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L’UDIENZA GENERALE, 30.11.2005


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Salmo 136,1-6 - Sui fiumi di Babilonia - Vespri del Martedì della 4a Settimana (Lettura: Sal 136,1-2.4-6).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Infine il Santo Padre pronuncia un appello in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids che ricorre domani, 1° dicembre.

L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. In questo primo mercoledì di Avvento, tempo liturgico di silenzio, vigilanza e preghiera in preparazione al Natale, meditiamo il Salmo 136, divenuto celebre nella versione latina del suo avvio, Super flumina Babylonis. Il testo evoca la tragedia vissuta dal popolo ebraico durante la distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 586 a.C., e il successivo e conseguente esilio babilonese. Siamo di fronte a un canto nazionale di dolore, segnato da un’asciutta nostalgia per ciò che si è perso.

Questa accorata invocazione al Signore, perché liberi i suoi fedeli dalla schiavitù babilonese, esprime bene anche i sentimenti di speranza e di attesa della salvezza con i quali abbiamo iniziato il nostro cammino di Avvento.

La prima parte del Salmo (cfr vv. 1-4) ha come sfondo la terra d’esilio, coi suoi fiumi e canali, quelli appunto che irrigavano la pianura babilonese, sede dei deportati ebrei. È quasi l’anticipazione simbolica dei campi di sterminio nei quali il popolo ebraico – nel secolo che abbiamo appena lasciato alle spalle – fu avviato attraverso un’operazione infame di morte, che è rimasta come una vergogna indelebile nella storia dell’umanità.

La seconda parte del Salmo (cfr vv. 5-6) è, invece, pervasa dal ricordo amoroso di Sion, la città perduta ma viva nel cuore degli esuli.

2. Coinvolti sono, nelle parole del Salmista, la mano, la lingua, il palato, la voce, le lacrime. La mano è indispensabile per il suonatore di cetra: ma ormai essa è paralizzata (cfr v. 5) dal dolore, anche perché le cetre sono appese ai salici.

La lingua è necessaria al cantore, ma ora è attaccata al palato (cfr v. 6). Invano gli aguzzini babilonesi «chiedono parole di canto… canzoni di gioia» (v. 3). I «canti di Sion» sono «canti del Signore» (vv. 3-4), non sono canzoni folcloristiche e da spettacolo. Solo nella liturgia e nella libertà di un popolo possono salire al cielo.

3. Dio, che è l’arbitro ultimo della storia, saprà comprendere e accogliere secondo la sua giustizia anche il grido delle vittime, al di là degli accenti aspri che a volte esso assume.

Vorremmo affidarci a sant’Agostino per un’ulteriore meditazione sul nostro Salmo. In essa il grande Padre della Chiesa introduce una nota sorprendente e di grande attualità: egli sa che anche tra gli abitanti di Babilonia ci sono persone che s’impegnano per la pace e per il bene della comunità, pur non condividendo la fede biblica, non conoscendo cioè la speranza della Città eterna alla quale noi aspiriamo. Essi portano in sé una scintilla di desiderio dell’ignoto, del più grande, del trascendente, di una vera redenzione. Ed egli dice che anche tra i persecutori, tra i non credenti, si trovano persone con questa scintilla, con una specie di fede, di speranza, per quanto è loro possibile nelle circostanze in cui vivono. Con questa fede anche in una realtà non conosciuta, essi sono realmente in cammino verso la vera Gerusalemme, verso Cristo. E con questa apertura di speranza anche per i babilonesi - come Agostino li chiama - per quelli che non conoscono Cristo, e neppure Dio, e tuttavia desiderano l’ignoto, l’eterno, egli ammonisce anche noi di non fissarci semplicemente sulle cose materiali dell’attimo presente, ma di perseverare nel cammino verso Dio. Solo con questa speranza più grande possiamo anche, nel modo giusto, trasformare questo mondo. Sant’Agostino lo dice con queste parole: «Se siamo cittadini di Gerusalemme… e dobbiamo vivere in questa terra, nella confusione del mondo presente, nella presente Babilonia, dove non dimoriamo da cittadini ma siamo tenuti prigionieri, bisogna che quanto detto dal Salmo non solo lo cantiamo ma lo viviamo: cosa che si fa con una aspirazione profonda del cuore, pienamente e religiosamente desideroso della città eterna».

