Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appello del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.20 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul tema: “La paternità di Dio sorgente della nostra speranza” (cfr Lc 11, 1-4).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello a favore dell’iniziativa “Un minuto per la pace”.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
C’era qualcosa di affascinante nella preghiera di Gesù, di talmente affascinante che un giorno i suoi discepoli hanno chiesto di esservi introdotti. L’episodio si trova nel Vangelo di Luca, che tra gli Evangelisti è quello che maggiormente ha documentato il mistero del Cristo “orante”: il Signore pregava. I discepoli di Gesù sono colpiti dal fatto che Lui, specialmente la mattina e la sera, si ritira in solitudine e si “immerge” in preghiera. E per questo, un giorno, gli chiedono di insegnare anche a loro a pregare (cfr Lc 11,1).
È allora che Gesù trasmette quella che è diventata la preghiera cristiana per eccellenza: il “Padre nostro”. Per la verità, Luca, rispetto a Matteo, ci restituisce l’orazione di Gesù in una forma un po’ abbreviata, che incomincia con la semplice invocazione: «Padre» (v. 2).
Tutto il mistero della preghiera cristiana si riassume qui, in questa parola: avere il coraggio di chiamare Dio con il nome di Padre. Lo afferma anche la liturgia quando, invitandoci alla recita comunitaria della preghiera di Gesù, utilizza l’espressione «osiamo dire».
Infatti, chiamare Dio col nome di “Padre” non è per nulla un fatto scontato. Saremmo portati ad usare i titoli più elevati, che ci sembrano più rispettosi della sua trascendenza. Invece, invocarlo come “Padre” ci pone in una relazione di confidenza con Lui, come un bambino che si rivolge al suo papà, sapendo di essere amato e curato da lui. Questa è la grande rivoluzione che il cristianesimo imprime nella psicologia religiosa dell’uomo. Il mistero di Dio, che sempre ci affascina e ci fa sentire piccoli, però non fa più paura, non ci schiaccia, non ci angoscia. Questa è una rivoluzione difficile da accogliere nel nostro animo umano; tant’è vero che perfino nei racconti della Risurrezione si dice che le donne, dopo aver visto la tomba vuota e l’angelo, «fuggirono via […], perché erano piene di spavento e di stupore» (Mc 16,8). Ma Gesù ci rivela che Dio è Padre buono, e ci dice: “Non abbiate paura!”.
Pensiamo alla parabola del padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32). Gesù racconta di un padre che sa essere solo amore per i suoi figli. Un padre che non punisce il figlio per la sua arroganza e che è capace perfino di affidargli la sua parte di eredità e lasciarlo andar via di casa. Dio è Padre, dice Gesù, ma non alla maniera umana, perché non c’è nessun padre in questo mondo che si comporterebbe come il protagonista di questa parabola. Dio è Padre alla sua maniera: buono, indifeso davanti al libero arbitrio dell’uomo, capace solo di coniugare il verbo “amare”. Quando il figlio ribelle, dopo aver sperperato tutto, ritorna finalmente alla casa natale, quel padre non applica criteri di giustizia umana, ma sente anzitutto il bisogno di perdonare, e con il suo abbraccio fa capire al figlio che in tutto quel lungo tempo di assenza gli è mancato, è dolorosamente mancato al suo amore di padre.
Che mistero insondabile è un Dio che nutre questo tipo di amore nei confronti dei suoi figli!
Forse è per questa ragione che, evocando il centro del mistero cristiano, l’apostolo Paolo non se la sente di tradurre in greco una parola che Gesù, in aramaico, pronunciava “abbà”. Per due volte san Paolo, nel suo epistolario (cfr Rm 8,15; Gal 4,6), tocca questo tema, e per due volte lascia quella parola non tradotta, nella stessa forma in cui è fiorita sulle labbra di Gesù, “abbà”, un termine ancora più intimo rispetto a “padre”, e che qualcuno traduce “papà, babbo”.
Cari fratelli e sorelle, non siamo mai soli. Possiamo essere lontani, ostili, potremmo anche professarci “senza Dio”. Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio “senza l’uomo”; è Lui che non può stare senza di noi, e questo è un mistero grande! Dio non può essere Dio senza l’uomo: grande mistero è questo! E questa certezza è la sorgente della nostra speranza, che troviamo custodita in tutte le invocazioni del Padre nostro. Quando abbiamo bisogno di aiuto, Gesù non ci dice di rassegnarci e chiuderci in noi stessi, ma di rivolgerci al Padre e chiedere a Lui con fiducia. Tutte le nostre necessità, da quelle più evidenti e quotidiane, come il cibo, la salute, il lavoro, fino a quella di essere perdonati e sostenuti nelle tentazioni, non sono lo specchio della nostra solitudine: c’è invece un Padre che sempre ci guarda con amore, e che sicuramente non ci abbandona.
