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MESSAGGIO NATALIZIO DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE URBI ET ORBI, 25.12.2010


Alle ore 12 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia della Benedizione il Santo Padre Benedetto XVI rivolge il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione.
Questo il testo del Messaggio del Santo Padre per il Natale 2010:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

"Verbum caro factum est" - "Il Verbo si fece carne" (Gv 1,14).

Cari fratelli e sorelle, che mi ascoltate da Roma e dal mondo intero, con gioia vi annuncio il messaggio del Natale: Dio si è fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Dio non è lontano: è vicino, anzi, è l’"Emmanuele", Dio-con-noi. Non è uno sconosciuto: ha un volto, quello di Gesù.

E’ un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente, perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesù di Nazareth! Stando con Lui, osservando i suoi atti e ascoltando le sue parole, hanno riconosciuto in Gesù il Messia; e vedendolo risorto, dopo che era stato crocifisso, hanno avuto la certezza che Lui, vero uomo, era al tempo stesso vero Dio, il Figlio unigenito venuto dal Padre, pieno di grazia e di verità (cfr Gv 1,14).

"Il Verbo si fece carne". Di fronte a questa rivelazione, riemerge ancora una volta in noi la domanda: come è possibile? Il Verbo e la carne sono realtà tra loro opposte; come può la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale? Non c’è che una risposta: l’Amore. Chi ama vuole condividere con l’amato, vuole essere unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell’amore di Dio per il suo popolo, culminata in Gesù Cristo.

In realtà, Dio non cambia: Egli è fedele a Se stesso. Colui che ha creato il mondo è lo stesso che ha chiamato Abramo e che ha rivelato il proprio Nome a Mosè: Io sono colui che sono … il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe … Dio misericordioso e pietoso, ricco di amore e di fedeltà (cfr Es 3,14-15; 34,6). Dio non muta, Egli è Amore da sempre e per sempre. E’ in Se stesso Comunione, Unità nella Trinità, ed ogni sua opera e parola mira alla comunione. L’incarnazione è il culmine della creazione. Quando nel grembo di Maria, per la volontà del Padre e l’azione dello Spirito Santo, si formò Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, il creato raggiunse il suo vertice. Il principio ordinatore dell’universo, il Logos, incominciava ad esistere nel mondo, in un tempo e in uno spazio.

"Il Verbo si fece carne". La luce di questa verità si manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale. Così fu nella notte di Betlemme, e così è anche oggi. L’incarnazione del Figlio di Dio è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa. Nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore. Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il "sì" del nostro cuore.

E che cosa cerca, in effetti, il nostro cuore, se non una Verità che sia Amore? La cerca il bambino, con le sue domande, così disarmanti e stimolanti; la cerca il giovane, bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita; la cercano l’uomo e la donna nella loro maturità, per guidare e sostenere l’impegno nella famiglia e nel lavoro; la cerca la persona anziana, per dare compimento all’esistenza terrena.

"Il Verbo si fece carne". L’annuncio del Natale è luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanità. L’"Emmanuele", Dio-con-noi, è venuto come Re di giustizia e di pace. Il suo Regno – lo sappiamo – non è di questo mondo, eppure è più importante di tutti i regni di questo mondo. E’ come il lievito dell’umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia. Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni. E’ motivo di speranza per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù.

La luce del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera. Così pure non vengano dimenticati coloro che in Colombia ed in Venezuela, ma anche in Guatemala e in Costa Rica, hanno subito le recenti calamità naturali.

La nascita del Salvatore apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana.

La celebrazione della nascita del Redentore rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L’amore del "Dio con noi" doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti. Cari fratelli e sorelle, "il Verbo si fece carne", è venuto ad abitare in mezzo a noi, è l’Emmanuele, il Dio che si è fatto a noi vicino. Contempliamo insieme questo grande mistero di amore, lasciamoci illuminare il cuore dalla luce che brilla nella grotta di Betlemme! Buon Natale a tutti!

[01847-01.01]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

« Verbum caro factum est » - « Le Verbe s’est fait chair » (Jn  1, 14)

Chers frères et Sœurs, qui m’écoutez à Rome et dans le monde entier, je vous annonce avec joie le message de Noël : Dieu s’est fait homme, il est venu habiter parmi nous. Dieu n’est pas lointain : il est proche, ou mieux, il est l’"Emmanuel", Dieu-avec-nous. Il n’est pas un inconnu : il a un visage, celui de Jésus.

