NOTA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: LA SANTA SEDE E LA LIBIA DOPO LA MORTE DEL COL. GHEDDAFI, 20.10.2011
NOTA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: LA SANTA SEDE E LA LIBIA DOPO LA MORTE DEL COL. GHEDDAFI ● TESTO IN LINGUA ITALIANA ● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE ● TESTO IN LINGUA ITALIANA La notizia della morte del colonnello Muhammar Gheddafi chiude la troppo lunga e tragica fase della lotta sanguinosa per l’abbattimento di un regime duro e oppressivo. Questa vicenda drammatica obbliga ancora una volta alla riflessione sul prezzo di sofferenza umana immensa che accompagna l’affermazione e il crollo di ogni sistema che non sia fondato sul rispetto e la dignità della persona, ma sulla prevalente affermazione del potere. Ci si deve dunque ora augurare che, risparmiando al popolo libico ulteriori violenze dovute a spirito di rivalsa o di vendetta, i nuovi governanti possano intraprendere al più presto la necessaria opera di pacificazione e di ricostruzione, con uno spirito di inclusione, sulla base della giustizia e del diritto; e che la comunità internazionale sia impegnata nell’aiutare generosamente la riedificazione del paese. Per parte sua, la piccola comunità cattolica continuerà ad offrire la sua testimonianza e il suo servizio disinteressato in particolare nel campo caritativo e sanitario, e la Santa Sede si impegnerà in favore del popolo libico, con gli strumenti a sua disposizione nel campo delle relazioni internazionali, nello spirito della promozione della giustizia e di pace. A questo proposito è opportuno ricordare che è prassi costante della Santa Sede, nello stabilire relazioni diplomatiche, riconoscere gli Stati e non i Governi. Pertanto la Santa Sede non ha proceduto ad un formale riconoscimento del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) come governo della Libia. Atteso che il CNT si è ormai insediato in modo effettivo come Governo a Tripoli, la Santa Sede lo considera il legittimo rappresentante del Popolo libico, conformemente al diritto internazionale. La Santa Sede ha già avuto diversi contatti con le nuove autorità della Libia. In primo luogo la Segreteria di Stato, che ha la responsabilità per i rapporti diplomatici della Santa Sede, ha avuto contatti con l’Ambasciata libica presso la Santa Sede, in seguito al cambiamento politico a Tripoli. Durante la sua recente partecipazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, S.E. Mons. Dominique Mamberti, ha avuto l’opportunità di avere un colloquio con il Rappresentante Permanente della Libia presso l’ONU, Sig. Abdurrahman M. Shalgham. E più recentemente il Nunzio Apostolico in Libia, S.E. Mons. Tommaso Caputo, che è residente a Malta, si è recato a Tripoli per una visita di tre giorni (dal 2 al 4 ottobre) durante i quali ha incontrato il Primo Ministro del CNT, il Dott. Mahmoud Jibril. Mons. Caputo è stato ricevuto anche presso il Ministero per gli Affari Esteri. In occasione di questi diversi incontri è stata sottolineata da entrambe le parti l’importanza delle relazioni diplomatiche fra la Santa Sede e la Libia. La Santa Sede ha avuto l’opportunità di rinnovare il suo appoggio per il popolo libico e il suo sostegno alla transizione. La Santa Sede ha augurato alle nuove autorità ogni successo nella ricostruzione del Paese. Da parte loro i responsabili della nuova Libia hanno comunicato l’apprezzamento per gli appelli umanitari del Santo Padre e per l’impegno della Chiesa in Libia, soprattutto tramite il servizio negli ospedali o altri centri di assistenza di 13 comunità di religiose (6 in Tripolitania e 7 in Cirenaica). [01469-01.01] [Testo originale: Italiano] ● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE The news of the death of Colonel Muammar Gaddafi marks the end of a much too long and tragic phase of a brutal struggle to bring down a harsh and oppressive regime. This dramatic event obliges us yet again to reflect on the immense toll of human suffering which accompanies the affirmation and collapse of any system which is not based on the respect and dignity of the human person, but rather on the prevailing affirmation of power. It is hoped now that the Libyan people might be spared further violence due to a spirit of revenge, and that the new leaders can undertake as soon possible efforts necessary for bringing peace and rebuilding in a spirit of solidarity, based on justice and the rule of law. May the international community also be committed to generously helping in the rebuilding of the nation. For its own part, the small Catholic community will continue to offer its own witness and service to all people, especially in the charitable and health fields. The Holy See will assist the Libyan people with the instruments available to it in the field of international relations with a spirit of promoting justice and peace. In this regard, it is necessary to keep in mind that it is a constant practice that when the Holy See establishes diplomatic relations, it recognizes States and not Governments. For this reason the Holy See has not proceeded in establishing a formal recognition of the National Transitional Council (CNT) as the government of Libya. Given that the CNT is now acting effectively as the government in Tripoli, the Holy See considers it the legitimate representative of the Libyan people, in conformity with international law. The Holy See has already had contacts with the new Libyan authorities. Firstly, the Secretariat of State, which has the responsibility for the diplomatic relations of the Holy See, has been in contact with the Libyan Embassy to the Holy See following the political changes in Tripoli. During his recent participation at the General Assembly of the United Nations, the Secretary for Relations with States, H.E. Archbishop Dominique Mamberti, had the opportunity to speak to the Permanent Representative of Libya to the United Nations, Mr Abdurrahman M. Shalgham. More recently, the Apostolic Nuncio in Libya, H.E. Archbishop Tommaso Caputo, who is based in Malta, travelled to Tripoli for a three-day visit (from 2-4 October) in which he met the Prime Minister of the CNT, Dr Mahmoud Jibril. Archbishop Caputo was also received by the Minister for Foreign Affairs. During these various meetings the importance of diplomatic relations between the Holy See and Libya was affirmed by both sides. The Holy See renewed its support for the Libyan people and for the transition. The Holy See wished the new authorities every success in their rebuilding the country. On their own behalf, the leaders of the new Libya expressed their appreciation for the Holy Father’s humanitarian appeals and the efforts of the Church in Libya through its services in hospitals and help centers run by 13 religious communities (6 in Tripolitania and 7 in Cirenaica). [01469-02.01] [Original text: Italian] [B0621-XX.02]
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