina è morta, e non c’è più bisogno di disturbare il Maestro. Ma Gesù dice a Giairo: «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36). Gesù sa che quell’uomo è tentato di reagire con rabbia e disperazione, perché è morta la bambina, e gli raccomanda di custodire la piccola fiamma che è accesa nel suo cuore: la fede. “Non temere, soltanto abbi fede”. “Non avere paura, continua solo a tenere accesa quella fiamma!”. E poi, arrivati a casa, risveglierà la bambina dalla morte e la restituirà viva ai suoi cari.

Gesù ci mette su questo “crinale” della fede. A Marta che piange per la scomparsa del fratello Lazzaro oppone la luce di un dogma: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?» (Gv 11,25-26). È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi, ogni volta che la morte viene a strappare il tessuto della vita e degli affetti. Tutta la nostra esistenza si gioca qui, tra il versante della fede e il precipizio della paura. Dice Gesù: “Io non sono la morte, io sono la risurrezione e la vita, credi tu questo?, credi tu questo?”. Noi, che oggi siamo qui in Piazza, crediamo questo?

Siamo tutti piccoli e indifesi davanti al mistero della morte. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano, come prese per mano la figlia di Giairo, e ripeterà ancora una volta: “Talità kum”, “Fanciulla, alzati!” (Mc 5,41). Lo dirà a noi, a ciascuno di noi: “Rialzati, risorgi!”. Io vi invito, adesso, a chiudere gli occhi e a pensare a quel momento: della nostra morte. Ognuno di noi pensi alla propria morte, e si immagini quel momento che avverrà, quando Gesù ci prenderà per mano e ci dirà: “Vieni, vieni con me, alzati”. Lì finirà la speranza e sarà la realtà, la realtà della vita. Pensate bene: Gesù stesso verrà da ognuno di noi e ci prenderà per mano, con la sua tenerezza, la sua mitezza, il suo amore. E ognuno ripeta nel suo cuore la parola di Gesù: “Alzati, vieni. Alzati, vieni. Alzati, risorgi!”.

Questa è la nostra speranza davanti alla morte. Per chi crede, è una porta che si spalanca completamente; per chi dubita è uno spiraglio di luce che filtra da un uscio che non si è chiuso proprio del tutto. Ma per tutti noi sarà una grazia, quando questa luce, dell’incontro con Gesù, ci illuminerà.

[01555-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, aujourd’hui je vous parlerai de l’espérance chrétienne devant la mort. De nos jours, la mort est une réalité que notre civilisation moderne tend toujours plus à cacher, alors que les hommes d’autrefois la regardaient en face. La mort nous fait découvrir notre néant, elle révèle nos manques d’amour, la vanité de notre orgueil; par contre, elle met en lumière le bien que nous avons semé. Jésus a éclairé le mystère de la mort lorsque, pleurant son ami Lazare, il le fait sortir du tombeau. La Parole que Jésus dit à Marthe: «Je suis la résurrection et la vie; celui qui croit en moi, même s’il meurt, vivra. Crois-tu cela?», il nous la redit chaque fois que la mort vient déchirer le tissu de notre vie et de nos affections. Nous sommes faibles et sans défense devant la mort; mais c’est une grande grâce, en cet instant ultime, que de garder la foi. Voilà notre espérance. Elle ouvre grand une porte devant nous : Jésus nous prendra par la main et nous dira à nous aussi: relève-toi!

Santo-Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, specialmente i giovani dei collegi e dei licei provenienti dalla Francia, come anche i pellegrini giunti dalla Svizzera. Quando le nostre vite sperimentano prove e dolori, ricordiamoci che Gesù ci ha detto: "Io sono la risurrezione e la vita". Prego che il vostro pellegrinaggio a Roma vi aiuti a mantenere viva nel vostro cuore la fiamma della fede e della speranza. Dio vi benedica.

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes des collèges et lycées venus de France ainsi que les personnes venues de Suisse.

Lorsque nos vies connaissent des épreuves et des deuils, Jésus nous dit à nous aussi : «Je suis la résurrection et la vie». Je prie pour que votre pèlerinage à Rome vous aide à garder dans votre cœur la flamme de la foi et de l’espérance.

Que Dieu vous bénisse.

