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Santa Messa nella Solennità di Pentecoste, 24.05.2015


Omelia del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Alle ore 10 di oggi, Domenica di Pentecoste, il Santo Padre Francesco ha presieduto nella Basilica Vaticana la Santa Messa del giorno. Hanno concelebrato Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Sacerdoti.

Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa ha pronunciato l’omelia che pubblichiamo di seguito:

Omelia del Santo Padre

«Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi … Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,21.22), così ci dice Gesù. L’effusione avvenuta la sera della Risurrezione si ripete nel giorno di Pentecoste, rafforzata da straordinarie manifestazioni esteriori. La sera di Pasqua Gesù appare agli Apostoli e alita su di loro il suo Spirito (cfr Gv 20,22); nel mattino di Pentecoste l’effusione avviene in maniera fragorosa, come un vento che si abbatte impetuoso sulla casa e irrompe nelle menti e nei cuori degli Apostoli. Di conseguenza essi ricevono un’energia tale che li spinge ad annunciare nei diversi idiomi l’evento della Risurrezione di Cristo: «Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue» (At 2,4). Insieme con loro c’era Maria, la Madre di Gesù, la prima discepola, e lì Madre della Chiesa nascente. Con la sua pace, con il suo sorriso, con la sua maternità, accompagnava la gioia della giovane Sposa, la Chiesa di Gesù.

La Parola di Dio, specialmente quest’oggi, ci dice che lo Spirito opera, nelle persone e nelle comunità che ne sono ricolme, le fa capaci di recipere Deum, “capax Dei”, dicono i Santi Padri. E cosa fa lo Spirito Santo mediante questa capacità nuova che ci dà? Guida a tutta la verità (Gv 16,13), rinnova la terra (Sal 103) e dà i suoi frutti (Gal 5, 22-23). Guida, rinnova e fruttifica.

Nel Vangelo, Gesù promette ai suoi discepoli che, quando Lui sarà tornato al Padre, verrà lo Spirito Santo il quale li «guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo chiama proprio «Spirito della verità» e spiega loro che la sua azione sarà quella di introdurli sempre più nella comprensione di ciò che Lui, il Messia, ha detto e ha fatto, in particolare della sua morte e risurrezione. Agli Apostoli, incapaci di sopportare lo scandalo della passione del loro Maestro, lo Spirito darà una nuova chiave di lettura per introdurli alla verità e alla bellezza dell’evento della salvezza. Questi uomini, dapprima impauriti e bloccati, chiusi nel cenacolo per evitare le ripercussioni del venerdì santo, non si vergogneranno più di essere discepoli del Cristo, non tremeranno più davanti ai tribunali umani. Grazie allo Spirito Santo di cui sono ricolmi, essi comprendono «tutta la verità», cioè che la morte di Gesù non è la sua sconfitta, ma l’espressione estrema dell’Amore di Dio; Amore che nella Risurrezione vince la morte ed esalta Gesù come il Vivente, il Signore, il Redentore dell’uomo, il Signore della storia e del mondo. E questa realtà, di cui loro sono testimoni, diventa la Buona Notizia da annunciare a tutti.

Poi, lo Spirito Santo rinnova - guida e rinnova - rinnova la terra. Il Salmo dice: «Mandi il tuo spirito … e rinnovi la terra» (Sal 103,30). Il racconto degli Atti degli Apostoli sulla nascita della Chiesa trova una significativa corrispondenza in questo Salmo, che è una grande lode di Dio Creatore. Lo Spirito Santo che Cristo ha mandato dal Padre, e lo Spirito Creatore che ha dato vita ad ogni cosa, sono uno e il medesimo. Perciò il rispetto del creato è un’esigenza della nostra fede: il “giardino” in cui viviamo non ci è affidato perché lo sfruttiamo, ma perché lo coltiviamo e lo custodiamo con rispetto (cfr Gen 2,15). Ma questo è possibile solo se Adamo – l’uomo plasmato con la terra – a sua volta si lascia rinnovare dallo Spirito Santo, se si lascia ri-plasmare dal Padre sul modello di Cristo, nuovo Adamo. Allora sì, rinnovati dallo Spirito, possiamo vivere la libertà dei figli, in armonia con tutto il creato, e in ogni creatura possiamo riconoscere un riflesso della gloria del Creatore, come afferma un altro salmo: «O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!» (8,2.10). Guida, rinnova e dona, dà frutto.

Nella Lettera ai Galati san Paolo vuole mostrare qual è il “frutto” che si manifesta nella vita di coloro che camminano secondo lo Spirito (cfr 5,22). Da un lato c’è la «carne», con il corteo dei suoi vizi che l’Apostolo elenca, e che sono le opere dell’uomo egoistico, chiuso all’azione della grazia di Dio. Invece, nell’uomo che con la fede lascia irrompere in sé lo Spirito di Dio, fioriscono i doni divini, riassunti in nove virtù gioiose che Paolo chiama «frutto dello Spirito». Di qui l’appello, ripetuto in apertura e in conclusione, come un programma di vita: «Camminate secondo lo Spirito» (Gal 5,16.25).

