Testo in lingua originale
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua tedesca
Traduzione in lingua spagnola
Traduzione in lingua portoghese
Nella serata di ieri, durante il volo che da Fatima lo riportava a Roma, al termine del Pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fátima, in occasione del Centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria, il Santo Padre Francesco ha incontrato i giornalisti a bordo dell’aereo in una conferenza stampa, la cui trascrizione pubblichiamo di seguito:
Testo in lingua originale
Greg Burke:
Grazie, Santità. Sono state 24 ore molto intense. 24 ore dedicate alla Madonna. I portoghesi si sono sentiti molto toccati quando Lei ha detto: “Abbiamo una Madre”. Lei lo sente in modo speciale. Cent’anni fa, la Madonna non è apparsa a tre giornalisti importanti, è apparsa a tre pastorelli. Però abbiamo visto come essi con la loro semplicità e santità sono riusciti a fare arrivare questo messaggio in tutto il mondo. Anche i giornalisti fanno arrivare un messaggio, e si vede dal numero dei Paesi da cui provengono: sono molto curiosi di questo Suo viaggio. Se Lei vuole dire qualcosa prima…
Papa Francesco:
Prima di tutto, buona sera. Grazie. E io vorrei rispondere al maggior numero possibile di domande, così facciamo le cose un po’ in fretta. A me dispiace quando siamo a metà e vengono a dirmi che è tempo dello snack…; ma facciamo tutt’e due le cose insieme. Grazie.
Greg Burke:
Bene. Incominciamo con il gruppo portoghese, con Fátima Campos Ferreira, Radio-Televisione portoghese RTP
Fátima Campos Ferreira:
Que no sé qué me parece quedarme sentada frente al Santo Padre. Bueno, primero muchas gracias por su viaje. Santo Padre, ha venido a Fátima como peregrino para canonizar a Francisco y Jacinta en el año en que se cumplen los cien años de las apariciones. Desde este punto histórico, ¿qué queda ahora para la Iglesia y para el mundo entero? Después, Fátima tiene un mensaje de paz, y el Santo Padre va a recibir en Vaticano los próximos días - el 24 de mayo - al Presidente norteamericano Donald Trump. ¿Qué puede esperar el mundo de este encuentro, y qué espera el Santo Padre de este encuentro? Muchas gracias.
Papa Francesco:
Que Fátima tiene un mensaje de paz, ciertamente. Y llevado a la humanidad por tres grandes comunicadores que tenían menos de 13 años. Lo cual es interesante. Que vine como peregrino, sí. Que la canonización fue una cosa que al principio no estaba planeada porque el proceso del milagro estaba en marcha, pero de golpe las pericias dieron todas positivas y se aceleró… así que se juntaron las cosas. Para mí fue una felicidad muy grande. ¿Qué puede esperar el mundo? Paz. ¿Y de qué voy a hablar yo de aquí en adelante con quien sea? De la paz.
Fátima Ferreira:
¿Y qué queda ahora de ese momento histórico para la Iglesia y para el mundo?
Papa Francesco:
Mensaje de paz. Y quisiera decir una cosa que me tocó el corazón. Antes de embarcarme recibí unos científicos de varias religiones que estaban haciendo estudios en el Observatorio Vaticano de Castel Gandolfo. Incluso agnósticos y ateos. Y un ateo me dijo: “Yo soy ateo”; no me dijo de qué etnia era ni de qué lugar venía. Hablaba en inglés, así que no supe, y no le pregunté. “Le pido un favor: dígale a los cristianos que amen más a los musulmanes”. Eso es un mensaje de paz.
Fátima Ferreira:
¿Eso es lo que va a decir a Trump?
Papa Francesco
[sorride]
Greg Burke:
E ora Aura Miguel, Radio Renascença.
Aura Miguel:
Posso fare la domanda in portoghese, o italiano?
Papa Francesco:
Italiano, meglio.
Aura Miguel:
Allora, Santità, a Fatima Lei si è presentato come “il Vescovo vestito di bianco”. Fino ad adesso, questa espressione si applicava piuttosto alla visione della terza parte del segreto, a san Giovanni Paolo II e ai martiri del XX secolo. Cosa significa adesso la sua identificazione con questa espressione?
Papa Francesco:
Sì, nella preghiera. Quella non l’ho fatta io, l’ha fatta il Santuario. Ma anch’io mi sono chiesto, perché hanno detto questo? E c’è un collegamento, sul bianco: il Vescovo vestito di bianco, la Madonna vestita di bianco, l’albore bianco dell’innocenza dei bambini dopo il battesimo… C’è un collegamento, in quella preghiera, sul colore bianco. Credo – perché non l’ho fatta io – credo che letterariamente hanno cercato di esprimere con il bianco quel desiderio di innocenza, di pace: innocenza, non fare male all’altro, non fare guerra…
Aura Miguel:
C’è una revisione dell’interpretazione del messaggio?
Papa Francesco:
No. Quella visione… credo che l’allora Cardinale Ratzinger, a quel tempo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, abbia spiegato tutto chiaramente. Grazie.
Greg Burke:
La prossima domanda è di Claudio Lavagna di NBC, qui a destra.
Claudio Lavagna:
Santo Padre, salve. Ieri Lei ha chiesto ai fedeli di abbattere tutti i muri. Eppure, il 24 maggio Lei incontra un Capo di Stato che minaccia di costruire i muri: è un po’ contrario alla Sua parola, ma lui ha anche – sembra – opinioni e decisioni diverse da Lei su altri argomenti, ad esempio sulla necessità di agire nei confronti del riscaldamento globale oppure sull’accoglienza dei migranti. Ecco, alla vigilia di questo incontro, Lei, che opinione si è fatto delle politiche che ha adottato il Presidente Trump finora su questi argomenti, e che cosa si aspetta da un incontro con un Capo di Stato che sembra pensare e agire al contrario di Lei?
Papa Francesco:
Ma, la prima domanda è – ma posso rispondere ad ambedue – io mai faccio un giudizio su una persona senza ascoltarla. Credo che io non debba farlo. Nel parlare tra noi usciranno le cose: io dirò cosa penso, lui dirà quello che pensa. Ma io mai, mai ho voluto fare un giudizio senza sentire la persona. E la seconda è che cosa penso…
Claudio Lavagna:
…che cosa pensa in particolare su quegli argomenti come l’accoglienza dei migranti…
Papa Francesco:
Ma questo lo sapete bene!
Claudio Lavagna:
La seconda invece è: cosa si aspetta da un incontro con un Capo di Stato che la pensa al contrario di Lei.
Papa Francesco:
Ci sono sempre delle porte che non sono chiuse. Bisogna cercare le porte che almeno sono un po’ aperte, per entrare e parlare sulle cose comuni e andare avanti. Passo passo. La pace è artigianale: si fa ogni giorno. Anche l’amicizia fra le persone, la conoscenza mutua, la stima è artigianale: si fa tutti i giorni. Il rispetto dell’altro, dire quello che si pensa, ma con rispetto, camminare insieme… Qualcuno la pensa in un certo modo: dire quello, essere molto sinceri in quello che ognuno pensa.
Claudio Lavagna
Lei spera che ammorbidisca le sue decisioni dopo…
Papa Francesco:
Questo è un calcolo politico che io non mi permetto di fare. Anche sul piano religioso, io non sono proselitista. Grazie.
Greg Burke:
Grazie, Santità. Adesso viene Elisabetta Piqué.
Elisabetta Piqué, di La Nación:
Grazie, prima di tutto, per questo viaggio breve e molto intenso. Volevamo domandarLe: oggi è il centenario delle apparizioni della Vergine di Fatima, ma è anche un anniversario importante di un fatto della Sua vita, accaduto 25 anni fa, quando il Nunzio Calabresi Le disse che sarebbe stato Vescovo ausiliare di Buenos Aires: una cosa che ha significato la fine del suo esilio a Cordoba e un grande cambio nella Sua vita. La domanda è: ha mai collegato questo fatto che ha cambiato la Sua vita con la Vergine di Fatima? E se in questi giorni che ha pregato davanti a Lei ha pensato a questo e cosa ce ne può raccontare. Grazie.
Papa Francesco:
Le donne sanno tutto! [ride] Non ho pensato alla coincidenza; soltanto ieri, mentre pregavo davanti alla Madonna, mi sono accorto, che un 13 maggio ho ricevuto la chiamata telefonica del Nunzio, 25 anni fa. Sì. Non so… ho detto: “Ma guarda!”… E ho parlato con la Madonna un po’ di questo, Le ho chiesto perdono per tutti i miei sbagli, anche un po’ del cattivo gusto nel scegliere la gente… [ride]. Ma ieri me ne sono accorto.
Greg Burke:
Nicholas Senèze, di La Croix
Nicholas Senèze:
Grazie, Santo Padre. Torniamo da Fatima per la quale la Fraternità San Pio X ha una grande devozione. Si parla molto di un accordo che darebbe uno statuto ufficiale alla Fraternità nella Chiesa. Alcuni hanno persino immaginato che questo annuncio avrebbe potuto essere dato oggi. Lei, Santità, pensa che questo accordo sarà possibile a breve scadenza? E quali sono ancora gli ostacoli? E quale è per Lei il senso di questa riconciliazione? Sarà il ritorno trionfale di fedeli che mostreranno che cosa significa essere veramente cattolico, o altra cosa?
Papa Francesco:
Ma, io scarterei ogni forma di trionfalismo, no? Alcuni giorni fa, la “feria quarta” della Congregazione per la Dottrina della Fede, la loro sessione – la chiamano “feria quarta” perché si fa di mercoledì – ha studiato un documento, e il documento ancora a me non è arrivato, lo studio del documento. Questa è la prima cosa. Secondo: i rapporti attuali sono fraterni. L’anno scorso io ho dato la licenza per la confessione a tutti loro, anche una forma di giurisdizione per i matrimoni. Ma prima, anche, i problemi, i casi che avevano – per esempio – che dovevano essere risolti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, la stessa Congregazione li portava avanti. Per esempio, abusi: i casi di abuso, loro li portavano da noi; anche per la Penitenzieria Apostolica; anche per la riduzione allo stato laicale di un sacerdote lo portano da noi… Ci sono rapporti fraterni. Con Mons. Fellay ho un buon rapporto, ho parlato parecchie volte… A me non piace affrettare le cose. Camminare, camminare, camminare, e poi si vedrà. Per me non è un problema di vincitori o di sconfitti, no. E’ un problema di fratelli che devono camminare insieme, cercando la formula per fare passi avanti.
Greg Burke:
Grazie, Santità. Adesso Tassilo Forchheimer di ARD:
Tassilo Forchheimer:
Santo Padre, in occasione dell’anniversario della Riforma, i cristiani evangelici e cattolici possono fare un altro tratto di strada insieme? Ci sarà la possibilità di partecipare alla stessa Mensa eucaristica? Alcuni mesi fa, il Cardinale Kasper ha detto che si potrebbe compiere un passo in avanti già durante quest’anno…
Papa Francesco:
Sono stati fatti grandi passi in avanti! Pensiamo alla prima Dichiarazione sulla giustificazione: da quel momento non si è fermato, il cammino. Il viaggio in Svezia è stato molto significativo, perché era proprio l’inizio [delle celebrazioni], e anche una commemorazione con la Svezia. Anche lì, significativo per l’ecumenismo del cammino, cioè il camminare insieme con la preghiera, con il martirio e con le opere di carità, con le opere di misericordia. E lì la Caritas luterana e la Caritas cattolica hanno fatto un accordo di lavorare insieme: questo è un grande passo! Ma si aspettano passi, sempre. Lei sa che Dio è il Dio delle sorprese. Mai dobbiamo fermarci, sempre andare avanti. Pregare insieme, testimoniare insieme, fare le opere di misericordia insieme, che è annunziare la carità di Gesù Cristo, annunziare che Gesù Cristo è il Signore, l’unico Salvatore, e che la grazia soltanto viene da Lui… E in questo cammino i teologi continueranno a studiare, ma in cammino si deve andare. Con il cuore aperto alle sorprese…
Greg Burke:
Grazie, Santità. Adesso viene Mimmo Muolo, di Avvenire:
Mimmo Muolo:
Buona sera, Santità. Le faccio una domanda a nome del gruppo italiano. Ieri e oggi a Fatima abbiamo visto una grande testimonianza di fede popolare, insieme a Lei; la stessa che si riscontra, per esempio, anche in altri Santuari mariani come Medjugorje. Che cosa pensa di quelle apparizioni – se sono state apparizioni – e del fervore religioso che hanno suscitato, visto che ha deciso di nominare un Vescovo delegato per gli aspetti pastorali? E se mi posso permettere una seconda questione, che so che sta molto a cuore anche a Lei, oltre che a noi italiani: vorrei sapere, le ONG sono state accusate di collusioni con gli scafisti trafficanti di uomini. Che cosa ne pensa? Grazie.
Papa Francesco:
Incomincio con la seconda. Io ho letto sul giornale che sfoglio al mattino che c’era questo problema, ma ancora non conosco i dettagli come sono. E per questo non posso opinare. So che c’è un problema e che le indagini vanno avanti. Auguro che proseguano e che tutta la verità venga fuori. La prima? Medjugorje. Tutte le apparizioni o le presunte apparizioni appartengono alla sfera privata, non sono parte del Magistero pubblico ordinario della Chiesa. Medjugorje: è stata fatta una commissione presieduta dal Cardinale Ruini. L’ha fatta Benedetto XVI. Io, alla fine del ’13 o all’inizio del ’14, ho ricevuto dal Cardinale Ruini il risultato. Una commissione di bravi teologi, vescovi, cardinali. Bravi, bravi, bravi. Il rapporto-Ruini è molto, molto buono. Poi, c’erano alcuni dubbi nella Congregazione per la Dottrina della Fede e la Congregazione ha giudicato opportuno inviare a ognuno dei membri del congresso, di questa “feria quarta”, tutta la documentazione, anche le cose che sembravano contro il rapporto-Ruini. Io ho ricevuto la notificazione: ricordo che era un sabato sera, in tarda serata. Non mi è sembrato giusto: era come mettere all’asta – scusatemi la parola – il rapporto-Ruini, che era molto ben fatto. E domenica mattina il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha ricevuto una lettera da me, in cui gli chiedevo di dire che invece di inviare alla “feria quarta” inviassero a me, personalmente, le opinioni. Queste opinioni sono state studiate, e tutte sottolineano la densità del rapporto-Ruini. Sì, principalmente si devono distinguere tre cose. Sulle prime apparizioni, quando [i “veggenti”] erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare. Circa le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi. Io personalmente sono più “cattivo”: io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora… questa non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore. E questo lo dico come opinione personale. Ma chi pensa che la Madonna dica: “Venite che domani alla tale ora dirò un messaggio a quel veggente”; no. [Nel rapporto-Ruini si] distinguono le due apparizioni. E terzo, il nocciolo vero e proprio del rapporto-Ruini: il fatto spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita… Per questo non c’è una bacchetta magica, e questo fatto spirituale-pastorale non si può negare. Adesso, per vedere le cose con tutti questi dati, con le risposte che mi hanno inviato i teologi, si è nominato questo Vescovo – bravo, bravo perché ha esperienza – per vedere la parte pastorale come va. E alla fine, si dirà qualche parola.
Mimmo Muolo:
Santità, grazie anche per la benedizione ai miei concittadini che La ringraziano: l’hanno vista e sono molto contenti.
