COMUNICATO DEL CONSIGLIO SPECIALE PER L’AFRICA DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI Parlando al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, Sua Santità Benedetto XVI ha fatto riferimento alla Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, ricordando anche il suo viaggio apostolico in Camerun e Angola e rilevando il perdurare dell’assenza di pace e concordia in Paesi come Darfur, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Guinea e Madagascar.
I Padri Sinodali, durante la recente Assemblea per l’Africa, hanno dedicato attenzione a giustizia, pace e riconciliazione, comprese nel tema dei lavori, per le quali tutte le istanze ecclesiali in Africa devono impegnarsi, prima di tutto attraverso il sacramento della penitenza e la capacità di perdono, quali condizioni prepolitiche di pacificazione e di concorde convivenza.
Urge, inoltre, evitare di trasformare la teologia in politica, portando piuttosto la teologia direttamente nel ministero pastorale concreto, in modo da applicare le grandi prospettive della Sacra Scrittura e della Tradizione, come ha indicato il Santo Padre Benedetto XVI nel discorso alla Curia Romana il 21 dicembre 2009.
Per quanto concerne la salvaguardia della creazione, preoccupano l’erosione e la desertificazione di vaste aeree di terra coltivabile, risultato dello sfruttamento e dell’inquinamento atmosferico, mentre emerge il bisogno di forme di produzione agricola e industriale capaci di rispettare la creazione nel far fronte ai bisogni di tutti.
Con queste riflessioni l’Eccellentissimo Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Mons. Nikola Eterović, ha introdotto i lavori della seconda riunione del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, tenutasi nei giorni 19 e 20 gennaio 2010 nella sede della medesima Segreteria.
Erano presenti tutti i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa: gli Eminentissimi Cardinali Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (Città del Vaticano); Peter Kodwo A. Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (Città del Vaticano); Wilfred Fox Napier, o.f.m., Arcivescovo di Durban (Sud Africa); Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Senegal); John Njue, Arcivescovo di Nairobi (Kenia); gli Eccellentissimi Monsignori Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa (R.D.C.); John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria); Cornelius Fontem Esua, Arcivescovo di Bamenda (Cameroun); Norbert Wendelin Mtega, Arcivescovo di Songea (Tanzania); Simon Ntamwana, Arcivescovo di Gitega (Burundi); Odon Marie Arsène Razanakolona, Arcivescovo di Antananarivo (Madagascar); Francisco João Silota, M. Afr., Vescovo di Chimoio (Mozambico); Edmond Djitangar, Vescovo di Sarh (Ciad); Maroun Elias Lahham, Vescovo di Tunis (Tunisia).
Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Youssef Ibrahim Sarraf, Vescovo di Le Caire dei Caldei (Egitto), Membro del secondo Consiglio Speciale per l’Africa, il 31 dicembre 2009 ha improvvisamente e inaspettatamente lasciato questa terra per passare all’altra vita. In suffragio di lui, come anche del defunto Cardinale Armand Razafindratandra, Arcivescovo emerito di Antananarivo, deceduto il 9 gennaio 2010, i Membri del Consiglio e della Segreteria Generale hanno concelebrato una Santa Messa in San Pietro il giorno 20 gennaio, con la presidenza di Sua Eminenza il Cardinale Francis Arinze.
All’introduzione del Segretario Generale è seguito un giro di interventi dei partecipanti, i quali si sono riferiti agli echi alquanto positivi dell’Assemblea Speciale nei rispettivi Paesi e Chiese Particolari, come pure alla situazione sociale ed ecclesiale delle loro Regioni.
I Membri del Consiglio si sono pure soffermati sui principali problemi osservando che la Chiesa in diversi Paesi si trova nella necessità di difendere il popolo contro le ingiustizie. La mancanza di pace porta poi la Chiesa ad un forte impegno nella mediazione e nell' accoglienza di coloro che soffrono le conseguenze delle guerre interne.
La riconciliazione continua ad essere una sfida per la Chiesa in Africa, la quale deve essere riconciliata in se stessa per diventare credibile nella sua predicazione e nella sua azione sociale.
Nel dialogo interreligioso, i presenti hanno affermato che si sta cercando di stabilire vincoli di intesa e collaborazione, soprattutto con l'islam, che è la religione più diffusa nel Continente. Si auspica che i gruppi fondamentalisti siano sempre più sconfessati ed emarginati dai rappresentanti ufficiali dell’islam.
Seguendo l’ordine del giorno, il Consiglio si è impegnato nello studio delle Proposizioni del Sinodo in vista di uno schema ragionato di tutta la materia, che serva di base per un’ulteriore approfondimento e sviluppo come contributo alla composizione dell’Esortazione Apostolica Postsinodale, la cui pubblicazione è stata chiesta esplicitamente al Santo Padre nella prima Proposizione.
Durante i lavori nei circoli linguistici, francese ed inglese, sono stati redatti due schemi, poi discussi in seduta plenaria e ritenuti compatibili, che potranno essere integrati in uno schema unico. A questo riguardo è stato comune desiderio di presentare un testo che tenga conto non solo delle difficoltà reali e concrete, ma anche di tante situazioni positive e promettenti del continente africano. In ogni caso il testo finale dovrà mantenere un giusto equilibrio tra una prospettiva teologico-spirituale e un adeguamento alla realtà pastorale e sociale.
Dopo aver stabilito la data della prossima riunione, nei giorni 27-28 aprile 2010, il Consiglio ha concluso i lavori con la preghiera.
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