CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA "ASTRUM 2009: ASTRONOMIA E STRUMENTI. IL PATRIMONIO STORICO ITALIANO QUATTROCENTO ANNI DOPO GALILEO" (MUSEI VATICANI, 16 OTTOBRE 2009 - 16 GENNAIO 2010) ● INTERVENTO DEL PROF. TOMMASO MACCACARO
● INTERVENTO DELLA PROF.SSA ILEANA CHINNICI
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione della Mostra "Astrum 2009: Astronomia e strumenti. Il Patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo" (Musei Vaticani, 16 ottobre 2009 - 16 gennaio 2010).
Intervengono: S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; il Rev.do P. José Gabriel Funes, S.I., Direttore della Specola Vaticana; il Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani; il Prof. Tommaso Maccacaro, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e la Prof.ssa Ileana Chinnici, Curatrice della Mostra.
Pubblichiamo di seguito gli interventi del Prof. Tommaso Maccacaro e della Prof.ssa Ileana Chinnici:
● INTERVENTO DEL PROF. TOMMASO MACCACARO
È con particolare soddisfazione che l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presenta, insieme alla Specola Vaticana e ai Musei Vaticani, Astrum 2009, la prima esposizione nazionale di strumentazione astronomica di interesse storico.
L’INAF, nato dalla confluenza in Istituto Nazionale dei 12 Osservatori Astronomici professionali italiani, cui si sono successivamente aggiunti Istituti di ricerca astrofisica già del CNR, dispone di un imponente patrimonio storico strumentale, bibliografico e archivistico e ha, tra i suoi compiti istituzionali, la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio.
Ecco quindi, nell’occasione delle celebrazioni del 2009 – Anno Internazionale dell’Astronomia, il piacere di rendere accessibile al grande pubblico, e in una sede di grande prestigio, una selezione di strumenti che illustrano il percorso e il progresso dell’astronomia negli ultimi secoli. Sono strumenti che erano lo stato dell’arte per i colleghi del passato e che sono stati effettivamente utilizzati per osservare gli astri, misurarne le proprietà, acquisire dati e verificare ipotesi, così come oggi lo sono i giganteschi telescopi e la complessa strumentazione che costruiamo e istalliamo nei siti più remoti del pianeta (se non addirittura in orbita intorno alla Terra). Volumi e documenti d’archivio, tra cui gioielli come il manoscritto originale del Sidereus Nuncius, completano e arricchiscono il percorso espositivo.
La mostra si apre con una sezione dedicata alla strumentazione pre-galileiana quando ancora tutte le osservazioni avvenivano ad occhio nudo ed erano limitate a censire e misurare i moti dei corpi celesti, per arrivare poi ai tempi nostri, caratterizzati da strumentazione talmente complessa e imponente da poter essere qui rappresentata solamente tramite fotografie, filmati o componenti.
Particolare attenzione merita il cannocchiale di Galileo, che rappresenta il primo elemento di discontinuità nella progressione della strumentazione astronomica. L’astronomia moderna nasce infatti 400 anni fa, nell’occasione delle prime osservazioni del cielo con il cannocchiale, quando la visione degli astri è mediata e per la prima volta potenziata dall’ausilio di strumentazione. Ulteriori successive discontinuità verranno introdotte con la sostituzione dell’occhio umano da parte di ricettori ben più sensibili, versatili e affidabili, che permetteranno l’archiviazione del dato – a partire dalle lastre fotografiche e fino ai moderni rivelatori – e infine con la conquista, per le osservazioni astronomiche, dell’intero spettro elettromagnetico, visualizzando così quanto era precedentemente invisibile.
Guardando gli strumenti antichi in mostra, e le immagini di quelli contemporanei, vale la pena soffermarsi col pensiero sull’impatto non solo strettamente scientifico ma anche e soprattutto culturale che l’Astronomia ha avuto (e continua ad avere) sul progresso del pensiero e sulla nostra percezione del mondo, nonché del nostro ruolo in esso. Sono osservazioni astronomiche quelle che ci hanno fatto capire che la terra (e l’Uomo) non occupano una posizione o un ruolo privilegiato nell’Universo. Sono state proprio quelle osservazioni di Galileo del 1609 a portare alla validazione del modello Copernicano e alla conseguente rivoluzione nella concezione del "mondo". Altre osservazioni ci hanno successivamente illuso di aver scoperto i misteri del Cosmo, avendone apparentemente determinato età, composizione e fato, ma più recentemente ci hanno fatto capire che in realtà, dopo tanti sforzi, forse abbiamo solo trovato conferma che è sempre maggiore quanto non conosciamo di quanto sappiamo, se è vero che l’Universo è costituito in massima parte da materia e da energia oscura che sfuggono alla nostra comprensione.