Ed aggiunge riguardo alla «città terrestre chiamata Babilonia»: essa «ha persone che, mosse da amore per lei, si industriano per garantirne la pace - pace temporale - non nutrendo in cuore altra speranza, riponendo anzi in questo tutta la loro gioia, senza ripromettersi altro. E noi li vediamo fare ogni sforzo per rendersi utili alla società terrena. Ora, se si adoperano con coscienza pura in queste mansioni, Dio non permetterà che periscano con Babilonia, avendoli predestinati ad essere cittadini di Gerusalemme: a patto però che, vivendo in Babilonia, non ne ambiscano la superbia, il fasto caduco e l'indisponente arroganza... Egli vede il loro asservimento e mostrerà loro quell’altra città, verso la quale debbono veramente sospirare e indirizzare ogni sforzo» (Esposizioni sui Salmi, 136,1-2: Nuova Biblioteca Agostiniana, XXVIII, Roma 1977, pp. 397.399).

E preghiamo il Signore che in tutti noi si risvegli questo desiderio, questa apertura verso Dio, e che anche quelli che non conoscono Cristo possano essere toccati dal suo amore, cosicché tutti insieme siamo in pellegrinaggio verso la Città definitiva e la luce di questa Città possa apparire anche in questo nostro tempo e in questo nostro mondo.

[01529-01.03] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Nous méditons aujourd’hui le Psaume 136, qui évoque la tragédie vécue par le peuple juif lors de la destruction de Jérusalem, en 586 avant Jésus Christ, et l’exil à Babylone qui a suivi. C’est un cantique de douleur, une supplication pour que le Seigneur libère ses fidèles de l’esclavage.

La première partie du psaume a pour fond la terre d’exil, séjour des déportés. Elle est presque l’anticipation symbolique des camps d’extermination où, au siècle dernier, le peuple juif a été envoyé pour une infâme opération de mort, qui demeure comme une honte indélébile dans l’histoire de l’humanité.

La seconde partie du psaume, au contraire, est pénétrée du souvenir amoureux de Sion, la ville perdue mais vivante au cœur des exilés. Ce psaume exprime bien les sentiments d’espérance et d’attente du salut par lesquels nous avons commencé notre chemin de l’Avent.

Je suis heureux d’accueillir ce matin les pèlerins francophones, particulièrement le groupe d’études de l’Assemblée nationale française et les représentants de la Fédération française de la presse catholique. Que ce temps de l’Avent permette à chacun de se préparer à accueillir le Sauveur qui vient nous libérer, pour nous permettre d’avancer sans crainte vers le Père miséricordieux.

[01530-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Psalm 136, the subject of this week’s catechesis, is a song of lamentation for the destruction of Jerusalem and the Babylonian Exile, a heartfelt prayer for liberation and an expression of longing for the Holy City. Its evocation of Babylon as a place of slavery and sorrow can be seen as a symbolic foreshadowing of the horrors of the death camps of the last century, in which the Jewish people were destined to extermination. In their grief, the exiles are no longer able to sing "the songs of the Lord," which can only rise up to God in freedom and in the setting of liturgical prayer. During this Advent season, the Church reads this Psalm, with its plea for liberation and its nostalgic yearning for the Holy City, as an expression of her own prayerful hope for the Lord’s coming. As Saint Augustine tells us, we are called not only to sing this Psalm, but to live it, by lifting up our hearts with profound religious longing for the heavenly Jerusalem.

