Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


INTERVENTO DELLA SANTA SEDE AL 15° CONSIGLIO MINISTERIALE DELL’ORGANIZZAZIONE PER LA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE IN EUROPA (MADRID, 29-30 NOVEMBRE 2007), 04.12.2007


INTERVENTO DELLA SANTA SEDE AL 15° CONSIGLIO MINISTERIALE DELL’ORGANIZZAZIONE PER LA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE IN EUROPA (MADRID, 29-30 NOVEMBRE 2007)

INTERVENTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Nei giorni 29-30 novembre scorso, si è svolto a Madrid, in Spagna, il 15° Consiglio Ministeriale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, al quale sono invitati i Ministri degli Affari Esteri dei 56 Stati partecipanti a tale Organizzazione.

La Delegazione della Santa Sede era guidata da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ed integrata da S.E. Mons. Manuel Monteiro de Castro, Nunzio Apostolico in Spagna, Mons. Michael Banach, Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l’OSCE, Mons. Luigi Bianco, Consigliere di Nunziatura, Mons. Santo Gangemi, Consigliere di Nunziatura, Mons. Ettore Balestrero, Consigliere di Nunziatura, Mons. Mirosław S. Wachowski, Segretario della Missione della Santa Sede presso l’OSCE e Gen. Pierpaolo Tempesta, Collaboratore della Missione della Santa Sede presso l’OSCE.

Di seguito pubblichiamo l’intervento pronunciato da S.E. Mons. Mamberti, durante la sessione plenaria del 29 novembre:

INTERVENTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI

Mr. Chairman,

The Spanish Chairmanship has demonstrated committed leadership in the activities that have marked the "road to Madrid" throughout this year. However, the clock continues to tick, and we face imminent deadlines, including elections, and problematic issues with evident geo-political consequences and significant repercussions on security and democratisation. The situation in Kosovo and in the Caucasus, the new challenges to the military equilibrium and to the agreements concluded in the OSCE in this regard, require continued dialogue and cooperation. Moreover, persistent threats and unresolved conflicts are testimony to the fact that, unfortunately, stability and peace are still goals to be achieved.

As is known, it is not the place of the Holy See to enter into issues which are strictly political and neither does it wish to do so. However, the Holy See would like to encourage those around this table to continue to work for peace and justice, to implement the commitments that they have undertaken and not to violate the legitimate interests and just expectations of other participating States.

If a definitive agreement about the Chairmanships of the OSCE for the years 2009-2011 is to be reached, political good will and real respect for one another will be essential.

More generally, the eventual adoption of the Convention on the International Legal Personality, Legal Capacity and Privileges and Immunities of the OSCE may strengthen the organisation and indirectly contribute to the security of those who may eventually be involved in its activities in Afghanistan.

As concerns the fight against terrorism, it is imperative to protect critical energy infrastructure from attack. It will also be important, on the issue of environmental protection, for the Organisation to support the various initiatives concerning water management, thus contributing to cooperation, stability and the equitable and sustainable development of each country. Obviously, water is necessary for health and for life, but it is also an indispensable resource in the production of wealth.

What I would like to stress the most is that, in the opinion of the Holy See, the vocation of the OSCE is to create an area of freedom and the rule of law. In order to achieve this end, the Organisation must ceaselessly promote the dignity of the human person and defend the intrinsic rights and values of all men and women. In this respect, I also believe that it is essential that we continue to oppose human trafficking and the sexual exploitation of children. In particular, trafficking in human beings for labour exploitation must be clearly distinguished from irregular migration. We must ensure that victims have access to justice, social and legal assistance and compensation for damages that they have suffered. The Catholic Church is in the forefront in the fight against these shameful crimes and through its institutions, at all levels, she has promoted numerous initiatives to address them.

Moreover, if the OSCE is to promote human dignity in an integral way, it must also effectively combat intolerance and discrimination against Christians, Jews, Muslims and members of other religions. In fact, this question has moved up to become an important political and security theme. Religious discrimination can only effectively be addressed if all religions are equally respected and protected. The European Parliament has recently adopted a resolution deploring various episodes which endanger the very existence of Christian and other religious communities. The OSCE can be rightly proud that it was one of the first Organisations to raise the alarm concerning discrimination against Christians, but it must remain alert. Christians continue to suffer from prejudice, stereotypes, discrimination and violence. Disengagement from these problems cannot be an option! We must not hide behind the principle of "consensus" in order to avoid effective action and neither should we be satisfied with blanket condemnations. Rather this consensus should be a catalyst for action to protect fundamental freedoms, and, above all, the religious freedom of every believer and of each religious community.

More in general, as far as the tolerance program is concerned, what is needed is to guarantee renewed energy and efforts to fulfil the agreed upon OSCE commitments, and to resist the unilateral expansion of the same. Undue attention to other concerns, serves only to distract the efforts of the OSCE and the ODIHR, as well as to forestall effective and timely measures to address the original commitments, many of which have yet to be implemented.

Finland cannot but play a special role in the implementation of the commitments that have been undertaken throughout the Helsinki process. To this end, the Holy See is pleased to assure its cooperation and support to the incoming Chairmanship.