Papa Francesco:
Grazie.
Greg Burke:
Santità, adesso se io posso fare il cattivo, abbiamo fatto tutti i gruppi linguistici e sono le sei…
Papa Francesco:
Ah, c’è tempo ancora …
Greg Burke:
C’è una domanda…
Papa Francesco:
Una o due …
Greg Burke:
Joshua McElwee, del National Catholic Reporter
Joshua McElwee:
Grazie, Santo Padre. La mia domanda: l’ultimo membro della Commissione per la tutela dei minori, che è stata abusata da un prete, si è dimessa a marzo. La Signora Marie Collins, ha detto che doveva dimettersi perché gli officiali in Vaticano non mettevano in atto i consigli della Commissione che Lei, Santo Padre, ha approvato. Ho due domande. Di chi è la responsabilità? E cosa sta facendo Lei, Santo Padre, per assicurare che i preti e i vescovi in Vaticano mettano in atto le Sue raccomandazioni, consigliate dalla Sua Commissione?
Papa Francesco:
Vero. Marie Collins mi ha spiegato bene la cosa. Io ho parlato con lei: è una brava donna. Lei continua a lavorare nella formazione con i sacerdoti su questo punto. E’ una brava donna, che vuole lavorare. Ha fatto questa accusa, e un po’ di ragione ce l’ha. Perché? Perché ci sono tanti casi in ritardo, perché si ammucchiavano… Poi, in questo tempo si è dovuto fare la legislazione per questo: cosa devono fare i vescovi diocesani? Oggi in quasi tutte le diocesi c’è il Protocollo da seguire in questi casi: è un progresso grande. Così i dossier vengono fatti bene. Questo è un passo. Un altro passo: c’è poca gente, c’è bisogno di più gente capace per questo, e il Segretario di Stato sta cercando, e anche il Cardinale Müller, di presentare nuove persone. L’altro giorno sono stati ammessi due o tre in più. Si è cambiato il direttore dell’Ufficio disciplinare, che era bravo, era bravissimo, ma era un po’ stanco: è tornato nella sua patria per fare lo stesso lavoro con il suo episcopato. E il nuovo – è un irlandese, Mons. Kennedy – è una persona molto brava, molto efficiente, veloce, e questo aiuta abbastanza. Poi c’è un’altra cosa. A volte, i vescovi inviano; se il Protocollo va bene, va subito alla “feria quarta”, e la “feria quarta” studia e decide. Se il Protocollo non va bene, deve tornare indietro e bisogna rifarlo. Per questo si pensa in aiuti continentali, o due per continente: per esempio, in America Latina, uno in Colombia, un altro in Brasile… Sarebbero come pre-tribunali o tribunali continentali. Ma questo è in pianificazione. E poi, sta bene: lo studia la “feria quarta” e si toglie lo stato clericale al sacerdote, che torna in diocesi e fa ricorso. Prima, il ricorso lo studiava la stessa “feria quarta” che aveva dato la sentenza, ma questo è ingiusto. E ho creato un altro tribunale e ho messo a capo una persona indiscutibile: l’Arcivescovo di Malta, Mons. Scicluna, che è uno dei più forti contro gli abusi. E in questo secondo tribunale – perché dobbiamo essere giusti – colui che fa ricorso ha diritto ad avere un difensore. Se questo approva la prima sentenza, è finito il caso. Soltanto rimane [la facoltà di scrivere] una lettera, chiedendo la grazia al Papa. Io non ho mai firmato una grazia. Così come stanno le cose, stiamo andando avanti. Marie Collins in quel punto aveva ragione; ma noi, anche, eravamo sulla strada. Ma ci sono duemila casi ammucchiati! Grazie.
Greg Burke:
Santità, però adesso dobbiamo andare …
Papa Francesco:
Ma chi era quello, chi aspettava?
Greg Burke:
Una portoghese …
Papa Francesco:
Eh, poveretta …
Greg Burke:
Va bene …
Joana Haderer, Agencia portoghese Lusa:
Gracias, Santo Padre. Le voy a hablar en español porque es más fácil para mí. Le voy a hacer una pregunta sobre el caso de Portugal, pero creo que se aplica a muchas sociedades occidentales nuestras. En Portugal, casi todos los portugueses se identifican como católicos, casi todos, casi el 90%; pero la forma como la sociedad se organiza, las decisiones que tomamos… muchas veces son contrarias a las orientaciones de la Iglesia. Me refiero al matrimonio de los homosexuales, a la despenalización del aborto. Ahora mismo vamos a empezar a discutir la eutanasia. ¿Cómo ve esto?
Papa Francesco:
Yo creo que es un problema político. Y que también la conciencia católica no es una conciencia a veces de pertenencia total a la Iglesia, y que detrás de eso no hay una catequesis matizada, una catequesis humana… O sea, el catecismo de la Iglesia católica es un ejemplo de lo que es una cosa seria y matizada. Creo que es falta de formación y también cultura. Porque es curioso: en algunas otras regiones – pienso en Italia, alguna por América Latina –, que… Son muy católicos, pero son anticlericales… “i mangiapreti” que (ríe). Es un fenómeno que se da. A veces, e …
Joana Haderer:
¿Y le preocupa?
Papa Francesco:
Claro que me preocupa. Por eso digo a los sacerdotes – lo habrán leído –: “Huyan del clericalismo”. Porque el clericalismo aleja a la gente. “Huyan del clericalismo”, y añado: es una peste en la Iglesia. Pero acá es trabajo también de catequesis, de concienciación, de diálogo, incluso de valores humanos. Gracias. Les agradezco muchísimo el trabajo y la agudeza de las preguntas. Gracias.
Greg Burke:
Grazie a Lei, Santitá.
Papa Francesco:
Y recen por mí, no se olviden.
[00740-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francesce
Greg Burke:
Fátima Campos Ferreira, Radiotélévision portugaise
Fátima Campos Ferreira:
Vous êtes venus à Fatima comme pèlerin pour canoniser Francisco et Jacinta à l’occasion du centenaire des apparitions. A partir de ce moment historique, que reste-t-il à présent pour l’Église et pour le monde entier? Ensuite, vous recevrez bientôt au Vatican — le 24 mai — le président des Etats-Unis, Donald Trump. Qu’est-ce que le monde peut attendre de cette rencontre, et qu’attendez-vous personnellement?
Saint Père:
Que Fatima a un message de paix, cela est certain. Apporté à l’humanité par trois grands communicateurs qui avaient moins de treize ans. Que je suis venu comme pèlerin, oui. Que la canonisation a été une chose qui n’était pas au programme au début, parce que le procès du miracle était en cours, mais très rapidement, les expertises se sont révélées toutes positives et le procès s’est accéléré... Les choses sont allées ainsi. Pour moi, cela a été une très grande joie. Que peut attendre le monde? La paix. Et de quoi parlerai-je à partir d’aujourd’hui avec quiconque? De la paix.
Fátima Campos Ferreira:
Que reste-t-il à présent de ce moment historique pour l’Église et pour le monde?
Saint Père:
Un message de paix. Et je voudrais dire que cela a touché mon cœur. Avant d’embarquer, j’ai reçu des scientifiques de diverses religions qui faisaient des études à l’Observatoire vatican de Castel Gandolfo. Il y avait même des agnostiques et des athées. Et un athée m’a dit: «Je suis athée», il ne m’a pas dit de quelle ethnie ou de quel lieu il venait. Il parlait en anglais, je ne le savais pas et je ne lui ai pas demandé: «Je vous demande une faveur: demandez aux chrétiens d’aimer davantage les musulmans». Cela est un message de paix.
Fátima Campos Ferreira:
Et que direz-vous au président Trump?
[le Pape sourit]
Greg Burke:
Aura Miguel, Rádio Renascença
Aura Miguel:
À Fatima, vous vous êtes présenté comme «l’évêque vêtu de blanc». Jusqu’à présent, cette expression s’appliquait plutôt à la vision de la troisième partie du secret, à Jean-Paul II et aux martyrs du XXe siècle. Que signifie à présent votre identification avec cette expression?
Saint Père:
Oui, dans la prière. Ce n’est pas moi qui l’ai écrite, c’est le sanctuaire. Mais moi aussi, je me suis demandé, pourquoi ont-ils dit cela? Et il y a un lien, sur le blanc: l’évêque vêtu de blanc, la Vierge vêtue de blanc, la lueur blanche de l’innocence des enfants après le baptême... Il y a un lien, dans cette prière, avec la couleur blanche. Je crois — parce que ce n’est pas moi qui l’ai composée — je crois qu’ils ont cherché littéralement à exprimer à travers le blanc ce désir d’innocence, de paix: innocence, ne pas faire de mal à l’autre, ne pas faire la guerre...
Aura Miguel:
Y a-t-il une révision de l’interprétation du message?
Saint Père:
Non. Cette vision... je crois qu’à l’époque, le cardinal Ratzinger, qui était alors préfet de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, a tout expliqué clairement. Merci.
Greg Burke:
Claudio Lavagna, NBC
Claudio Lavagna:
Quelle opinion avez-vous des politiques qu’a adoptées le président Trump et qu’attendez-vous d’une rencontre avec un chef d’État qui semble penser et agir à l’opposé de vous?
Saint Père:
Et bien, la première question — mais je peux répondre aux deux — je ne forme jamais de jugement sur une personne sans l’avoir écoutée. Je pense qu’il ne faut pas le faire. En parlant entre nous, les choses sortiront: je dirai ce que je pense, il dira ce qu’il pense. Mais je n’ai jamais, jamais voulu prononcer de jugement sans écouter les personnes. Et la deuxième question est ce que je pense...
Claudio Lavagna:
Ce que vous pensez en particulier sur des thèmes comme l’accueil des migrants...
Saint Père:
Mais cela, vous le savez bien!
Claudio Lavagna:
La deuxième question en revanche est: qu’attendez-vous d’une rencontre avec un chef d’Etat qui pense le contraire de vous.
Saint Père:
Il y a toujours des portes qui ne sont pas fermées. Il faut chercher les portes qui sont au moins un peu ouvertes, pour entrer et parler de choses communes et aller de l’avant pas à pas. La paix est artisanale: elle se fait chaque jour. L’amitié entre les personnes aussi, la connaissance réciproque, l’estime est artisanale: elle se fait tous les jours. Le respect de l’autre, dire ce que l’on pense, mais avec respect, marcher ensemble... Certains ont une opinion bien précise: dire cela, être sincères dans ce que chacun pense.
Claudio Lavagna:
Vous espérez qu’il assouplira ses décisions après...
Saint Père:
Cela est un calcul politique que je ne me permets pas de faire. Sur le plan religieux également, je ne fais pas de prosélytisme. Merci.
Greg Burk:
Elisabetta Piqué, La Nación
Elisabetta Piqué:
Aujourd’hui est célébré le centenaire des apparitions de la Vierge à Fatima, mais c’est également l’anniversaire important d’un fait privé de votre vie, qui a eu lieu il y a 25 ans, quand le nonce, Mgr Calabresi, vous a annoncé que vous seriez évêque auxiliaire de Buenos Aires. Avez-vous jamais fait le lien entre cet événement qui a changé votre vie et la Vierge de Fatima? Au cours de ces jours où vous avez prié devant elle, avez-vous pensé à cela et pouvez-vous nous en parler?
Saint Père:
Les femmes savent tout! [le Pape rit] Je n’ai pas pensé à la coïncidence; ce n’est qu’hier, alors que je priais devant la Vierge, que je me suis rappelé qu’un 13 mai, j’ai reçu un appel téléphonique du nonce, il y a 25 ans. Oui. Je ne sais pas... J’ai dit: «Tiens donc!»... Et j’ai parlé un peu avec la Vierge de cela. Je lui ai demandé pardon pour toutes mes erreurs, et aussi un peu pour mon manque de goût à choisir les personnes... [le Pape rit]. Mais je m’en suis rappelé hier.
Greg Burk:
Nicolas Senèze, La Croix
Nicolas Senèze:
Revenons à Fatima pour laquelle la Fraternité Saint Pie X a une grande dévotion. On parle beaucoup d’un accord qui donnerait un statut officiel à la fraternité lefébvrienne dans l’Eglise. Pensez-vous que cela sera possible prochainement? Quels sont les obstacles qui existent encore? Et quel est pour vous le sens de cette réconciliation? S’agira-t-il du retour triomphal de fidèles qui montreront ce que cela signifie d’être véritablement catholique ou d’autre chose?
Saint Père:
Mais moi, j’écarterais toute forme de triomphalisme, non? Il y a quelques jours, la «feria quarta» de la Congrégation pour la doctrine de la foi, leur session — ils l’appellent la «feria quarta» parce qu’elle a lieu le mercredi — a étudié un document et le document ne m’est pas encore parvenu, l’étude du document. C’est la première chose. Deuxièmement: les relations actuelles sont fraternelles. L’an dernier, j’ai accordé l’autorisation à tous pour la confession, également une forme de juridiction pour les mariages. Mais auparavant, également, les problèmes, les cas qu’ils avaient — par exemple — qui devaient être résolus par la Congrégation pour la doctrine de la foi, c’est la Congrégation qui s’en chargeait. Par exemple les abus: ils nous soumettaient les cas d’abus; pour la Pénitencerie apostolique également, pour la réduction à l’état laïc d’un prêtre, ils nous les soumettent... Il y a des relations fraternelles. Avec Mgr Fellay, j’ai un bon rapport, je lui ai parlé plusieurs fois... Je n’aime pas hâter les choses. Marcher, marcher, marcher, puis on verra. Pour moi, ce n’est pas une question de vainqueurs ou de vaincus, non. C’est un problème de frères qui doivent marcher ensemble, en cherchant la formule pour accomplir des pas en avant.
Greg Burke:
Tassilo Forchheimer, ARD
Tassilo Forchheimer:
A l’occasion de l’anniversaire de la réforme, les chrétiens évangéliques et catholiques peuvent-ils faire un autre bout de chemin ensemble? Arrivera-t-on à la possibilité de participer à la même table eucharistique?
Saint Père:
De grands pas en avant ont été accomplis! Pensons à la première Déclaration sur la justification: à partir de ce moment, le chemin ne s’est plus arrêté. Le voyage en Suède a été très significatif, car c’était précisément le début [des célébrations], et également une commémoration avec la Suède. Là aussi, un voyage significatif pour l’œcuménisme du chemin, c’est-à-dire marcher ensemble avec la prière, avec le martyre et avec les œuvres de charité, avec les œuvres de miséricorde. Et à cette occasion, la Caritas luthérienne et la Caritas catholique ont établi un accord pour travailler ensemble: c’est un grand pas! Mais on attend d’autres pas, toujours. Vous savez que Dieu est le Dieu des surprises. Nous ne devons jamais nous arrêter, toujours aller de l’avant. Prier ensemble, témoigner ensemble, accomplir des œuvres de miséricorde ensemble, ce qui signifie annoncer la charité de Jésus Christ, annoncer que Jésus Christ est le Seigneur, l’unique Sauveur, et que la grâce ne vient que de Lui... Et sur ce chemin, les théologiens continueront à étudier, mais il faut se mettre en chemin. Avec le cœur ouvert aux surprises...
