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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010) (IV), 17.09.2010


INCONTRO CON IL MONDO DELL’EDUCAZIONE CATTOLICA AL ST MARY’S UNIVERSITY COLLEGE DI TWICKENHAM (LONDON BOROUGH OF RICHMOND) - SALUTO AGLI INSEGNANTI E RELIGIOSI

 SALUTO DEL SANTO PADRE

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

 TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

 TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

 TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Londra, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in auto al St Mary’s University College di Twickenham (nel quartiere londinese di Richmond) dove, alle ore 10.30, incontra il mondo dell’Educazione Cattolica. Al Suo arrivo il Papa è accolto dal Rettore del College, dal Cappellano, da S.E. Mons. George Stack, Vescovo Ausiliare di Westminster e Presidente dell’Ufficio dei Governatori dell’Università di St Mary e dal Ministro dell’Istruzione, Sig. Nick Gibb.

L’incontro si svolge in due momenti: dapprima, nella Cappella del College, il Santo Padre saluta circa 300 religiosi e religiose impegnati nell’educazione cattolica e un coro di giovani; successivamente, nel Campo sportivo del College, incontra circa 4000 studenti delle scuole cattoliche britanniche.

Di seguito riportiamo le parole che il Santo Padre rivolge agli insegnanti e ai religiosi nel corso dell’incontro nella Cappella, dopo il saluto di Suor Theresa Browne e la lettura da parte della Sig.na Elaine Chaill di un passo dal Libro della Sapienza:

SALUTO DEL SANTO PADRE

Your Excellency the Secretary of State for Education,
Bishop Stack, Dr Naylor,
Reverend Fathers, Brothers and Sisters in Christ,

I am pleased to have this opportunity to pay tribute to the outstanding contribution made by religious men and women in this land to the noble task of education. I thank the young people for their fine singing, and I thank Sister Teresa for her words. To her and to all the dedicated men and women who devote their lives to teaching the young, I want to express sentiments of deep appreciation. You form new generations not only in knowledge of the faith, but in every aspect of what it means to live as mature and responsible citizens in today’s world.

As you know, the task of a teacher is not simply to impart information or to provide training in skills intended to deliver some economic benefit to society; education is not and must never be considered as purely utilitarian. It is about forming the human person, equipping him or her to live life to the full – in short it is about imparting wisdom. And true wisdom is inseparable from knowledge of the Creator, for "both we and our words are in his hand, as are all understanding and skill in crafts" (Wis 7:16).

This transcendent dimension of study and teaching was clearly grasped by the monks who contributed so much to the evangelization of these islands. I am thinking of the Benedictines who accompanied Saint Augustine on his mission to England, of the disciples of Saint Columba who spread the faith across Scotland and Northern England, of Saint David and his companions in Wales. Since the search for God, which lies at the heart of the monastic vocation, requires active engagement with the means by which he makes himself known – his creation and his revealed word – it was only natural that the monastery should have a library and a school (cf. Address to representatives from the world of culture at the "Collège des Bernardins" in Paris, 12 September 2008). It was the monks’ dedication to learning as the path on which to encounter the Incarnate Word of God that was to lay the foundations of our Western culture and civilization.

Looking around me today, I see many apostolic religious whose charism includes the education of the young. This gives me an opportunity to give thanks to God for the life and work of the Venerable Mary Ward, a native of this land whose pioneering vision of apostolic religious life for women has borne so much fruit. I myself as a young boy was taught by the "English Ladies" and I owe them a deep debt of gratitude. Many of you belong to teaching orders that have carried the light of the Gospel to far-off lands as part of the Church’s great missionary work, and for this too I give thanks and praise to God. Often you laid the foundations of educational provision long before the State assumed a responsibility for this vital service to the individual and to society. As the relative roles of Church and State in the field of education continue to evolve, never forget that religious have a unique contribution to offer to this apostolate, above all through lives consecrated to God and through faithful, loving witness to Christ, the supreme Teacher.

Indeed, the presence of religious in Catholic schools is a powerful reminder of the much-discussed Catholic ethos that needs to inform every aspect of school life. This extends far beyond the self-evident requirement that the content of the teaching should always be in conformity with Church doctrine. It means that the life of faith needs to be the driving force behind every activity in the school, so that the Church’s mission may be served effectively, and the young people may discover the joy of entering into Christ’s "being for others" (Spe Salvi, 28).

Before I conclude, I wish to add a particular word of appreciation for those whose task it is to ensure that our schools provide a safe environment for children and young people. Our responsibility towards those entrusted to us for their Christian formation demands nothing less. Indeed, the life of faith can only be effectively nurtured when the prevailing atmosphere is one of respectful and affectionate trust. I pray that this may continue to be a hallmark of the Catholic schools in this country.

With these sentiments, dear Brothers and Sisters, I invite you now to stand and pray.

* * *

Al termine, il Santo Padre offre un dono al Vescovo George Stack, pronunciando le parole che riportiamo di seguito:

Bishop Stack, I would ask you, as Chairman of the Board of Governors of Saint Mary’s University, to receive, on behalf of the College, this gift of a mosaic of the Blessed Virgin Mary.

[01215-02.01] [Original text: English]

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Eccellentissimo Segretario di Stato per l’Educazione,
Venerato Fratello Mons. Stack,
Dr Naylor,
Reverendi Padri,
Fratelli e Sorelle in Cristo,

sono lieto di avere questa opportunità di rendere onore al notevole contributo che Religiosi e Religiose hanno dato in questa terra al nobile compito dell’ educazione. Ringrazio i giovani per i loro bei canti e ringrazio Suor Teresa per le sue parole. A lei e a tutti coloro che, uomini e donne, hanno dedicato la vita ad insegnare ai giovani, desidero esprimere i miei sentimenti di profondo apprezzamento. Voi formate nuove generazioni non solo nella conoscenza della fede ma in ogni aspetto di ciò che significa vivere come cittadini maturi e responsabili nel mondo odierno.

Come sapete, il compito dell’insegnante non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici economici alla società; l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica. Riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza. E la vera saggezza è inseparabile dalla conoscenza del Creatore perché "nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa" (Sap 7,16).

Questa dimensione trascendente dello studio e dell’insegnamento era chiaramente compresa dai monaci che hanno così tanto contribuito alla evangelizzazione di queste isole. Sto pensando ai Benedettini che accompagnarono Sant’Agostino nella sua missione in Inghilterra, ai discepoli di San Columba, che hanno diffuso la fede in Scozia e nell’Inghilterra del Nord, a San Davide e ai suoi compagni nel Galles. Poiché la ricerca di Dio che si colloca nel cuore della vocazione monastica, richiede un attivo impegno coi mezzi tramite i quali egli si fa conoscere - la sua creazione e la sua parola rivelata - era semplicemente naturale che il monastero dovesse avere una biblioteca ed una scuola (cfr Discorso ai rappresentanti del mondo della cultura al "Collège des Bernardins" a Parigi, 12 settembre 2008).

Fu l’impegno dei monaci nell’imparare la via sulla quale incontrare la Parola Incarnata di Dio che gettò le fondamenta della nostra cultura e civiltà occidentali.