Il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato. Ci sono tanti modi di chiudersi allo Spirito Santo: nell’egoismo del proprio vantaggio, nel legalismo rigido – come l’atteggiamento dei dottori della legge che Gesù chiama ipocriti –, nella mancanza di memoria per ciò che Gesù ha insegnato, nel vivere la vita cristiana non come servizio ma come interesse personale, e così via. Invece, il mondo ha bisogno del coraggio, della speranza, della fede e della perseveranza dei discepoli di Cristo. Il mondo ha bisogno dei frutti, dei doni dello Spirito Santo, come elenca san Paolo: «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Il dono dello Spirito Santo è stato elargito in abbondanza alla Chiesa e a ciascuno di noi, perché possiamo vivere con fede genuina e carità operosa, perché possiamo diffondere i semi della riconciliazione e della pace. Rafforzati dallo Spirito - che guida, ci guida alla verità, che rinnova noi e tutta la terra, e che ci dona i frutti - rafforzati nello Spirito e da questi molteplici doni, diventiamo capaci di lottare senza compromessi contro il peccato, di lottare senza compromessi contro la corruzione, che si allarga sempre più nel mondo di giorno in giorno, e di dedicarci con paziente perseveranza alle opere della giustizia e della pace.

[00871-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

«De même que le Père m’a envoyé, moi aussi je vous envoie… Recevez l’Esprit Saint» (Jn 20, 21.22), nous dit Jésus. L’effusion qui a eu lieu le soir de la Résurrection se répète le jour de Pentecôte, renforcée par d’extraordinaires manifestations extérieures. Le soir de Pâques, Jésus apparaît aux Apôtre et souffle sur eux son Esprit (cf. Jn 20, 22); le matin de la Pentecôte, l’effusion se produit de façon retentissante, comme un vent qui s’abat avec impétuosité sur la maison et fait irruption dans les esprits et dans les cœurs des Apôtres. En conséquent, ils reçoivent une énergie telle qu’elle les pousse à annoncer en différentes langues l’évènement de la Résurrection du Christ: «Tous furent remplis d’Esprit Saint: ils se mirent à parler en d’autres langues» (Ac 2, 4). Avec eux se trouvait Marie, la Mère de Jésus, la première disciple, et ici Mère de l’Église naissante. De sa paix, de son sourire, de sa maternité, elle accompagnait la joie de la jeune Épouse, l’Église de Jésus.

La Parole de Dieu, spécialement celle d’aujourd’hui, nous dit que l’Esprit agit, dans les personnes et dans les communautés qui en sont remplies, il les rend capables de recipere Deum, capax Dei”,disent les Pères de l’Église. Et que fait l’Esprit Saint par cette nouvelle capacité qu’il nous donne? Il conduit dans la vérité tout entière (Jn 16, 13), renouvelle la face de la terre (Ps 103) et donne ses fruits (Ga 5, 22-23). Il conduit, il renouvelle et il fructifie.

Dans l’Évangile, Jésus promet à ses disciples que, lorsqu’il sera retourné au Père, il enverra l’Esprit Saint qui les «conduira dans la vérité tout entière» (Jn 16, 13). Il l’appelle vraiment «Esprit de vérité» et il leur explique que son action sera celle de les introduire toujours plus dans la compréhension de ce que Lui, le Messie, a dit et a fait, en particulier de sa mort et résurrection. Aux Apôtres, incapables de supporter le scandale de la passion de leur Maître, l’Esprit donnera une nouvelle clé de lecture pour les introduire dans la vérité et dans la beauté de l’événement du salut. Ces hommes, d’abord effrayés et bloqués, enfermés dans le Cénacle pour éviter les répercussions du vendredi saint, n’auront plus honte d’être disciples du Christ, ils ne craindront plus devant les tribunaux humains. Grâce à l’Esprit Saint dont ils sont remplis, ils comprennent «la vérité tout entière», c’est-à-dire que la mort de Jésus n’est pas sa défaite, mais l’expression extrême de l’amour de Dieu; amour qui, dans la Résurrection, vainc la mort et exalte Jésus comme le Vivant, le Seigneur, le Rédempteur de l’homme, le Seigneur de l’histoire et du monde. Et cette réalité, dont ils sont témoins, devient la Bonne Nouvelle à annoncer à tous.

