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L’UDIENZA GENERALE, 02.11.2005


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Salmo 111 - Beatitudine dell’uomo giusto - Secondi Vespri della Domenica della 4a Settimana (Lettura: Sal 111,1-6).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Benedetto XVI rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Dopo aver celebrato ieri la solenne festa di tutti i Santi del cielo, quest’oggi facciamo memoria di tutti i fedeli defunti. La liturgia ci invita a pregare per i nostri cari scomparsi, volgendo il pensiero al mistero della morte, comune eredità di tutti gli uomini.

Illuminati dalla fede, guardiamo all’enigma umano della morte con serenità e speranza. Secondo la Scrittura, infatti, essa più che una fine, è una nuova nascita, è il passaggio obbligato attraverso il quale possono raggiungere la vita in pienezza coloro che modellano la loro esistenza terrena secondo le indicazioni della Parola di Dio.

Il salmo 111, composizione di taglio sapienziale, ci presenta la figura di questi giusti, i quali temono il Signore, ne riconoscono la trascendenza e aderiscono con fiducia e amore alla sua volontà in attesa di incontrarlo dopo la morte.

A questi fedeli è riservata una "beatitudine": «Beato l’uomo che teme il Signore» (v. 1). Il Salmista precisa subito in che cosa consista tale timore: esso si manifesta nella docilità ai comandamenti di Dio. È proclamato beato colui che «trova grande gioia» nell’osservare i comandamenti, trovando in essi gioia e pace.

2. La docilità a Dio è, quindi, radice di speranza e di armonia interiore ed esteriore. L’osservanza della legge morale è sorgente di profonda pace della coscienza. Anzi, secondo la visione biblica della «retribuzione», sul giusto si stende il manto della benedizione divina, che imprime stabilità e successo alle sue opere e a quelle dei suoi discendenti: «Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza dei giusti sarà benedetta. Onore e ricchezza nella sua casa» (vv. 2-3; cfr v. 9). Certo, a questa visione ottimistica si oppongono le osservazioni amare del giusto Giobbe, che sperimenta il mistero del dolore, si sente ingiustamente punito e sottoposto a prove apparentemente insensate. Giobbe rappresenta tante persone giuste che soffrono duramente nel mondo. Bisognerà, quindi, leggere questo Salmo nel contesto globale della Sacra Scrittura, sino alla Croce e alla Risurrezione del Signore. La Rivelazione abbraccia la realtà della vita umana in tutti i suoi aspetti.

Tuttavia rimane valida la fiducia che il Salmista vuole trasmettere e far sperimentare a chi ha scelto di seguire la via di una condotta moralmente ineccepibile, contro ogni alternativa di illusorio successo ottenuto attraverso l’ingiustizia e l’immoralità.

3. Il cuore di questa fedeltà alla Parola divina consiste in una scelta fondamentale, cioè la carità verso i poveri e i bisognosi: «Felice l’uomo pietoso che dà in prestito… Egli dona largamente ai poveri» (vv. 5.9). Il fedele è, dunque, generoso; rispettando la norma biblica, egli concede prestiti ai fratelli in necessità, senza interesse (cfr Dt 15,7-11) e senza cadere nell’infamia dell’usura che annienta la vita dei miseri.

Il giusto, raccogliendo il monito costante dei profeti, si schiera dalla parte degli emarginati, e li sostiene con aiuti abbondanti. «Egli dona largamente ai poveri», si dice nel versetto 9, esprimendo così un’estrema generosità, completamente disinteressata.

4. Il Salmo 111, accanto al ritratto dell’uomo fedele e caritatevole, «buono, misericordioso e giusto», presenta in finale, in un solo versetto (cfr v. 10), anche il profilo del malvagio. Questo individuo assiste al successo della persona giusta rodendosi di rabbia e di invidia. È il tormento di chi ha una cattiva coscienza, a differenza dell’uomo generoso che ha «saldo» e «sicuro il suo cuore» (vv. 7-8).

Noi fissiamo il nostro sguardo sul volto sereno dell’uomo fedele che «dona largamente ai poveri» e ci affidiamo per la nostra riflessione conclusiva alle parole di Clemente Alessandrino, il Padre della Chiesa del II secolo, che ha commentato un’affermazione difficile del Signore. Nella parabola sull’ingiusto amministratore appare l’espressione secondo la quale dobbiamo far del bene con il «denaro ingiusto ». Da qui nasce la questione: il denaro, la ricchezza, sono di per sé ingiusti, o che cosa vuole dire il Signore? Clemente Alessandrino spiega molto bene nella sua omelia «Quale ricco si salverà » questa parola, e dice: Gesù «dichiara ingiusto per natura ogni possesso che uno possiede per se stesso come bene proprio e non lo pone in comune per coloro che ne hanno bisogno; ma dichiara altresì che da questa ingiustizia è possibile compiere un'opera giusta e salutare, dando riposo a qualcuno di quei piccoli che hanno una dimora eterna presso il Padre (cfr Mt 10,42; 18,10)» (31,6: Collana di Testi Patristici, CXLVIII, Roma 1999, pp. 56-57).