Guardandomi attorno oggi, vedo molti Religiosi di vita apostolica il cui carisma comprende l’educazione dei giovani. Questo mi offre l’opportunità di rendere grazie a Dio per la vita e l’opera della Venerabile Mary Ward, nativa di questa terra, la cui visione pionieristica di vita religiosa apostolica per le donne, ha portato così tanti frutti. Io stesso da giovane ragazzo sono stato educato dalle "Dame Inglesi" e devo loro un profondo debito di gratitudine. Molti di voi appartengono ad ordini dediti all’insegnamento, che hanno portato la luce del Vangelo in terre lontane come parte del grande lavoro missionario della Chiesa ed anche per questo rendo grazie e benedico il Signore.

Spesso avete avviato le fondazioni per contribuire all’educazione molto prima che lo Stato assumesse una responsabilità per questo vitale servizio all’individuo e alla società. Poiché i relativi ruoli della Chiesa e dello Stato nel campo dell’educazione continuano ad evolversi, non dovete mai dimenticare che i religiosi hanno un contributo unico da offrire in questo apostolato, che è anzitutto quello di testimoniare con la vita consacrata a Dio e la fedeltà, l’amore a Cristo, il Sommo Maestro. Inoltre, la presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario permei ogni aspetto della vita scolastica. Questo riporta all’evidente esigenza che il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa. Ciò significa che la vita di fede deve essere la forza guida alla base di ogni attività nella scuola, così che la missione della Chiesa possa essere effettivamente servita ed i giovani possano scoprire la gioia di entrare nell’ "essere per gli altri" di Cristo (cfr Spe Salvi, 28).

Prima di concludere desidero aggiungere una particolare parola di apprezzamento per coloro il cui impegno è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani. La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede nulla di meno. Inoltre, la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l’atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa. Confido che questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche in questo Paese.

Con questi sentimenti, cari fratelli e sorelle, vi invito alla preghiera.

* * *

Venerato Fratello Stack, vorrei chiederle di accettare in dono, quale Presidente dell’ufficio dei Governatori dell’Università di Saint Mary e a nome del Collegio, questo mosaico della Beata Vergine Maria.

[01215-01.01] [Testo originale: Inglese]

 TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Excellence Monsieur le Secrétaire d’État pour l’Éducation,
Monseigneur Stack, Docteur Naylor,
Révérends Pères, frères et sœurs dans le Christ,

Je me réjouis de l’opportunité qui m’est donnée de rendre hommage à l’exceptionnelle contribution apportée par les religieux et les religieuses dans ce pays à la noble tâche de l’éducation. Je remercie les jeunes pour leur beau chant, et je remercie Sœur Teresa pour ses paroles. À elle et à tous les hommes et femmes consacrés qui dédient leur vie à l’éducation des jeunes, j’exprime ma profonde reconnaissance. Vous formez les générations nouvelles non seulement à la connaissance de la foi, mais aussi dans tous les aspects d’une vie citoyenne mûre et responsable dans le monde d’aujourd’hui.

Comme vous le savez, le travail d’un professeur ne consiste pas seulement à transmettre des informations ou à enseigner des compétences pour procurer un profit économique à la société ; l’éducation n’est pas et ne doit jamais être considérée selon une optique purement utilitaire. Il s’agit de former la personne humaine, en lui donnant le bagage nécessaire pour vivre pleinement sa vie – en bref -, il s’agit de transmettre la sagesse. Et la vraie sagesse est inséparable de la connaissance du Créateur, car « nous sommes en effet dans sa main, et nous et nos paroles, et toute intelligence et tout savoir pratique » (Sg 7, 16).

Cette dimension transcendante des études et de l’enseignement a été clairement saisie par les moines qui contribuèrent beaucoup à l’évangélisation de ces îles. Je pense aux bénédictins qui ont accompagné saint Augustin dans sa mission en Angleterre, aux disciples de saint Colomba qui ont diffusé la foi en Ecosse et dans le nord de l’Angleterre, à saint David et ses compagnons au Pays de Galles. Puisque la recherche de Dieu, qui est au cœur de la vocation monastique, requiert un engagement actif selon les moyens par lesquels il se fait connaître lui-même : sa création et sa parole révélée, il était tout naturel que le monastère ait une bibliothèque et une école (cf. Discours au monde de la culture, Collège des Bernardins, Paris, 12 septembre 2008). En se consacrant à l’étude comme chemin pour rencontrer le Verbe incarné de Dieu, les moines ont contribué à poser les fondements de notre culture et de notre civilisation occidentale.

Regardant aujourd’hui autour de moi, je vois un grand nombre de congrégations apostoliques qui ont un charisme pour l’éducation des jeunes. C’est l’occasion pour moi de rendre grâce à Dieu pour la vie et l’œuvre de la Vénérable Marie Ward, native de cette terre, dont la vision novatrice de la vie religieuse apostolique féminine a porté beaucoup de fruits. Moi-même, dans ma jeunesse, j’ai été enseigné par les « English Ladies » et je leur dois une profond gratitude. Beaucoup d’entre vous appartiennent à des ordres éducatifs qui ont porté, en des terres lointaines, la lumière de l’Evangile, participant à la grande œuvre missionnaire de l’Église, et pour cela aussi, je rends grâce et louanges à Dieu. Vous avez souvent posé les bases d’un système éducatif avant même que l’État n’assume sa responsabilité dans ce service vital des individus et de la société. Comme les rôles respectifs de l’Église et de l’État dans le domaine de l’éducation continuent d’évoluer, n’oubliez jamais que les religieux ont une contribution unique à donner à cet apostolat, par-dessus tout à cause de leurs vies consacrées à Dieu et du témoignage de fidélité et d’amour qu’ils rendent au Christ, le Maître suprême.

La présence de religieux dans les écoles catholiques est vraiment un puissant rappel de l’esprit catholique, souvent remis en cause, qui doit imprégner tous les aspects de la vie scolaire. Cela s’étend bien au-delà d’un enseignement dont le contenu devrait toujours être conforme à la doctrine de l’Église, exigence qui va de soit. Cela veut dire que la vie de foi doit être la force motrice qui sous-tend toute activité dans l’école, pour que la mission de l’Église puisse être accomplie avec efficacité, et que les jeunes puissent découvrir la joie d’appartenir à « l’être pour tous » du Christ (Spe Salvi, 28).

Avant de conclure, j’adresse une pensée particulière de gratitude à ceux dont la tâche consiste à assurer dans nos écoles un environnement sécurisant aux enfants et aux jeunes. Notre responsabilité envers ceux qui nous sont confiés pour leur formation chrétienne n’exige rien de moins. En effet, la vie de foi ne peut être éduquée avec efficacité que dans un climat de confiance respectueuse et affectueuse. Je prie pour que cela reste la marque des écoles catholiques dans ce pays.

Dans ces sentiments, chers frères et sœurs, je vous invite maintenant à vous mettre debout pour la prière.

* * *

Monseigneur Stack, je vous invite, en tant que Président du Conseil des Gouverneurs de l’université Sainte Marie, à recevoir en hommage au nom de Collège, cette mosaïque de la Bienheureuse Vierge Marie.

[01215-03.01] [Texte original: Anglais]

 TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

 Eure Exzellenz, Herr Minister für die Erziehung!
Hochwürdigster Herr Weihbischof Stack!
Sehr geehrter Herr Direktor Dr. Naylor!
Verehrte Mitbrüder im priesterlichen Dienst!
Liebe Brüder und Schwestern in Christus!

