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MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2010, 30.06.2010


MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2010

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TESTO IN LINGUA FRANCESE

TESTO IN LINGUA INGLESE

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che come sempre sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema "Turismo e biodiversità":

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Con il tema Turismo e biodiversità, proposto dall’Organizzazione Mondiale competente, la Giornata Mondiale del Turismo vuole offrire il proprio contributo al 2010, dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite "Anno Internazionale della biodiversità".

Tale decisione nasce da una profonda preoccupazione "per le ripercussioni sociali, economiche, ambientali e culturali derivanti dalla perdita di biodiversità, comprese le conseguenze avverse che essa comporta per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, e vuole mettere in rilievo la necessità di adottare misure concrete per invertire tale perdita"1.

La biodiversità si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona. Essa si traduce nei vari ecosistemi, di cui sono buon esempio le foreste, le zone umide, le savane, i deserti, le barriere coralline, le montagne, i mari o le zone polari.

Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline2.

A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida. Al riguardo, possiamo ricordare le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Se gli arrivi internazionali di turisti sono stati 534 milioni nel 1995, e 682 milioni nel 2000, le previsioni che appaiono nel rapporto Tourism 2020 Vision sono di 1006 milioni per il 2010, e potranno raggiungere i 1561 milioni nel 2020, con una crescita media annuale del 4.1%.3 A queste cifre del turismo internazionale bisogna aggiungere quelle ancor più notevoli del turismo interno. Tutto ciò mostra la forte crescita di questo settore economico, che comporta alcuni effetti importanti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, con il conseguente pericolo che si trasformi in un serio impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda il consumo smisurato di risorse limitate (come l’acqua potabile e il territorio) e per la grande produzione di residui contaminati, che superano la quantità che una determinata zona può assorbire.

La situazione è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale. Questo fatto può rappresentare un elemento pregiudizievole oppure contribuire in maniera significativa e positiva alla conservazione del patrimonio. Il turismo vive, così, un paradosso. Se, da una parte, nasce e si sviluppa grazie all’attrazione di alcuni siti naturali e culturali, dall’altra questi stessi possono essere deteriorati e perfino distrutti dal turismo stesso, per cui finiscono per essere esclusi dalle destinazioni turistiche in quanto hanno perduto l’attrazione che li distingueva all’origine

In considerazione di tutto ciò, possiamo affermare che il turismo non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità, ma, al contrario, deve assumervi un ruolo attivo. Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica.

Di tutto questo si è seriamente preoccupata la comunità internazionale, e questi temi sono stati oggetto di ripetuti pronunciamenti4. La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa "ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso"5. Senza entrare nella questione di soluzioni tecniche concrete, che sfuggirebbero alla sua competenza, la Chiesa si preoccupa di richiamare l’attenzione sulla relazione esistente tra il Creatore, l’essere umano e il creato6. Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che "la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo"7.

Come afferma il Santo Padre Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate, "nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell'intervento creativo di Dio, che l’uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni — materiali e immateriali — nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso"8, e il cui utilizzo rappresenta per noi "una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera"9. Per questo, il turismo deve essere rispettoso dell’ambiente, e cercare di raggiungere una perfetta armonia con il creato, di modo che, garantendo la sostenibilità delle risorse da cui dipende, non dia origine a trasformazioni ecologiche irreversibili.

Il contatto con la natura è importante. Pertanto il turismo si deve sforzare di rispettare e valorizzare la bellezza del creato, nella convinzione "che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi"10.

C’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo. Nella propria ricerca di Dio, l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato11. La natura e la biodiversità ci parlano di Dio Creatore, il quale si fa presente nella sua creazione, "difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’Autore" (Sap 13, 5), "perché li ha creati lo stesso autore della bellezza" (Sap 13, 3). È per questo che il mondo, nella sua diversità, "si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio, luogo nel quale si disvela la sua potenza creatrice, provvidente e redentrice"12. Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa.

Diventa urgente e necessaria, di conseguenza, la ricerca di un equilibrio tra turismo e biodiversità, in cui entrambi si sostengano reciprocamente, di modo che sviluppo economico e protezione dell’ambiente non appaiano come elementi contrapposti e incompatibili, bensì si tenda a conciliare le esigenze di entrambi13.

Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà.

Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole14. A ciò si deve sicuramente accompagnare un investimento importante in termini di pianificazione ed educazione. Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato.

Si richiede, invece, alle imprese turistiche di "concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali"15. Per questo occorrerà realizzare studi previ sulla sostenibilità di ciascun prodotto turistico, evidenziando gli apporti positivi reali come pure i rischi potenziali, nella convinzione che il settore non può perseguire l’obiettivo del massimo beneficio ad ogni costo16.

Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva. A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile. Essi dovrebbero altresì reclamare che le imprese turistiche contribuiscano realmente allo sviluppo del luogo. In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità.

Così, un turismo che si sviluppa in armonia con il creato farà risuonare nel cuore del turista la lode del salmista: "O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra" (Sal 8, 2).

Città del Vaticano, 24 giugno 2010

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Agostino Marchetto
Arcivescovo Segretario

______________________

1 Organizzazione delle Nazioni Unite, Risoluzione A/RES/61/203 approvata dall’Assemblea Generale, 20 dicembre 2006.

2 Cfr. J.-C. Vié, C. Hilton-Taylor and S. N. Stuart (eds.), Wildlife in a Changing World. An analysis of the 2008 IUCN Red List of Threatened Species, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Gland, Switzerland, 2009, p. 18: http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

3 Cfr. http://www.unwto.org/facts/eng/vision.htm

4 Un primo documento da registrare è la Carta del Turismo Sostenibile, approvata durante la "Conferenza Mondiale del Turismo Sostenibile", celebrata nell’isola spagnola di Lanzarote dal 27 al 28 aprile 1995. In maniera congiunta, nel 1996 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), il World Travel & Tourism Council (WTTC) e il Consiglio della Terra hanno stilato l’Agenda 21 per il settore dei Viaggi e del Turismo: Verso uno sviluppo ambientalmente sostenibile, che traduce in un programma d’azione per il turismo l’Agenda 21 delle Nazioni Unite per la promozione dello sviluppo sostenibile (adottata nel Summit della Terra svoltosi a Rio de Janeiro nel 1992). Un altro punto di riferimento significativo è la Dichiarazione di Berlino, documento conclusivo della "Conferenza internazionale di Ministri dell’Ambiente su biodiversità e turismo", che ha avuto luogo nella capitale tedesca dal 6 all’otto marzo 1997. Probabilmente questo documento rappresenta il contributo più importante, a motivo della sua elaborazione, influenza, diffusione e dei suoi firmatari. Alcuni mesi più tardi è stata firmata la Dichiarazione di Manila sull’impatto sociale del turismo, in cui era messa in evidenza l’importanza di una serie di principi a favore della sostenibilità turistica. Come frutto del "Summit Mondiale dell’Ecoturismo", organizzato nel maggio 2002 dall’OMT, con il sostegno del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUMA), è stata pubblicata la Dichiarazione del Québec sull’ecoturismo. Nel quadro del "Convegno su Biodiversità", nel 2004 sono state pubblicate le Direttive su Biodiversità e Sviluppo del Turismo. A tutti questi documenti a carattere internazionale bisogna aggiungere le numerose guide e i compendi di buone pratiche pubblicati in relazione a questo tema dall’OMT, tra cui segnaliamo quella intitolata Per un turismo più sostenibile: guida per responsabili politici, edita nel 2005 in collaborazione con il PNUMA.

5 Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 51: AAS 101 (2009), p. 687.