C’est un message toujours nouveau, toujours surprenant, parce qu’il dépasse notre espérance la plus audacieuse. Surtout parce qu’il n’est pas seulement une annonce : il est un évènement, un fait, que des témoins crédibles ont vu, entendu, touché dans la Personne de Jésus de Nazareth ! Étant avec Lui, observant ses actes et écoutant ses paroles, ils ont reconnu en Jésus le Messie ; et le voyant ressuscité, après qu’il ait été crucifié, ils ont eu la certitude que Lui, vrai homme, était en même temps vrai Dieu, le Fils unique venu du Père, plein de grâce et de vérité (cf. Jn 1, 14).

« Le Verbe s’est fait chair ». Devant cette révélation, resurgit encore une fois en nous la question : comment est-ce possible ? Le Verbe et la chair sont des réalités opposées entre elles ; comment la Parole éternelle et toute-puissante peut-elle devenir un homme fragile et mortel ? Il n’y a qu’une réponse : l’Amour. Celui qui aime veut partager avec l’aimé, veut être uni à lui, et la Sainte Écriture nous présente justement la grande histoire de l’amour de Dieu pour son peuple, qui culmine en Jésus Christ.

En réalité, Dieu ne change pas : Il est fidèle à Lui-même. Celui qui a créé le monde est le même qui a appelé Abraham et qui a révélé son Nom à Moïse : Je suis celui qui suis … le Dieu d’Abraham, d’Isaac et de Jacob … Dieu miséricordieux et compatissant, riche d’amour et de fidélité (cf. Ex 3, 14-15 ; 34, 6). Dieu ne varie pas, Il est Amour depuis toujours et pour toujours. Il est en Lui-même Communion, Unité dans la Trinité, et chacune de ses œuvres et de ses paroles vise à la communion. L’incarnation est le sommet de la création. Quand dans le sein de Marie, par la volonté du Père et l’action de l’Esprit-Saint, se forma Jésus, Fils de Dieu fait homme, la création atteignit son sommet. Le principe ordonnateur de l’univers, le Logos, commençait d’exister dans le monde, dans un temps et dans un espace.

« Le Verbe s’est fait chair ». La lumière de cette vérité se manifeste à celui qui l’accueille avec foi, parce qu’elle est un mystère d’amour. Seulement tous ceux qui s’ouvrent à l’amour sont enveloppés de la lumière de Noël. Il en fut ainsi dans la nuit de Bethléem, et il en est encore ainsi aujourd’hui. L’incarnation du Fils de Dieu est un évènement qui s’est produit dans l’histoire, mais qui en même temps la dépasse. Dans la nuit du monde, s’allume une lumière nouvelle, qui se laisse voir par les yeux simples de la foi, par le cœur doux et humble de celui qui attend le Sauveur. Si la vérité avait été seulement une formule mathématique, en un certain sens elle s’imposerait d’elle-même. Si au contraire, la Vérité est Amour, elle demande la foi, le " oui " de notre cœur.

Et que cherche en effet, notre cœur, sinon une Vérité qui soit Amour ? Il la cherche, l’enfant, avec ses questions si désarmantes et stimulantes ; il la cherche, le jeune, qui a besoin de trouver le sens profond de sa vie ; ils la cherchent, l’homme et la femme dans leur maturité, pour guider et soutenir leur engagement au sein de la famille et au travail ; elle la cherche la personne âgée, pour donner un accomplissement à son existence terrestre.

« Le Verbe s’est fait chair ». L’annonce de Noël est aussi lumière pour les peuples, pour la marche collective de l’humanité. L’"Emmanuel", Dieu-avec-nous, est venu comme Roi de justice et de paix. Son Royaume – nous le savons – n’est pas de ce monde, et pourtant il est plus important que tous les royaumes de ce monde. Il est comme le levain de l’humanité ; s’il venait à manquer, la force qui fait avancer le véritable développement ferait défaut : l’élan pour collaborer au bien commun, au service désintéressé du prochain, à la lutte pacifique pour la justice. Croire en Dieu qui a voulu partager notre histoire est un encouragement constant à s’y engager, même au milieu de ses contradictions. C’est un motif d’espérance pour tous ceux dont la dignité est offensée et violée, parce que Celui qui est né à Bethléem est venu libérer l’homme de la racine de tout esclavage.

Puisse la lumière de Noël resplendir de nouveau sur cette Terre où Jésus est né et inspirer Israéliens et Palestiniens dans leur recherche d’une cohabitation juste et pacifique ! Que l’annonce consolante de la venue de l’Emmanuel allège leur douleur et réconforte dans leurs épreuves les chères communautés chrétiennes en Irak et dans tout le Moyen-Orient, leur donnant apaisement et espérance pour l’avenir et stimulant les Responsables des Nations à une solidarité active envers elles. Que cela se passe aussi en faveur de ceux qui, en Haïti, souffrent encore des conséquences du tremblement de terre dévastateur et de la récente épidémie de choléra. Que ne soient pas non plus oubliés ceux qui, en Colombie et au Venezuela, mais aussi au Guatemala et au Costa Rica, ont subi récemment des calamités naturelles.