Ich freue mich sehr über diese Gelegenheit, den hervorragenden Beitrag zu würdigen, welchen Ordensmänner und Ordensfrauen in diesem Land in großherziger Erziehungsarbeit leisten. Ich danke den Jugendlichen für ihren Gesang und Sr. Teresa für ihre guten Worte. Ihr und allen engagierten Männern und Frauen, die ihr Leben der Erziehung der Jugend widmen, möchte ich meine tiefe Anerkennung zum Ausdruck bringen. Sie bilden neue Generationen nicht nur im Glaubenswissen aus, sondern in allem, was von Bedeutung ist, um als reife und verantwortungsbewußte Bürger in der heutigen Welt zu leben.

Wie Sie wissen, besteht die Aufgabe eines Lehrers nicht einfach darin, Informationen zu vermitteln oder für eine Schulung in gewissen Fertigkeiten zu sorgen, um den wirtschaftlichen Gewinn für eine Gesellschaft zu steigern; Erziehung ist nicht und darf nie rein utilitaristisch verstanden werden. Vielmehr geht es um die Ausbildung der menschlichen Person, um ihn oder sie zu rüsten, das Leben in seiner Fülle zu leben – kurz, es geht um die Vermittlung von Weisheit. Wahre Weisheit ist untrennbar mit dem Wissen um den Schöpfer verbunden, denn „wir und unsere Worte sind in seiner Hand, auch alle Klugheit und praktische Erfahrung" (Weish 7,16).

Diese transzendente Dimension von Studium und Lehre hatten die Mönche klar erfaßt, die so viel zur Evangelisierung dieser Inseln beigetragen haben. Ich denke an die Benediktiner, die den heiligen Augustinus auf seiner Mission nach England begleiteten, an die Schüler des heiligen Kolumban, der den Glauben in Schottland und Nordengland verbreitete, oder an den heiligen David und seine Gefährten in Wales. Sofern die Suche nach Gott, die das Herzstück der monastischen Berufung ausmacht, aktives Engagement verlangt und zwar mit den Mitteln, durch die er sich selbst zu erkennen gibt – die Schöpfung und sein offenbartes Wort –, war es nur folgerichtig, daß ein Kloster eine Bibliothek und eine Schule haben sollte (vgl. Ansprache zu den Vertretern der Welt der Kultur am „Collège des Bernardins" in Paris, 12. September 2008). Die Mönche widmeten sich der Bildung als dem Weg, auf dem sie dem fleischgewordenen Wort Gottes begegnen konnten. So sollten sie das Fundament für unsere westliche Kultur und Zivilisation legen.

Wenn ich mich heute hier umschaue, sehe ich viele apostolisch aktive Ordensleute, deren Charisma die Erziehung der jungen Leute einschließt. Dies möchte ich zum Anlaß nehmen, Gott für das Leben und Werk der ehrwürdigen Mary Ward zu danken, eines Kindes dieses Landes, deren bahnbrechende Vision von einem apostolischen Ordensleben für Frauen soviel Frucht gezeitigt hat. Ich selbst habe als Kind eine Erziehung von den „Englischen Fräulein" erhalten, für die ich ihnen tiefe Dankbarkeit schulde. Liebe Ordensleute, viele von Ihnen gehören Schulorden an, die das Licht des Evangeliums in ferne Länder hinausgetragen haben als Teil des großen Missionsauftrags der Kirche – und auch dafür sage ich Gott Lob und Dank. Oft haben Sie die Grundlage erzieherischer Einrichtungen gelegt, lange bevor der Staat die Verantwortung für diesen unverzichtbaren Dienst am einzelnen und der Gesellschaft wahrgenommen hat. Während sich die jeweiligen Aufgaben von Kirche und Staat im Bereich der Erziehung weiter entwickeln, sollten Sie nie vergessen, daß Ordensleute einen einzigartigen Beitrag zu diesem Apostolat leisten, vor allem durch ihr gottgeweihtes Leben und ihr gläubiges und liebendes Zeugnis für Christus, den höchsten Lehrer.

Die Präsenz von Ordensleuten in katholischen Schulen ist in der Tat eine gewichtige Mahnung an das vieldiskutierte katholische Ethos, das jeden Bereich des schulischen Lebens durchdringen soll. Dies geht weit über das selbstverständliche Erfordernis hinaus, daß der Lehrinhalt immer mit der kirchlichen Lehre konform sein muß. Das bedeutet, daß das Glaubensleben die treibende Kraft hinter jeglicher schulischer Aktivität sein muß, so daß der Sendung der Kirche wirksam gedient werden kann und junge Menschen die Freude entdecken, sich an Christi „Dasein für andere" (Spe salvi, 28) zu beteiligen.

Bevor ich schließe, möchte ich noch ein besonderes Wort der Anerkennung für jene anfügen, deren Aufgabe es ist, dafür zu sorgen, daß unsere Schulen eine sichere Umgebung für unsere Kinder und Jugendlichen bieten. Unsere Verantwortung gegenüber den uns für eine christliche Erziehung Anvertrauten verlangt nichts weniger. Das Glaubensleben kann ja nur wirksam genährt werden, wenn eine Atmosphäre von respektvollem und herzlichem Vertrauen herrscht. Ich bete, daß dies auch weiterhin ein Merkmal der katholischen Schulen in diesem Land sei.

Mit diesen Überlegungen, liebe Brüder und Schwestern, lade ich sie nun ein, sich zu erheben und zu beten.

* * *

Herr Weihbischof Stack, ich möchte Sie bitten, als Vorsitzender des Board of Governors der Saint Mary’s University im Namen des College dieses Mosaik der seligen Jungfrau Maria als Geschenk anzunehmen.

[01215-05.01] [Originalsprache: Englisch]

 TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

Excelentísimo Secretario de Estado de Educación,
Señor Obispo Stack,
Doctor Naylor,
Reverendos Padres, Hermanos y Hermanas en Cristo:

Me complace tener esta oportunidad para rendir homenaje a la destacada contribución, brindada por religiosos y religiosas en esta tierra, a la noble tarea de la educación. Doy las gracias a los jóvenes por sus magníficas canciones, y agradezco a la Hermana Teresa sus palabras. A ella y a todos los hombres y mujeres que dedican sus vidas a enseñar a los jóvenes, deseo manifestarles mis sentimientos de profundo agradecimiento. Formáis a las nuevas generaciones no sólo en el conocimiento de la fe, sino en cada aspecto de lo que significa vivir como ciudadanos maduros y responsables en el mundo actual.

Como sabéis, la tarea de un maestro no es sencillamente comunicar información o proporcionar capacitación en unas habilidades orientadas al beneficio económico de la sociedad; la educación no es y nunca debe considerarse como algo meramente utilitario. Se trata de la formación de la persona humana, preparándola para vivir en plenitud. En una palabra, se trata de impartir sabiduría. Y la verdadera sabiduría es inseparable del conocimiento del Creador, porque «en sus manos estamos nosotros y nuestras palabras y toda la prudencia y destreza de nuestras obras» (Sab 7,16).

Los monjes percibieron con claridad esta dimensión trascendente del estudio y la enseñanza, que tanto contribuyó a la evangelización de estas islas. Me refiero a los benedictinos que acompañaron a San Agustín en su misión a Inglaterra; a los discípulos de San Columbano, que propagaron la fe por Escocia y el norte de Inglaterra; a San David y sus compañeros en Gales. Ya que la búsqueda de Dios, que está en el corazón de la vocación monástica, requiere un compromiso activo con los medios por los que Él se da a conocer -su creación y su Palabra revelada-, era natural que el monasterio tuviera una biblioteca y una escuela (cf. Discurso a los representantes del mundo de la cultura en el "Colegio de los Bernardinos" en París, el 12 de septiembre de 2008). La dedicación monacal al aprendizaje como senda de encuentro con la Palabra de Dios encarnada sentó las bases de nuestra cultura y civilización occidentales.