6 Cfr. Benedetto XVI, Messaggio per la celebrazione della XLIII Giornata Mondiale della Pace 2010, 8 dicembre 2009, n. 4: L’Osservatore Romano, n. 290 (45.333), 16 dicembre 2009, p. 6.

7 Pontificio Consiglio "Giustizia e Pace", Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, n. 466. Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Centesimus annus, n. 40: AAS 83 (1991) p. 843.

8 Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 48, l.c., p. 684.

9 Ibidem.

10 Benedetto XVI, Messaggio per la celebrazione della XLIII Giornata Mondiale della Pace 2010, n. 13, l.c., p. 5.

11 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997, n. 31.

12 Pontificio Consiglio "Giustizia e Pace", Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 487,l.c.

13 Cfr. Ibidem, n. 470.

14 Cfr. Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 50, l.c., p. 686.

15 Summit Mondiale dell’Ecoturismo, Rapporto Finale. Dichiarazione di Québec sull’ecoturismo, 22 maggio 2002, Organizzazione Mondiale del Turismo e Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Madrid 2002, raccomandazione 21.

16 Cfr. Organizzazione Mondiale del Turismo, Codice Mondiale di Etica del Turismo, 1° ottobre 1999, art. 3 §4: http://www.unwto.org/ethics/full_text/en/full_text.php?subop=2

[00965-01.01] [Testo originale: Italiano]

 

TESTO IN LINGUA FRANCESE

Avec le thème Tourisme et biodiversité, proposé par l'Organisation Mondiale compétente, la Journée Mondiale du Tourisme veut offrir sa contribution à cette année 2010, proclamée "Année Internationale de la Diversité Biologique" par l'Assemblée Générale des Nations Unies.

Cette proclamation naît d'une profonde préoccupation "pour les répercussions sociales, économiques, environnementales et culturelles dérivant de la perte de la diversité biologique, y compris les conséquences adverses que celle-ci entraîne pour l'obtention des objectifs de développement du Millénaire, et veut mettre en relief la nécessité d'adopter des mesures concrètes pour contrer cette perte"1.

La biodiversité, ou diversité biologique, se réfère à la grande richesse d'êtres qui vivent sur la terre, ainsi qu'à l'équilibre délicat d'interdépendance et d'interaction existant entre eux et avec le moyen physique qui les accueille et les conditionne. Cette biodiversité se traduit dans les différents écosystèmes, dont de bons exemples sont les bois, les zones humides, la savane, les forêts, le désert, les récifs de corail, les montagnes, les mers ou les zones polaires.

Ceux-ci sont confrontés à trois graves dangers, qui exigent une solution urgente : les changements climatiques, la désertification et la perte de la biodiversité. Au cours de ces dernières années, cette dernière s'est développée à un rythme sans précédents. Des études récentes indiquent qu'au niveau mondial 22% des mammifères, 31% des amphibiens, 13,6% des oiseaux et 27% des récifs sont menacés ou en danger d'extinction2 .

Il existe différents secteurs de l'activité humaine qui contribuent grandement à ces changements, dont l'un est, sans aucun doute, le tourisme, qui se situe parmi ceux qui ont connu l'une des croissances les plus importantes et les plus rapides. À cet égard, nous pouvons rappeler les chiffres fournis par l'Organisation Mondiale du Tourisme (OMT). Si les arrivées internationales de touristes ont été de 534 millions en 1995, et de 682 millions en l'an 2000, les prévisions indiquées dans son rapport Tourism 2020 Vision sont de 1.006 millions pour l'année 2010, et devraient atteindre 1.561 millions en l'an 2020, avec une croissance moyenne annuelle de 4,1%3. Et à ces chiffres du tourisme international il faudrait ajouter ceux encore plus importants du tourisme intérieur. Tout cela nous montre la forte croissance de ce secteur économique, ce qui comporte certains effets importants pour la conservation et l'utilisation durable de la biodiversité, avec le danger qu'elle débouche en un impact environnemental grave, surtout en ce qui concerne la consommation démesurée de ressources limitées (comme l'eau potable et le territoire) et la grande diffusion de la pollution et de déchets, dépassant les quantités qui seraient admissibles pour une zone déterminée.

La situation est aggravée par le fait que la demande touristique se tourne de plus en plus vers les destinations de la nature, attirée par les innombrables beautés de celle-ci, ce qui suppose un impact important sur les populations visitées, sur leur économies, sur l'environnement et sur leur patrimoine culturel. Ce fait peut représenter un élément de préjudice ou, au contraire, contribuer de façon significative et positive à la conservation du patrimoine. Le tourisme vit donc un paradoxe. Si d'une part il existe et se développe grâce à l'attraction qu'exercent certaines localités naturelles et culturelles, d'autre part celles-ci peuvent arriver à être détériorées ou même détruites par ce même tourisme, finissant par être exclues comme destinations, parce qu'ayant perdu l'attrait qui les caractérisait à l'origine.

Pour tout cela, nous devons affirmer que le tourisme ne peut se soustraire à ses responsabilités dans la défense de la biodiversité, mais, bien au contraire, qu'il doit y assumer un rôle actif. Le développement de ce secteur économique doit être accompagné inévitablement des principes de durabilité et de respect envers la diversité biologique.

La communauté internationale s'est sérieusement préoccupée de tout cela, et ces thèmes ont été l'objet de multiples prononciations4. Et l'Église veut joindre sa voix, depuis l'espace qui lui est propre, en partant de la conviction qu'elle a elle-même "une responsabilité envers la création et doit la faire valoir dans la sphère publique aussi. Ce faisant, elle doit préserver non seulement la terre, l’eau et l’air comme dons de la création appartenant à tous, mais elle doit surtout protéger l’homme de sa propre destruction"5. Sans entrer dans la question de solutions techniques concrètes, qui seraient en dehors de ses compétences, l'Église se préoccupe d'attirer l'attention sur la relation entre le Créateur, l'être humain et la création6. Le Magistère insiste à plusieurs reprises sur la responsabilité de l'être humain dans la préservation d'un environnement intègre et sain pour tous, dans la conviction que "la protection de l'environnement constitue un défi pour l'humanité tout entière: il s'agit du devoir, commun et universel, de respecter un bien collectif"7.

Tout comme le signale le Pape Benoît XVI dans son encyclique Caritas in veritate, "dans la nature, le croyant reconnaît le merveilleux résultat de l’intervention créatrice de Dieu, dont l’homme peut user pour satisfaire ses besoins légitimes – matériels et immatériels – dans le respect des équilibres propres à la réalité créée"8, et dont l'utilisation représente pour nous "une responsabilité à l’égard des pauvres, des générations à venir et de l’humanité tout entière"9. Pour cela, le tourisme doit être respectueux de l'environnement, cherchant à atteindre une harmonie parfaite avec la Création, pour que, tout en garantissant la durabilité des ressources dont il dépend, il ne donne pas lieu à des transformations écologiques irréversibles.

Le contact avec la nature est important ; c'est pourquoi le tourisme doit s'efforcer de respecter et de valoriser la beauté de la création, en n'oubliant pas que "beaucoup trouvent la tranquillité et la paix, se sentent renouvelés et fortifiés, lorsqu'ils sont en contact étroit avec la beauté et l'harmonie de la nature. Il existe donc une sorte de réciprocité : si nous prenons soin de la création, nous constatons que Dieu, par l'intermédiaire de la création, prend soin de nous"10.