Puisse la naissance du Sauveur ouvrir des perspectives de paix durable et de progrès authentique aux populations de la Somalie, du Darfour et de la Côte d’Ivoire ; promouvoir la stabilité politique et sociale de Madagascar ; apporter sécurité et respect des droits humains en Afghanistan et au Pakistan ; encourager le dialogue entre le Nicaragua et le Costa Rica ; favoriser la réconciliation dans la Péninsule Coréenne.

Puisse la célébration de la naissance du Rédempteur renforcer l’esprit de foi, de patience et de courage chez les fidèles de l’Église en Chine Continentale, afin qu’ils ne se découragent pas à cause des limitations de leur liberté de religion et de conscience et, persévérant dans la fidélité au Christ et à son Église, qu’ils maintiennent vive la flamme de l’espérance. Que l’amour du « Dieu avec nous » donne persévérance à toutes les communautés chrétiennes qui souffrent la discrimination et la persécution, et inspire les responsables politiques et religieux à s’engager pour le plein respect de la liberté religieuse de tous.

Chers frères et sœurs, « le Verbe s’est fait chair », Il est venu habiter parmi nous ; Il est l’Emmanuel, le Dieu qui s’est fait proche de nous. Contemplons ensemble ce grand mystère d’amour, laissons-nous illuminer le cœur par la lumière qui brille dans la grotte de Bethléem ! Joyeux Noël à tous !

[01847-03.02]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

"Verbum caro factum est" – "The Word became flesh" (Jn 1:14).

Dear brothers and sisters listening to me here in Rome and throughout the world, I joyfully proclaim the message of Christmas: God became man; he came to dwell among us. God is not distant: he is "Emmanuel", God-with-us. He is no stranger: he has a face, the face of Jesus.

This message is ever new, ever surprising, for it surpasses even our most daring hope. First of all, because it is not merely a proclamation: it is an event, a happening, which credible witnesses saw, heard and touched in the person of Jesus of Nazareth! Being in his presence, observing his works and hearing his words, they recognized in Jesus the Messiah; and seeing him risen, after his crucifixion, they were certain that he was true man and true God, the only-begotten Son come from the Father, full of grace and truth (cf. Jn 1:14).

"The Word became flesh". Before this revelation we once more wonder: how can this be? The Word and the flesh are mutually opposed realities; how can the eternal and almighty Word become a frail and mortal man? There is only one answer: Love. Those who love desire to share with the beloved, they want to be one with the beloved, and Sacred Scripture shows us the great love story of God for his people which culminated in Jesus Christ.

God in fact does not change: he is faithful to himself. He who created the world is the same one who called Abraham and revealed his name to Moses: "I am who I am … the God of Abraham, Isaac and Jacob … a God merciful and gracious, abounding in steadfast love and faithfulness (cf. Ex 3:14-15; 34:6). God does not change; he is Love, ever and always. In himself he is communion, unity in Trinity, and all his words and works are directed to communion. The Incarnation is the culmination of creation. When Jesus, the Son of God incarnate, was formed in the womb of Mary by the will of the Father and the working of the Holy Spirit, creation reached its high point. The ordering principle of the universe, the Logos, began to exist in the world, in a certain time and space.

"The Word became flesh". The light of this truth is revealed to those who receive it in faith, for it is a mystery of love. Only those who are open to love are enveloped in the light of Christmas. So it was on that night in Bethlehem, and so it is today. The Incarnation of the Son of God is an event which occurred within history, while at the same time transcending history. In the night of the world a new light was kindled, one which lets itself be seen by the simple eyes of faith, by the meek and humble hearts of those who await the Saviour. If the truth were a mere mathematical formula, in some sense it would impose itself by its own power. But if Truth is Love, it calls for faith, for the "yes" of our hearts.

And what do our hearts, in effect, seek, if not a Truth which is also Love? Children seek it with their questions, so disarming and stimulating; young people seek it in their eagerness to discover the deepest meaning of their life; adults seek it in order to guide and sustain their commitments in the family and the workplace; the elderly seek it in order to grant completion to their earthly existence.

