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L’Udienza Generale, 27.09.2017


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.25 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul tema: “La Speranza cristiana: I nemici nella speranza” e quindi ha rivolto un appello ai rappresentanti della Caritas Internationalis in occasione dell’apertura della Campagna “Condividiamo il Viaggio”, che è stata lanciata ufficialmente nel corso dell’Udienza Generale.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questo tempo noi stiamo parlando della speranza; ma oggi vorrei riflettere con voi sui nemici della speranza. Perché la speranza ha i suoi nemici: come ogni bene in questo mondo, ha i suoi nemici.

E mi è venuto in mente l’antico mito del vaso di Pandora: l’apertura del vaso scatena tante sciagure per la storia del mondo. Pochi, però, ricordano l’ultima parte della storia, che apre uno spiraglio di luce: dopo che tutti i mali sono usciti dalla bocca del vaso, un minuscolo dono sembra prendersi la rivincita davanti a tutto quel male che dilaga. Pandora, la donna che aveva in custodia il vaso, lo scorge per ultimo: i greci la chiamano elpìs, che vuol dire speranza.

Questo mito ci racconta perché sia così importante per l’umanità la speranza. Non è vero che “finché c’è vita c’è speranza”, come si usa dire. Semmai è il contrario: è la speranza che tiene in piedi la vita, che la protegge, la custodisce e la fa crescere. Se gli uomini non avessero coltivato la speranza, se non si fossero sorretti a questa virtù, non sarebbero mai usciti dalle caverne, e non avrebbero lasciato traccia nella storia del mondo. È quanto di più divino possa esistere nel cuore dell’uomo.

Un poeta francese – Charles Péguy – ci ha lasciato pagine stupende sulla speranza (cfr Il portico del mistero della seconda virtù). Egli dice poeticamente che Dio non si stupisce tanto per la fede degli esseri umani, e nemmeno per la loro carità; ma ciò che veramente lo riempie di meraviglia e commozione è la speranza della gente: «Che quei poveri figli – scrive – vedano come vanno le cose e che credano che andrà meglio domattina». L’immagine del poeta richiama i volti di tanta gente che è transitata per questo mondo – contadini, poveri operai, migranti in cerca di un futuro migliore – che ha lottato tenacemente nonostante l’amarezza di un oggi difficile, colmo di tante prove, animata però dalla fiducia che i figli avrebbero avuto una vita più giusta e più serena. Lottavano per i figli, lottavano nella speranza.

La speranza è la spinta nel cuore di chi parte lasciando la casa, la terra, a volte familiari e parenti – penso ai migranti –, per cercare una vita migliore, più degna per sé e per i propri cari. Ed è anche la spinta nel cuore di chi accoglie: il desiderio di incontrarsi, di conoscersi, di dialogare… La speranza è la spinta a “condividere il viaggio”, perché il viaggio si fa in due: quelli che vengono nella nostra terra, e noi che andiamo verso il loro cuore, per capirli, per capire la loro cultura, la loro lingua. E’ un viaggio a due, ma senza speranza quel viaggio non si può fare. La speranza è la spinta a condividere il viaggio della vita, come ci ricorda la Campagna della Caritas che oggi inauguriamo. Fratelli, non abbiamo paura di condividere il viaggio! Non abbiamo paura! Non abbiamo paura di condividere la speranza!

La speranza non è virtù per gente con lo stomaco pieno. Ecco perché, da sempre, i poveri sono i primi portatori della speranza. E in questo senso possiamo dire che i poveri, anche i mendicanti, sono i protagonisti della Storia. Per entrare nel mondo, Dio ha avuto bisogno di loro: di Giuseppe e di Maria, dei pastori di Betlemme. Nella notte del primo Natale c’era un mondo che dormiva, adagiato in tante certezze acquisite. Ma gli umili preparavano nel nascondimento la rivoluzione della bontà. Erano poveri di tutto, qualcuno galleggiava poco sopra la soglia della sopravvivenza, ma erano ricchi del bene più prezioso che esiste al mondo, cioè la voglia di cambiamento.