I offer a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, and in particular to the various student groups. May this Advent be for all of you a time of reflection, prayer and joyful expectation in preparation for the mystery of Christmas. Upon you and your families I cordially invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

[01531-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Unsere erste Katechese im Advent – der Zeit der Stille, des Wachens und des Betens in der Vorbereitung auf Weihnachten – gilt dem Psalm 137. Dieses Lied handelt vom leidvollen Weg des Volkes Israel in der babylonischen Gefangenschaft und von seiner Sehnsucht nach der Heimat.

Angesichts der Verbannung versagen dem Psalmisten Stimme, Mund und Hand: „Wie könnten wir singen die Lieder des Herrn, fern, auf fremder Erde?" (V. 4). Israels Lieder vom Zion sind kein Spektakel zur Unterhaltung der Peiniger; sie können nur in der Freiheit und zum Lob Gottes erklingen. Der Herr zeigt denen, die sich mit reinem Gewissen um das irdische Wohl der Menschen mühen, den Ort, den sie ersehnen und auf den sie ihr ganzes Streben ausrichten müssen.

Einen frohen Gruß richte ich an alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Durch die Taufe sind wir Glieder des mystischen Leibes Christi, der Kirche, und werden zu Bürgern des himmlischen Jerusalems. Tragt die Gewißheit dieser hohen Berufung in eurem Herzen. So könnt ihr mit Gottes Hilfe die Herausforderungen des irdischen Lebens meistern. – In dieser adventlichen Zeit begleite euch der Herr mit seinem Segen!

[01532-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El salmo que hoy se ha proclamado, evoca la tragedia vivida por el pueblo hebreo durante la destrucción de Jerusalén y la deportación a Babilonia. Contiene una dolorosa invocación al Señor, llena de nostalgia por el recuerdo amoroso de Sión, la ciudad perdida, en la que se expresan bien los sentimientos de esperanza y expectación de la salvación que señalan el tiempo de adviento, tiempo litúrgico de silencio, vigilancia y oración, como preparación al nacimiento de Cristo.

Así pues, puesto que somos ciudadanos de la Jerusalén celestial, vivimos, según afirma San Agustín, como prisioneros en el mundo presente, en esta tierra de confusión; por eso es necesario que «no sólo cantemos lo que se dice en el Salmo sino que lo vivamos: lo cual se realiza en la aspiración profunda de un corazón plena y religiosamente deseoso de la ciudad eterna».

Saludo cordialmente a los visitantes y peregrinos de lengua española, en particular a las Religiosas de María Inmaculada, reunidas en Capítulo general, a los cofrades de la Hermandad de Santa Marta de España, así como a los peregrinos de México y de otros Países latinoamericanos. Al comienzo del Adviento os animo a prepararos con alegría para que el Señor encuentre en vuestros corazones una digna morada llena de amor y esperanza. Muchas gracias.

[01533-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam obecnych tu Polaków. Szczególnie witam biskupów, będących w Rzymie z okazji wizyty ad limina Apostolorum. Życzę wszystkim, którzy nawiedzają groby Apostołów umocnienia ducha wiary, nadziei i miłości. Życzę także, aby obecny czas Adwentu był dla wszystkich obfity w duchowe owoce. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi qui presenti. In modo particolare, saluto i Vescovi qui presenti a Roma per la visita ad limina Apostolorum. Auguro a tutti quelli che effettuano la visita alle Tombe degli Apostoli un irrobustimento dello spirito della fede, della speranza e della carità. Auspico che il presente periodo dell’Avvento sia fecondo di frutti spirituali per tutti. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01534-09.02] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ceca

Srdečně vítám poutníky z Prahy!
Přeji vám všem, abyste se v tomto Adventě připravili na příchod Páně se srdcem podobným srdci Mariinu, aby tak Kristus skrze vás mohl přijít i do dnešní společnosti.
Rád vám žehnám! Chvála Kristu!