Greg Burke:
Mimmo Muolo, Avvenire
Mimmo Muolo:
À Fatima, nous avons vu un grand témoignage de foi populaire; le même que l’on rencontre dans d’autres sanctuaires mariaux comme Medjugorje. Que pensez-vous de ces apparitions — s’il s’est agi d’apparitions — et de la ferveur religieuse qu’elles ont suscitée, étant donné que vous avez décidé de nommer un évêque délégué pour les aspects pastoraux? Et une deuxième question: je voudrais savoir ce que vous pensez des ong accusées de collusions avec les passeurs trafiquant d’hommes.
Saint Père:
Je commence par la deuxième. J’ai lu dans le journal que je parcours le matin qu’il existait ce problème, mais je ne connais pas encore les détails tels qu’ils sont. C’est pourquoi je ne peux pas donner une opinion. Je sais qu’il existe un problème et que les enquêtes vont de l’avant. Je souhaite qu’elles se poursuivent et que toute la vérité soit faite. La première? Medjugorje. Toutes les apparitions, ou présumées apparitions, appartiennent au domaine privé, elles ne font pas partie du Magistère public ordinaire de l’Église. Medjugorje: une commission a été formée, présidée par le cardinal Ruini. C’est Benoît XVI qui l’a créée. A la fin de 2013 ou au début de 2014, j’ai reçu le résultat du cardinal Ruini. Une commission de bons théologiens, évêques, cardinaux. Bons, bons, bons. Le rapport-Ruini est très, très bon. Mais il y avait certains doutes au sein de la Congrégation pour la doctrine de la foi et la Congrégation a jugé opportun d’envoyer à chacun des membres du congrès, de cette «feria quarta», toute la documentation, également les choses qui semblaient contre le rapport-Ruini. J’ai reçu la notification: je me souviens que c’était un samedi soir, en fin de soirée. Cela ne m’a pas semblé juste: c’était comme mettre aux enchères — passez-moi le terme — le rapport-Ruini, qui était très bien fait. Et le dimanche matin, le préfet de la Congrégation pour la doctrine de la foi a reçu une lettre de ma part, dans laquelle je lui demandais de dire qu’au lieu d’envoyer à la «feria quarta», on devait m’envoyer à moi, personnellement les opinions. Ces opinions ont été étudiées et toutes soulignent la richesse du rapport-Ruini. Oui, on doit principalement distinguer trois choses. À propos des premières apparitions, quand [les «voyants»] étaient des jeunes gens, le rapport dit plus ou moins que l’on doit continuer à enquêter. À propos des présumées apparitions actuelles, le rapport a ses doutes. Je suis personnellement plus «méchant»: je préfère la Vierge mère, notre mère, et non la Vierge chef d’un bureau télégraphique qui tous les jours envoie un message à telle heure... ce n’est pas la maman de Jésus. Et ces présumées apparitions n’ont pas beaucoup de valeur. Je dis cela en tant qu’opinion personnelle. Mais celui qui pense que la Vierge dit: «Venez demain à telle heure, je dirai un message à ce voyant»; non. [Dans le rapport-Ruini] on distingue les deux apparitions. Et troisièmement, le véritable noyau du rapport-Ruini: le fait spirituel, le fait pastoral, des personnes qui vont là-bas et qui se convertissent, des personnes qui rencontrent Dieu, qui changent de vie... Pour cela il n’y a pas de baguette magique, et ce fait spirituel-pastoral ne peut être nié. À présent, pour analyser les choses avec toutes ces données, avec les réponses que m’ont envoyées les théologiens, on a nommé cet évêque — brave, très brave parce qu’il a de l’expérience — pour voir comment se passe la partie pastorale. Et à la fin, on dira quelques mots.
Greg Burke:
Joshua McElwee, National Catholic Reporter
Joshua McElwee:
Le dernier membre de la commission pour la protection des mineurs a démissionné en mars. Qui en est responsable? Et que faites-vous pour assurer que les prêtres et les évêques au Vatican mettent en œuvre vos recommandations?
Saint Père:
C’est vrai. Marie Collins m’a bien expliqué la chose. J’ai parlé avec elle: c’est une brave femme. Elle continue à travailler dans la formation avec les prêtres sur ce thème. C’est une brave femme qui veut travailler. Elle a formulé cette accusation, et elle a un peu raison. Pourquoi? Parce qu’il y a beaucoup de cas en retard, parce qu’ils s’accumulaient... Ensuite, pendant ce temps on a dû formuler une législation pour cela: que doivent faire les évêques diocésains? Aujourd’hui, dans presque tous les diocèses il existe un protocole à suivre dans ces cas: c’est un grand progrès. Ainsi, les dossier sont bien préparés. Cela est un pas. Un autre pas: il y a peu de personnes, on a besoin de plus de personnes compétentes pour cela, et le secrétaire d’Etat est en train de chercher, et le cardinal Müller aussi, à présenter de nouvelles personnes. L’autre jour, deux ou trois ont été admises en plus. On a changé le directeur du bureau disciplinaire, qui était brave, très brave, mais il était un peu fatigué: il est reparti dans son pays pour faire le même travail avec son épiscopat. Et le nouveau — c’est un irlandais, Mgr Kennedy — est une personne très brave, très efficace, rapide, et cela aide assez. Ensuite, il y a autre chose. Parfois les évêques envoient les dossiers; si le protocole est bien suivi, il va immédiatement à la «feria quarta», et la «feria quarta» étudie et décide. Si le protocole n’est pas bien suivi, le dossier doit être renvoyé et il faut le refaire. C’est pourquoi on pense à des aides continentales, ou à deux par continent: par exemple, en Amérique latine, une en Colombie, une autre au Brésil... Ce serait comme des pré-tribunaux ou des tribunaux continentaux. Mais cela est en cours d’organisation. Ensuite, quand le dossier est bien préparé, la «feria quarta» l’étudie et l’on ôte l’état clérical au prêtre, qui retourne dans son diocèse et fait appel. Avant, l’appel était étudié par la même «feria quarta» qui avait formulé la sentence, mais cela est injuste. C’est pourquoi j’ai créé un autre tribunal et j’ai placé à sa tête une personne indiscutable: l’archevêque de Malte, Mgr Scicluna, qui est l’un des plus compétents contre les abus. Et dans ce deuxième tribunal — parce que nous devons être justes — celui qui fait appel a droit à un défenseur. Si celui-ci approuve la première sentence, le cas est terminé. Il reste seulement [la faculté d’écrire] une lettre pour demander la grâce au Pape. Je n’ai jamais signé une grâce. Nous allons de l’avant de cette manière dont sont organisées les choses. Sur ce point Marie Collins avait raison; mais nous étions nous aussi en chemin. Mais deux mille cas se sont accumulés! Merci.
Greg Burke:
Joana Haderer, Agence portugaise Lusa.
Joana Haderer:
Presque tous les Portugais se professent catholiques, presque 90 pour cent; mais la façon dont la société s’organise et les décisions qu’elle prend sont très souvent contraires aux orientations de l’Église. Je me réfère au mariage entre homosexuels et à la dépénalisation de l’avortement. D’ici peu commencera également le débat sur l’euthanasie. Comment tout cela se fait-il?
Saint Père:
Je crois qu’il s’agit d’un problème politique. Et que la conscience, également la conscience catholique, n’est pas toujours entièrement du ressort de l’Église, et que derrière tout cela il n’y a pas une catéchèse adaptée, une catéchèse humaine... C’est-à-dire que le Catéchisme de l’Église catholique est un exemple de ce qu’est une chose sérieuse et adaptée. Je crois que manquent la formation et aussi la culture. Car cela est étrange: dans certaines régions — je pense à l’Italie et en partie à l’Amérique latine — il y a de nombreux catholiques, mais ils sont anticléricaux... «mange prêtres» (le Pape rit). C’est un phénomène qui se présente, parfois et...
Joana Haderer:
Cela vous préoccupe-t-il?
Saint Père:
Bien sûr que cela me préoccupe. C’est pourquoi je dis aux prêtres — vous avez dû le lire — «fuyez le cléricalisme». Parce que le cléricalisme éloigne les gens. «Fuyez le cléricalisme», et j’ajoute: c’est une peste dans l’Eglise. Mais il y a aussi un travail de catéchèse, de sensibilisation, de dialogue, de valeurs humaines même. Merci. Et priez pour moi, n’oubliez pas.
[00740-FR.00] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Greg Burke:
Thank you, Your Holiness. It has been a very intense twenty-four hours. Twenty-four hours dedicated to Our Lady. The Portuguese were very moved when you said: “We have a Mother”. You feel this in a very personal way. A hundred years ago, Our Lady did not appear to three important journalists but to three shepherd children. Yet we have seen how they, in their simplicity and holiness, were able to “get her message out” to the whole world. Journalists too have a message to get out, and we see this in the great number of countries they come from. They are very keen to know about your journey. If you wish to say something first…
Pope Francis:
First of all, good evening. Thank you. I would like to answer as many questions as possible; so, we’ll do things quite quickly. I don’t like it when we are only half way through, and they come to tell us that it is already time for the snack… so let’s do both things together. Thank you.
Greg Burke:
Let’s start with the Portuguese group, with Fátima Campos Ferreira, of Portuguese Radio and Television (Rádio e Televisão de Portugal).
Fátima Campos Ferreira:
It feels somewhat odd to be sitting down in front of the Holy Father. Well, first, many thanks for your journey. Holy Father, you came to Fatima as a pilgrim in order to canonize Francisco and Jacinta in the centenary year of the apparitions. From this historical standpoint, what remains now for the Church and for the whole world? Also, Fatima has a message of peace, and the Holy Father is going to receive in the Vatican in coming days – on 24 May – the American President Donald Trump. What can the world hope for from this meeting, and what does the Holy Father hope for from this meeting? Thank you very much.
Pope Francis:
That Fatima has a message of peace, certainly. And it was brought to humanity by three great communicators who were less than 13 years old. That is interesting. That I came as a pilgrim, yes. That the canonization was not something planned at the beginning, because the procedure involving the miracle was still underway, but suddenly the expert opinions proved positive and things quickly moved forward… and so things came together. For me it was a great joy. What can the world hope for? For peace. And what am I going to speak of to everyone from now on…? Peace.
Fátima Campos Ferreira:
What remains for the Church and for the world from that historical moment?
Pope Francis:
A message of peace. And I would like to say something which touched my heart. Before leaving, I received some scientists of various religions who were doing research at the Vatican Observatory at Castel Gandolfo. Some were agnostic or atheists. An atheist said to me: “I am an atheist”; he didn’t say what nationality he was or where he came from. He spoke in English, so I couldn’t tell and I didn’t ask him. “I ask you a favour: tell Christians that they must love Muslims more”. That is a message of peace.
Fátima Campos Ferreira:
Is that what you are going to say to Trump?
Pope Francis :
[smiles]
Greg Burke:
And now Aura Miguel.
Aura Miguel, Radio Renascença:
May I ask my question in Portuguese or Italian?
Pope Francis:
Italian would be better.
Aura Miguel:
So, Holy Father, in Fatima you presented yourself as “the Bishop dressed in white”. Until now, this expression has applied rather to the vision of the third part of the secret, to Saint John Paul II and to the martyrs of the twentieth century. What does it mean that you identify yourself with this expression?
Pope Francis:
Yes, in the prayer. I didn’t do that myself; the Shrine did it. But I also wondered why they said that. And there is a connection, about the white: the bishop dressed in white, Our Lady dressed in white, the radiance of children’s innocence after being baptized… There is a connection, in that prayer, with the colour white. I think – because I didn’t do it – I think that on a literal level they were trying to express by the colour white the desire for innocence, for peace: innocence, not doing evil to another, not making war…
Aura Miguel:
Is the interpretation of the message being revised?
Pope Francis:
No. That vision… I think that Cardinal Ratzinger, then Prefect of the Congregation for the Doctrine of the Faith, explained everything quite clearly. Thank you.
Greg Burke:
The next question is from Claudio Lavagna of NBC, here at the right.
Claudio Lavagna:
Hello, Holy Father. Yesterday you asked the faithful to knock down all walls. And yet, on 24 May you are meeting a Head of State who threatens to build walls, something rather contrary to your words. But he also has – so it seems – other opinions and decisions differing from your own, for example, on the need to take action in the face of global warming or on the welcoming of refugees. So, on the eve of this visit, what opinion have you formed of the policies that President Trump has adopted so far on these questions, and what are you expecting from a meeting with a Head of State who seems to think and act in a way contrary to your own?
Pope Francis:
Well, the first question is – but I can respond to both of them – I never make a judgment about people without hearing them first. It is something I feel I should not do. When we speak to each other, things will come out. I will say what I think; he will say what he thinks. But I have never, ever, wanted to make a judgment without hearing the person. And the second is, what do I think…
Claudio Lavagna:
…what do you think especially about questions such as the welcoming of refugees…
Pope Francis:
But this you know quite well!
Claudio Lavagna:
The second thing is really: what do you expect from a meeting with a Head of State who thinks differently than yourself.
Pope Francis:
There are always doors that are not closed. We have to find doors that are at least a little open, in order to go in and speak about things we have in common and go forward. Step by step. Peace is something crafted: it is made daily. So too with friendship between people, mutual knowledge. Esteem is crafted; it is worked on each day. Respect for the other, saying what we think, but with respect, walking together… Someone sees things in a certain way: say so, be honest in what each of us thinks.
Claudio Lavagna:
You hope that he will soften his decisions afterwards…
Pope Francis:
This is a political calculation that I do not permit myself to make. Even in the religious sphere, I am not a proselytizer. Thank you.
Greg Burke:
Thank you, Holiness. And now here is Elisabetta Piqué.
Elisabetta Piqué, La Nación
Thank you, first of all, for this brief and very intense journey. I wanted to ask you: today is the centenary of the apparitions of the Virgin of Fatima, but it is also the important anniversary of something in your own life. Twenty-five years ago, the Nuncio [Archbishop] Calabresi told you that you would become the Auxiliary Bishop of Buenos Aires, something that meant the end of your exile to Cordoba and a big change in your life. My question is whether you have ever connected this fact that changed your life to the Virgin of Fatima? And if, in these days when you prayed before her, you thought about this, and what you can tell us about it. Thank you.
Pope Francis:
[with a laugh] Women know everything! I hadn’t thought about the coincidence; just yesterday, while I was praying in front of Our Lady, I realized that it was on 13 May that I received the phone call from the Nuncio, twenty-five years ago. Yes. I don’t know… I said: “Look at me!”… And I spoke with Our Lady a little about this; I asked her forgiveness for all my mistakes, but also for her own poor taste in choosing people… [laughing]. But I did realize this yesterday.
Greg Burke:
Nicholas Senèze, of La Croix.
Nicholas Senèze:
Thank you, Holy Father. May we go back to Fatima, to which the Fraternity of Saint Pius X has great devotion. We hear much said about an agreement that would give official status in the Church to the Fraternity. Some even imagined that this announcement could have been made today. Your Holiness, do you think that this agreement will be possible in the short term? And what obstacles still remain? And what is the meaning of this reconciliation for you? Will it be a triumphal return of the faithful who will show what it means to truly be Catholic, or something else?
Pope Francis:
Well, I would reject any form of triumphalism, no? Some days ago, the feria quarta of the Congregation for the Doctrine of the Faith… their meeting – they call it feria quarta because it takes place on Wednesdays – studied a document, and the document, their study of the document, has not yet reached me. This is the first thing. Second: relations currently are fraternal. Last year I granted faculties for confession for them all, even a form of jurisdiction for marriages. But first, too, the problems, the cases they had – for example – that needed to be resolved by the Congregation for the Doctrine of the Faith… that Congregation has been working on them. For example, abuse, cases of abuse. They brought them to us, also to the Apostolic Penitentiary, also for the reduction of priests to the lay state, they brought those to us… Relations are fraternal. I have a good relationship with Monsignor Fellay; I have spoken [with him] several times… I don’t like to rush things. Walking, walk, walk, and then we will see. For me it is not a question of winners or losers, no. It is a problem of brothers who have to walk together, seeking the way to take steps forward.