Al mirar a mi alrededor hoy en día, veo a muchos religiosos de vida activa cuyo carisma incluye la educación de los jóvenes. Ello me ofrece la oportunidad de dar gracias a Dios por la vida y obra de la Venerable María Ward, originaria de esta tierra, cuya visión de la vida religiosa apostólica femenina ha dado tantos frutos. Yo mismo, siendo niño, fui educado por las "Damas Inglesas", y tengo hacia ellas una profunda deuda de gratitud. Muchos pertenecéis a congregaciones dedicadas a la enseñanza, que han llevado la luz del Evangelio a tierras lejanas, como parte de la gran obra misionera de la Iglesia. También doy gracias a Dios por esto y le alabo. A menudo, pusisteis las bases de la previsión educativa mucho antes de que el Estado asumiera la responsabilidad de este servicio vital tanto para el individuo como para la sociedad. Como los papeles respectivos de la Iglesia y el Estado en el ámbito de la educación siguen evolucionando, nunca olvidéis que los religiosos tienen una única contribución que ofrecer a este apostolado, sobre todo a través de sus vidas consagradas a Dios y por medio de su fidelidad: el testimonio de amor a Cristo, el Maestro por excelencia.

En efecto, la presencia de los religiosos en las escuelas católicas es un signo que recuerda intensamente el tan discutido ethos católico que debe permear todos los aspectos de la vida escolar. Esto va más allá de la evidente exigencia de que el contenido de la enseñanza concuerde siempre con la doctrina de la Iglesia. Se trata de que la vida de fe sea la fuerza impulsora de toda actividad escolar, para que la misión de la Iglesia se desarrolle con eficacia, y los jóvenes puedan descubrir la alegría de participar en "el ser para los demás", propio de Cristo (cf. Spe Salvi, 28).

Antes de concluir, deseo añadir una palabra especial de aprecio hacia quienes tienen la tarea de garantizar que nuestras escuelas ofrezcan un entorno seguro para niños y jóvenes. Nuestra responsabilidad hacia aquellos que nos han confiado su formación cristiana no puede exigir menos. De hecho, la vida de fe se puede cultivar con eficacia cuando prevalece un clima de confianza respetuosa y afectuosa. Rezo para que ello siga siendo un sello distintivo de las escuelas católicas en este país.

Con estos sentimientos, queridos hermanos y hermanas, os invito ahora a poneros en pie y orar.

* * *

Señor Obispo Stack, le ruego, como Presidente de la Junta de Gobierno de la Universidad de Santa María, que reciba, en nombre del Colegio, este mosaico de la Santísima Virgen María, que obsequio.

INCONTRO CON IL MONDO DELL’EDUCAZIONE CATTOLICA AL ST MARY’S UNIVERSITY COLLEGE DI TWICKENHAM - DISCORSO AGLI STUDENTI

 DISCORSO  DEL SANTO PADRE

 TRADUZIONE  IN LINGUA ITALIANA 

 TRADUZIONE   IN LINGUA FRANCESE

 TRADUZIONE  IN LINGUA TEDESCA 

 TRADUZIONE  IN LINGUA SPAGNOLA 

Terminato l’incontro nella Cappella del St Mary’s University College di Twickenham, il Papa attraversa il Campus fino al campo sportivo dove sono riuniti circa 4000 studenti delle scuole cattoliche britanniche. Tutte le scuole cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia sono collegate via internet per seguire in diretta l’evento.

Introdotto dal saluto del Vescovo di Nottingham e Presidente della Commissione Episcopale per l’Istruzione, S.E. Mons. Malcolm P. McMahon, e dalla testimonianza di una giovane, Siobhan Bellot, il Papa presiede l’inaugurazione della Fondazione "John Paul II" per lo Sport, benedice un’icona e una candela, simboli della missione della Fondazione, e una campana. Quindi pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

 DISCORSO  DEL SANTO PADRE

Dear Brothers and Sisters in Christ,
Dear young friends,

First of all, I want to say how glad I am to be here with you today. I greet you most warmly, those who have come to Saint Mary’s University from Catholic schools and colleges across the United Kingdom, and all who are watching on television and via the internet. I thank Bishop McMahon for his gracious welcome, I thank the choir and the band for the lovely music which began our celebration, and I thank Miss Bellot for her kind words on behalf of all the young people present. In view of London’s forthcoming Olympic Games, it has been a pleasure to inaugurate this Sports Foundation, named in honour of Pope John Paul II, and I pray that all who come here will give glory to God through their sporting activities, as well as bringing enjoyment to themselves and to others.

It is not often that a Pope, or indeed anyone else, has the opportunity to speak to the students of all the Catholic schools of England, Wales and Scotland at the same time. And since I have the chance now, there is something I very much want to say to you. I hope that among those of you listening to me today there are some of the future saints of the twenty-first century. What God wants most of all for each one of you is that you should become holy. He loves you much more than you could ever begin to imagine, and he wants the very best for you. And by far the best thing for you is to grow in holiness.

Perhaps some of you have never thought about this before. Perhaps some of you think being a saint is not for you. Let me explain what I mean. When we are young, we can usually think of people that we look up to, people we admire, people we want to be like. It could be someone we meet in our daily lives that we hold in great esteem. Or it could be someone famous. We live in a celebrity culture, and young people are often encouraged to model themselves on figures from the world of sport or entertainment. My question for you is this: what are the qualities you see in others that you would most like to have yourselves? What kind of person would you really like to be?

When I invite you to become saints, I am asking you not to be content with second best. I am asking you not to pursue one limited goal and ignore all the others. Having money makes it possible to be generous and to do good in the world, but on its own, it is not enough to make us happy. Being highly skilled in some activity or profession is good, but it will not satisfy us unless we aim for something greater still. It might make us famous, but it will not make us happy. Happiness is something we all want, but one of the great tragedies in this world is that so many people never find it, because they look for it in the wrong places. The key to it is very simple – true happiness is to be found in God. We need to have the courage to place our deepest hopes in God alone, not in money, in a career, in worldly success, or in our relationships with others, but in God. Only he can satisfy the deepest needs of our hearts.

Not only does God love us with a depth and an intensity that we can scarcely begin to comprehend, but he invites us to respond to that love. You all know what it is like when you meet someone interesting and attractive, and you want to be that person’s friend. You always hope they will find you interesting and attractive, and want to be your friend. God wants your friendship. And once you enter into friendship with God, everything in your life begins to change. As you come to know him better, you find you want to reflect something of his infinite goodness in your own life. You are attracted to the practice of virtue. You begin to see greed and selfishness and all the other sins for what they really are, destructive and dangerous tendencies that cause deep suffering and do great damage, and you want to avoid falling into that trap yourselves. You begin to feel compassion for people in difficulties and you are eager to do something to help them. You want to come to the aid of the poor and the hungry, you want to comfort the sorrowful, you want to be kind and generous. And once these things begin to matter to you, you are well on the way to becoming saints.

