MESSAGGIO DEL SANTO PADRE ALL’EM.MO CARD. CRESCENZIO SEPE ● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN LINGUA ORIGINALE
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II al Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Em.mo Card. Crescenzio Sepe, in visita dal 24 al 31 agosto alla comunità cristiana della Mongolia:
● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN LINGUA ORIGINALE
To His Eminence Cardinal Crescenzio Sepe
Prefect of the Congregration for the Evangelization of Peoples
1. With great joy I write to you, Venerable Brother, as you prepare to visit for the second time the young Christian community which dwells in the vast Asian country of Mongolia, rich in history and cultural traditions.
Last July you visited Ulaanbaatar, the capital of the Mongolian nation, in order to celebrate the the tenth anniversary of the establishment of diplomatic relations between Mongolia and the Holy See and to highlight the lively presence in the region of a Christian community of relatively recent foundation. Although the first evangelization of Mongolia was due to the arrival of Nestorians from Persia in the seventh century, it was only in the first half of the twentieth century that a mission in that distant region was entrusted to the Congregation of the Immaculate Heart of Mary. The pro-Communist regime of the time at first prevented the missionaries from entering the region. With the end of the Communist dictatorship the doors were finally opened to the Gospel, and from 1991 on the first evangelizers began to arrive: priests, men and women religious, and laypersons actively engaged in the "Lord’s vineyard."
To demonstrate the fruitful and positive advances made in this decade, last year witnessed two events fundamental for the life of the Church: the elevation of the Mission sui iuris of Urga, Ulanbator to the rank of Apostolic Prefecture with the new name of Ulaanbaatar, and the subsequent appointment of the first Apostolic Prefect in the person of the Reverend Father Wenceslaw Padilla, C.I.C.M., as well as the first ordination of three priests and a deacon who, while not natives of the country, consider Mongolia as their adopted homeland. They represent a promising sign of hope for the future of the local ecclesial community.
2. Your Eminence’s return to that beloved land a little more than a year later is prompted by two other no less important and happy events: the episcopal ordination of the Apostolic Prefect and the blessing of the Cathedral Church dedicated to the Apostoles Peter and Paul. These events consolidate the spiritual edifice being built up by the "little flock" of a young missionary Church which is growing in confidence, sustained by the renewing power of the Holy Spirit.
I would dearly have liked to be present in person for these significant and historic liturgical celebrations. Since this was not part of the Lord’s plan, I now entrust you with the responsibility of conveying my paternal and affectionate greetings to the new Bishop in that chosen portion of the People of God, to the other Bishops, and in a special way to Archbishop Giovanni Battista Morandini, Apostolic Nuncio in Mongolia and Apostolic Administrator. My greetings also go to the priests, the women religious, the other pastoral agents and those engaged in different charitable and humanitarian activities. I also offer a cordial greeting to all the members of the Catholic community, the baptized, the catechumens and the "sympathizers", especially the children, adolescents and young adults, who are the future and the hope of the Church and the society of that noble country. Finally, I ask you to present my respectful greetings to the Authorities and to all the Mongolian people, who are ever close to my heart, as well as to the representatives of the various religions, with which the Catholic Church hopes to cooperate in fruitful service to the common good. I assure everyone of a special remembrance in my prayers, and I ask Almighty God to bless the efforts being made to spread his Kingdom.
3. To Mary, Mother and Queen of Mongolia, I entrust the expectations and the hopes of the Church and the Mongolian nation, having emerged from the long winter of the Communist oppression may they look to the future with renewed confidence.
May the light of Christ accompany everyone along the journey which lies ahead. I willingly seal these good wishes with my special Apostolic Blessing which I now entrust to you, Venerable Brother, as my special representative.
From Castel Gandolfo, 22 August 2003
IOANNES PAULUS II
[01330-02.01] [Original text: English]
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Al Signor Cardinale
Crescenzio Sepe
Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
1. Con grande gioia mi rivolgo a Lei, venerato Fratello, che si appresta a visitare per la seconda volta la giovane comunità cristiana che vive in Mongolia, vasto Paese asiatico, ricco di storia e di tradizioni culturali.
