Questa sera, alle ore 18.00, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla terza Ultreya Europea (Roma, 30 aprile – 1° maggio), incontro promosso dal Movimento dei Cursillos di Cristianità.
Pubblichiamo di seguito le domande che i partecipanti all’Udienza hanno posto al Papa e il discorso che il Santo Padre ha rivolto loro:
Domande per il Santo Padre
Santo Padre vorremmo porLe alcune domande che sentiamo scaturire dalla natura stessa del Carisma del Cursillo.
In ogni movimento si sente fortemente una doppia esigenza: la fedeltà al Carisma Iniziale e la necessità di cambiamento e novità per rispondere al mutare delle situazioni. Come mantenere in armonia queste due tensioni? Come discernere la novità che lo Spirito Santo suggerisce dalla novità che invece allontana dal carisma? Come capire se una certa fedeltà al carisma Iniziale è più un irrigidimento che non vera fedeltà allo Spirito?
L'amicizia con Cristo e l'amicizia con gli altri sono il cuore dei Cursillos. Come vivere questa doppia amicizia oggi? Come crescere nell'amicizia con Cristo e con gli altri, nelle circostanze che oggi ci tocca vivere?"
Il Cursillo nasce con un carisma in “uscita”, missionario, teso alla fermentazione cristiana degli ambienti e all’annuncio. Come fidarci dello Spirito Santo a tal punto da osare di portare l’annuncio della Misericordia di Dio dove Lui non è cercato e dove più si soffre per la lontananza da Lui, affinché si realizzi la profezia di Isaia “Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano” (Is 65.1) ?
A questo “uscire missionario” diverse sono le resistenze che si oppongono. Alcune vengono dall’esterno, dal mondo: indifferenza, diffidenza, contrapposizione. Altre le scopriamo dentro di noi: incapacità, indecisione, delusione, insicurezza, paure, reazioni di difesa.
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buona sera!
Prima di tutto devo chiedere scusa, perché questo incontro era previsto per domani, e credo che voi abbiate dovuto fare tanti cambiamenti e anche con difficoltà, nei trasporti, nei mezzi di trasporto… Vi chiedo scusa, davvero!
C’è stata una confusione. Voi sapete che il Papa è infallibile quando fa definizioni dogmatiche, cosa che si fa, ma raramente… Ma anche il Papa ha i suoi difetti e con i suoi difetti non c’entra l’infallibilità! E questo Papa è poco ordinato e anche indisciplinato. E da questo è nata questa confusione. Per questo vi chiedo scusa. Grazie!
Io conoscevo le domande, ho scritto un discorso che risponde, ma alle volte tornerò su alcune domande, perché ci sono cose che vorrei sottolineare.
Come ha detto il presidente, siete venuti a Roma per la vostra Ultreya, nome che riprende l’antico saluto dei pellegrini di Santiago de Compostela, che si incoraggiavano a vicenda ad andare “più in là”, “sempre oltre”. Questa è per voi una vera riunione fra amici, un incontro fraterno di preghiera, di festa, di condivisione della vostra esperienza di vita cristiana. Ringrazio i vostri rappresentanti che mi hanno manifestato i propositi, le problematiche e le prospettive del vostro Movimento. Da parte mia, vorrei offrirvi alcuni suggerimenti utili alla vostra crescita spirituale e alla vostra missione nella Chiesa e nel mondo.
