Saluto di S.E. Mons. Paul R. Gallagher
Traduzione in lingua italiana
Pubblichiamo di seguito il saluto che l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, pronuncia questo pomeriggio al Simposio commemorativo del 75° anniversario dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Giappone organizzato alla Pontificia Università Gregoriana:
Saluto di S.E. Mons. Paul R. Gallagher
Your Eminences, Your Excellencies
Father Rector of the Gregorian University
Mr Ambassador of Japan & esteemed members of the Diplomatic Corps
Dear Professors of the University, dear Students, Guests, Ladies and Gentlemen
I happily accepted the invitation to address this word of welcome at the beginning of today’s Symposium, dedicated to the historical and religious relations between Japan and the Holy See, on the occasion of the anniversary of the establishment of diplomatic relations. In addition, it is a personal pleasure to return to my Alma Mater, where, as a student, I followed courses in theology, spirituality and canon law.
Today, it is especially significant to reflect on the bonds of friendship and collaboration between the Holy See and Japan. For it helps us better understand that the establishment of diplomatic relations was, in fact, a formalization of the numerous cultural and religious exchanges already well underway, beginning from the second half of the 16th century.
The choice of the Gregorian University for today’s event recalls the special bond between the Company of Jesus and the “Empire of the Rising Sun”. We cannot forget that the first missionary to set foot on Japanese soil was the Jesuit, Saint Francis Xavier, nor that the path opened by him has never ceased to produce its fruits in knowledge, in esteem and in mutual collaboration.
In this regard, allow me to evoke here the love nurtured for Japan and its millennial culture by Father Giuseppe Pittau, Rector of Sophia University in Tokyo and later Rector of the Gregorian, who, in 1984, was inducted into the prestigious Order of the Rising Sun by Emperor Hirohito.
The Holy Father, Pope Francis, who is a great admirer of the perennial Japanese wisdom, as well as being a son of Saint Ignatius, has a special place in his heart for the Church in Japan and in the whole of Asia. In wishing this event every success, on His behalf, I want to renew the commitment of the Apostolic See to accompany, with particular attention, the development of the Church in Japan, a concrete sign of which was the recent visit to the country of Cardinal Fernando Filoni, Prefect of the Congregation for the Evangelisation of the Peoples. At the same time, the Holy See will continue to collaborate with the Japanese Authorities in building an authentic culture of peace, even in today’s difficult and complex international setting.
Mr Ambassador, Fr Rector, Distinguished Authorities,
I wish firmly to underline the importance of promoting peace and disarmament, against every temptation to give way to the logic of weapons and of war. The huge toll of pain, of suffering and of death that Japan was forced to experience during the course of the Second World War, especially at Hiroshima and Nagasaki, serves as a continuous warning to humankind.
Last January, during my visit to Japan, after having visited the Prime Minister, Shinzo Abe, and the Minister of Foreign Affairs, Fumio Kishida, in Tokyo, I had the honour to travel to Hiroshima and to spend a moment in prayer before the “Peace Memorial”. The words that Pope Saint John Paul II spoke there during his historic visit to Japan in 1981 came to my mind. The Pontiff made this appeal: “To Heads of State and of Government, to those who exercise political and economic power, I say: let us commit ourselves to peace and to justice; let us take a solemn decision, now, that war will never again be tolerated and seen as a means of resolving disputes; let us promise our counterparts that we will work tirelessly for disarmament and for the abolition of all nuclear weapons; let us replace violence and hatred with trust and concern.”[1]
I wish to repeat today, in the name of the Holy See, that prophetic invitation, so that a better future, marked by the integral development of the human person and by peace, may be assured to the young and to future generations.
I renew my best wishes to you, Mr Ambassador, and to the Japanese people. Thank you.
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[1] John Paul II, Speech at the “Peace Memorial” of Hiroshima, 25 February 1981, (Cfr. www.vatican.va).
[01532-EN.01] [Origina text: English]
Traduzione in lingua italiana
Eminenze, Eccellenze,
Magnifico Rettore dell’Università Gregoriana,
Signor Ambasciatore del Giappone,
Distinti membri del Corpo Diplomatico,
Chiarissimi Docenti dell’Università,
Cari Studenti, Gentili Ospiti,
Signore e Signori,
Ho accolto con gioia l’invito a prendere la parola per un saluto in apertura dell’odierno Simposio, dedicato ai rapporti storici e religiosi tra il Giappone e la Santa Sede nell’anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche. Ed è, personalmente, un piacere ritornare oggi in questa Alma Mater, ove come studente ho avuto la possibilità di frequentare i corsi di Teologia, di Spiritualità e di Diritto Canonico.
