Discorso del Santo Padre
Testo in lingua inglese
Alle ore 11 di questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza una Delegazione della Conference of European Rabbis.
Dopo il saluto del Presidente, il Rabbino Pinchas Goldschmidt, il Papa ha rivolto ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari amici,
vi do il mio benvenuto in Vaticano quali membri della delegazione della Conference of European Rabbis. Ne sono particolarmente felice e grato, perché questa è la prima visita che la vostra Organizzazione compie a Roma per incontrare il Successore di Pietro. Saluto il Presidente, il Rabbino Pinchas Goldschmidt, ringraziandolo per le sue gentili parole.
Esprimo le mie sentite condoglianze per la scomparsa, ieri sera, del Rabbino Elio Toaff, già Rabbino Capo di Roma. Sono vicino con la preghiera al Rabbino Capo Riccardo di Segni – che avrebbe dovuto essere qui con noi – e all’intera comunità ebraica di Roma, nel ricordo riconoscente di quest’uomo di pace e di dialogo, che accolse il Papa Giovanni Paolo II nella storica visita al Tempio Maggiore.
Il dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Comunità ebraiche procede ormai da quasi mezzo secolo in maniera sistematica. Il prossimo 28 ottobre celebreremo il cinquantesimo anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra aetate, che rappresenta tuttora il punto di riferimento di ogni nostro sforzo in questa direzione. Con gratitudine al Signore, ripensiamo a questi anni rallegrandoci per i progressi fatti e per l’amicizia che, nel frattempo, è andata crescendo tra di noi.
Oggi, in Europa, è quanto mai importante dare rilievo alla dimensione spirituale e religiosa della vita umana. In una società sempre più segnata dal secolarismo e minacciata dall’ateismo, si corre il rischio di vivere come se Dio non esistesse. L’uomo è spesso tentato di mettersi al posto di Dio, di considerarsi il criterio di tutto, di pensare di poter controllare ogni cosa, di sentirsi autorizzato ad usare tutto ciò che lo circonda secondo il proprio arbitrio. È tanto importante, invece, ricordarsi che la nostra vita è dono di Dio, e che a Dio dobbiamo affidarci, in Lui confidare, a Lui rivolgerci sempre. Ebrei e cristiani hanno il dono e la responsabilità di contribuire a mantenere vivo il senso religioso degli uomini di oggi e della nostra società, testimoniando la santità di Dio e quella della vita umana: Dio è santo, e santa e inviolabile è la vita da lui donata.
Preoccupano attualmente in Europa le tendenze antisemite e alcuni atti di odio e di violenza. Ogni cristiano non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà (cfr Nostra aetate, 4). È stato commemorato recentemente il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, che ha visto il consumarsi della grande tragedia della Shoah. La memoria di quanto accaduto, nel cuore dell’Europa, serva da monito alla presente e alle future generazioni. Vanno altresì condannate dappertutto le manifestazioni di odio e di violenza contro i cristiani e contro i fedeli di altre religioni.
Cari amici, vi ringrazio di cuore per questa visita, assai significativa. Auguro ogni bene per le vostre comunità, assicurando la mia vicinanza e la mia preghiera. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Shalom alechem!
[00645-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Testo in lingua inglese
Dear Friends,
I welcome you, members of the delegation of the Conference of European Rabbis, to the Vatican. I am especially pleased to do so, as this is the first visit by your Organization to Rome to meet with the Successor of Peter. I greet your President, Rabbi Pinchas Goldschmidt, and I thank him for his kind words.
I wish to express my sincere condolences for the death last evening of Rabbi Elio Toaff, former Chief Rabbi of Rome. I am united in prayer with Chief Rabbi Riccardo Di Segni – who would have been here with us – and with the entire Jewish Community in Rome. We gratefully remember this man of peace and dialogue who received Pope John Paul II during his historic visit to the Great Synagogue of Rome.
For almost fifty years, the dialogue between the Catholic Church and the Jewish community has progressed in a systematic way. Next 28 October we will celebrate the fiftieth anniversary of the conciliar Declaration Nostra Aetate, which is still the reference point for every effort we make in this regard. With gratitude to the Lord, may we recall these years, rejoicing in our progress and in the friendship which has grown between us.
Today, in Europe, it is more important than ever to emphasise the spiritual and religious dimension of human life. In a society increasingly marked by secularism and threatened by atheism, we run the risk of living as if God did not exist. People are often tempted to take the place of God, to consider themselves the criterion of all things, to control them, to use everything according to their own will. It is so important to remember, however, that our life is a gift from God, and that we must depend on him, confide in him, and turn towards him always. Jews and Christians have the blessing but also the responsibility to help preserve the religious sense of the men and women of today, and that of our society, by our witness to the sanctity of God and human life. God is holy, and the life he has given is holy and inviolable.
Anti-Semitic trends in Europe these days are troubling, as are certain acts of hatred and violence. Every Christian must be firm in deploring all forms of anti-Semitism, and in showing their solidarity with the Jewish people (cf. Nostra Aetate, 4). Recently we marked the seventieth anniversary of the liberation of Auschwitz, the concentration camp which has come to be synonymous with the great tragedy of the Shoah. The memory of what took place there, in the heart of Europe, is a warning to present and future generations. Acts of hatred and violence against Christians and the faithful of other religions must likewise be condemned everywhere.
Dear friends, I heartily thank you for this very significant visit. I extend my best wishes to your communities, with the assurance of my closeness and prayers. And, please, do not forget to pray for me.
Shalom alechem!
[00645-EN.01] [Original text: English]
[B0291-XX.02]