Voi siete chiamati - non avete scelto prima, no, voi siete stati scelti, siete stati chiamati - a mettere a frutto il carisma che il Signore vi ha affidato e che è all’origine dei Cursillos de Cristiandad, nel cui gruppo di iniziatori spiccano Eduardo Bonnín Aguiló e l’allora Vescovo di Mallorca, Juan Hervas y Benet - era coraggioso! -, che seppe accompagnare la crescita del Movimento con paterna sollecitudine. Negli anni Quaranta del secolo scorso essi, insieme ad altri giovani laici, si resero conto della necessità di raggiungere i loro coetanei scorgendo il desiderio di verità e di amore presente nel loro cuore. Questi pionieri del vostro Movimento furono autentici missionari: non esitarono a prendere l’iniziativa e coraggiosamente si avvicinarono alle persone, coinvolgendole con simpatia e accompagnandole nel cammino della fede con rispetto e amore. Questo è importante: la simpatia, la compagnia... Una cosa voglio dire del vostro movimento: voi non avete fatto proselitismo! E questa è una virtù. “La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per testimonianza” - ci ha detto Papa Benedetto. Ed è cosi! Voi non avete fatto proselitismo. E’ una grazia di Dio. Seguendo il loro esempio, anche voi oggi volete annunciare la Buona Notizia dell’amore di Dio, facendovi vicini agli amici, ai conoscenti, ai compagni di studio e di lavoro perché anch’essi possano vivere un’esperienza personale dell’amore infinito di Cristo che libera e trasforma la vita. Quanto è necessario uscire, andare oltre, senza mai stancarsi, per incontrare i cosiddetti lontani!
Per aiutare gli altri a crescere nella fede, compiendo un percorso di avvicinamento al Signore, occorre sperimentare in prima persona la bontà e la tenerezza di Dio. Questa esperienza è l’inizio del cammino che voi fate. Quando voi vedete, vi accorgete che nella vostra vita Dio è stato tanto buono, tanto tenero, tanto misericordioso, questo vuole uscire, vuole arrivare agli altri. Il Signore vuole incontrarci, il Signore vuole dimorare con noi, essere amico e fratello, il nostro maestro che ci rivela la strada da percorrere per giungere alla felicità. Egli non ci chiede nulla in cambio, chiede solo di accoglierlo, perché l’amore di Dio è gratuità, dono puro. Questo è importante! Per dare testimonianza è necessario riconoscere che tutto quello che noi abbiamo è dono puro, è regalo, è gratuito, è grazia. E questo non si compra, questo non si vende! E’ un cammino di gratuità, è un cammino che non si può spiegare: “Ma perché a me, Signore? Cosa devo fare?”; “Dillo agli altri!”. Comunicare quello che il Signore ha fatto con me, con tanta tenerezza, con tanta bontà, con tanta misericordia. Questa è la testimonianza. La testimonianza amicale del dialogo fra amici. L’incontro con Cristo, e con la misericordia del Padre che Egli ci dona, è possibile anzitutto nei Sacramenti, in particolare nell’Eucaristia e nella Riconciliazione. Nella Santa Messa noi celebriamo il memoriale del suo sacrificio: ancora oggi Egli realmente dona il suo Corpo per noi e versa il suo Sangue per redimere l’umanità. Nella Penitenza Gesù ci accoglie con tutti i nostri limiti e peccati, per donarci un cuore nuovo capace di amare come Lui, che amò i suoi sino alla fine (cfr Gv 13,1). E ogni volta che torniamo a chiedere perdono, Lui perdona, perché Lui sa che noi siamo deboli, che noi siamo peccatori. Abbiamo la laurea di peccatori! Tutti. E Lui sa questo. E Lui ci riceve sempre, con amore. Un’altra via è la meditazione della Parola di Dio, specialmente la lectio divina, leggere la Parola di Dio, leggere la Bibbia. Tante volte ho consigliato, e lo faccio anche adesso: sempre portare in tasca o nella borsa un Vangelo, piccolo. Nei viaggi, quando sono in attesa dal dentista, o per fare qualcosa, leggere un brano del Vangelo e poi pensare con calma a questo. Questa familiarità con la Parola di Dio, questo ci avvicina al Signore. E così possiamo ascoltare il Signore che ci indica il cammino da percorrere e ci incoraggia di fronte alle incertezze e difficoltà che la vita presenta. Infine, incontriamo l’amore di Cristo nella Chiesa, che testimonia nelle diverse attività la carità di Dio. L’amore di Gesù nelle opere di misericordia. Vi farò una domanda: tutti voi siete capaci di recitare le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituale? Siamo coraggiosi… Alzi la mano chi non è capace! [tanti alzano la mano] Ma guardate… Lavoro per voi, vescovi! Lavoro per voi! E’ importante leggere quali sono le opere di misericordia corporale. Alcune – è sicuro – le ricorderete, ma sono sette… E quelle spirituali: sono sette. Compito da fare a casa: cercare e studiare le opere di misericordia. Perché? Per metterle in pratica. Tutto nella comunità ecclesiale ha come fine il far toccare con mano alle persone l’infinita misericordia divina. Alcuni pensano: “No, Dio è lontano. Andrò all’inferno… Ne ho fatte tante”. Ma se tu hai fatto tante cose, tante cose brutte, Lui sarà molto contento e farà festa se tu ti avvicini a chiedere perdono. E questo è il lavoro di persuasione che voi dovete fare con gli amici, nei Cursillos. Perché è vero, Dio fa festa! Dio fa festa. E qualcuno sente anche gelosia di questo: pensate al figlio più grande di quel padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32) che ha fatto festa perché quell’altro che aveva portato via tutti i soldi, che li aveva spesi nella “bella vita”, torna senza niente…. E fa festa. E’ una cosa strana del nostro Dio! Fare festa quando viene un peccatore grosso. Questo è buono!