"The Word became flesh". The proclamation of Christmas is also a light for all peoples, for the collective journey of humanity. "Emmanuel", God-with-us, has come as King of justice and peace. We know that his Kingdom is not of this world, and yet it is more important than all the kingdoms of this world. It is like the leaven of humanity: were it lacking, the energy to work for true development would flag: the impulse to work together for the common good, in the disinterested service of our neighbour, in the peaceful struggle for justice. Belief in the God who desired to share in our history constantly encourages us in our own commitment to that history, for all its contradictions. It is a source of hope for everyone whose dignity is offended and violated, since the one born in Bethlehem came to set every man and woman free from the source of all enslavement.

May the light of Christmas shine forth anew in the Land where Jesus was born, and inspire Israelis and Palestinians to strive for a just and peaceful coexistence. May the comforting message of the coming of Emmanuel ease the pain and bring consolation amid their trials to the beloved Christian communities in Iraq and throughout the Middle East; may it bring them comfort and hope for the future and bring the leaders of nations to show them effective solidarity. May it also be so for those in Haiti who still suffer in the aftermath of the devastating earthquake and the recent cholera epidemic. May the same hold true not only for those in Colombia and Venezuela, but also in Guatemala and Costa Rica, who recently suffered natural disasters.

May the birth of the Saviour open horizons of lasting peace and authentic progress for the peoples of Somalia, Darfur and Côte d’Ivoire; may it promote political and social stability in Madagascar; may it bring security and respect for human rights in Afghanistan and in Pakistan; may it encourage dialogue between Nicaragua and Costa Rica; and may it advance reconciliation on the Korean peninsula.

May the birth of the Saviour strengthen the spirit of faith, patience and courage of the faithful of the Church in mainland China, that they may not lose heart through the limitations imposed on their freedom of religion and conscience but, persevering in fidelity to Christ and his Church, may keep alive the flame of hope. May the love of "God-with-us" grant perseverance to all those Christian communities enduring discrimination and persecution, and inspire political and religious leaders to be committed to full respect for the religious freedom of all.

Dear brothers and sisters, "the Word became flesh"; he came to dwell among us; he is Emmanuel, the God who became close to us. Together let us contemplate this great mystery of love; let our hearts be filled with the light which shines in the stable of Bethlehem! To everyone, a Merry Christmas!

[01847-02.01]

TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

„Verbum caro factum est." – „Und das Wort ist Fleisch geworden" (Joh 1,14).

Liebe Brüder und Schwestern, die ihr mich in Rom und auf der ganzen Welt hört, mit Freude verkünde ich euch die Botschaft von Weihnachten: Gott ist Mensch geworden und hat unter uns gewohnt. Gott ist nicht fern: Er ist nahe, ja, er ist der „Immanuel", der „Gott mit uns". Er ist kein Unbekannter: Er hat ein Gesicht, das Gesicht Jesu.

Es ist eine stets neue, stets überraschende Botschaft, die all unsere kühnsten Hoffnungen übersteigt – vor allem, weil es nicht bloß eine Botschaft ist: Es ist ein Ereignis, ein Geschehen, das glaubwürdige Zeugen in der Person des Jesus von Nazaret gesehen, gehört, angefaßt haben. Als sie mit ihm lebten, seine Taten sahen und seine Worte hörten, haben sie in Jesus den Messias erkannt; und wie sie ihn nach seiner Kreuzigung als Auferstandenen sahen, hatten sie die Gewißheit, daß ER als wahrer Mensch zugleich wahrer Gott war, der einzige Sohn vom Vater, voll Gnade und Wahrheit (vgl. Joh 1,14).

„Und das Wort ist Fleisch geworden." Angesichts dieser Offenbarung steigt in uns nochmals die Frage auf: Wie ist das möglich? Das Wort und das Fleisch sind einander entgegengesetzte Wirklichkeiten; wie kann das ewige, allmächtige Wort ein schwacher, sterblicher Mensch werden? Es gibt nur eine Antwort: die Liebe. Wer liebt, möchte mit dem Geliebten teilen, mit ihm vereint sein, und die Heilige Schrift stellt uns eben die große Geschichte der Liebe Gottes für sein Volk vor, die in Jesus Christus gipfelt.

Gott ändert sich eigentlich nicht: Er ist sich selbst treu. Der die Welt erschaffen hat, ist derselbe, der Abraham gerufen und Mose seinen Namen offenbart hat: Ich bin der „Ich-bin-da", … der Gott Abrahams, der Gott Isaaks und der Gott Jakobs, … ein barmherziger und gnädiger Gott, langmütig, reich an Huld und Treue (vgl. Ex 3,14.15; 34,6). Gott verändert sich nicht, er ist seit jeher und für immer Liebe. Er ist in sich selbst Gemeinschaft, Einheit in der Dreifaltigkeit, und alle seine Werke und Worte streben nach Gemeinschaft. Die Menschwerdung Gottes ist der Höhepunkt der Schöpfung. Als Jesus, der menschgewordene Sohn Gottes, nach dem Willen des Vaters und durch die Kraft des Heiligen Geistes im Schoß Marias Gestalt annahm, erreichte die Schöpfung ihren Gipfel. Das Prinzip, welches das All ordnet, der Logos, begann, in der Welt, in Raum und Zeit zu existieren.

