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L’UDIENZA GENERALE, 26.09.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato ancora sulla figura di San Giovanni Crisostomo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

Al termine il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Continuiamo oggi la nostra riflessione su san Giovanni Crisostomo. Dopo il periodo passato ad Antiochia, nel 397 egli fu nominato Vescovo di Costantinopoli, la capitale dell'Impero romano d'Oriente. Fin dall’inizio, Giovanni progettò la riforma della sua Chiesa: l'austerità del palazzo episcopale doveva essere di esempio per tutti - clero, vedove, monaci, persone della corte e ricchi. Purtroppo, non pochi di essi, toccati dai suoi giudizi, si allontanarono da lui. Sollecito per i poveri, Giovanni fu chiamato anche "l'Elemosiniere". Da attento amministratore, infatti, era riuscito a creare istituzioni caritative molto apprezzate. La sua intraprendenza nei vari campi ne fece per alcuni un pericoloso rivale. Egli, tuttavia, come vero Pastore, trattava tutti in modo cordiale e paterno. In particolare, riservava accenti sempre teneri per la donna e cure speciali per il matrimonio e la famiglia. Invitava i fedeli a partecipare alla vita liturgica, da lui resa splendida e attraente con geniale creatività.

Nonostante il cuore buono, non ebbe una vita tranquilla. Pastore della capitale dell’Impero, si trovò coinvolto spesso in questioni e intrighi politici, a motivo dei suoi continui rapporti con le autorità e le istituzioni civili. Sul piano ecclesiastico, poi, avendo deposto in Asia nel 401 sei Vescovi indegnamente eletti, fu accusato di aver varcato i confini della propria giurisdizione, e diventò così bersaglio di facili accuse. Un altro pretesto contro di lui fu la presenza di alcuni monaci egiziani, scomunicati dal patriarca Teofilo di Alessandria e rifugiatisi a Costantinopoli. Una vivace polemica fu poi originata dalle critiche mosse dal Crisostomo all'imperatrice Eudossia e alle sue cortigiane, che reagirono gettando su di lui discredito e insulti. Si giunse così alla sua deposizione, nel sinodo organizzato dallo stesso patriarca Teofilo nel 403, con la conseguente condanna al primo breve esilio. Dopo il suo rientro, l’ostilità suscitata contro di lui dalla protesta contro le feste in onore dell’imperatrice – che il Vescovo considerava come feste pagane, lussuose –, e la cacciata dei presbiteri incaricati dei Battesimi nella Veglia pasquale del 404 segnarono l'inizio della persecuzione di Crisostomo e dei suoi seguaci, i cosiddetti "Giovanniti".

Allora Giovanni denunciò per lettera i fatti al Vescovo di Roma, Innocenzo I. Ma era ormai troppo tardi. Nell’anno 406 dovette di nuovo recarsi in esilio, questa volta a Cucusa, in Armenia. Il Papa era convinto della sua innocenza, ma non aveva il potere di aiutarlo. Un Concilio, voluto da Roma per una pacificazione tra le due parti dell'Impero e tra le loro Chiese, non poté avere luogo. Lo spostamento logorante da Cucusa verso Pytius, mèta mai raggiunta, doveva impedire le visite dei fedeli e spezzare la resistenza dell'esule sfinito: la condanna all'esilio fu una vera condanna a morte! Sono commoventi le numerose lettere dall'esilio, in cui Giovanni manifesta le sue preoccupazioni pastorali con accenti di partecipazione e di dolore per le persecuzioni contro i suoi. La marcia verso la morte si arrestò a Comana nel Ponto. Qui Giovanni moribondo fu portato nella cappella del martire san Basilisco, dove esalò lo spirito a Dio e fu sepolto, martire accanto al martire (Palladio, Vita 119). Era il 14 settembre 407, festa dell’Esaltazione della santa Croce. La riabilitazione ebbe luogo nel 438 con Teodosio II. Le reliquie del santo Vescovo, deposte nella chiesa degli Apostoli a Costantinopoli, furono poi trasportate nel 1204 a Roma, nella primitiva Basilica costantiniana, e giacciono ora nella cappella del Coro dei Canonici della Basilica di San Pietro. Il 24 agosto 2004 una parte cospicua di esse fu donata dal Papa Giovanni Paolo II al Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli. La memoria liturgica del santo si celebra il 13 settembre. Il beato Giovanni XXIII lo proclamò patrono del Concilio Vaticano II.