Il metodo di evangelizzazione dei Cursillos nacque proprio da questo ardente desiderio di amicizia con Dio, dalla quale scaturisce l’amicizia con i fratelli. Fin dall’inizio si è capito che solamente all’interno di relazioni di amicizia autentica era possibile preparare e accompagnare le persone nel loro cammino, un cammino che parte dalla conversione, passa attraverso la scoperta della bellezza di una vita vissuta nella grazia di Dio, e giunge fino alla gioia di diventare apostoli nella vita quotidiana. E così, da allora, migliaia di persone in tutto il mondo sono state aiutate a crescere nella vita di fede. Nel contesto odierno di anonimato e di isolamento tipico delle nostre città, quanto è importante la dimensione accogliente, familiare, a misura d’uomo, che voi offrite negli incontri di gruppo. Si fa amicizia. Ci saranno problemi, qua o là… Ci saranno sempre, ci sono problemi. Ma bisogna far crescere l’amicizia. “Ma, Padre, quando facciamo crescere l’amicizia, crescono anche alcune liti, gelosie, invidie…”. Cosa ha detto il Signore? Quando il diavolo semina la zizzania, lasciatela crescere. Voi fate crescere il grano buono, l’amicizia. E la zizzania all’ora della raccolta sarà bruciata e il grano darà il suo frutto. Io vi chiedo di mantenere sempre il clima di amicizia e fraternità in cui pregare e condividere ogni settimana le esperienze, i successi e i fallimenti apostolici.
Mi viene il ricordo di una signora, nata in una famiglia atea, e anche lei era atea; non agnostica, atea. Ma era una brava donna, una professionista, una donna che faceva il suo mestiere, sposata, con figli, ma senza religione. Una sua figlia incontrò Gesù Cristo, meglio, è stata trovata da Gesù Cristo. Si convertì e faceva una vita cristiana. E la mamma ha rispettato questo: “E’ la tua scelta, figlia. Vai avanti! Io non ci credo, ma tu vai avanti”. Sono passati gli anni, la figlia era cattolica convinta, possiamo anche dire cattolica militante - non mi piace la parola ma diciamola per capire bene. Poi la mamma, anziana, di più di 80 anni, si ammala, è vicina alla morte, ma è lucida. Il giorno prima della morte, mentre la figlia le stava vicino, la curava, lei ha fatto la domanda: “Ma tu, dimmi – mai le aveva fatto questa domanda, perché aveva rispettato –, cosa senti quando preghi?”. E la figlia, rispettando la mamma, ha detto che parlava a Dio, al Signore… Così è cominciata una conversazione su questo tema, leggera, tranquilla. Poi entrava un altro tema, e tornava questo… Alla fine la mamma ha detto: “Ma tu sei felice con quello che hai trovato nella religione?”; “Sì, perché io, mamma, credo in Gesù, credo che Gesù ci ama!”; “Quanta voglia io avrei di sentire lo stesso!”. E la figlia si incoraggiò e disse: “Dimmi, mamma, tu hai voglia di questo?”; “Sì! Ma è troppo tardi…”; “Mai, mamma. Tu vuoi che io ti battezzi?”; e la mamma disse: “Sì!”. La figlia non poteva chiamare un prete, perché la mamma si sarebbe spaventata. La figlia battezzò la mamma e dopo due ore la mamma entrò in coma e morì, a mezzanotte. Questi sono i miracoli di Dio per la vicinanza, per il servizio. Non il proselitismo! Mai quella figlia ha fatto proselitismo. Io la conoscevo abbastanza, al punto che è venuta da me a dirmi quello che aveva fatto ed aveva paura di aver fatto male. “No, hai fatto bene! Hai fatto entrare tua mamma in Paradiso!”. Ma ci vuole pazienza. Ci vuole pazienza. Il proselitismo non è paziente! “Leggi questo, fai questo, vieni qui, vieni là”; ti bussano alla porta… No, no. Amicizia. E lì, seminare, nell’amicizia. E questo seminare in amicizia è una vera penitenza.