Ensuite, l’Esprit Saint renouvelle – guide et renouvelle – renouvelle la face de la terre. Le Psaume dit: «Tu envoies ton souffle… et tu renouvelles la face de la terre» (Ps 103, 30). Le récit des Actes des Apôtres sur la naissance de l’Église trouve une correspondance significative dans ce Psaume, qui est une grande louange au Dieu Créateur. L’Esprit Saint que le Christ a envoyé du Père, et l’Esprit créateur qui a donné la vie à toute chose, sont un seul et le même. C’est pourquoi le respect du créé est une exigence de notre foi: le “jardin” dans lequel nous vivons ne nous est pas confié pour que nous l’exploitions mais pour que nous le cultivions et le gardions avec respect (cf. Gn 2, 15). Mais cela est n’est possible que si Adam – l’homme formé de la terre – à son tour se laisser renouveler par l’Esprit Saint, s’il se laisse remodeler par le Père sur le modèle du Christ, nouvel Adam. Alors oui, renouvelés par l’Esprit, nous pouvons vivre la liberté des fils, en harmonie avec tout le créé, et nous pouvons reconnaître en chaque créature un reflet de la gloire du Créateur, comme l’affirme un autre psaume: «Ô Seigneur notre Dieu, qu’il est grand ton nom par toute la terre!» (8, 2.10). Il conduit, il renouvelle et donne, il donne du fruit.

Dans la Lettre aux Galates, saint Paul veut montrer quel est le “fruit” qui se manifeste dans la vie de ceux qui marchent selon l’Esprit (cf. 5, 22). D’un côté, il y a la «chair» avec le cortège de ses vices que l’Apôtre énumère, et qui sont les œuvres de l’homme égoïste, fermé à l’action de la grâce de Dieu. Au contraire, dans l’homme qui par la foi, laisse l’Esprit de Dieu faire irruption en lui, fleurissent les dons divins, résumés en neuf vertus joyeuses que Paul appelle «fruits de l’Esprit». De là l’appel, répété en ouverture et en conclusion, comme un programme de vie: «Marchez sous la conduite de l’Esprit Saint» (Ga 5, 16.25).

Le monde a besoin d’hommes et de femmes qui ne soient pas fermés, mais remplis d’Esprit Saint. La fermeture à l’Esprit Saint est non seulement manque de liberté, mais aussi péché. Il y a tant de manières de se fermer à l’Esprit Saint: dans l’égoïsme de son propre avantage, dans le légalisme rigide ­– comme l’attitude des docteurs de la Loi que Jésus appelle hypocrites –, dans le manque de mémoire pour ce que Jésus a enseigné, dans le fait de vivre la vie chrétienne non comme service mais comme intérêt personnel, et ainsi de suite. Au contraire, le monde a besoin du courage, de l’espérance, de la foi et de la persévérance des disciples du Christ. Le monde a besoin des fruits, des dons de l’Esprit Saint, comme énumère saint Paul : «amour, joie, paix, patience, bonté, bienveillance, fidélité, douceur et maîtrise de soi» (Ga 5, 22). Le don de l’Esprit Saint a été accordé en abondance à l’Église et à chacun de nous, pour que nous puissions vivre avec une foi authentique et une charité active, pour que nous puissions répandre les germes de la réconciliation et de la paix. Fortifiés par l’Esprit – qui conduit, nous conduit dans la vérité, qui nous renouvelle, nous et toute la terre, et qui nous donne les fruits – fortifiés par l’Esprit et par ses multiples dons, devenons capables de lutter sans compromissions contre le péché et de lutter sans compromissions contre la corruption, qui s’étend toujours plus dans le monde de jour en jour, et de nous dévouer avec une persévérance patiente aux œuvres de la justice et de la paix.

[00871-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

“As the Father has sent me, even so I send you... Receive the Holy Spirit” (Jn 20:21-22); this is what Jesus says to us. The gift of the Spirit on the evening of the Resurrection took place once again on the day of Pentecost, intensified this time by extraordinary outward signs. On the evening of Easter, Jesus appeared to the Apostles and breathed on them his Spirit (cf. Jn 20:22); on the morning of Pentecost the outpouring occurred in a resounding way, like a wind which shook the place the Apostles were in, filling their minds and hearts. They received a new strength so great that they were able to proclaim Christ’s Resurrection in different languages: “They were all filled with the Holy Spirit, and began to speak in other tongues, as the Spirit gave them utterance” (Acts 2:4). Together with them was Mary, the Mother of Jesus, the first disciple, there too as Mother of the nascent Church. With her peace, with her smile, with her maternity, she accompanied the joyful young Bride, the Church of Jesus.

The word of God, especially in today’s readings, tells us that the Spirit is at work in individuals and communities filled with himself; the Spirit makes them capable of recipere Deum [receiving God], capax Dei [with the capacity for God], as the holy Church Fathers say. And what does the Holy Spirit do with this new capability which he gives us? He guides us into all the truth (cf. Jn 16:13), he renews the face of the earth (Ps 103:30), and he gives us his fruits (cf. Gal 5:22-23). He guides, he renews and he makes fruitful.