Il y a un élément qui rend si possible encore plus exigeant cet effort. Dans sa recherche de Dieu, l'être humain découvre certains chemins pour s'approcher du Mystère, qui a la création comme point de départ11. La nature et la diversité biologique nous parlent du Dieu Créateur, qui se rend présent dans sa création, "car la grandeur et la beauté des créatures font, par analogie, contempler leur Auteur" (Sg 13, 5), "car c'est la source même de la beauté qui les a créés" (Sg 13, 3). C'est pour cela que, dans sa diversité, le monde "s'offre au regard de l'homme comme trace de Dieu, lieu où se révèle sa puissance créatrice, providentielle et rédemptrice"12. Pour cette raison, nous approchant de la création dans toute sa variété et sa richesse, le tourisme peut représenter une occasion pour promouvoir ou intensifier l'expérience religieuse.

Tout cela rend urgente et nécessaire la recherche d'un équilibre entre tourisme et diversité biologique, où tous deux se soutiennent mutuellement, afin que le développement économique et la protection de l'environnement n'apparaissent pas comme des éléments opposés et incompatibles, mais qu'on vise à concilier les exigences mutuelles13.

Les efforts pour protéger et promouvoir la diversité biologique dans sa relation avec le tourisme passent, en premier lieu, par le développement de stratégies participatives et partagées, qui engagent les différents secteurs concernés. La plupart des gouvernements, des institutions internationales, des associations professionnelles du secteur touristique et des organisations non gouvernementales défendent, avec une vision à longue échéance, la nécessité d'un tourisme durable comme seule forme possible pour que son développement soit en même temps économiquement rentable, protège les ressources naturelles et culturelles, et prête une aide réelle à la lutte contre la pauvreté.

Les autorités publiques doivent offrir une législation claire, qui protège et renforce la biodiversité, en augmentant les bénéfices et en réduisant les coûts du tourisme, tout en veillant sur le respect des normes14. Certes, cela doit être accompagné par des investissements importants dans la planification et l'éducation. Les efforts gouvernementaux devront augmenter dans les lieux les plus vulnérables et où la dégradation a été plus intense. Peut-être que dans certains d'entre eux le tourisme devrait être limité ou même évité.

Pour ce qui est du secteur de l'entreprise du tourisme, on lui demande de "concevoir, développer et mener ses activités en en réduisant au minimum les effets négatifs sur la protectionî des écosystèmes sensibles et de l’environnement en général, en contribuant au contraire activement à leur protection et en faisant directement bénéficier de ses activités les communautés locales et indigènes"15. Pour ce faire, il faudrait réaliser des études préventives sur la durabilité de chaque produit touristique, en mettant en relief les contributions positives réelles mais aussi les risques potentiels, en partant de la conviction que le secteur ne peut pas viser l'objectif du bénéfice maximum quel qu'en soit le coût16.

Finalement, les touristes doivent être conscients que leur présence en un lieu déterminé n'est pas toujours positive. À cette fin, ils doivent être informés sur les bénéfices réels que la conservation de la biodiversité entraîne, et être éduqués aux modalités du tourisme durable. De même, les touristes devraient réclamer aux entreprises touristiques des propositions qui contribuent réellement au développement du lieu. En aucun cas il faudra porter préjudice au territoire et au patrimoine historique-culturel des destinations en faveur du touriste, en s'adaptant à ses goûts ou à ses désirs. Un effort important, qui doit être réalisé de façon particulière par la pastorale du tourisme, c'est l'éducation à la contemplation, qui aide les touristes à découvrir l'empreinte Dieu dans la grande richesse de la biodiversité.

Ainsi, un tourisme qui se développe en harmonie avec la création fera résonner dans le cœur du touriste la louange du psalmiste : "Notre Seigneur, qu'il est puissant ton nom par toute la terre!" (Ps 8, 2).

Cité du Vatican, le 24 juin 2010

+ Antonio Maria Vegliò
Président

+ Agostino Marchetto
Archevêque Secrétaire

______________________

1 Cf. Organisation des Nations Unies, Résolution A/RES/61/203 approuvée par l'Assemblée Générale, le 20 décembre 2006.

2 Cf. J.-C Vié, C. Hilton-Taylor et S.N. Stuart (éd.), Wildlife in a Changing World. An Analysis of the 2008 IUCN Red List of Threatened Species, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Gland, Suisse, 2009, p. 18: http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

3 Cf. http://www.untwo.org/facts/eng/vision.htm

4 Le premier document qu'il faut citer est la Charte du Tourisme durable, approuvée au cours de la "Conférence Mondiale du Tourisme durable", qui s'est tenue dans l'île espagnole de Lanzarote du 27 au 28 avril 1995. De façon conjointe, l'Organisation Mondiale du Tourisme (OMT), le World Travel & Tourism Council (WTTC) et le Conseil de la Terre ont élaboré, en 1996, le rapport Agenda 21 pour l'Industrie du Voyage et du Tourisme : vers un développement durable pour l'environnement, qui traduit en un programme d'action pour le tourisme l'Agenda 21 des Nations Unies pour la promotion du développement durable (qui a été adoptée au Sommet de la Terre, tenu à Rio de Janeiro en 1992). Un autre point de référence significatif est la Déclaration de Berlin, le document conclusif de la "Conférence internationale des Ministres de l'Environnement sur la biodiversité et le tourisme", qui s'est déroulée dans la capitale allemande du 6 au 8 mars 1997. Ce document représente peut-être la contribution la plus importante, à cause de son élaboration, de son influence, de sa diffusion et de ses signataires. Quelques mois après, a été signée la Déclaration de Manille sur l'impact social du tourisme, où était mis en relief l'importance d'une série de principes en faveur de la durabilité touristique. Le fruit du "Sommet mondial de l'écotourisme", organisé en mai 2002 par l'OMT, avec le soutien du Programme des Nations Unies pour l'Environnement (UNEP), a été la publication de la Déclaration de Québec sur l'écotourisme. Dans le cadre du "Congrès sur la Diversité Biologique" ont été émanées, en 2004, les Orientations sur la Diversité Biologique et le Développement du Tourisme. À tous ces documents à caractère international, il faut ajouter les nombreux guides et manuels de bonnes pratiques que l'OMT a publié sur ce thème, parmi lesquels il faut mettre en relief Pour un tourisme plus durable : Guide pour les responsables politiques, publié en 2005 en collaboration avec le UNEP.

5 BenoÎt XVI, Lettre Encyclique Caritas in veritate, n° 51 : AAS 101 (2009), p. 687.

6 Cf. BenoÎt XVI, Message pour la célébration de la XLIIIème Journée Mondiale de la Paix 2010, 8 décembre 2009, n° 4 : L'Osservatore Romano, n° 290 (45.333), 16 décembre 2009, p. 6.

7 Conseil Pontifical "Justice et Paix", Compendium de la Doctrine Sociale de l'Église, Libreria Editrice Vaticana, Cité du Vatican 2004, n° 466. Cf. Jean-Paul II, Lettre Encyclique Centesimus annus, n° 40 : AAS 83 (1991) p. 843.

8 BenoÎt XVI, Lettre Encyclique Caritas in veritate, n° 48, l.c., p. 684.

9 Ibidem.

10 BenoÎt XVI, Message pour la célébration de la XLIIIème Journée Mondiale de la Paix 2010, n° 13, l.c.

11 Cf. Catéchisme de l'Église catholique, Libreria Editrice Vaticana, Cité du Vatican 1997, n° 31.

12 Conseil Pontifical "Justice et Paix", Compendium de la Doctrine sociale de l'Église, n° 487, l.c.

13 Cf. Ibidem, n° 470.

14 Cf. BenoÎt XVI, Lettre Encyclique Caritas in veritate, n° 50, l.c., p. 686.

15 Sommet mondial de l'écotourisme, Rapport final. Déclaration de Québec sur l'écotourisme, 22 mai 2002, Organisation mondiale du tourisme et Programme des Nations Unies pour l'Environnement, Madrid 2002, recommandation n° 21.