Adesso vi faccio una proposta: ognuno di noi ha tanti problemi e tante necessità. Pensiamoci un po’, in silenzio, a questi problemi e a queste necessità. Pensiamo anche al Padre, a nostro Padre, che non può stare senza di noi, e che in questo momento ci sta guardando. E tutti insieme, con fiducia e speranza, preghiamo: “Padre nostro, che sei nei Cieli…”
Grazie!
[00873-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, la prière de Jésus exerce une fascination sur les Apôtres, et ils lui demandent d’y être introduits. Jésus nomme Dieu du nom de«Père», résumé de toute prière chrétienne. Nous serions tentés d’utiliser un titre plus élevé et plus conforme à la transcendance divine. Mais le mot «Père» nous établit dans une relation de confiance avec lui; comme un enfant qui se sait aimé de lui. C’est la grande révolution que le christianisme introduit dans la psychologie religieuse de l’homme. Le mystère de Dieu, devant qui nous sommes si petits, ne nous fait plus peur; mais nous avons parfois du mal à l’accepter. Dieu est Père, mais à sa manière, un père bon qui n’applique pas les critères de la justice humaine, mais qui a besoin de pardonner, capable seulement de décliner le mot «aimer». Ainsi, nous ne sommes jamais seuls. Cette certitude est la source de notre espérance: en toute circonstance nous avons un Père qui nous regarde avec amour et ne nous abandonne pas.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i fedeli venuti da Francia, Costa d’Avorio e Benin. Lo Spirito Santo ci introduce nella preghiera di Gesù. Osiamo entrare in una vera relazione filiale, di amore e di fede con Dio nostro Padre, una relazione che esclude ogni timore e ogni angoscia: non ci sentiremo mai più soli e la nostra vita ne sarà trasformata. Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les personnes venues de France, de Côte d’Ivoire et du Bénin.
Que l’Esprit-Saint nous introduise dans la prière de Jésus. Osons entrer dans une véritable relation filiale, d’amour et de confiance avec Dieu notre Père, une relation qui exclue toute crainte et toute angoisse: nous ne nous sentirons plus jamais seuls et notre vie en sera transformée.
Que Dieu vous bénisse!
[00874-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Christian hope, we now consider the source of that hope in the fatherhood of God. When the disciples asked Jesus to teach them to pray, he taught them to call God Our Father. Here we see the great religious revolution introduced by Christianity: taught by the Saviour’s command, we dare to speak to the transcendent and all-holy God as children speak, with complete trust, to a loving father. In the parable of the merciful father, who welcomes his prodigal son with supreme forgiveness, Jesus speaks to us of the Father’s unconditional love. In his Letters, Saint Paul twice repeats the original Aramaic word used by Jesus in his prayer: “Abba” (cf. Rom 8:15; Gal 4:6). As God’s adoptive sons and daughters in the Holy Spirit, we share in the intimate relationship between Jesus and the Father, and this is the basis of our sure hope in God’s saving help. Each day, as we pray the Lord’s Prayer, may we be confirmed in the knowledge that, in his merciful love, our heavenly Father will watch over us, respond to our petitions, and never abandon us.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Germania, Paesi Bassi, Ghana, India, Indonesia, Singapore, Corea, Hong Kong, Taiwan, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly the groups from England, Scotland, Germany, the Netherlands, Ghana, India, Indonesia, Singapore, Korea, Hong Kong, Taiwan, the Philippines, Canada and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ.