„Und das Wort ist Fleisch geworden." Das Licht dieser Wahrheit zeigt sich dem, der es mit Glauben aufnimmt, da es ein Geheimnis der Liebe ist. Nur wer sich der Liebe öffnet, wird vom Licht der Weihnacht umfangen. So war es in der Nacht von Betlehem, und so ist es auch heute. Die Menschwerdung des Sohnes Gottes ist ein Ereignis, das in der Geschichte geschehen ist, über diese aber zugleich hinausgeht. In der Nacht der Welt wird ein neues Licht entzündet, das sich den einfachen Augen des Glaubens, dem gütigen und demütigen Herzen, das den Erlöser erwartet, zeigt. Wenn die Wahrheit bloß eine mathematische Formel wäre, drängte sie sich gewissermaßen von selbst auf. Wenn jedoch die Wahrheit Liebe ist, verlangt sie Glauben, das „Ja" unseres Herzens.

Und was sucht wirklich unser Herz, wenn nicht eine Wahrheit, die Liebe ist? Das Kind sucht sie mit seinen oft entwaffnenden und anregenden Fragen; sie sucht der junge Mensch, der den tiefen Sinn des eigenen Lebens finden muß; Männer und Frauen in reiferen Jahren suchen sie, um die Aufgaben in der Familie und in der Arbeit zu leiten und zu tragen; sie sucht der alte Mensch, um seinem irdischen Leben Erfüllung zu geben.

„Und das Wort ist Fleisch geworden." Die Nachricht von Weihnachten ist Licht auch für die Völker, für den gemeinsamen Weg der Menschheit. Der „Immanuel", der „Gott mit uns", kam als König der Gerechtigkeit und des Friedens. Sein Reich – wie wir wissen – ist nicht von dieser Welt, und doch ist es wichtiger als alle Reiche dieser Welt. Es ist wie der Sauerteig der Menschheit: Wenn er fehlte, ließe die Kraft nach, welche die wahre Entwicklung voranbringt – der Ansporn, für das Gemeinwohl, im selbstlosen Dienst am Nächsten, im friedlichen Kampf für die Gerechtigkeit zusammenzuarbeiten. An Gott glauben, der unsere Geschichte teilen wollte, ist eine ständige Ermutigung, sich für diese Geschichte, auch inmitten ihrer Widersprüchlichkeiten, einzusetzen. Es ist Grund zur Hoffnung für all jene, deren Würde beleidigt oder verletzt wurde, da ER, der zu Betlehem geboren wurde, gekommen ist, den Menschen von der Wurzel jeder Knechtschaft zu befreien.

Das Licht von Weihnachten strahle von neuem in jenem Land auf, wo Jesus geboren wurde, und leite Israelis und Palästinenser bei der Suche nach einem gerechten und friedlichen Zusammenleben. Die trostbringende Verkündigung des Kommens des Immanuels lindere den Schmerz der geliebten christlichen Gemeinden im Irak und im ganzen Nahen Ostern und stärke sie in ihren Prüfungen; sie schenke ihnen Kraft und Hoffnung für die Zukunft und beseele die Verantwortlichen der Nationen zu einer tätigen Solidarität ihnen gegenüber. Dies geschehe auch zugunsten aller, die in Haiti immer noch an den Folgen des verheerenden Erdbebens und der jüngsten Choleraepidemie leiden. Ebenso sollen diejenigen nicht vergessen werden, die in Kolumbien und Venezuela, aber auch in Guatemala und Costa Rica vor kurzem Naturkatastrophen erleiden mußten.

Die Geburt des Erlösers eröffne den Menschen in Somalia, Darfur und in der Elfenbeinküste Perspektiven eines beständigen Friedens und eines echten Fortschritts; sie fördere die politische und soziale Stabilität in Madagaskar; bringe Sicherheit und Achtung der Menschenrechte in Afghanistan und Pakistan; fördere den Dialog zwischen Nicaragua und Costa Rica sowie die Versöhnung auf der Halbinsel Korea.