16 Cf. Organisation Mondiale du tourisme, Code mondial d' éthique du Tourisme, 1er octobre 1999, art. 3 §4 : http://www.unwto.org/ethics/full_text.php?subop=2

[00965-03.01] [Texte original: Français]

 

TESTO IN LINGUA INGLESE

Under the theme of "Tourism and Biodiversity" proposed by the World Tourism Organization, World Tourism Day hopes to offer its contribution to 2010's "International Year for Biological Diversity," declared by the General Assembly of the United Nations.

This proclamation was born of the deep concern for "the social, economic, environmental and cultural implications of the loss of biodiversity, including negative impacts on the achievement of the Millennium Development Goals, and stressing the necessity to adopt concrete measures in order to reverse it."1

Biodiversity, or biological diversity, refers to the great wealth of beings that live on Earth, as well as the delicate equilibrium of interdependence and interaction that exists between them and the physical environment that hosts and conditions them. This biodiversity is translated into different ecosystems, of which examples can be found in forests, wetlands, savannah, jungles, deserts, coral reefs, mountains, seas and polar zones.

There are three imminent and grave dangers to them that require an urgent solution: climate change, desertification and the loss of biodiversity. The latter has been developing in recent years at an unprecedented rate. Recent studies indicate that on a worldwide level 22% of mammals, 31% of amphibians, 13.6% of bird life and 27% of reefs are threatened or in danger of extinction.2

There are numerous areas of human activity that largely contribute to these changes, and one of them is, without a doubt, tourism, which is among those activities that have experienced great and rapid growth. In this regard, we can look to the statistics that the World Tourism Organization offers us. With international tourist travel numbering 534 million in 1995 and 682 million in 2000, estimates from the organization's "Tourism 2020 Vision" report are 1.006 billion for the year 2010 and reaching 1.561 billion in 2020, at an average annual growth rate of 4.1%.3 And to these statistics of international tourism one would have to add the even more important internal tourism numbers. All of this points to strong growth in this economic sector, which brings with it some major effects on the conservation and sustainable use of biodiversity, and the consequent danger of their transformation into serious environmental impacts - especially in regard to the exorbitant consumption of limited resources (such as potable water and land) and the enormous generation of pollution and residues, exceeding the quantities that might be withstood by a determined area.

The situation is seen to be aggravated by the fact that tourist demand directs itself more and more towards natural destinations, attracted by their beauty, which leads to a major impact on the populations visited, on their economies, on their cultural heritage and on the environment. This fact can actually either be a harmful element or, on the contrary, contribute significantly and in a positive way to the conservation of the heritage. In this way tourism lives a paradox. If on the one hand it emerges and grows thanks to the attraction of some natural and cultural sites, on the other hand the very same tourism can become detrimental and even destructive, and as such the tourism sites end up being rejected as destinations for not possessing their original attraction.

For all of this, we must assert that tourism cannot relieve itself of its responsibility to defend biodiversity. On the contrary rather, it must assume an active role in it. This economic sector's development inevitably needs to be accompanied by the principles of sustainability and respect for biological diversity.

The international community has concerned itself seriously with these matters, and on this theme it has made reiterated proclamations.4 The Church would like to add her voice, from the space which is hers, beginning from the conviction that she herself "has a responsibility towards creation and she must assert this responsibility in the public sphere. In so doing, she must defend not only earth, water and air as gifts of creation that belong to everyone. She must above all protect mankind from self-destruction."5 Without entering into the question of concrete technical solutions, that would go beyond her competency, the Church concerns herself with drawing attention to the relationship between the Creator, the human being and creation.6 Church teaching reiterates insistently the responsibility of the human being in the preservation of an integral and healthy environment for all, from the conviction that the "care for the environment represents a challenge for all of humanity. It is a matter of a common and universal duty, that of respecting a common good."7

As Pope Benedict XVI points out in his Encyclical letter Caritas in veritate, "in nature, the believer recognizes the wonderful result of God's creative activity, which we may use responsibly to satisfy our legitimate needs, material or otherwise, while respecting the intrinsic balance of creation,"8 and whose use represents for us "a responsibility towards the poor, towards future generations and towards humanity as a whole."9 For this tourism must be respectful of the environment, looking to reach a perfect harmony with creation, so as to guarantee the sustainability of the resources on which it depends, while not leading to irreversible ecological transformations.

Contact with nature is important and therefore tourism must make an effort to respect and value the beauty of creation, from the conviction that "many people experience peace and tranquility, renewal and reinvigoration, when they come into close contact with the beauty and harmony of nature. There exists a certain reciprocity: as we care for creation, we realize that God, through creation, cares for us."10

There is an element that makes even this effort more imperative than ever. In the search for God, the human being discovers ways to bring himself closer to the Mystery, which has creation as a starting point.11 Nature and biological diversity speak to us of God Creator, He that makes himself present in His creation, "for from the greatness and the beauty of created things their original author, by analogy, is seen (Wis. 13:5), "for the original source of beauty fashioned them." (Wis. 13:3) This is why the world, in its diversity, "presents itself before man's eyes as evidence of God, the place where his creative, providential and redemptive power unfolds."12 For this reason, tourism, bringing us closer to creation in its variety and wealth, can be an occasion to promote and increase the religious experience.

All of this makes looking for a balance between tourism and biological diversity, in which they mutually support each other, urgent and necessary, so that economic development and environmental protection do not appear as opposed and incompatible elements, but rather that there is a tendency to reconcile the demands of both.13

Efforts to protect and promote biological diversity in its relation with tourism are developed, firstly, through participative and shared strategies, in which the implied diverse sectors are involved. The majority of governments, international institutions, professional associations of the tourist sector and non-governmental organizations defend, with a long-term vision, the necessity of sustainable tourism as the only possible form in order for their development to simultaneously be economically profitable, protect natural and cultural resources and serve as a real help in the fight against poverty.

Public authorities must offer clear legislation that protects and fortifies biodiversity, reinforcing the benefits and reducing the costs of tourism, while at the same time ensuring the fulfillment of norms.14 This must surely be accompanied by a major investment in planning and education. Governments efforts will need to be great in those places which are most vulnerable and where the degradation is greater. Perhaps in some of them, tourism should be restricted or even avoided.

For its part, the business sector of tourism is asked to "conceive, develop and conduct their businesses minimizing negative effects on, and positively contributing to, the conservation of sensitive ecosystems and the environment in general, and directly benefiting and including local and indigenous communities."15 For this, it would be convenient to carry out a priori studies of the sustainability of each tourism product, shedding light on the real, positive contributions as well as potential risks, from the conviction that the sector cannot seek the objective of maximum benefit at any cost.16

Finally, tourists must be conscious that their presence in a place is not always positive. With this end, they must be informed of the real benefits that the conservation of biodiversity brings with it, and be educated in methods of sustainable tourism. Likewise, tourist should demand tourist business proposals that truly contribute to the development of the place. In no case, neither the land nor the historical-cultural heritage of the destination should be damaged in favor of the tourist, adapting itself to their tastes and desires. A major effort, in a special way the pastoral care of tourism must realize, is the education in contemplation, that helps to tourists have the ability to discover the sign of God in the great wealth of biodiversity.

In this way, from the hand of a tourism that develops in harmony with creation, it will be made possible that in the heart of the tourist the praise of the psalmist is repeated, "O Lord, our Lord, how awesome is your name through all the earth!" (Ps. 8, 2).