Greg Burke:
Thank you, Holiness. And now Tassilo Forchheimer of ARD.
Tassilo Forchheimer:
Holy Father, on the anniversary of the Reformation, can Evangelical and Catholic Christians walk another stretch of the road together? Will there be the possibility of participating at the same Eucharistic Table? Some months ago, Cardinal Kasper said that it might be possible to take a further step forward in the course of this year…
Pope Francis:
Great steps forward have been taken! We can think of the first Declaration on Justification: from that moment, the journey has not stopped. The visit to Sweden was very meaningful, because it was the beginning [of the commemorations], and also a commemoration with Sweden. There too, [it was] meaningful for the ecumenism of journeying, of journeying together in prayer, in martyrdom and in works of charity, together with works of mercy. And there the Lutheran Caritas and the Catholic Caritas made an agreement to work together: this is a big step! But other steps are awaited, always. You know that God is the God of surprises. Yet we must never stop, but always go forward. Praying together, bearing witness together, carrying out works of mercy together, which is to proclaim the love of Jesus Christ, to proclaim that Jesus Christ is Lord, the one Saviour, and that grace comes only from him… And about this journey the theologians will continue their study, but we must keep walking. With a heart open to surprises…
Greg Burke:
Thank you, Holiness. Now we have Mimmo Muolo of Avvenire.
Mimmo Muolo:
Good evening, Your Holiness. Let me ask you a question in the name of the Italian group. Yesterday and today at Fatima we saw with you a great testimony to popular faith. The same faith is found, for example, at other Marian Shrines too such as Medjugorje. What do you think about those apparitions – if there were apparitions – and about the religious fervour they have evoked, seeing that you have decided to name a bishop delegate for the pastoral aspects? And if I may be permitted a second question, which I know is close to your heart, as well as for us Italians. NGOs have been accused of collusion with smugglers, human traffickers. What do you think about this? Thank you.
Pope Francis:
I’ll start with the second one. I read in the newspaper that I page through in the morning that there was this problem, but I also do not know what the details might be. So I cannot offer an opinion. I know that there is a problem and that investigations are under way. I hope that they continue and that the whole truth comes out. The first? Medjugorje. All apparitions or presumed apparitions belong to the private sphere; they do not form part of the public ordinary magisterium of the Church. As for Medjugorje, a commission was set up headed by Cardinal Ruini. Benedict XVI set it up. At the end of 2013 or the beginning of 2014, I received the results from Cardinal Ruini. The commission was made up of good theologians, bishops and cardinals. Good, good, good people. The Ruini report is very, very good. Then, there were some doubts at the Congregation for the Doctrine of the Faith, and the Congregation judged it appropriate to send each member of the feria quarta meeting the entire documentation, even the things that seemed contrary to the Ruini report. I was notified about this; I recall that it was late on a Saturday evening. It didn’t seem right to me; it was like putting the Ruini report up for auction – sorry for this word – a report which had been done very well. On Sunday morning, the Prefect of the Congregation for the Doctrine of the Faith received a letter from me, in which I asked him to tell them that instead of sending their opinions to the quarta feria, they should send them to me personally. These opinions were studied, and all of them stress how substantial the Ruini report was. Yes, mainly, three things need to be distinguished. About the first apparitions, when [the “seers”] were young, the report more or less says that the investigation needs to continue. Concerning the alleged current apparitions, the report expresses doubts. Personally, I am more “mischievous”: I prefer Our Lady to be a Mother, our Mother, and not a telegraph operator who sends out a message every day at a certain time… this is not the mother of Jesus. And these alleged apparitions have no great value. I say this as my personal opinion. Who thinks that Our Lady would say: “Come tomorrow at this time and I will give a message to that seer”; no. [In the Ruini report] a distinction is made between the two apparitions. Third, the real core of the Ruini report: the spiritual fact, the pastoral fact, the people go there and are converted, the people who meet God, who change their lives… For this there is no magic wand, this spiritual-pastoral fact cannot be denied. Now, in order to look at matters with all these findings, with the responses sent to me by the theologians, a Bishop has been named – a good one, good because he is experienced – in order to take a look at how the pastoral part is going. And at the end, something will be said.
Mimmo Muolo:
Your Holiness, thank you also for your blessing to my fellow citizens who thank you: they saw this, and were very happy.
Pope Francis:
Thank you.
Greg Burke:
Your Holiness, now if may I be “mischievous” … we have heard from all the language groups, and it is now six o’clock…
Pope Francis:
Ah, there’s still time…
Greg Burke:
There is a question…
Pope Francis:
One or two…
Greg Burke:
Joshua McElwee of The National Catholic Reporter.
Joshua McElwee:
Thank you, Holy Father. My question: the last member of the Commission for the Protection of Minors, who was abused by a priest, resigned in March. Mrs Marie Collins said that she had to resign because the Vatican officials were not implementing the guidelines of the Commission that you, Holy Father, had approved. I have two questions. Whose responsibility is this? And what are you doing, Holy Father, to ensure that the priests and bishops in the Vatican carry out your recommendations, as advised by your Commission?
Pope Francis:
Right. Marie Collins explained things to me clearly. I spoke to her: she is a good woman. She continues to work in formation with priests on this point. She is a good woman, who wants to work. She made this accusation, and to some extent she is right. Why? Because there are many delayed cases, because they have been piling up… And in this period of time, legislation had to be enacted for this: what must diocesan bishops do? Today in almost all dioceses there is a procedure to follow in these cases: that is a significant step forward. In this way, the dossiers are done properly. This is one step. Another step: there are few personnel, there is need for more people capable of doing this, and the Secretary of State is seeking to present new personnel, as is Cardinal Müller. The other day two or three more were taken on. The head of the disciplinary section was changed; he was good, very good, but rather weary. He has returned to his homeland to do the same work with his episcopate. And the new one – he is Irish, Monsignor Kennedy – is a very good person, very efficient, swift, and this helps a great deal. Then there is another thing. Sometimes the Bishops send [cases]. If the case is properly instructed, then it goes immediately to the feria quarta meeting; the feria quarta studies it and then makes a decision. If the case is not well instructed, then it has to be sent back and be redone. For this, we are thinking of providing continent-wide assistance, one or two per continent. For example, in Latin America, one in Colombia, another in Brazil… They would be continental pre-tribunals or tribunals. But this is in the planning stage. And then, things work well: the feria quarta studies [the case] and removes the priest from the clerical state; he then returns to the diocese and appeals. Previously, the recourse was studied by the same feria quarta which had pronounced the sentence, but this is unjust. I created another tribunal and put someone beyond question in charge of it: Archbishop Scicluna of Malta, who is one of the most outspoken against cases of abuse. And in this second tribunal – because we must be fair – anyone who appeals has the right to a defender. If this [second tribunal] approves the first sentence, the case is over. All that remains is [the possibility of writing] a letter asking the Pope for clemency. I have never signed a pardon. So as things stand, we are moving forward. Marie Collins on that point was right; but we, too, were making progress. But there are two thousand cases piled up! Thank you.
Greg Burke:
Your Holiness, but now we must go…
Pope Francis:
But who was the one who was waiting?
Greg Burke:
A Portuguese…
Pope Francis:
Oh yes, poor thing…
Greg Burke:
Okay…
Joana Haderer, Lusa – Agência de Notícias de Portugal:
Thank you, Holy Father. I am going to speak to you in Spanish because it is easier for me. I am going to ask you a question about the case of Portugal, but I think this applies to many of our Western societies. In Portugal, almost all Portuguese identify themselves as Catholic, almost all, almost 90%; but the way the society organizes itself, the decisions we make… are often contrary to the positions of the Church. I am referring to homosexual marriage, to the decriminalization of abortion. Now we are going to begin discussing euthanasia. How do you see this?
Pope Francis:
I believe it is a political problem. And also that the Catholic conscience is one that is sometimes not fully obedient to the Church, and does not have a nuanced catechesis, a human catechesis behind it… for the Catechism of the Catholic Church is an example of something serious and nuanced. I believe that this is due to a lack of formation and culture. Because it is curious: in some other regions – I think of Italy, some parts of Latin America – that… They are very Catholic, but they are anticlerical… mangiapreti [“priest-eaters”] which… [he laughs]. It is a phenomenon you come across. Sometimes, and…
Joana Haderer:
And that worries you?
Pope Francis:
Of course it worries me. That’s why I say to priests – you will have read this – “Flee from clericalism!” Because clericalism distances you from people. “Flee from clericalism”, and let me add: it is a plague in the Church. But here work needs to be done on catechesis too, the formation of conscience, dialogue and human values as well. Thank you.
I thank you all very much for your work and your perceptive questions. Thank you.
Greg Burke:
Thank you, Your Holiness.
Pope Francis:
And pray for me; don’t forget.
[00740-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Greg Burke:
Danke, Eure Heiligkeit. Es waren sehr intensive 24 Stunden. 24 der Gottesmutter gewidmete Stunden. Die Portugiesen waren sehr berührt, als Sie gesagt haben: „Wir haben eine Mutter.“ Sie spüren dies auf besondere Weise. Vor hundert Jahren ist die Gottesmutter nicht drei wichtigen Journalisten erschienen, sie ist drei Hirtenkindern erschienen. Aber wir haben gesehen, wie es diesen mit ihrer Einfachheit und Heiligkeit gelungen ist, diese Botschaft in die ganze Welt gelangen zu lassen. Auch die Journalisten vermitteln eine Botschaft und man sieht dies an der Anzahl der Länder, aus denen sie kommen: sie interessieren sich für diese Reise sehr. Wenn Sie vorher etwas sagen wollen …
Papst Franziskus:
Zunächst, guten Abend. Danke. Und ich möchte gerne auf die größtmögliche Anzahl von Fragen antworten, deshalb beeilen wir uns etwas. Mir tut es leid, wenn wir erst bei der Hälfte sind und man mir sagt, dass es Zeit für den Imbiss ist…; aber wir machen beides zusammen. Danke.
Greg Burke:
Gut. Fangen wir mit der portugiesischen Gruppe an, mit Fátima Campos Ferreira vom portugiesischen Fernsehen.
Fátima Campos Ferreira:
Ich weiß nicht, ob ich vor dem Heiligen Vater sitzen bleiben darf. Also, an erster Stelle vielen Dank für Ihre Reise. Heiliger Vater, Sie sind als Pilger nach Fatima gekommen, um Francisco und Jacinta in dem Jahr heiligzusprechen, in dem sich die Erscheinungen zum hundertsten Mal jähren. Was bleibt von diesem historischen Gesichtspunkt aus jetzt für die Kirche und die ganze Welt? Dann beinhaltet Fatima eine Friedensbotschaft und Sie, Heiliger Vater, werden in den kommenden Tagen, am 24. Mai, den US-amerikanischen Präsidenten Donald Trump im Vatikan empfangen. Was kann sich die Welt von dieser Begegnung erhoffen und was erhoffen Sie sich, Heiliger Vater, von dieser Begegnung? Vielen Dank.
Papst Franziskus:
Fatima beinhaltet gewiss eine Friedensbotschaft. Und diese ist der Menschheit durch drei große „Reporter“ zur Kenntnis gebracht worden, die unter 13 Jahre alt waren. Das ist interessant. Ich kam als Pilger, ja. Die Heiligsprechung war eine Sache, die anfänglich nicht geplant war, weil der Prozess [zur Untersuchung] des Wunders noch nicht abgeschlossen war, aber auf einmal fielen die Gutachten alle positiv aus und er wurde beschleunigt …, so dass sich die Dinge zusammenfügten. Für mich war das eine große Freude. Was kann sich die Welt erhoffen? Frieden. Und worüber werde ich von jetzt an mit wem auch immer sprechen? Über den Frieden.
Fátima Ferreira:
Und was bleibt jetzt von diesem historischen Augenblick für die Kirche und für die Welt?
Papst Franziskus:
Eine Botschaft des Friedens. Und ich möchte etwas sagen, was mein Herz berührt hat. Vor meinem Abflug habe ich einige Wissenschaftler verschiedener Religionen empfangen, die in der vatikanischen Sternwarte in Castel Gandolfo Studien nachgehen. Es waren auch Agnostiker und Atheisten dabei. Und ein Atheist sagte zur mir: „Ich bin Atheist“; er sagte mir nicht, welchem Volk er angehörte oder woher er kam. Er sprach Englisch, so dass ich es nicht wissen konnte, und ich fragte ihn nicht. „Ich bitte Sie um einen Gefallen: Sagen Sie den Christen, dass sie die Muslime mehr lieben sollen“. Dies ist eine Botschaft des Friedens.
Fátima Ferreira:
Werden Sie das Trump sagen?
Papst Franziskus:
[lächelt]
Greg Burke:
Und jetzt Aura Miguel.
Aura Miguel:
Darf ich die Frage auf Portugiesisch oder Italienisch stellen?
Papst Franziskus:
Lieber auf Italienisch.
Aura Miguel:
Also, Heiligkeit, in Fatima haben Sie sich als „in Weiß gekleideter Bischof“ dargestellt. Bis jetzt hat man diesen Ausdruck eher auf die Vision des dritten Teils des Geheimnisses angewandt, auf den heiligen Johannes Paul II. und auf die Märtyrer des 20. Jahrhunderts. Was bedeutet es jetzt, wenn Sie sich mit diesem Ausdruck identifizieren?
Papst Franziskus:
Ja, im Gebet. Das habe nicht ich vorbereitet, sondern das Heiligtum. Aber auch ich habe mich gefragt, wieso haben sie das gesagt? Und es gibt einen Zusammenhang mit der Farbe Weiß: der in Weiß gekleidete Bischof, die in Weiß gekleidete Gottesmutter, der weiße Schimmer der Unschuld der Kinder nach der Taufe … Es gibt in diesem Gebet einen Zusammenhang hinsichtlich der Farbe Weiß. Ich meine– weil nicht ich es vorbereitet habe – ich meine, dass man versucht hat, mit der Farbe Weiß jenen Wunsch nach Unschuld und Frieden wörtlich zum Ausdruck bringen wollte: Unschuld, dem anderen nichts Böses tun, keinen Krieg führen …
Aura Miguel:
Gibt es eine revidierte Interpretation der Botschaft?
Papst Franziskus:
Nein. Jene Vision … ich glaube, dass der damalige Kardinal Ratzinger, zu jener Zeit Präfekt der Glaubenskongregation, dies alles klar dargelegt hat. Danke.
Greg Burke:
Die nächste Frage ist von Claudio Lavagna von NBC, hier rechts.
Claudio Lavagna:
Heiliger Vater, ich grüße Sie. Gestern haben Sie die Gläubigen gebeten, alle Mauern niederzureißen. Und doch treffen Sie am 24. Mai mit einem Staatsoberhaupt zusammen, das mit dem Bau von Mauern droht: Das steht etwas im Gegensatz zu dem, was Sie sagen, aber es scheint, dass er auch hinsichtlich anderer Themen zu Ihnen unterschiedliche Meinungen und Entscheidungen hat, beispielsweise im Hinblick auf die Notwendigkeit, angesichts der globalen Erwärmung zu handeln, oder im Hinblick auf die Aufnahme der Flüchtlinge. Welche Meinung über die Politik, die Präsident Trump bisher zu diesen Themen angewandt hat, haben Sie sich im Vorfeld dieser Begegnung gebildet und was erwarten Sie sich von dem Treffen mit einem Staatsoberhaupt, das gegensätzlich zu Ihnen zu denken und zu handeln scheint?
