CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL XXV ANNIVERSARIO DELL’ISTITUZIONE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI (PER LA PASTORALE DELLA SALUTE) E DELLA XVIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO ● INTERVENTO DI S.E. MONS. ZYGMUNT ZIMOWSKI
● INTERVENTO DEL DOTT. SALVATORE PAGLIUCA
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del XXV anniversario dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) e della XVIII Giornata Mondiale del Malato.
Intervengono: S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari; S.E. Mons. José L. Redrado, O.H., Segretario del medesimo Pontificio Consiglio; S.E. Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes et Lourdes; Mons. Jean-Marie Musivi Mpendawatu, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari; il Dott. Salvatore Pagliuca, Vice Presidente Nazionale dell’UNITALSI.
Pubblichiamo di seguito l’intervento di S.E. Mons. Zygmunt Zimowski e del Dott. Salvatore Pagliuca:
● INTERVENTO DI S.E. MONS. ZYGMUNT ZIMOWSKI
È per me un onore e un piacere essere qui, oggi, ad annunciare di persona le celebrazioni per il XXV dell’istituzione del nostro Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) e per la XVIII Giornata Mondiale del Malato che si terranno a Roma e nella Città del Vaticano tra il 9 e l’11 febbraio prossimi. Il loro tema conduttore è "La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti", il titolo del Messaggio dedicato da Sua Santità Papa Benedetto XVI proprio agli eventi della settimana prossima.
Una serie di celebrazioni davvero molto nutrita e che, oltre alla Liturgia Eucaristica che Sua Santità Papa Benedetto XVI presiederà l’11 febbraio in S. Pietro, sarà tra poco illustrata dal nostro Segretario, S.E. Monsignor José L. Redrado O.H, e dal Vice Presidente dell’UNITALSI, il dott. Salvatore Pagliuca.
Desidero comunque anticipare innanzitutto lo svolgimento di un Simposio internazionale di due giorni, dedicato alle Lettere apostoliche: la "Salvifici Doloris" e il Motu Proprio "Dolentium Hominum", con cui il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II istituì, venticinque anni fa, il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Sono attualmente oltre 540 gli iscritti, provenienti da 35 Paesi fra i quali: Canada, Slovenia, USA, Belgio, Ucraina, Spagna, Polonia, Francia, Regno Unito, Ghana e Italia. Si tratta di operatori sanitari, cappellani, medici e infermieri, rappresentanti di associazioni e organismi a carattere istituzionale o di volontariato e di alcuni malati in grado di prendervi parte. Vi saranno inoltre una mostra di pittura ed un concerto di musica classica.
Giovedì 11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes e XVIII Giornata Mondiale del Malato, nell’ambito della quale vi saranno l’arrivo in Vaticano delle reliquie di Santa Bernadette Soubirous e una processione, realizzata sempre col supporto logistico dell’UNITALSI, con lo stesso reliquiario e la statua della Madonna di Lourdes che, dopo aver percorso Via della Conciliazione, si concluderà in Piazza S. Pietro.
Entrando più nello specifico e nell’essenza di queste celebrazioni, dedicate al mondo della malattia e del patimento e alla cura della persona umana nella sua integralità, è opportuno ricordare come nel Suo Messaggio di quest’anno, il Santo Padre Benedetto XVI si riferisca alla Lettera Apostolica "Salvifici Doloris" per sottolineare che il senso definitivo della sofferenza umana si rivela solamente alla luce di Gesù Redentore. "Nel mistero della sua passione morte e resurrezione, l’umana sofferenza attinge senso e pienezza di luce" afferma Sua Santità Papa Benedetto XVI. Citando quindi la "Salvifici Doloris", ricorda come la stessa umana sofferenza, abbia raggiunto il suo culmine nella Passione del Signore e sia così "entrata in una dimensione completamente nuova e in un nuovo ordine: è stata legata all’amore…". (n.18)
Proseguendo in maniera estremamente sintetica, data la profondità e la vastità delle tematiche affrontate, possiamo quindi ricollegarci alla "Redemptor Hominis" e così essere consapevoli che il servizio ecclesiale dell’amore si fonda sull’opera di Gesù Redentore e trova una sua attualizzazione nel "completamento di quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del Suo corpo che è la Chiesa", come spiega la "Salvifici Doloris".
E in effetti, pur nella sua ‘giovane’ esistenza, tale continuum si ritrova anche nel Dicastero che festeggia il XXV della sua istituzione e allo stesso tempo la XVIII Giornata Mondiale del Malato. "Una felice coincidenza" che, ha sottolineato il Santo Padre nel Messaggio, costituisce un motivo ulteriore "per ringraziare Dio del cammino sinora percorso nel settore della pastorale della salute. Auspico di cuore che tale ricorrenza sia occasione per un più generoso slancio apostolico al servizio dei malati e di quanti se ne prendono cura".
