Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’UDIENZA GENERALE, 22.12.2010


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul mistero del Natale ormai prossimo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA  

Cari fratelli e sorelle!

Con quest’ultima Udienza prima delle Festività Natalizie, ci avviciniamo, trepidanti e pieni di stupore, al "luogo" dove per noi e per la nostra salvezza tutto ha avuto inizio, dove tutto ha trovato un compimento, là dove si sono incontrate e incrociate le attese del mondo e del cuore umano con la presenza di Dio. Possiamo già ora pregustare la gioia per quella piccola luce che si intravede, che dalla grotta di Betlemme comincia ad irradiarsi sul mondo. Nel cammino dell’Avvento, che la liturgia ci ha invitato a vivere, siamo stati accompagnati ad accogliere con disponibilità e riconoscenza il grande Avvenimento della venuta del Salvatore e a contemplare pieni di meraviglia il suo ingresso nel mondo.

L’attesa gioiosa, caratteristica dei giorni che precedono il Santo Natale, è certamente l’atteggiamento fondamentale del cristiano che desidera vivere con frutto il rinnovato incontro con Colui che viene ad abitare in mezzo a noi: Cristo Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. Ritroviamo questa disposizione del cuore, e la facciamo nostra, in coloro che per primi accolsero la venuta del Messia: Zaccaria ed Elisabetta, i pastori, il popolo semplice, e specialmente Maria e Giuseppe, i quali in prima persona hanno provato la trepidazione, ma soprattutto la gioia per il mistero di questa nascita. Tutto l’Antico Testamento costituisce un’unica grande promessa, che doveva compiersi con la venuta di un salvatore potente. Ce ne dà testimonianza in particolare il libro del profeta Isaia, il quale ci parla del travaglio della storia e dell’intera creazione per una redenzione destinata a ridonare nuove energie e nuovo orientamento al mondo intero. Così, accanto all’attesa dei personaggi delle Sacre Scritture, trova spazio e significato, attraverso i secoli, anche la nostra attesa, quella che in questi giorni stiamo sperimentando e quella che ci mantiene desti per l’intero cammino della nostra vita. Tutta l’esistenza umana, infatti, è animata da questo profondo sentimento, dal desiderio che quanto di più vero, di più bello e di più grande abbiamo intravisto e intuito con la mente ed il cuore, possa venirci incontro e davanti ai nostri occhi diventi concreto e ci risollevi.

"Ecco viene il Signore onnipotente: sarà chiamato Emmanuele, Dio-con-noi" (Antifona d’ingresso, S. Messa del 21 dicembre). Frequentemente, in questi giorni, ripetiamo queste parole. Nel tempo della liturgia, che riattualizza il Mistero, è ormai alle porte Colui che viene a salvarci dal peccato e dalla morte, Colui che, dopo la disobbedienza di Adamo ed Eva, ci riabbraccia e spalanca per noi l’accesso alla vita vera. Lo spiega sant’Ireneo, nel suo trattato "Contro le eresie", quando afferma: "Il Figlio stesso di Dio scese «in una carne simile a quella del peccato» (Rm 8,3) per condannare il peccato, e, dopo averlo condannato, escluderlo completamente dal genere umano. Chiamò l’uomo alla somiglianza con se stesso, lo fece imitatore di Dio, lo avviò sulla strada indicata dal Padre perché potesse vedere Dio, e gli diede in dono lo stesso Padre" (III, 20, 2-3).

Ci appaiono alcune idee preferite di sant’Ireneo, che Dio con il Bambino Gesù ci richiama alla somiglianza con se stesso. Vediamo com’è Dio. E così ci ricorda che noi dovremmo essere simili a Dio. E dobbiamo imitarlo. Dio si è donato, Dio si è donato nelle nostre mani. Dobbiamo imitare Dio. E infine l’idea che così possiamo vedere Dio. Un’idea centrale di sant’Ireneo: l’uomo non vede Dio, non può vederlo, e così è nel buio sulla verità, su se stesso. Ma l’uomo che non può vedere Dio, può vedere Gesù. E così vede Dio, così comincia a vedere la verità, così comincia a vivere.