Papst Franziskus:
Also, die erste Frage ist … – aber ich kann auf beide antworten – ich beurteile eine Person nie, ohne ihr zuzuhören. Ich glaube, dass ich das nicht machen darf. Im gegenseitigen Gespräch werden die Dinge zutage kommen: Ich werde sagen, was ich denke, er wird sagen, was er denkt. Aber ich wollte niemals, niemals mir ein Urteil bilden, ohne die Person zu hören. Und die zweite [Frage] ist, was ich denke …
Claudio Lavagna:
… und was denken Sie insbesondere über Themen wie die Aufnahme der Flüchtlinge…
Papst Franziskus:
Aber das wissen Sie genau!
Claudio Lavagna:
Die zweite Frage hingegen lautet: Was erwarten Sie sich von einem Treffen mit einem Staatsoberhaupt, das diesbezüglich eine gegenteilige Auffassung zu Ihnen hat.
Papst Franziskus:
Es gibt immer Türen, die nicht verschlossen sind. Man muss die Türen suchen, die wenigstens etwas offen sind, um einzutreten und über die gemeinsamen Dinge zu sprechen und voranzugehen. Schritt für Schritt. Der Friede ist ein Handwerk: Man macht ihn jeden Tag. Auch die Freundschaft unter Personen, das gegenseitige Kennenlernen, die Wertschätzung ist ein Handwerk: Man macht es jeden Tag. Die Achtung vor dem anderen, sagen, was man denkt, aber mit Respekt, gemeinsam gehen … Jemand denkt über eine Sache auf eine gewisse Weise: es sagen, sehr ehrlich sein in dem, was jeder denkt.
Claudio Lavagna:
Sie hoffen, dass er danach seine Entscheidungen mildern wird …
Papst Franziskus:
Das ist ein politisches Kalkül, das ich mir nicht erlaube. Auch auf religiöser Ebene bin ich kein Proselytenmacher. Danke.
Greg Burke:
Danke, Heiligkeit. Jetzt kommt Elisabetta Piqué.
Elisabetta Piqué, La Nación:
An erster Stelle danke für diese kurze und sehr intensive Reise. Wir wollten Sie fragen: Heute sind es hundert Jahre seit den Erscheinungen der Jungfrau Maria in Fatima, aber es ist auch der Jahrestag einer wichtigen Begebenheit in Ihrem Leben, die sich vor 25 Jahren ereignet hat, als Nuntius Calabresi Ihnen sagte, dass Sie Weihbischof von Buenos Aires werden sollten: Dies stellte das Ende Ihres Exils in Cordoba und eine große Veränderung in Ihrem Leben dar. Die Frage ist: Haben Sie jemals diese Begebenheit, die Ihr Leben verändert hat, mit Unserer Lieben Frau von Fatima in Verbindung gebracht? Und wenn Sie in diesen Tagen vor ihr gebetet haben, haben Sie daran gedacht und was können Sie uns darüber erzählen? Danke.
Papst Franziskus:
Die Frauen wissen alles! [lacht] Ich habe an das Zusammentreffen [der Daten] nicht gedacht; erst gestern, als ich vor der Gottesmutter betete, ist mir aufgefallen, dass ich an einem 13. Mai den Telefonanruf des Nuntius vor 25 Jahren erhalten habe. Ich weiß nicht … ich habe gesagt: „Na, sieh mal an!“ … Und ich habe etwas mit der Gottesmutter darüber gesprochen, ich habe Sie um Verzeihung für alle meine Fehler gebeten, auch ein wenig für den schlechten Geschmack in der Auswahl der Leute … [lacht]. Aber gestern ist es mir aufgefallen.
Greg Burke:
Nicholas Senèze von La Croix:
Nicholas Senèze, La Croix:
Danke, Heiliger Vater. Wir kehren aus Fatima zurück, das von der Bruderschaft des heiligen Pius X. sehr verehrt wird. Man spricht viel über eine Übereinkunft, die der Bruderschaft in der Kirche einen offiziellen Status verleihen würde. Einige haben sogar gemutmaßt, dass diese Ankündigung heute hätte stattfinden können. Denken Sie, Heiligkeit, dass diese Übereinkunft in Kürze möglich sein wird? Und welche Hindernisse gibt es noch? Und welcher ist für Sie der Sinn dieser Versöhnung? Wird es die triumphierende Rückkehr von Gläubigen sein, die zeigen, was es bedeutet, wahrhaft katholisch zu sein, oder etwas anderes?
Papst Franziskus:
Also, ich würde jede Form von Triumphalismus ablehnen, nicht? Vor einigen Tagen hat die „feria quarta“ der Glaubenskongregation – sie nennen ihre Sitzung „feria quarta“, weil sie mittwochs stattfindet – ein Dokument studiert und das Dokument ist bei mir noch nicht angekommen, also die Untersuchung des Dokuments. Das ist das Erste. Zweitens: Die gegenwärtigen Beziehungen sind brüderlich. Vergangenes Jahr habe ich ihnen allen die Beichtvollmacht gegeben, auch eine Form der Jurisdiktion für die Eheschließungen. Aber vorher auch die Probleme, die Fälle, die sie zum Beispiel hatten, die von der Glaubenskongregation gelöst werden mussten, dieselbe Kongregation brachte sie voran. Zum Beispiel Missbräuche: Die Missbrauchsfälle brachten sie zu uns; auch für die Apostolische Pönitentiarie, auch für die Rückversetzung eines Priesters in den Laienstand wenden sie sich an uns … Es gibt brüderliche Beziehungen. Mit Bischof Fellay habe ich eine gute Beziehung, wir haben einige Male gesprochen … Mir gefällt es nicht, die Dinge zu überstürzen. Gehen, gehen, gehen und dann wird man sehen. Für mich ist es nicht ein Problem von Siegern und Besiegten, nein! Es ist ein Problem von Brüdern, die gemeinsam gehen müssen und dabei einen Modus suchen müssen, um voranzuschreiten.
Greg Burke:
Danke, Heiligkeit. Jetzt Tassilo Forchheimer von der ARD:
Tassilo Forchheimer:
Können evangelische und katholische Christen anlässlich des Reformationsgedenkens eine weitere Wegstrecke gemeinsam gehen? Wird es die Möglichkeit geben, an demselben eucharistischen Tisch teilzuhaben? Vor einigen Monaten hat Kardinal Kasper gesagt, dass man schon in diesem Jahr einen Schritt vorwärts gehen könnte…
Papst Franziskus:
Es wurden große Schritte vorwärts gemacht! Denken wir an die Erklärung über die Rechtfertigung: Von diesem Augenblick an ist man auf dem Weg nicht stehengeblieben. Die Reise nach Schweden war sehr bedeutungsvoll, weil sie gerade der Auftakt [der Feiern] und das Gedenken zusammen mit Schweden war. Auch war sie wichtig für die Ökumene des Unterwegsseins, also das gemeinsame Gehen im Gebet, im Martyrium und in den Werken der Liebe, den Werken der Barmherzigkeit. Und da haben die evangelische Diakonie und die katholische Caritas eine Übereinkunft geschlossen, gemeinsam zu arbeiten: Das ist ein großer Schritt! Aber man wartet auf Schritte, immer. Sie wissen, dass Gott der Gott der Überraschungen ist. Wir dürfen nie anhalten, müssen immer vorangehen. Gemeinsam beten, gemeinsam Zeugnis ablegen, gemeinsam die Werke der Barmherzigkeit tun, was bedeutet, die Liebe Jesu Christi zu verkünden, zu verkünden, dass Jesus Christus der Herr ist, der einzige Retter und dass die Gnade nur von ihm kommt … und auf diesem Weg werden die Theologen fortfahren zu studieren, aber man muss unterwegs sein. Mit einem für die Überraschungen offenen Herzen …
Greg Burke:
Danke, Heiligkeit. Jetzt kommt Mimmo Muolo von Avvenire:
Mimmo Muolo:
Guten Abend, Heiligkeit. Ich stelle Ihnen im Namen der italienischen Gruppe eine Frage. Gestern und heute haben wir in Fatima ein großes Zeugnis der Volksfrömmigkeit zusammen mit Ihnen gesehen; dieselbe, die man auch beispielsweise in anderen Marienheiligtümern wie Medjugorje antrifft. Was denken Sie über diese Erscheinungen – wenn es Erscheinungen waren – und über den religiösen Eifer, den sie erweckt haben, in Anbetracht Ihrer Entscheidung, einen Bischof als Delegaten für die pastoralen Aspekte zu ernennen? Und wenn ich mir eine zweite Frage erlauben darf, von der ich weiß, dass sie nicht nur uns Italienern, sondern auch Ihnen sehr am Herzen liegt: Die NGOs wurden der Zusammenarbeit mit den Schleusern beschuldigt, die Menschenhandel betreiben. Ich würde gerne wissen: Was denken Sie darüber? Danke.
Papst Franziskus:
Ich beginne mit der zweiten Frage. Ich habe in der Zeitung, die ich morgens durchblättere, gelesen, dass es dieses Problem gegeben hat, aber ich kenne noch nicht die Details. Und deswegen kann ich keine Meinung aussprechen. Ich weiß, dass es ein Problem gibt und die Untersuchungen weitergehen. Ich wünsche mir, dass sie fortgesetzt werden und die ganze Wahrheit ans Licht komme. Die erste Frage? – Medjugorje. Alle Erscheinungen oder angeblichen Erscheinungen gehören zum privaten Bereich, sie sind nicht Teil des öffentlichen ordentlichen Lehramtes der Kirche. Medjugorje: Es wurde eine Kommission unter dem Vorsitz von Kardinal Ruini gebildet. Benedikt XVI. hat sie eingesetzt. Ich habe Ende 2013 oder Anfang 2014 das Ergebnis von Kardinal Ruini erhalten. Eine Kommission fähiger Theologen, Bischöfe, Kardinäle. Fähige, fähige, fähige Leute. Der Ruini-Bericht ist sehr, sehr gut. Dann gab es einige Zweifel in der Glaubenskongregation und die Kongregation hat es für angemessen befunden, allen Mitgliedern des Kongresses, dieser „feria quarta“, die ganze Dokumentation zukommen zu lassen, auch die Dinge, die gegen den Ruini-Bericht zu sein schienen. Ich habe die Benachrichtigung erhalten: Ich erinnere mich, dass es ein Samstag Abend war, später Abend. Es schien mir nicht richtig: Es war wie – entschuldigen Sie den Ausdruck – den Ruini-Bericht zur Versteigerung anzubieten, der sehr gut gemacht war. Und am Sonntag Morgen hat der Präfekt der Glaubenskongregation einen Brief von mir erhalten, in dem ich ihn bat, die Anweisung zu erteilen, dass man diese Meinungen anstatt der „feria quarta“ mir persönlich zustellen soll. Diese Meinungen wurden studiert und alle unterstreichen die Dichte des Ruini-Berichts. Ja, grundsätzlich muss man drei Dinge unterscheiden. Über die ersten Erscheinungen, als sie [„die Seher“] Jugendliche waren, sagt der Bericht mehr oder weniger, dass man mit der Untersuchung fortfahren muss. Bezüglich der vermeintlichen gegenwärtigen Erscheinungen hat der Bericht seine Zweifel. Ich persönlich bin ein wenig „gemeiner“: Ich bevorzuge die Gottesmutter als Mutter, unsere Mutter, und nicht die Gottesmutter als Leiterin eines Telegrafenamtes, das jeden Tag eine Nachricht zu der und der Stunde versendet … Das ist nicht die Mutter Jesu. Und diese angeblichen Erscheinungen haben keinen großen Stellenwert. Und das äußere ich als persönliche Meinung. Aber wer denkt, dass die Gottesmutter sagt: „Kommt, denn morgen zu dieser Stunde werde ich jenem Seher eine Botschaft übermitteln“; nein. [Im Ruini-Bericht] unterscheidet man die zwei Erscheinungen. Und der dritte Punkt, der eigentliche Kern des Ruini-Berichts: die geistliche Tatsache, die pastorale Tatsache, Menschen gehen dorthin und bekehren sich, Menschen, die Gott begegnen und die ihr Leben ändern … Dafür gibt es keinen Zauberstab und diese geistlich-pastorale Tatsache kann man nicht leugnen. Um diese Dinge mit all diesen Angaben zusammen mit den Antworten, die mir die Theologen zugeschickt haben, zu bewerten, wurde jetzt dieser Bischof ernannt – der fähig ist, fähig, weil er Erfahrung hat – um zu untersuchen, wie die pastorale Seite läuft. Und am Ende wird man sich dazu äußern.
Mimmo Muolo:
Heiligkeit, danke auch für den Segen für meine Mitbürger, die Ihnen danken; sie haben ihn gesehen und sind sehr froh.
Papst Franziskus:
Danke.
Greg Burke:
Heiligkeit, wenn ich jetzt „gemein“ sein darf, wir haben alle Sprachgruppen durch und es ist sechs Uhr …
Papst Franziskus:
Ah, es ist noch Zeit …
Greg Burke:
Gibt es eine Frage …
Papst Franziskus:
Eine oder zwei …
Greg Burke:
Joshua McElwee vom National Catholic Reporter
Joshua McElwee:
Danke, Heiliger Vater. Meine Frage: Das letzte Mitglied der Kommission für den Schutz der Minderjährigen, das von einem Priester missbraucht wurde, ist im März zurückgetreten. Frau Marie Collins hat gesagt, dass sie zurücktreten musste, weil die Beamten im Vatikan die Ratschläge der Kommission nicht umsetzten, die Sie, Heiliger Vater, gutgeheißen haben. Ich habe zwei Fragen. Wer trägt die Verantwortung? Und was tun Sie, Heiliger Vater, um sicherzustellen, dass die Priester und Bischöfe im Vatikan Ihre Empfehlungen umsetzen, die von Ihrer Kommission angeraten wurden?