Die Feier der Geburt des Erlösers stärke die Gläubigen der Kirche in Kontinental-China im Geist des Glaubens, der Geduld und des Mutes, daß sie wegen der Einschränkungen ihrer Religions- und Gewissensfreiheit nicht verzagen, sondern in der Treue zu Christus und seiner Kirche ausharren und die Flamme der Hoffnung am Leben erhalten. Die Liebe des „Gottes mit uns" verleihe Beharrlichkeit allen christlichen Gemeinden, die Diskriminierung und Verfolgung erleiden, und leite die politischen und religiösen Führungskräfte dazu an, sich für die volle Achtung der Religionsfreiheit aller einzusetzen.

Liebe Brüder und Schwestern, „und das Wort ist Fleisch geworden" und hat unter uns gewohnt, es ist der Immanuel, der Gott, der uns nahe ist. Betrachten wir gemeinsam dieses große Geheimnis der Liebe, lassen wir unser Herz hell werden vom Licht, das in der Grotte von Betlehem leuchtet! Gesegnete Weihnachten euch allen!

[01847-05.01]

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

«Verbum caro factum est» - «El Verbo se hizo carne» (Jn 1,14).

Queridos hermanos y hermanas que me escucháis en Roma y en el mundo entero, os anuncio con gozo el mensaje de la Navidad: Dios se ha hecho hombre, ha venido a habitar entre nosotros. Dios no está lejano: está cerca, más aún, es el «Emmanuel», el Dios-con-nosotros. No es un desconocido: tiene un rostro, el de Jesús.

Es un mensaje siempre nuevo, siempre sorprendente, porque supera nuestras más audaces esperanzas. Especialmente porque no es sólo un anuncio: es un acontecimiento, un suceso, que testigos fiables han visto, oído y tocado en la persona de Jesús de Nazaret. Al estar con Él, observando lo que hace y escuchando sus palabras, han reconocido en Jesús al Mesías; y, viéndolo resucitado después de haber sido crucificado, han tenido la certeza de que Él, verdadero hombre, era al mismo tiempo verdadero Dios, el Hijo unigénito venido del Padre, lleno de gracia y de verdad (cf. Jn 1,14).

«El Verbo se hizo carne». Ante esta revelación, vuelve a surgir una vez más en nosotros la pregunta: ¿Cómo es posible? El Verbo y la carne son realidades opuestas; ¿cómo puede convertirse la Palabra eterna y omnipotente en un hombre frágil y mortal? No hay más que una respuesta: el Amor. El que ama quiere compartir con el amado, quiere estar unido a él, y la Sagrada Escritura nos presenta precisamente la gran historia del amor de Dios por su pueblo, que culmina en Jesucristo.

En realidad, Dios no cambia: es fiel a sí mismo. El que ha creado el mundo es el mismo que ha llamado a Abraham y que ha revelado el propio Nombre a Moisés: Yo soy el que soy… el Dios de Abraham, Isaac y Jacob… Dios misericordioso y piadoso, rico en amor y fidelidad (cf. Ex 3,14-15; 34,6). Dios no cambia, desde siempre y por siempre es Amor. Es en sí mismo comunión, unidad en la Trinidad, y cada una de sus obras y palabras tienden a la comunión. La encarnación es la cumbre de la creación. Cuando, por la voluntad del Padre y la acción del Espíritu Santo, se formó en el regazo de María Jesús, Hijo de Dios hecho hombre, la creación alcanzó su cima. El principio ordenador del universo, el Logos, comenzó a existir en el mundo, en un tiempo y en un lugar.

«El Verbo se hizo carne». La luz de esta verdad se manifiesta a quien la acoge con fe, porque es un misterio de amor. Sólo los que se abren al amor son cubiertos por la luz de la Navidad. Así fue en la noche de Belén, y así también es hoy. La encarnación del Hijo de Dios es un acontecimiento que ha ocurrido en la historia, pero que al mismo tiempo la supera. En la noche del mundo se enciende una nueva luz, que se deja ver por los ojos sencillos de la fe, del corazón manso y humilde de quien espera al Salvador. Si la verdad fuera sólo una fórmula matemática, en cierto sentido se impondría por sí misma. Pero si la Verdad es Amor, pide la fe, el «sí» de nuestro corazón.

Y, en efecto, ¿qué busca nuestro corazón si no una Verdad que sea Amor? La busca el niño, con sus preguntas tan desarmantes y estimulantes; la busca el joven, necesitado de encontrar el sentido profundo de la propia vida; la busca el hombre y la mujer en su madurez, para orientar y apoyar el compromiso en la familia y en el trabajo; la busca la persona anciana, para dar cumplimiento a la existencia terrenal.