In your Catholic schools, there is always a bigger picture over and above the individual subjects you study, the different skills you learn. All the work you do is placed in the context of growing in friendship with God, and all that flows from that friendship. So you learn not just to be good students, but good citizens, good people. As you move higher up the school, you have to make choices regarding the subjects you study, you begin to specialize with a view to what you are going to do later on in life. That is right and proper. But always remember that every subject you study is part of a bigger picture. Never allow yourselves to become narrow. The world needs good scientists, but a scientific outlook becomes dangerously narrow if it ignores the religious or ethical dimension of life, just as religion becomes narrow if it rejects the legitimate contribution of science to our understanding of the world. We need good historians and philosophers and economists, but if the account they give of human life within their particular field is too narrowly focused, they can lead us seriously astray.

A good school provides a rounded education for the whole person. And a good Catholic school, over and above this, should help all its students to become saints. I know that there are many non-Catholics studying in the Catholic schools in Great Britain, and I wish to include all of you in my words today. I pray that you too will feel encouraged to practise virtue and to grow in knowledge and friendship with God alongside your Catholic classmates. You are a reminder to them of the bigger picture that exists outside the school, and indeed, it is only right that respect and friendship for members of other religious traditions should be among the virtues learned in a Catholic school. I hope too that you will want to share with everyone you meet the values and insights you have learned through the Christian education you have received.

Dear friends, I thank you for your attention, I promise to pray for you, and I ask you to pray for me. I hope to see many of you next August, at the World Youth Day in Madrid. In the meantime, may God bless you all!

[01216-02.01] [Original text: English]

 TRADUZIONE  IN LINGUA ITALIANA

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
Cari giovani amici,

desidero anzitutto dirvi quanto sia lieto di essere oggi qui in mezzo a voi. Estendo il più cordiale saluto a tutti voi, convenuti alla "Saint Mary’s University" dalle scuole e dai collegi cattolici del Regno Unito, e a tutti coloro che ci stanno seguendo alla televisione o via internet. Ringrazio il vescovo McMahon per il suo cortese benvenuto e il coro e la banda per la bella musica eseguita poco fa, che ha dato inizio alla nostra celebrazione. Ringrazio Miss Bellot per le gentili parole che mi ha rivolto a nome di tutti i giovani presenti. Guardando ai prossimi giochi olimpici, è stato un piacere inaugurare questa Fondazione sportiva intitolata a Giovanni Paolo II, e prego affinché tutti coloro che la frequenteranno rendano gloria a Dio attraverso le loro attività sportive, così come possano trarre giovamento per se stessi e per gli altri.

Non capita spesso ad un Papa — in verità nemmeno a qualsiasi altra persona — l’opportunità di parlare contemporaneamente agli studenti di tutte le scuole cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia. E dal momento che ora io ho questa possibilità, c’è qualcosa che mi sta davvero molto a cuore di dirvi. Ho la speranza che fra voi che oggi siete qui ad ascoltarmi vi siano alcuni dei futuri santi del ventunesimo secolo. La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi è che diventiate santi. Egli vi ama molto più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo. E la cosa migliore di tutte per voi è di gran lunga il crescere in santità.

Forse alcuni di voi non ci hanno mai pensato prima d’ora. Forse alcuni pensano che essere santi non sia per loro. Lasciatemi spiegare cosa intendo dire. Quando si è giovani, si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo assomigliare. Potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo nella nostra vita quotidiana e che teniamo in grande stima. Oppure potrebbe essere qualcuno di famoso. Viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo. Io vorrei farvi questa domanda: quali sono le qualità che vedete negli altri e che voi stessi vorreste maggiormente possedere? Quale tipo di persona vorreste davvero essere?

Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri. Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici. Essere grandemente dotati in alcune attività o professioni è una cosa buona, ma non potrà mai soddisfarci, finché non puntiamo a qualcosa di ancora più grande. Potrà renderci famosi, ma non ci renderà felici. La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio. Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore.

Dio non solo ci ama con una profondità e intensità che difficilmente possiamo immaginare: egli ci invita a rispondere a questo amore. Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno di interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona. Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare. Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà. Siete attratti dalla pratica della virtù. Incominciate a vedere l’avidità e l’egoismo, e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono, tendenze distruttive e pericolose che causano profonda sofferenza e grande danno, e volete evitare di cadere voi stessi in quella trappola. Incominciate a provare compassione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli. Desiderate venire in aiuto al povero e all’affamato, confortare il sofferente, essere buoni e generosi. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, siete già pienamente incamminati sulla via della santità.

C’è sempre un orizzonte più grande, nelle vostre scuole cattoliche, sopra e al di là delle singole materie del vostro studio e delle varie capacità che acquisite. Tutto il lavoro che fate è posto nel contesto della crescita nell’amicizia con Dio, e da quell’amicizia tutto quel lavoro fluisce. In tal modo apprendete non solo ad essere buoni studenti, ma buoni cittadini e buone persone. Mentre proseguite con il percorso scolastico dovete compiere delle scelte circa la materia del vostro studio e iniziare a specializzarvi in vista di ciò che farete nella vita. Ciò è giusto e conveniente. Ricordate sempre però che ogni materia che studiate si inserisce in un orizzonte più ampio. Non riducetevi mai ad un orizzonte ristretto. Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo. Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono della vita umana all’interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente portarci fuori strada.

Una buona scuola offre una formazione completa per l’intera persona. Ed una buona scuola cattolica, al di sopra e al di là di questo, dovrebbe aiutare i suoi studenti a diventare santi. So che vi sono molti non cattolici che studiano nelle scuole cattoliche in Gran Bretagna e desidero rivolgermi a tutti con le mie odierne parole. Prego affinché anche voi vi sentiate incoraggiati a praticare la virtù e a crescere nella conoscenza ed amicizia con Dio, assieme ai vostri compagni cattolici. Voi siete per loro il richiamo all’orizzonte più vasto che esiste fuori della scuola ed è fuor di dubbio che il rispetto e l’amicizia per membri di altre tradizioni religiose debba essere tra le virtù che si apprendono in una scuola cattolica. Spero anche che vorrete condividere con chiunque incontrerete i valori e gli insegnamenti che avrete appresi mediante la formazione cristiana ricevuta.

Cari amici, vi ringrazio per la vostra attenzione, vi prometto di pregare per voi e vi chiedo di pregare per me. Spero di vedere molti di voi il prossimo agosto, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Nel frattempo, che Dio benedica tutti voi!

[01216-01.01] [Testo originale: Inglese]

 TRADUZIONE  IN LINGUA FRANCESE

Chers Frères et Sœurs en Christ,
Chers jeunes amis,

Je désire tout d’abord vous dire combien je suis heureux d’être ici avec vous aujourd’hui. Je vous salue très chaleureusement, vous qui êtes venus ici, à l’Université Sainte-Marie, des écoles catholiques et collèges de tout le Royaume-Uni, et tous ceux qui regardent à la télévision ou par internet. Je remercie Monseigneur McMahon de son chaleureux accueil. Je remercie les membres de la chorale et de l’ensemble orchestral pour l’agréable musique qui a introduit notre célébration, et je remercie Mademoiselle Bellot pour ses aimables paroles au nom de tous les jeunes présents. Dans le contexte préparatoire des Jeux Olympiques de Londres, cela a été un plaisir d’inaugurer cette Sports Foundation, nommé ainsi en l’honneur du pape Jean-Paul II, et je prie afin que ceux qui viendront ici, rendent gloire à Dieu par leurs activités sportives, tout en procurant satisfaction à eux-mêmes et aux autres.

