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CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI WIEN/SCHWECHAT DISCORSO DEL SANTO PADRE
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
All’arrivo all’aeroporto internazionale di Wien/Schwechat, previsto per le ore 11.15, il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica, S.E. il Sig. Heinz Fischer, dal Cancelliere della Repubblica, Sig. Alfred Gusembauer, da numerose Autorità politiche e civili, e dall’Arcivescovo di Wien, Em.mo Card. Christoph Schönborn, con i Vescovi austriaci.
Dopo il saluto del Presidente dell’Austria, S.E. il Sig. Heinz Fischer, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Sehr geehrter Herr Bundespräsident,
sehr geehrter Herr Bundeskanzler,
verehrter Herr Kardinal,
liebe Mitbrüder im Bischofsamt,
sehr geehrte Damen und Herren,
liebe junge Freunde!
Mit großer Freude betrete ich heute zum ersten Mal seit Beginn meines Pontifikates den Boden Österreichs, des Landes, das mir nicht nur wegen der geographischen Nähe zum Ort meiner Geburt vertraut ist. Ihnen, verehrter Herr Bundespräsident, danke ich für die freundlichen Worte, mit denen Sie mich soeben im Namen des ganzen österreichischen Volkes willkommen geheißen haben. Sie wissen, wie sehr ich Ihrer Heimat und vielen Menschen und Stätten in Ihrem Lande verbunden bin. Dieser kulturelle Raum in der Mitte Europas überwindet manche Grenzen und führt Anregungen und Kräfte aus verschiedenen Teilen des Kontinents zusammen. Und die Kultur dieses Landes ist wesentlich geprägt von der Botschaft Jesu Christi und dem Wirken der Kirche in seinem Namen. All dies und vieles mehr schenkt mir das lebendige Empfinden, unter Ihnen, liebe Österreicherinnen und Österreicher, ein wenig „daheim“ zu sein.
Der Anlaß meines Kommens nach Österreich ist das 850-Jahr-Jubiläum der Gnadenstätte von Mariazell. Dieses Heiligtum der Muttergottes repräsentiert gewissermaßen das mütterliche Herz Österreichs und hat seit alters eine besondere Bedeutung auch für die Ungarn und für die slawischen Völker. Es ist Symbol einer Offenheit, die nicht nur geographische und nationale Grenzen überwindet, sondern in der Person Marias auf eine ganz wesentliche Dimension des Menschen verweist: seine Fähigkeit sich Gott und seinem Wort der Wahrheit zu öffnen!
Mit dieser Blickrichtung möchte ich in diesen drei Tagen hier in Österreich nach Mariazell pilgern. Das Wallfahren hat in den letzten Jahren bei vielen Menschen verstärktes Interesse gefunden. Im pilgernden Unterwegssein finden gerade auch junge Menschen einen neuen Weg der Besinnung; sie begegnen einander und miteinander der Schöpfung, aber auch der Geschichte des Glaubens und erfahren ihn oft unerwartet als Kraft der Gegenwart. Meine Pilgerfahrt nach Mariazell verstehe ich als Mitpilgern mit den Pilgern unserer Zeit. In diesem Geist werde ich in Kürze im Zentrum Wiens das gemeinsame Gebet anstimmen, das diese Tage im ganzen Land gleichsam als geistliche Pilgerschaft begleiten soll.
Mariazell steht nicht nur für eine 850jährige Geschichte, sondern zeigt aus der Erfahrung der Geschichte – und vor allem durch den mütterlichen Hinweis der Gnadenstatue auf Christus – auch den Weg in die Zukunft. Aus dieser Perspektive möchte ich mit den politischen Repräsentanten dieses Landes und Vertretern der internationalen Organisationen heute noch einen Blick auf unsere Gegenwart und Zukunft werfen.
Der morgige Tag wird mich zum Fest Mariä Geburt, dem Patrozinium von Mariazell, an den Gnadenort selbst führen. In der Eucharistiefeier vor der Basilika werden wir uns dem Hinweis Mariens folgend um Christus scharen, der in unsere Mitte tritt. Wir bitten ihn, ihn immer klarer schauen zu dürfen, ihn in unseren Mitmenschen zu erkennen, ihm in ihnen zu dienen und mit ihm den Weg zum Vater zu gehen. Als Pilger am Gnadenort werden wir im Gebet und über die Medien mit allen Gläubigen und Menschen guten Willens hier im Lande und weit darüber hinaus verbunden sein.
Pilgerschaft ist ja nicht nur der Weg zu einem Heiligtum hin. Wesentlich ist auch der Weg zurück in den Alltag. Unser wöchentlicher Alltag beginnt mit dem Sonntag – dem befreienden Geschenk Gottes, das wir annehmen und wahren wollen. So feiern wir diesen Sonntag im Hohen Dom von St. Stephan – dabei sind wir auch mit allen verbunden, die in den Pfarren Österreichs und der ganzen Welt die hl. Eucharistie feiern.