[01556-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: this morning I wish to reflect on Christian hope and the reality of death, a reality which our modern world so often leaves us unprepared to face. Past civilizations had the courage to face death, and older generations taught the younger to see that inescapable event as a call to live for something enduring, greater than themselves. For our days, no matter how many they are, pass like a breath. It is Jesus, however, that ultimately helps us to confront this mystery. He shows us that it is natural to mourn the loss of a loved one. For he too wept at Lazarus’ death. But he did not only mourn; he also prayed to the Father and called Lazarus from the tomb. Here is our Christian hope: Jesus has come to heal us, to save us from death. He says: “I am the resurrection and the life” (Jn 11:25); if we believe in him, even if we die, we will live. In the face of our sorrow, Jesus invites us to faith in him. This is our hope: when we mourn, we know that Christ remains always close to us. And one day, when we too face death, we will hear Jesus’s voice: “I say to you, arise” (Mk 5:41).

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Russia, Indonesia, Malaysia, Sri Lanka, Cina, Ghana, Lesotho, Filippine e Stati Uniti d’America. Gesù Cristo rafforzi nella fede voi e le vostre famiglie e vi faccia testimoni di speranza in questo mondo, specialmente a quanti vivono nel dolore. Dio vi benedica tutti!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from England, Scotland, Malta, the Netherlands, Norway, Sweden, Russia, Indonesia, Malaysia, Sri Lanka, China, Ghana, Lesotho, the Philippines, and the United States of America. May Jesus Christ strengthen you and your families in faith and make you witnesses of hope to the world, especially to those who mourn. May God bless you all!

[01557-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in früheren Zeiten war es üblich, sich intensiv mit der Realität des Todes auseinanderzusetzen. Heute tendieren wir dazu, diese Wirklichkeit auszublenden oder versuchen sie sogar auszulöschen. Die Betrachtung des Todes konfrontiert den Menschen mit den Werten des Lebens, die wirklich zählen. Er muss sich fragen, auf welches Ziel hin er lebt. Unsere Sünden, wie Stolz, Zorn und Hass, werden im Blick auf das Ende des Lebens in ihrer wahren Nichtigkeit erkannt, alles Gute, für das wir uns aufgeopfert haben, zeigt sich hingegen als bleibender Wert. Jesus selbst bringt Licht in das Geheimnis unseres Todes. In seiner tiefen Trauer über den Tod des Lazarus zeigt er auch uns seine Nähe und erfüllt uns durch die Auferweckung seines Freundes mit wirklicher Hoffnung auf das unvergängliche Leben. Im Angesicht des Todes werden wir daher nicht von Angst überwältigt, wenn wir dem Wort des Herrn glauben: „Ich bin die Auferstehung und das Leben. Wer an mich glaubt, wird leben, auch wenn er stirbt“ (Joh 11,25). Für jeden, der glaubt, wird diese Hoffnung zu einer offenen Tür, durch die das Licht der Gnade Christi scheint.

Santo Padre:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua tedesca. Saluto in particolare gli “Schützen”, le associazioni provenienti dalla regione di Cloppenburg e i numerosi giovani, specialmente le studentesse della Liebfrauenschule di Bonn. Vi auguro un buon soggiorno a Roma e di cuore vi benedico tutti.

Speaker:

Herzlich heiße ich die Pilger deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Schützen und die anderen Vereine aus dem Landkreis Cloppenburg sowie die vielen Jugendlichen, vor allem die Schülerinnen der Liebfrauenschule in Bonn. Ich wünsche euch einen guten Aufenthalt in Rom und segne euch alle von Herzen.

[01558-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy reflexionamos sobre el contraste que existe entre la esperanza cristiana y la realidad de la muerte. Nuestra civilización moderna trata de suprimir y disimular la muerte, hasta el punto de que cuando llega nadie está preparado, ni tiene tampoco los medios para darle un sentido. La muerte es un misterio, manifiesta la fugacidad de la vida, nos enseña que nuestro orgullo, ira y odio, son sólo vanidad; que no amamos lo suficiente, que no buscamos lo esencial. Pero también nos indica que solamente el bien y el amor que sembramos mientras vivimos permanecerán.