Parole che sono per noi, per tutti gli agenti di pastorale e per gli operatori, professionali e/o volontari, impegnati nel campo sanitario, un consolidamento sulla via del servizio all’amore che la Chiesa compie per i malati e i sofferenti.
Perché la pastorale della salute, la sua attenzione all’integralità della persona, è necessaria alla medicina. Non soltanto per fornire le basi degli impegni etici e morali ma anche per sostenere gli atteggiamenti e la prassi degli operatori sanitari per un’adeguata assistenza, nel tempo, a chi è nel dolore della malattia.
Non sempre peraltro, è possibile portare la guarigione fisica così come, talvolta, la sola presenza, la vicinanza, il farsi prossimi, è di per sé un sostegno, un aiuto alla persona sofferente. Un esempio sono i tre amici di Giobbe accorsi per esprimere la loro solidarietà. "Poi si sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti e nessuno gli rivolse la parola, perché vedevano che grande era il suo dolore". (Giobbe 2,13).
Una "azione umanitaria e spirituale della Comunità ecclesiale verso gli ammalati ed i sofferenti" che, come continua il Santo Padre nel Messaggio, "nel corso dei secoli è stata espressa in molteplici forme e strutture sanitarie anche di carattere istituzionale. Vorrei qui ricordare quelle direttamente gestite dalle Diocesi e quelle nate dalla generosità di vari istituti religiosi. Si tratta di un prezioso ‘patrimonio’ rispondente al fatto che "l’amore ha bisogno di organizzazione quale presupposto per un servizio comunitario ordinato" (Enc. Deus Caritas est, 20)
È tale "sollecitudine ecclesiale per il mondo della salute" che ha portato venticinque anni fa alla "creazione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari."
Un dicastero posto sotto la guida prima di S.E. il Cardinale Fiorenzo Angelini, il suo primo Presidente, e poi, sino allo scorso anno, sotto quella del suo successore, il Cardinale Javier Lozano Barragán. Un impegno articolato, quello del Dicastero e decisamente vasto, sia spiritualmente che ‘geograficamente’. Con al centro il Cristo e la Chiesa, si occupa della persona umana nella sua integralità, del coordinamento degli oltre 117mila Centri sanitari cattolici attivi nel mondo, del supporto e/o della formazione di tutti gli agenti di pastorale – e vorrei qui innanzitutto ricordare, anche in considerazione dell’Anno Sacerdotale in corso, i cappellani - che sono impegnati con i malati e tutti gli operatori, professionisti e volontari, che intendono integrare le proprie capacità professionali nel campo medico con il mandato specifico del Battesimo e nel rispetto dell’uomo creato ad immagine di Dio. Vi sono poi le iniziative pubbliche legate al Dicastero, od organizzate direttamente dallo stesso, che sono diventate degli appuntamenti direi ‘tradizionali’. Una per tutte la Conferenza Internazionale che di norma ha luogo nel mese di novembre e che quest’anno giungerà anch’essa alla sua XXV edizione. Un appuntamento che richiama le personalità della Chiesa e quelle della ricerca, approfondendo le tematiche anche prendendo in esame i punti di vista delle altre principali confessioni religiose.
È inoltre importante, tornare sul ruolo centrale del presbitero, del cappellano, sempre in considerazione dell’Anno Sacerdotale in corso.
"Il mio pensiero si dirige particolarmente a voi, cari sacerdoti, ministri degli infermi, segno e strumento della compassione di Cristo, che deve giungere ad ogni uomo segnato dalla sofferenza" prosegue il Santo Padre nel Suo messaggio. "Vi invito, cari presbiteri, a non risparmiarvi nel dare loro cura e conforto. Il tempo trascorso accanto a chi è nella prova si rivela fecondo di grazia per tutte le altre dimensioni della pastorale".
Ecco come l’Anno Sacerdotale viene mostrato non solamente nel suo aspetto di attualizzazione della Giornata Mondiale del Malato ma anche indicazione per interpretare correttamente il mistero ed il valore della sofferenza.
Un impegno arduo, quello sacerdotale, anche solo considerando l’obbligo dei consacrati di approfondire in loro stessi una prontezza dell’osservanza eroica di tutte le esigenze del messaggio evangelico anche quelle che, nella vita quotidiana si mostrano spesso molto difficili perché connesse con il messaggio della sofferenza.