«El Verbo se hizo carne». El anuncio de la Navidad es también luz para los pueblos, para el camino conjunto de la humanidad. El «Emmanuel», el Dios-con-nosotros, ha venido como Rey de justicia y de paz. Su Reino —lo sabemos— no es de este mundo, sin embargo, es más importante que todos los reinos de este mundo. Es como la levadura de la humanidad: si faltara, desaparecería la fuerza que lleva adelante el verdadero desarrollo, el impulso a colaborar por el bien común, al servicio desinteresado del prójimo, a la lucha pacífica por la justicia. Creer en el Dios que ha querido compartir nuestra historia es un constante estímulo a comprometerse en ella, incluso entre sus contradicciones. Es motivo de esperanza para todos aquellos cuya dignidad es ofendida y violada, porque Aquel que ha nacido en Belén ha venido a liberar al hombre de la raíz de toda esclavitud.

Que la luz de la Navidad resplandezca de nuevo en aquella Tierra donde Jesús ha nacido e inspire a israelitas y palestinos a buscar una convivencia justa y pacífica. Que el anuncio consolador de la llegada del Emmanuel alivie el dolor y conforte en las pruebas a las queridas comunidades cristianas en Irak y en todo el Medio Oriente, dándoles aliento y esperanza para el futuro, y animando a los responsables de las Naciones a una solidaridad efectiva para con ellas. Que se haga esto también en favor de los que todavía sufren por las consecuencias del terremoto devastador y la reciente epidemia de cólera en Haití. Y que tampoco se olvide a los que en Colombia y en Venezuela, como también en Guatemala y Costa Rica, han sido afectados por recientes calamidades naturales.

Que el nacimiento del Salvador abra perspectivas de paz duradera y de auténtico progreso a las poblaciones de Somalia, de Darfur y Costa de Marfil; que promueva la estabilidad política y social en Madagascar; que lleve seguridad y respeto de los derechos humanos en Afganistán y Pakistán; que impulse el diálogo entre Nicaragua y Costa Rica; que favorezca la reconciliación en la Península coreana.

Que la celebración del nacimiento del Redentor refuerce el espíritu de fe, paciencia y fortaleza en los fieles de la Iglesia en la China continental, para que no se desanimen por las limitaciones a su libertad de religión y conciencia y, perseverando en la fidelidad a Cristo y a su Iglesia, mantengan viva la llama de la esperanza. Que el amor del «Dios con nosotros» otorgue perseverancia a todas las comunidades cristianas que sufren discriminación y persecución, e inspire a los líderes políticos y religiosos a comprometerse por el pleno respeto de la libertad religiosa de todos.

Queridos hermanos y hermanas, «el Verbo se hizo carne», ha venido a habitar entre nosotros, es el Emmanuel, el Dios que se nos ha hecho cercano. Contemplemos juntos este gran misterio de amor, dejémonos iluminar el corazón por la luz que brilla en la gruta de Belén. ¡Feliz Navidad a todos!

[01847-04.01]

TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

«Verbum caro factum est – o Verbo fez-Se carne» (Jo 1, 14).

Queridos irmãos e irmãs, que me ouvis em Roma e no mundo inteiro, é com alegria que vos anuncio a mensagem do Natal: Deus fez-Se homem, veio habitar no meio de nós. Deus não está longe: está perto, mais ainda, é o «Emanuel», Deus-connosco. Não é um desconhecido: tem um rosto, o rosto de Jesus.

Trata-se de uma mensagem sempre nova, que não cessa de surpreender, porque ultrapassa a nossa esperança mais ousada. Sobretudo porque não se trata apenas de um anúncio: é um acontecimento, um facto sucedido, que testemunhas credíveis viram, ouviram, tocaram na Pessoa de Jesus de Nazaré! Permanecendo com Ele, observando os seus actos e escutando as suas palavras, reconheceram em Jesus o Messias; e, ao vê-Lo ressuscitado, depois que fora crucificado, tiveram a certeza de que Ele, verdadeiro homem, era simultaneamente verdadeiro Deus, o Filho unigénito vindo do Pai, cheio de graça e de verdade (cf. Jo 1, 14).

«O Verbo fez-Se carne». Fitando esta revelação, ressurge uma vez mais em nós a pergunta: Como é possível? O Verbo e a carne são realidades opostas entre si; como pode a Palavra eterna e omnipotente tornar-se um homem frágil e mortal? Só há uma resposta possível: o Amor. Quem ama quer partilhar com o amado, quer estar-lhe unido, e a Sagrada Escritura apresenta-nos precisamente a grande história do amor de Deus pelo seu povo, com o ponto culminante em Jesus Cristo.