A volte, aver avuto tutto dalla vita è una sfortuna. Pensate a un giovane a cui non è stata insegnata la virtù dell’attesa e della pazienza, che non ha dovuto sudare per nulla, che ha bruciato le tappe e a vent’anni “sa già come va il mondo”; è stato destinato alla peggior condanna: quella di non desiderare più nulla. E’ questa, la peggiore condanna. Chiudere la porta ai desideri, ai sogni. Sembra un giovane, invece è già calato l’autunno sul suo cuore. Sono i giovani d’autunno.

Avere un’anima vuota è il peggior ostacolo alla speranza. È un rischio da cui nessuno può dirsi escluso; perché di essere tentati contro la speranza può capitare anche quando si percorre il cammino della vita cristiana. I monaci dell’antichità avevano denunciato uno dei peggiori nemici del fervore. Dicevano così: quel “demone del mezzogiorno” che va a sfiancare una vita di impegno, proprio mentre arde in alto il sole. Questa tentazione ci sorprende quando meno ce lo aspettiamo: le giornate diventano monotone e noiose, più nessun valore sembra meritevole di fatica. Questo atteggiamento si chiama l’accidia che erode la vita dall’interno fino a lasciarla come un involucro vuoto.

Quando questo capita, il cristiano sa che quella condizione deve essere combattuta, mai accettata supinamente. Dio ci ha creati per la gioia e per la felicità, e non per crogiolarci in pensieri malinconici. Ecco perché è importante custodire il proprio cuore, opponendoci alle tentazioni di infelicità, che sicuramente non provengono da Dio. E laddove le nostre forze apparissero fiacche e la battaglia contro l’angoscia particolarmente dura, possiamo sempre ricorrere al nome di Gesù. Possiamo ripetere quella preghiera semplice, di cui troviamo traccia anche nei Vangeli e che è diventata il cardine di tante tradizioni spirituali cristiane: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, abbi pietà di me peccatore!”. Bella preghiera. “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, abbi pietà di me peccatore!”. Questa è una preghiera di speranza, perché mi rivolgo a Colui che può spalancare le porte e risolvere il problema e farmi guardare l’orizzonte, l’orizzonte della speranza.

Fratelli e sorelle, non siamo soli a combattere contro la disperazione. Se Gesù ha vinto il mondo, è capace di vincere in noi tutto ciò che si oppone al bene. Se Dio è con noi, nessuno ci ruberà quella virtù di cui abbiamo assolutamente bisogno per vivere. Nessuno ci ruberà la speranza. Andiamo avanti!

[01393-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:
Frères et sœurs, en réfléchissant sur les ennemis de l’espérance, je voudrais souligner que celle-ci est la vertu la plus divine qui puisse exister dans le cœur de l’homme, parce qu’elle maintient la vie, la protège et la fait grandir. Charles Péguy a su traduire poétiquement l’étonnement et l’émotion de Dieu devant l’espérance qui porte les hommes à croire que «ça ira mieux demain matin». Ainsi l’espérance est cet élan du cœur qui conduit l’homme à chercher une vie meilleure, à «partager le voyage de la vie», comme nous y invite la campagne de Caritas inaugurée aujourd’hui. Pour cette raison, les pauvres sont, depuis toujours, les premiers porteurs d’espérance et c’est par eux que Dieu est entré dans le monde. Car ils sont riches de cette volonté de changement, ce qui n’est pas le cas de celui qui, ayant tout reçu de la vie, est souvent condamné à ne plus rien désirer. Avoir le cœur vide est le pire obstacle à l’espérance. Dans la tradition chrétienne, c’est la tentation dite «du démon de midi» ou encore l’acédie qui rend les journées ennuyeuses et monotones. Or Dieu nous a créés pour la joie et le bonheur: voilà pourquoi le chrétien sait que cette tentation doit être combattue, en invoquant le nom de Jésus :«Seigneur Jésus, Fils de Dieu, aie pitié de moi pécheur». Car dans le combat à mener contre le désespoir, si Dieu est avec nous, personne ne nous volera l’espérance.