Vatican City, June 24, 2010

 + Antonio Maria Vegliò
President

+ Agostino Marchetto
Archbishop Secretary

______________________

1 United Nations, Resolution A/RES/61/203 adopted by the General Assembly, Dec. 20, 2006.

2 Cf J.-C. Vié, C. Hilton-Taylor and S. N. Stuart (eds.), Wildlife in a Changing World. An analysis of the 2008 IUCN Red List of Threatened Species, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Gland, Switzerland, 2009, p. 18: http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

3 Cf http://www.unwto.org/facts/eng/vision.htm

4 A first document to review is the Charter for Sustainable Tourism, adopted during the "World Conference on Sustainable Tourism", celebrated in Lanzarote, Canary Islands, Spain, from April 27-28, 1995. Together, the World Tourism Organization (WTO), the World Travel & Tourism Council (WTTC) and the Earth Council Alliance produced the report Agenda 21 for Tourism and Travel Industry: Towards an Environmentally Sustainable Development in 1996, which translates the UN's Agenda 21 into a program of action for tourism for the promotion of sustainable development (and was adopted in the Earth Summit that was celebrated in Río de Janeiro in 1992). Another significant reference is the Berlin Declaration, the conclusive document of the "International Conference on Biodiversity and Tourism," which took place in the German capital from March 6 - 8, 1997. This document may possibly be the most important contribution, due to its elaboration, influence, diffusion and signatories. Several months later, the Manila declaration on Social Impact of Tourism was signed, in which the importance of a series of principles in favor of sustainability in tourism were highlighted. As a fruit of the "World Ecotourism Summit," organized in May of 2002 by the WTO, with the support of the United Nations Environment Programme (UNEP), the Québec Declaration on Ecotourism was published. Within the framework of the "Convention on Biological Diversity," in 2004 the Guidelines on Biodiversity and Tourism Development were edited. To all these documents of international nature one must unite the numerous guides and summaries of good practices that the WTO has published in regard to this theme, and among which could be highlighted the so-titled Making Tourism More Sustainable: A Guide for Policy Makers, edited in 2005 in collaboration with the UNEP.

5 Benedict XVI, Encyclical letter Caritas in veritate, n. 51: AAS 101 (2009), p. 687.

6 Cf Benedict XVI, Message for the celebration of XLIII World Day of Peace, Dec. 8, 2009, n. 4: L’Osservatore Romano, n. 290 (45.333), Dec. 16, 2009, p. 6.

7 Pontifical Council "Justice and Peace", Compendium of the Social Doctrine of the Church, Libreria Editrice Vaticana, Vatican City 2004, n. 466. See John Paul II, Encyclical letter Centesimus annus, n. 40: AAS 83 (1991) p. 843

8 Benedict XVI, Encyclical letter Caritas in veritate, n. 48, l.c., p. 684.

9 Ibidem.

10 Benedict XVI, Message for the celebration of XLIII World Day of Peace, 2010, n. 13, l.c., p. 5.

11 Cf The Catechism of the Catholic Church, Libreria Editrice Vaticana, Vatican City ,1997, n. 31, l.c.

12 Pontifical Council "Justice and Peace", Compendium of the Social Doctrine of the Church, n. 487,l.c.

13 Cf Ibidem, n. 470.

14 Cf Benedict XVI, Encyclical letter Caritas in veritate, n. 50, l.c., p. 686.

15 World Ecotourism Summit, Final Report. Québec Declaration on Ecotourism, May 22, 2002, World Tourism Organization and the United Nations Environment Programme, Madrid 2002, recommendation 21.

16 Cf World Tourism Organization, Global Code of Ethics for Tourism, Oct. 1, 1999, art. 3 §4: http://www.unwto.org/ethics/full_text/en/full_text.php?subop=2

[00965-02.01] [Original text: English]

 

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

Con el tema Turismo y diversidad biológica, propuesto por la competente Organización Mundial, la Jornada Mundial del Turismo quiere ofrecer su contribución a este 2010, declarado por la Asamblea General de las Naciones Unidas "Año Internacional de la Diversidad Biológica".

Tal proclamación nace de la profunda preocupación "por las repercusiones sociales, económicas, ambientales y culturales de la pérdida de la diversidad biológica, incluidas las consecuencias adversas que entraña para la consecución de los objetivos de desarrollo del Milenio, y destacando la necesidad de adoptar medidas concretas para invertir esa pérdida".1

La biodiversidad, o diversidad biológica, hace referencia a la gran riqueza de seres que viven en la Tierra, así como al delicado equilibrio de interdependencia e interacción que existe entre ellos y con el medio físico que los acoge y condiciona. Esta biodiversidad se traduce en los diferentes ecosistemas, de los que son un buen ejemplo los bosques, los humedales, la sabana, las selvas, el desierto, los arrecifes de corales, las montañas, los mares, o las zonas polares.

Ante ellos se ciernen tres graves peligros, que requieren una solución urgente: el cambio climático, la desertificación y la pérdida de la biodiversidad. Esta última se está desarrollando en los últimos años a un ritmo sin precedentes. Estudios recientes indican que, a nivel mundial, están amenazados o en peligro de extinción el 22% de los mamíferos, el 31% de los anfibios, el 13.6% de las aves o el 27% de los arrecifes.2

Hay numerosos sectores de la actividad humana que contribuyen en gran manera a estos cambios, y uno de ellos es, sin duda alguna, el turismo, el cual se sitúa entre los que han experimentado un mayor y rápido crecimiento. Al respecto, podemos recordar las cifras que nos ofrece la Organización Mundial del Turismo (OMT). Si las llegadas internacionales de turistas fueron de 534 millones en el año 1995, y de 682 millones en el 2000, las previsiones que aparecían en su informe Tourism 2020 Vision son de 1006 millones para el año 2010, y que llegarían a 1561 millones en el año 2020, con un crecimiento medio anual de 4.1%.3 Y a estas cifras de turismo internacional habría que añadir aquellas aun más importantes del turismo interno. Todo ello nos muestra el fuerte crecimiento de este sector económico, lo que comporta unos importantes efectos en la conservación y uso sostenible de la biodiversidad, con el consiguiente peligro de que se transforme en un serio impacto medioambiental, especialmente por el consumo desmesurado de recursos limitados (como el agua potable y el territorio) y por la gran generación de contaminación y residuos, superando las cantidades que serían asumibles por una determinada zona.

La situación se ve agravada por el hecho de que la demanda turística se dirige cada vez más hacia los destinos de naturaleza, atraída por sus innumerables bellezas, lo que supone un impacto importante en las poblaciones visitadas, en su economía, en el medio ambiente y en su patrimonio cultural. Este hecho bien puede ser un elemento perjudicial o, por el contrario, contribuir significativamente y en modo positivo a la conservación del patrimonio. El turismo vive así una paradoja. Si por una parte surge y crece gracias al atractivo de unos parajes naturales y culturales, por otra parte éstos pueden llegar a ser deteriorados e incluso destruidos por el mismo turismo, por lo que acaban siendo rechazados como destinos al no gozar ya del atractivo que estaba en el origen.

Por todo ello, debemos afirmar que el turismo no puede eximirse de su responsabilidad en la defensa de la biodiversidad, sino que, por el contrario, debe asumir un rol activo en la misma. El desarrollo de este sector económico ha de ir acompañado ineludiblemente de los principios de sostenibilidad y respeto a la diversidad biológica.