Meine Damen und Herren! Ich weiß, daß das Geschenk des freien Sonntags und ein guter Teil der Freizeit in Österreich von zahlreichen Menschen zum freiwilligen Einsatz für andere genutzt wird. Auch solches Engagement, freigebig und selbstlos hingeschenkt zum Wohl und Heil der anderen, kennzeichnet den Pilgerweg unseres Lebens. Wer auf den Nächsten „schaut“ – ihn sieht und ihm Gutes erweist – schaut auf Christus und dient ihm. Von Maria geführt und ermutigt, wollen wir unseren christlichen Blick schärfen für die Herausforderungen, denen wir uns im Geist des Evangeliums stellen müssen, und dankbar und hoffnungsfroh aus einer manchmal schweren, aber immer auch begnadeten Vergangenheit in eine verheißungsvolle Zukunft aufbrechen.
Sehr geehrter Herr Bundespräsident, liebe Freunde! Ich freue mich auf diese Tage in Österreich und sage zu Beginn meiner Pilgerreise Ihnen und Euch allen ein herzliches „Grüß Gott!“.
[01229-05.02] [Originalsprache: Deutsch]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Signor Presidente Federale,
Signor Cancelliere Federale,
venerato Signor Cardinale,
cari Confratelli nell’Episcopato,
illustri Signore e Signori,
cari giovani amici!
Con grande gioia metto oggi piede, per la prima volta dopo l’inizio del mio Pontificato, in terra d’Austria, in un Paese che mi è familiare a causa della vicinanza geografica al luogo della mia nascita, e non soltanto per questo. La ringrazio, Signor Presidente Federale, per le cordiali parole con cui, in nome dell’intero Popolo austriaco, mi ha rivolto il Suo benvenuto. Lei sa quanto mi senta legato alla Sua Patria e a molte persone e luoghi del Suo Paese. Questo spazio culturale nel centro dell’Europa supera frontiere e congiunge impulsi e forze di varie parti del Continente. La cultura di questo Paese è essenzialmente permeata dal messaggio di Gesù Cristo e dall’azione che la Chiesa ha svolto nel suo nome. Tutto ciò e ancora molte altre cose mi danno la viva impressione di essere tra voi, cari Austriaci, un po’ “a casa”.
Il motivo della mia venuta in Austria è l’850o anniversario del luogo sacro di Mariazell. Tale Santuario della Madonna rappresenta in certo qual modo il cuore materno dell’Austria e possiede da sempre una particolare importanza anche per gli Ungheresi e per i Popoli slavi. È simbolo di un’apertura che non supera solo frontiere geografiche e nazionali, ma nella persona di Maria rimanda ad una dimensione essenziale dell’uomo: la capacità di aprirsi alla Parola di Dio ed alla sua verità.
Con questa prospettiva, durante i prossimi tre giorni, desidero compiere qui in Austria il mio pellegrinaggio verso Mariazell. Negli ultimi anni si costata con gioia un crescente interesse da parte di tante persone per il pellegrinaggio. Nell’essere in cammino durante un pellegrinaggio, proprio anche i giovani trovano una via nuova di riflessione meditativa; fanno conoscenza gli uni degli altri e insieme si ritrovano davanti alla creazione, ma anche davanti alla storia della fede che, non di rado, inaspettatamente sperimentano come una forza per il presente. Intendo il mio pellegrinaggio verso Mariazell come un essere in cammino insieme ai pellegrini del nostro tempo. In questo senso inizierò fra poco al centro di Vienna la preghiera comune che, quasi come pellegrinaggio spirituale, accompagnerà queste giornate in tutto il Paese.
Mariazell rappresenta non solo una storia di 850 anni, ma in base all’esperienza della storia – e soprattutto in virtù del rimando materno della Statua miracolosa a Cristo – indica anche la strada verso il futuro. In questa prospettiva vorrei oggi, insieme con le Autorità politiche di questo Paese e con i rappresentanti delle Organizzazioni internazionali, gettare ancora uno sguardo sul nostro presente e sul nostro futuro.
Il giorno di domani mi porterà per la festa della Natività di Maria, la Festa patronale di Mariazell, a quel Luogo di grazia. Nella Celebrazione eucaristica davanti alla Basilica ci riuniremo, secondo l’indicazione di Maria, intorno a Cristo che viene in mezzo a noi. A Lui chiederemo di poterLo contemplare sempre più chiaramente, di riconoscerLo nei nostri fratelli, di servirLo in loro e di andare insieme con Lui verso il Padre. Come pellegrini al Santuario, nella preghiera e attraverso i mezzi di comunicazione, saremo uniti a tutti i fedeli e agli uomini di buona volontà qui nel Paese e ampiamente oltre i suoi confini.
Pellegrinaggio non significa soltanto cammino verso un Santuario. Essenziale è anche il cammino di ritorno verso la quotidianità. La nostra vita quotidiana di ogni settimana comincia con la Domenica – dono liberatorio di Dio che vogliamo accogliere e custodire. Celebreremo così questa Domenica nella Basilica di Santo Stefano – in comunione con tutti coloro che nelle parrocchie dell’Austria e in tutto il mondo si raccoglieranno per la Santa Messa.