[00875-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, auf die Bitte der Jünger hin „Herr, lehre uns beten“ vertraut Jesus ihnen das „Vater unser“ an. Bei Lukas beginnt das Herrengebet nur mit der einfachen Anrufung „Vater“. In dieser Anrede verdichtet sich alles christliche Beten: Wir dürfen Gott Vater nennen. Diese vertrauensvolle Beziehung zu Gott wie die eines Kindes zum Vater ist die große Revolution, die das Christentum in das religiöse Bewusstsein des Menschen bringt. Gegenüber dem Geheimnis Gottes, das uns fasziniert und zugleich klein erscheinen lässt, brauchen wir keine Angst zu haben. Gott ist Vater, aber auf eine Art, die jede menschliche Weise übersteigt. So zeigt uns das Gleichnis vom verlorenen Sohn den barmherzigen Vater, der nur Liebe ist für seine Kinder. Dies mag ein Grund sein, dass auch der Apostel Paulus die von Jesus gebrauchte Anrede für den Vater „Abba“ wiedergibt, ohne diesen aramäischen Ausdruck zu übersetzen. Gott ist Vater, sogar dann, wenn wir meinen, ohne ihn auszukommen. Denn Gott selbst will nie ohne uns Menschen sein. Wie uns Jesus lehrt, können wir uns immer an den Vater wenden und ihn vertrauensvoll bitten. Er sorgt für uns und verlässt uns nicht. So ist die Vaterschaft Gottes Quell unserer Hoffnung.
Santo Padre:
Un saluto caloroso rivolgo ai pellegrini provenienti dai paesi di lingua tedesca. Gesù ci ha fatto il grande dono di poter chiamare Dio “Padre”. Egli è un Padre che sempre ci guarda con amore e si prende cura di noi. Vogliamo vivere questa certezza ogni giorno e portare questa speranza ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Lo Spirito Santo renda tutti noi veri figli e figlie di Dio.
Speaker:
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger aus den Ländern deutscher Sprache. Jesus hat uns das große Geschenk gemacht, dass wir Gott Vater nennen dürfen. Er ist ein Vater, der immer in Liebe auf uns schaut und für uns sorgt. Wir wollen aus dieser Gewissheit jeden Tag leben und diese Hoffnung zu unseren Brüdern und Schwestern bringen. Der Heilige Geist mache uns alle zu wahren Kindern Gottes.
[00876-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas
El modo de rezar de Jesús atraía la atención de sus discípulos y un día le pidieron que les enseñase cómo hacerlo. Él les enseñó el «Padre Nuestro», la oración cristiana por excelencia. En la sencilla invocación «Padre» se resume todo el misterio de nuestra oración.
Con Jesús podemos llamar a Dios: «Abba», que es un término que muestra confianza y cercanía, y que podríamos traducir por «papá». Dios es nuestro «papá», y llamarlo así nos pone en estrecha relación con él, como un niño que se siente amado y protegido por su padre.
Jesús en la parábola del padre misericordioso nos presenta a Dios como un Padre bueno. No actúa al modo humano, sino a la manera divina, «amando» de forma diferente. Cuando el hijo pródigo vuelve a casa, después de haber derrochado todos sus bienes, el padre sale a recibirlo y no le aplica criterios de justicia humana, sino que lo perdona y lo abraza, mostrándole cuánto ha sentido su ausencia. Este es el misterio insondable de Dios que no puede dejar de amar a sus hijos. Esta certeza es la base de nuestra esperanza.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica.
Los invito a dirigirse a Dios, nuestro Padre, en todo momento y circunstancia. No nos encerremos en nosotros mismos, sino que acudamos con confianza a él, que como Padre bueno nos mira con amor y nunca nos abandona.
Muchas gracias.
[00877-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Jesus ensinou-nos a tratar Deus por Pai, ou melhor, por Papá (na língua dele: Abbá). Quem não recorda a oração que Ele nos ensinou: o Pai-Nosso? A paternidade de Deus é fonte da nossa esperança. Como vemos no Evangelho, Deus não consegue estar sem nós. Nunca estamos sozinhos. Podemos viver afastados d’Ele, ou mesmo estar contra Ele; podemos até professar-nos como pessoas «sem Deus». Mas Ele não pode estar sem nós. Pensemos na parábola do Pai misericordioso. Quando o filho pródigo, depois de ter gasto tudo, regressa à casa onde nasceu, o pai não aplica critérios de justiça humana, mas primariamente sente a necessidade de perdoar e, com o seu abraço, faz o filho perceber que, durante todo o tempo da sua ausência, sentiu falta dele, o seu amor de Pai sofreu. Como Jesus ensinou e viveu, Deus é Pai, mas não à nossa maneira humana: nenhum pai deste mundo se teria comportado como o Protagonista da referida parábola. Deus não pode estar sem nós; sente a nossa falta. Ele nunca será um Deus «sem o homem». Esta certeza é a fonte da nossa esperança, que encontramos espelhada em todas as invocações do Pai-Nosso. Quando precisamos de ajuda, Jesus não nos diz para nos resignarmos e fecharmos em nós mesmos, mas ensina-nos a elevar ao Pai do Céu uma súplica confiante. Todas as nossas necessidades, desde as mais evidentes e diárias como a alimentação, a saúde, o trabalho, até à necessidade de sermos perdoados e sustentados contra as tentações, não são uma prova de que estamos abandonados e sozinhos, mas há um Pai amoroso nos Céus que sempre olha por nós e nunca nos abandona.