E, rivolgendosi al lettore, Clemente avverte: «Guarda in primo luogo che egli non ti ha comandato di farti pregare né di aspettare di essere supplicato, ma di cercare tu stesso quelli che sono ben degni di essere ascoltati, in quanto sono discepoli del Salvatore» (31,7: ibidem, p. 57).

Poi, ricorrendo a un altro testo biblico, commenta: «È dunque bello il detto dell'apostolo: "Dio ama chi dona con gioia" (2Cor 9,7), chi gode nel donare e non semina scarsamente, per non raccogliere allo stesso modo, ma condivide senza rammarichi e distinzioni e dolore, e questo è autentico far del bene» (31,8: ibidem).

Nel giorno della commemorazione dei defunti, come ho detto inizialmente, siamo tutti chiamati a confrontarci con l'enigma della morte e quindi con la questione di come vivere bene, come trovare la felicità. E questo Salmo risponde: felice l'uomo che dona; felice l'uomo che non utilizza la vita per se stesso, ma dona; felice l'uomo che è misericordioso, buono e giusto; felice l'uomo che vive nell'amore di Dio e del prossimo. Così viviamo bene e così non dobbiamo aver paura della morte, perché siamo nella felicità che viene da Dio e che dura sempre.

[01371-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Après avoir célébré hier la fête de tous les Saints du ciel, nous faisons aujourd’hui mémoire des fidèles défunts. La liturgie nous invite à prier pour nos chers disparus et à regarder l’énigme humaine de la mort à la lumière de la foi, avec sérénité et espérance. Les Écritures nous rappellent que la mort n’est pas une fin, mais une nouvelle naissance. Elle est aussi le passage obligé à travers lequel ceux qui modèlent leur existence selon les indications de la Parole de Dieu peuvent rejoindre la vie en plénitude.

«Heureux qui craint le Seigneur». La béatitude qui ouvre le Psaume 111 évoque justement le bonheur du fidèle manifestant sa docilité aux commandements de Dieu. Observer la loi morale, refuser l’injustice et l’immoralité, tout cela est source de paix profonde pour la conscience et gage de bénédiction pour le juste lui-même et pour les générations futures. Demeurer pleinement fidèle à la Parole de Dieu, nous dit le Psalmiste, nécessite fondamentalement d’avoir le souci désintéressé des pauvres et de ceux qui sont dans le besoin. «Dieu aime qui donne avec joie» et il procure à l’homme généreux un cœur ferme et confiant.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier les Sœurs de Saint-Paul de Chartres et les groupes de jeunes. Puissiez-vous trouver une grande joie à faire la volonté du Seigneur et marcher avec confiance à la rencontre du Christ vainqueur de la mort!

[01372-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

After yesterday’s celebration of the Solemnity of All Saints, today’s Liturgy invites us to pray for our dear ones who have left us. As we face the mystery of death, Sacred Scripture strengthens our hope by assuring us that all who live in accordance with the Word of God are reborn into the fullness of life. These are the just, the happy ones, of whom Psalm 111 speaks. In them, the fear of the Lord, which means respectful obedience to God’s law, brings inner harmony and peace of conscience. As they experience the definitive value of a life of moral rectitude, they confidently reject the deceitful promises of success by means of injustice and immorality. The Psalmist clearly proposes a fundamental trait of those who walk according to the Word of God: the generous love of one’s neighbour in need. In his commentary on these verses, Clement of Alexandria invites Christians to share generously with their neighbours by giving "without regret, without distinction or pain".

Dear Brothers and Sisters,

I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s audience. I extend particular greetings to the groups from England, Ireland, Denmark, Finland, Sweden, Malta, Canada and the United States of America. May your pilgrimage strengthen your faith and renew your love for the Lord, the Giver of Life, and may God bless you all!

[01373-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Heute, am Tag nach dem Hochfest Allerheiligen, begeht die Kirche das Gedächtnis Allerseelen. Die Liturgie lädt uns in besonderer Weise ein, für das Seelenheil unserer Verstorbenen zu beten. Im Licht des Glaubens sehen wir das Geheimnis des Todes als einen Übergang zum Leben in Fülle, das denen bereitet ist, die ihr irdisches Dasein nach dem Wort und der Weisung Gottes ausgerichtet haben.

Von dieser gläubigen Zuversicht spricht auch Psalm 112, den die heutige Katechese zum Inhalt hat. Darin wird der Mensch seliggepriesen, „der den Herrn fürchtet und ehrt und sich freut an seinen Geboten" (V. 1). Gottesfurcht und Folgsamkeit gegenüber den Geboten des Herrn sind ihm Grund unerschütterlicher Hoffnung und verschaffen seinem Gewissen Frieden. Dieses Vertrauen bleibt aufrecht, selbst wenn der Gerechte wie Hiob die Erfahrung des Leids macht. Die Treue gegenüber Gottes Wort bringt schließlich die Frucht der Nächstenliebe hervor: „Wohl dem Mann, der gütig und zum Helfen bereit ist ... Reichlich gibt er den Armen" (VV. 5.9). Als ein von Gott Beschenkter zeigt der Gläubige sich großherzig und selbstlos gegenüber den Menschen in Not.

Herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher, insbesondere die Romwallfahrer aus meiner Heimat. Gott gibt unserem Leben Richtung und Halt. Sein Wort und sein Gebot sind keine Last; sie machen frei und öffnen unser Herz für den Nächsten. Schaut auf das Vorbild der Heiligen und und ahmt ihren Glaubensmut nach! Der Herr helfe euch dabei mit seiner Gnade.

[01374-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Después de la fiesta de Todos los Santos, la liturgia nos invita a rezar hoy por nuestros queridos difuntos. Iluminados por la fe, meditamos con serenidad el misterio de la muerte, herencia común a todos los hombres y pasaje obligado a través del cual renacen a la vida plena los que orientan su existencia según las enseñanzas de la palabra de Dios.

Los justos, con su conducta moralmente intachable, rechazando toda injusticia e inmoralidad, temen al Señor, reconocen su trascendencia y se adhieren con confianza a su voluntad, en la esperanza de encontrarlo después de la muerte. Esto exige una opción fundamental: la caridad para con los pobres. El justo no posee los bienes para sí mismo, sino que los comparte con los necesitados, expresando así una extrema y desinteresada generosidad.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular al Coro parroquial del Puerto de Santa María, a los Académicos de Extremadura, a las Hijas de María de Panamá y a los peregrinos de México. Recordad siempre que Dios ama a quien comparte con alegría sus bienes con los necesitados.

[01375-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu pielgrzymów polskich. Dzisiaj wspominamy w modlitwie wszystkich wiernych zmarłych, naszych bliskich. Wspominamy także Jana Pawła II. W rocznicę święceń kapłańskich i dnia Patrona Sługi Bożego dziękujemy Bogu za owoce Jego życia i posługi. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi qui presenti. Oggi ricordiamo nella preghiera tutti i fedeli defunti, i nostri cari. Ricordiamo altresì Giovanni Paolo II. Nella ricorrenza della sua ordinazione sacerdotale e del suo onomastico, rendiamo grazie a Dio per i frutti della vita e del Ministero di questo Servo di Dio. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01376-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is a miskolci csoportot. Isten hozott Benneteket! Szívesen adom rátok apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Un saluto cordiale rivolgo ai pellegrini ungheresi, specialmente al gruppo di Miskolc. Vi imparto volentieri la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01377-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua croata

Od srca pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, osobito mlade pristigle iz njemačkih gradova Sindelfingena, Esslingena i Ludwigsburga. Budite oduševljeni za Krista – vjernoga Prijatelja koji neće razočarati nikada. Hvaljen Isus i Marija!

[Di cuore saluto e benedico i pellegrini croati, particolarmente i giovani provenienti dalle città tedesche di Sindelfingen, Esslingen e Ludwigsburg. Siate appassionati di Cristo – l’Amico fedele che non delude mai. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01378-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto voi, fedeli della parrocchia S. Mauro Abate di Roma, che ricordate il 25° anniversario di istituzione della vostra comunità cristiana ed auguro che essa sia sempre più un luogo di formazione spirituale e di autentica fraternità. Saluto poi voi, soci della Federazione Pugliese Donatori di Sangue, e vi incoraggio nel vostro impegno di solidarietà verso il prossimo bisognoso, seguendo l’esempio evangelico del buon Samaritano.

Il mio affettuoso saluto va inoltre a voi, rappresentanti dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. La vostra gradita presenza mi offre l’opportunità di richiamare la centralità della famiglia, cellula fondante della società e luogo primario di accoglienza e di servizio alla vita. Nell’odierno contesto sociale, i nuclei familiari con tanti figli costituiscono una testimonianza di fede, di coraggio e di ottimismo, perché senza figli non c’è futuro! Auspico che vengano ulteriormente promossi adeguati interventi sociali e legislativi a tutela e a sostegno delle famiglie più numerose, che costituiscono una ricchezza e una speranza per l’intero Paese.

Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli. La Solennità di Tutti i Santi, che abbiamo celebrato ieri, e l’odierna commemorazione dei Fedeli Defunti, ci offrono l’opportunità di riflettere, ancora una volta, sull’autentico significato dell’esistenza terrena e sul suo valore per l’eternità.

Questi giorni di riflessione e di preghiera siano per voi, cari giovani, un invito a imitare l’eroismo dei Santi, che hanno speso la vita per Dio e per il prossimo. Siano di conforto per voi, cari malati, associati al mistero della passione di Cristo. Diventino un’occasione propizia per voi, cari sposi novelli, per comprendere sempre meglio che siete chiamati a testimoniare con la vostra reciproca fedeltà l’amore con cui Dio circonda ogni uomo.

Concludiamo il nostro incontro, cantando il Pater Noster.

[01379-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0558-XX.02]