Il n’arrive pas souvent qu’un Pape, ou même une autre personne, ait la possibilité de parler à des étudiants de toutes les écoles catholiques d’Angleterre, du Pays de Galles et d’Écosse à la fois. Et puisque j’ai cette chance en ce moment, j’aimerais beaucoup vous dire une chose. J’espère que parmi ceux d’entre vous qui m’écoutent aujourd’hui, se trouvent des futurs saints du vingt-et-unième siècle. Ce que Dieu veut plus que tout pour chacun de vous c’est que vous deveniez des saints. Il vous aime beaucoup plus que vous ne pourrez jamais l’imaginer, et il veut ce qu’il y a de meilleur pour vous. Et de loin, la meilleure chose pour vous c’est de grandir en sainteté.

Il se peut que certains d’entre vous n’aient jamais pensé à cela auparavant. Il se peut que certains d’entre vous pensent qu’être un saint ce n’est pas pour eux. Permettez-moi vous expliquer ce que je veux dire. Quand nous sommes jeunes, nous pensons facilement aux personnes que nous respectons, aux personnes que nous admirons, aux personnes à qui nous voulons ressembler. Ce peut être quelqu’un que nous rencontrons dans notre vie de tous les jours et que nous tenons en grande estime. Ou cela pourrait être quelqu’un de connu. Nous vivons dans une culture de la célébrité, et les jeunes sont souvent encouragés à se modeler sur des personnalités du monde du sport ou du spectacle. La question que je vous pose est celle-ci : quelles sont les qualités que vous percevez dans d’autres personnes et que vous souhaiteriez beaucoup avoir vous-mêmes ? Quel type de personne aimeriez-vous être réellement ?

Quand je vous invite à devenir des saints, je vous demande de ne pas vous contenter de la seconde place. Je vous demande de ne pas poursuivre un but limité en ignorant tous les autres. L’argent permet d’être généreux et de faire du bien dans le monde, mais à lui seul, il ne suffit pas à nous rendre heureux. La haute qualification dans l’activité professionnelle est une bonne chose, mais elle ne nous satisfait pas si nous n’avons pas en vue quelque chose de bien plus grand. Elle peut nous rendre célèbre, mais elle ne nous rendra pas heureux.Le bonheur est quelque chose que nous voulons tous, mais un des grands drames de ce monde est que tant de personnes ne le trouvent jamais, parce qu’elles le cherchent là où il n’est pas. La clef du bonheur est très simple – le vrai bonheur se trouve en Dieu. Nous devons avoir le courage de mettre nos espérances les plus profondes en Dieu seul, non pas dans l’argent, dans la carrière, dans les succès de ce monde, ou dans nos relations avec d’autres personnes, mais en Dieu. Lui seul peut satisfaire les exigences profondes de nos cœurs.

Non seulement Dieu nous aime avec une profondeur et une intensité que nous pouvons à peine essayer de commencer à comprendre, mais il nous invite à répondre à cet amour. Vous savez tous ce que c’est que de rencontrer quelqu’un d’intéressant et d’attirant, et de vouloir être son ami. Vous espérez toujours que cette personne va vous trouver intéressant et attirant, et qu’elle voudra devenir votre ami. Dieu veut votre amitié. Et dès que vous devenez l’ami de Dieu, tout commence à changer dans votre vie. Quand vous commencez à mieux le connaître, vous vous apercevez que vous voulez que votre vie reflète un peu de sa bonté infinie. Vous êtes attirés par la pratique des vertus. Vous commencez à considérer l’avidité et l’égoïsme et tous les autres péchés tels qu’ils sont réellement, des tendances destructrices et dangereuses qui provoquent de profondes souffrances et causent un grand préjudice, et vous voulez éviter de tomber vous-mêmes dans ce piège. Vous commencez à éprouver de la compassion pour les personnes en difficultés et vous désirez vivement faire quelque chose pour elles. Vous voulez aider les indigents et les affamés, vous voulez réconforter les personnes tristes, vous voulez être bons et généreux. Et si tout cela est important pour vous, alors vous êtes bien sur le chemin qui mène à la sainteté.

Dans vos écoles catholiques, il y a toujours un cadre plus grand qui dépasse les matières que vous étudiez, les différentes compétences que vous apprenez. Tout le travail que vous faites se situe dans le contexte de la croissance de cette amitié avec Dieu et de tout ce qui découle de cette amitié. Aussi vous n’étudiez pas seulement pour être de bons étudiants, mais de bons citoyens, de bonnes personnes. A mesure que vous progressez au sein de l’école, vous avez à faire des choix concernant les matières que vous étudiez, vous commencez à vous spécialiser en ayant une idée de ce que vous allez faire plus tard dans votre vie. Tout cela est juste et bien. Mais rappelez-vous toujours que chaque matière que vous étudiez fait partie d’un plus grand dessein. Ne vous enfermez jamais dans des limites étroites. Le monde a besoin de bons chercheurs, mais une perspective scientifique devient dangereusement étroite si elle ignore la dimension religieuse et éthique de la vie, tout comme la religion devient étriquée si elle rejette la légitime contribution de la science pour notre compréhension du monde. Nous avons besoin de bons historiens, philosophes, économistes, mais si la compréhension de la vie humaine à travers leur domaine particulier est trop étroitement polarisé, ils peuvent nous amener à nous égarer gravement.

Une bonne école pourvoit à une éducation complète de la personne tout entière. Et une bonne école catholique, en plus de cela, devrait aider tous ses élèves à devenir des saints. Je sais qu’il y a de nombreux étudiants non-catholiques dans les écoles catholiques en Grande-Bretagne, et je souhaite les inclure tous dans mes paroles aujourd’hui. Je prie pour que vous aussi vous vous sentiez encouragés à pratiquer les vertus et à grandir dans la connaissance et l’amitié avec Dieu aux côtés de vos camarades de classe catholiques. Vous leur rappelez par votre présence le plus grand dessein qui existe au-delà de l’école, et, de fait, il est absolument juste que le respect et l’amitié à l’égard des membres d’autres traditions religieuses doivent être parmi les vertus apprises à l’école catholique. J’espère également que vous voudrez partager avec tous ceux que vous rencontrez les valeurs et les intuitions que vous avez accueillies à travers l’éducation chrétienne que vous avez reçue.

Chers amis, je vous remercie de votre attention, je vous promets de prier pour vous, et je vous demande de prier pour moi. J’espère voir beaucoup d’entre vous au mois d’août prochain, à la Journée Mondiale de la Jeunesse à Madrid. D’ici là, que Dieu vous bénisse tous !

[01216-03.01] [Texte original: Anglais]

 TRADUZIONE  IN LINGUA TEDESCA

Liebe Brüder und Schwestern in Christus!
Liebe junge Freunde!

Zunächst möchte ich sagen, wie sehr ich mich freue, heute hier bei euch zu sein. Ich grüße euch ganz herzlich – alle, die von katholischen Schulen und Colleges aus ganz Großbritannien hier zur St. Mary’s University gekommen sind, und alle, die über Fernsehen oder Internet zuschauen. Ich danke Bischof McMahon für seinen freundlichen Willkommensgruß, ich danke dem Chor und der Band für die schöne Musik zu Beginn unserer Feier, und ich danke Miss Bellot für ihre guten Worte im Namen aller anwesenden jungen Menschen. Angesichts der bevorstehenden Olympischen Spiele in London war es eine große Freude, diese Sporteinrichtung zu eröffnen, die zur Ehren Papst Johannes Pauls II. benannt ist. Ich bete darum, daß alle, die hierher kommen, durch ihre sportliche Tätigkeit Gott ehren sowie sich selbst und anderen Freude bereiten.