Papst Franziskus:
Richtig. Marie Collins hat mir die Sache genau geschildert. Ich habe mit ihr gesprochen: Sie ist eine tüchtige Frau. Sie arbeitet weiter in der Ausbildung der Priester auf diesem Gebiet. Sie ist eine engagierte Frau, die arbeiten möchte. Sie hat diese Anklage vorgebracht, und ein bisschen hat sie Recht. Warum? Weil man mit vielen Fällen im Verzug ist, weil sie sich anhäufen … Dann musste man in dieser Zeit eine Gesetzgebung dafür erarbeiten: Was müssen die Diözesanbischöfe tun? Heute gibt es in fast allen Diözesen eine Prozedur, der man in diesen Fällen folgen muss. Das ist ein großer Fortschritt! So werden die Berichte gut verfasst. Das ist ein Schritt. Ein weiterer Schritt besteht darin: Es gibt wenig Personal; es wäre mehr dafür geeignetes Personal nötig. Der Kardinalstaatssekretär und ebenso Kardinal Müller sind auf der Suche, um neue Leute zu präsentieren. Vor ein paar Tagen sind zwei oder drei zusätzlich eingestellt worden. Man hat den Leiter der Disziplinarabteilung abgelöst. Er war gut, sehr gut, aber etwas müde: Er ist in seine Heimat zurückgekehrt, um dort die gleiche Arbeit mit seinem Episkopat zu machen. Und der Neue – er ist Ire, Monsignore Kennedy – ist ein sehr tüchtiger Mitarbeiter, sehr effizient und flink. Das hilft sehr. Dann ist da noch eine andere Sache. Manchmal, wenn die Bischöfe etwas schicken, wenn das Protokoll in Ordnung ist, geht es sofort zur „feria quarta“. Die „feria quarta“ studiert es dann und entscheidet. Wenn das Protokoll nicht in Ordnung ist, muss es zurückgeschickt werden und man muss es neu machen. Deshalb denkt man an Hilfestellungen in den Kontinenten, zwei pro Kontinent: zum Beispiel für Lateinamerika eine in Kolumbien und eine andere in Brasilien. Sie wären so etwas wie Vor-Instanzen oder kontinentale Instanzen. Aber das ist in Planung. Und dann passt es gut: Die „feria quarta“ untersucht es, und man entlässt den Priester aus dem Klerikerstand. Der kehrt in die Diözese zurück und macht einen Rekurs. Früher wurde dieser Rekurs ebenfalls von der „feria quarta“ geprüft, die ja das Urteil gesprochen hatte. Aber das ist nicht rechtens. Also habe ich eine andere Instanz eingerichtet, an deren Spitze ich eine unanfechtbare Gestalt gesetzt habe: Erzbischof Scicluna von Malta. Er ist einer der stärksten Kämpfer gegen die Missbräuche. Und um der Gerechtigkeit willen hat in dieser zweiten Instanz der, welcher den Rekurs macht, das Recht, einen Verteidiger zu bekommen. Wenn diese Instanz das erste [Urteil] bestätigt, ist der Fall abgeschlossen. Es bleibt nur [die Möglichkeit,] ein Gnadengesuch an den Papst zu richten. Ich habe noch keine Begnadigung unterschrieben. So wie die Dinge stehen, sind wir dabei voranzugehen. Marie Collins hatte in diesem Punkt Recht. Aber auch wir waren nicht untätig. Allerdings gibt es zweitausend liegen gebliebene Fälle! Danke.
Greg Burke:
Heiligkeit, jetzt müssen wir aber gehen …
Papst Franziskus:
Wer war das, der noch wartete?
Greg Burke:
Eine Portugiesin …
Papst Franziskus:
Oh! Die Arme …
Greg Burke:
Also gut …
Joana Haderer, Agencia portoghese Lusa:
Danke, Heiliger Vater. Ich darf auf Spanisch sprechen, das fällt mir sehr viel leichter. Ich möchte Ihnen eine Frage zur Situation in Portugal stellen; doch ich glaube, sie gilt für viele unserer westlichen Gesellschaften. In Portugal bezeichnen sich fast alle Einwohner, quasi 90 %, als katholisch. Aber die Weise, wie die Gesellschaft sich organisiert, und die Entscheidungen, die getroffen werden, stehen oft konträr zu den Weisungen der Kirche. Ich nenne hier die „Ehe“ von homosexuellen Partnern und die Straffreiheit für Abtreibung. Soeben haben wir begonnen, über die Euthanasie zu diskutieren. Wie sehen Sie das?
Papst Franziskus:
Ich glaube, das ist ein politisches Problem. Zugleich bedeutet eine katholische Einstellung bisweilen nicht unbedingt eine völlige Übereinstimmung mit der Kirche. Dahinter steht nicht eine differenzierte Katechese, eine Katechese für den Menschen … Also, der Katechismus der katholischen Kirche ist ein Beispiel für eine seriöse und differenzierte Arbeit. Ich glaube, es ist ein Mangel an Ausbildung und auch an Kultur. Es ist doch komisch, in einigen Gegenden – etwa in Italien, einige auch in Lateinamerika – gibt es viele Katholiken, aber sie sind antiklerikal. Sie sind „Priesterfresser“ (lacht). Es ist ein Phänomen, dem man begegnet. Zuweilen, und …
Joanna Haderer:
Besorgt Sie das?
Papst Franziskus:
Sicher besorgt mich das. Deswegen sage ich den Priestern – Sie werden es gelesen haben – „Bloß kein Klerikalismus“, denn der Klerikalismus treibt von den Menschen fort. „Bloß kein Klerikalismus“ und noch etwas: Das ist eine Pest in der Kirche. Aber darüber hinaus ist viel zu tun: Katechese, Gewissensbildung, Dialog, auch über menschliche Werte. Danke.Ich danke Ihnen vielmals für Ihre Arbeit und für Ihre pointierten Fragen. Danke.
Greg Burke:
Wir danken Ihnen, Heiliger Vater.
Papa Francesco:
Und beten Sie für mich.
[00740-DE.00] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Greg Burke:
Gracias Santidad. Han sido 24 horas muy intensas. 24 horas dedicadas a la Virgen. Los portugueses se han emocionado cuando usted ha dicho: «Tenemos una Madre». Usted lo siente de un modo especial. Hace 100 años, la Virgen no se apareció a tres periodistas, se apareció a tres pastorcillos. Pero hemos visto cómo ellos, con su sencillez y santidad, consiguieron llevar ese mensaje a todo el mundo. También los periodistas transmiten un mensaje, y se ve por el número de países del que provienen: sienten mucha curiosidad sobre este viaje suyo. ¿Quiere usted decir algo antes…?
Papa Francisco:
Antes de nada, buenas tardes. Gracias. Yo quisiera responder al mayor número posible de preguntas, así que hagámoslo un poco rápido. Lo siento cuando estamos a mitad y me dicen que es el momento del snack…; pero hagamos las dos cosas a la vez. Gracias.
Greg Burke:
Bien. Comenzamos con el grupo portugués, con Fátima Campos Ferreira, de la Radio televisión portuguesa.
Fátima Campos Ferreira:
Es que no sé qué me parece quedarme sentada frente al Santo Padre. Bueno, primero muchas gracias por su viaje. Santo Padre, ha venido a Fátima como peregrino para canonizar a Francisco y a Jacinta en el año en que se cumplen los cien años de las apariciones. De este momento histórico, ¿qué queda ahora para la Iglesia y para el mundo entero? Después, Fátima tiene un mensaje de paz, y el Santo Padre va a recibir en el Vaticano en los próximos días ―el 24 de mayo― al Presidente norteamericano Donald Trump. ¿Qué puede esperar el mundo de este encuentro, y qué espera el Santo Padre de este encuentro? Muchas gracias.
Papa Francisco:
Que Fátima tiene un mensaje de paz, ciertamente. Y llevado a la humanidad por tres grandes comunicadores que tenían menos de 13 años. Lo cual es interesante. Que vine como peregrino, sí. Que la canonización fue una cosa que al principio no estaba planeada, porque el proceso del milagro estaba en marcha, pero de golpe las pericias dieron todas positivas y se aceleró…, así que se juntaron las cosas. Para mí fue una felicidad muy grande. ¿Qué puede esperar el mundo? Paz. ¿Y de qué voy a hablar yo de aquí en adelante con quien sea? De la paz.
Fátima Ferreira:
¿Y qué queda ahora de ese momento histórico para la Iglesia y para el mundo?
Papa Francisco:
Mensaje de paz. Y quisiera decir una cosa que me tocó el corazón. Antes de embarcarme, recibí a unos científicos de varias religiones que estaban haciendo estudios en el Observatorio Vaticano de Castel Gandolfo. Incluso agnósticos y ateos. Y un ateo me dijo: «Yo soy ateo»; no me dijo de qué etnia era ni de qué lugar venía. Hablaba en inglés, así que no supe y no le pregunté. «Le pido un favor: dígale a los cristianos que amen más a los musulmanes». Eso es un mensaje de paz.
Fátima Ferreira:
¿Eso es lo que va a decir a Trump?
Papa Francesco:
[sonríe]
Greg Burke:
Y ahora Aura Miguel.
Aura Miguel:
¿Puedo hacer la pregunta en portugués, o italiano?
Papa Francisco:
Italiano mejor.
Aura Miguel:
Entonces, Santidad, en Fátima usted se ha presentado como «el Obispo vestido de blanco». Hasta ahora, esta expresión se aplicaba más bien a la visión de la tercera parte del secreto, a san Juan Pablo II y a los mártires del siglo XX. ¿Qué significa ahora su identificación con esta expresión?
Papa Francisco:
Sí, en la oración. Esta no la hice yo, la hizo el Santuario. Pero también yo me pregunté ¿por qué han dicho eso? Y hay una conexión, con el blanco: el Obispo vestido de blanco, la Virgen vestida de blanco, la blancura de la inocencia de los niños después del bautismo… Hay una conexión, en esa oración, con el color blanco. Creo ―porque no la hice yo― creo que con el blanco buscaron expresar literariamente ese deseo de inocencia, de paz: inocencia, no hacer daño a nadie, no hacer guerra…
Aura Miguel:
¿Es una revisión de la interpretación del mensaje?
Papa Francisco:
No. Aquella visión…, creo que el entonces cardenal Ratzinger, en aquel tiempo Prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, lo explicó todo con claridad. Gracias.
Greg Burke:
La siguiente pregunta es de Claudio Lavagna, de NBC, aquí a la derecha.
Claudio Lavagna:
Santo Padre, hola. Ayer usted pidió a los fieles que derribaran todos los muros. Y sin embargo, el 24 de mayo usted recibirá a un Jefe de Estado que amenaza con construir muros: es un poco contrario a su palabra, pero él tiene también ―parece― opiniones y decisiones distintas de las suyas sobre otros temas, por ejemplo sobre la necesidad de actuar en relación al calentamiento global o sobre la acogida de los emigrantes. Así, en la víspera de este encuentro, ¿qué opinión se ha hecho usted de las políticas que ha adoptado hasta ahora el Presidente Trump sobre estos temas, y qué es lo que espera de un encuentro con un Jefe de Estado que parece que piensa y actúa lo contrario de usted?
Papa Francisco:
Pero, la primera pregunta es… ―pero puedo responder a las dos― yo no juzgo nunca a una persona sin haberla escuchado. Creo que no debo hacerlo. Cuando hablaremos entre nosotros saldrán las cosas: yo diré lo que pienso, él dirá lo que piensa. Pero yo nunca, nunca he querido juzgar sin escuchar a la persona. Y la segunda es ¿qué pienso…?
Claudio Lavagna:
¿…qué piensa en concreto sobre esos temas como la acogida a los emigrantes…?
Papa Francisco:
Esto lo sabéis ya.
Claudio Lavagna:
La segunda en cambio es: ¿Qué espera de un encuentro con un Jefe de Estado que piensa lo contrario de usted?
Papa Francisco:
Siempre hay puertas que no están cerradas. Hay que buscar las puertas que al menos están un poco abiertas, para entrar y hablar sobre ideas comunes y caminar adelante. Paso a paso. La paz es artesanal: se hace cada día. También la amistad entre las personas, el conocimiento mutuo, la estima es artesanal: se hace todos los días. El respeto al otro, decir lo que se piensa, pero con respeto, caminar juntos… Alguno piensa de una manera distinta: decir eso, ser muy sinceros en lo que se piensa.
Claudio Lavagna:
¿Espera usted que suavice sus decisiones después…?
Papa Francisco:
Este es un cálculo político que no me atrevo a hacer. Incluso en el plano religioso yo no soy proselitista. Gracias.
Greg Burke:
Gracias, Santidad. Ahora toca a Elisabetta Piqué.
Elisabetta Piqué, «La Nación»:
Antes de nada, gracias por este viaje breve y muy intenso. Quisiéramos preguntarle: hoy es el centenario de las apariciones de la Virgen de Fátima, pero es también un aniversario importante de un hecho de su vida, acaecido hace 25 años, cuando el Nuncio Calabresi le dijo que sería nombrado Obispo auxiliar de Buenos Aires: lo que significó el final de su exilio en Córdoba y un gran cambio en su vida. La pregunta es: ¿Ha puesto en relación alguna vez este hecho que cambió su vida con la Virgen de Fátima? Y si en estos días que ha rezado delante de Ella ha pensado en esto y qué es lo que nos puede contar. Gracias.
Papa Francisco:
Las mujeres lo saben todo [ríe]. No he pensado en la coincidencia; sólo ayer, mientras rezaba delante de la Virgen, me di cuenta de que un 13 de mayo recibí la llamada telefónica del Nuncio, hace 25 años. Sí. No sé… dije: «Fíjate». Y hablé con la Virgen un poco de eso, le pedí perdón por todos mis errores, también un poco por el mal gusto a la hora de elegir a las personas… [ríe]. Pero ayer me acordé.
Greg Burke:
Nicholas Senèze, de «La Croix».
Nicholas Senèze:
Gracias, Santo Padre. Volvemos de Fátima a la que tanta devoción le tiene la Franternidad San Pío X. Se habla mucho de un acuerdo que daría un estatuto oficial en la Iglesia a la Franternidad. Incluso algunos han imaginado que este anuncio se podría haber dado hoy. Usted, Santidad, ¿piensa que este acuerdo será posible en breve? ¿Y cuáles son todavía los obstáculos que hay? ¿Y cuál es para usted el sentido de esta reconciliación? ¿Será el regreso triunfal de fieles que mostrarán lo que significa ser verdaderamente católico, u otra cosa?
Papa Francisco:
Yo descartaría cualquier forma de triunfalismo, ¿no? Hace algunos días, la «feria cuarta» de la Congregación para la Doctrina de la Fe, su sesión ―la llaman «feria cuarta» porque se hace el miércoles― ha estudiado un documento, y el documento no me ha llegado todavía, el estudio del documento. Esta es la primera cosa. Segundo: las relaciones actuales son fraternales. El año pasado di a todos ellos la licencia para la confesión, también una forma de jurisdicción para los matrimonios. Pero ya antes también, los problemas, los casos que tenían ―por ejemplo― que debían resolverse en la Congregación para la Doctrina de la Fe, los llevaba la misma Congregación. Por ejemplo, abusos: los casos de abusos, ellos los traían a nosotros; también para la Penitenciería Apostólica; también para la reducción al estado laical de un sacerdote lo traían a nosotros… Tenemos relaciones fraternales. Con Mons. Fellay tengo una buena relación, he hablado muchas veces... A mí no me gusta acelerar las cosas. Caminar, caminar, caminar, y después se verá. Para mí no es una cuestión de vencedores o derrotados, no. Es una cuestión hermanos que deben caminar juntos, buscando la fórmula para dar pasos hacia adelante.