Signore e Signori! So che in Austria la Domenica, in quanto giorno libero dal lavoro, ed anche i tempi liberi in altri giorni della settimana vengono in parte usati da molte persone per un impegno volontario a servizio degli altri. Anche un simile impegno, offerto con generosità e disinteresse per il bene e la salvezza degli altri, segna il pellegrinaggio della nostra vita. Chi “guarda” al prossimo – lo vede e gli fa del bene – guarda a Cristo e Lo serve. Guidati ed incoraggiati da Maria vogliamo aguzzare il nostro sguardo cristiano in vista delle sfide da affrontare nello spirito del Vangelo e, pieni di gratitudine e di speranza, da un passato a volte difficile, ma sempre anche ricco di grazia, ci incamminiamo verso un futuro colmo di promesse.
Signor Presidente Federale, cari amici! Mi rallegro di queste giornate in Austria e all’inizio del mio pellegrinaggio saluto Lei e tutti voi con un cordiale “Grüß Gott!”.
[01229-01.02] [Testo originale: Tedesco]
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Mr President,
Mr Chancellor,
Your Eminence,
Dear Brother Bishops,
Ladies and Gentlemen,
Dear young friends!
With great joy I am now setting foot, for the first time since the beginning of my Pontificate, in the land of Austria, a country which I know well, not least from its geographical closeness to my birthplace. I thank you, Mr President, for the cordial words with which you have welcomed me in the name of the whole Austrian people. You know how close I feel to your native land and to many of the people and places in your country. This cultural space in the heart of Europe transcends borders and brings together ideas and energies from various parts of the continent. The culture of this country is deeply imbued with the message of Jesus Christ and the activity which the Church has carried out in his name. All this, and much more, gives me a vivid sense, dear Austrian friends, of being “at home” here in your midst.
The reason for my coming to Austria is the 850th anniversary of the shrine of Mariazell. This Marian sanctuary in some way represents the maternal heart of Austria, and has always had a particular importance also for Hungarians and the Slavic peoples. It symbolizes an openness which not only transcends physical and national frontiers, but, in the person of Mary, reminds us of an essential dimension of human beings: their capacity for openness to God and his word of truth.
In this way, I would like, during these three days here in Austria, to go as a pilgrim to Mariazell. In recent years, I have been pleased to notice among many people an increased interest in the idea of pilgrimage. Journeying as pilgrims, young people in particular have found a new way to reflect and meditate; they come to know one another and together they encounter creation and the history of faith which, often and perhaps unexpectedly, they experience as a source of strength for the present. I intend my pilgrimage to Mariazell to be a journey made in the company of all the pilgrims of our time. In this spirit I will soon lead the people in prayer in the centre of Vienna, prayer which, like a spiritual pilgrimage, will accompany these days throughout your country.
Mariazell does not only represent 850 years of history, but shows us on the basis of that history – as reflected in the statue of the Blessed Mother pointing to Christ her Son – the way to the future. In view of this, today I would like, along with Austria’s political authorities and the representatives of international organizations, to take another look at our present and our future.
Tomorrow, the Feast of the Nativity of Mary, the patronal feast of Mariazell, will bring me to that holy place. In the Eucharistic celebration in front of the Basilica we will gather, as Mary has shown us, around Christ who comes into our midst. We will ask him to help us better to contemplate him, to see him in our brothers and sisters, to serve him in them, and to walk with him on the way that leads to the Father. As pilgrims to the Shrine, we will be united in prayer and, thanks to the communications media, united also with the faithful and all men and women of good will within this country and far beyond its borders.
Pilgrimage means more than just journeying to a shrine. The journey back to our everyday life is also fundamental. Each week of our ordinary life begins with Sunday – with this liberating gift of God which we wish to receive and treasure. And so we will celebrate Mass this Sunday in Saint Stephen’s Cathedral – in communion with all those gathered for Holy Mass in the parish churches of Austria and throughout the world.
Ladies and Gentlemen! I know that in Austria many people, on Sunday, the day of rest from work, and during their free time on other days of the week, engage in volunteer work and service to others. Such commitment, offered generously and disinterestedly for the welfare of others, also marks the pilgrimage of our life. Whoever, “looks to” his neighbour – seeing him and helping him – looks to Christ and serves him. Guided and encouraged by Mary, we wish to sharpen our gaze as Christians, in order to see the challenges which need to be met in the spirit of the Gospel and, full of gratitude and hope, to walk from a past which has been at times difficult, yet always filled with grace, towards a future of promise.
Mr. President, dear Friends! I am looking forward to spending these days in Austria. At the beginning of my pilgrimage, I greet all of you with a heartfelt Grüß Gott!
[01229-02.02] [Original text: German]
Conclusa la cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Wien/Schwechat, il Papa si trasferisce in auto al Convento delle Suore Salesiane della Visitazione di Maria, a Wien.
[B0457-XX.02]