In the Gospel, Jesus promises his disciples that, when he has returned to the Father, the Holy Spirit will come to guide them into all the truth (cf. Jn 16:13). Indeed he calls the Holy Spirit “the Spirit of truth”, and explains to his disciples that the Spirit will bring them to understand ever more clearly what he, the Messiah, has said and done, especially in regard to his death and resurrection. To the Apostles, who could not bear the scandal of their Master’s sufferings, the Spirit would give a new understanding of the truth and beauty of that saving event. At first they were paralyzed with fear, shut in the Upper Room to avoid the aftermath of Good Friday. Now they would no longer be ashamed to be Christ’s disciples; they would no longer tremble before the courts of men. Filled with the Holy Spirit, they would now understand “all the truth”: that the death of Jesus was not his defeat, but rather the ultimate expression of God’s love, a love that, in the Resurrection, conquers death and exalts Jesus as the Living One, the Lord, the Redeemer of mankind, the Lord of history and of the world. This truth, to which the Apostles were witnesses, became Good News, to be proclaimed to all.

Then the Holy Spirit renews – guides and renews – renews the earth. The Psalmist says: “You send forth your Spirit… and you renew the face of the earth” (Ps 103:30). The account of the birth of the Church in the Acts of the Apostles is significantly linked to this Psalm, which is a great hymn of praise to God the Creator. The Holy Spirit whom Christ sent from the Father, and the Creator Spirit who gives life to all things, are one and the same. Respect for creation, then, is a requirement of our faith: the “garden” in which we live is not entrusted to us to be exploited, but rather to be cultivated and tended with respect (cf. Gen 2:15). Yet this is possible only if Adam – the man formed from the earth – allows himself in turn to be renewed by the Holy Spirit, only if he allows himself to be re-formed by the Father on the model of Christ, the new Adam. In this way, renewed by the Spirit, we will indeed be able to experience the freedom of the sons and daughters, in harmony with all creation. In every creature we will be able to see reflected the glory of the Creator, as another Psalm says: “How great is your name, O Lord our God, through all the earth!” (Ps8:2, 10). He guides, he renews and he gives; he gives fruits.

In the Letter to the Galatians, Saint Paul wants to show the “fruits” manifested in the lives of those who walk in the way of the Spirit (cf. Gal 5:22). On the one hand, he presents “the flesh”, with its list of attendant vices: the works of selfish people closed to God. On the other hand, there are those who by faith allow the Spirit of God to break into their lives. In them, God’s gifts blossom, summed up in nine joyful virtues which Paul calls “fruits of the Spirit”. Hence his appeal, at the start and the end of the reading, as a programme for life: “Walk by the Spirit” (Gal 5:6, 25).

The world needs men and women who are not closed in on themselves, but filled with the Holy Spirit. Closing oneself off from the Holy Spirit means not only a lack of freedom; it is a sin. There are many ways one can close oneself off to the Holy Spirit: by selfishness for one’s own gain; by rigid legalism – seen in the attitude of the doctors of the law to whom Jesus referred as “hypocrites”; by neglect of what Jesus taught; by living the Christian life not as service to others but in the pursuit of personal interests; and in so many other ways. However, the world needs the courage, hope, faith and perseverance of Christ’s followers. The world needs the fruits, the gifts of the Holy Spirit, as Saint Paul lists them: “love, joy, peace, patience, kindness, goodness, faithfulness, gentleness, self-control” (Gal 5:22). The gift of the Holy Spirit has been bestowed upon the Church and upon each one of us, so that we may live lives of genuine faith and active charity, that we may sow the seeds of reconciliation and peace. Strengthened by the Spirit – who guides, who guides us into the truth, who renews us and the whole earth, and who gives us his fruits – strengthened in the Spirit and by these many gifts, may we be able to battle uncompromisingly against sin, to battle uncompromisingly against corruption, which continues to spread in the world day after day, by devoting ourselves with patient perseverance to the works of justice and peace.

[00871-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

„Wie mich der Vater gesandt hat, so sende ich euch. … Empfangt den Heiligen Geist!“ (Joh 20,21.22), so sagt Jesus. Die Ausgießung des Heiligen Geistes am Abend nach der Auferstehung wiederholt sich am Pfingsttag und wird durch außerordentliche Zeichen begleitet. Am Abend des Ostertages erscheint Jesus den Aposteln und haucht sie mit seinem Geist an (vgl. Joh 20,22). Am Morgen des Pfingsttags geschieht die Ausgießung auf brausende Weise wie ein Wind, der heftig auf das Haus niederfährt und in die Köpfe und die Herzen der Apostel einbricht. Infolgedessen empfangen sie eine solche Energie, dass sie angetrieben werden, in verschiedenen Sprachen das Ereignis der Auferstehung Christi zu verkünden. „Alle wurden mit dem Heiligen Geist erfüllt und begannen, in fremden Sprachen zu reden“ (Apg 2,4). Mit ihnen war Maria, die Mutter Jesu, die erste Jüngerin und dort die Mutter der werdenden Kirche. Mit ihrem Gleichmut, ihrem Lächeln und ihrem Muttersein begleitete sie die Freude der jungen Braut, der Kirche Jesu.