Santo Padre:
Cari pellegrini venuti dal Brasile e voi tutti qui presenti di lingua portoghese, benvenuti! La risurrezione di Cristo ci ha aperto la strada oltre la morte; abbiamo così sgombra la strada fino al Cielo. Nulla vi impedisca di vivere e crescere nell’amicizia del Padre celeste, e di testimoniare a tutti la sua infinita bontà e misericordia. Su di voi e sulle vostre famiglie, scenda copiosa la sua Benedizione.
Speaker:
Amados peregrinos vindos do Brasil e todos vós que aqui vos encontrais de língua portuguesa, sede benvindos! A ressurreição de Cristo abriu-nos a estrada para além da morte; e assim temos a estrada desimpedida até ao Céu. Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade do Pai celeste, e testemunhar a todos a sua infinita bondade e misericórdia! Sobre vós e vossas famílias, desça abundante a sua Bênção.
[00878-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، لقد تأثّر التّلاميذ برؤية يسوع ينفرد و"ينغمس" في الصّلاة خصوصًا في الصّباح والمساء. لذلك وفي أحد الأيّام سألوه أن يعلّمهم أن يصلّوا. عندها نقل يسوع لهم تلك التي أصبحت الصّلاة المسيحيّة بامتياز: "صلاة الأبانا". في الواقع، يقدّم لنا لوقا، مقارنة مع متى، صلاة يسوع بشكل مختصر، التي تبدأ بالدّعاء البسيط "أيّها الآب". إنّ سرّ الصلاة المسيحيّة كلّه يُلخّص هنا، في هذه الكلمة: الشّجاعة بأن ندعو الله باسم الأب. لأننا عندما ندعوه كـ "أب" يضعنا هذا الأمر في علاقة انسجام معه، كطفل يتوجّه إلى أبيه، عالمًا أنّ أباه يحبّه ويعتني به. هذه هي الثّورة الكبيرة التي تطبعها المسيحيّة في نفسيّة الإنسان الدينيّة. أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، نحن لسنا وحدنا. يمكننا أن نكون بعيدين وعدائيّين ويمكننا أن نعلن أنّنا "بدون إله". لكنّ إنجيل يسوع المسيح يُظهر لنا أنّ الله لا يمكنه أن يبقى بدوننا: هو لن يكون إلهًا أبدًا "بدون الإنسان". هذا اليقين هو مصدر رجائنا الذي نجده محفوظًا في دعاءات "صلاة الأبانا" كلّها. وبالتالي فعندما نكون بحاجة لمساعدة ما، يقول لنا يسوع أن نتوجّه إلى الآب ونطلب منه بثقة لأنّه أب ينظر إلينا بمحبّة على الدّوام ولن يتركنا بالتّأكيد.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, in qualunque situazione della vita, non dobbiamo dimenticare che non smetteremo mai di essere figli di Dio, figli di un Padre che ci ama e attende il nostro ritorno. Anche nella situazione più brutta della vita, Dio ci attende e vuole abbracciarci. Il Signore vi benedica!
Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصّةً بالقادمينَ من الشّرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، في أيّة مرحلة من حياتنا، لا ينبغي علينا أن ننسى أنّنا نبقى على الدّوام أبناء لله، أبناء أب يحبّنا وينتظر عودتنا. حتى في أسوء حالات حياتنا الله ينتظرنا ويريد أن يعانقنا... ليبارككُم الرّبّ!