Na realidade, Deus não muda: mantém-se fiel a Si mesmo. Aquele que criou o mundo é o mesmo que chamou Abraão e revelou o seu próprio Nome a Moisés: Eu sou Aquele que sou… o Deus de Abraão, de Isaac e de Jacob… Deus misericordioso e compassivo, cheio de amor e fidelidade (cf. Ex 3, 14-15; 34, 6). Deus não muda: Ele é Amor, desde sempre e para sempre. Em Si mesmo, é Comunhão, Unidade na Trindade, e cada obra e palavra sua tem em vista a comunhão. A encarnação é o ápice da criação. Quando no ventre de Maria, pela vontade do Pai e a acção do Espírito Santo, se formou Jesus, Filho de Deus feito homem, a criação atingiu o seu vértice. O princípio ordenador do universo, o Logos, começava a existir no mundo, num tempo e num espaço.

«O Verbo fez-Se carne». A luz desta verdade manifesta-se a quem a acolhe com fé, porque é um mistério de amor. Somente aqueles que se abrem ao amor, são envolvidos pela luz do Natal. Assim sucedeu na noite de Belém, e assim é hoje também. A encarnação do Filho de Deus é um acontecimento que se deu na história, mas ao mesmo tempo ultrapassa-a. Na noite do mundo, acende-se uma luz nova, que se deixa ver pelos olhos simples da fé, pelo coração manso e humilde de quem espera o Salvador. Se a verdade fosse apenas uma fórmula matemática, em certo sentido impor-se-ia por si mesma. Mas, se a Verdade é Amor, requer a fé, o «sim» do nosso coração.

E que procura, efectivamente, o nosso coração, senão uma Verdade que seja Amor? Procura-a a criança, com as suas perguntas tão desarmantes e estimuladoras; procura-a o jovem, necessitado de encontrar o sentido profundo da sua própria vida; procuram-na o homem e a mulher na sua maturidade, para orientar e sustentar os compromissos na família e no trabalho; procura-a a pessoa idosa, para levar a cumprimento a existência terrena.

«O Verbo fez-Se carne». O anúncio do Natal é luz também para os povos, para o caminho colectivo da humanidade. O «Emanuel», Deus-connosco, veio como Rei de justiça e de paz. O seu Reino – bem o sabemos – não é deste mundo, e todavia é mais importante do que todos os reinos deste mundo. É como o fermento da humanidade: se faltasse, definhava a força que faz avançar o verdadeiro progresso, o impulso para colaborar no bem comum, para o serviço desinteressado do próximo, para a luta pacífica pela justiça. Acreditar em Deus que quis compartilhar a nossa história, é um constante encorajamento a comprometer-se com ela, inclusive no meio das suas contradições; é motivo de esperança para todos aqueles cuja dignidade é ofendida e violada, porque Aquele que nasceu em Belém veio para libertar o homem da raiz de toda a escravidão.

A luz do Natal resplandeça novamente naquela Terra onde Jesus nasceu, e inspire Israelitas e Palestinianos na busca duma convivência justa e pacífica. O anúncio consolador da vinda do Emanuel mitigue o sofrimento e console nas suas provas as queridas comunidades cristãs do Iraque e de todo o Médio Oriente, dando-lhes conforto e esperança no futuro e animando os Responsáveis das nações a uma efectiva solidariedade para com elas. O mesmo suceda também em favor daqueles que, no Haiti, ainda sofrem com as consequências do terramoto devastador e com a recente epidemia de cólera. Igualmente não sejam esquecidos aqueles que, na Colômbia e na Venezuela mas também na Guatemala e na Costa Rica, sofreram recentemente calamidades naturais.

O nascimento do Salvador abra perspectivas de paz duradoura e de progresso autêntico para as populações da Somália, do Darfour e da Costa do Marfim; promova a estabilidade política e social em Madagáscar; leve segurança e respeito dos direitos humanos ao Afeganistão e Paquistão; encoraje o diálogo entre a Nicarágua e a Costa Rica; favoreça a reconciliação na Península Coreana.

A celebração do nascimento do Redentor reforce o espírito de fé, de paciência e de coragem nos fiéis da Igreja na China continental, para que não desanimem com as limitações à sua liberdade de religião e de consciência e, perseverando na fidelidade a Cristo e à sua Igreja, mantenham viva a chama da esperança. O amor do «Deus-connosco» dê perseverança a todas as comunidades cristãs que sofrem discriminação e perseguição, e inspire os líderes políticos e religiosos a empenharem-se pelo respeito pleno da liberdade religiosa de todos.

Queridos irmãos e irmãs, «o Verbo fez-Se carne», veio habitar no meio de nós, é o Emanuel, o Deus que Se aproximou de nós. Contemplemos, juntos, este grande mistério de amor; deixemos o coração iluminar-se com a luz que brilha na gruta de Belém! Boas-festas de Natal para todos!

[01847-06.01]

[B0803-XX.02]