È anche perciò che Sua Santità Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio si rivolge anche ai malati perché preghino caldamente – con le parole e con le opere – per tutti i sacerdoti. "Mi rivolgo a voi, cari malati e vi chiedo di pregare e di offrire le vostre sofferenze in modo particolare per i sacerdoti, perché possano mantenersi fedeli alla loro vocazione e il loro ministero sia ricco di frutti spirituali a beneficio di tutta la Chiesa"
È ’altro lato la persona malata, sofferente, ad essere il punto focale dell’impegno in ambito sanitario. Una cura, o anche solamente un farsi vicini, un essere presenti, che la Chiesa sollecita e promuove anche attraverso la Giornata Mondiale del Malato, che il servo di Dio Giovanni Paolo II volle fosse legata alla memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, e che è stata celebrata, per la prima volta, proprio nei luoghi ove Santa Bernadette vide apparire la Madonna e su Sua indicazione scavò facendo scaturire la sorgente miracolosa.
Le edizioni successive della Giornata Mondiale del Malato sono state celebrate nei diversi continenti e in Paesi tecnologicamente più avanzati, come nella capitale degli USA, a Washington D.C. nel 2003, così come in quelli economicamente svantaggiati, ad esempio in Camerun, a Yaoundé nel 2005.
[00173-01.01]
● INTERVENTO DEL DOTT. SALVATORE PAGLIUCA
Ringrazio innanzitutto Sua Eccellenza Mons. Zimowski per avere affidato all’Unitalsi l’organizzazione logistica e tecnica dello svolgimento dell’evento.
Il Presidente Nazionale Antonio Diella si scusa per non essere qui a causa di un problema tecnico, ma di sicuro sarà presente durante gli appuntamenti liturgici previsti per le celebrazioni della prossima settimana. Approfitto per salutare un amico dell’Unitalsi, Sua Eccellenza Mons. Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes qui presente e tutti gli intervenuti.
"La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti" è il tema conduttore della celebrazione del XXV dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e della XVIII Giornata Mondiale del Malato e dell’11 febbraio, anniversario della prima apparizione della Beata Vergine di Lourdes.
L’Unitalsi per l’evento ha previsto diversi appuntamenti liturgici, a partire dal 9 febbraio, quando nel pomeriggio presso la Basilica Santa Maria Maggiore, volontari e malati accoglieranno le reliquie di Santa Bernadette provenienti dal Santuario di Lourdes, dove sono custodite. L’appuntamento sarà presieduto dall’Arciprete della Basilica, il Cardinal Bernard Francis Law e dal Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Vorrei ricordare a tutti i presenti anche la processione aux flambeaux che l’Unitalsi ha predisposto nel pomeriggio dell’11 febbraio.
L’Associazione infatti si riunirà nei pressi di Castel Sant’Angelo per sfilare in processione lungo via della Conciliazione, fino ad arrivare a piazza San Pietro e attendere la benedizione del Santo Padre Benedetto XVI dalla finestra del suo studio privato. Alla processione parteciperanno Sua Eccellenza Mons. Zimowski e il Sindaco Alemanno.
Le cronache degli ultimi giorni raccontano sempre più spesso di anziani, di disabili abbandonati o lasciati soli senza alcuna assistenza socio sanitaria. Ecco vorrei ricordare proprio in questa occasione, in prossimità degli anniversari che riguardano, i malati, come l’Unitalsi sia impegnata quotidianamente nella propria opera nel coinvolgere, i malati e coloro che soffrono e sono emarginati; e questo avviene principalmente attraverso i nostri pellegrinaggi. L’Unitalsi, lo ricordo, non effettua pellegrinaggi per soli malati, ma rifiuta allo stesso tempo l’idea di pellegrinaggi per i soli "sani" che non creano problemi, perché il pellegrinaggio è una esperienza di comunità, in tutte le sue componenti.
Chi viene in pellegrinaggio è gente che chiede di condividere l’esperienza dell’associazione chiede di seguirla anche al termine del pellegrinaggio, impegnandosi in un cammino di spiritualità e di carità e di fede. La missione che ci è stata affidata è quella di rivolgere la nostra attenzione su tutti gli aspetti della "malattia" e quindi concentreremo i nostri sforzi su una presenza maggiore di ammalati terminali e affetti da patologie inguaribili e sull’organizzazione nei più importanti Santuari di Europa, di punti di incontro per informare gli ammalati di tutta Europa della vita della Chiesa e del suo lavoro per la difesa della vita e delle legislazioni esistenti in tutti i paesi europei a tutela dei portatori di disabilità.
Ringrazio tutti presenti per l’attenzione dedicata e ancora grazie a Sua Eccellenza Mons. Zimowski per l’opportunità concessa all’Unitalsi e ai suoi volontari di essere ancora più vicini e di aiuto agli ammalati che saranno presenti alle celebrazioni liturgiche.
[00177-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0074-XX.01]