Santo Padre:
Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia e dalla Svizzera, specialmente i giovani di Luzon. Il Signore, attraverso l’intercessione di San Vincenzo de’ Paoli, vi aiuti ad affrontare con coraggio le delusioni della vita e a seminare speranza intorno a voi. Dio vi benedica!

Speaker:
Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de Suisse, en particulier les jeunes de Luçon. Que le Seigneur, par l’intercession de saint Vincent de Paul, nous aide à combattre le désespoir en nous et à partager l’espérance autour de nous. Que Dieu vous bénisse!

[01394-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Christian hope, I would now like to reflect on the importance of combatting all that threatens our hope. As the ancient story of Pandora’s box teaches us, hope remains as the treasure enabling mankind to face with trust in God’s providence every evil let loose in this world. In our own day, hope motivates so many of our brothers and sisters forced to leave their homes in search of a better life, but also those who welcome them, “sharing the journey” with them and trusting in a better tomorrow. Hope is especially the virtue of the poor. As the mystery of Christmas teaches us, God came into this world among the poor, to bring the good news of our salvation. Hope is also the virtue of the young, who deserve not to be robbed of it by an often soulless and materialist society. Hope’s greatest enemy is spiritual emptiness, the “noon-day devil” that tempts us to stop fighting and to yield to discouragement. Let us ask the Lord for the grace to hope more firmly in his promises, confident that his victory over the world will fill our hearts with joy as we face the future and all that it has in store for us.

Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Australia, Malaysia, Filippine, Sri Lanka, Vietnam, Canada e Stati Uniti d’America. Inizia oggi la campagna della Caritas Internationalis, “Condividere il Viaggio”, a sostegno delle famiglie costrette a migrare; vi incoraggio ad aderire a quest’iniziativa lodevole come segno di solidarietà con questi nostri fratelli e sorelle bisognosi. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.

Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in the Audience, particularly the groups from England, Scotland, Ireland, Australia, Malaysia, the Philippines, Sri Lanka, Vietnam, Canada and the United States of America. Today marks the start of the worldwide Caritas campaign “Share the Journey”, to assist families forced to migrate. I encourage you to support this praiseworthy initiative as an expression of our solidarity with our many brothers and sisters in need. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[01395-EN.02] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, die Hoffnung hält das Leben aufrecht und macht es stark. Sie treibt das Herz an, aufzubrechen und sich auf die Suche nach einem besseren Leben zu machen. Sie lässt alle, die ein offenes Herz haben, den anderen aufnehmen und ihn kennenlernen. So ist die Hoffnung der Antrieb, den Lebensweg zu teilen. Doch wie jedes Gut in der Welt hat auch die Hoffnung ihre Feinde. Ein Feind ist die Sattheit. Wer vom Leben schon alles gehabt hat, ist oft nicht mehr fähig, sich vom Leben etwas zu wünschen. Ein weiterer Feind ist die Leere der Seele. Diese ist eines der schlimmsten Hindernisse für die Hoffnung, gerade auch für das geistliche Leben eines Christen. Die Mönche der frühen Kirchen nennen diesen Widersacher des Eifers im Guten „Mittagsdämon“: Es ist das Laster der „Akedia“, die einen besonders in der Hitze des Tages überkommt und sich als Trägheit, Lustlosigkeit, Überdruss, Unruhe und Unfähigkeit, bei einer Sache zu bleiben, äußert. Wenn unsere Kräfte schwach werden und der Kampf gegen diese innere Erosion unseres Lebens schwer ist, können wir stets zum Namen Jesu Zuflucht nehmen und beten: „Herr Jesus Christus, Sohn Gottes, erbarme dich meiner!“.

Santo Padre:
Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca. Un benvenuto speciale ai numerosi giovani, in particolare agli studenti della Coelestin-Maier Realschule di Vilshofen, della Paulus-Schule di Oldenburg e della Domschule di Osnabrück. Si vede il cartello, lì: bello! Dio ci è sempre vicino, anche nelle difficoltà e prove della vita quotidiana. Con lui vinciamo ogni disperazione. Se Dio è con noi, nessuno ci ruberà la speranza. Lo Spirito Santo vi riempia della sua gioia.