Di Giovanni Crisostomo si disse che, quando fu assiso sul trono della Nuova Roma, cioè di Costantinopoli, Dio fece vedere in lui un secondo Paolo, un dottore dell'Universo. In realtà, nel Crisostomo c'è un'unità sostanziale di pensiero e di azione ad Antiochia come a Costantinopoli. Cambiano solo il ruolo e le situazioni. Meditando sulle otto opere compiute da Dio nella sequenza dei sei giorni nel commento della Genesi, il Crisostomo vuole riportare i fedeli dalla creazione al Creatore: "È un gran bene", dice, "conoscere ciò che è la creatura e ciò che è il Creatore". Ci mostra la bellezza della creazione e la trasparenza di Dio nella sua creazione, la quale diventa così quasi una "scala" per salire a Dio, per conoscerlo. Ma a questo primo passo se ne aggiunge un secondo: questo Dio creatore è anche il Dio della condiscendenza (synkatabasis). Noi siamo deboli nel "salire", i nostri occhi sono deboli. E così Dio diventa il Dio della condiscendenza, che invia all'uomo caduto e straniero una lettera, la Sacra Scrittura, cosicché creazione e Scrittura si completano. Nella luce della Scrittura, della lettera che Dio ci ha dato, possiamo decifrare la creazione. Dio è chiamato "padre tenero" (philostorgios) (ibid.), medico delle anime (Omelia 40,3 sulla Genesi), madre (ibid.) e amico affettuoso (Sulla provvidenza 8,11-12). Ma a questo secondo passo — prima la creazione come "scala" verso Dio e poi la condiscendenza di Dio tramite una lettera che ci ha dato, la Sacra Scrittura — si aggiunge un terzo passo. Dio non solo ci trasmette una lettera: in definitiva, scende Lui stesso, si incarna, diventa realmente "Dio con noi", nostro fratello fino alla morte sulla Croce. E a questi tre passi — Dio è visibile nella creazione, Dio ci dà una sua lettera, Dio scende e diventa uno di noi — si aggiunge alla fine un quarto passo. All'interno della vita e dell'azione del cristiano, il principio vitale e dinamico è lo Spirito Santo (Pneuma), che trasforma le realtà del mondo. Dio entra nella nostra stessa esistenza tramite lo Spirito Santo e ci trasforma dall'interno del nostro cuore.

Su questo sfondo, proprio a Costantinopoli Giovanni, nel commento continuato degli Atti degli Apostoli, propone il modello della Chiesa primitiva (At 4,32-37) come modello per la società, sviluppando un’ "utopia" sociale (quasi una "città ideale"). Si trattava infatti di dare un'anima e un volto cristiano alla città. In altre parole, Crisostomo ha capito che non è sufficiente fare elemosina, aiutare i poveri di volta in volta, ma è necessario creare una nuova struttura, un nuovo modello di società; un modello basato sulla prospettiva del Nuovo Testamento. È la nuova società che si rivela nella Chiesa nascente. Quindi Giovanni Crisostomo diventa realmente così uno dei grandi Padri della Dottrina Sociale della Chiesa: la vecchia idea della "polis" greca va sostituita da una nuova idea di città ispirata alla fede cristiana. Crisostomo sosteneva con Paolo (cfr 1 Cor 8, 11) il primato del singolo cristiano, della persona in quanto tale, anche dello schiavo e del povero. Il suo progetto corregge così la tradizionale visione greca della "polis", della città, in cui larghi strati della popolazione erano esclusi dai diritti di cittadinanza, mentre nella città cristiana tutti sono fratelli e sorelle con uguali diritti. Il primato della persona è anche la conseguenza del fatto che realmente partendo da essa si costruisce la città, mentre nella "polis" greca la patria era al di sopra del singolo, il quale era totalmente subordinato alla città nel suo insieme. Così con Crisostomo comincia la visione di una società costruita dalla coscienza cristiana. Ed egli ci dice che la nostra "polis" è un'altra, "la nostra patria è nei cieli" (Fil 3, 20) e questa nostra patria anche in questa terra ci rende tutti uguali, fratelli e sorelle, e ci obbliga alla solidarietà.