In queste riunioni di piccolo gruppo è importante affiancare momenti che favoriscano l’apertura ad una dimensione sociale ed ecclesiale più grande, coinvolgendo anche chi è venuto in contatto con il vostro carisma ma non partecipa abitualmente ad un gruppo. Una dimensione sociale e ecclesiale più grande, che coinvolga anche quelli che non hanno contatto con il vostro carisma, che non partecipano abitualmente al gruppo. La Chiesa, infatti, è una «madre dal cuore aperto» che ci invita a volte a «rallentare il passo», a «rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 46). E’ bello aiutare tutti, anche chi fa più fatica nel vivere la propria fede; aiutare a rimanere sempre in contatto con questa madre Chiesa, sempre vicini a questa grande famiglia accogliente che è la madre Chiesa, la nostra santa madre Chiesa. Negli ultimi anni, in Argentina, c’erano alcuni problemi con i Cursillos: ma problemi esterni. Perché una volta si lavorava fino a un certo punto, poi c’era sabato, domenica, forse lunedì, forse… Potevano farlo. Oggi si lavora il sabato, anche le domeniche. E non trovavano il tempo per quelle riunioni forti, di preghiera, di tre giorni. Perdevano lo stipendio, perdevano il premio lavorativo, e rischiavano anche il posto di lavoro. E loro cercavano di aggiornare il proprio carisma a questa situazione. Come fare in questa situazione? Come hanno fatto i cristiani, pensate, al tempo del nazismo, del comunismo: cercavano di fare la catechesi in un’altra maniera, in altri momenti, la Messa un po’ di nascosto… Non so. Cercare modalità che permettano di andare avanti con il vostro carisma. Questo è molto importante! Non lasciare che i condizionamenti esterni ci blocchino.
Vi incoraggio ad andare “sempre oltre”, fedeli al vostro carisma! A tenere vivo lo zelo, il fuoco dello Spirito che sempre spinge i discepoli di Cristo a raggiungere i lontani, senza fare proselitismo, a «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (ibid., 20). Voi questo lo avete sentito, ve l’ho detto parecchie volte: nelle grandi città, città cristiane, anche in famiglie cristiane, ci sono bambini che non sanno fare il segno della croce. E questa paganizzazione della società ci interpella: fate qualcosa per evangelizzare. Lo Spirito spinge ad uscire dalla propria comodità. Com’è bello annunciare a tutti l’amore di Dio che salva e dà senso alla nostra vita! E aiutare gli uomini e le donne di oggi a scoprire la bellezza della fede e della vita di grazia che è possibile vivere nella Chiesa, nostra madre! Ci sono comunità cristiane e cattoliche – ci sono! – dove non si parla della vita di grazia, non si parla della bellezza di avere la Trinità dentro di noi, la presenza del Dio Vivo in noi. E il vostro compito è andare e portare questa bella notizia: Dio abita in noi, Dio è in noi. Questa è la grazia! Aiutare gli uomini e le donne di oggi a scoprire la bellezza della fede e della vita di grazia. E lo farete se sarete docili, in atteggiamento di umiltà e fiducia, alla guida di questa santa madre, la Chiesa, che sempre cerca il bene di tutti i suoi figli; se sarete in sintonia con i vostri Pastori e uniti con loro nella missione di portare a tutti la gioia del Vangelo.
