● VISITA AL "WESTERN WALL" DI JERUSALEM
TESTO DELLA PREGHIERA
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Alle ore 10 il Santo Padre giunge al "Western Wall", comunemente detto "Muro del Pianto", un frammento del muro di sostegno del lato occidentale della Spianata del Tempio, ed è accolto dal Rabbino Capo e dal Presidente della Fondazione che gestisce il luogo sacro.
Il Rabbino Capo legge un salmo in ebraico, quindi il Santo Padre ne legge uno in latino e sosta poi in silenziosa preghiera davanti al Muro.
Di seguito pubblichiamo il testo della preghiera scritta sul biglietto che il Santo Padre Benedetto XVI depone tra le fenditure del Muro del Pianto:
TESTO DELLA PREGHIERA
God of all the ages,
on my visit to Jerusalem, the "City of Peace",
spiritual home to Jews, Christians and Muslims alike,
I bring before you the joys, the hopes and the aspirations,
the trials, the suffering and the pain of all your people throughout the world.
God of Abraham, Isaac and Jacob,
hear the cry of the afflicted, the fearful, the bereft;
send your peace upon this Holy Land, upon the Middle East,
upon the entire human family;
stir the hearts of all who call upon your name,
to walk humbly in the path of justice and compassion.
"The Lord is good to those who wait for him,
to the soul that seeks him" (Lam 3:25)!
[00740-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Dio di tutte le epoche,
in occasione di questa mia visita a Gerusalemme, la "Città di Pace",
casa spirituale per ebrei, cristiani e musulmani,
porto al tuo cospetto le gioie, le speranze e le aspirazioni,
le prove, il dolore e la pena di tutte le persone del mondo.
Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe,
ascolta il grido degli afflitti, di chi ha paura, dei disperati;
Invia la tua pace su questa Terra Santa, sul Medio Oriente,
su tutta la famiglia umana;
Muovi il cuore di chi chiama il tuo nome,
affinché percorra umilmente il cammino di giustizia e di compassione.
"Buono è il Signore con chi spera in Lui,
con colui che lo cerca" (Lam, 3, 25)!
[00740-01.01] [Testo originale: Inglese]
● VISITA DI CORTESIA AI DUE GRAN RABBINI DI JERUSALEM
DISCORSO DEL SANTO PADRE
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Conclusa la visita al "Western Wall", alle ore 10.45 il Papa si reca in auto al Centro "Hechal Shlomo", sede del Gran Rabbinato a Gerusalemme per la Visita di cortesia ai due Rabbini Capo di Israele: il Gran Rabbino askenazita Yona Metzger e il Gran Rabbino sefardita Shlomo Amar.
La visita inizia con il colloquio privato. Successivamente, nel corso della parte pubblica dell’incontro, dopo i discorsi dei due Gran Rabbini, il Santo Padre pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Distinguished Rabbis,
Dear Friends,
I am grateful for the invitation to visit Heichal Shlomo and to meet with you during this trip of mine to the Holy Land as Bishop of Rome. I thank Sephardi Rabbi Shlomo Amar and Ashkenazi Rabbi Yona Metzger for their warm words of welcome and the desire they have expressed to continue strengthening the bonds of friendship which the Catholic Church and the Chief Rabbinate have labored so diligently to forge over the past decades. Your visits to the Vatican in 2003 and 2005 are a sign of the good will which characterizes our developing relations.
Distinguished Rabbis, I reciprocate by expressing my own respect and esteem for you and your communities. I assure you of my desire to deepen mutual understanding and cooperation between the Holy See, the Chief Rabbinate of Israel and Jewish people throughout the world.
A great source of satisfaction for me since the beginning of my pontificate has been the fruit yielded by the ongoing dialogue between the Delegation of the Holy See’s Commission for Religious Relations with the Jews and the Chief Rabbinate of Israel’s Delegation for Relations with the Catholic Church. I wish to thank the members of both delegations for their dedication and hard work in implementing this initiative, so earnestly desired by my esteemed predecessor Pope John Paul II, as he said during the Great Jubilee Year of 2000.