Al termine della sua vita, dall'esilio ai confini dell'Armenia, "il luogo più remoto del mondo", Giovanni, ricongiungendosi alla sua prima predicazione del 386, riprese il tema a lui caro del piano che Dio persegue nei confronti dell'umanità: è un piano "indicibile e incomprensibile", ma sicuramente guidato da Lui con amore (cfr Sulla provvidenza 2,6). Questa è la nostra certezza. Anche se non possiamo decifrare i dettagli della storia personale e collettiva, sappiamo che il piano di Dio è sempre ispirato dal suo amore. Così, nonostante le sue sofferenze, il Crisostomo riaffermava la scoperta che Dio ama ognuno di noi con un amore infinito, e perciò vuole la salvezza di tutti. Da parte sua, il santo Vescovo cooperò a questa salvezza generosamente, senza risparmiarsi, lungo tutta la sua vita. Considerava infatti ultimo fine della sua esistenza quella gloria di Dio, che – ormai morente – lasciò come estremo testamento: "Gloria a Dio per tutto!" (Palladio, Vita 11).

[01320-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Nous poursuivons notre réflexion sur saint Jean Chrysostome. Dès qu’il fut nommé Évêque de Constantinople, il réforma son Église. Il donna à tous le témoignage d’une vie austère, dans une grande attention aux pauvres, aux femmes et à l’institution familiale. Il invitait les fidèles à participer à la vie liturgique, rendue par lui magnifique et attrayante en raison de sa créativité géniale. La déposition de six évêques élus illégitimement et ses critiques à l’égard de l’Impératrice Eudoxie et de sa cour furent des prétextes pour que le Synode patriarcal le dépose lui-même et le contraigne à un bref exil. Suscitant l’hostilité par ses prises de position, Jean Chrysostome dut à nouveau s’exiler en Arménie, malgré l’appel à l’Évêque de Rome, Innocent I, qui était convaincu de son innocence. De son exil, il écrivit de nombreuses lettres, qui manifestent ses préoccupations pastorales. Il mourut le 14 septembre 407. Sa réhabilitation eut lieu en 438.

Chez Jean Chrysostome, parfois considéré comme un second saint Paul, nous voyons une unité entre pensée et action. Son enseignement renvoie à Dieu, Créateur et Sauveur, et à l’Esprit Saint, principe vital et dynamique de l’existence et de l’action du chrétien. Il invite sans cesse les fidèles à la conversion de la pensée et de l’agir. Il propose comme idéal de société l’Église primitive, appelant à donner une âme et un esprit chrétiens à la cité, avec le souci de chacun. En tout, Jean Chrysostome proclame que Dieu aime infiniment chacun et qu’il veut le salut de tous.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents à cette audience, en particulier Mgr Guy Thomazeau, Archevêque de Montpellier avec des pèlerins de Béziers, le groupe de Frères Maristes en année de formation permanente, les jeunes de Tours et les pèlerins de La Réunion. Puisse votre séjour à Rome vous donner l’occasion de découvrir davantage le Seigneur, qui nous aime et qui veut nous sauver.

[01321-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today we continue our reflections on Saint John Chrysostom. In 397, when he became Bishop of Constantinople, he set an example to the people of the city by his simplicity of life and his constant concern for the poor. He did not hesitate to speak out against corrupt or pagan practices, even in the Imperial Court, and for this he was sent into exile. In his teaching, he showed how our wonder at the beauty of creation should lead us to give glory to the Creator. Yet God is also a tender father, a healer of souls and an affectionate friend. The Creator of the Universe loved us so much that he did not spare his only Son. The Holy Spirit also features prominently in Saint John’s writings – the life-force that transforms the world and gives wings to those Christians who are docile to the Spirit’s promptings. This authoritative teaching earned Saint John Chrysostom the title of a second Saint Paul, Teacher of the Universe. The exiled bishop continued until his death to proclaim the infinite love of God, who wants all to be saved. With his last breath he spoke of the ultimate end of human life – the glory of God. Let us learn from Saint John’s example to love Christ in the poor and to bear faithful witness to the truth of the Gospel.