Das Wort Gottes sagt uns – besonders heute –, dass der Heilige Geist in den Menschen und in den Gemeinschaften wirkt, die von ihm erfüllt sind; er macht sie fähig recipere Deum [Gott zu empfangen], „capax Dei“, sagen die heiligen Väter. Und was macht der Heilige Geist durch diese neue Fähigkeit, die er uns gibt? Er führt in die ganze Wahrheit (vgl. Joh 16,13); er erneuert das Antlitz der Erde (vgl. Ps 104,30); er gibt seine Früchte (vgl. Gal 5,22-23). Er führt, erneuert und macht fruchtbar.

Im Evangelium verheißt Jesus seinen Jüngern, dass, wenn er zum Vater gegangen ist, der Heilige Geist kommen wird, der sie „in die ganze Wahrheit führen“ wird (Joh 16,13). Er nennt ihn geradezu „Geist der Wahrheit“ und erklärt ihnen, dass das Wirken dieses Geistes darin bestehen wird, sie immer mehr in das Verständnis dessen einzuführen, was er, der Messias, gesagt und getan hat, insbesondere in den Sinn seines Todes und seiner Auferstehung. Den Aposteln, die unfähig waren, das Ärgernis des Leidens ihres Meisters zu ertragen, wird der Heilige Geist einen neuen Verständnisschlüssel geben, um sie in die Wahrheit und die Schönheit des Heilsereignisses einzuführen. Diese Männer, die zuerst verängstigt und gelähmt waren, die sich im Obergemach eingeschlossen hatten, um Auswirkungen wie am Karfreitag zu vermeiden, werden sich nicht mehr schämen, Jünger Christi zu sein und werden nicht mehr vor menschlichen Gerichten zittern. Dank des Heiligen Geistes, von dem sie erfüllt sind, verstehen sie „die ganze Wahrheit“, dass nämlich der Tod Jesu nicht seine Niederlage war, sondern der äußerste Ausdruck der Liebe Gottes, jener Liebe, die in der Auferstehung den Tod besiegt und Jeus als den Lebenden, den Herrn, den Erlöser des Menschen, der Herr der Geschichte und der Welt erhöht. Und diese Wirklichkeit, deren Zeugen sie sind, wird zur Frohen Botschaft, die allen zu verkünden ist.

Der Heilige Geist erneuert dann – er führt und erneuert – er erneuert das Antlitz der Erde. Im Psalm heißt es: „Sendest du deinen Geist aus, … erneuerst du das Antlitz der Erde“ (Ps 104,30). Die Erzählung der Apostelgeschichte über die Geburt der Kirche findet eine bedeutsame Entsprechung in diesem Psalm, der ein großes Loblied auf Gott, den Schöpfer, darstellt. Der Heilige Geist, den Christus vom Vater gesandt hat, und der Schöpfer Geist, der allem das Leben gibt, sind ein und derselbe. Daher ist die Achtung der Schöpfung ein Erfordernis unsers Glaubens: Der „Garten“, in dem wir leben, ist uns nicht anvertraut, damit wir ihn ausbeuten, sondern bebauen und achtsam hüten (vgl. Gen 2,15). Dies ist aber nur möglich, wenn Adam – der aus Erde geformte Mensch – sich seinerseits vom Heiligen Geist erneuern lässt, sich vom Vater neu formen lässt nach dem Vorbild Christi, des neuen Adam. Ja, dann können wir, vom Heiligen Geist erneuert, in der Freiheit der Kinder in Harmonie mit allem Geschaffenen leben und in jedem Geschöpf den Abglanz der Herrlichkeit des Schöpfers erkennen, wie ein anderer Psalm sagt: „Herr, unser Herrscher, wie gewaltig ist dein Name auf der ganzen Erde!“ (Ps 8,2 und 10). Er führt, erneuert und schenkt, gibt Frucht.

Im Brief an die Galater legt der heilige Paulus dar, welche die „Frucht“ ist, die sich im Leben derer zeigt, die sich vom Geist leiten lassen (vgl. Gal 5,22). Da ist auf der einen Seite das „Fleisch“ mit dem Gefolge seiner Laster, die der Apostel anführt und die die Werke des ichsüchtigen Menschen sind, der sich dem Wirken der Gnade Gottes verschließt. In dem Menschen, der voll Glauben den Geist Gottes in sich hereinbrechen lässt, blühen hingegen die göttlichen Gaben, die in neun freudigen Tugenden zusammengefasst werden, die Paulus als „Frucht des Geistes“ bezeichnet. Von hier ergeht der Aufruf, der am Anfang und am Schluss wiederholt wird, gleichsam als ein Lebensprogramm: „Lasst euch vom Geist leiten“ (Gal 5,16; vgl. 5,25).