Como hemos escuchado en la lectura del evangelio, Jesús es el único capaz de iluminar el misterio de la muerte. Con su actuar nos enseña que sentir dolor ante la pérdida de un ser querido no es contrario a la esperanza. Su oración al Padre, Origen de la vida, nos revela que la muerte no forma parte de su designio amoroso, y que Jesús mismo, con su obediencia total al Padre, restaura el proyecto original de Dios y nos otorga la vida en abundancia.

En varios pasajes evangélicos, en que Jesús se confronta con la muerte, pide que no se tenga miedo ante ella, sino que se confíe en su palabra y se mantenga viva la llama de la fe. A la evidencia de la muerte, Jesús opone la luz de su potencia, que también extiende sobre cada uno de nosotros, pequeños e indefensos frente al enigma de la muerte, y Jesús nos asegura: «Yo soy la resurrección y la vida: el que cree en mí, aunque haya muerto, vivirá».

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los provenientes de España y Latinoamérica. El Señor, única esperanza de la humanidad, nos conceda la gracia de mantener encendida la llama de la fe, y en el momento de nuestra muerte nos tome de la mano y nos diga: «¡Levántate!». Que Santa María, Madre de Dios, interceda por todos nosotros, ahora y en la hora de nuestra muerte. Así sea.

[01559-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

O enigma da morte recebe luz da esperança cristã, chegando esta a cantar: «Felizes os mortos que morrem no Senhor». A Marta, que chora pela morte de seu irmão Lázaro, o Senhor Jesus assegura: «Teu irmão ressuscitará», pois, «quem crê em Mim, mesmo que tenha morrido, viverá». Eu não sou a morte; «Eu sou a ressurreição e a vida». «Crês nisto?» – pergunta ele a Marta. Jesus, porém, faz a mesma pergunta a cada um de nós, sempre que a morte dilacera o tecido da vida e dos afetos. Com a morte, a nossa existência toca o cimo, tendo diante de nós a vertente da fé ou o precipício do nada. O desafio que então nos lança Jesus é continuar a crer. Assim fez Ele com Jairo, a quem acabam de comunicar que a sua filha morreu, não há mais nada a fazer, de que serve incomodar o Mestre?! Jesus ouve e apressa-se a tranquilizar Jairo: «Não tenhas receio; crê somente!» O Senhor sabe que aquele pai é tentado a deixar-se cair na angústia e no desespero, e recomenda-lhe que conserve acesa a chamazinha que arde no seu coração: a fé. «Não tenhas medo! Continua a manter acesa a chama da fé!» E valeu? Sim; Jesus, chegado a casa dele, ressuscita a menina e entrega-a viva aos pais. No caso de Lázaro, ressuscita-o quatro dias depois de ele ter morrido; já estava sepultado. E Jesus manda-o sair do túmulo. A esperança cristã apoia-se e alimenta-se desta posição que Jesus assume contra a morte. Por nós, nada podemos; encontramo-nos indefesos perante o mistério da morte. «Não tenhas receio – diz-nos Jesus –; crê somente!» A graça de que necessitamos naquele momento – uma graça imensa! – é conservar acesa no coração a chama da fé. Porque Jesus há de vir, tomar-nos-á pela mão, como fez com a filha de Jairo, e ordenar-nos-á: «Levanta-te, ressuscita».

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, specialmente ai diversi gruppi venuti dal Brasile, in particolare ai fedeli dell’arcidiocesi di Natal con il suo Pastore e a quelli dell’arcidiocesi di Londrina, invitando tutti a rimanere fedeli a Cristo Gesù come i Protomartiri del Brasile. Lo Spirito Santo vi illumini affinché possiate portare la Benedizione di Dio a tutti gli uomini. La Vergine Madre vegli sul vostro cammino e vi protegga.

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, com destaque para os diversos grupos vindos do Brasil, em particular os fiéis da arquidiocese de Natal com o seu Pastor e os da arquidiocese de Londrina, convidando todos a permanecer fiéis a Cristo Jesus, como os Protomártires do Brasil. O Espírito Santo vos ilumine para poderdes levar a Bênção de Deus a todos os homens. A Virgem Mãe vele sobre o vosso caminho e vos proteja.