Speaker:
Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Besonders heiße ich die vielen Jugendlichen willkommen, vor allem die Schülerinnen und Schüler der Coelestin-Maier-Realschule Vilshofen, der Paulus-Schule Oldenburg und der Domschule Osnabrück. Man sieht ja euer Transparent dort, sehr schön! Gott ist uns immer nahe, auch in den Schwierigkeiten und Prüfungen des Alltags. Mit ihm können wir alle Verzweiflung überwinden. Wenn Gott mit uns ist, kann uns niemand die Hoffnung rauben. Der Heilige Geist erfülle euch mit seiner Freude.

[01396-DE.02] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

«Mientras hay vida hay esperanza», es una frase que solemos escuchar, pero yo creo que es más bien lo contrario, es la esperanza la que sostiene, protege y hace crecer la vida.

Pero esta virtud tan importante tiene también importantes enemigos. Pensemos por ejemplo en un joven acostumbrado a recibir todo inmediatamente, a quien no se le ha enseñado la virtud de la espera y la paciencia, su alma se va vaciando de anhelos e ilusiones y esto es un obstáculo para la esperanza. Otro enemigo es la apatía, que nos hace ver los días como monótonos y aburridos. Hemos de luchar contra esto, pues Dios nos ha creado para la felicidad y no para que perdamos el tiempo en pensamientos melancólicos. La esperanza es la virtud del pobre, del campesino, del trabajador y del migrante que se pone en camino buscando un futuro mejor, así como también la de quien está abierto a la acogida, al diálogo y al conocimiento mutuo; es la virtud que empuja a todos a «compartir el viaje» de la vida, por eso no tengamos miedo a compartir el viaje, no tengamos miedo a compartir la esperanza. Y ante las tentaciones, acudamos a Jesús, Él nunca nos abandona, y repitamos con confianza: «Señor Jesús, Hijo de Dios, ten piedad de mí que soy pecador».

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en especial a los grupos provenientes de España y Latinoamérica.

Les pido que hoy tengamos un recuerdo en la oración por las víctimas y los damnificados que deja tras de sí el huracán que en estos días ha azotado el Caribe, y en modo especial Puerto Rico. Que Dios los bendiga.

[01397-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:
A esperança, virtude que move o coração a buscar um futuro melhor, mesmo em meio às amarguras presentes da vida, pode se deparar com alguns obstáculos. O primeiro inimigo da esperança é a ilusão da saciedade, de achar que já se possui tudo, que não é necessário desejar mais coisa alguma. Ao contrário, a esperança é a virtude dos humildes, daqueles que não se contentam com as garantias alcançadas, mas estão sempre buscando um bem mais precioso, capaz de mudar este mundo. Por isso, o pior obstáculo para a esperança é o coração vazio. Trata-se de um perigo que nos ameaça a todos, mesmo aos cristãos. Os antigos monges alertavam para a tentação da acídia, ou seja, de nos deixarmos levar pela monotonia, tédio e a melancolia, que causam uma erosão interna que nos deixa vazios. Devemos combater essas tentações, na certeza de que Deus nos criou para a felicidade; para isso invoquemos o nome de Jesus, que venceu o mundo e é capaz de vencer em nós tudo aquilo que se opõem ao bem. Ele não deixará que nos roubem a esperança.

Santo Padre:
Rivolgo il mio saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli di Arruda dos Vinhos e Sobral e ai diversi gruppi dal Brasile. Cari amici, la speranza cristiana ci spinge a guardare verso il futuro come uomini e donne che non si stancano di sognare un mondo migliore. Maria, causa della nostra speranza, vi guidi su questa strada.

Speaker:
Saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, em particular os fiéis de Arruda dos Vinhos e Sobral e os diversos grupos do Brasil. Queridos amigos, a esperança cristã nos leva a olhar para o futuro como homens e mulheres que não se cansam de sonhar com um mundo melhor. Que Maria, causa da nossa esperança, vos guie nesse caminho.