I extend a warm welcome to all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s Audience, including groups from Britain and Ireland, New Zealand, Thailand, and North America. I greet in particular the new students from the Venerable English College and the priests from Ireland who are taking part in a renewal course here in Rome. May the time that you spend in this city deepen your love for Christ and his Church, and may God’s blessings of peace and joy be with you always!

[01322-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Im Anschluß an die Katechese der vergangenen Woche wollen wir uns auch heute mit dem hl. Johannes Chrysostomus befassen. Der Einsiedler und spätere Priester und Prediger wurde im Jahr 397 Bischof der Reichshauptstadt Konstantinopel. Dort bemühte er sich um die Erneuerung der Kirche, sorgte sich um die Armen und setzte sich in Wort und Tat für eine christlich geprägte Gesellschaft ein. Damit machte er sich allerdings auch Feinde, die bei jeder Gelegenheit gegen ihn und die ihm verbundenen Gläubigen vorgingen. Im Jahre 406 mußte er seinen Bischofssitz endgültig verlassen und starb noch auf dem Weg in die Verbannung am 14. September 407. Schon wenige Jahrzehnte später folgte seine Rehabilitierung und begann seine Verehrung als Heiliger im Osten und im Westen. Von großem Interesse ist, wie dieser Kirchenvater, ausgehend von einem tiefen Verständnis der Schöpfung und des göttlichen Heilsplans, entgegen verbreiteter Ansichten seiner Zeit die Würde eines jeden Menschen und die Ausrichtung des Irdischen auf die ewige, himmlische Heimat betonte.

Einen frohen Gruß richte ich an die Pilger aus Deutschland, Österreich, aus der Schweiz, aus Südtirol und auch aus den Niederlanden. Ich grüße die vielen Gruppen und heute besonders die Schulgemeinschaft des Gymnasiums St. Kaspar in Neuenheerse. Das Leben des heiligen Johannes Chrysostomus, der sich als Prediger und Hirte ganz in den Dienst der Liebe Gottes gestellt hat, sei für euch alle Ermutigung und Ansporn! Der Herr begleite euch mit seinem Segen.

[01323-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Continuamos hoy la catequesis sobre san Juan Crisóstomo. Nombrado Obispo de Constantinopla proyectó la reforma de su Iglesia. La austeridad del palacio episcopal debía ser ejemplo para todos. Por su solicitud con los pobres fue llamado el "Limosnero". Trataba a todos paternalmente, especialmente a las familias. No obstante su bondad, fue víctima de intrigas políticas, siendo condenado al exilio, desde el cual escribió numerosas cartas pastorales.

Meditando el libro del Génesis, guía a los fieles de la creación al Creador, que es el Dios de la condescendencia, y por eso llamado también "padre tierno", médico de las almas, madre y amigo afectuoso. Une a Dios Creador y Dios Salvador, ya que Dios deseó tanto la salvación del hombre que no se reservó a su único Hijo. Comentando los Hechos de los Apóstoles propone el modelo de la Iglesia primitiva, desarrollando una utopía social, casi una "ciudad ideal". Trataba de dar un rostro cristiano a la ciudad, afrontando los principales problemas, especialmente las relaciones entre ricos y pobres, a través de una inédita solidaridad.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, especialmente a los sacerdotes del Pontificio Colegio Mexicano, a los diversos grupos parroquiales, al Centro de Capacitación de Toledo, así como a los demás peregrinos venidos de España, México, Chile, Argentina y de otros países latinoamericanos. Que las enseñanzas de san Juan Crisóstomo nos ayuden a descubrir el amor infinito con que Dios nos ama y que quiere la Salvación de todos los hombres. Muchas gracias.