De todo esto se ha preocupado seriamente la comunidad internacional, y sobre el tema se han realizado reiterados pronunciamientos.4 Y la Iglesia quiere sumar su voz, desde el espacio que le es propio, partiendo de la convicción que ella misma "tiene una responsabilidad respecto a la creación y la debe hacer valer en público. Y, al hacerlo, no sólo debe defender la tierra, el agua y el aire como dones de la creación que pertenecen a todos. Debe proteger sobre todo al hombre contra la destrucción de sí mismo".5 Sin entrar en la cuestión de soluciones técnicas concretas, que escaparían a su propia competencia, la Iglesia se preocupa de llamar la atención sobre la relación entre el Creador, el ser humano y la creación.6 El Magisterio reitera insistentemente la responsabilidad del ser humano en la preservación de un ambiente íntegro y sano para todos, desde el convencimiento que "la tutela del medio ambiente constituye un desafío para la entera humanidad: se trata del deber, común y universal, de respetar un bien colectivo".7

Tal como señala el Papa Benedicto XVI en su encíclica Caritas in veritate, "el creyente reconoce en la naturaleza el maravilloso resultado de la intervención creadora de Dios, que el hombre puede utilizar responsablemente para satisfacer sus legítimas necesidades -materiales e inmateriales- respetando el equilibrio inherente a la creación misma",8 y cuyo uso representa para nosotros "una responsabilidad para con los pobres, las generaciones futuras y toda la humanidad".9 Por ello, el turismo debe ser respetuoso con el medio ambiente, buscando alcanzar una perfecta armonía con la Creación, de modo que, garantizando la sostenibilidad de los recursos de los que depende, no origine trasformaciones ecológicas irreversibles.

El contacto con la naturaleza es importante y por tanto el turismo se debe esforzar por respetar y valorar la belleza de la creación, desde el convencimiento de que "muchos encuentran tranquilidad y paz, se sienten renovados y fortalecidos, al estar en contacto con la belleza y la armonía de la naturaleza. Así, pues, hay una cierta forma de reciprocidad: al cuidar la creación, vemos que Dios, a través de ella, cuida de nosotros".10

Hay un elemento que hace todavía más exigente si cabe este esfuerzo. En su búsqueda de Dios, el ser humano descubre algunas vías para acercarse al Misterio, que tiene como punto de partida la creación.11 La naturaleza y la diversidad biológica nos hablan del Dios Creador, el cual se hace presente en su creación, "pues por la grandeza y hermosura de las criaturas se llega, por analogía, a contemplar a su Autor" (Sb 13, 5), "pues fue el Autor mismo de la belleza quien las creó" (Sb 13, 3). Es por ello que el mundo, en su diversidad, "se presenta a la mirada del hombre como huella de Dios, lugar donde se revela su potencia creadora, providente y redentora".12 Por este motivo, el turismo, acercándonos a la creación en toda su variedad y riqueza, puede ser ocasión para promover o acrecentar la experiencia religiosa.

Todo esto hace urgente y necesario buscar un equilibrio entre turismo y diversidad biológica, en el que ambos se apoyen mutuamente, de modo que desarrollo económico y protección del ambiente no aparezcan como elementos contrapuestos e incompatibles, sino que se tienda a conciliar las exigencias de ambos.13

Los esfuerzos por proteger y promover la diversidad biológica en su relación con el turismo pasan, en primer lugar, por desarrollar estrategias participativas y compartidas, en las que se comprometan los diversos sectores implicados. La mayoría de los gobiernos, instituciones internacionales, asociaciones profesionales del sector turístico y organizaciones no gubernamentales defienden, con una visión a largo plazo, la necesidad de un turismo sostenible como única forma posible para que su desarrollo sea al tiempo económicamente rentable, proteja los recursos naturales y culturales, y sirva de ayuda real en la lucha contra la pobreza.

Las autoridades públicas deben ofrecer una legislación clara, que proteja y potencie la biodiversidad, reforzando los beneficios y reduciendo los costes del turismo, al tiempo que debe velar por el cumplimiento de las normas.14 A esto debe acompañar ciertamente una importante inversión en planificación y en educación. Los esfuerzos gubernamentales deberán ser mayores en aquellos lugares más vulnerables y donde la degradación haya sido mayor. Quizá en algunos de ellos, el turismo debería ser restringido o, incluso, evitado.

Por su parte, se le pide al sector empresarial del turismo "que conciba, desarrolle y lleve a cabo sus actividades reduciendo al mínimo su impacto negativo, e incluso contribuyendo de manera efectiva a la conservación de ecosistemas sensibles y del medio ambiente en general, beneficiando directamente a las comunidades locales e indígenas".15 Para ello, sería conveniente realizar estudios previos de la sostenibilidad de cada producto turístico, evidenciando los aportes positivos reales como los riesgos potenciales, desde la convicción de que el sector no puede buscar el objetivo del máximo beneficio a cualquier coste.16

Finalmente, los turistas deben ser conscientes de que su presencia en un lugar no siempre es positiva. Con este fin, han de ser informados sobre los beneficios reales que comporta la conservación de la biodiversidad, y ser educados en modos de turismo sostenible. Así mismo, deberían reclamar a las empresas turísticas propuestas que contribuyan realmente al desarrollo del lugar. En ningún caso, ni el territorio ni el patrimonio histórico-cultural de los destinos deben salir perjudicados en favor del turista, adaptándose a sus gustos o deseos. Un esfuerzo importante, que de modo especial debe realizar la pastoral del turismo, es la educación en la contemplación, que facilite a los turistas descubrir la huella de Dios en la gran riqueza de la biodiversidad.

Así, de la mano de un turismo que se desarrolle en armonía con la creación, se facilitará que en el corazón del turista se repita la alabanza del salmista: "Señor, dueño nuestro, que admirable es tu nombre en toda la tierra" (Sal 8, 2).

Ciudad del Vaticano, 24 de junio de 2010

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Agostino Marchetto
Arzobispo Secretario

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1 Organización de las Naciones Unidas, Resolución A/RES/61/203 aprobada por la Asamblea General, 20 diciembre 2006.

2 Cfr. J.-C. Vié, C. Hilton-Taylor and S. N. Stuart (eds.), Wildlife in a Changing World. An analysis of the 2008 IUCN Red List of Threatened Species, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Gland, Switzerland, 2009, p. 18: http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

3 Cfr. http://www.unwto.org/facts/eng/vision.htm

4 Un primer documento a reseñar es la Carta del Turismo Sostenible, aprobada en la "Conferencia Mundial de Turismo Sostenible", celebrada en la isla española de Lanzarote del 27 al 28 de abril de 1995. De forma conjunta, la Organización Mundial del Turismo (OMT), el World Travel & Tourism Council (WTTC) y el Consejo de la Tierra elaboraron en 1996 el informe Agenda 21 para la Industria de Viajes y Turismo: Hacia un desarrollo sostenible ambientalmente, que traduce en un programa de acción para el turismo la Agenda 21 de las Naciones Unidas para la promoción del desarrollo sostenible (y que fue adoptada en la Cumbre de la Tierra que se celebró en Río de Janeiro en 1992). Otro referente significativo es la Declaración de Berlín, documento conclusivo de la "Conferencia internacional de Ministros de Medio Ambiente sobre biodiversidad y turismo", que tuvo lugar en la capital alemana del 6 al 8 de marzo de 1997. Quizá sea este documento la contribución más importante, debido a su elaboración, influencia, difusión y a sus signatarios. Unos meses después se firmó la Declaración de Manila sobre el impacto social del turismo, donde se destacó la importancia de una serie de principios a favor de la sostenibilidad turística. Como fruto de la "Cumbre Mundial del Ecoturismo", organizada en mayo de 2002 por la OMT, con apoyo del Programa de las Naciones Unidas para el Medio Ambiente (PNUMA), se publicó la Declaración de Québec sobre el ecoturismo. En el marco del "Convenio sobre Diversidad Biológica" se editaron en el año 2004 las Directrices sobre Diversidad Biológica y Desarrollo del Turismo. A todos estos documentos de índole internacional hay que unir las numerosas guías y compendios de buenas prácticas que en relación a este tema ha publicado la OMT, y entre la que se puede destacar la titulada Por un turismo más sostenible: Guía para responsables políticos, editada en 2005 en colaboración con el PNUMA.