[Saluto cordialmente i pellegrini giunti da Praga.
Auguro a tutti che in questo Avvento vi prepariate alla venuta del Signore con il cuore simile a quello di Maria, così che il Cristo possa venire anche oggi nella società, tramite noi.
Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01535-AA.02] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua croata

Pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike pristigle iz Tordinaca! U ovim danima Došašća, upravio Duh Sveti želje vaših srdaca k stvarnostima Neba, odakle iščekujemo dolazak Spasitelja! Blagoslivljam vas i vaše obitelji! Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli provenienti da Tordinci! In questi giorni d’Avvento, lo Spirito Santo rivolga i desideri dei vostri cuori verso le realtà del Cielo, da dove aspettiamo la venuta del Salvatore! Benedico voi e le vostre famiglie! Siano lodati Gesù e Maria!]

[01536-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam romarje iz Slovenije, še posebej družine iz Zagorja ob Savi! Dragi prijatelji, želim vam, da bi po lepotah Mesta, ki sta ga s svojo krvjo posvetila apostola Peter in Pavel, globlje doživeli tudi lepoto vere in ljubezni do Kristusa. Naj vas spremlja moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini dalla Slovenia, specialmente alle famiglie provenienti da Zagorje ob Savi. Cari amici, vi auguro che attraverso le bellezze della Città, consacrata dal sangue degli Apostoli Pietro e Paolo, possiate più profondamente sperimentare anche la bellezza della fede e dell’amore per il Cristo. Vi accompagni la mia Benedizione!]

[01537-AA.02] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto voi, rappresentanti della Confederazione Nazionale Formazione e Aggiornamento Professionale, convenuti così numerosi in occasione del trentesimo anniversario di fondazione del vostro benemerito sodalizio. Cari amici, vi auguro di continuare con slancio la vostra opera, fedeli sempre alla vostra tipica proposta formativa, ispirata ai principi cristiani e alla dottrina sociale della Chiesa, e seguendo le orme di grandi santi come Don Bosco, il Murialdo, Don Calabria, Don Orione e Maddalena di Canossa.

Saluto voi, cari fedeli delle parrocchie Madonna di Portosalvo in Terracina e Santi Eustorgio e Antonio Abate in Montoro Superiore, e vi esorto ad aderire sempre più a Cristo, partecipando attivamente alla costruzione delle vostre rispettive comunità.

Il mio pensiero va inoltre a voi, che fate parte del Consiglio dei Cappellani delle carceri italiane, qui guidati dall’Ispettore Generale Mons. Giorgio Caniato. Grazie per il prezioso ministero che svolgete con carità evangelica a fianco dei carcerati; assicuro la mia preghiera per ciascuno di voi e per i reclusi negli Istituti di detenzione, ai quali vorrei far giungere il mio affettuoso saluto.

Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli, ricordando tra i giovani particolarmente quelli provenienti dalla diocesi di Teramo-Atri. L’apostolo S. Andrea, di cui oggi celebriamo la festa, sia per tutti un modello di fedele sequela di Cristo e di coraggiosa testimonianza evangelica.

[01538-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

Domani 1° dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS, iniziativa delle Nazioni Unite che intende richiamare l’attenzione sul flagello dell’AIDS, ed invitare la Comunità internazionale ad un rinnovato impegno nell’opera di prevenzione e nell’assistenza solidale verso coloro che ne sono colpiti. Le cifre diffuse in merito sono allarmanti!

Seguendo da vicino l’esempio di Cristo, la Chiesa ha sempre considerato la cura degli infermi come parte integrante della sua missione. Incoraggio pertanto le molte iniziative promosse, in modo speciale dalle comunità ecclesiali, per debellare questa malattia e mi sento vicino ai malati di AIDS e alle loro famiglie, invocando per loro l’aiuto e il conforto del Signore.

[01539-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0604-XX.02]