Thank you, Mr. Chairman.

[01732-02.01] [Original text: English]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Signor Presidente,

La Presidenza spagnola ha guidato con impegno le attività che, quest’anno, hanno contrassegnato la "strada verso Madrid". Ma l’orologio continua a muoversi velocemente ed il futuro presenta scadenze imminenti, anche elettorali, nodi problematici dalle evidenti conseguenze geo-politiche e dalle significative ripercussioni sulla sicurezza e sulla democratizzazione. La situazione in Kosovo e nel Caucaso, le nuove sfide agli equilibri militari ed agli accordi conclusi dall’OSCE in tale ambito, reclamano il dialogo e la cooperazione. Le persistenti minacce ed i conflitti non risolti testimoniano, invece, che la stabilità e la pace sono "cantieri" ancora "aperti".

Non spetta alla Santa Sede entrare in questioni strettamente politiche, e tanto meno essa ambisce di farlo; tuttavia, essa desidera invitare quanti siedono attorno a questo tavolo al rispetto della verità e della giustizia, a mantenere gli impegni assunti ed a non ledere i legittimi interessi e le giuste aspettative altrui.

La volontà politica e l’effettivo rispetto di ciascuno saranno anche determinanti per raggiungere un accordo definitivo sulle Presidenze degli anni 2009-2011.

Più in generale, la Convenzione sulla personalità giuridica internazionale, la capacità legale, i privilegi e l’immunità dell’OSCE potrebbe rafforzare l’Organizzazione ed indirettamente contribuire alla sicurezza di quanti saranno eventualmente coinvolti nelle sue attività in Afghanistan.

Per quanto concerne la lotta contro il terrorismo, sarà importante provvedere alla sicurezza delle infrastrutture energetiche, dagli attacchi. Sotto un altro profilo della sicurezza, quello ambientale, è importante che l’Organizzazione appoggi le iniziative di gestione delle risorse idriche, contribuendo così alla cooperazione, alla stabilità, allo sviluppo equo e sostenibile di ogni Paese. L’acqua, infatti, è necessaria per la vita e la salute, ma costituisce anche un’ indispensabile risorsa nella produzione di beni.

Ciò che, tuttavia, mi preme soprattutto sottolineare, è che l’OSCE ha per vocazione d’essere uno spazio di libertà e diritto e, pertanto, deve adoperarsi per dare impulso alla dignità umana ed ai valori ad essa connaturati. In questa prospettiva, sarà molto importante non arrendersi davanti allo sfruttamento sessuale dei bambini ed alla tratta delle persone umane. In particolare, il traffico ai fini dello sfruttamento lavorativo non va considerato alla stregua dell’impiego irregolare, occorre assicurare l’accesso delle vittime alla giustizia, all’assistenza legale e a quella sociale, nonché la compensazione per i danni che esse subiscono. La Chiesa cattolica è in prima linea nella lotta contro questi arcipelaghi della vergogna e le sue istituzioni, a vario livello, hanno promosso numerose iniziative in tal senso.

Per promuovere la dignità umana in modo integrale, l’OSCE deve anche combattere in maniera effettiva ed efficace contro la discriminazione e l’intolleranza verso i Cristiani, gli Ebrei, i Musulmani ed i membri della altre religioni. Si tratta di problematiche ormai di speciale rilievo, a livello politico e della sicurezza, e vanno tutte affrontate se si vuole porre rimedio a ciascuna. Nei giorni scorsi, il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione sui gravi episodi che mettono a repentaglio l’esistenza delle Comunità cristiane e di altre comunità religiose. L’OSCE può vantarsi di essere una delle prime Organizzazioni ad aver lanciato l’allarme e deve mantenere "alta la guardia". I Cristiani, infatti, continuano ad essere vittime di pregiudizi, di stereotipi, di discriminazioni e di violenze. Il disimpegno, dunque, non è un’opzione! Non ci si deve nascondere dietro il principio del consenso, per evitare di agire in modo effettivo. Nemmeno ci si deve accontentare di condanne generiche, ma piuttosto si deve intendere il consenso come uno stimolo a proteggere i diritti fondamentali di ogni credente, di ogni comunità religiosa e - in primis - la libertà religiosa.

Più in generale, per quanto concerne il programma sulla tolleranza, occorre garantire rinnovata energia e sforzi per adempiere gli impegni assunti nell’OSCE e resistere all’espansione unilaterale degli stessi impegni. Un’attenzione indebita ad altri ambiti, servirebbe soltanto a dissipare gli sforzi dell’OSCE e dell’ODIHR ed a rendere più difficile l’assunzione di misure efficaci e tempestive per far fronte a detti impegni che, in buona parte, debbono ancora essere attuati.

La Finlandia è chiamata in modo speciale a ravvivare la coscienza della pregnanza e della portata degli impegni adottati nel processo di Helsinki. In questo spirito, la Santa Sede è lieta di assicurare fin d’ora la sua collaborazione e sostegno alla prossima Presidenza.

Grazie, Signor Presidente.

[01732-01.01] [Testo originale: Inglese]