Greg Burke:
Gracias, Santidad. Ahora Tassilo Forchheimer, de ARD
Tassilo Forchheimer:
Santo Padre, con ocasión del aniversario de la Reforma, ¿pueden los cristianos evangélicos y católicos recorrer otra parte del camino juntos? ¿Hay posibilidad de que se participe en la misma Mesa Eucarística? Hace algunos meses, el cardenal Kasper dijo que era posible que se diese un paso adelante ya en este año…
Papa Francisco:
Se han dado grandes pasos adelante. Pensemos en la primera Declaración sobre la justificación: desde aquel momento no se ha parado, el camino. El viaje a Suecia fue muy significativo, porque era precisamente el comienzo [de las celebraciones], y también una conmemoración con Suecia. También allí, significativo para el ecumenismo del camino, es decir, del caminar juntos con la oración, con el martirio y con las obras de caridad, con las obras de misericordia. Y allí Cáritas luterana y Cáritas católica han hecho un acuerdo para trabajar juntas: este es un gran paso. Pero se esperan pasos siempre. Usted sabe que Dios es el Dios de las sorpresas. Nunca debemos pararnos, ir siempre adelante. Rezar juntos, dar testimonio juntos, hacer obras de misericordia juntos, que es anunciar la caridad de Jesucristo, anunciar que Jesucristo es el Señor, el único Salvador, y que la gracia sólo viene de él… Y en este camino los teólogos continuarán estudiando, pero hay que recorrer el camino. Con el corazón abierto a las sorpresas…
Greg Burke:
Gracias, Santidad. Ahora toca el turno a Mimmo Muolo, de «Avvenire»
Mimmo Muolo:
Buenas tardes, Santidad. Le hago una pregunta en nombre del grupo italiano. Ayer y hoy en Fátima hemos visto un gran testimonio de fe popular, junto a usted; la misma que se ve también, por ejemplo, en otros Santuarios marianos como Medjugorje. ¿Qué piensa de esas apariciones ―si han sido apariciones― y del fervor religioso que han suscitado, visto que ha decidido nombrar a un Obispo delegado para los aspectos religiosos? Y, si me permite una segunda pregunta, que sé que le interesa mucho a usted, además de a nosotros italianos: quisiera saber, ¿qué es lo que piensa de las ONG que han sido acusadas de tratar con los traficantes de hombres? Gracias.
Papa Francisco:
Comienzo por la segunda. He leído en el período que ojeo por la mañana que existía este problema, pero todavía no conozco los detalles de cómo ha sido. Y por eso no puedo opinar. Sé que hay un problema y que las investigaciones van adelante. Espero que continúen y que salga a la luz toda la verdad. ¿La primera? Medjugorje. Todas las apariciones o las presuntas apariciones pertenecen o son de la esfera privada, no son parte del Magisterio público ordinario de la Iglesia. Medjugorje: se formó una comisión presidida por el cardenal Ruini. La hizo Benedicto XVI. Yo, al final de 2013 o al comienzo de 2014, recibí del cardenal Ruini el resultado. Una comisión de buenos teólogos, obispos, cardenales. Buenos, buenos, buenos. La relación-Ruini es muy, muy buena. Después, había algunas dudas en la Congregación para la Doctrina de la Fe y la Congregación juzgó oportuno enviar a cada uno de los miembros del congreso, de esta «feria cuarta», toda la documentación, también las cosas que parecían contrarias a la relación-Ruini. Yo recibí la notificación: recuerdo que era sábado por la tarde, ya noche. No me pareció justo: era como sacar a subasta ―perdonarme la palabra― la relación-Ruini, que estaba muy bien hecha. Y el domingo por la mañana el Prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe recibió una carta mía, en la que le pedía que en vez de enviar a la «feria cuarta» enviaran a mí, personalmente, las opiniones. Estas opiniones han sido estudiadas, y todas subrayaban la densidad de la relación-Ruini. Sí, principalmente hay que distinguir tres cosas. Sobre las primeras apariciones, cuando [los «videntes»] eran jóvenes, la relación más o menos dice que se ha de continuar investigando. Acerca de las presuntas apariciones actuales, la relación tiene sus dudas. Yo personalmente soy más «malo»: yo prefiero la Virgen madre, nuestra madre, y no la Virgen jefa de la Oficina telegráfica, que todos los días envía un mensaje a tal hora… esta no es la madre de Jesús. Y estas presuntas apariciones no tienen tanto valor. Y esto lo digo como opinión personal. Pero quien piensa que la Virgen diga: «Venid que mañana a tal hora diré un mensaje a aquel vidente»; no. [En la relación-Ruini se] distinguen las dos apariciones. Y tercero, el núcleo verdadero y propio de la relación-Ruini: el hecho espiritual, el hecho pastoral, gente que va allí y se convierte, gente que encuentra a Dios, que cambia de vida… Para esto no hay una barita mágica, y este hecho espiritual-pastoral no se puede negar. Ahora, para ver las cosas con todos estos datos, con las respuestas que me han enviado los teólogos, se ha nombrado a este Obispo ―capaz, muy capaz, porque tiene experiencia― para ver cómo va la parte pastoral. Y al final, se dirá algo.
Mimmo Muolo:
Santidad, gracias también por la bendición a mis conciudadanos que se lo agradecen: la han visto y están muy contentos.
Papa Francisco:
Gracias.
Greg Burke:
Santidad, ahora si yo puedo hacer de malo, han intervenido ya todos los grupos lingüísticos y son las seis…
Papa Francisco:
Ah, tenemos tiempo todavía…
Greg Burke:
Hay una pregunta…
Papa Francisco:
Una o dos…
Greg Burke:
Joshua McElwee, del «National Catholic Reporter».
Joshua McElwee:
Gracias, Santo Padre. Mi pregunta: el último miembro de la Comisión para la Protección de los Menores, que fue abusada por un sacerdote, dimitió en marzo. La señora Marie Collins dijo que tenía que dimitir porque los oficiales en el Vaticano no ponían en práctica los consejos de la Comisión que usted, Santo Padre, aprobó. Tengo dos preguntas. ¿De quién es la responsabilidad? ¿Y qué es lo que está haciendo usted, Santo Padre, para asegurarse que los sacerdotes y obispos en el Vaticano pongan en práctica sus recomendaciones aconsejadas por su Comisión?
Papa Francisco:
Cierto. Marie Collins me explicó todo bien. Yo hablé con ella: es una buena mujer. Ella sigue trabajando en la formación sobre este tema con los sacerdotes. Es una buena mujer, que quiere trabajar. Hizo una acusación, y algo de razón tiene. ¿Por qué? Porque hay muchos casos atrasados, porque se amontonan… Además, en este momento se ha tenido que hacer la legislación sobre esto: ¿Qué tienen que hacer los obispos diocesanos? Hoy, en casi todas las diócesis hay un Protocolo para seguir en estos casos: es un gran progreso. Así los informes se hacen bien. Esto es un paso. Otro paso: hay poca gente, hay necesidad de más gente capaz para esto, y el Secretario de Estado está buscando, y también el cardenal Müller, presentar nuevas personas. El otro día se han asumido dos o tres más. Se ha cambiado al director de la Oficina disciplinar, que era bueno, buenísimo, pero estaba un poco cansado: ha regresado a su patria para realizar el mismo trabajo con su episcopado. Y el nuevo ―es un irlandés, Mons. Kennedy― es una persona muy buena, muy eficiente, veloz, y esto ayuda mucho. Además hay otra cosa. A veces, los obispos envían; si el Protocolo está bien, va rápidamente a la «feria cuarta», y la «feria cuarta» la estudia y decide. Si el Protocolo no está bien, debe volver atrás y hay que rehacerlo. Por eso se piensa en ayudas continentales, o dos por continente: por ejemplo, en América Latina, una en Colombia, otra en Brasil… Serían como pre-tribunales o tribunales continentales. Pero esto está en estudio. Y después, está bien: lo estudia la «feria cuarta» y se quita el estado clerical al sacerdote, que vuelve a la diócesis y hace recurso. Antes, el recurso lo examinaba la misma «feria cuarta» que había hecho la sentencia, pero esto es injusto. Y he creado otro tribunal y he puesto a la cabeza una persona indiscutible: el Arzobispo de Malta, Mons. Scicluna, que es uno de los más fuertes contra los abusos. Y en este segundo tribunal ―porque tenemos que ser justos― el que plantea un recurso tiene derecho a un defensor. Si se confirma la primera sentencia, el caso ha terminado. Sólo queda [la facultad de escribir] una carta, solicitando la gracia al Papa. Yo nunca he firmado una gracia. Así como están las cosas, estamos yendo adelante. Marie Collins en aquel punto tenía razón; pero nosotros, también, estábamos en ese camino. Pero hay dos mil casos amontonados. Gracias.
Greg Burke:
Santidad, pero ahora nos tenemos que ir…
Papa Francisco:
¿Pero quien era el que esperaba?
Greg Burke:
Una portuguesa…
Papa Francisco:
Eh, pobrecilla…
Greg Burke:
Está bien…
Joana Haderer, «Agencia portuguesa Lusa»:
Gracias, Santo Padre. Le voy a hablar en español porque es más fácil para mí. Le voy a hacer una pregunta sobre el caso de Portugal, pero creo que se aplica a muchas sociedades occidentales nuestras. En Portugal, casi todos los portugueses se identifican como católicos, casi todos, casi el 90%; pero la forma en que la sociedad se organiza, las decisiones que tomamos… muchas veces son contrarias a las orientaciones de la Iglesia. Me refiero al matrimonio de los homosexuales, a la despenalización del aborto. Ahora mismo vamos a empezar a discutir la eutanasia. ¿Cómo ve esto?
Papa Francisco:
Yo creo que es un problema político. Y que también la conciencia católica no es una conciencia a veces de pertenencia total a la Iglesia, y que detrás de eso no hay una catequesis matizada, una catequesis humana… O sea, el catecismo de la Iglesia católica es un ejemplo de lo que es una cosa seria y matizada. Creo que es falta de formación y también de cultura. Porque es curioso: en algunas otras regiones ―pienso en Italia, alguna por América Latina―, que… son muy católicos, pero son anticlericales… «i mangiapreti» [los come curas] que (ríe). Es un fenómeno que se da. A veces, e…
Joana Haderer:
¿Y le preocupa?
Papa Francisco:
Claro que me preocupa. Por eso digo a los sacerdotes ―lo habrán leído―: «Huyan del clericalismo». Porque el clericalismo aleja a la gente. «Huyan del clericalismo», y añado: es una peste en la Iglesia. Pero acá es trabajo también de catequesis, de concienciación, de diálogo, incluso de valores humanos. Gracias.
Les agradezco muchísimo el trabajo y la agudeza de las preguntas. Gracias.
Greg Burke:
Gracias a usted, Santidad.
Papa Francisco:
Y recen por mí, no se olviden.
[00740-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Greg Burke:
Obrigado, Santidade. Foram vinte e quatro horas muito intensas. Vinte e quatro horas dedicadas a Nossa Senhora. Os portugueses sentiram-se muito comovidos quando o Santo Padre disse: «Temos Mãe». Vossa Santidade sente-o duma maneira especial. Há cem anos, Nossa Senhora não apareceu a três jornalistas importantes; apareceu a três pastorinhos. Mas vimos como eles, com a sua simplicidade e santidade, conseguiram fazer chegar esta mensagem a todo o mundo. Também os jornalistas fazem chegar uma mensagem e, pelo número de países donde provêm, vê-se que estão muito curiosos sobre esta sua viagem. Se o Santo Padre quiser dizer alguma coisa antes...
Papa Francisco:
Antes de mais nada, boa tarde. Obrigado! Gostaria de responder ao maior número possível de perguntas, pelo que convinha despacharmo-nos. Tenho pena quando estamos ainda a meio e me dizem que é hora do lanche; procuremos fazer ambas as coisas. Obrigado!
Greg Burke:
Pois bem, comecemos pelo grupo português, com Fátima Campos Ferreira, da Radiotelevisão Portuguesa.
Fátima Campos Ferreira:
Não sei que me parece ficar sentada diante do Santo Padre! Bem, em primeiro lugar, muito obrigada pela sua viagem. Santo Padre, veio a Fátima como peregrino para canonizar Francisco e Jacinta, no ano em que se completa o centenário das aparições. Deste ponto de vista histórico, que resta agora para a Igreja e para o mundo inteiro? Depois, Fátima tem uma mensagem de paz e, nos próximos dias (24 de maio), o Santo Padre vai receber no Vaticano o Presidente dos Estados Unidos, Donald Trump: que pode esperar o mundo deste encontro? E que espera o Santo Padre deste encontro? Muito obrigada!
Papa Francisco:
Fátima tem, sem dúvida, uma mensagem de paz; e levada à humanidade por três grandes comunicadores que tinham menos de treze anos. Isto é interessante. Que eu vim como peregrino, é verdade; quanto à canonização, não estava prevista inicialmente, porque o processo do milagre estava em andamento, mas registou uma inesperada aceleração quando se viu que todas as perícias resultaram positivas... assim juntaram-se as duas coisas. E isso deixou-me muito feliz. Que pode esperar o mundo? – Paz. E de que vou falar, daqui para diante, com quem quer que seja? – Da paz.
Fátima Ferreira:
E que resta então deste momento histórico para a Igreja e para o mundo?
Papa Francisco:
Uma mensagem de paz. E queria dizer uma coisa que me tocou o coração. Horas antes de embarcar, recebi alguns cientistas de várias religiões que estavam a fazer investigação no Observatório Vaticano de Castel Gandolfo; incluindo agnósticos e ateus. E um ateu disse-me: «Eu sou ateu – não me disse de que etnia era, nem donde vinha; falava em inglês, e assim não consegui saber, nem lho perguntei –. Peço-lhe um favor: diga aos cristãos que amem mais os muçulmanos». Isto é uma mensagem de paz.
Fátima Ferreira:
É isso que vai dizer a Trump?
Papa Francisco:
[limitou-se a sorrir]
Greg Burke:
E agora Aura Miguel
Aura Miguel:
Posso fazer a pergunta em português, ou italiano?
Papa Francisco:
Melhor em italiano.
Aura Miguel:
Santidade, em Fátima, apresentou-se como «o Bispo vestido de branco». Até agora, esta expressão aplicava-se sobretudo à visão da terceira parte do segredo, a São João Paulo II e aos mártires do século XX. Que significa agora a sua identificação com esta expressão?
Papa Francisco
É verdade, aparece na oração; esta, não a fiz eu, fê-la o Santuário. E também eu me interroguei: porque disseram isto? E há uma ligação na cor branca: o Bispo vestido de branco, a Senhora vestida de branco, a alvura da inocência das crianças depois do Batismo; naquela oração, há uma ligação na cor branca. Creio – visto que não fui eu que a fiz – creio que, literariamente, procuraram expressar com o branco aquele desejo de inocência, de paz: inocência, não fazer mal ao outro, não fazer guerra...
Aura Miguel:
Há uma revisão da interpretação da mensagem?
Papa Francisco:
Não. Quanto àquela visão, creio que o então Cardeal Ratzinger, quando era Prefeito da Congregação para a Doutrina da Fé, explicara tudo claramente. Obrigado!
Greg Burke:
A próxima pergunta é de Cláudio Lavagna, de NBC.
Cláudio Lavagna:
Salve, Santo Padre! Ontem pediu aos fiéis para derrubarem todos os muros. E todavia, no dia vinte e quatro de maio, Vossa Santidade encontra um Chefe de Estado que ameaça construir os muros: é um pouco contrário à sua palavra, mas parece que ele possua também opiniões e opções diferentes das suas noutros temas, como, por exemplo, a necessidade de agir sobre o aquecimento global, ou o acolhimento dos migrantes. Nas vésperas deste encontro, Santo Padre, que opinião se formou acerca das políticas adotadas até agora pelo Presidente Trump sobre estes temas, e que esperanças deposita num encontro com um Chefe de Estado que parece pensar e agir ao contrário de Vossa Santidade?