5 Benedicto XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 51: AAS 101 (2009), p. 687.

6 Cfr. Benedicto XVI, Mensaje para la celebración de la XLIII Jornada Mundial de la Paz 2010, 8 diciembre 2009, n. 4: L’Osservatore Romano, n. 290 (45.333), 16 diciembre 2009, p. 6.

7 Pontificio Consejo "Justicia y Paz", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, n. 466. Cfr. Juan Pablo II, Carta encíclica Centesimus annus, n. 40: AAS 83 (1991) p. 843.

8 Benedicto XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 48: l.c., p. 684.

9 Ibidem.

10 Benedicto XVI, Mensaje para la celebración de la XLIII Jornada Mundial de la Paz 2010, n. 13: l.c., p. 5.

11 Cfr. Catecismo de la Iglesia Católica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997, n. 31.

12 Pontificio Consejo "Justicia y Paz", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, n. 487.

13 Cfr. Ibidem, n. 470.

14 Cfr. Benedicto XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 50: l.c., p. 686.

15 Cumbre Mundial del Ecoturismo, Informe Final. Declaración de Québec sobre el ecoturismo, 22 mayo 2002, Organización Mundial del Turismo y Programa de las Naciones Unidas para el Medio Ambiente, Madrid 2002, recomendación 21.

16 Cfr. Organización Mundial del Turismo, Código Ético Mundial para el Turismo, 1 octubre 1999, art. 3 §4: http://www.unwto.org/ethics/full_text/en/full_text.php?subop=2

[00965-04.01] [Texto original: Español]

 

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Com o tema Turismo e biodiversidade, proposto pela competente Organização Mundial, o Dia Mundial do Turismo quer oferecer sua contribuição a este 2010, declarado pela Assembléia Geral das Nações Unidas "Ano Internacional da Diversidade Biológica".

Tal proclamação nasce da profunda preocupação "pelas repercussões sociais, econômicas, ambientais e culturais da perda da diversidade biológica, incluídas as conseqüências adversas que entranha para a consecução dos objetivos de desenvolvimento do Milênio, e destacando a necessidade de adotar medidas concretas para inverter esta perda".1

A biodiversidade, ou diversidade biológica, faz referência à grande riqueza de seres que vivem na Terra, assim como ao delicado equilíbrio de interdependência e interação que existe entre eles e com o meio físico que os acolhe e condiciona. Esta biodiversidade se traduz nos diferentes ecossistemas, dos quais são um bom exemplo os bosques, os pantanais, as savanas, as selvas, o deserto, os recifes de corais, as montanhas, os mares, ou as zonas polares.

Perante isto se pairam três grandes perigos, que requerem uma solução urgente: a mudança climática, a desertificação e a perda da biodiversidade. Esta última está se desenvolvendo nos últimos anos a um ritmo sem precedentes. Estudos recentes indicam que, a nível mundial, estão ameaçados ou em perigo de extinção 22% dos mamíferos, 31% dos anfíbios, 13.6% das aves e 27% dos recifes.2

Existem numerosos setores de atividade humana que contribuem grandemente a estas mudanças, e um deles é, sem dúvida alguma, o turismo, o qual se situa entre os que têm experimentado um maior e rápido crescimento. Ao respeito, podemos recordar as cifras que nos oferece a Organização Mundial do Turismo (OMT). Os turistas internacionais foram de 534 milhões em 1995, e 682 milhões em 2000 e as previsões que apareciam no informe Turism 2020 Vision são de 1006 milhões para o ano de 2010, e que chegariam a 1561 milhões em 2020, com um crescimento médio anual de 4.1%.3 E a estas cifras de turismo internacional teria que acrescentar as mais importantes do turismo interno. Tudo isto nos mostra o forte crescimento deste setor econômico, o que comporta alguns importantes efeitos na conservação e uso sustentável da biodiversidade, com o conseqüente perigo de que se transforme num sério impacto meio ambiental, especialmente pelo consumo desmedido de recursos limitados (como a água potável e o território) e pela grande geração de contaminação e resíduos, superando as quantidades que seriam assumíveis por uma determinada zona.

A situação se agrava pelo fato de que a procura turística se dirige cada vez mais aos destinos da natureza, atraída pelas suas inumeráveis belezas, o que supõe um impacto importante nas populações locais, na sua economia, no seu meio ambiente e em seu patrimônio cultural. Este fato pode ser um elemento prejudicial ou, ao contrário, contribuir significativamente e em modo positivo à conservação do patrimônio. O turismo vive assim um paradoxo. Se por um lado surge e cresce graças à atração de paisagens naturais e culturais, por outro lado estes podem chegar a ser deteriorados e inclusive destruídos pelo mesmo turismo, o que significa ser rejeitados como destinos e não gozar da atração que era na origem.

Por tudo isso, devemos afirmar que o turismo não pode eximir-se de sua responsabilidade na defesa da biodiversidade, pelo contrário, deve assumir um papel ativo na mesma. O desenvolvimento deste setor econômico deverá ser acompanhado inevitavelmente dos princípios de sustentabilidade e respeito à diversidade biológica.

De tudo isto se preocupou seriamente a comunidade internacional, e sobre o tema realizaram-se reiterados pronunciamentos.4 A Igreja quer juntar a sua voz, a partir do espaço que lhe é próprio, partindo da convicção que ela mesma "sente o seu peso de responsabilidade pela criação e deve fazer valer esta responsabilidade também na esfera pública. Ao fazê-lo, não tem apenas de defender a terra, a água e o ar, como dons da criação que pertencem a todos, mas deve sobretudo proteger o homem da destruição de si mesmo".5 Embora evitando de intervir sobre soluções técnicas concretas, a Igreja, se preocupa de chamar a atenção para a relação entre o Criador, o ser humano e a criação.6 O Magistério reitera insistentemente a responsabilidade do ser humano na preservação de um ambiente integro e sadio para todos, a partir do convencimento que "a tutela do ambiente constitui um desafio para toda a humanidade: trata-se do dever, comum e universal, de respeitar um bem coletivo".7

Como foi indicado pelo Papa Bento XVI na sua encíclica Caritas in veritate, "o crente reconhece o resultado maravilhoso da intervenção criadora de Deus, de que o homem se pode responsavelmente servir para satisfazer as suas legítimas exigências — materiais e imateriais — no respeito dos equilíbrios intrínsecos da própria criação",8 e cujo uso representa para nós "uma responsabilidade que temos para com os pobres, as gerações futuras e a humanidade inteira".9 Por isso, o turismo deve respeitar o meio ambiente, procurando alcançar uma perfeita harmonia com a Criação, de modo que, garantindo a sustentabilidade dos recursos de que depende, não origine irreversíveis transformações ecológicas.

O contato com a natureza é importante e, portanto, o turismo deve esforçar-se para respeitar e valorizar a beleza da criação, a partir do convencimento de que "muitos encontram tranquilidade e paz, sentem-se renovados e revigorados quando entram em contacto direto com a beleza e a harmonia da natureza. Existe aqui uma espécie de reciprocidade: quando cuidamos da criação, constatamos que Deus, através da criação, cuida de nós".10

Todavia há um elemento que torna ainda mais exigente este esforço, isto é, na sua busca de Deus, o ser humano descobre algumas vias para aproximar-se ao Mistério, que tem como ponto de partida a criação.11 A natureza e a diversidade biológica nos falam do Deus Criador, o Qual se faz presente na sua criação, "de fato, partindo da grandeza e beleza das criaturas, pode-se chegar a ver, por analogia, o seu Criador" (Sb 13,5), "pois foi o Principio e Autor da beleza quem as criou" (Sb 13, 3). É por isso que o mundo na sua diversidade, "oferece-se ao olhar do homem como rasto de Deus, lugar no qual se desvela a sua força criadora, providente e redentora".12 Por este motivo, o turismo, aproximando-se à criação em toda a sua variedade e riqueza, pode ser ocasião para promover ou acrescentar a experiência religiosa.

