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LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’EM.MO CARD. GIANFRANCO RAVASI, PREDICATORE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI, 23.02.2013


LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’EM.MO CARD. GIANFRANCO RAVASI, PREDICATORE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Pubblichiamo di seguito il testo della Lettera che il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato al Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio delle Cultura, al termine degli Esercizi Spirituali da lui predicati questa settimana in Vaticano per il Papa e la Curia Romana:

● LETTERA DEL SANTO PADRE

Al Venerato Fratello
Cardinale GIANFRANCO RAVASI
Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura

Desidero con tutto il cuore, Venerato Fratello, manifestarLe la mia profonda gratitudine per il servizio da Lei reso a me ed alla Curia Romana proponendo le meditazioni degli Esercizi spirituali. All’inizio della Quaresima, la settimana degli Esercizi costituisce un tempo ancora più intenso di silenzio e di preghiera, e il tema di quest’anno – appunto il dialogo tra Dio e l’uomo nella preghiera salmica – ci è stato di particolare aiuto: appena entrati, per così dire, nel deserto sulle orme di Gesù, abbiamo potuto attingere alla sorgente di acqua purissima e abbondante della Parola di Dio, che Ella ci ha guidato ad attingere dal Libro dei Salmi, il luogo biblico per eccellenza in cui la Parola si fa preghiera.

Ricco della Sua scienza e della Sua esperienza, Lei ha proposto un itinerario suggestivo attraverso il Salterio, seguendo un duplice movimento: ascendente e discendente. I Salmi infatti orientano anzitutto verso il Volto di Dio, verso il mistero in cui la mente umana naufraga, ma che la stessa Parola divina permette di cogliere secondo i diversi profili in cui Dio stesso si è rivelato. E, al tempo stesso, proprio nella luce che promana dal Volto di Dio, la preghiera salmica ci fa guardare al volto dell’uomo, per riconoscere in verità le sue gioie e i suoi dolori, le sue angosce e le sue speranze.

In questo modo, caro Signor Cardinale, la Parola di Dio, mediata dall’ars orandi antica e sempre nuova del Popolo ebraico e della Chiesa, ci ha permesso di rinnovare l’ars credendi: un’esigenza sollecitata dall’Anno della fede e resa ancora più necessaria dal particolare momento che io personalmente e la Sede Apostolica stiamo vivendo. Il Successore di Pietro e i suoi Collaboratori sono chiamati a dare alla Chiesa e al mondo una chiara testimonianza di fede, e questo è possibile soltanto grazie ad una profonda e stabile immersione nel dialogo con Dio. Ai molti che anche oggi domandano: «Chi ci farà vedere il bene?», possono rispondere quanti riflettono sul loro volto e con la loro vita la luce del volto di Dio (cfr. Sal 4,7).

Il Signore saprà, Venerato Fratello, ricompensarLa per questo impegno, che Ella ha così brillantemente assolto. Da parte mia Le assicuro il ricordo sempre riconoscente nella preghiera per la Sua persona e per il Suo servizio ecclesiale, mentre con affetto Le rinnovo la Benedizione Apostolica, estendendola volentieri a quanti Le sono cari.

Dal Vaticano, 23 febbraio 2013

BENEDICTUS PP XVI

[00311-01.01] [Testo originale: Italiano]