Assume particolare significato riflettere oggi sui rapporti di amicizia e di collaborazione esistenti tra la Santa Sede e il Giappone. Lo è, per il fatto di aiutarci a cogliere meglio come lo stabilimento delle relazioni diplomatiche abbia inteso formalizzare contatti, scambi culturali e religiosi ben consolidati nei secoli, a partire dalla seconda metà del Cinquecento.
Il luogo scelto, la Pontificia Università Gregoriana, ci permette di cogliere anche lo speciale legame intercorso tra la Compagnia di Gesù e l’impero del Sol Levante. Non possiamo dimenticare che il primo missionario in terra nipponica fu il gesuita San Francesco Saverio, ma anche che la via da lui inaugurata non ha mai smesso di produrre frutti di conoscenza, di stima e di mutua collaborazione.
Al riguardo, permettetemi di evocare qui l’amore che per il Giappone e la sua cultura millenaria nutrì P. Giuseppe Pittau, prima Rettore della Sophia University di Tokyo e, in seguito, della Gregoriana, al quale nel 1984 l'Imperatore Hirohito conferì anche la prestigiosa onorificenza dell'Ordine del Sol Levante.
Il Santo Padre Francesco, profondo ammiratore della millenaria saggezza giapponese e figlio di Sant’Ignazio, nutre speciale considerazione per la missione pastorale della Chiesa in Giappone e in tutta l’Asia. Nel porgere a suo nome l’augurio per un pieno successo di questo evento accademico, desidero rinnovare l’impegno della Sede Apostolica ad accompagnare con particolare attenzione il cammino della Chiesa giapponese. Ne è un segno concreto anche il recente viaggio compiuto nel Paese dal Cardinal Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. In pari tempo, la Santa Sede desidera continuare a collaborare con le Autorità nipponiche per la promozione di un’autentica cultura di Pace, anche nei delicati e complessi frangenti dell’attuale situazione internazionale.
Signor Ambasciatore, Magnifico Rettore, distinte Autorità,
Mi è caro ribadire l’urgenza di promuovere oggi la pace e il disarmo, contro ogni tentazione di cedere il passo alla logica delle armi e della guerra. L’immenso tributo di dolore, di sofferenza e di morte che il Giappone ha dovuto sperimentare nel corso della Seconda Guerra Mondiale, specialmente ad Hiroshima e a Nagasaki, serva costantemente di monito per tutta l’umanità.
Nel mese di gennaio scorso, durante la mia visita in Giappone, dopo aver incontrato a Tokyo il Primo Ministro, Shinzo Abe, e il Ministro degli Affari Esteri, Fumio Kishida, ho avuto l’onore di recarmi ad Hiroshima e di sostare in preghiera al “Peace Memorial”. In quella occasione ho ripensato alle parole che San Giovanni Paolo II ha pronunciato proprio in quel luogo, nel corso della storica visita in Giappone del 1981. Così Egli si rivolse ai Responsabili della Comunità internazionale: «Ai Capi di Stato e di Governo, a coloro che detengono il potere politico ed economico, io dico: impegniamoci per la pace nella giustizia; prendiamo una solenne decisione, ora, che la guerra non venga mai più tollerata e vista come mezzo per risolvere le divergenze; promettiamo ai nostri simili che ci adopreremo infaticabilmente per il disarmo e l’abolizione di tutte le armi nucleari, sostituiamo alla violenza e all’odio la fiducia e l’interessamento»1.
Desidero oggi ripetere, a nome della Santa Sede, tale profetico invito perché venga assicurato alle giovani generazioni un futuro migliore nel segno dello sviluppo integrale della persona umana e della pace, mentre rinnovo i migliori voti augurali a Lei, Signor Ambasciatore, e all’intero popolo del Giappone. Grazie.
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1 Giovanni Paolo II, Discorso al “Peace Memorial” di Hiroshima, 25 febbraio 1981.
[01532-IT.01] [Testo originale: Inglese]
[B0696-XX.01]