Es ist nicht oft der Fall, daß ein Papst oder auch sonst jemand die Gelegenheit hat, zu den Studenten aller katholischen Schulen Englands, Wales’ und Schottlands gleichzeitig zu sprechen. Und da ich nun die Möglichkeit habe, gibt es etwas, was ich euch unbedingt sagen möchte. Ich hoffe, daß einige von euch, die mir heute zuhören, die künftigen Heiligen des 21. Jahrhunderts sind. Was Gott am meisten von einem jeden von euch wünscht, ist, daß ihr heilig werden sollt. Er liebt euch viel mehr, als ihr euch je vorstellen könnt, und er will das allerbeste für euch. Und das bei weitem Beste für euch ist es, an Heiligkeit zuzunehmen.

Vielleicht haben einige von euch zuvor noch nie darüber nachgedacht. Vielleicht denken einige von euch, ein Heiliger zu sein, das sei nichts für sie. Laßt mich erklären, was ich meine. Wenn wir jung sind, dann gibt es gewöhnlich Menschen, zu denen wir aufschauen, die wir bewundern, wo wir wünschen, wie sie zu sein. Es könnte jemand aus unserem Alltag sein, den wir zutiefst schätzen. Oder es könnte jemand Berühmter sein. Wir leben in einer Prominentenkultur, und junge Menschen werden oft dazu ermuntert, Gestalten aus der Welt des Sports oder der Unterhaltung zum Vorbild zu nehmen. Meine Frage an euch ist nun diese: Was sind die Qualitäten, die ihr in anderen seht und die ihr am liebsten selbst haben möchtet? Welcher Typ von Person möchtet ihr wirklich am liebsten sein?

Wenn ich euch einlade, Heilige zu werden, bitte ich euch, euch nicht mit dem Zweitbesten zufrieden zu geben. Ich bitte euch nicht, ein begrenztes Ziel zu verfolgen und alle anderen zu ignorieren. Geld zu haben, bietet die Möglichkeit, großzügig zu sein und Gutes in der Welt zu tun, aber Geld allein kann uns noch nicht glücklich machen. In irgendeiner Tätigkeit oder irgendeinem Beruf sehr geschickt zu sein, ist gut, aber es wird uns nicht wirklich zufriedenstellen, wenn wir nicht nach etwas noch Größerem streben. Das alles mag uns berühmt machen, aber es wird uns nicht glücklich machen. Glück ist etwas, das wir uns alle wünschen. Es ist aber eine der großen Tragödien in dieser Welt, daß viele Menschen dieses Glück nie finden, weil sie an den falschen Orten danach suchen. Der Schlüssel dazu ist hingegen sehr einfach – wahres Glück ist in Gott zu finden. Wir müssen den Mut haben, unsere tiefste Hoffnung allein auf Gott zu setzen, nicht auf Geld, Karriere, weltlichen Erfolg oder auf unsere Beziehungen zu anderen, sondern auf Gott. Er allein kann die tiefsten Bedürfnisse unseres Herzens stillen.

Gott liebt uns nicht nur mit einer Tiefe und Intensität, die wir selbst ansatzweise kaum begreifen können, sondern lädt uns auch ein, auf diese Liebe zu antworten. Ihr wißt alle, was es heißt, jemanden zu treffen, der interessant oder attraktiv ist, und ihr wollt mit dieser Person befreundet sein. Ihr hofft immer, daß sie euch interessant und attraktiv findet und euer Freund sein will. Gott will euer Freund sein. Und sobald ihr mit Gott Freundschaft schließt, beginnt sich alles in eurem Leben zu ändern. Wenn ihr ihn besser kennenlernt, wollt ihr etwas von seiner unendlichen Güte in eurem Leben widerspiegeln. Ihr seid begeistert, die Tugenden zu leben. Ihr beginnt, Habgier und Selbstsucht sowie alle anderen Sünden als das zu sehen, was sie wirklich sind, nämlich zerstörerische und gefährliche Neigungen, die tiefes Leid und großen Schaden verursachen, und ihr wollt vermeiden, selbst in diese Falle zu tappen. Ihr beginnt, Mitleid für Menschen in Schwierigkeiten zu empfinden, und ihr wollt ihnen unbedingt irgendwie helfen. Ihr wollt die Armen und Hungrigen unterstützen, ihr wollt die Traurigen trösten, ihr wollt gut und großzügig sein. Und wenn euch das alles einmal berührt, dann seid ihr wirklich auf dem Weg, Heilige zu werden.

In euren katholischen Schulen gibt es zusätzlich zu den einzelnen Fächern, die ihr studiert, oder den verschiedenen Fähigkeiten, die ihr euch aneignet, immer ein größeres Bild. Alles, was ihr tut, ist in den Kontext gestellt, in der Freundschaft mit Gott zu wachsen und in allem, was sich daraus ergibt. So lernt ihr nicht nur, gute Studenten zu sein, sondern auch gute Bürger, gute Menschen. Wenn ihr in höhere Jahrgangsstufen kommt, müßt ihr die Fächer wählen, die ihr studieren wollt, ihr beginnt, euch zu spezialisieren im Blick auf das, was ihr später im Leben tun wollt. Das ist gut und richtig. Aber erinnert euch immer daran, daß jedes Fach, das ihr studiert, Teil eines größeren Bildes ist. Laßt nie zu, daß ihr eng werdet. Die Welt braucht gute Wissenschaftler, aber die wissenschaftliche Auffassung wird gefährlich eng, wenn sie die religiösen oder ethischen Dimensionen des Lebens außer Acht läßt, genauso wie Religion eng wird, wenn sie den berechtigten Beitrag der Wissenschaft zu unserem Verständnis der Welt zurückweist. Wir brauchen gute Historiker, Philosophen und Wirtschaftswissenschaftler, aber wenn die von ihnen in ihrem Fachbereich gegebene Darstellung des menschlichen Lebens zu eng fokussiert wird, können sie uns ernsthaft auf Irrwege führen.

Eine gute Schule sieht eine ganzheitliche Erziehung für die Person vor. Und eine gute katholische Schule sollte darüber hinaus allen ihren Schülern helfen, Heilige zu werden. Ich weiß, daß viele Nicht-Katholiken an den katholischen Schulen Großbritanniens lernen, und ich möchte euch alle in meine Worte heute einschließen. Ich bete darum, daß auch ihr euch ermutigt fühlt, die Tugenden zu leben, und an der Seite eurer katholischen Klassenkameraden im Wissen und in der Freundschaft mit Gott wachst. Ihr seid für sie eine Erinnerung an das größere Bild, das außerhalb der Schule existiert, und es ist in der Tat nur recht, daß Achtung und Freundschaft für Mitglieder anderer religiöser Traditionen zu den Tugenden gehören sollen, die an einer katholischen Schule gelernt werden. Ich hoffe auch, daß ihr die Werte und Einsichten, die ihr in eurer christlichen Erziehung erhalten habt, mit jedem, dem ihr begegnet, teilt.