Our encounter today is a most fitting occasion to give thanks to the Almighty for the many blessings which have accompanied the dialogue conducted by the Bilateral Commission, and to look forward with expectation to its future sessions. The willingness of the delegates to discuss openly and patiently not only points of agreement, but also points of difference, has already paved the way to more effective collaboration in public life. Jews and Christians alike are concerned to ensure respect for the sacredness of human life, the centrality of the family, a sound education for the young, and the freedom of religion and conscience for a healthy society. These themes of dialogue represent only the initial phases of what we trust will be a steady, progressive journey towards an enhanced mutual understanding.
An indication of the potential of this series of meetings is readily seen in our shared concern in the face of moral relativism and the offences it spawns against the dignity of the human person. In approaching the most urgent ethical questions of our day, our two communities are challenged to engage people of good will at the level of reason, while simultaneously pointing to the religious foundations which best sustain lasting moral values. May the dialogue that has begun continue to generate ideas on how Christians and Jews can work together to heighten society’s appreciation of the distinctive contribution of our religious and ethical traditions. Here in Israel, given that Christians constitute only a small portion of the total population, they particularly value opportunities for dialogue with their Jewish neighbors.
Trust is undeniably an essential element of effective dialogue. Today I have the opportunity to repeat that the Catholic Church is irrevocably committed to the path chosen at the Second Vatican Council for a genuine and lasting reconciliation between Christians and Jews. As the Declaration Nostra Aetate makes clear, the Church continues to value the spiritual patrimony common to Christians and Jews and desires an ever deeper mutual understanding and respect through biblical and theological studies as well as fraternal dialogues. May the seven Bilateral Commission meetings which have already taken place between the Holy See and the Chief Rabbinate stand as evidence! I am thus grateful for your reciprocal assurance that the relationship between the Catholic Church and the Chief Rabbinate will continue to grow in respect and understanding in the future.
My friends, I express again my deep appreciation for the welcome you have extended to me today. I am confident that our friendship will continue to set an example of trust in dialogue for Jews and Christians throughout the world. Looking at the accomplishments achieved thus far, and drawing our inspiration from the Holy Scriptures, we can confidently look forward to even stronger cooperation between our communities – together with all people of good will – in decrying hatred and oppression throughout the world. I pray that God, who searches our hearts and knows our thoughts (Ps 139:23), will continue to enlighten us with his wisdom, so that we may follow his commandments to love him with all our heart, soul and strength (cf. Dt 6:5), and to love our neighbor as ourselves (Lev 19:18). Thank you.
[00723-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Distinti Rabbini,
Cari Amici,
vi sono riconoscente per l’invito fattomi a visitare Hechal Shlomo e ad incontrarmi con voi durante questo mio viaggio in Terra Santa come Vescovo di Roma. Ringrazio Sephardi Rabbi Shlomo Amar e Ashknazi Rabbi Yona Metzger per le loro calorose parole di benvenuto e per il desiderio da loro espresso di continuare a fortificare i vincoli di amicizia che la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato si sono impegnati così diligentemente a far avanzare nell’ultimo decennio. Le vostre visite in Vaticano nel 2003 e 2005 sono un segno della buona volontà che caratterizza le nostre relazioni in crescita.
Distinti Rabbini, contraccambio tale atteggiamento esprimendo a mia volta i miei personali sentimenti di rispetto e di stima per voi e per le vostre comunità. Vi assicuro del mio desidero di approfondire la vicendevole comprensione e la cooperazione fra la Santa Sede, il Gran Rabbinato di Israele e il popolo Ebraico in tutto il mondo.