[00879-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, w modlitwie Pana Jezusa musiało było coś fascynującego. Pewnego dnia Jego uczniowie poprosili, aby także ich nauczył się modlić. Polecił im odmawiać: „Ojcze nasz”. Przyzywanie Boga imieniem „Ojcze” stawia nas w zażyłej relacji z Nim – w relacji dziecka, które zwraca się do swojego tatusia i wie, że jest przez niego kochane, otoczone opieką. Nazywanie Boga „Ojcem”, to wielka rewolucja w psychologii religijnej człowieka. W przypowieści o miłosiernym Ojcu, Pan Jezus ukazuje Boga, który potrafi być dla swoich dzieci wyłącznie miłością. Gdy marnotrawny syn powraca do domu, ojciec nie stosuje kryteriów ludzkiej sprawiedliwości, ale daje synowi do zrozumienia, że przez cały czas bardzo za nim tęsknił. Mówiąc o Bogu, Pan Jezus użył aramejskiego słowa „Abbà”, które należy rozumieć, jak wspomniane „tatusiu”, „tato”. Modlitwa „Ojcze nasz”, której nauczył nas Pan Jezus wskazuje, że Bóg bardzo potrzebuje człowieka, oczekuje jego miłości. Wszystkie nasze potrzeby, o które prosimy w wezwaniach tej modlitwy, od tych najbardziej oczywistych i powszednich, takich jak zdrowie, żywność, praca, aż po uzyskanie przebaczenia i wsparcie w pokusach są odzwierciedleniem, że Bóg jest Dobrym Ojcem, który nas kocha, zna nasze potrzeby, zawsze patrzy na nas z miłością, nigdy nas nie opuszcza. Niech to będzie źródłem i umocnieniem naszej nadziei.
Santo Padre:
Do il mio cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. In modo particolare saluto l’Associazione Comunità Regina della Pace di Radom, che, ispirandosi alle 12 stelle nella corona di Maria, Regina della Pace sta realizzando 12 centri di Adorazione Eucaristica e preghiera perpetua per la pace nei punti più infuocati del mondo. Su loro richiesta, ho benedetto oggi l’altare Adoratio Domini in unitate et pace, destinato al Santuario della Madonna del Rosario a Namyang in Corea del Sud. In questo mese di giugno, dedicato alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, non manchi la preghiera di ciascuno per la pace. Sia lodato Gesù Cristo.
Speaker:
Witam serdecznie pielgrzymów polskich. Szczególnie pozdrawiam Stowarzyszenie Comunità Regina della Pace z Radomia. W ramach podjętej inicjatywy 12 Gwiazd w koronie Maryi Królowej Pokoju realizuje ono projekt ustanowienia w świecie 12 centrów adoracji Eucharystii i nieustannej modlitwy o pokój, w miejscach najbardziej zapalnych. Na ich prośbę poświęciłem dzisiaj ołtarz adoracji: Adoratio Domini in unitate et pace przeznaczony dla Sanktuarium Matki Bożej Różańcowej w Namyang w Korei Południowej. Niech waszej modlitwy o pokój nie zabraknie podczas nabożeństw czerwcowych, poświęconych szczególnej czci Serca Pana Jezusa. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[00880-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, che partecipano al Capitolo Generale e i giovani atleti del Pellegrinaggio Macerata-Loreto con la “fiaccola della pace”, accompagnati dal Vescovo Mons. Nazzareno Marconi.
Saluto i Frati Minori Conventuali; i gruppi parrocchiali, in particolare i fedeli di San Cipriano Picentino e quelli di Airola, che ricordano il centenario della festa della Santissima Addolorata, come pure i partecipanti al Convegno internazionale di Ginecologia.
Accolgo con gioia i bambini di Oncologia Pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia; gli sbandieratori di Mappano di Caselle e gli studenti, in particolare i ragazzi dell’Istituto Cangemi di Boscoreale. Incoraggio tutti a vivere intensamente l’incontro con il Successore di Pietro per crescere nella fede in Dio Padre misericordioso.
Un pensiero porgo infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Il mese di giugno da poco iniziato ci ricorda la devozione al Sacro Cuore di Gesù: cari giovani, alla scuola di quel Cuore divino crescete nella dedizione al prossimo; cari ammalati, nella sofferenza unite il vostro cuore a quello del Figlio di Dio; e voi, cari sposi novelli, guardate al Cuore di Gesù per imparare l’amore incondizionato.
[00881-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Appello del Santo Padre
Domani, alle ore 13, si rinnova in diversi Paesi l’iniziativa “Un minuto per la pace”, cioè un piccolo momento di preghiera nella ricorrenza dell’incontro in Vaticano tra me, il compianto Presidente israeliano Peres e il Presidente palestinese Abbas. Nel nostro tempo c’è tanto bisogno di pregare – cristiani, ebrei e musulmani – per la pace.
[00882-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0393-XX.02]