É urgente e necessário encontrar um equilíbrio entre o turismo e a biodiversidade biológica, em que ambos se apóiem mutuamente, de modo que desenvolvimento econômico e proteção do ambiente não apareçam como elementos opostos e incompatíveis, mas tenda a conciliar as exigências de ambos.13

Os esforços de proteger e promover a diversidade biológica na sua relação com o turismo passam, em primeiro lugar, por desenvolver estratégias participativas e partilhadas, nas quais se comprometem os diversos setores envolvidos. A maioria dos governos, instituições internacionais, associações profissionais do setor turístico e organizações não governamentais defendem, com uma visão a longo prazo, a necessidade de um turismo sustentável, como única forma possível para que o seu desenvolvimento seja ao tempo economicamente rentável, proteja os recursos naturais e culturais, e sirva de ajuda real na luta contra a pobreza.

As autoridades públicas devem oferecer uma legislação clara, que proteja e potencie a biodiversidade, reforçando os benefícios e reduzindo os custos do turismo, e também vigiar para o cumprimento das normas.14 Para que isto aconteça devem prever certamente uma importante inversão em planejamento e em educação. Os esforços governamentais deverão ser maiores nos lugares mais vulneráveis e onde a degradação tenha sido maior. Quiçá em alguns deles, o turismo deveria ser restrito ou, até mesmo evitado.

Pede-se ao setor empresarial do turismo de "planejar, desenvolver e conduzir seus empreendimentos minimizando impactos e contribuindo para a conservação de ecossistemas sensíveis, do meio ambiente em geral e levando benefícios às comunidades locais e indígenas.15 Por isso, seria conveniente realizar estudos prévios da sustentabilidade de cada produto turístico, evidenciando os aportes positivos reais com os riscos potenciais, a partir da convicção de que o setor não pode buscar o objetivo do máximo benefício a qualquer custo.16

Finalmente, os turistas devem ser conscientes de que a sua presença em alguns lugares nem sempre é positiva. Com este fim, devem ser informados sobre os benefícios reais que comporta a conservação da biodiversidade, e ser educados em modo compatível ao turismo sustentável. Assim mesmo deveriam reclamar às empresas turísticas propostas que contribuam realmente ao desenvolvimento do lugar. Em nenhum caso, nem o território nem o patrimônio histórico-cultural dos destinos devem sair prejudicados em favor do turista, adaptando-se aos seus gostos e desejos. Um esforço importante, que de modo especial deve realizar a pastoral do turismo, é a educação à contemplação, que facilite aos turistas descobrir os rastos de Deus na grande riqueza da biodiversidade.

Assim, graças a um turismo que se desenvolve em harmonia com a criação, facilitar-se-á no coração do turista o louvor do salmista: "ó Senhor, nosso Deus, como é glorioso teu nome em toda a terra!" (Sal 8,2).

Cidade do Vaticano, 24 de junho de 2010

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Agostino Marchetto
Arcebispo Secretário

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1 Organização das Nações Unidas, Resolução A/RES/61/203 aprovada pela Assembleia Geral, 20 de dezembro de 2006.

2 Cfr. J.-C. Vié, C. Hilton-Taylor and S. N. Stuart (eds.), Wildlife in a Changing World. An analysis of the 2008 IUCN Red List of Threatened Species, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, Gland, Switzerland, 2009, p. 18: http://data.iucn.org/dbtw-wpd/edocs/RL-2009-001.pdf

3 Cfr. http://www.unwto.org/facts/eng/vision.htm

4 Um primeiro documento a referir é a carta do Turismo Sustentável, aprovada na "Conferencia Mundial de Turismo Sustentável", celebrada na ilha espanhola de Lanzarote de 27 a 28 de abril de 1995. De forma conjunta, a Organização Mundial de Turismo (OMT), o World Travel & Tourism Council (WTTC) e o Conselho da Terra elaboraram em 1996 o informe Agenda 21 para a Indústria de Viagens e Turismo: Para um desenvolvimento ambientalmente sustentável, que traduz em um programa de ação para o turismo a Agenda 21 das Nações Unidas para a promoção do desenvolvimento sustentável (e foi adotada na Cúpula da Terra, no Rio de Janeiro em 1992). Outra referência importante é a Declaração de Berlim, documento conclusivo da "Conferência internacional de Ministros de Meio Ambiente sobre biodiversidade e turismo", que foi realizado na capital alemã de 6 a 8 de março de 1997. Quiçá seja este documento a contribuição mais importante, devido a sua elaboração, influência, difusão e aos seus signatários. Alguns meses depois assinou-se a Declaração de Manila sobre o impacto social do turismo, de onde se destacou a importância de uma série de princípios a favor da sustentabilidade turística. Como fruto da "Cúpula Mundial do Ecoturismo", organizada em maio de 2002 pela OMT, com apoio do Programa das Nações Unidas para o Meio Ambiente (PNUMA), publicou-se a Declaração de Québec sobre o ecoturismo. No marco do "Convênio sobre Diversidade Biológica" editaram-se, no ano de 2004, as Diretrizes sobre a Diversidade Biológica e Desenvolvimento do Turismo. A todos estes documentos de índole internacional deve-se unir os numerosos manuais e compêndios de boas práticas que em relação a este tema foi publicado pela OMT, e entre as quais se pode destacar a intitulada Por um turismo mais sustentável: Guia para responsáveis políticos, editada em 2005 em colaboração com o PNUMA.

5 Bento XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 51, AAS 101 (209), p. 687.

6 Cfr. Bento XVI, Mensagem para a celebração do XLIII Dia Mundial da Paz 2010, 8 de dezembro de 2009, http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20091208_xliii-world-day-peace_po.html.

7 Pontifício Conselho "Justiça e Paz", Compêndio da Doutrina Social da Igreja, Libreria Editrice Vaticana, Cidade do Vaticano 2004, n. 466. Cfr. João Paulo II, Carta encíclica Centesimus annus, n. 40: AAS 83 (1991) p. 843.

8 Bento XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 48, l.c., p. 684.

9 Ibidem.

10 Bento XVI, Mensagem para a celebração do XLIII Dia Mundial da Paz 2010, n. 13, l.c.

11 Cfr. Catecismo da Igreja Católica, Libreria Editrice Vaticana, Cidade do Vaticano 1977, n. 31.

12 Pontifício Conselho "Justiça e Paz", Compêndio da Doutrina Social da Igreja, n. 487, l.c.

13 Cfr. Ibidem, n. 470.

14 Cfr. Benedicto XVI, Carta encíclica Caritas in veritate, n. 50, l.c., p. 686.

15 Cúpula Mundial del Ecoturismo, Informe Final. Declaração de Québec sobre o ecoturismo, 22 de maio de 2002, Organização Mundial do Turismo e Programa das Nações Unidas para o Meio Ambiente, Madrid 2002, recomendação 21.

16 Cfr. Organização Mundial do Turismo, Código Ético Mundial para o Turismo, 1 de outubro de 1999, art. 3 §4: http://www.unwto.org/ethics/full_text/en/full_text.php?subop=2

[00965-06.01] [Texto original: Português]

[B0431-XX.01]