[01324-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghes

Amados peregrinos de língua portuguesa, possa a vossa vinda a Roma cumprir-se nas vestes de um verdadeiro peregrino que, sabendo de não possuir ainda o seu Bem maior, põe-se a caminho decidido a encontrá-Lo! Sabei que Deus Se deixa encontrar por quantos assim O procuram; e, com Ele e n’Ele, a vossa vida não poderá deixar de ser feliz. Sobre vós e vossas famílias desça a minha Bênção. Ide com Deus!

[01326-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam obecnych tu Polaków. Św. Jan Chryzostom życiem i nauczaniem dawał świadectwo, że Bóg kocha każdego i każdą z nas nieskończoną miłością i pragnie zbawienia wszystkich. Niech pobyt w Rzymie pomaga wam z wiarą przeżywać tę prawdę. Niech Bóg wam błogosławi.

[Saluto i polacchi qui presenti. San Giovanni Crisostomo con la sua vita e la parola diede la testimonianza che Dio ama ognuno e ognuna di noi con un amore infinito, e vuole la salvezza di tutti. La presenza a Roma vi aiuti a vivere in fede questa verità. Dio vi benedica.]

[01327-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ceca

Srdečně vítám poutníky z Čech a Moravy, zejména z farnosti Jimramov! Pozítří oslavíme patrona české církve, mučedníka svatého Václava. Zůstaňte vždy věrni duchovnímu odkazu tohoto velikána dějin vaší vlasti! Upřímně vám žehnám. Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Boemia e della Moravia, in particolare ai parrocchiani di Jimramov. Dopodomani festeggeremo il Patrono della Chiesa Ceca, San Venceslao, martire. Rimanete sempre fedeli all'eredità spirituale di questo gigante della storia della vostra Patria! Di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01328-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou pozdravujem účastníkov Druhej púte Ordinariátu ozbrojených síl a zborov pod vedením jeho biskupa Františka Rábeka, študentov Gymnázia svätého Tomáša Akvinského z Košíc ako aj pútnikov z Bratislavy, Nitry, Mokroluhu, Tarnova a Piešťan. Drahí bratia a sestry, uisťujem vás o mojej modlitbe za vás. Prijmite Apoštolské požehnanie, ktoré vďačne udeľujem všetkým vám i vašim drahým. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto con affetto i partecipanti al Secondo pellegrinaggio dell’Ordinariato militare guidato dal loro Vescovo S.E. Mons. František Rábek, gli studenti del Ginnasio di S. Tommaso d’Aquino di Košice come pure i pellegrini provenienti da Bratislava, Nitra, Mokroluh, Tarnov e Piešťany. Cari fratelli e sorelle, vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e volentieri imparto la Benedizione Apostolica a tutti voi ed ai vostri familiari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01329-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način vjernike župe Svetoga Petra i Pavla iz Mačkovca. Redovito pristupajući sakramentima Pomirenja i Euharistije, čuvajte svoje zajedništvo s Kristom i njegovom Crkvom. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto i pellegrini croati, in modo speciale i fedeli della parrocchia di San Pietro e Paolo di Mačkovec. Ricevendo frequentemente i Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, potrete custodire la vostra comunione con Cristo e con la sua Chiesa. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01330-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, sono lieto di accogliere i sacerdoti dei Pontifici Collegi San Pietro e San Paolo, provenienti da vari Paesi, come pure i Legionari di Cristo, ed auguro a ciascuno un sereno e proficuo impegno di studio. Saluto poi i fedeli della parrocchia Santa Maria Assunta, in Gioia dei Marsi, i rappresentanti dell’Unione Consoli Onorari d’Italia e l’Associazione Ragazzi del Cielo-Ragazzi della terra. Auspico che da questa sosta presso le tombe degli Apostoli, tutti possano ricavare abbondanti frutti sia per la vita personale che per quella comunitaria.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. L'esempio di carità di san Vincenzo de' Paoli, di cui domani faremo memoria, incoraggi voi, cari giovani, a progettare il vostro futuro come un generoso servizio al prossimo. Aiuti voi, cari malati, a trovare nella sofferenza il conforto di Cristo. E solleciti voi, cari sposi novelli, a conservare nella vostra famiglia una costante attenzione ai poveri.

[01325-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0493-XX.01]