Il Salvatore, dunque, viene per ridurre all’impotenza l’opera del male e tutto ciò che ancora può tenerci lontani da Dio, per restituirci all’antico splendore e alla primitiva paternità. Con la sua venuta tra noi, Dio ci indica e ci assegna anche un compito: proprio quello di essere somiglianti a Lui e di tendere alla vera vita, di arrivare alla visione di Dio nel volto di Cristo. Ancora sant’Ireneo afferma: "Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a percepire Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell’uomo secondo la volontà del Padre. Per questo, Dio ci ha dato come «segno» della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l’Emmanuele" (ibidem). Anche qui c’è un’idea centrale molto bella di sant’Ireneo: dobbiamo abituarci a percepire Dio. Dio è normalmente lontano dalla nostra vita, dalle nostre idee, dal nostro agire. È venuto vicino a noi e dobbiamo abituarci a essere con Dio. E audacemente Ireneo osa dire che anche Dio deve abituarsi a essere con noi e in noi. E che Dio forse dovrebbe accompagnarci a Natale, abituarci a Dio, come Dio si deve abituare a noi, alla nostra povertà e fragilità. La venuta del Signore, perciò, non può avere altro scopo che quello di insegnarci a vedere e ad amare gli avvenimenti, il mondo e tutto ciò che ci circonda, con gli occhi stessi di Dio. Il Verbo fatto bambino ci aiuta a comprendere il modo di agire di Dio, affinché siamo capaci di lasciarci sempre più trasformare dalla sua bontà e dalla sua infinita misericordia.

Nella notte del mondo, lasciamoci ancora sorprendere e illuminare da questo atto di Dio, che è totalmente inaspettato: Dio si fa Bambino. Lasciamoci sorprendere, illuminare dalla Stella che ha inondato di gioia l’universo. Gesù Bambino, giungendo a noi, non ci trovi impreparati, impegnati soltanto a rendere più bella la realtà esteriore. La cura che poniamo per rendere più splendenti le nostre strade e le nostre case ci spinga ancora di più a predisporre il nostro animo ad incontrare Colui che verrà a visitarci, che è la vera bellezza e la vera luce. Purifichiamo quindi la nostra coscienza e la nostra vita da ciò che è contrario a questa venuta: pensieri, parole, atteggiamenti e azioni, spronandoci a compiere il bene e a contribuire a realizzare in questo nostro mondo la pace e la giustizia per ogni uomo e a camminare così incontro al Signore.

Segno caratteristico del tempo natalizio è il presepe. Anche in Piazza San Pietro, secondo la consuetudine, è quasi pronto e idealmente si affaccia su Roma e sul mondo intero, rappresentando la bellezza del Mistero del Dio che si è fatto uomo e ha posto la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14). Il presepe è espressione della nostra attesa, che Dio si avvicina a noi, che Gesù si avvicina a noi, ma è anche espressione del rendimento di grazie a Colui che ha deciso di condividere la nostra condizione umana, nella povertà e nella semplicità. Mi rallegro perché rimane viva e, anzi, si riscopre la tradizione di preparare il presepe nelle case, nei posti di lavoro, nei luoghi di ritrovo. Questa genuina testimonianza di fede cristiana possa offrire anche oggi per tutti gli uomini di buona volontà una suggestiva icona dell’amore infinito del Padre verso noi tutti. I cuori dei bambini e degli adulti possano ancora sorprendersi di fronte ad essa.

Cari fratelli e sorelle, la Vergine Maria e san Giuseppe ci aiutino a vivere il Mistero del Natale con rinnovata gratitudine al Signore. In mezzo all’attività frenetica dei nostri giorni, questo tempo ci doni un po’ di calma e di gioia e ci faccia toccare con mano la bontà del nostro Dio, che si fa Bambino per salvarci e dare nuovo coraggio e nuova luce al nostro cammino. E’ questo il mio augurio per un santo e felice Natale: lo rivolgo con affetto a voi qui presenti, ai vostri familiari, in particolare ai malati e ai sofferenti, come pure alle vostre comunità e a quanti vi sono cari.

[01828-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

L’attente joyeuse qui caractérise le temps de l’Avent est l’attitude fondamentale du chrétien qui désire rencontrer ‘l’Emmanuel’ : le ‘Dieu-avec-nous’. Alors que s’achève ce temps, remplis d’étonnement, nous nous approchons du « lieu » où, dans la nuit du monde, pour nous et pour notre salut, tout a commencé. Puissions-nous avoir devant cette lumière de Bethléem qui commence à s’irradier sur le monde, un avant-goût de la joie éprouvée par Zacharie et Elisabeth. Il est proche Celui qui nous donne accès à la vraie vie et nous rend à la splendeur des origines. Il nous appelle à lui ressembler. Il nous apprend à regarder et à aimer les événements et le monde avec les yeux mêmes de Dieu. Puisse la crèche, signe émouvant et caractéristique de la beauté du Mystère de l’Incarnation, offrir à tous les hommes de bonne volonté une icône de l’amour infini de Dieu. Chers frères et sœurs, que la Vierge Marie et Saint Joseph nous aident à vivre ce Mystère avec une gratitude renouvelée au Seigneur ! Puisse le temps de Noël nous apporter une joie profonde et nous faire toucher du doigt la bonté de notre Dieu ! Ce sont les vœux que j’offre à tous, notamment aux malades et à ceux qui souffrent, ainsi qu’à vos communautés, à vos familles et aux personnes qui vous sont proches.

Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier les étudiants de l’enseignement catholique de la région de Lyon, ainsi que la délégation de la Croix-Rouge française et les missionnaires de la divine Miséricorde accompagnés de Mgr Rey, Évêque de Fréjus-Toulon. Que votre préparation aux fêtes qui approchent ne soit pas seulement matérielle, mais qu’elle soit aussi l’occasion de purifier vos cœurs de tout ce qui les empêche d’accueillir le Sauveur qui vient. Joyeux Noël à tous !

[01829-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Dear Brothers and Sisters,

In these last days before Christmas, the Church invites us to contemplate the mystery of Christ’s Birth and to receive the gift of his presence, which is the fulfilment of humanity’s deepest hopes and expectations. We share in the quiet joy which filled the hearts of Mary and Joseph, and all those who first welcomed the promised Saviour, who is Emmanuel, God-with-us. By taking our flesh, the Lord saved us from the sin of our first parents; now he bids us to become like him, to see the world through his eyes and to let our hearts be transformed by his infinite goodness and mercy. This Christmas, may the Christ Child find all of us spiritually prepared for his coming. The traditional Christmas crib, which families prepare in these days, is an eloquent sign of our expectation of the Lord who comes. May the wonderment that the crib evokes in children and adults alike bring us closer to the mystery of God’s love revealed in the incarnation of his beloved Son. Let us ask the Virgin Mary and Saint Joseph to help us contemplate this great mystery with renewed joy and gratitude.

I offer a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience. To all of you, and especially the children, I offer my heartfelt good wishes for a serene and joy-filled Christmas!

[01830-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Liebe Brüder und Schwestern!

Mit dieser Audienz unmittelbar vor Weihnachten wollen wir uns ein wenig einstimmen auf das Geheimnis der Heiligen Nacht. Wir schauen schon jetzt auf den Ort – auf Betlehem und die Krippe –, wo für uns und zu unserem Heil alles begonnen hat und wo die Erwartungen der Welt und die Hoffnungen unseres Herzens sich mit der Antwort Gottes begegnen. Freudige Erwartung kennzeichnet die Tage vor Weihnachten. Davon kündet auf seine Art schon der Prophet Jesaja, der in vielfältiger Weise die Erwartung der Geschichte, die Erwartung Israels auf eine erneuerte Welt, auf Freiheit und Friede von Gott her ausgesprochen hat, eine Welt, in der Gott selbst Orientierung schenkt. Die Hoffnung Israels, die vor allem in den prophetischen Büchern aufklingt, ist aber konkrete Gestaltung einer Hoffnung, die in jedem Menschen lebt. Denn alle Menschen erwarten irgendwie eine andere Welt, das Große, das Neue, das Schöne, das Wahre, das Gute, den Frieden und die Liebe aller Menschen in der Welt. Gottes Antwort auf unsere Hoffnungen, auf die Verheißungen, die er uns gibt, ist oft überraschend, ganz anders, als wir sie uns vorstellen: Gott schenkt sich als Kind. Darüber können wir uns zuerst nur staunend wundern. Es ist die größte Überraschung, die wir uns vorstellen konnten: Gott wird Kind und gibt sich in unsere Hände. Er bettelt gleichsam um unsere Liebe und macht sich abhängig von uns. Dafür sollen wir still werden, froh werden und uns von dieser Überraschung Gottes berühren, uns von ihm anrühren und verändern lassen, um uns so wieder selbst zur Ähnlichkeit mit Gott zurückzurufen; denn in dieser Gebärde, im ganzen Leben Jesu sehen wir, wie Gott ist, wie das Abbild Gottes sein müßte, wie wir sein müßten. Und so hilft er uns auch, Gott zu sehen, den wir nicht wahrnehmen in dieser Welt, den wir aber im Gesicht Jesu Christi, in seiner Gestalt sehen können, so daß wir zu ihm hin leben können. So stellt uns der Erlöser mit dem Geschenk seiner selbst die Aufgabe, ihm ähnlicher zu werden, um tiefer zu erkennen, wie er die Welt liebt und in seiner Liebe mitzulieben. Das Ewige Wort Gottes, das zum Kind geworden ist, helfe uns, das Handeln Gottes, sein Sein zu verstehen, um uns mehr und mehr von seiner Güte und Liebe formen zu lassen.

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Wir freuen uns über den weihnachtlichen Schmuck in unseren Städten und Häusern. Aber lassen wir das nicht Äußerlichkeit sein, die veräußerlicht, sondern bereiten wir uns inwendig für die Schönheit Gottes, versuchen wir inwendig uns zu reinigen, so daß Gott in uns Platz finden kann. Der Herr segne euch alle und schenke euch allen ein gnadenreiches Weihnachtsfest.