Un grande motivo di soddisfazione per me fin dall’inizio del mio pontificato è stato il frutto prodotto dal dialogo in corso tra la Delegazione della Commissione della Santa Sede per le Relazioni Religiose con gli Ebrei e il Gran Rabbinato della Delegazione di Israele per le Relazioni con la Chiesa Cattolica. Desidero ringraziare i membri di entrambe le Delegazioni per la loro dedizione e il faticoso lavoro nel perfezionare questa iniziativa, così sinceramente desiderata dal mio venerato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, come egli volle affermare nel Grande Giubileo del 2000.
Il nostro odierno incontro è un’occasione molto appropriata per rendere grazie all’Onnipotente per le tante benedizioni che hanno accompagnato il dialogo condotto dalla Commissione Bilaterale, e per guardare con speranza alle sue future sessioni. La buona volontà dei delegati nel discutere apertamente e pazientemente non solo i punti di intesa, ma anche i punti di disaccordo, ha anche spianato la strada per una più efficace collaborazione nella vita pubblica. Ebrei e Cristiani sono ugualmente interessati ad assicurare rispetto per la sacralità della vita umana, la centralità della famiglia, una valida educazione dei giovani, la libertà di religione e di coscienza per una società sana. Questi temi di dialogo rappresentano solo la fase iniziale di ciò che noi speriamo sarà un solido, progressivo cammino verso una migliorata reciproca comprensione.
Una indicazione del potenziale di questa serie di incontri si è subito vista nella nostra condivisa preoccupazione di fronte al relativismo morale e alle offese che esso genera contro la dignità della persona umana. Nell’avvicinare le più urgenti questioni etiche dei nostri giorni, le nostre due comunità si trovano di fronte alla sfida di impegnare a livello di ragione le persone di buona volontà, additando loro simultaneamente i fondamenti religiosi che meglio sostengono i perenni valori morali. Possa il dialogo che è stato avviato continuare a generare idee su come sia possibile a Cristiani ed Ebrei lavorare insieme per accrescere l'apprezzamento della società per i contributi caratteristici delle nostre tradizioni religiose ed etiche. Qui in Israele i Cristiani, dal momento che costituiscono solamente una piccola parte della popolazione totale, apprezzano in modo particolare le opportunità di dialogo con i loro vicini ebrei.
La fiducia è innegabilmente un elemento essenziale per un dialogo effettivo. Oggi ho l’opportunità di ripetere che la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per una autentica e durevole riconciliazione fra Cristiani ed Ebrei. Come la Dichiarazione Nostra Aetate ha chiarito, la Chiesa continua a valorizzare il patrimonio spirituale comune a Cristiani ed Ebrei e desidera una sempre più profonda mutua comprensione e stima tanto mediante gli studi biblici e teologici quanto mediante i dialoghi fraterni. I sette incontri della Commissione Bilaterale che già hanno avuto luogo tra la Santa Sede e il Gran Rabbinato possano costituirne una prova! Vi sono così molto grato per la vostra condivisa assicurazione che l’amicizia fra la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato continuerà in futuro a svilupparsi nel rispetto e nella comprensione.
Amici miei, esprimo ancora una volta il mio profondo apprezzamento per il benvenuto che mi avete rivolto oggi. Confido che la nostra amicizia continui a porsi come esempio di fiducia nel dialogo per gli Ebrei e i Cristiani di tutto il mondo. Guardando ai risultati finora raggiunti, e traendo la nostra ispirazione dalle Sacre Scritture, possiamo con fiducia puntare ad una sempre più convinta cooperazione fra le nostre comunità – insieme con tutte le persone di buona volontà – nel condannare odio e persecuzione in tutto il mondo. Prego Iddio, che scruta i nostri cuori e conosce i nostri pensieri ( Sl 139,23), perché continui ad illuminarci con la sua sapienza, così che possiamo seguire i suoi comandamenti di amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (cfr Dt 6,5) e di amare il nostro prossimo come noi stessi (Lev 19,18). Grazie !
[00723-01.01] [Testo originale: Inglese]
Al termine, il Papa si reca in auto al Cenacolo.
[B0326-XX.02]