Liebe Freunde! Ich danke euch für eure Aufmerksamkeit. Ich verspreche, für euch zu beten, und bitte euch, auch für mich zu beten. Ich hoffe, viele von euch im kommenden August beim Weltjugendtag in Madrid zu sehen. Bis dahin segne Gott euch alle!

[01216-05.01] [Originalsprache: Englisch]

 TRADUZIONE  IN LINGUA SPAGNOLA

Queridos hermanos y hermanas en Cristo,
Queridos jóvenes

Quiero manifestaros ante todo mi alegría por estar con vosotros hoy aquí. Os saludo con cariño a todos los que habéis venido a la Universidad de Saint Mary desde las diversas escuelas y facultades católicas de todo el Reino Unido, y a los que seguís este encuentro a través de la televisión o internet. Agradezco al Obispo McMahon su amable bienvenida. Doy las gracias también al coro y a la orquesta por la preciosa música que ha dado comienzo a nuestra celebración, e igualmente deseo expresar mi gratitud a la Señorita Bellot por las amables palabras que me ha dirigido en nombre de todos los jóvenes aquí presentes. Con vistas a los próximos Juegos Olímpicos en Londres, me ha sido grato inaugurar esta fundación deportiva, llamada así en honor del Papa Juan Pablo II, y rezo para que cuantos vengan aquí den gloria a Dios con sus actividades deportivas y disfruten ellos mismos y los demás.

No es frecuente que un Papa u otra persona tenga la posibilidad de hablar a la vez a los alumnos de todas las escuelas católicas de Inglaterra, Gales y Escocia. Y como tengo esta oportunidad, hay algo que deseo enormemente deciros. Espero que, entre quienes me escucháis hoy, esté alguno de los futuros santos del siglo XXI. Lo que Dios desea más de cada uno de vosotros es que seáis santos. Él os ama mucho más de lo jamás podríais imaginar y quiere lo mejor para vosotros. Y, sin duda, lo mejor para vosotros es que crezcáis en santidad.

Quizás alguno de vosotros nunca antes pensó esto. Quizás, alguno opina que la santidad no es para él. Dejad que me explique. Cuando somos jóvenes, solemos pensar en personas a las que respetamos, admiramos y como las que nos gustaría ser. Puede que sea alguien que encontramos en nuestra vida diaria y a quien tenemos una gran estima. O puede que sea alguien famoso. Vivimos en una cultura de la fama, y a menudo se alienta a los jóvenes a modelarse según las figuras del mundo del deporte o del entretenimiento. Os pregunto: ¿Cuáles son las cualidades que veis en otros y que más os gustarían para vosotros? ¿Qué tipo de persona os gustaría ser de verdad?

Cuando os invito a ser santos, os pido que no os conforméis con ser de segunda fila. Os pido que no persigáis una meta limitada y que ignoréis las demás. Tener dinero posibilita ser generoso y hacer el bien en el mundo, pero, por sí mismo, no es suficiente para haceros felices. Estar altamente cualificado en determinada actividad o profesión es bueno, pero esto no os llenará de satisfacción a menos que aspiremos a algo más grande aún. Llegar a la fama, no nos hace felices. La felicidad es algo que todos quieren, pero una de las mayores tragedias de este mundo es que muchísima gente jamás la encuentra, porque la busca en los lugares equivocados. La clave para esto es muy sencilla: la verdadera felicidad se encuentra en Dios. Necesitamos tener el valor de poner nuestras esperanzas más profundas solamente en Dios, no en el dinero, la carrera, el éxito mundano o en nuestras relaciones personales, sino en Dios. Sólo él puede satisfacer las necesidades más profundas de nuestro corazón.

Dios no solamente nos ama con una profundidad e intensidad que difícilmente podremos llegar a comprender, sino que, además, nos invita a responder a su amor. Todos sabéis lo que sucede cuando encontráis a alguien interesante y atractivo, y queréis ser amigo suyo. Siempre esperáis resultar interesantes y atractivos, y que deseen ser vuestros amigos. Dios quiere vuestra amistad. Y cuando comenzáis a ser amigos de Dios, todo en la vida empieza a cambiar. A medida que lo vais conociendo mejor, percibís el deseo de reflejar algo de su infinita bondad en vuestra propia vida. Os atrae la práctica de las virtudes. Comenzáis a ver la avaricia y el egoísmo y tantos otros pecados como lo que realmente son, tendencias destructivas y peligrosas que causan profundo sufrimiento y un gran daño, y deseáis evitar caer en esas trampas. Empezáis a sentir compasión por la gente con dificultades y ansiáis hacer algo por ayudarles. Queréis prestar ayuda a los pobres y hambrientos, consolar a los tristes, deseáis ser amables y generosos. Cuando todo esto comience a sucederos, estáis en camino hacia la santidad.

En vuestras escuelas católicas, hay cada vez más iniciativas, además de las materias concretas que estudiáis y de las diferentes habilidades que aprendéis. Todo el trabajo que realizáis se sitúa en un contexto de crecimiento en la amistad con Dios y todo ello debe surgir de esta amistad. Aprendéis a ser no sólo buenos estudiantes, sino buenos ciudadanos, buenas personas. A medida que avanzáis en los diferentes cursos escolares, debéis ir tomando decisiones sobre las materias que vais a estudiar, comenzando a especializaros de cara a lo que más tarde vais a hacer en la vida. Esto es justo y conveniente. Pero recordad siempre que cuando estudiáis una materia, es parte de un horizonte mayor. No os contentéis con ser mediocres. El mundo necesita buenos científicos, pero una perspectiva científica se vuelve peligrosa si ignora la dimensión religiosa y ética de la vida, de la misma manera que la religión se convierte en limitada si rechaza la legítima contribución de la ciencia en nuestra comprensión del mundo. Necesitamos buenos historiadores, filósofos y economistas, pero si su aportación a la vida humana, dentro de su ámbito particular, se enfoca de manera demasiado reducida, pueden llevarnos por mal camino.

Una buena escuela educa integralmente a la persona en su totalidad. Y una buena escuela católica, además de este aspecto, debería ayudar a todos sus alumnos a ser santos. Sé que hay muchos no-católicos estudiando en las escuelas católicas de Gran Bretaña, y deseo incluiros a todos vosotros en mi mensaje de hoy. Rezo para que también vosotros os sintáis movidos a la práctica de la virtud y crezcáis en el conocimiento y en la amistad con Dios junto a vuestros compañeros católicos. Sois para ellos un signo que les recuerda ese horizonte mayor, que está fuera de la escuela, y de hecho, es bueno que el respeto y la amistad entre miembros de diversas tradiciones religiosas forme parte de las virtudes que se aprenden en una escuela católica. Igualmente, confío en que queráis compartir con otros los valores e ideas aprendidos gracias a la educación cristiana que habéis recibido.

Queridos amigos, os agradezco vuestra atención; os prometo que rezaré por vosotros, y os pido que recéis por mí. Espero veros a muchos de vosotros el próximo agosto, en la Jornada Mundial de la Juventud, en Madrid. Mientras tanto, que Dios os bendiga.

[01216-04.01] [Texto original: Inglés]

Concluso l’incontro con gli studenti, il Santo Padre Benedetto XVI si reca alla Waldegrave Drawing Room presso il St Mary’s University College di Twickenham per l’incontro con i Leaders di altre religioni.

[B0546-XX.02]