Nel mese di luglio dello scorso anno, Ella si è recata a Ulaanbaatar, capitale della Nazione mongola, per sottolineare il decimo anniversario dell’inizio delle relazioni diplomatiche fra la Mongolia e la Santa Sede e la vivace presenza nella regione di una comunità cristiana di fondazione relativamente recente. Se, infatti, la prima evangelizzazione della Mongolia si deve ai nestoriani giunti dalla Persia nel secolo VII, solo nella prima metà del XX secolo è stata ufficialmente affidata una missione in quella lontana Regione alla Congregazione del Cuore Immacolato di Maria. Il regime filocomunista del tempo impedì in un primo tempo ai missionari di recarsi sul luogo. Con la fine della dittatura comunista si aprirono finalmente le porte al Vangelo, e dal 1991 cominciarono a giungere i primi evangelizzatori: sacerdoti, religiose, religiose, laici attivamente impegnati nella "vigna del Signore".
A sottolineare il proficuo e fecondo cammino compiuto in questo decennio, si sono avuti lo scorso anno due eventi fondamentali per la vita della Chiesa: l’elevazione della Missione "sui iuris" di Urga, Ulanbator al rango di Prefettura Apostolica con la nuova denominazione di Ulaanbaatar, e la conseguente nomina del primo Prefetto Apostolico nella persona del Reverendo Padre Wenceslaw Padilla, C.I.C.M., nonché la prima ordinazione di tre sacerdoti e di un diacono, i quali, pur non essendo originari del Paese, considerano la Mongolia come loro patria di adozione. Essi costituiscono una promettente speranza per il futuro della locale comunità ecclesiale.
2. Il suo ritorno a distanza di poco più di un anno in quella amata Terra, Signor Cardinale, è motivato da altri due non meno importanti e felici eventi : l’ordinazione episcopale del Prefetto Apostolico e la benedizione della chiesa cattedrale dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. Si consolida così l’edificio spirituale costituito dal "piccolo gregge" d’una giovane Chiesa missionaria che cresce fiduciosa, sorretta dalla forza rinnovatrice dello Spirito Santo.
Sarebbe stato mio vivo desiderio essere presente di persona a così suggestive e storiche celebrazioni liturgiche. Non essendo ciò nei disegni del Signore, affido a Lei il compito di recare il mio paterno ed affettuoso saluto al nuovo Vescovo di quella eletta porzione del Popolo di Dio, agli altri Vescovi ed in modo speciale a Mons. Giovanni Battista Morandini, Nunzio Apostolico in Mongolia ed Amministratore Apostolico. Il mio saluto abbraccia i sacerdoti, le religiose, gli altri operatori pastorali, i collaboratori delle varie attività caritative e di promozione umana. Estendo con viva cordialità il mio pensiero ai membri della comunità cattolica, battezzati, catecumeni e "simpatizzanti", specialmente ai bambini, ai ragazzi e alla gioventù, futuro e speranza della Chiesa e della società di quel nobile Paese. Le chiedo poi di presentare il mio deferente saluto alle Autorità e al Popolo mongolo, sempre presente al mio cuore, come pure ai rappresentanti delle varie religioni con le quali la Chiesa cattolica intende proseguire una utile cooperazione al servizio del bene comune. Per ciascuno assicuro uno speciale ricordo nella preghiera, perché Iddio benedica gli sforzi che si stanno compiendo per diffondere il suo Regno.
3. Affido a Maria, Madre e Regina della Mongolia le attese e le speranze della Chiesa e della Nazione mongola, perché superato il lungo inverno della pressione comunista, possa ora guardare all’avvenire con ritrovata fiducia.
La luce di Cristo illumini il cammino di tutti. Avvaloro questi miei auspici con una speciale Benedizione Apostolica, che affido a Lei, venerato Fratello, quale mio speciale rappresentante.
Dal Castel Gandolfo, 22 agosto 2003
IOANNES PAULUS II
[01330-01.01] [Testo originale: Inglese]