Die Welt braucht Männer und Frauen, die nicht verschlossen sind, sondern voll des Heiligen Geistes. Verschlossen sein gegenüber dem Heiligen Geist ist nicht nur mangelnde Freiheit, sondern auch Sünde. Es gibt viele Arten, sich dem Heiligen Geist zu verschließen: in der Ichsucht nach dem eigenen Vorteil, im starren Legalismus – wie die Haltung der Gesetzeslehrer, die Jesus Heuchler nennt –, im fehlenden Gedächtnis für das, was Jesus gelehrt hat, in einem nicht als Dienst, sondern zum persönliche Interesse geführten christlichen Leben, und so weiter. Die Welt braucht hingegen den Mut, die Hoffnung, den Glauben und die Ausdauer der Jünger Christi. Die Welt braucht die Früchte, die Gaben des Heiligen Geistes, wie sie der heilige Paulus aufzählt: „Liebe, Freude, Friede, Langmut, Freundlichkeit, Güte, Treue, Sanftmut und Selbstbeherrschung“ (Gal 5,22-23). Die Gabe des Heiligen Geistes wurde der Kirche und einem jeden von uns in Überfluss geschenkt, damit wir in echtem Glauben und tätiger Nächstenliebe leben können, damit wir die Samen der Versöhnung und des Friedens verbreiten können. Vom Heiligen Geist gestärkt – der führt, der uns in die Wahrheit einführt, der uns und die ganze Erde erneuert, der uns die Früchte schenkt –, im Heiligen Geist und von diesen vielfältigen Gaben gestärkt, sind wir fähig, kompromisslos gegen die Sünde zu kämpfen, kompromisslos gegen die Korruption zu kämpfen, die sich von Tag zu Tag in der Welt immer mehr ausbreitet, und uns mit geduldiger Ausdauer den Werken der Gerechtigkeit und des Friedens zu widmen.

[00871-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

«Como el Padre me ha enviado, así también os envío yo… recibid el Espíritu Santo» (Jn 20, 21.22), así dice Jesús. La efusión que se dio en la tarde de la resurrección se repite en el día de Pentecostés, reforzada por extraordinarias manifestaciones exteriores. La tarde de Pascua Jesús se aparece a sus discípulos y sopla sobre ellos su Espíritu (cf. Jn 20, 22); en la mañana de Pentecostés la efusión se produce de manera fragorosa, como un viento que se abate impetuoso sobre la casa e irrumpe en las mentes y en los corazones de los Apóstoles. En consecuencia reciben una energía tal que los empuja a anunciar en diversos idiomas el evento de la resurrección de Cristo: «Se llenaron todos de Espíritu Santo y empezaron a hablar en otras lenguas» (Hch 2, 4). Junto a ellos estaba María, la Madre de Jesús, la primera discípula, y allí Madre de la Iglesia naciente. Con su paz, con su sonrisa, con su maternidad, acompañaba el gozo de la joven Esposa, la Iglesia de Jesús.

La Palabra de Dios, hoy de modo especial, nos dice que el Espíritu actúa, en las personas y en las comunidades que están colmadas de él, las hace capaces de recibir a Dios “Capax Dei”, dicen los Santos Padres. Y ¿Qué es lo que hace el Espíritu Santo mediante esta nueva capacidad que nos da? Guía hasta la verdad plena (Jn 16, 13), renueva la tierra (Sal 103) y da sus frutos (Ga 5, 22-23). Guía, renueva y fructifica.

En el Evangelio, Jesús promete a sus discípulos que, cuando él haya regresado al Padre, vendrá el Espíritu Santo que los «guiará hasta la verdad plena» (Jn 16, 13). Lo llama precisamente «Espíritu de la verdad» y les explica que su acción será la de introducirles cada vez más en la comprensión de aquello que él, el Mesías, ha dicho y hecho, de modo particular de su muerte y de su resurrección. A los Apóstoles, incapaces de soportar el escándalo de la pasión de su Maestro, el Espíritu les dará una nueva clave de lectura para introducirles en la verdad y en la belleza del evento de la salvación. Estos hombres, antes asustados y paralizados, encerrados en el cenáculo para evitar las consecuencias del viernes santo, ya no se avergonzarán de ser discípulos de Cristo, ya no temblarán ante los tribunales humanos. Gracias al Espíritu Santo del cual están llenos, ellos comprenden «toda la verdad», esto es: que la muerte de Jesús no es su derrota, sino la expresión extrema del amor de Dios. Amor que en la Resurrección vence a la muerte y exalta a Jesús como el Viviente, el Señor, el Redentor del hombre, el Señor de la historia y del mundo. Y esta realidad, de la cual ellos son testigos, se convierte en Buena Noticia que se debe anunciar a todos.