[01398-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:
أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، أريد اليوم أن أتأمّل معكم حول أعداء الرجاء، لأنَّ الرجاء أيضًا، وككلِّ خير في هذا العالم، لديه أعداء. ليس صحيحًا أنّه "طالما هناك حياة فهناك رجاء"، كما اعتدنا القول. وإنما العكس لأنّ الرجاء هو الذي يعضد الحياة ويحميها ويحرسها ويجعلها تنمو. الرجاء هو الدفع في قلب من ينطلق تاركًا البيت والأرض والأهل والأقارب أحيانًا، ليبحث عن حياة أفضل وأكثر كرامة له ولأحبائه. إنّه الدفع أيضًا في قلب من يقبل الرغبة باللقاء والتعرّف على الآخر والحوار... الرجاء هو الدفع لـ "مقاسمة مسيرة" الحياة. وأسوأ حاجز للرجاء هي النفس الفارغة. إنه خطر لا يُستثنى منه أحد، لأنَّ التجارب ضدّ الرجاء يمكن أن تواجهنا حتى عندما نسير درب الحياة المسيحيّة. لقد أدان الرهبان القدامى أحد أسوأ أعداء الحماس: "شيطان الظهيرة" وهذه التجربة تفاجئنا عندما لا نتوقّعها: تصبح الأيام روتينيّة وضجِرة، ويبدو أنّ ما من قيمة تستحقُّ العناء. إنه الكسل – كما يسمّيه الآباء – الذي يقضي على الحياة من الداخل إلى أن يتركها كقشرة فارغة. إنَّ الله قد خلقنا للفرح والسعادة ولا للتكاسل في أفكار تعيسة. لذلك من الأهميّة بمكان أن نحافظ على قلبنا، رافضين تجارب التعاسة التي لا تأتي بالتأكيد من الله. وحيث تبدو قوانا ضعيفة والمعركة ضدّ اليأس صعبة، يمكننا أن نلجأ على الدوام إلى اسم يسوع قائلين: "أيها الرب يسوع المسيح، ابن الله، إرحمني أنا الخاطئ!"

Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, Dio ci ha creati per la gioia e per la felicità, e non per crogiolarci in pensieri malinconici. E laddove le nostre forze apparissero fiacche e la battaglia contro l’angoscia particolarmente dura, possiamo sempre ricorrere al nome di Gesù, invocandolo: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!”. Il Signore vi benedica!

Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، إنَّ الله قد خلقنا للفرح والسعادة ولا للتكاسل في أفكار تعيسة. وحيث تبدو قوانا ضعيفة والمعركة ضدّ اليأس صعبة، يمكننا أن نلجأ على الدوام إلى اسم يسوع قائلين: "أيها الرب يسوع المسيح، ابن الله، إرحمني أنا الخاطئ!" ليبارككُم الرب!

[01399-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:
Wrogowie nadziei –
to temat dzisiejszej katechezy. Mówi się, że „Gdzie życie wre, tam i nadzieja się tli”. Tymczasem jest wręcz odwrotnie: to nadzieja podtrzymuje życie, chroniąc je, strzegąc i rozwijając. Gdyby ludzie nie pielęgnowali nadziei, jeśli nie podtrzymywałaby ich ta cnota, nie zostawiliby żadnych śladów w dziejach świata. Jak mówi poeta Charles Péguy, ​​Bóg nie jest nazbyt zdziwiony wiarą ludzi, ani też ich miłością, ale naprawdę napełnia Go zdumieniem i wzrusza ich nadzieja – fakt „że te biedne dzieci widzą jak to wszystko się dzieje i że wierzą, że jutro lepiej będzie się działo” (por. Przedsionek Tajemnicy Drugiej Cnoty).

Nadzieja nie jest cnotą osób sytych. Poczucie, że otrzymało się już wszystko od życia, jest nieszczęściem. Człowiek, który nie nauczył się cnoty oczekiwania i cierpliwości, który w nic nie musiał wkładać wysiłku, i któremu wydaje się, że już wie „na czym naprawdę polega życie”, jest skazany na najgorszą karę – niczego już nie pragnie. Może wyglądać młodo, ale w jego sercu już zapadła jesień. Pustka duszy jest najgorszym wrogiem nadziei.