Guardando questi strumenti mi chiedo come saranno quelli che utilizzeremo nei prossimi 400 anni e mi chiedo a quali ulteriori rivoluzioni della conoscenza ci condurranno. Magari risolvendo il mistero della nostra apparente solitudine cosmica.
[01458-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DELLA PROF.SSA ILEANA CHINNICI
○ TESTO IN LINGUA ITALIANA
○ TESTO IN LINGUA INGLESE
○ TESTO IN LINGUA ITALIANA
L’Italia possiede un patrimonio storico astronomico unico al mondo, per numero e valore delle collezioni. Esso testimonia l’attività di ricerca che da secoli ha impegnato gli astronomi italiani, e che ha permesso di cogliere risultati scientifici di grande valore.
Tale patrimonio, costituito da edifici, strumenti, libri e carte d’archivio, è in larga parte conservato nei diversi Osservatori di cui è costellato il territorio nazionale, eredità della geografia pre-unitaria, che vedeva la presenza di uno o più Osservatori astronomici negli Stati o staterelli in cui era suddivisa la Penisola.
Alla dotazione acquisita nel corso degli anni dagli Osservatori si sono aggiunte pregevoli collezioni, come quella del Museo Astronomico e Copernicano, che comprende una splendida raccolta di strumenti pre-galileiani e che dal 1923 è stato annesso all’Osservatorio di Roma.
Negli ultimi vent’anni particolare attenzione è stata rivolta al patrimonio storico strumentale da parte degli Osservatori che ne erano in possesso, nei quali si è dato avvio ad un’opera di inventariazione, catalogazione e restauro dei pezzi.
Quest’opera, inizialmente affidata all’impegno di pochi singoli, nel corso degli anni ha avviato un processo di crescente sensibilizzazione verso la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, coinvolgendo le varie Direzioni degli Osservatori che hanno promosso il recupero delle loro collezioni e, laddove possibile, la loro musealizzazione.
Il recente riordino della ricerca astronomica italiana, che ha visto confluire nell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) gli Osservatori astronomici insieme ad alcuni Istituti del CNR, ha fatto sì che questo patrimonio, pur rimanendo localizzato nei rispettivi Osservatori, fosse oggetto di una speciale attenzione da parte del Dipartimento Strutture INAF. Nel 2005, infatti, il Dipartimento ha istituito il Servizio Musei INAF, col preciso scopo di occuparsi della tutela e valorizzazione del proprio patrimonio storico strumentale, ubicato nelle diverse strutture. Nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, quattrocentesimo dalle prime osservazioni telescopiche di Galileo, Astrum 2009 è stata concepita per dare visibilità a questo patrimonio, arricchito da libri, carte d’archivio e pezzi provenienti da altre pregevoli collezioni, contribuendo in tal modo a far prendere consapevolezza della ricchezza e del valore della tradizione astronomica italiana, nell’auspicio che il pubblico si avvicini all’astronomia di oggi e del passato non come privilegio di pochi ma come patrimonio di tutti.
[01473-01.01] [Testo originale: Italiano]
○ TESTO IN LINGUA INGLESE
Italy possesses an astronomical heritage unique the world over in terms of collections, number and value, bearing witness to the centuries of research conducted by Italian astronomers, who achieved scientific results of the highest value.
Much of this heritage made of buildings, instruments, books and archival documents is preserved in the institutions spread all over the national territory as the legacy of Italy’s pre-Unification past, when the Peninsula was divided into many little states, each provided with its own astronomical observatory.
Over the years some fine collections have been added to the materials acquired by the observatories. One of these is the Museo Astronomico e Copernicano collection, comprising a splendid group of pre-Galilean instruments, which has been annexed to the Rome Observatory since 1923.
In the last twenty years the observatories have focussed special attention on their instrument heritage, implementing programs for inventorying, cataloguing and restoring each item. Over the years this work, initially stemming from the commitment of a few individuals, has developed
into a growing concern for protecting and promoting historic materials. Within this context, the observatories directors have worked to salvage their collections and, wherever possible, display them in museums.
The recent reorganisation of Italian astronomical research, for which the astronomical observatories and three CNR (i.e., National Research Council) Institutes have merged into the Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF, National Institute of Astrophysics), ensures that this heritage, while localised in the various observatories, receives special attention from the INAF Dipartimento Strutture. In 2005 the Dipartimento instituted the INAF Servizio Musei, with the purpose of protecting and promoting the historic heritage of scientific instruments held in the various institutes.
On the occasion of the International Year of Astronomy, four-hundredth anniversary of Galileo’s first telescopic observations, Astrum 2009 has been conceived to give visibility to this heritage, enriched by books, archival documents and items coming from other prestigious collections, thus arousing awareness of the richness and value of the Italian astronomical tradition, auspicating that public will approach the astronomy of today and that of the past not as a prerogative of the few, but as the heritage of all.
[01473-02.01] [Original text: English]
[B0631-XX.01]