[01831-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Queridos hermanos y hermanas:

En la espera gozosa que caracteriza los días que preceden a la Navidad, nos acercamos al "lugar" donde ha iniciado nuestra salvación, donde todo encuentra cumplimiento y se cruza la espera del mundo y el corazón humano. Nos alegramos por la pequeña luz que se vislumbra en la gruta de Belén y que se irradia sobre el mundo. En el camino del Adviento, se nos invita a acoger con disponibilidad y a contemplar con admiración el gran acontecimiento de la venida del Salvador, como ora la Iglesia en su liturgia: Muy pronto vendrá el Señor, que domina los pueblos, y se llamará Emmanuel, porque tendremos a Dios-con-nosotros. El Verbo hecho Niño ayuda a comprender el modo de actuar de Dios, transforma al hombre por su bondad y misericordia, purifica la conciencia y la vida de todo lo que es contrario a su venida: pensamientos, palabras, actitudes y acciones. La tradición de preparar el pesebre en las casas, en los lugares de trabajo, en los sitios de encuentro, ha de ser cada vez más un signo auténtico del tiempo de Navidad, mostrándose como expresión de nuestra espera y acción de gracias a Aquel que ha decidido compartir nuestra condición humana, en la pobreza y en la sencillez. El pesebre, como genuino testimonio de fe cristiana, puede ofrecer aún hoy a los hombres de buena voluntad una sugestiva imagen del amor infinito del Padre.

Saludo a los grupos de lengua española, en particular a los peregrinos de Alange y Córdoba, así como a los demás fieles provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Deseo a todos una feliz Navidad y os invito a preparar vuestro corazón para recibir al Niño Jesús. Que la Virgen María y San José nos ayuden a vivir el Misterio de este tiempo santo con renovada gratitud al Señor, ofreciendo a los demás paz y alegría. Muchas gracias.

[01832-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Queridos irmãos e irmãs,

No tempo próprio da Liturgia, que actualiza o mistério, está para chegar o Deus Menino, nosso Salvador: Aquele que, depois da desobediência de Adão e Eva, nos abraça de novo e abre o acesso à vida verdadeira. Ele vem para reduzir à impotência a obra do maligno e tudo aquilo que nos faz andar longe de Deus. O Verbo feito menino ajuda-nos a compreender o modo de agir de Deus, para sermos capazes de nos deixar transformar pela sua bondade e misericórdia infinita. A sua vinda serve para nos ensinar a ver e a amar os acontecimentos da vida, o mundo e tudo aquilo que nos rodeia com os próprios olhos de Deus. No meio da actividade frenética dos nossos dias, possa este tempo natalício trazer-nos um pouco de calma e tanta alegria, fazendo-nos sentir a bondade do nosso Deus que Se faz menino para nos salvar e dar nova coragem e nova luz ao nosso caminho.

Amados peregrinos de língua portuguesa, a minha cordial saudação de boas vindas para todos, com votos de um santo Natal, portador das consolações e graças do Deus Menino: nos vossos corações, famílias e comunidades, resplandeça a luz do Salvador, que nos revela o rosto terno e misericordioso do Pai do Céu. Em seu Nome, eu vos abençoo, pedindo a Deus um Ano Novo sereno e feliz para todos.

[01833-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana  

Saluto in lingua polacca  

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków.

„W tym objawiła się miłość Boga ku nam, że zesłał Syna swego Jednorodzonego na świat, abyśmy życie mieli dzięki Niemu" (1J 4, 9). Życzę wszystkim głębokiego przeżycia świąt Bożego Narodzenia. Osobiste, pełne wiary spotkanie z Chrystusem, wcieloną Miłością Boga, niech budzi nadzieję, daje pokój i radość; niech otwiera serca na światło Ducha Świętego, aby przewodziło w drodze do szczęścia. Niech Bóg wam błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi.

„In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui" (1Gv 4, 9). Auguro a tutti una profonda partecipazione alla solennità del Natale. L’incontro personale e pieno di fede con Cristo, l’amore Incarnato, risvegli la speranza, doni la pace e la gioia; apra i cuori alla luce dello Spirito Santo, affinché ci guidi sulle vie della felicità. Dio vi benedica!]

[01834-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana  

Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, ricordando, in modo speciale, gli Zampognari di Bojano e la delegazione del Comune di Bolsena.

Desidero, poi, salutare i giovani, i malati e gli sposi novelli. A pochi giorni dalla solennità del Natale, possa l'amore, che Dio manifesta all'umanità nella nascita di Cristo, accrescere in voi, cari giovani, il desiderio di servire generosamente i fratelli. Sia per voi, cari malati, fonte di conforto e di serenità, perché il Signore viene a visitarci, recando consolazione e speranza. Ispiri voi, cari sposi novelli, a consolidare la vostra promessa di amore e di reciproca fedeltà.

[01835-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0797-XX.01]