Papa Francisco:
Quanto à primeira pergunta – mas posso responder a ambas –, eu nunca faço um juízo sobre uma pessoa sem a ouvir. Acho que não o devo fazer. Enquanto falamos um com o outro, esclarecem-se as coisas: eu direi o que penso, ele dirá aquilo que pensa. Mas eu nunca, nunca quis fazer um juízo sem ouvir a pessoa. E a segunda pergunta era sobre o que penso...
Cláudio Lavagna:
...o que pensa, em particular, sobre temas como o acolhimento dos migrantes...
Papa Francisco:
Mas, isso, já o sabeis muito bem!
Cláudio Lavagna:
Ao passo que a segunda era esta: Que espera dum encontro com um Chefe de Estado que pensa ao contrário de Vossa Santidade?
Papa Francisco:
Há sempre portas que não estão fechadas. É preciso procurar as portas que estão pelo menos um pouco abertas, para entrar e falar sobre as coisas comuns e avançar. Passo a passo. A paz é artesanal: constrói-se todos os dias. Também a amizade entre as pessoas, o conhecimento mútuo, a estima são artesanais: constroem-se todos os dias. O respeito pelo outro, dizer o que se pensa (mas com respeito), caminhar juntos... Alguém pensa duma certa maneira; pois diga-o. Há que ser muito sincero naquilo que cada um pensa.
Cláudio Lavagna:
O Santo Padre espera que ele amoleça as suas decisões depois de...
Papa Francisco:
Isso é um cálculo político, que não me permito fazer. Mesmo no plano religioso, não sou proselitista. Obrigado!
Greg Burke:
Obrigado, Santidade. Agora temos Elisabetta Piqué.
Elisabetta Piqué, La Nación:
Obrigada, antes de tudo, por esta viagem breve e muito intensa. Queria perguntar-lhe: hoje é o centenário das aparições da Virgem de Fátima, mas é também um aniversário importante dum facto da sua vida, sucedido há vinte e cinco anos, quando o Núncio Calabresi lhe disse que iria ser Bispo Auxiliar de Buenos Aires: um facto que representou o fim do seu exílio em Córdoba e uma grande mudança na sua vida. A pergunta é esta: Já alguma vez associou com a Virgem de Fátima este facto que mudou a sua vida? E, nestes dias em que rezou diante d’Ela, pensou nisso e pode-no-lo contar? Obrigada!
Papa Francisco:
As mulheres sabem tudo! Não pensei na coincidência; só ontem, enquanto rezava diante de Nossa Senhora, me apercebi de que foi num treze de Maio que recebi o telefonema do Núncio, há vinte e cinco anos. É verdade. Não sei como me veio; e disse para comigo: «Olha a coincidência!» E, com Nossa Senhora, falei um pouco disso, pedi-Lhe perdão para todos os meus erros, incluindo um pouco de má apreciação na escolha das pessoas... Mas, ontem, apercebi-me da coincidência.
Greg Burke:
Nicholas Senèze, de La Croix.
Nicholas Senèze:
Obrigado, Santo Padre. Voltemos a Fátima, pela qual tem uma grande devoção a Fraternidade de São Pio X. Fala-se muito de um acordo que daria um estatuto oficial à Fraternidade na Igreja. Alguns imaginaram mesmo que este anúncio pudesse ter sido dado hoje. Santidade, pensa que seja possível a curto prazo este acordo? E quais são ainda os obstáculos? Para o Santo Padre, qual é o sentido desta reconciliação? O sinal que demonstre serem verdadeiramente católicos será o regresso triunfal dos fiéis ou outra coisa?
Papa Francisco:
Eu descartaria toda a forma de triunfalismo; isso não. Há poucos dias, a sessão da «feria quarta» da Congregação para a Doutrina da Fé (chamam-na «feria quarta», porque tem lugar à quarta-feira) estudou um documento, e o documento – quero dizer, o estudo do documento – ainda não me chegou. Esta é a primeira coisa. Segunda: as relações atuais são fraternas. No ano passado, dei licença de confessar a todos eles, e também uma forma de jurisdição para os matrimónios. Mas, já antes, os próprios problemas – por exemplo, casos que tinham e que deviam ser resolvidos pela Congregação para a Doutrina da Fé – era a própria Congregação que os resolvia. Por exemplo, os casos de abuso traziam-nos a nós; o mesmo se passa com a Penitenciaria Apostólica; também na redução ao estado laical de um sacerdote, trazem o caso a nós... Existem relações fraternas. Com D. Fellay, tenho um bom relacionamento, falei várias vezes... Não gosto de apressar as coisas. Caminhar, caminhar, caminhar... depois se verá. Para mim, não é uma questão de vencedores ou de vencidos, não. É um problema de irmãos que devem caminhar juntos, procurando a fórmula para dar passos em frente.
Greg Burke:
Obrigado, Santidade. Agora Tassilo Forchheimer, de ARD
Tassilo Forchheimer:
Santo Padre, por ocasião do aniversário da Reforma, os cristãos evangélicos e católicos podem fazer juntos outro pedaço de estrada? Haverá a possibilidade de participar na mesma Mesa Eucarística? Há alguns meses, o Cardeal Kasper disse que se poderia dar um passo em frente, já durante este ano...
Papa Francisco:
Já se deram grandes passos em frente! Pensemos na primeira Declaração sobre a Justificação: desde então não se parou de caminhar. A viagem à Suécia foi muito significativa, porque era precisamente o início [das celebrações] e uma comemoração mesmo com a Suécia. E também foi significativa para o ecumenismo do caminho, isto é, o caminhar juntos com a oração, com o martírio e com as obras de caridade, com as obras de misericórdia. Lá a Cáritas luterana e a Cáritas católica concordaram em trabalhar juntas: este é um grande passo! Mas esperam-se novos passos, sempre. O senhor sabe que Deus é o Deus das surpresas. Nunca devemos parar, mas avançar sempre. Rezar juntos, testemunhar juntos, praticar juntos as obras de misericórdia, que é anunciar a caridade de Jesus Cristo, anunciar que Jesus Cristo é o Senhor, o único Salvador, e que a graça só vem d’Ele... E, neste caminho, os teólogos continuarão a estudar, mas caminhando... Com o coração aberto às surpresas…
Greg Burke:
Obrigado, Santidade. Agora temos Mimmo Muolo, de Avvenire:
Mimmo Muolo:
Boa tarde, Santidade. Faço-lhe uma pergunta em nome do grupo italiano. Ontem e hoje, em Fátima, vimos um grande testemunho de fé popular, unida ao Santo Padre; o mesmo, aliás, que se encontra noutros santuários marianos como, por exemplo, em Medjugorje. Que pensa destas aparições – se foram aparições – e do fervor religioso que suscitaram, dado que decidiu nomear um Bispo delegado para os aspetos pastorais? E, se me permite, uma segunda questão que sei estar muito a peito também a Vossa Santidade, bem como a nós italianos: as ONGs foram acusadas de conluio com os contrabandistas traficantes de seres humanos; queria saber que pensa disto. Obrigado.
Papa Francisco:
Começo pela segunda. Li no jornal, que folheio de manhã, que havia este problema, mas ainda não conheço como são os detalhes. E, por isso, não posso dar opinião. Sei que há um problema e que as investigações continuam. Espero que continuem e que toda a verdade venha ao de cima. Quanto à primeira: Medjugorje. Todas as aparições ou alegadas aparições pertencem à esfera privada, não fazem parte do Magistério público ordinário da Igreja. Quanto a Medjugorje: fez-se uma comissão presidida pelo Cardeal Ruini. Fê-la Bento XVI. Eu, no final de 2013 ou princípios de 2014, recebi do Cardeal Ruini o resultado. Uma comissão de bons teólogos, bispos, cardeais. Bons, bons, bons... O relatório-Ruini é muito, muito bom. Mas havia algumas dúvidas na Congregação para a Doutrina da Fé, e a Congregação julgou oportuno enviar a cada um dos membros do congresso, da tal «feria quarta», toda a documentação incluindo as coisas que pareciam estar contra o relatório-Ruini. Recebi a notificação: lembro-me que era uma tarde de sábado, no final da tarde. Não me pareceu justo: era como pôr em leilão – desculpem a palavra – o relatório-Ruini, que estava muito bem feito. E, no domingo de manhã, o Prefeito da Congregação para a Doutrina da Fé recebeu uma carta minha, pedindo-lhe para comunicar que, em vez de enviarem as opiniões à «feria quarta», as enviassem pessoalmente para mim. Estas opiniões foram estudadas, e todas sublinhavam a densidade do relatório-Ruini. A verdade é que se devem distinguir principalmente três coisas. Sobre as primeiras aparições, quando [os «videntes»] eram adolescentes, o relatório diz mais ou menos que se deve continuar a investigar. Sobre as alegadas aparições atuais, o relatório tem as suas dúvidas. Eu, pessoalmente, sou mais «ruim»: prefiro Nossa Senhora mãe, nossa mãe, e não uma Nossa Senhora chefe dum departamento telegráfico que todos os dias, a determinada hora, envia uma mensagem; esta não é a Mãe de Jesus. E estas alegadas aparições não possuem tanto valor. Isto, digo-o como opinião pessoal. Mas quem pensa que Nossa Senhora diga: «Vinde que amanhã, a tal hora, direi uma mensagem àquele vidente»; isso não. [No relatório-Ruini] distinguem-se as duas espécies de aparições. E, terceiro, o cerne verdadeiro e próprio do relatório-Ruini: o facto espiritual, o facto pastoral, pessoas que vão lá e se convertem, pessoas que encontram Deus, que mudam de vida... Para isso, não há uma varinha mágica, e este facto espiritual-pastoral não se pode negar. Agora, para ver a realidade com todos estes dados, com as respostas que me enviaram os teólogos, nomeou-se este Bispo – bom, bom porque tem experiência – para ver como anda a parte pastoral. E, no fim, qualquer palavra será dita.
Mimmo Muolo:
Santidade, obrigado também pela bênção aos meus concidadãos que Lhe agradecem: viram-no e ficaram muito contentes.
Papa Francisco:
Obrigado!
Greg Burke:
Santidade, agora se me permite fazer o mau da fita… Acabamos de passar todos os grupos linguísticos e são... seis horas.
Papa Francisco:
Ah, ainda temos tempo.
Greg Burke:
Há uma pergunta.
Papa Francisco:
Uma ou duas.
Greg Burke:
Joshua McElwee, de National Catholic Reporter
Joshua McElwee:
Obrigado, Santo Padre. A minha pergunta: o último membro da Comissão para a Tutela dos Menores, que foi abusado por um padre, demitiu-se em março. A senhora Marie Collins disse que devia demitir-se porque os funcionários do Vaticano não punham em prática os conselhos da Comissão que Vossa Santidade aprovara. Tenho duas perguntas. De quem é a responsabilidade? E que está a fazer, Santo Padre, para garantir que os padres e os bispos no Vaticano ponham em prática as suas recomendações, sugeridas pela sua Comissão?
Papa Francisco:
É verdade. Marie Collins explicou-me bem a situação. Falei com ela: é uma boa senhora. Continua a trabalhar na formação com os sacerdotes sobre este ponto. É uma boa mulher, que quer trabalhar. Fez essa acusação; e um pouco de razão tem-na. Porquê? Porque existem muitos casos atrasados, que se foram acumulando... Entretanto teve de se fazer a legislação para isto: que devem fazer os bispos diocesanos? Hoje, em quase todas as dioceses, há o Regulamento a seguir nestes casos: é um grande avanço. Deste modo, os dossiês elaboram-se corretamente. Este é um passo. Outro passo: havia pouco pessoal, há necessidade de mais pessoas capacitadas para o efeito; o Secretário de Estado e o próprio Cardeal Müller estão procurando arranjar novas pessoas. Num dia destes, foram admitidas mais duas ou três. Mudou-se o diretor do Departamento Disciplinar, que era bom, era muito bom, mas estava um pouco cansado; regressou ao seu país para fazer o mesmo trabalho com o seu episcopado. E o novo – é um irlandês, Mons. Kennedy – é uma pessoa muito boa, muito eficiente, despachada; e isto ajuda bastante. Há ainda outra coisa: por vezes os Bispos enviam [o dossiê]; se tudo está conforme o Regulamento, passa imediatamente à «feria quarta», e a «feria quarta» estuda e decide. Se o Regulamento não foi respeitado, o dossiê tem de voltar atrás e é preciso refazê-lo. Para isso, pensa-se em apoios continentais, um ou dois por continente: por exemplo, na América Latina, um na Colômbia, outro no Brasil... Seriam uma espécie de pré-tribunais ou tribunais continentais. Isto, porém, está ainda em planificação. E depois os trâmites normais: estuda o caso a «feria quarta» e retira-se o estado clerical do sacerdote, que retorna à diocese e faz recurso. Antes, o recurso era estudado pela mesma «feria quarta» que dera a sentença, mas isto não é justo. E criei outro tribunal que coloquei a cargo duma pessoa indiscutível: o Arcebispo de Malta, D. Scicluna, que é um dos mais empenhados contra os abusos. E neste segundo tribunal – porque devemos ser justos –, a pessoa que recorre tem direito a ter um defensor. Se aprovar a primeira sentença, termina o caso. Só resta [a faculdade de escrever] uma carta, pedindo a graça ao Papa. Eu nunca assinei uma graça. É assim como estão as coisas, e vamos avançando. Naquele ponto, Marie Collins tinha razão; mas nós também estávamos a caminhar. O problema é que há dois mil casos acumulados … Obrigado!
Greg Burke:
Agora porém, Santidade, devemos acabar…
Papa Francisco:
Mas quem era aquele, quem estava à espera?
Greg Burke:
Uma portuguesa.
Papa Francisco:
Eh, coitada!
Greg Burke:
Está bem.
Joana Haderer, da agência portuguesa Lusa:
Obrigado, Santo Padre. Vou falar em espanhol, porque é mais fácil para mim. Vou fazer uma pergunta sobre o caso de Portugal, mas creio que se aplica a muitas das nossas sociedades ocidentais. Em Portugal, quase todos os portugueses se identificam como católicos – quase todos, quase 90% –, mas a forma como se organiza a sociedade, as decisões que tomamos são muitas vezes contrárias às orientações da Igreja. Refiro-me ao casamento dos homossexuais, à despenalização do aborto. Agora vamos começar a discutir a eutanásia. Como vê isto?
Papa Francisco:
Creio que é um problema político, mas também que a consciência católica por vezes não é uma consciência totalmente aderente à Igreja; e que, por trás disso, falta uma catequese matizada, uma catequese humana... Um exemplo duma catequese séria e matizada é o Catecismo da Igreja Católica. Creio que é falta de formação e também de cultura. Pois é curioso um fenómeno que se verifica… noutras regiões (penso na Itália, algures na América Latina): são muito católicos, mas são anticlericais. «I mangiaprêti»: isso mesmo!
Joana Haderer:
E isso preocupa-o?
Papa Francisco:
Claro que me preocupa! Por isso, digo aos sacerdotes (já o tereis lido!): «Fugi do clericalismo». Porque o clericalismo afasta as pessoas. «Fuji do clericalismo». E acrescento: é uma peste na Igreja. Mas também aqui se trata de trabalho de catequese, de consciencialização, de diálogo, inclusive de valores humanos. Obrigado!
Muito lhes agradeço o trabalho feito, e a agudez das perguntas. Obrigado!
Greg Burke:
Obrigado a Vossa Santidade!
Papa Francisco:
E rezem por mim; não se esqueçam!
[00740-PO.01] [Texto original: Italiano]
[B0329-XX.02]