Starożytni mnisi przestrzegali przed nieprzyjacielem nadziei, jakim jest „demon południa” – zniechęcenie, które niespodziewanie pojawia się w samym środku zaangażowania: nagle dni stają się monotonne i nudne, już żadne dobro nie zdaje się warte trudu. Jest to acedia, która podkopuje życie od wewnątrz, tak że staje się ono jak puste opakowanie.

Nie walczymy z rozpaczą sami. Jeśli Jezus zwyciężył świat, to może On także pokonać w nas to wszystko, co sprzeciwia się dobru. Jeśli Bóg jest z nami, nikt nie ukradnie nam nadziei.

Santo Padre:
Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, la speranza cristiana si basa sulla fiducia nell’onnipotenza e nella bontà di Dio. Quando avvertiamo difficoltà e sofferenze che minacciano la nostra speranza, non esitiamo a chiedere al Signore che apra i nostri occhi al bene, susciti in noi un nuovo desiderio di felicità e risvegli la voglia di impegno a favore di un mondo migliore, per noi e per gli altri. Dio vi benedica!

Speaker:
Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, nadzieja chrześcijańska opiera się na zaufaniu Bożej wszechmocy i dobroci. Kiedy doświadczamy trudności i cierpień, które zagrażają naszej nadziei, bezzwłocznie prośmy Pana, aby otworzył nasze oczy na dobro, obudził w nas na nowo pragnienie szczęścia i wolę zaangażowania na rzecz budowania lepszego świata dla nas i dla innych. Niech Bóg wam błogosławi!

[01400-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere i fedeli provenienti da diverse parrocchie, i sacerdoti che celebrano il 25° di ordinazione sacerdotale, i partecipanti al Capitolo generale dei Missionari della Fede, le Suore di Santa Elisabetta che oggi ricordano il 175° di Fondazione, i Sacerdoti del Pontificio Collegio Missionario Internazionale San Paolo Apostolo di Roma e i membri dell’Istituto Missionarie laiche di Maria Madre del Redentore. Vi esorto tutti ad essere sempre fedeli al carisma ricevuto, testimoniando nei luoghi di apostolato l’amore misericordioso del Padre. Saluto l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, i Finanzieri del Comando Regione d’Abruzzo, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Tagliacozzo e la comunità filippina di Venezia. Porgo infine il mio saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. L’esempio di carità di san Vincenzo de’ Paoli, che oggi ricordiamo quale patrono delle associazioni di carità, conduca voi, cari giovani, ad attuare i progetti del vostro futuro con un gioioso e disinteressato servizio ai più bisognosi. Aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare la sofferenza con fede oblativa. E solleciti voi, cari sposi novelli, a costruire una famiglia sempre aperta ai doveri dell’ospitalità e al dono della vita.

[01401-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Sono lieto di accogliere i rappresentanti della Caritas, qui convenuti per dare inizio ufficiale alla campagna “Condividiamo il Viaggio” bel nome della vostra campagna: condividere il viaggio , che ho voluto far coincidere con questa udienza. Do il benvenuto ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati che, assieme agli operatori della Caritas Italiana e di altre organizzazioni cattoliche, sono segno di una Chiesa che cerca di essere aperta, inclusiva, accogliente. Grazie a tutti voi per il vostro instancabile servizio. Voi avete fatto già l’applauso, ma loro meritano tutti davvero un grande applauso, da tutti!

Con il vostro impegno quotidiano, voi ci ricordate che Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia, con le braccia ben aperte. Accogliere proprio così, con le braccia ben aperte. Quando le braccia sono aperte, sono pronte a un abbraccio sincero, a un abbraccio affettuoso, un abbraccio avvolgente, un po’ come questo colonnato in Piazza, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune.

Do il benvenuto anche ai rappresentanti di tante organizzazioni della società civile impegnate nell’assistenza a migranti e rifugiati che, assieme alla Caritas, hanno dato il loro sostegno alla raccolta di firme per una nuova legge migratoria più attinente al contesto attuale. Siate tutti voi benvenuti.

[01402-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0636-XX.02]