[01560-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

[تكلم قداسة البابا اليوم عن الرجاء المسيحي وواقع الموت، منطلقًا من حقيقة أن الموت هو واقع ‏أكيد تحاول حضارتنا المعاصرة أن تتجاهله وتنكره بدلا من أن تحضّر الأجيال لمواجهته، كما كان الحال في ‏حضارات الماضي. أكد البابا أن يسوع المسيح بتألمه وبكائه لموت شخص عزيز، كصديقه لعازار، أظهر لنا، ‏من ناحية، مرارة الفراق، ومن ناحية أخرى، بإقامته للموتى، حقيقة أن الموت هو آفة تدمّر تدبير محبّة الله، ‏ويريد المخلّص أن يشفينا منها. أمام الموت لا يطلب يسوع منّا سوى الإيمان بكونه هو الحياة والقيامة. واختتم البابا تعاليمه موضحًا أنّنا كلّنا صغار وعزّل أمام سرّ الموت، لكن علينا ‏المحافظة على شعلة الإيمان مضاءة في قلوبنا، بيسوع الذي أقام الموتى، وهزم الموت بموته وسحق القبر ‏بصليبه وقال: "أَنا هو القِيامةُ والحَياة مَن آمَنَ بي، وَإن ماتَ، فسَيَحْيا وكُلُّ مَن يَحْيا ويُؤمِنُ بي لن يَموتَ أَبَدًا" ‏‏(يو 11، 25- 26)‏‏ فطوبي للذين يرقدون في الرب].

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua ‎araba, ‎in ‎‎‎particolare quelli ‎provenienti ‎dalla Siria e dal Medio Oriente. Crolla dinanzi alla partenza di persone care ‎l’inganno di negare o di ignorare la morte e ci troviamo di fronte a due scelte: o ‎continuare a illuderci oppure ammettere umilmente la nostra piccolezza e credere che Dio ci ha creato per la vita. Solo la luce di Gesù può ‎trasformare le tenebre della tomba in vittoria; l'amarezza della separazione nella ‎dolcezza dell'incontro; e la sconfitta della croce nell'alba della Risurrezione. Solo ‎la fede può mutare la vita terrena da una fine assurda ad un inizio glorioso per la ‎vita eterna.‎ Il ‎Signore vi benedica e vi protegga sempre dal maligno‎!

Speaker:

أرحب بمودة بالحاضرين الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من‏ سوريا ومن الشرق الأوسط. ‏أمام رحيل الأشخاص المقربين تنهار خدعة إنكار الموت أو تجاهله، ونجد أنفسنا أمام اختيارين: إما الاستمرار ‏في تضليل أنفسنا وإما الاعتراف بتواضع بضآلتنا والإيمان بأن الله خلقنا للحياة. وحده نور يسوع يستطيع أن ‏يحول كآبة القبر إلى نصرة، ومرارة الفراق إلى عذوبة اللقاء، وهزيمة الصليب إلى فجر القيامة. وحده الايمان ‏يحول الحياة الأرضية من نهاية عبثية إلى بداية مجيدة لحياة أبدية. ليبارككم الربّ جميعا ويحرسكم من الشرير!‏‏‏‏ ‏‏

[01561-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, dzisiaj chciałbym powiedzieć o nadziei chrześcijańskiej w perspektywie śmierci, którą współczesna cywilizacja usiłuje wyeliminować ze świadomości człowieka. Przeżywając śmierć naszych bliskich, myśląc o naszej śmierci, czujemy się jakoś nieprzygotowani, pozbawieni jakby „alfabetu”, by ją określić, przyjąć, przeżyć. Ta nieuchronna rzeczywistość zmuszała jednak ludzi każdej epoki do refleksji, do życia dla czegoś absolutnego. Księga Psalmów podkreśli, że jesteśmy znikomymi stworzeniami (por. Ps 89, 48), nasze dni szybko mijają, kończymy lata jak westchnienie (por. Ps 90, 9-10). Tajemnicę śmierci wzupełnie nowym świetle ukazał nam swoim nauczaniem i życiem Pan Jezus. Nawiadomość o śmierci Łazarza, przy jego grobie, wzruszył się głęboko, zapłakał (J11,35). W tej reakcji jest nam tak bardzo bliski, jest naszym Bratem. Przypomniane w Ewangeliach wskrzeszenie córki Jaira, Łazarza, rodzi w naszych sercach nadzieję. Pan Jezus zapewnia: „Ja jestem zmartwychwstaniem i życiem. Każdy, kto żyje i wierzy we Mnie, nie umrze na wieki” (J 17, 25-26). Umocnieni tymi słowami, znakami zmartwychwstania, wierzymy, że po naszym ziemskim życiu Syn Boży weźmie za rękę każdego z nas, tak jak wziął za rękę córkę Jaira, i powie: Mówię ci wstań, powstań z martwych! Tę nadzieję nośmy w sercach, ożywiajmy ją wsobie, każdego dnia żyjmy tajemnicą zmartwychwstania.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi, ricordando san Luca Evangelista, in Polonia celebrate la festa patronale degli Operatori Sanitari. Ricordate nella preghiera tutti quelli che si prendono cura delle persone inferme con dedizione e spirito di sacrificio. Nel servizio che svolgono non vengano mai a mancare le forze, i buoni risultati e la gioia. Dio li sostenga e ricompensi il bene e la speranza che infondono nei cuori dei malati. Benedico di cuore voi, qui presenti, e i vostri cari.