El Espíritu Santo renueva – guía y renueva - renueva la tierra. El Salmo dice: «Envías tu espíritu… y repueblas la faz tierra» (Sal 103, 30). El relato de los Hechos de los Apóstoles sobre el nacimiento de la Iglesia encuentra una correspondencia significativa en este salmo, que es una gran alabanza a Dios Creador. El Espíritu Santo que Cristo ha mandado de junto al Padre, y el Espíritu Creador que ha dado vida a cada cosa, son uno y el mismo. Por eso, el respeto de la creación es una exigencia de nuestra fe: el “jardín” en el cual vivimos no se nos ha confiado para que abusemos de él, sino para que lo cultivemos y lo custodiemos con respeto (cf. Gn 2, 15). Pero esto es posible solamente si Adán – el hombre formado con tierra – se deja a su vez renovar por el Espíritu Santo, si se deja reformar por el Padre según el modelo de Cristo, nuevo Adán. Entonces sí, renovados por el Espíritu, podemos vivir la libertad de los hijos en armonía con toda la creación y en cada criatura podemos reconocer un reflejo de la gloria del Creador, como afirma otro salmo: «¡Señor, Dios nuestro, que admirable es tu nombre en toda la tierra!» (Sal 8, 2.10). Guía, renueva y da, da fruto.

En la carta a los Gálatas, san Pablo vuelve a mostrar cual es el “fruto” que se manifiesta en la vida de aquellos que caminan según el Espíritu (Cf. 5, 22). Por un lado está la «carne», acompañada por sus vicios que el Apóstol nombra, y que son las obras del hombre egoísta, cerrado a la acción de la gracia de Dios. En cambio, en el hombre que con fe deja que el Espíritu de Dios irrumpa en él, florecen los dones divinos, resumidos en las nueve virtudes gozosas que Pablo llama «fruto del Espíritu». De aquí la llamada, repetida al inicio y en la conclusión, como un programa de vida: «Caminad según el Espíritu» (Ga 5, 16.25).

El mundo tiene necesidad de hombres y mujeres no cerrados, sino llenos de Espíritu Santo. El estar cerrados al Espíritu Santo no es solamente falta de libertad, sino también pecado. Existen muchos modos de cerrarse al Espíritu Santo. En el egoísmo del propio interés, en el legalismo rígido – como la actitud de los doctores de la ley que Jesús llama hipócritas -, en la falta de memoria de todo aquello que Jesús ha enseñado, en el vivir la vida cristiana no como servicio sino como interés personal, entre otras cosas. En cambio, el mundo tiene necesidad del valor, de la esperanza, de la fe y de la perseverancia de los discípulos de Cristo. El mundo necesita los frutos, los dones del Espíritu Santo, como enumera san Pablo: «amor, alegría, paz, paciencia, afabilidad, bondad, lealtad, modestia, dominio de sí» (Ga 5, 22). El don del Espíritu Santo ha sido dado en abundancia a la Iglesia y a cada uno de nosotros, para que podamos vivir con fe genuina y caridad operante, para que podamos difundir la semilla de la reconciliación y de la paz. Reforzados por el Espíritu Santo – que guía, nos guía a la verdad, que nos renueva a nosotros y a toda la tierra, y que nos da los frutos – reforzados en el Espíritu y por estos múltiples dones, llegamos a ser capaces de luchar, sin concesión alguna, contra el pecado, de luchar, sin concesión alguna, contra la corrupción que, día tras día, se extiende cada vez más en el mundo, y de dedicarnos con paciente perseverancia a las obras de la justicia y de la paz.

[00871-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

«Assim como o Pai Me enviou, também Eu vos envio a vós (...) Recebei o Espírito Santo» (Jo 20, 21.22): diz-nos Jesus. A efusão do Espírito, que tivera lugar na tarde da Ressurreição, repete-se no dia de Pentecostes, corroborada por sinais visíveis extraordinários. Na tarde de Páscoa, Jesus aparece aos Apóstolos e sopra sobre eles o seu Espírito (cf. Jo 20, 22); na manhã de Pentecostes, a efusão acontece de forma estrondosa, como um vento que se abate impetuoso sobre a casa e irrompe na mente e no coração dos Apóstolos. Como resultado, recebem uma força tal que os impele a anunciar, nas diferentes línguas, o evento da Ressurreição de Cristo: «Todos ficaram cheios do Espírito Santo e começaram a falar outras línguas» (Act 2, 4). Juntamente com eles, estava Maria, a Mãe de Jesus, a primeira discípula, e ali se torna Mãe da Igreja nascente. Com a sua paz, com o seu sorriso, com a sua maternidade, acompanhava a alegria da jovem Esposa, a Igreja de Jesus.

A palavra de Deus – especialmente neste dia – diz-nos que o Espírito age nas pessoas e comunidades que estão repletas d’Ele, fá-las capazes de receber Deus («capax Dei» – dizem os Santos Padres). E que faz o Espírito Santo por meio desta capacidade nova que nos dá? Guia para a verdade completa (Jo 16,13), renova a terra (Sal 103/104) e produz os seus frutos (Gal 5, 22-23). Guia, renova e dá frutos.