Vi assista nel vostro cammino e nel vostro apostolato la Vergine Maria, Madre della divina Grazia.
Prima di dare la benedizione voglio vedere le domande, se c’è qualcosa che non ho detto….
“Come fidarsi dello Spirito Santo, a tal punto da osar portare l’annuncio della Misericordia di Dio, dove Lui non è cercato?” Ma se non ti fidi dello Spirito Santo, torna a casa tua! E vai a cercare un’altra religione più agnostica, più ideologica. Gesù ci ha detto: “Io non vi lascio da soli. Io vi invierò lo Spirito”. E cosa fa lo Spirito? Due cose. Ci ricorda quello che Gesù ci ha insegnato e ci insegna cosa dobbiamo fare. E poi questo fidarsi dello Spirito è sorprendente! Sapere quando è lo Spirito che ti spinge. A me piace pensare a Filippo, quando lo Spirito gli dice: “Vai su quella strada”, la strada di Gaza (cfr At 8,26-40). E va. A un certo punto vede un carro, una carrozza da viaggio, e seduto lì c’era il ministro dell’economia di Etiopia, della regina Candace, leggeva Isaia… Comincia un dialogo: “Spiegami questo…”. E poi quando trovano dell’acqua, questo ministro dell’economia chiede il Battesimo… Lo Spirito ti guida. E’ proprio lo Spirito! Fidati dello Spirito. Pensa a Filippo, pensa a tanti, a tanti che si fidano dello Spirito. E’ bello leggere il Libro degli Atti degli Apostoli: dopo la Pentecoste, le cose che ha fatto lo Spirito!... Le cose grandi! E fidarsi.
“In ogni movimento si sente fortemente una doppia esigenza: la fedeltà al carisma iniziale e la necessità di cambiamento e novità per rispondere e mutare le situazioni”. E la domanda era: “come mantenere in armonia queste due tensioni? Come discernere la novità che lo Spirito Santo suggerisce dalla novità che, invece, allontana dal carisma? Come capire se una certa fedeltà al carisma iniziale è più un irrigidimento che non vera fedeltà allo Spirito Santo?”. Questo è importante. Capire e conoscere gli spiriti: “Non fidatevi, carissimi, di ogni Spirito”, ci dice l’Apostolo. Conoscere quando una ispirazione è nell’armonia del carisma iniziale e quando non lo è. Questo andare oltre ti fa trovare situazioni diverse, culture diverse, e il carisma iniziale deve essere tradotto per quella cultura. Ma non tradito! Tradotto. Deve essere il carisma, ma tradotto! “Io non voglio problemi, io faccio il carisma iniziale…“. Così tu diventerai una bella mostra, un museo. Farai del vostro movimento un museo di cose che non servono oggi. Ogni carisma è chiamato a crescere! Perché? Perché porta dentro lo Spirito Santo e lo Spirito Santo fa crescere! Ogni carisma deve confrontarsi con culture diverse, con maniere di pensare diverse, con valori diversi. E cosa fa? Si lascia portare avanti dallo Spirito Santo. Qui devo fare questo, qui devo fare questo… E come faccio questo? Prega, chiedi! La preghiera: senza la preghiera non può andare avanti nessun movimento. Nessuno!
Vi ringrazio un’altra volta di questo incontro. Vi ringrazio per tutto quello che voi fate nella Chiesa, che è tanto bello: aiutare a incontrare Gesù, aiutare affinché si capisca che vivere in grazia di Dio è bello. E’ bello! Vi ringrazio tanto e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Pregare per me perché anche il Papa deve essere fedele allo Spirito Santo.
E adesso vi do la benedizione, ma preghiamo insieme la Madonna, la nostra Madre. Ave Maria…
[Benedizione]
E non dimenticare di imparare le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituale.
[00711-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0324-XX.02]