Speaker:

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Dzisiaj, wspominając świętego Łukasza Ewangelistę, obchodzicie w Polsce patronalne święto Służby Zdrowia. Pamiętajcie w modlitwie o wszystkich, którzy z oddaniem i poświęceniem służą chorym. Niech nigdy nie zabraknie im sił w pełnionej posłudze, sukcesów i radości. Niech Bóg ich wspiera i wynagrodzi wszelkie dobro oraz nadzieję wlewaną w serca chorych. Wam wszystkim tu obecnym i waszym bliskim z serca błogosławię.

[01562-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua neerlandese

Santo Padre:

Con affetto saluto i fedeli di lingua neerlandese, in particolare i pellegrini provenienti dalla Diocesi di Rotterdam. Cristo ha vinto la morte. È Lui la nostra risurrezione e la nostra vita. Siate testimoni di questo messaggio di speranza davanti ai vostri fratelli e alle vostre sorelle. Il Signore benedica voi e i vostri cari.

Speaker:

Van harte begroet ik de Nederlandstalige gelovigen, in het bijzonder de pelgrims uit het bisdom Rotterdam. Christus heeft de dood overwonnen. Hij is onze verrijzenis en ons leven. Wees voor jullie broeders en zusters als getuigen van deze boodschap van hoop. De Heer zegene u en al uw dierbaren.

[01564-AA.01] [Testo originale: Neerlandese]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere i fedeli della Diocesi di Conversano-Monopoli, con il Vescovo Monsignor Giuseppe Favale, qui convenuti per la ricorrenza dell’Anno mariano diocesano; i cresimati della Diocesi di Faenza-Modigliana, con il Vescovo Monsignor Mario Toso; le capitolari delle Figlie di Santa Maria di Leuca e le religiose partecipanti all’incontro promosso dall’USMI. Cari fratelli e sorelle, il vostro pellegrinaggio a Roma ravvivi la comunione con il Successore di Pietro e la Chiesa universale e vi renda testimoni di Cristo nelle vostre Chiese locali.

Saluto i pellegrini della Fondazione “Senior Italia”, in occasione della festa dei nonni; i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Milizia dell’Immacolata; i membri dell’Associazione “Bimbo tu” di Bologna; l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e i fedeli delle diverse parrocchie ed associazioni.

Porgo infine il mio saluto ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Oggi ricorre la festa di San Luca, evangelista e medico. Cari giovani, la sua testimonianza di vita vi sproni a scelte coraggiose di solidarietà e tenerezza; cari ammalati, sul suo insegnamento possiate trovare in Gesù il rimedio alle vostre sofferenze; e voi, cari sposi novelli, chiedete la sua intercessione perché nella vostra nuova famiglia non venga mai meno l’attenzione a quanti soffrono.

[01563-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Desidero esprimere il mio dolore per la strage avvenuta qualche giorno fa a Mogadiscio, Somalia, che ha causato oltre trecento morti, tra cui alcuni bambini. Questo atto terroristico merita la più ferma deplorazione, anche perché si accanisce su una popolazione già tanto provata. Prego per i defunti e per i feriti, per i loro familiari e per tutto il popolo della Somalia. Imploro la conversione dei violenti e incoraggio quanti, con enormi difficoltà, lavorano per la pace in quella terra martoriata.

[01565-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0714-XX.02]