No Evangelho, Jesus promete aos seus discípulos que, quando Ele tiver regressado ao Pai, virá o Espírito Santo que os «há-de guiar para a verdade completa» (Jo 16, 13). Chama-Lhe precisamente «Espírito da verdade», explicando que a sua acção será introduzi-los sempre mais na compreensão daquilo que Ele, o Messias, disse e fez, nomeadamente da sua morte e ressurreição. Aos Apóstolos, incapazes de suportar o escândalo da Paixão do seu Mestre, o Espírito dará uma nova chave de leitura para os introduzir na verdade e beleza do evento da Salvação. Estes homens, antes temerosos e bloqueados, fechados no Cenáculo para evitar repercussões da Sexta-feira Santa, já não se envergonharão de ser discípulos de Cristo, já não tremerão perante os tribunais humanos. Graças ao Espírito Santo, de que estão repletos, compreendem «a verdade completa», ou seja, que a morte de Jesus não é a sua derrota, mas a máxima expressão do amor de Deus; um amor que, na Ressurreição, vence a morte e exalta Jesus como o Vivente, o Senhor, o Redentor do homem, o Senhor da história e do mundo. E esta realidade, de que são testemunhas, torna-se a Boa Notícia que deve ser anunciada a todos.

Depois o Espírito Santo renova – guia e renova – renova a terra. O Salmo diz: «Se envias o teu Espírito, (...) renovas a face da terra» (Sal 103/104, 30). A narração dos Actos dos Apóstolos sobre o nascimento da Igreja encontra uma significativa correspondência neste Salmo, que é um grande louvor de Deus Criador. O Espírito Santo, que Cristo enviou do Pai, e o Espírito que tudo vivifica são uma só e mesma pessoa. Por isso, o respeito pela criação é uma exigência da nossa fé: o «jardim» onde vivemos é-nos confiado, não para o explorarmos, mas para o cultivarmos e guardarmos com respeito (cf. Gn 2, 15). Mas isto só é possível, se Adão – o homem plasmado da terra – se deixar, por sua vez, renovar pelo Espírito Santo, se deixar re-plasmar pelo Pai segundo o modelo de Cristo, novo Adão. Então sim, renovados pelo Espírito, podemos viver a liberdade dos filhos em harmonia com toda a criação e, em cada criatura, podemos reconhecer um reflexo da glória do Criador, como se afirma noutro Salmo: «Ó Senhor, nosso Deus, como é admirável o teu nome em toda a terra!» (8, 2.10). Guia, renova e dá, dá fruto.

Na Carta aos Gálatas, São Paulo quer mostrar qual é o «fruto» que se manifesta na vida daqueles que caminham segundo o Espírito (cf. 5, 22). Temos, duma parte, a «carne» com o cortejo dos seus vícios elencados pelo Apóstolo, que são as obras do homem egoísta, fechado à acção da graça de Deus; mas, doutra, há o homem que, com a fé, deixa irromper em si mesmo o Espírito de Deus e, nele, florescem os dons divinos, resumidos em nove radiosas virtudes que Paulo chama o «fruto do Espírito». Daí o apelo, repetido no início e no fim como um programa de vida: «caminhai no Espírito» (Gal 5, 16.25).

O mundo tem necessidade de homens e mulheres que não estejam fechados, mas repletos de Espírito Santo. Para além de falta de liberdade, o fechamento ao Espírito Santo é também pecado. Há muitas maneiras de fechar-se ao Espírito Santo: no egoísmo do próprio benefício, no legalismo rígido – como a atitude dos doutores da lei que Jesus chama de hipócritas –, na falta de memória daquilo que Jesus ensinou, no viver a existência cristã não como serviço mas como interesse pessoal, e assim por diante. Ao contrário, o mundo necessita da coragem, da esperança, da fé e da perseverança dos discípulos de Cristo. O mundo precisa dos frutos, dos dons do Espírito Santo, como elenca São Paulo: «amor, alegria, paz, paciência, benignidade, bondade, fidelidade, mansidão, autodomínio» (Gal 5, 22). O dom do Espírito Santo foi concedido em abundância à Igreja e a cada um de nós, para podermos viver com fé genuína e caridade operosa, para podermos espalhar as sementes da reconciliação e da paz. Fortalecidos pelo Espírito – que guia, guia-nos para a verdade, que nos renova a nós e à terra inteira, e que nos dá os frutos – fortalecidos no Espírito e por estes múltiplos dons, tornamo-nos capazes de lutar sem abdicações contra o pecado, de lutar sem abdicações contra a corrupção que dia a dia se vai estendendo sempre mais no mundo, e dedicar-nos, com paciente perseverança, às obras da justiça e da paz.

[00871-PO.01] [Texto original: Italiano]

[B0395-XX.02]